Il Segno febbraio 2013

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ANCHE AI CASTELLI ROMANI I PROBLEMI NON MANCANO

Questioni ancora aperte

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Arsenico nell’acqua potabile e diminuzione dei flussi

Gran parte dei Comuni dei Castelli ha il grave problema dell’arsenico presente in maniera preoccupante nell’acqua potabile che mette a rischio soprattutto la salute dei bambini. Inoltre, da alcuni decenni, il flusso idrico di tutto il territorio è in costante diminuzione a causa dell’eccessiva antropizzazione. Una diminuzione che non accenna a diminuire e che i Sindaci spesso sottovalutano.

il Segno - Febbraio 2013

Tralicci radio-tv di Monte Cavo La vetta di Monte Cavo a Rocca di Papa dagli anni ‘70 ospita un centinaio di impianti radiofonici e televisivi che hanno fatto di Rocca di Papa il luogo più inquinato d’Europa per l’elettrosmog. Malgrado proteste e manifestazioni nessuna indagine epidemiologica sistematica è stata condotta al fine di studiare gli effetti delle onde elettromagnetiche sui cittadini esposti 24 ore al giorno.

A P P R Termovalorizzatore per i rifiuti in fase di realizzazione L’ultima possibilità per evitare la realizzazione ad Albano Laziale dell’impianto O di termovalorizzazione per bruciare rifiuti è la Corte Europea per i diritti dell’uomo a cui si sono rivolti i legali dei No-Inc, l’associazione che da anni si batte contro questo impianto che sorgerebbe vicino al nuovo ospedale dei Castelli F Romani. O Dissesto idro-geologico L’82% dei Comuni italiani (6.633) presenta aree a rischio idrogeologico. Tale N cifra raggiunge il 98% nella Regione Lazio con i Castelli Romani che occupano posizioni di rilievo in questa classifica di demerito. E i nostri Sindaci che cosa D fanno per affrontare il problema? Continua a progettare nuovi palazzi, ville e centri commerciali senza preoccuparsi minimamente del territorio. I M * (Questa è solo una sintesi delle tante questioni ambientali che interessano l’area dei Castelli Romani) “L’esposizione all’inquinamento atmosferico è causa, nella popolazione residente, E N di un incremento delle ospedalizzazioni per disturbi respiratori” (Rapporto Epidemiologia Rifiuti Ambiente Salute, ERAS Lazio, dicembre 2012) T O Impianti a biomasse in fase di progettazione

Sia Rocca di Papa sia Ariccia, paesi confinanti, stanno pensando di realizzare degli impianti a biomassa. Il Comune di Ariccia ha già predisposto un progetto mentre quello di Rocca di Papa (entrambi governati dal centrosinistra) hanno incaricato una società specializzata a redigere il progetto. Ma i cittadini hanno già avviato alcune azioni di protesta.

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dell’inizio di attività degli impianti è stato riscontrato anche tra i bambini». Il Rapporto continua riferendosi agli impianti di Colleferro: «In conclusione, i risultati confermano l’ipotesi che l’esposizione all’inquinamento atmosferico di fondo sia causa, nella popolazione residente, di un incremento delle ospedalizzazioni per disturbi respiratori, che si sono ulteriormente aggravate in seguito all’attivazione dei termovalorizzatori. E’ quindi auspicabile una continua sorveglianza epidemiologica della popolazione residente in una delle aree a più elevata criticità ambientale del Lazio». La sigla PM10 identifica mate-

riale presente nell’atmosfera in forma di particelle microscopiche come le polveri sottili. I limiti per la concentrazione delle PM10 nell’aria sono di 35µg/m³ all’anno e 50µg/m³ al giorno. La media giornaliera al 2013 nella zona denominata Colleferro Europa è di 69µg/m³. Ormai da parecchi anni Pierluigi Sanna, Consigliere del Comune di Colleferro, sostiene importanti manifestazioni e organizzazioni come l’Ugi (Unione giovani indipendenti) per spronare l’amministrazione a battersi con più determinazione e intervenire drasticamente per sconfiggere il male che ha colpito l’intera città. Tra l’altro egli ci dice che sono possibili delle

alternative agli inceneritori che nell’area di Colleferro come altrove sono stati realizzati e che, come ci dice lo studio dell’Eras, non fanno che aggravare una situazione già di per sé precaria. Tra l’altro l’art. 256 del Decreto Legislativo. n. 152/2006 regola l’attività di gestione di rifiuti non autorizzata e prevede sanzioni molto severe per i trasgressori. L’alternativa, ormai universalmente riconosciuta, consiste nella raccolta differenziata porta a porta, che ha un duplice vantaggio: da una parte incrementa i posti di lavoro (l’esempio di Montelanico, che ha assunto due dipendenti in più è emblematico) e dall’altra permette la creazione di una nuova materia prima attra-

verso il riciclo dei rifiuti. Con dispiacere Sanna parla della chiusura dell’Alstom di Colleferro, un gruppo industriale francese leader globale nel settore ferroviario. L’Alstom si occupava della creazione di treni che assemblava in assenza di ciminiere e quindi senza produrre alcuna sorta di inquinamento. Il 4 maggio 2011, però, l’Alstom chiude a causa della mancanza di attività. Muore con lei, almeno per il momento, la speranza di creare industrie eco-sostenibili che potrebbero permetterci di progredire in tecnologia senza regredire in salute. Giulia De Giorgi


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