Il politologo quotidiano del lunedì 26 08 2013

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IL POLITOLOGO Del Lunedì

Anno I, numero 2 26 Agosto 2013 Sant'Alessandro di Bergamo, Martire Lunedì della XXI Settimana del Tempo Ordinario

Quotidiano di Informazione e Opinione sulla Politica Italiana, Europea, Internazionale e Regionale.

Tutti Attorno al Cavaliere

Grillo rilancia sulle elezioni, Letta tentenna e il PdL è pronto a tutto.

Il PdL è unito intorno al suo leader, con buona pace delle vecchie megere sinistroidi che cercavano di allettare il numero sufficiente di parla­ mentari del centro­destra per riuscire nella disperata impresa di far durare l'esecutivo senza fare i conti con il Cavaliere. Tutti schierati dalla parte del padre fondatore, se ancora ci fosse bisogno di ricordarlo, come se lui lo avesse mai temuto o messo in discussione. Berlusconi sa che intorno a sé vi sono diverse anime di un partito che è nato per far confluire sotto un unico simbolo FI versione 1.0 e An, ma a parte i dettagli delle casacche dismesse in quel del 2008, ora l'unica che la squadra si sente addosso è quella del Popolo della Libertà, che presto diven­ terà nuovamente Forza Italia, versione 2.0. Se il rimaneggio del partito ser­ virà allo scopo di ricon­ quistare quei voti moderati che sono andati dispersi dagli elettori del vecchio centro destra delle tre punte (FI, An e UDC, insieme a Lega Nord) lo sapremo solo nel futuro, quando cioè gli italiani saranno chiamati ad esprimere il proprio consenso per dare vita ad una nuova legislatura. Per ora i sondaggi ci dicono che il PdL è davanti a tutti, in continua crescita soprattutto dopo la ben nota sentenza che priverà, almeno sulla carta e fatte salve eventuali sorprese, il Cav. della agibilità politica e anche quella fisica. Per ora Silvio si gode a consolazione l'abbraccio di tutto il suo partito, da parte di quelle persone che in un modo o nell'altro li sono riconoscenti perché in fondo, sono sue creature. Non ci sono ipotesi alternative per il primo partito italiano: Berlusconi deve restare senatore, il PD deve smetterla di fare ampi proseliti della rispettabilità delle leggi e votare contro la decadenza del leader indi­ scusso dei moderati. Letta, stizzito per le dichiarazioni di D'Alema rilasciate nei giorni scorsi (ma ripetute anche, dopo la smentita, in un'intervista sul primo canale nazionale), forse sta iniziando a capire che attorno a lui si sta facendo terra bruciata. Non avrà una seconda chance, e forse questo permetterà l'aper­ tura di uno qualche spiraglio. Eppure anche il premier nei giorni scorsi aveva alzato la voce e ad Angelino Alfano nel faccia a faccia a Palazzo Chigi aveva ripetuto che la scelta spetta al partito (di centrosinistra) non a lui, piuttosto voleva

apparire come quello che non ha paura del centro­ destra, e aveva minacciato quasi gongo­lando che una nuova maggioranza sarebbe stata possibile, ad opera dei grillini dissidenti che sarebbero almeno una ventina. Uno scenario del genere sarebbe difficile da immaginare,visto l'attac­ camento istituzionale che hanno coloro che, a discapito del nome stellare, non paiono essere né creature che amano stare in cielo e neppure in terra. Tanto più che Grillo ritorna a sparare alto, e non solo accantona l'ipotesi di un governo di larghe intese retto con il loro sostegno, ma addirittura vorrebbe riandare al voto subito, con questa legge elettorale che nessuno vuole, ma che da adesso vede nel comico genovese un sostenitore. Le logiche del leader del 5 stelle non sono così infondate: con questo si­ stema elettorale potrebbe davvero farcela a conqui­ stare i seggi necessari all' auto sufficienza, e ottenere così dal Capo dello Stato il mandato per insediarsi a Palazzo Chigi. Poi, chia­ ramente non ne verrebbe fuori alcunché di ec­ cezionale, se non portare il paese verso lo sbando senza pilota automatico inserito, ma il popolo è sovrano e neanche il Quirinale di fronte ad un risultato netto della volontà popolare uscita dalle urne potrebbe opporsi alla demagogia grillina. Sono scenari inqui­ etanti per chi nell'Italia vorrebbe proseguire guidato da questa strana compagine di Governo un po' di sinistra e un po' di destra ma anche un po' civica, proprio per questi motivi deve vincere la ragione e non la pancia di chi sa di avere tra le mani il biglietto vincente, salvo poi trovarsi sommerso da miliardi di debiti. Occorre la saggezza della politica che è fatta sì di scelte ideologiche, ma anche di responsabilità e buon senso di fronte ad un avvenire misterioso e lugubre. Ieri parlavamo di scenari da paura, quali le dimissioni del capo dello Stato. Chissà, dopo l'espe­ rienza dello scorso aprile, se si riuscirebbe prima o poi a trovare l'accordo su un nome condiviso non solo da tutti, ma anche e soprattutto dall'interno di un Partito Democratico che è in preda ad un'aria di scissione intestina sempre più forte tra le anime accesissime di chi imputa all'altro la sconfitta in una vittoria che sembrava certa addirittura durante lo spoglio delle schede sei mesi fa. Poi, cosa successe da quel giorno di Febbraio, purtroppo lo sappiamo.

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Entro Mercoledì Via l'IMU dalle Prime Case Buona parte di vita il governo se la gioca questa settimana, termine ultimo per trovare le risorse necessarie ad approvare l'abolizione dell'IMU, la famigerata tassa sugli im­ mobili istituita dal gover­ no Monti, come da mesi chiede il PdL, sull'onda della campagna elettorale incentrata proprio su que­ sto tema dal Cav. Di certo non sarà impresa facile, ma possiamo star certi che entro Mercoledì notte avremo la certezza che o la tassa sulla prima casa scomparirà per tutti indi­ stintamente, oppure il governo potrebbe già es­ sere arrivato al capolinea, dopo aver appena passato i 120 giorni dalla nomina a Palazzo Chigi di Letta lo scorso 28 aprile. Il centrodestra è irremo­ vibile, occorre che il Ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni trovi le risorse necessarie entro il CdM previsto per il prossimo 28 agosto, altri­ menti dal 31 non si potrà più far nulla se non pagare la prima rata entro il 16 Settembre. Siamo all'ulti­ ma battaglia di questa estate che di temi caldi ne ha conosciuti tanti all'in­ terno dei vari palazzi del potere, ma quella dell'IMU è una questione di prin­ cipio per il partito di Berlusconi, che ha posto la sua abolizione come con­ dizione necessaria nei patti di formazione del Governo di larghe intese. Eppure all'interno dell'a­ rea governativa non tutti sono convinti della bontà di questa riforma fiscale, che costerebbe alle casse dello stato una cifra compresa tra i due e i quattro miliardi di euro da reperire eliminandoli da altri capitoli di spesa, che sforbicia di qua e taglia di là si stanno facendo sì che la possibilità di manovra è sempre più stretta. Ste­ fano Fassina, già respon­ sabile economico del PD e ora vice ministro del dica­ stero dell'ex Banca d'Italia, precisa che non sarà possibile eliminare la tassa su tutte le prime case indistintamente. Da qualche giorno infatti varie anime sia all'interno

Del Governo che del PD hanno fatto sapere che sarebbero più favore ad una rimodulazione del prelievo fiscale a seconda del reddito, piuttosto che una eliminazione totale che genererebbe confu­ sione e mancanza di fondi ai comuni in primis – sono loro infatti i beneficiari di una parte degli introiti – che una cattiva visione di noialtri nei palazzi della Unione Europea femamen­ te convinta che un paese come il nostro non possa permettersi il lusso di non tassare gli immobili, sebbene siano parte del patrimonio attivo e fonte di investimento per la cultura italiana. Già nel periodo nero del 2011 una delle misure altamente raccomandate dall'Europa al Professore fu proprio la reintroduzione della tassa­ zione sulle prime case abolita dal Governo Ber­ lusconi nel 2008 dopo la straordinaria vittoria elettorale sul PD allora guidato da Walter Vel­ troni. Alfano promette battaglia, e avverrà davvero. Tra i tanti conti in sospeso della strana maggioranza, potrebbe proprio essere questo nodo a far venire meno gli accordi portati avanti sino ad oggi in uno spirito di solidarietà dopo il momento di incertezza seguito alle elezioni di Febbraio. Letta sa bene di essere davanti ad un bivio, anche se si dice pie­ namente convinto che si farà di tutto per venire incontro a questa richiesta perentoria del PdL e fatta sua nel discorso dove il neo esecutivo chiedeva la fiducia delle camere. Brunetta, capogruppo del PdL al Senato ha am­ piamente spiegato il suo punto di vista, e le sue parole ripetute a tutte le tv­radio­giornali dei mesi passati fanno capire che questo punto non è sola­ mente fondamentale per il centrodestra per mante­ nere le sue promesse da­ vanti ai propri elettori, ma sarà il vero e proprio cam­ po di prova per vedere l'ef­ fettiva lealtà della sini­ stra, non solo un gioco di potere.

Il Popolo Siriano Chiede Aiuto Un altra tormentatissima estate sta passando, tra le rivolte in Egitto che sono quasi una guerra civile (vedere l'articolo a pag. 2, NdR) e i sospetti dell'utilizzo di gas nervino in Siria hanno fatto passare un po' a tutti la voglia di accendere i TG all'ora di cena. Eppure il problema dell'area è molto alto, sono nuovamente in atto violenti scontri tra forze dittatoriali mascherate da governative e forze ribelli al potere costituito. Anche Papa Francesco nell'Angelus di ieri ha parlato chiaramente della tragedia che sta avendo luogo in Siria, e ha fatto un appello all'uso della ragione a chi cagiona la morte altrui con la falsa giustificazione che dietro a queste immani stragi possa esserci il volere di Dio. Come già ricordato diverse volte dal pontefice argentino, e perno di battaglia dei quasi otto anni di magistero di Benedetto XVI, nessun Dio può volere lo sterminio delle sue creature. Dietro queste immani stragi altro non vi è che la sete di potere di alcuni, che inebriati da dal dio denaro sono pronti a tutto, anche dare false dottrine ad un popolo, quello musulmano, che altro non cerca se non la pace. La Siria nel frattempo apre le porte della propria terra ai funzionari dell'ONU affinché possano accertare che non vi è stato alcun utilizzo di armi proibite quali quelle a gas, ma Obama e la sua amministrazione fanno sapere che oramai è troppo tardi per effettuare rilevamenti seri che diano riscontri precisi su quello che la Comunità Internazionale pensa sia accaduto la scorsa settimana. Nel frattempo gli Stati Uniti stanno muovendo la loro flotta lungo il Mediterraneo, forse per portarsi in posizione favorevole nel caso si ritenga necessario l'intervento militare di una nuova alleanza militare, non approvata dall'ONU, avviata in qualità di NATO. La Francia ha fatto sapere nei giorni scorsi che è pronta eventualmente ad andare nella regione con i propri uomini, affinché venga riportato ordine in quelle terre che paiono maledette e sempre fameliche di vite umane. Il ruolo che l'Italia potrebbe avere in un ipotetica missione di pace non è ancora per niente chiaro, i nostri ministri paiono tutti attendere gli sviluppi che potranno venire quando gli Stati Uniti decideranno di assediare la Siria e le imporranno una No Fly Zone. C'è da scommettere che all'ultimo anche un buon numero di nostri militari scenderanno a fianco degli Statunitensi per presidiare una zona incredibilmente vulnerabile, dove anche i civili sono costantemente sotto pressione e, anzi, vittime sacrificali di una guerra per il potere che sembra non conoscere fine. Obama per il momento non si sbilancia sulla questione, ma negli ultimi giorni si sono fatte insistenti le voci di frequenti tavole rotonde alla Casa Bianca per discutere con i militari la situazione; ogni esperienza bellica (anche se chiamate “missioni di pace” le armi si utilizzano) ha i suoi relativi costi, sia umani che monetari, ma occorre una mano forte per riportare ordine e serenità in quelle terre.


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