Arte come memoria. Il patrimonio artistico veneto e la Grande Guerra, M. Nezzo

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III. PROTEZIONI ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI

La protezione degli interni prevede una serie di operazioni assai varie. Il primo pensiero è contro gli incendi: in San Marco, a Venezia, si distribuiscono estintori, sacchi di sabbia e pale per gettarla; si fa arrivare a ogni piano il getto delle pompe idranti e si spalmano le travature lignee con silicato di soda e altre sostanze ignifughe. C’è poi il rischio connesso all’onda d’aria che, in caso di esplosione, può frantumare sculture, lacerare teleri e disperdere tessuti musivi. Contro tal genere di offesa, il septo dei Dalle Masegne viene accuratamente imbottito di ovatta e sabbia cotta, quindi fasciato con paglietti d’alga, in modo da evitarne l’eventuale disgregazione. Sui mosaici sono incollate tele per mantenere l’ordine delle tessere anche in caso di distacco parziale. Infine, ove necessario, le vetrate vengono smontate e poste al sicuro. Per difendere i gruppi plastici si innalzano coperture con saccate di sabbia: i monumenti Vendramin, Valier e Mocenigo, nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, ne sono quasi completamente nascosti. Anche l’altare del Santo a Padova – con i bronzi di Donatello – gode della medesima protezione, accresciuta però da un ulteriore involucro in muratura. Infatti, se la sabbia è in grado di riparare dalle schegge, le cortine in laterizio servono a ridurre l’effetto di eventuali colpi diretti. Infine si pone il problema degli affreschi, affrontato – sempre a Padova – sia agli Scrovegni che agli Eremitani. Particolarmente discussi i lavori alla cappella giottesca, ove innanzitutto si sparge uno strato di sabbia di 60 cm sul pavimento; si innalza poi una gabbia di ritti in ferro e correnti superiori in legno, per appendervi immensi materassi d’alga (spessi 15 cm, alti 2 m e lunghi 3,60). Ciò che desta preoccupazione è la distanza fra questi ultimi e le pareti (m 1,70), necessaria per evitare danni da umidità stagnante. Simile difesa – si mormora – sarà senz’altro utile in caso una bomba esplodesse al centro della chiesa, ma se essa cadesse proprio fra l’affresco e la protezione?

1. Oreste Bertani, Venezia. Protezioni del septo dei Dalle Masegne e degli amboni di San Marco (da Ugo Ojetti, I monumenti italiani e la guerra, Milano 1917)

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