Un dialogo ininterrotto. Studi su Flora Ruchat-Roncati, a cura di Serena Maffioletti, Nicola Navone

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serena maffioletti

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vita, ed anche le manifestazioni della vita femminile. Questo scatto che autorizza l’architettura a costruire tanto uno spazio in senso proprio, quanto uno spazio metaforico è stato in quell’occasione particolarmente efficace. Per Flora Ruchat-Roncati l’architettura, come la musica, è certamente elaborata sulla carta e nell’astrazione (delle linee e della misure), ma essa non esiste veramente che dopo, una volta suonata o costruita, nello spazio che essa trasforma, che è diventato sensuale, materiale, capace di commuovere.15

Nell’articolo La capanna di Adamo è in Paradiso, e quella di Eva?16 Flora RuchatRoncati non offriva risposte a quella domanda cruciale. Forse mai lei volle dare indicazioni definitive e risolutive, piuttosto circondando il tema con interpretazioni, multiformi e cangianti, personali, rischiose e libere, irraggiate da una generosità vitale...: forte delle sue capacità, debole per sua volontà. Così che la risposta a quella domanda, per lei così presente, sta invece nell’invenzione del quotidiano, negli incontri e nei dialoghi, nei progetti e nella scuola...: il quotidiano come sola costruzione di una duratura capanna di Eva. E non occorre ricordare le sue case sempre accoglienti, i grandi tavoli sempre carichi di cibo onorato da molti ospiti, i viaggi condivisi e i cantieri mostrati, per cogliere la sua visione della vita come quotidiano atto di maternità: «Le formule non sono nulla: la vita è tutto. E la vita è spirito e cuore, uniti».17

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F. Ruchat-Roncati, intervento al seminario Le donne e l’architettura: i progetti, la professione, i luoghi, la formazione, curato da A. Gallo, S. Maffioletti, T. Pelzel, tenuto all’Università Iuav di Venezia il 2 8 aprile 2005 in occasione della presentazione del numero 732 di «Casabella», aprile 2005, a cura di C. Baglione e M. Daguerre. 2 Tavola rotonda a cura di C. Baglione e M. Daguerre, «Casabella», 732, aprile 2005, pp. 12-15. 3 F. Ruchat-Roncati, intervento al seminario Le donne e l’architettura, «Casabella», 732, aprile 2005, p. 13. 4 F. Ruchat-Roncati, intervento al convegno internazionale “L’architettura delle strade”, tenutosi per la celebrazione del 75° anniversario della fondazione di ANAS Spa, Auditorium Parco della Musica, Roma 27 ottobre 2003. 5 F. Ruchat-Roncati, intervento al seminario Le donne e l’architettura, cit. 6 F. Ruchat-Roncati, La capanna d’Adamo è in Paradiso, e quella di Eva?, «Controspazio», 6, novembredicembre 1996, pp. 36-37. 7 Ivi, p. 36. 8 I tre corsi sono tenuti nel semestre estivo 1994, invernale 1994-1995, estivo 1995 e sono pubblicati in tre volumetti: Frauen in der Geschichte des Bauens. Die 20er Jahre und die “Neue Frau” (vol. I), Wohnräume und Wohnformen. Zuweisungen und Aneignungen (vol. II), Ausstellungen-Darstellungen (vol. III), a cura di P. Stojanik e M. Haner, Zürich, ETH Zürich, 1996. 9 F. Ruchat-Roncati, AdM, Fondo Flora Ruchat-Roncati, Attività didattica e di ricerca, conferenza, dattiloscritto. 10 F. Ruchat-Roncati, Die Rolle der Mäzenatin: zwischen Vokation und Resignation. Madame de Mandrot, in Die 20er Jahre und die “Neue Frau”, cit., pp. 86-95. 11 Poi divenuto SAM - Schwiescherisches Architekturmuseum. L’esposizione si tenne dal 1 aprile al 25 giugno 1989. 12 D. Huber, Die Tugend der Not. Zu den beiden historischen Ausstellungen für Freuenarbeit (saffa 1928 und 1958), in Ausstellungen-Darstellungen, cit., pp. 129-137. 13 S. Malangone, saffa 1928, 1958... 1988? Und heute, elaborato teorico presso l’Accademia di architettura, USI, relatore Nicola Navone, a.a. 2016-2017. Ringrazio Nicola Navone per la segnalazione. 14 I. Lamuniere, L’espace peut-il être tactile? A propos de l’exposition au Musée d’architecture de Bâle de 1989, in Flora Ruchat-Roncati, a cura di P. Carrard, D. Geissbühler, S. Giraudi, Zürich, gta Verlag, 1998, p. 16. 15 Ivi, p. 15. 16 F. Ruchat-Roncati, La capanna d’Adamo è in Paradiso, e quella di Eva?, cit. 17 E. Gray, cit. in P. Stojanik, Eileen Gray. Metamorphosen, in Die 20er Jahre und die “Neue Frau”, cit., p. 106.


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