Personaggi nascosti e non, firmati Friuli a cura di Michela Valoppi
Il mio viaggio alla scoperta del vero talento: Ivan Vergendo Il talento di aprile è un grande osservatore di luoghi e di persone. Ama Praga, città in cui ha studiato dopo aver conseguito la laurea in architettura nella città dei dogi, Venezia. E’ un trentasettenne libero professionista convinto e non per moda, lui vuole aggiungere al risultato tangibile delle sue creazioni un valore del tutto personale e mirato. Valore che ha sicuramente messo nella creazione del trono Papale per il Papa Emerito Benedetto XVI. Ama la musica e sostiene che abbia un forte legame con la geometria, ovvero la base dell’architettura. Vive a Udine, anche se è nato a Sacile, e si chiama Ivan Vergendo. Che cos’è per te l’architettura? E’ una passione che ti sazia l’anima. Si compone di molti elementi che intrecciati tra loro danno vita ad un prodotto finito organizzando lo spazio in qualsiasi scala. E’ anche l’insieme di tempo, fatica ed idee che diventano realtà grazie ad un gruppo di persone. Tutti pensano che l’architettura sia il frutto di una singola mano, ma in realtà non è così: il gruppo con cui si collabora è fondamentale e solo se c’è una chiara comunicazione tra i componenti si raggiunge l’obiettivo finale. Ti definisci architetto, ma qual è la differenza tra architetto e designer? Tra architettura e design, in realtà non ci sono grandi differenze. Posso dire che l’architetto è un professionista esperto in progettazione architettonica di qualsiasi scala o spazio dal restauro dei monumenti, alla progettazione del paesaggio, dall’allestimento, al puro disegno. Storicamente è uno tra gli attori principali della trasformazione dell’ambiente costruito. Il designer, invece, è un disegnatore industriale specializzato nella progettazione di oggetti destinati a essere prodotti industrialmente come complementi di arredo, elettrodomestici, autovetture, macchinari. In poche parole potrei dire un professionista che disegna un oggetto artistico che possa essere riprodotto in serie. La nostra cassetta delle lettere è straripante di volantini e cataloghi di aziende o negozi che ci propongono mobili ad un bassissimo costo garantendo qualità e lavorazione italiana. Ma esiste ancora la qualità come discriminante tra un pezzo ed un altro? La qualità esiste ancora e ha sicuramente un costo preciso che dipende dal progetto e da chi te l’ha commissionato. Ci sono moltissimi materiali diversi con costi diversi, questo non vuol dire che una sedia, ad esempio, che ha un costo medio non abbia una buona manifattura e quindi non sia di qualità, dipende da quello che il compratore vuole. Sicuramente i pezzi fatti in serie hanno un abbattimento sul costo sia per il
numero di pezzi prodotti che per il tipo di materiali utilizzati, dipende sempre da quello che il cliente desidera e può permettersi. Posso dire che qualità in certe situazioni è la parola d’ordine, soprattutto quando il committente è una personalità illustre, come il Papa Emerito Benedetto XVI. Come mai la tua vita si è affacciata, lavorativamente, al mondo ecclesiastico? Due anni fa, stavo navigando su internet, e ho trovato un concorso molto interessante a tema religioso che richiedeva la progettazione e creazione di un arredo sacro (un trono Papale). Le chiese mi sono sempre piaciute molto perché rappresentano l’apoteosi dell’arte: possono essere fastose o modeste, ma la magia dell’architettura si avverte sempre. Ho deciso di partecipare al concorso. All’inizio ho fatto un po’ di ricerche fino a quando mi è venuta l’idea creativa: sarei partito da una forma cubica che, guardata in prospettiva, si sarebbe aperta come un fiore. Ti aspettavi la vittoria? Non pensavo di vincere, ma sapevo di aver fatto un progetto molto bello. Sicuramente è stata una bella emozione. Dov’è stato utilizzato ed dov’è ora? E’ stato utilizzato a Torino, in piazza San Carlo, in occasione dell’Ostensione della Sindone, durante la Santa Messa. In realtà sono stati realizzati due troni, dagli artigiani del Distretto della Sedia (Asdi Sedia): uno è rimasto all’Arcidiocesi di Torino, l’altro è a disposizione dell’Asdi Sedia. Sei un insegnante universitario, com’è il rapporto con i tuoi alunni? Da sempre ho voluto insegnare, mi ricordo che fin dalle elementari m’immaginavo dietro alla cattedra a spiegare la lezione ed ora lo faccio realmente all’Università di Udine, precisamente al corso d’interni. Il messaggio che cerco di comunicare è quello di dare i mezzi e gli strumenti per poter raggiungere il risultato finale, in questo modo non sei spaventato dalle sfide perché conosci la materia e pensi a come poter raggiungere l’obiettivo. Alle volte non è importante sapere tutte le nozioni, ma individuare quelle basiche dalle quali puoi creare, grazie al ragionamento, quelle più complesse. Capacità critica ed analitica. Quello che mi spaventa, invece, sono gli studenti che non si pongono domande, perché è sintomo di una mancata curiosità e senza curiosità fare il mio lavoro è difficile.� Come ti vedi tra dieci anni? Un architetto che continua a lavorare con passione, desiderio e volontà con una famiglia. Ringrazio l’architetto Ivan Vergendo per la sua disponibilità e per il tempo concessomi.
15 Il ponte
aprile 2013
Architetto Ivan Vergendo ideatore del trono Papale per il Papa Emerito Benedetto XVI. Il trono Papale è interamente in legno, foderato di velluto rosso; sulle sponde dei braccioli bassorilievi ispirati a immagini sacre della storia dell’arte, quali Deposizione e Resurrezione. Sulla parte alta dello schienale è impressa l’immagine della Sindone.
Papa Emerito Benedetto XVI a Torino – piazza San Carlo. Evento della Solenne Ostensione della Sindone