SPORT A questo punto fu necessario creare una squadra Juniores per dare continuità all’attività agonistica, squadra che fu iscritta al Campionato Provinciale evitando così che le società limitrofe facessero opera di convincimento sui ragazzi per farli giocare nelle loro fila. Così si crearono i presupposti per la formazione di un organico che permettesse in futuro di partecipare al Campionato di 3^ categoria e da qui venne l’esigenza di avere un campo regolamentare. Tutte queste iniziative avevano un costo e si doveva autofinanziarsi in qualche modo, così fu incentivata la raccolta dei vimini nel Tagliamento. Si raccoglievano queste pianticelle, si toglieva faticosamente la buccia e poi si facevano essiccare al sole: l’anima della pianta veniva venduta per la costruzione di cesti, cestini e altro. Il ricavato della vendita permise di affrontare le prime spese. L’entusiasmo era alle stelle, poter avere un campo proprio era un punto di partenza che spronava sempre di più ad andare avanti, e proprio un paio d’anni dopo l’omologazione del campo sportivo, i ragazzi della squadra Juniores regalarono alla società un trofeo che fu un riconoscimento agli sforzi di tutti quelli che si erano esposti in prima persona per la realizzazione di questo progetto: nel torneo patrocinato dalla F.I.G.C. i “boys” biauzzesi si trovarono ad essere ad un punto dalla squadra del collegio Tomadini fino alle ultime partite, ma bastò una distrazione di troppo ai ragazzi del Tomadini perché il Biauzzo lo scavalcasse in classifica di un punto e vincesse così il girone a livello provinciale. Questa vittoria gli garantì l’accesso alla finale regionale contro la squadra triestina dell’ENAOLI. Si giocò la partita di andata in quel di Trieste e i giovani del Biauzzo allenati da Umberto Venier vinsero per 2-0 con due reti del centrocampista Renato Mazzorini. Ma non era finita in quanto si doveva giocare il ritorno e le giornate che precedettero la gara furono di febbrile attesa per tutti. Arrivò il fatidico giorno: il primo tempo si chiuse con il risultato di 0-0, nel secondo tempo la squadra del Biauzzo riuscì a passare in vantaggio per 1-0, poi 2-0, al 3-0 un genitore dando finalmente libero sfogo alla tensione patita andò a suonare le campane a festa persuadendo la ferrea perpetua a farsi dare le chiavi del campanile (gli argomenti usati furono proprio convincenti). Finì 4-0 e fu veramente un tripudio generale. La successiva finale interregionale fu persa per 3-1 in quanto i
Prima squadra del Biauzzo, terza categoria, 1966
ragazzi non avevano ancora ben chiaro che per ambire a certi traguardi è indispensabile essere in perfetta forma fisica, tralasciando altre distrazioni. Arriviamo così all’8 dicembre 2016, 50 anni dopo la fondazione ufficiale dell’U.S. Biauzzo: alcuni dirigenti di allora hanno deciso di organizzare un breve incontro al quale sono stati invitati ex giocatori ed ex allenatori del Biauzzo calcio. Alla manifestazione sono intervenute anche alcune personalità politiche tra cui il vice sindaco di Codroipo Zoratti Antonio, l’assessore Bianchini Giancarlo e il presidente della Polisportiva Codroipese Chiarcossi Renzo: nei loro discorsi hanno rimarcato l’importanza dell’associazionismo e del volontariato nell’ambito sportivo nonchè l’auspicio di una vera unione fra tutte le società del Comune di Codroipo per permettere a tutti i ragazzi di scegliere la disciplina sportiva che più gli aggrada. In seguito i partecipanti si sono recati presso il nuovo, e certamente più funzionale, campo sportivo dove è stato offerto a tutti loro un rinfresco e dove erano state messe in bella mostra numerose fotografie delle squadre e dei giocatori di
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Il ponte
gennaio/febbraio 2017
quel periodo. Il successo di questa iniziativa è stato merito principalmente del prof. Scaini Giuseppe nonché del sig. Mazzorini Ado ed altri ex dell’epoca. È stato ricordato con affetto e dolore Renato Mazzorini, la cui dipartita avvenuta per un malore durante un incontro di calcio nell’aprile 1970, a soli 22 anni, lasciò sgomenti e sbigottiti tutti quelli che lo conoscevano e apprezzavano non solo come calciatore, ma anche come uomo. A lui è stata dedicata una targa posta all’esterno dello spogliatoio-palestra. Questo articolo è stato scritto per ricordare momenti e persone di anni fa. È la storia della nascita di una società sportiva che tutt’ora esiste e che continua a operare grazie a giovani e meno giovani che hanno creduto in un progetto e l’hanno sviluppato lavorando insieme, spendendo energie e pensando che solo uniti si arriva da qualche parte e si costruisce qualcosa per noi, per gli altri e per quelli dopo di noi. A questo progetto ha lavorato più gente di quella che è stata nominata. Se qualcuno è stato dimenticato chiedo venia: l’età non aiuta in questo sforzo di ricordi. Luciano Bragagnolo