Il Segno dicembre 2010

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il Segno PICCOLO

Buon Natale

Anno IX, n. 12 - Dicembre 2010

Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli

Là dove si danno alle fiamme i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini H. Heine

Una ‘lettera confidenziale’tra il Vice-Ministro Romani e Marrazzo, tenuta segreta, ha fermato il trasferimento dei ripetitori da M.Cavo

Storie sporche

Viale Enrico Ferri Opere pubbliche

La Casa Facciamo della salute il punto

Via Barozze, degrado Ecocentro Mancini a pagina 9

Rasetti a pagina 10

Rasetti a pagina 7

Quello firmato dall’attuale Ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, è un vero e proprio atto d’accusa che coinvolge l’ex Governatore della Regione Lazio Piero Marrazzo. Romani, il 3 marzo 2009, chiede a “Piero” di non applicare la delibera regionale del 2008 sullo spostamento dei ripetitori di Monte Cavo per evitare problemi ai cittadini di Roma e agli antennari. E Marrazzo si limita ad eseguire gli ordini in barba ai cittadini di Rocca di Papa e alla delibera approvata dalla Regione. Una storia di verità, mezze verità e omissioni.

Centro Storico

Borsino elettorale

Rifiuti, le Le ultime cose da fare novità! Com.to Centro a pagina 14

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ATTUALITA’ Il dibattito si è svolto a Lanuvio il 2 dicembre

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“Dalla gestione dei rifiuti un business criminale”

il Segno - Dicembre 2010

dove viene spezzettato e riciclato, fino a ridive- L’ex cava di Lanuvio nire oggetto in plastica (giocattolo, porta- assassinato nel 1995 nella sua cachiavi, etc...) che dalla Cina ri- nonica e gli appunti che aveva parte per il mondo intero con raccolto sono spariti: difendere il tutto il suo contenuto tossico do- proprio territorio dai traffici di rivuto a fertilizzanti e pesticidi. fiuti corrisponde a difendere la Naturalmente tutto ciò che democrazia del luogo stesso. viene illecitamente smaltito po- Infine è intervenuto Daniele Catrebbe divenire risorsa per la stri rappresentante legale del cocollettività qualora venisse cor- mitato No-Inceneritore di Albano rettamente riciclato e riusato. Se Laziale, riferendo di come il veramente iniziasse un processo mancato smaltimento differendi cambiamento della nostra so- ziato dei rifiuti rappresenti una ricietà verso il riuso ed il vero ri- sorsa per gli inceneritori che non ciclo si avrebbe una boccata di solo guadagnano sui rifiuti bruossigeno per tutte le vere ciati, ma anche sugli incentivi che aziende di green economy, che percepiscono dallo stato essendo invece attualmente versano in equiparati a fonte di energia pucattive acque. lita (cfr www.greenpeace.org). Il giornalista Andrea Palladino, All’assemblea ha partecipato collaboratore anche lui del Ma- anche il Sindaco di Lanuvio, Umnifesto, ha illustrato come an- berto Leoni, che è intervenuto, cora oggi vi siano diversi traffici ascoltato e ribattuto alle critiche illeciti di rifiuti verso l’estero e provenienti dai relatori ma anche come alcuni di questi passino dal pubblico, inerenti la cava, la per il Lazio. Naturalmente tutto sua gestione e il mancato interciò è vietato, ma sembra ancora vento dell’amministrazione accadere. Don Cesare Boschini quando i diversi comitati e i citraccoglieva informazioni sulla tadini protestavano. Il Sindaco ha discarica di Borgo Montello, riferito di ignorare cosa conteLatina, dove recentemente sono nesse la cava, che cosa sia stato stati accertati sversamenti ille- sversato in essa e ha affermato citi provenienti da zone bonifi- che attualmente l’ARPA (l’Agencate di mezza Italia. È stato zia Regionale Protezione Ambiente) sta effettuando controlli e analisi. Dall’assemblea è emerso REDAZIONE ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, quanto sia grave e diffuso il trafNoemi Bevilacqua, Ermanno Gatta fico di rifiuti anche nella nostra Gianfranco Botti, Piero Botti, organo mensile regione e di come molto spesso il ilpiccolosegno@libero.it Valentina Bucci, Gaetano dell’associazione culturale cittadino si trovi a richiedere inCasilli, Stefania Colasanti, Manoscritti e foto anche se non “Terre Sommerse Castelli” Daniela Di Rosa, Paola formazioni e non ricevere rispopubblicati non si restituiscono. Il Gatta, Rita Gatta, Sandro sta, laddove ci sono informazioni Registrazione Tribunale contenuto degli articoli, dei servizi, Guidi, Marzia Mancini, le foto ed i loghi, rispecchia esclusiè più difficile che ci sia qualcosa di Velletri n. 5/02 Loredana Massaro, Marcello vamente il pensiero degli artefici e del 19/02/2002 di losco, invece dove regna il siMorrone, Noga (Gabriele non vincola mai in nessun modo il lenzio viene il sospetto che qualNovelli), Andrea Rasetti, Segno, la direzione e la proprietà. Le DIREZIONE cosa di losco stia succedendo, il Sergio Rasetti, inserzioni sono riservate ai soli asVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa Annarita Rossi, Maria Pia furto di informazione equivale al sociati e simpatizzanti ed hanno caSantangeli, Luigi Serafini, furto di democrazia. Inoltre non DIRETTORE rattere divulgativo-promozionale Sandro Tabellione, nel loro stesso ambito. dobbiamo considerare i rifiuti, RESPONSABILE Ettore Zanca, anche tossici, come un problema Andrea Sebastianelli il-sognatore.blogspot.com Stampato in proprio altrui, non solo perchè potrebbero IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO finire nel nostro territorio, ma nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo. perchè sono il prodotto della noRingraziamo i nostri sostenitori: Aldo, Italia, Pino, Patrizio, Rossana, Barbara, Gennaro, Alberto, Sergio, stra vita quotidiana: medicine, Paola, Giorgio &Mario, Augusta, Oscar, Gianfranco, Fabrizio, Bruno, Nicola, Franco, Gianluca, Antonello, alimenti, vestiti, giocattoli, elettrodomestici, etc... anche noi posMarina, Enzo, Nadia, Giorgio, Omero, Giulia, Paola, Orlando, Franco e un cittadino in anonimato. siamo contribuire non solo SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO informandoci, ma riciclando, riuBanca Credito Cooperativo Castelli Romani - IBAN: IT11B0709239230000000103028 sando e consumando meno.

di Noemi Bevilacqua Il 2 dicembre presso la sala delle colonne a Lanuvio si è svolta un’assemblea dal titolo “La gestione dei rifiuti dalla malavita al potere economico-politico”, organizzata dal comitato locale di Sinistra Ecologia e Libertà di LanuvioCampoleone e ripresa dall’emittente locale “Telecountry news”. L’assemblea è stata particolarmente partecipata poiché riguardava un annoso problema del territorio: una cava di basalto ormai dismessa e ceduta dall’amministrazione comunale a una ditta privata. La popolazione ed alcuni comitati sostenevano da tempo che nella cava avvenissero episodi sospetti: sversamenti di materiali durante le ore notturne, andirivieni di camion provenienti da tutta Italia e così via. Da novembre 2010 la cava è sotto sequestro e la magistratura provvederà a stabilire quali e quanti illeciti vi siano stati compiuti. Dopo l’introduzione di Fabrizio Agostinelli, segretario del circolo locale di Sinistra Ecologia e Libertà, in cui è stata illustrata la PICCOLO

il Segno

storia della cava e le sue vicissitudini legali, è iniziato l’intervento di Enrico Fontana, giornalista del Manifesto e di Terra. Le informazioni riferite dal giornalista, purtroppo, evidenziano un triste primato per il nostro territorio: siamo la sesta regione italiana per reati connessi allo smaltimento dei rifiuti, ma siamo la quarta provincia d’Italia, dopo Bari, Napoli e Lecce! La gestione dei rifiuti rappresenta ormai a pieno titolo, anche da noi, un terreno fertile per le diverse attività criminali. Solo nel biennio 2009-10 nella provincia di Roma ci sono state 23 custodie cautelari per illeciti ambientali. Il traffico di rifiuti da una parte all’altra della nazione rappresenta il miglior modo per abbattere le spese e su di essi da anni vari tipi di associazioni “mafiose” hanno messo le mani fino a costituire un vero e proprio sistema organizzato con “Broker della monnezza”. Accanto allo spostamento della spazzatura da una parte all’altra della nazione si ha anche il ritorno del traffico internazionale di rifiuti. Per esempio il polietilene con cui sono rivestite le serre della nostra zona viene raccolto illecitamente anziché essere smaltito, arriva in Cina,


il Segno - Dicembre 2010

di Ilaria Signoriello Era il 1982 quando Totò Riina, capo dei Corleonesi, ordinò l’uccisione di Pio La Torre, preoccupato per il suo attivismo ed in particolare per la sua proposta di legge riguardante i patrimoni dei mafiosi. Nonostante l’eliminazione fisica di Pio la Torre la sua eredità era ormai patrimonio condiviso, che avrebbe segnato la storia delle lotte contro le mafie, attraverso l’aggressione del patrimonio e delle ricchezze mafiose e, successivamente, con la loro restituzione ai cittadini, grazie alla legge 109/96. La legge 109, fortemente voluta da Libera, l’associazione di Don Luigi Ciotti, e per la quale vennero raccolte più di un milione di firme, prevede l’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie e corona il sogno di chi, come Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l’impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente. La legge 109 è oggi uno degli strumenti principali per combattere e sconfiggere le mafie, colpendole nel cuore economico del loro impero criminale. Sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alle mafie, la situazione nel Lazio è allarmante. Sono 383 i beni confiscati nella sola Provincia di Roma per un totale, a livello regionale, di 482. Si tratta di cifre impressionanti che testimoniano la profonda penetrazione criminale nella nostra Regione e nella Provincia di Roma in particolare. Dei 383 beni confiscati nella provincia di Roma, 287 sono immobili e 96 aziende utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco. Ma come testimonia l’acquisizione dell’ex ristorante La Bazzica da parte del Comune di Grottaferrata, le mafie non sono invincibili. Temono il risveglio delle coscienze, temono gli animi forti di chi non si piega alla violenza o al ricatto e temono noi cittadini, quando non ci abbassiamo al facile guadagno e crediamo nel valore sociale della legalità La restituzione della Bazzica ai cittadini di Grottaferrata, futura casa della solidarietà e polo per la disabilità, come tutti i beni confiscati ai mafiosi, ha un elevato valore simbolico che trascende i confini della cittadina

Beni sequestrati affidati al sociale ATTUALITA’ L’ex ristorante “La Bazzica” sottratto alle mafie

castellana, divenendo il simbolo della vittoria dello Stato sull’illegalità, degli onesti contro i corrotti, della nostra Costituzione contro chi afferma il potere della violenza e del terrore. Come ci ha ricordato il fondatore di Libera, Don Ciotti, ospite della trasmissione di Saviano e Fazio, “Legalità è speranza. E la speranza si chiama “noi”. La speranza è avere più coraggio. Il coraggio ordinario a cui siamo tutti chiamati: quello di rispondere alla propria coscienza”. Aggiungendo, inoltre, come “Legalità non sono, quindi, solo i magistrati e le forze di polizia, a cui dobbiamo riconoscenza e rispetto. Legalità dobbiamo essere tutti noi. Legalità è responsabilità, anzi corresponsabilità”. La “Bazzica” è solo la punta di un iceberg, ma la sua restituzione ai cittadini è la prova che possiamo farcela.

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I corrotti restituiscano ciò che hanno rubato PAGINA APERTA

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La corruzione minaccia il prestigio e la credibilità delle istituzioni, inquina e distorce gravemente l'economia, sottrae risorse destinate al bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura democratica. Per questo

motivo raccoglieremo un milione e mezzo di cartoline da inviare al Presidente Napolitano per chiedergli di intervenire, nelle forme e nei modi che riterrà più opportuni, affinché il governo e il Parlamento ratifichino quanto

Beneficio d ’ inventario

di Ettore Zanca

Meritocracy

“Non invidio nessuno che sia vivo, ma invidio l’immortalità di chi ha scritto pagine fuori dal tempo e mai scomparire potrà” (Enrico Ruggeri, le sette so-

relle, invidia). Benvenuti al circo, avete presente l’immagine in cui Homer Simpson si finge attento e invece in testa ha le mucche che ballano? Quella musichetta circense si agita nella mia testa convulsamente. Credo sia patologico, non appena intravedo persone che ben si vestono da nani e ballerine per far festa al potente di turno ecco che scatta il carillon. Scene a cui assisto quasi quotidianamente, chiunque detenga un potere anche infimo viene ossequiato, imbonito, adulato. Il risultato è che alcune figure più vicine a Quasimodo ostentano petto in fuori con un atteggiamento simile a George Clooney che ha appena risolto il problema della crisi economica mondiale. Ormai non conta più se chi comanda o dirige qualcosa, che siano il paese o l’azienda di provincia, abbia le stimmate del conducator, l’importante è la poltrona su cui siede. Verrebbe da

prima e diano concreta attuazione ai trattati, alle convenzioni internazionali e alle direttive comunitarie in materia di lotta alla corruzione nonché alle norme, introdotte con la Legge Fi-

dire che conta più il culo che la testa. Il primo sconfortante risultato è che quando si tende a contrariare chi non è abituato, il suo potere si abbatte con le folgori sul critico di turno. L’autorità viene confusa con l’autorevolezza, la minaccia con la replica costruttiva, Saviano docet nel dire che spesso si distrugge la vita privata di un uomo mettendola in piazza se solo prova a sfidare le altrui Colonne d’Ercole. Sarà pessimismo incipiente che mi abbranca l’anima ma in ogni settore della vita pubblica e privata si cerca di omologare verso il basso. L’obiettivo sembra chiaro, comandare sugli instupiditi è facile, mai come ora chi ha talento, iniziativa, genio, o appare subito inattaccabile o viene fatto a pezzi. Se poi non lo aiuta l’immagine o il look peggio ancora, l’italiano è esteta da quattro soldi e guarda prima l’accostamento giacca pantalone e se hai il botulino fresco, che non se dici qualcosa di sensato o sei un artista nel tuo campo. Ecco dunque che ormai non c’è fetta di vita in cui chi è un minimo dotato, prima di chiedersi se vale va a cercare protezione da chi vale. Il risultato è che si arriva a tragicomiche selezioni lavorative o di audizioni di spettacolo o scelta di prestigiosi premi da intellettuali, in cui si fa il bilancio dei padrini che stanno dietro il selezionando più della capacità di occupare quel posto. Poche chiacchiere, siamo al tramonto e nel deserto per giunta. Antonio Calabrò nel suo libro “cuore di Cactus” dice che bisogna salvare le oasi dall’aridità dell’abbrutimento,

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Don Luigi Ciotti di “Libera”

nanziaria del 2007, per la confisca e l'uso sociale dei beni sottratti ai corrotti.

l’unico modo per farlo è non guardare più quale tessera si ha nel portafoglio. Non ci si illuda i “nostri” non sono meglio di “loro”. Potrei citare migliaia di episodi di uomini virtuosi che col tempo hanno cambiato altare fino al paradosso. Fino a lasciare soli quelli che potevano cambiare davvero le cose. Mi limito anche io a citare fra queste pagine un nome che in questi giorni è stato anche ricordato da scrittori di fama, quel nome è l’esempio di quanto un uomo possa subire per stupidità, arrivismo, coscienza di classe taroccata, valori di partito sacrificati subito dopo per rendere servigi ai mafiosi. Metà di questo letame avrebbe ucciso chiunque, per quest’uomo era ancora poco, c’è voluto il tritolo che ha liberato da un peso non solo i mafiosi, ma tanti che adesso parlano di valori e legalità, parlano, appunto, poi basta, lui faceva, eccome. Quell’uomo si chiamava Giovanni Falcone. “Ma un grazie davvero di cuore lo dedico a quelli che invidiano me...”. Vedi incipit


ATTUALITA’ L’assemblea nazionale del Cipsi si è tenuta a Capodarco

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Anche ai Castelli Romani levociinascoltatedell’Africa

In occasione dei 25 anni dalla nascita del coordinamento, Solidarietà e Cooperazione Cipsi (che raggruppa 48 Ong -Organizzazioni non governative- e associazioni di solidarietà internazionale), ha scelto per la sua Assemblea nazionale l’Agricoltura Capodarco, sede anche dell’Associazione Noi Ragazzi del Mondo, parte integrante del Cipsi e promotrice, ai Castelli Romani, del progetto pilota Bilancio Solidale Obiettivo otto. Due giorni di festa e di riflessione che hanno trasformato Grottaferrata nella Capitale della solidarietà italiana, con 60 rappresentanti di Ong, provenienti da tutta Italia, che si sono riuniti presso la “Casa Famiglia Milly e Memmo”, per rilanciare, dopo 25 anni, la “missione” del Cipsi. Oggi Solidarietà e Cooperazione Cipsi è un coordinamento di 48 organizzazioni non governative e associazioni di solidarietà internazionale presenti in 91 Paesi di Africa, Asia, America Latina ed Europa dell’Est, con oltre 200 attività con i partner all’estero per migliorare le condizioni di vita e salvaguardare i diritti delle popolazioni dei paesi impoveriti. Una vera e propria due giorni di riflessione per rilanciare il ruolo della cooperazione internazionale in un momento difficile, in cui la crisi economica ha portato gli Stati a ripiegarsi su se stessi, riducendo in maniera drastica i fondi stanziati. L’Italia è scivolata agli ultimi posti in Europa per aiuto pubblico allo sviluppo a fronte, invece, di accordi molto cari con la Libia del dittatore Gheddafi, stipulati senza alcuna garanzia del rispetto dei diritti umani delle persone respinte. Nonostante la grande crisi che si sta abbattendo sulla cooperazione internazionale, il Cipsi ha voluto riaffermare, con ancora maggiore forza, l’importanza di una cultura della cooperazione oltre i bisogni, ripartendo dalle relazioni tra i popoli e tra le persone, dando voce ai diritti, facendo parlare l’acqua, l’Africa, le donne, le

esperienze, le storie, le culture altre. Nei due giorni a Grottaferrata si è parlato molto anche di donne. Il Cipsi è, infatti, il promotore della Campagna per l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace alle Donne Africane nel 2011 (Noppaw.it). La proposta nasce a partire dalla constatazione del ruolo crescente che le donne africane hanno acquisito nella vita quotidiana dell’Africa. Le donne sono protagoniste e trainanti sia nei settori della vita quotidiana che nell’attività politica e sociale. Sono le donne in Africa che reggono l’economia familiare nello svolgimento di quell’attività, soprattutto di economia informale, che permette ogni giorno, anche in situazioni di emergenza, il riprodursi del miracolo della sopravvivenza. Elisa Kidané, poetessa e missionaria comboniana eritrea in merito alla Campagna Noppaw ha dichiarato che “è un modo concreto di promuovere i valori, troppo spesso nascosti, della cultura dei popoli africani, rappresentati in modo significativo da tutte quelle donne che “portano sulle spalle i pesi e le speranze dell’Africa”. Ilaria Signoriello

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Il teatro della natura

di Annarita Rossi Con il suo incredibile tripudio di colori, dalle più particolari sfumature, con tutti i suoi svariati odori e con la sua continua melodia di suoni, la natura entra in scena ad ogni stagione e latitudine. Ad ogni alba il sipario si apre lentamente e pian, piano una miriade di specie animali e vegetali mostrano ai nostri occhi le loro caratteristiche più autentiche in uno spettacolo che non ha mai fine. Nel ciclo continuo, in natura, vi è sempre fermento, giorno e notte. Nella sua maestosità, tutto nasce, muore e si rigenera naturalmente, in modo biologico. Il palcoscenico della natura è sempre in movimento ed ogni cosa avviene con meticolosa perfezione fino a che qualcosa di anomalo interrompe quel fragile equilibrio. Spettatore indiscusso, l’uomo, colui che fruisce gratuitamente di tanta meraviglia, è spesso anche il responsabile più o meno consapevole di alcune disfatte. La natura, osannata da cantori e musici, pittori e danzatori è da sempre la protagonista assoluta di rime ed opere sinfoniche, danze e dipinti. Armonia e ispirazione è quanto la natura ci offre in ogni sua forma e specie perché la natura è musica e poesia, danza e stupendi quadri mai uguali, per dirla in una sola parola, è arte. Basta fermarsi ad ascoltarla, guardarla e ammirarla per assaporarne tutte le sue virtù senza offenderla, forzarla, deprecarla per poi infine distruggerla. Per il nuovo anno in questo terzo millennio manteniamo in vita il teatro della natura, l’unico grande dono che dovremmo apprezzare più di tutti per goderne pienamente della sua magnificenza.

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APPROFONDIMENTO

Contro la proposta di legge della Regione Lazio

Consultori privati, le donne dei Castelli dicono “no!”

di Loredana Massaro L’Associazione “8 Marzo” ha tenuto un’assemblea pubblica per dire no alla legge che cancella i consultori familiari pubblici. Il confronto politico sulla proposta di Legge Regionale presentata dal centrodestra al Consiglio Regionale del Lazio, si è tenuto il 19 novembre ad Albano presso Palazzo Savelli. Numerosa la presenza dei cittadini ma soprattutto delle cittadine che sentono forte il dovere di mantenere in vita i Consultori pubblici. La sottoscritta ha avuto l’onore di introdurre i lavori dell’assemblea. Sono intervenuti: Luisa Laurelli (Casa Internazionale delle Donne), Tiziana Bartolini (Direttrice di “Noi Donne”), Tonino D’Annibale (Consigliere Regionale PD e Vicepresidente Commissione Sanità Regione Lazio), Giulia Rodano (Consigliere regionale IDV), Gabriella Sisti (Commissione Servizi sociali Donne dell’A.N.C.I. – UDC), Alessandra Zampetti (Federazione della Sinistra) e Ada Scalchi, (Pari Opportunità Comune di Albano Laziale). Hanno poi dato il loro apporto L’Assemblea delle Donne dei Consultori di Albano Laziale, gli operatori dei Consultori della RmH e le Organizzazioni sindacali. La proposta di legge regionale n. 21 abroga la legge istitutiva dei Consultori familiari nella nostra Regione (legge regionale n.15/76) e ne snatura completamente ruolo e funzioni. L’Ass.zione “8 Marzo” ormai da molto tempo è impegnata sul territorio per difendere i diritti delle donne attraverso la cultura, convinta che solo facendo cultura i problemi siano risolvibili, nessuna legge sarà mai una legge efficace se non sarà supportata da un entroterra culturale fatto di “sentire comune”, di condivisione e dibattito, di scambio,

Raccolta di firme contro la proposta della Regione Lazio

reciprocità e soprattutto di solidarietà. La proposta di riforma sui consultori familiari è in questo senso una legge violenta, perché mina alcuni diritti inviolabili della persona sanciti dalla Costituzione Italiana. Gli onorevoli Giulia Rodano e Tonino D’Annibale sono d’accordo sul fatto che la legge “va immediatamente ritirata” e appoggeranno e sosterranno ogni forma di lotta e protesta, peraltro già partite nei Castelli Romani. “L’attacco all’attuale legge sui consultori familiari –ha dichiarato l’On. Luisa Laurelli– va inserito in un attacco più generale che in questi anni è stato fatto contro i diritti delle donne. Le donne oggi non solo devono pensare a difendere quanto credevano di aver ottenuto una volta per tutte, ma devono anche riconquistare spazi e ruoli che non possiedono più e che minano la loro libertà personale e di decisione, questa è una battaglia soprattutto culturale che deve trasformarsi in una più ampia rivendicazione politica”. L’Assemblea delle Donne del comune di Albano, di cui si fa portavoce l’Asso.zione “8 Marzo” più le Pari Opportunità del Comune di Albano si impegnano fin d’ora per chiedere l’approvazione in Consiglio comunale di un ordine del giorno che respinga nella maniera più categorica l’abrogazione della L.R. 15/76 così

come vuole il centrodestra e chiederà inoltre l’audizione alla Commissione regionale Servizi Sociali e Sanità anche nella prospettiva di potenziare i consultori già esistenti. E’ bene ricordare quali servizi erogano i consultori familiari per capire quanto importante sia la protesta delle donne: informazioni e consulenze per la procreazione responsabile; prescrizione di contraccettivi; consulenza psico-sessuale; informazione per la prevenzione dei rischi genetici e per il controllo della gravidanza a rischio; informazioni sulla sterilità della coppia; procedure per l’interruzione volontaria di gravidanza (I.V.G.); supporto medico e psico-sociale (anche per i minorenni); prevenzione dei tumori; monitoraggio della gravidanza e corsi di preparazione alla nascita; ecografie; consulenza psicologica con sostegno psico-terapeutico; psico-diagnostica per l’età evolutiva; procedure per l’espletamento delle pratiche di adozione (nazionali e internazionali); affidamento familiare dei minori; interventi sociali sul territorio per la prevenzione del disagio giovanile, della coppia e della famiglia; prevenzione dei fenomeni di maltrattamento e abuso sessuale a danno dei minori; richiesta dei test HIV. Entriamo ora nello specifico: la proposta di legge regionale n. 21 abroga la legge istitutiva dei consultori familiari nella

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nostra regione e ne snatura ruolo e funzioni. Subito in apertura si afferma che il consultorio deve “vigilare” sulla famiglia e la parola evoca le forze dell’ordine e non ci piace, avremmo preferito “promuovere” o “proteggere” o “tutelare”. Come dovrebbe “vigilare”? Trasformando i consultori in istituzioni ideologizzate con il compito di “promuovere i valori della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio”, superando in tal modo lo scontro e il dibattito scientifico non ancora concluso su tali temi. Prevedendo la presenza nei consultori di “associazioni” e “rappresentanti di associazioni” che si richiamano ai “valori” di cui sopra, naturalmente previo finanziamento “pubblico” ad associazioni “private”. Infatti i consultori oltre che pubblici saranno anche “privati senza scopo di lucro” e “privati a scopo di lucro”. Poi c’è la libertà di scelta della donna che viene notevolmente ridotta perchè se si rivolge al consultorio per un’interruzione di gravidanza, è obbligatoriamente messa in un percorso in cui si tenterà dapprima di “dissuaderla” e poi si “verbalizzerà” la sua decisione, che sarà obbligata a comunicare alla struttura. Veniamo ora ai consultori di Albano Laziale e dei Castelli Romani che risentono delle stesse problematiche che ci sono in tutta Italia e quindi sedi inadeguate, prive di parcheggio, difficoltà a raggiungerle, sottorganico strutturale e dunque molteplicità di ruoli e carichi di lavoro pesanti per chi si trova in servizio e di conseguenza impossibilità di dare prestazioni sanitarie e servizi soddisfacenti. Solo il 20% della popolazione si serve dei consultori di Albano Laziale, ciò significa che su 100 persone, 80 si rivolgono a strutture a pagamento e solo 20 a un servizio che dovrebbe essere gratuita Siccome pensiamo che l’attacco ai consultori è un problema innanzitutto culturale allora è necessario che donne e uomini, cittadine e cittadini, allarghino l’orizzonte e inseriscano questo attacco ai consultori all’interno di un attacco più generale ai diritti delle donne, lottando per l’adeguamento delle leggi italiane alle normative dei più avanzati Paesi europei, come Germania, Francia, Spagna, e soprattutto Svezia.


il Segno - Dicembre 2010

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 ottobre 2010 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.054 (maschi 7.980; femmine 8.074). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.116.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

La sistemazione dell’area di Borgo Valle Vergine deve essere prioritaria

Raccolta rifiuti, Ariccia e Rocca di Papa: modi diversi di gestire gli “ecocentri”

di Sergio Rasetti La raccolta differenziata partita da quattro mesi richiede, a guardare i risultati, una messa a punto urgente. Occorre ritornare alla comunicazione diretta con i cittadini, molti dei quali non hanno “sposato ancora la causa” e rischiano di far fallire il progetto per un paese all’altezza dei tempi. Molti dimostrano di non cogliere il vero messaggio che arriva da Napoli o Palermo, ma anche da Roma dove il problema “monnezza” rischia di diventare, anche lì, non più risolvibile. Che la raccolta differenziata sia l’unico sistema per ridurre la massa di rifiuti da “sistemare” nelle immense discariche che sono praticamente al culmine della capienza, viene affermato e riconosciuto da tutti. Urgente è allora far capire che non esiste altra possibile opzione. E’ il lavoro principale che i pubblici amministratori devono compiere con ogni mezzo possibile. Questo non ci deve condannare a vivere perennemente al cospetto di migliaia di

recipienti multicolori sparsi ovunque e, troppo spesso, colmi tanto da non poter essere chiusi. Ora dobbiamo realizzare appositi spazi dove collocare i contenitori in modo funzionale, per il ritiro dei rifiuti, ma riservati. Nello stesso tempo dovrebbe essere messo a punto un sistema di raccolta che eviti di protrarsi nelle ore inoltrate della giornata, soprattutto nel centro storico e sulle strade principali. Lo spettacolo di sacchetti e cartoni Così si presenta l’ecocentro di Rocca di Papa raccolti in tarda mattinata, mena pochi metri da Via delle Barozze tre i mezzi del servizio si rincorrono numerosi sulle poche strade centrali del paese, non predispone alla serenità di nessuno e lascia immaginare un servizio poco efficiente. A proposito di buon funzionamento, la sistemazione immediata dell’eco-centro sito in Via Borgo Valle Vergine, traversa di Via delle Barozze, riteniamo che sia indispensabile. Il sito appare non bene organizzato, qualche neofita che si è recato sul posto recentemente lo ha descritto come un luogo affatto orEcco invece l’area dell’ecocentro dinato, una bolgia dove si nel vicino Comune di Ariccia aggirano mezzi e operatori attorno a contenitori fatiscenti, in sere poco tranquilli a dover zione. Certo è che un buon serspazi ristretti e con l’aria di es- lavorare in quella situa- vizio dipende essenzialmente da una buona organizzazione dell’ambiente di lavoro che influisce sullo stato d’animo degli operatori. Prendere ad esempio l’organizzazione S.R.L. dell’ecocentro di Ariccia non sarebbe sbagliato. Il nostro Via Roma 39/B - Rocca di Papa (Rm) plauso all’Amministrazione Comunale, che ha saputo mettere al centro della sua opera Pandoro+torrone+bottiglia € 5,99 l’impegno in questo fondamentale settore per la vita Confezione 2 bottiglie di vino € 2,99 della comunità, resta comunque intatto. Ora bisogna metTorrone Sperlari bianco gr 250 € 1,99 tere mano ai “dettagli”, con la Insalata di mare 1 kg € 5,99 consapevolezza che occorre far presto prima che le “catPasta fresca tort’uovo gr 500 € 0,99 tive abitudini” si consolidino come regole definitive, tanto da far mancare il risultato neidee regalo a partire da € 1,99! cessario.

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ROCCA DI PAPA

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il Segno - Dicembre 2010

Contro il caos bisogna Convegno creare aree di scambio sulcastagno Disagi a non finire per il traffico in via Palazzolo Il prossimo 18 dicembre

Per via Palazzolo (tratto de “i Ribelli”) un provvedimento che può salvarci, per ora, dalla necessità di istituire la circolazione a senso unico. La strada, percorsa a tutte le ore da numerose auto e furgoni, molti quelli della nettezza urbana, non consente il passaggio contemporaneo nei due sensi di marcia a causa delle auto in sosta. Del resto, l’unica possibilità di sostare per i residenti risiede proprio in quel tratto in cui, di frequente, i veicoli provenienti da entrambe le direzioni si trovano uno di fronte all’altro e devono affrontare com- Viabilità in tilt ai “Ribelli” plicate retromarce che possono coinvolgere anche più veicoli. nistratori che hanno assicurato una rapida Una soluzione provvisoria, in attesa di rea- soluzione, ma come tutte le decisioni che rilizzare posti sosta fuori della carreggiata, chiedono una vera assunzione di responsache come tutti possono costatare sarebbe bilità, si trova sempre il modo di rimandarle cosa possibile, è istituire un paio di aree di a tempi migliori. scambio tra i veicoli che salgono e scen- Ma tempi migliori per chi? Non certamente dono. Si sacrificano in questo modo 5 o 6 per i residenti e per gli automobilisti che paposti sosta ma si ottiene una percorribilità gano ogni giorno il disagio continuamente stradale più tranquilla e sicura. in crescita. Che fare di una classe dirigente Se ne parla a vuoto da anni. Cartelli di di- incapace di decidere cose veramente fatte vieto di sosta che è impossibile rispettare bene? sono lì a testimoniarlo. Numerosi gli ammiil-sognatore.blogspot.com

Presa di posizione del Comitato dei Campi d’Annibale

“Il Comune ci deve rispondere” Il Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale riunitosi il 3 dicembre scorso ha dibattuto, tra l’altro, sulle numerose richeste di spiegazioni avanzate tramite lettera all’amministrazione comunale e per le quali non ha mai ricevuto alcuna risposta, nè scritta,

nè verbale. L’assemblea all’unanimità ha quindi deciso, d’ora in avanti, qualora continuasse tale comportamento da parte del Comune, di passare le richieste rimaste inevase e senza risposta, al nostro mensile che, fin d’ora, si dice disponibile a riportarle. Il Pres. Silvestrini

FDM

Sarà il castagno il protagonista di un convegno che si terrà il prossimo 18 dicembre a Rocca di Papa presso l’auditorium del Centro Trinitario del Tufo. Un incontro a cui parteciperanno diversi esponenti del mondo scientifico che affronteranno le molte problematiche che hanno riguardato il patrimonio boschivo, la sua conservazione e il suo sviluppo, a cominciare dagli effetti prodotti dal famoso cinipide, l’insetto che ha infettato i castagni di tutt’Italia. Si parlerà poi di biomasse da castagno, un modo sostenibile di produrre energia. A organizzare questo interessante incontro è Claudio Botti, presidente dell’Associazione Amici del Castagno di Rocca di Papa, che da sempre ha dedicato tempo e idee per proteggere e sviluppare la castanicoltura da frutto anche nel nostro paese. “Dopo trent’anni di battaglie e di progetti mandati in fumo dai soliti politici incapaci, credo che sia arrivato il momento di riprogettare il futuro dei nostri boschi, un patrimonio inestimabile che va protetto e su cui bisogna indirizzare progetti idonei in grado di coinvolgere anche i cittadini. Se non lo facciamo ora non lo faremo mai più”. Per questo il 18 dicembre ci sarà anche il Sindaco di Rocca di Papa, Boccia, e il suo collega di Canepina (Viterbo), Maurizio Palozzi, che porterà l’esperienza del suo Comune che a causa dell’insetto-killer ha visto fortemente ridimensionate dal punto di vista finanziario e ambientale le risorse di una realtà economica tra le più rilevanti del viterbese. A confrontarsi sul tema anche il dott. Giorgio Grassi dell’Istituto sperimentale per la frutticoltura, il prof. Lorenzo Fazzi dell’Ass.ne nazionale Città del castagno, e la dott.ssa Carla Nati, ricercatrice del CNR. L’appuntamento è alle ore 17.30. Andrea Rasetti

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9 ROCCA DI PAPA Il punto di vista dei medici rispetto ad un’unica struttura degli ambulatori di base il Segno - Dicembre 2010

L’obiettivo è quello di dare vita alla Casa della Salute in viale Enrico Ferri Infatti per il medico che voglia aprire un suo studio, è previsto un corso di segreteria ed informatica della durata di diverse settimane, che porterebbe via lavoro e tempo al professioL’ex edificio comunale di Viale Enrico Ferri nista. Inoltre sarebbe controproducente, in Papa, ma il paziente non doquanto, con uno o due medici, lo vrebbe più spostarsi a Frascati studio resterebbe aperto soltanto per l’ecografia, a Marino per le tre ore circa, contro l’orario con- analisi o a Roma e quant’altro… tinuato che permette al paziente Avrebbe comodamente tutto a di recarsi in ambulatorio a qual- sua disposizione! siasi ora come accade a Piazza Questo “sogno” medico vedella Repubblica. Pertanto l’ob- drebbe la sua realizzazione nella biettivo dei medici del nostro grande struttura del vecchio Coambulatorio, che tra l’altro ap- mune, in viale Enrico Ferri, lì partengono all’unico gruppo ri- potrebbe nascere la “Casa della conosciuto dalla Regione Lazio, Salute” prevista dal piano Naè quello di non spezzettarsi qua e zionale. Questo importante prolà, ma di unirsi sempre più per getto vedrebbe la collaborazione creare un centro polivalente che del Comune e della Asl, il Copermetta ai pazienti di “risol- mune si occuperebbe prevalenvere” ogni tipo di richiesta, at- temente della parte sociale, e la tuando così un efficiente Asl fornirebbe medici specialiimpianto di Primo Soccorso in sti, infermieri, medici di base, modo che i piccoli ospedali pos- una farmacia, un laboratorio di sano essere supportati da questo analisi e finalmente avremmo il CUP (Centro Unico di Prenotatipo di servizio. A quel punto, sì, ci sarebbe un zione) ed un Consultorio. Insolo studio in tutta Rocca di somma una serie di servizi degni

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di Marzia Mancini I disagi provocati dalla presenza di una sola palazzina in cui confluiscono vari studi medici a Piazza della Repubblica, sono diversi e non indifferenti, soprattutto per anziani, “malati” e disabili che non vivono nelle immediate vicinanze della piazza principale di Rocca di Papa e per i quali raggiungere il medico diventa un’impresa. Tenendo presente queste gravi problematiche ho cercato, d’altra parte, di sentire anche le ragioni ed i pareri dei medici, e vi mostrerò che le loro intenzioni non sono lontane dai desideri dei loro pazienti, al contrario si mobilitano a loro favore trovando però degli impedimenti alle volte insuperabili. Più che una “moda”, il bisogno dei medici di unirsi in una sola struttura è quasi una necessità. Un solo medico infatti, o anche più di uno, non può sostenere le spese di un ambulatorio e sopperire a tutte le esigenze che questo richiede. Oltre agli elevati costi, le leggi sulla sicurezza del lavoro, sempre più rigide, non collimano con l’abitabilità dei locali roccheggiani che erano stati presi in considerazione da alcuni medici, e considerati troppo piccoli e non conformi alle norme di sicurezza. Oltre alla mancanza di strutture adeguate, si uniscono problematiche di ordine pratico.

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Opere pubbliche, viabilità e PRG... la“nuova” politicaricominciada qui I temi su cui vecchi e nuovi politici locali dovrebbero cominciare a ragionare

di Sergio Rasetti La superficie stagnante della politica locale si è cominciata a muovere. Il tempo è galantuomo, scorre inesorabilmente e la primavera 2011 non è poi così lontana. Molti indicano la necessità di vere novità: uomini, idee, progetti. Vedremo se non si concluderà tutto come al solito, tante chiacchiere poi di novità nemmeno l’odore. In tanti a votare gli stessi senza sapere nemmeno che cosa si impegnano a fare per il paese. Gli amministratori uscenti sono ridiscesi in campo con iniziative importanti, sicuri di aver fatto bene, mentre il loro partito, dopo lunghi mesi di assenza totale, si mostra con manifesti soltanto per sollecitare iscrizioni. L’elenco delle cose fatte viene illustrato con dovizia di particolari tutti al positivo e tutti si mostrano fiduciosi di poter essere riconfermati con facilità alla guida dell’Amministrazione Comunale. Questo atteggiamento riporta a quanto scritto da Pier Paolo Pasolini su Scritti Corsari, dove, parlando delle opere del governo, allora democristiano, scriveva : “Le opere del governo non sono del governo, sono soltanto opere che il governo non può non fare”. Per come la vediamo noi, le opere pubbliche fatte a Rocca di Papa negli ultimi anni, sono opere che “qualsiasi amministrazione non avrebbe potuto non fare”. Si tratta di valutare ora la qualità delle opere realizzate e su molte di esse l’opinione dei cittadini esprime una seria censura. L’elenco seguente delle cose fatte, costituisce una parte di quanto raccolto dall’opinione pubblica in questi anni che abbiamo fatto nostra, tanto da scriverne frequentemente su questo giornale. Antenne: Gli “errori” commessi negli anni dai gruppi politici e i “poteri sovra-comunali” hanno impedito che si facesse intanto l’unica cosa possibile: far entrare i soldi che pagano i proprietari delle antenne nelle casse del Comune, il quale, con quelle risorse avrebbe potuto pagare un monitoraggio continuo delle potenze e uno studio epidemiologico utile alle successive azioni da intraprendere per risolvere definitivamente il problema. Piazza Giuseppe Di Vittorio: Non poteva essere previsto uno spazio reale per la sosta di autobus di linea e turistici per dare anche ai Campi un servizio pubblico adeguato e al turismo una possibilità? Piazza della Repubblica: Opera valida soltanto sotto stretta sorveglianza dei Vigili Urbani che per ovvie ragioni non è sempre possibile. Parcheggio interrato P.zza Claudio Villa: Opera importante realizzata con alcuni punti deboli che compromettono una utilizzazione ottimale: entrata e uscita molto di-

sagiate, eccessivo numero di pilastri di cemento armato che rendono difficili le manovre, struttura che necessita di personale di sorveglianza per garantire sicurezza a persone e autovetture. Mancato raccordo stradale tra Via Cavour e Via delle Barozze: Prima di “ricollocare la Colonia” e disporre nell’area le nuove costruzioni non si sarebbe dovuto tracciare la nuova strada? Il risultato di quanto invece è stato fatto è che ora la costruzione di una strada è diventata impossibile. Via delle Calcare e dintorni: Un’arteria per il grande traffico che inizia con una rotatoria pericolosa, prosegue con una curva di 180° proprio sulla quale sboccano due strade secondarie a servizio delle nuove costruzioni e continua in una sorta di slalom tra le poche case precedentemente fatte. Se consideriamo i numerosi tombini sparsi alla rinfusa sulla carreggiata, ci troviamo di fronte a un pericolo e un disagio irreparabili. Piano regolatore: Approvato con anni di ritardo rispetto agli impegni presi con gli elettori; il risultato è che alla scadenza del 3° mandato non è ancora definitivo. Disattende notevolmente quanto indicato nei lavori da Agenda 21 e dai ricercatori dell’Università. Un’opzione zero letteralmente azzerata dalle licenze per migliaia di metri cubi rilasciate in pochi anni con piani di edificazione e approvati anche in assenza delle infrastrutture principali. Fischiato sonoramente dagli stessi che sono andati ad abitare in quelle nuove costruzioni che hanno già fatto saltare abbondantemente l’opzione zero. Comprensorio Giardino degli Ulivi: Quello che si era immaginato come un completamento della zona residenziale dotandola, in convenzione con i costruttori, dei relativi servizi pubblici, completamente trasformato rispetto alle ipotesi iniziali. Sembra divenire un sito super cementificato dove i servizi previsti rischiano di non essere nemmeno sufficienti per i nuovi residenti. Edilizia spontanea: L’incapacità della pubblica amministrazione locale, in quanto a progetti credibili e controllo del territorio, ha spinto e spinge i cittadini a risolvere i problemi con “il far da sé” e le costruzioni che nascono in ogni dove creano situazioni irreversibili, dannose e costose, che tutta la comunità dovrà accollarsi. Riattivazione della funicolare: Un’opera

Via delle Calcare

che fa sognare giovani e anziani. Chi governa ha il dovere di essere realista e su questo progetto del realismo ne ha tenuto poco conto. Chi scommette che “l’unica cosa utile” che resterà dell’impresa sarà quella bella strada da costruire tra Via Frascati e la Stazione a Valle, rischia di vincere la scommessa al 99%. Speriamo che si faccia ancora una seria pausa di riflessione prima di correre il rischio di dover richiudere l’impianto dopo soltanto sei mesi dalla sua inaugurazione. Strade del centro storico: Troppo spesso bisogna rimettere mano a lavori fatti di recente. Qualche problema ci deve essere. Qualcuno vuole capire finalmente che i lavori pubblici non si dovrebbero più affidare soltanto perché quell’impresa ha fatto un’offerta con il più alto ribasso? Parcheggio del “Carpino”: Con il solo finanziamento pubblico si poteva fare un parcheggio adeguato ai bisogni della popolazione, alle necessità per il turismo, essere proprietari da subito e non soltanto tra 20 anni, quando, tutto proveniente dalle tasche dei roccheggiani, gli investitori avranno recuperato quanto investito con gli interessi. Questo elenco, naturalmente incompleto, nulla toglie ad altre cose fatte bene. Lo sforzo profuso dagli amministratori in settori significativi come quello della scuola, della cultura, del turismo, dell’attenzione al disagio e ai meno fortunati è stato significativo. Ma un rinnovo della fiducia non può che passare attraverso una riflessione comune e pubblica sugli aspetti irreversibili presenti nell’elenco che abbiamo fatto e per questo invitiamo i nostri concittadini elettori a “costringere i candidati che si presenteranno alle prossime elezioni comunali ad esprimere pubblicamente la loro opinione sulle cose fatte e quelle da fare, in modo che gli -errori - commessi, in futuro potranno essere in qualche modo evitati”.


Antenne sì... antenne no... Auguri antenne forse. La storia infinita dall’Avis

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Dopo l’ultimo Consiglio Comunale si torna al punto di partenza

di Daniela Di Rosa Ci risiamo, tra pochi mesi torniamo a votare per le comunali, dobbiamo scegliere se confermare Boccia e la sua giunta o cambiare. E, come sempre, come i fiori a primavera, sboccia l’opposizione che per cinque anni se non in letargo è rimasta a sonnecchiare, senza opporre troppa resistenza all’attuale Sindaco. Tutto filava tranquillo… ma ecco che l’appuntamento elettorale si avvicina e un nuovo vigore politico abita i cuori del centrodestra roccheggiano, si cercano alleanze, si aprono sezioni, si fanno banchetti per i più svariati motivi e si cerca lo slogan più efficace, e qual’è? Le antenne, le onnipresenti e insolubili antenne! Il giorno 11 dicembre si è tenuto un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza... aperto!? Inizio ore 10 e, dopo un interminabile balletto di politici, toccava appunto alla cittadinanza, ma erano quasi le due e l’aula era ormai semideserta. Dopo la mia ritrosìa ad andarci mi sono lasciata convincere, il motivo? Sembrava la volta buona per un accordo che superasse le posizioni politiche divergenti, gli errori passati, le colpe di uno o le assenze dell’altro, tutti insieme a votare un documento risolutivo per il bene della collettività... ma quando mai!? Arrivo, la sala è piena, contenta mi siedo e penso: meno male, per una volta mettiamo fuori i partiti e combattiamo compatti per la nostra salute. All’improvviso un signore alza un cartello con su scritto: “dopo quaran-

t’anni di centrosinistra ecc. ecc.”. Penso: e no, ci risiamo, speriamo che nessuno accetti la provocazione. Nessuno accetta e si prosegue, ma ecco il turno di un altro cartello, e che c’è scritto? “Dopo trent’anni di centrosinistra ecc. ecc.”. Cominciano i primi mugugni ma per il bene comune si prosegue, prende la parola Enrico Fondi, ex Sindaco di Rocca di Papa (oggi all’opposizione) e per carità, dice cose giuste ma dove era lui in questi ultimi e famosi trent’anni? È il turno di Luigi De Santis e anche lui pur dicendo cose giuste inizia con il tormentone del centrosinistra, dei trent’anni... il culmine arriva quando anche l’ultimo Consigliere di opposizione, Roberto Trinca, prende la parola e ripete, “in trent’anni di centrosinistra...”. Caro Roberto lascia stare il centrosinistra e chiediti perché in trent’anni il paese non ha mai votato a destra! Ti ripeto ciò che ho gridato in Consiglio: “sei, siete in campagna elettorale e l’impressione che date è che delle antenne non ve ne freghi niente ma le usiate come cartina di tornasole...”. Ma davvero pensi che il problema delle antenne sia del centrosinistra? Che se vincesse il centrodestra le abbatterebbe? Parliamoci chiaro, le prime antenne a Monte Cavo le ha messe Berlusconi (il vostro leader) va-

Il Presidente Silvestrini in prima linea contro le antenne

glielo a dire a lui di toglierle! Dovresti passare sul suo cadavere! Il padrone dell’Italia è lui, quello che secondo voi poteva fare Marrazzo, lo poteva fare anche Storace e lo potrebbe fare oggi la Polverini, ma non si farà… perché le antenne per Berlusconi sono come il pane per noi. Le antenne si toglieranno quando non serviranno più a dispetto della nostra salute, l’unica cosa da fare è, almeno su questa problematica, stare uniti e trovare una soluzione per contenere i danni! Ad Alvaro Fondi, segretario de La Destra, voglio dire che “è vero!”, la Polverini ha tolto i soldi per la demolizione (l’ha confermato anche l’attuale Ass.re regionale Mattei) con la scusa che erano pochi, ma a noi sarebbero bastati magari per pagare degli studi per verificare la pericolosità delle onde perché finchè sarà lo Stato a farli la verità la sapremo troppo tardi!

Il direttivo della Sezione Comunale Avis Rocca di Papa augura un caloroso Buon Natale e un Felice Anno Nuovo a tutti i Donatori , alle loro famiglie e a tutta la cittadinanza. Con l’occasione vogliamo ringraziare tutti, ancora una volta, per i risultati positivi che abbiamo ottenuto anche quest’anno grazie alla vostra disponibilità. Siamo felici, infatti, di poter annunciare che nel 2010 abbiamo riscontrato ottimi risultati raggiungendo il nostro obiettivo di 600 sacche di plasma. Nella speranza di poter continuare a godere negli anni futuri della Vostra fiducia e del Vostro impegno, il direttivo Vi rinnova l’augurio di trascorrere il periodo natalizio nell’armonia familiare e nella serena coscienza di aver fatto il possibile per aiutare chi soffre. In occasione delle prossime festività invitiamo tutti a partecipare alla donazione straordinaria che si terrà il Mercoledì 22 Dicembre presso il nostro centro. Il Direttivo Avis Comunale di Rocca di Papa

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il Segno - Dicembre 2010

di Andrea Sebastianelli Dopo quasi due anni emerge la verità sullo stop al trasferimento dei tralicci radio-televisivi di Monte Cavo vetta, quando ormai tutto pareva essere pronto. Era il 18 settembre del 2008 quando il Consiglio Regionale approvò la delibera n. 51 che stabiliva la delocalizzazione dei ripetitori tv di Rocca di Papa. Più volte dalle pagine di questo mensile avevamo segnalato una serie di stranezze e di ritardi decisionali da parte della Regione Lazio dell’allora Governatore Piero Marrazzo dopo l’approvazione del suddetto Piano di delocalizzazione. Un ritardo inspiegabile che sul numero di ottobre del 2009 (cioè un anno dopo l’approvazione del Piano) ci portò a elencare, giorno dopo giorno, quelle che all’epoca chiamammo “le dimenticanze di Marrazzo”. Oggi possiamo dire che quelle “dimenticanze” erano in realtà un vero e proprio “accordo politico-istituzionale” fra l’ente regionale da lui rappresentato e l’allora vice-ministro Paolo Romani in qualità di Sottosegretario per le Comunicazioni del Governo Berlusconi. Un accordo bipartisan che doveva guidare senza traumi e polemiche il passaggio al digitale terrestre. Spostare le antenne da Monte Cavo a Colle Sterparo (Capranica Prenestina) e Monte Gennaro (Palombara Sabina) avrebbe significato ostacolare il mega-progetto di Silvio Berlusconi di trasformare tutto il sistema analogico della Regione Lazio, e del resto d’Italia, in digitale. Ovviamente ad essere messo in crisi sarebbero state soprattutto le casse delle società di radio e telediffusione, a cominciare proprio dal gruppo Mediaset, che avrebbero dovuto provvedere per tempo ad attrezzare le nuove aree previste dal Piano approvato dalla

A P P R O F O N D I M E N T O

Romani: “Quella Delibera non si deve applicare” Marrazzo: “Obbedisco”

Così la delibera della Regione Lazio del 18 settembre 2008 (che prevedeva il trasferimento dei tralicci da Monte Cavo) è rimasta inapplicata per un “accordo istituzionale” fra l’attuale Ministro Paolo Romani e l’allora Governatore del Lazio, Piero Marrazzo

Regione Lazio. Tutto ciò è avvenuto alle spalle dei cittadini di Rocca di Papa e della sua amministrazione comunale che fino a quel momento era riuscita ad ottenere ciò che nessun’altra aministrazione in precedenza aveva ottenuto, il riconoscimento che l’area di Monte Cavo vetta dovesse essere sgombrata in base a un Piano approvato dal Consiglio Regionale. Ma veniamo all’accordo istituzionale tra Romani (oggi diventato Ministro dello Sviluppo Economico) e Piero Marrazzo in qualità di Presidente del Lazio. Il 18 gennaio 2009 il governo Berlusconi predispone la mappa per la conversione in digitale delle regioni in base alla quale il Lazio entro il 31 dicembre 2009 deve passare al digitale. Nel frattempo Marrazzo è pressato dal Comune di Rocca di Papa che attraverso il Sindaco Boccia e il Consigliere regionale Ponzo chiede un’accelerazione alla definitiva esecuzione del Piano di delocalizzazione. Marrazzo prende tempo dovendosi occupare nel frattempo di altre sollecitazioni, quelle provenienti dai cosiddetti antennari. Infatti il 20 febbraio 2009 la Regione stipula un accordo con l’Uni-

Piero Marrazzo

versità La Sapienza per avviare progetti comuni sul passaggio alla televisione digitale terrestre. Ed è in questo breve arco di tempo, cioè dal 18 gennaio 2009 al 3 marzo 2009, che avviene quello che possiamo definire l’ultimo schiaffo ai cittadini di Rocca di Papa. Il Sottosegretario Romani, preoccupatissimo per l’avvicinarsi della scadenza prevista per il passaggio al digitale nel Lazio, scrive direttamente a Marrazzo. Una lettera rimasta segreta fino ad oggi. E’ il 3 marzo 2009. Scrive Romani: “Caro Piero [...] si pone con urgenza il problema della localizzazione degli impianti nel territorio della Regione, e in particolare per quelli che irradiano i loro segnali verso Roma, situati nelle due postazioni di Monte Cavo e Monte Mario [...] le uniche destinate

Paolo Romani

a servire la città di Roma e ospitando la totalità delle emittenti pubbliche e private, nazionali e locali”. A questo punto Romani, consapevole delle proteste della cittadinanza di Rocca di Papa, cita lui la delibera n. 51 della Regione Lazio che “come ben sai (è Romani che si rivolge a Marrazzo, n.d.d.) prevede la soppressione dei due siti sopra citati e l’individuazione sul territorio di altri due siti [...] idonei ad accogliere gli impianti-frequenza in essi ubicati”. E arriviamo così alle richieste esplicite da parte del vice-Ministro berlusconiano (in passato dipendente Mediaset) verso il Governatore del Lazio. Scrive Romani: “La messa in opera degli impianti-frequenza sui nuovi siti avrebbe l’effetto immediato di costringere la stragrande maggioranza dei


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Casamonicary o t s Gli eredi della Magliana

Chi sono i Casamonica? Come hanno conquistato la Capitale? Quando iniziarono la loro scalata all’egemonia criminale della regione? Il clan, che oggi conta oltre 600 adepti, sembra ormai avere ramificazioni che ricordano quelle della famosa Banda della Magliana, di cui sono gli unici e veri eredi. In IV e V pagina

In VI pagina

Nasce la Rete per la legalità contro l’usura e il racket

Roma e Lazio “riciclone” di... denaro sporco delle mafie

Carceri che News da Organizzare scoppiano Mafiopoli il coraggio

In VII pagina

Grottaferrata L’ex ristorante diventa un bene comune

In VI pagina

Il libro del mese

Quella di Pino Masciari e della sua famiglia è una storia che non può essere dimenticata. Pino è un imprenditore calabrese che non cede al ricatto e ai soprusi della ‘Ndrangheta ma con tenacia e coraggio riesce a scardinare un sistema criminoso ritenuto prima di lui invincibile.

il Segno

il Segno

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 12 - Dicembre 2010 de “il Segno”

In III pagina

In ultima pagina

In VII pagina

Ritratti d’autore

Falcone, l’uomo che volava molto in alto

In II e III pagina


Un uomo che volava più in alto degli altri

Ritratti d’autore, GIOVANNI FALCONE

di Ettore Zanca In questa terra che confonde la notte e il giorno, la partenza con il ritorno, l’innocente col criminale, il diritto col carnevale (da Francesco De Gregori – “adelante adelante”).

Non si pensi mai che questo mondo è grato ai geni in vita. I geni sono spesso apprezzati, spessissimo invidiati, ma più di tutto, odiati. Per rimarcare una spiccata intelligenza, si accomuna una persona a un’aquila, che si distingue per intuito, sveltezza e colpo d’occhio. Forse già il nome è profetico per il genio di cui parliamo. Falcone. Un animale più addomesticabile dell’aquila, ma dotato di una sua autonomia e di una dignità.

I FALCONI SONO ANIMALI SOLITARI MA EFFICACI

I Falconi, come le aquile, sono animali solitari, ma se usati per la caccia dall’uomo sono tremendamente efficaci. Volano troppo alto. Facendo rodere d’invidia i vermi. Giovanni Falcone era un genio. Non solo nel senso più ossequioso, meriterebbe di stare alla stregua di Galileo e forse più di lui e di altri geni, passare alla storia. Prima che in Italia lo hanno capito in America, dove è talmente stimato che a Quantico, all’accademia dell’FBI, hanno costruito una statua con le sue sembianze, posta in modo che gli allievi la vedano almeno due volte al giorno. IL MARADONA DEL DIRITTO Come definire se non genio, un uomo capace di elaborare un teorema a prova di confutazione? Solo così si può definire la rivoluzione copernicana del maxiprocesso, culminata con la convalidazione del suo as-

il Segno

sioma, il 30 gennaio 1992. Un giorno ai più ignoto, quello in cui la Cassazione decise in via definitiva che la mafia era una organizzazione criminale capillare e che i reati andavano intesi come una lunga scia continua e cumulata. Non come singoli frammenti che si perdevano nei rivoli delle corti e dei tribunali.

LA CONVALIDA DEL COSIDDETTO TEOREMA FALCONE

Un giorno in cui il “teorema Falcone” fu convalidato dalla prontezza di Claudio Martelli, che sancì con perentorietà che “quel processo” non doveva finire con un Carnevale. Inteso come festa per i mafiosi e come giudice ammazzasentenze. In mezzo, per arrivare alla perfezione di quella sentenza ci sono anni di intuizioni geniali, fu il primo a intuire l’importanza di scardinare la mafia tramite i pentiti, il primo a indirizzare le indagini al cuore dell’interesse mafioso,

“Se si vuole vivere nella mediocrità non bisogna essere Falcone, genio, intuitivo e capace di volare in alto. I vermi strisciano, trascinati dalla bava dell’odio e dell’invidia. Sento uno strappo di tuono, in questo sabato sera, sassi ed asfalto nel cielo, di fuoco rosso e lamiera, non sento male è un istante, ma ora il futuro è chimera” ovvero i movimenti internazionali finanziari, il primo a capire che se non si fermava la piovra, si sarebbe accaparrata l’alta finanza, si sarebbe ripulita e nessuno l’avrebbe più riconosciuta. Il primo a scardinare il legame politica-criminalità, il primo a indagare prima che sugli omicidi di mafia in sé, sugli assegni, le banche e le ragioni che avevano portato a premere il grilletto. Michele Greco, boss di Ciaculli, lo definì “il Maradona del diritto”. Forse ignorando che Maradona regalò trionfi al Napoli, avendo al suo fianco paladini che menavano fendenti e non reggevano solo il suo strascico. Colpivano duro

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Cassarà e Montana, come puntava correttamente il dito sui colpevoli Giuseppe Ayala. Per tacere degli altri.

ANCHE PER FALCONE ERA PRONTO IL ROGO

Prima di quel giorno, come a tutti i geni che in qualunque epoca si trovino hanno a che fare con il medioevo delle idee e con i Torquemada di turno, anche Falcone fu sul punto di bruciare sul rogo molte volte per le sue idee rivoluzionarie. Per mano dei suoi nemici, ma anche dei suoi “amici”. Vittima di lettere ano-

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Giovanni Falcone


Ritratti d’autore, GIOVANNI FALCONE nime di “corvi”, bombe inesplose, servizi segreti deviati, mafia non più artigianale. Vittima di giudici del Consiglio Superiore della Magistratura, che impedirono la sua nomina a Consigliere istruttore del Tribunale di Palermo, privilegiando per la prima volta non il merito ma l’anzianità, nominando un ignoto Antonino Meli. Lo giudicavano arrivista, e se anche fosse? Sarebbe preferibile avere uomini con il delirio di onnipotenza di sconfiggere la criminalità che sorci impegnati a farsi scudo con carteggi inutili e paura della propria ombra. Fu l’allora Ministro della Giustizia, Claudio Martelli, a salvarlo dalle secche del rancore dei cretini. Portandolo a Roma come Direttore agli Affari Penali.

A ROMA APPRESE DELLA SENTENZA DEL MAXI-PROCESSO

A Roma apprese della sentenza definitiva del maxiprocesso. A Roma fu fortemente osteggiato anche da una corrente fintamente progressista di sinistra, all’elezione a Super Procuratore Antimafia. UN VIAGGIO CHE CONTINUA Uomo più di azione che di scena, abituato a lavorare con discrezione e continuità, per nulla divo davanti alle telecamere, ebbe anche il dolore di essere attaccato dal Sindaco che lo aveva sposato, Leoluca Orlando, che lo accusava di tenere alcune carte nei cassetti e di favorire alcuni pentiti; subì anche un attacco da un certo Totò Cuffaro, giovane di belle speranze, non ancora Presidente della Regione Sicilia, levatosi rancoroso da una poltrona del Costanzo Show, vaneggiando di inesistenza della mafia. Sul 23 maggio 1992 non occorre tingere queste pagine di un sangue prezioso, sangue in estinzione, come la razza dei Falconi. Preferiamo pensare che sia andato lì dove voleva recarsi quel giorno alle 17.58, a vedere la mattanza dei tonni a Favignana. Per molti onesti che ancora lo piangono, il viaggio del genio non è finito sulla Palermo–Capaci. Se si vuole vivere nella mediocrità non bisogna essere Falcone, genio, intuitivo e capace di volare in alto. I vermi strisciano, trascinati dalla bava dell’odio e dell’invidia. Sento uno strappo di tuono, in questo sabato sera, sassi ed asfalto nel cielo, di fuoco rosso e lamiera, non sento male è un istante, ma ora il futuro è chimera. E tutto questo per niente, solo per una bandiera… (Stadio – “per la bandiera”).

Una breve biografia “culturale”

L’albero Falcone continua a crescere in tutt’Italia Per una figura storica del genere non c’è biografia che non possa essere ulteriormente arricchita da ricordi personali o da emozioni particolari di chi legge, per il cursus della sua vita e dei veleni ingiusti che la attraversarono, rimando a wikipedia. A Giovanni Falcone è dedicato un albero piantato dove abitava, in Via Notarbartolo a Palermo, pieno di bigliettini e dediche sempre nuove come i fiori freschi sulla tomba di Federico II alla Cattedrale di Palermo, vari libri tra cui uno per bambini, scritto da Luigi Garlando, intitolato “Per questo mi chiamo Giovanni”, una storia commovente e bella scritta da uno scrittore che è penetrato nel cuore e nella mentalità palermitana, pur non essendo siciliano; bellissime canzoni tra cui “Cuore” di Jovanotti, “Pensa” di Fabrizio Moro e “Per la

Si parla sempre più spesso delle carceri sovraffollate e delle condizioni dei detenuti. Anche a Velletri la situazione non è delle migliori. Rispetto a una capienza di 208 posti attualmente ne risultano ben 370. A lanciare l’allarme è stato il Garante dei detenuti del lazio, Angiolo Marroni, A livello regionale, infatti, si segnala un nuovo record in negativo: lo scorso 24 novembre è stata superata anche quota 6.400 per quanto riguarda le presenze nelle 14 strutture di reclusione, arrivando alla cifra record di 6.434. I reclusi in più rispetto alla capienza regolamentare sono 1.760. “La situazione è drammatica - ha affermato Angiolo Marroni- e, con l’inverno e le precarie condizioni igieniche, potrebbe aggravarsi ulteriormente già nelle prossime

settimane”. L’altro dato che fa riflettere è che su 6.434 reclusi, ben 3.081 sono in attesa di giudizio definitivo. I condannati in via definitiva sono invece 3.336. “Il dato peculiare -ha poi spiegato il Garante- che rende la situazione del Laio particolarmente grave è un altro: secondo i calcoli nella regione la popolazione detenuta cresce su base annua a un ritmo quasi doppio rispetto alla media nazionale: 12% nel Lazio contro il 7% del resto d’Italia. Una situazione potrebeb aggravarsi ancora di più”. Lo scandalo di Velletri, infine, riguarda anche il nuovo padiglione da 200 posti che, malgrado i lavori siano finiti da un pezzo ancora non apre i battenti mentre i detenuti scoppiano. Andrea Rasetti

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mandanti ed esecutori, primo perché abbiamo i nomi che ci fornisce una storia raccontata volutamente incompleta, secondo perché preferiamo ricordare la figura senza intossicazioni. Recitando un lenzuolo ormai datato 1992 “non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe”.

SOS CARCERI, NEL LAZIO +12% E A VELLETRI SI SCOPPIA

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bandiera” degli Stadio, ma anche “Signor tenente” di Faletti, dedicata agli uomini in divisa che perdono la vita accanto a chi proteggono. In comune con un altro rivoluzionario del pensiero come Galileo, a Giovanni Falcone è dedicato un aeroporto insieme al suo amico e compagno di martirio, Paolo Borsellino. Un pensiero particolare per chi, insieme a Giovanni, divideva paure, sorrisi, trionfi e amarezze e che metaforicamente erano pronti a morire per lui, ma quando è successo, sono morti per davvero, ci piace pensare, senza un minimo di dubbio. Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo. In questa sede per una volta non parliamo di


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di Andrea Sebastianelli Nella seduta del 13 maggio 2003 della Commissione Parlamentare Antimafia, per la prima volta, la famiglia nomade dei Casamonica (“un insediamento tradizionalmente romano” dice Italo Ormanni, Procuratore aggiunto responsabile del coordinamento della DDA) viene accostata alla criminalità organizzata già presente a Roma e in diverse zone della provincia. La Commissione si sofferma poi sui ritardi della magistratura circa il sequestro di conti correnti, citando il “caso di una segnalazione sospetta che ha riguardato una vicenda dei Casamonica in cui è stato segnalato quando il conto è stato chiuso con 4 miliardi di lire e non quando sono stati fatti i versamenti per arrivare a quella cifra”. Così continua l’On. Giannicola Sinisi: “Mi chiedo, con riferimento ad una affermazione che è stata fatta, in che cosa consiste, in che misura è stata descritta la situazione della cosiddetta «zona Morena», perchè credo che non sia accettabile, se effettivamente esiste un controllo del territorio ferreo, che quelle siano le condizioni di regime di un territorio che in questa città non può essere franco, non solo per la decenza della città, ma perchè non corrisponde agli standard di Roma. Vorrei sapere, quindi, cosa si sta facendo per rimuovere tale condizione”. Un mese dopo, un’operazione del Centro Operativo della DIA di Roma (denominata “Gipsy) comincia a far emergere l’exploit dei Casamonica, che dalla zona di Morena (contigua a Ciampino) pian piano esporteranno il loro

R E T E

A N T I M A F I E

Casamonica story Ecco il clan che tiene in pugno la Capitale d’Italia

“modello” criminale diventando perno centrale anche delle organizzazioni criminali più note. Per la prima volta viene redatta una vera e propria mappatura del clan nomade con l’individuazione “di 324 soggetti legati tra loro da vincoli di parentela di diverso grado” e “tra questi è stato isolato un nucleo di 48 soggetti, stabilmente collegati tra loro e gravati da numerosi precedenti penali”. I beni sequestrati ammontano a più di 85 milioni di euro. Un’ulteriore conferma arriva l’anno successivo, il 2004, con l’operazione “Esmeralda (scattata il 30 giugno), anch’essa condotta dalla DIA capitolina, che porta all’arresto “di 35 indagati ed al sequestro dell’ingente patrimonio del “clan Casamonica–Di Silvio”, per un

valore complessivo di altri 70 milioni di Euro”. Di questa storia, nel dettaglio, parleremo più avanti. Nel 2006 i Casamonica, anche per la politica, non sono più una novità e nella “Relazione finale di minoranza” della stessa Commissione Antimafia, si prende coscienza che a Roma “non c’è solo il peso crescente della criminalità straniera (Russa, albanese, ucraina, romena e cinese)” ma anche “formazioni criminali costituite intorno a gruppi come Nicoletti, Fasciani, Terribile e Casamonica rafforzati anche da esponenti di organizzazioni criminali delle regioni meridionali: le loro attività di base, usura ed estorsioni, non solo garantiscono cospicui guadagni, ma consentono il controllo di attività com-

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merciali e imprenditoriali”. Una presa di coscienza arrivata quando il clan dei Casamonica ha ormai raccolto l’eredità della dissolta Banda della Magliana. Roma, litorale laziale, Castelli Romani e viterbese sono le zone in cui i Casamonica ormai spadroneggiano, contrastati dalle forze dell’ordine e da una magistratura coraggiose che negli ultimi anni hanno ostacolato le attività dell’organizzazione nomade criminale che ormai sottoscrive accordi con i Casalesi-Schiavone e con le ‘ndrine presenti da tempo a Roma e nella regione. Accordi per spartirsi le attività illecite che fruttano decine di milioni di euro, ma una cosa deve essere chiara: per fare affari a Roma e dintorni bisogna chiedere al


Ecco il clan che tiene in pugno la Capitale d’Italia

Usura, racket, droga, auto di lusso... ma anche alta finanza

Clan dei Casamonica. Ma la loro storia inizia molto prima. Nel 1997 era chiaro che cosa stesse avvenendo nella Roma criminale, quando l’eredità della Banda della Magliana stava per essere raccolta quasi integralmente da questa famiglia nomade famosa fino a quel momento per i suoi apprezzati pugili, Romolo e Sandro Casamonica in testa, che rendevano onore all’Italia sui ring di mezza Europa. Proprio Romolo venne arrestato il 17 novembre per usura ed estorsione, pretendeva 40 milioni di lire da un garagista romano. Già qualche anno prima un altro nomade, di nome Guerino (nome di uno storico capofamiglia che viene usato frequentemente nel clan), finì in manette per aver organizzato un vasto traffico di cocaina finalizzato al riciclo dei proventi dalle attività di strozzinaggio. Pochi mesi dopo in un blitz al tuscolano i Carabinieri arrestarono Vittorio Casamonica, sequestrando nel suo garage una Ferrari Testarossa, altre cinque Ferrari del valore dai 300 ai 500 milioni di lire ciascuna, una Rolls Roice cabriolet e una Jaguar. Sì perché una delle grandi passioni dei Casamonica sono proprio le auto di lusso. Dal 1997 ad oggi sono state centinaia le automobili sequestrate al clan per un valore che arriva intorno ad alcune decine di milioni di euro. Ma torniamo al 2004, quando si comprende che i Casamonica non sono, come i più pensavano, dei criminali alla vecchia maniera, brutti, sporchi oltrechè ovviamente cattivi. Amano il lusso e conoscono bene le strade per riciclare il denaro attraverso operazioni finanziarie, tra cui il primo scudo fiscale ideato dall’attuale Ministro Tremonti. Era il 30 giugno del 2004 quando la DIA di Roma intercetta tre milioni di euro fatti rientrare in Italia dal Principato di Monaco sotto forma di fondi comuni d’investi-

mento. Risultarono essere parte di un capitale accumulato illecitamente nel corso di alcuni anni. Il resto dei soldi, accertarono le indagini della DIA (coordinate dall’allora Colonnello Vittorio Tomasone), vennero investiti in società della Capitale, soprattutto concessionari di auto di lusso. Nel blitz (a cui presero parte 400 uomini dell’Arma) i Carabinieri arrestano 11 persone di cui con sicurezza ben sette appartenenti al clan (Giuseppe Casamonica, sua moglie Anna Di Silvio, le figlie Dora, Concetta e Mirella, Anacleto Di Silvio, fratello di Anna, e suo figlio Pasquale). Le altre quattro persone risultano essere dei prestanome, intestatari di società create ad arte per riciclare denaro sporco. Si tratta di Francesco Spada, Giuseppe Leggieri, Giuseppe e Massimiliano Nunzi. I Procuratori Italo Ormanni e Lucia Lotti dispongono il sequestro di numerosi beni, immobili e non (tra cui 200 auto di lusso pronte per essere vendute dopo una reimmatricolazione illegale), per un valore di circa 70 milioni di euro. Un’altra cosa che sorprenderà gli inquirenti sarà la scoperta, tra le società poste sotto sequestro, di un’azienda che realizzava guadagni attraverso un sito internet che pubblicizzava il finanziamento della propria squadra di calcio del cuore. Il clan, attraverso un provider toscano, Giuseppe Leggieri, aveva stipulato contratti con quasi tutte le società di calcio dei campionati di serie A, B e C con un meccanismo molto semplice e fruttuoso: i tifosi, cliccando su un link, autorizzavano l'invio da parte delle società di calcio di messaggi sms informativi sulla propria squadra, al costo di un euro, finanziando così anche le attività illecite del gruppo criminale. Della serie: per i Casamonica le strade per far soldi sono infinite. L’anno seguente, nel marzo del 2005, i beni sequestrati al clan vengono definitiva-

R E T E

Casamonica story/1 mente confiscati, a riprova che le indagini condotte dalla DIA di Roma riuscirono a ricostruire perfettamente i movimenti economici e finanziari illeciti del gruppo criminale. Quasi tutti i beni sequestrati erano posti nell’area a Sud della Capitale, sul litorale e nella zona dei Castelli Romani, dove la famiglia andò a stabilirsi cinquant’anni prima. Tra le proprietà sequestrate anche ville faraoniche immerse in parchi con annesse piscine, auto di lusso, gioielli e preziosi. In particolare i beni confiscati e restituiti alla collettività hanno riguardato 22 auto per un valore di 300 mila euro; 23 rapporti bancari anche in Stati esteri con

una consistenza di un milione e mezzo di euro e 23 beni immobili per un valore di 60 milioni di euro. L’altro aspetto che emerge dall’inchiesta è che il clan dei Casamonica si componeva di circa 600 affiliati residenti tra i quartieri romani de la Romanina, il Quadraro e Porta Furba, e nei Comuni di Ciampino e Frascati. Solo due anni prima l’operazione Gipsy aveva individuato 324 membri. In poco tempo la ragnatela criminale dei Casamonica si stava allargando a dismisura creando un vero e proprio clan mafioso, degno di Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta. Andrea Sebastianelli 1/continua

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L’ex ristorante di Grottaferrata torna ad essere bene pubblico

di Ilaria Signoriello Era il 1982 quando Totò Riina, capo dei Corleonesi, ordinò l’uccisione di Pio La Torre, preoccupato per il suo attivismo ed in particolare per la sua proposta di legge riguardante i patrimoni dei mafiosi. Nonostante l’eliminazione fisica di Pio la Torre la sua eredità era ormai patrimonio condiviso, che avrebbe segnato la storia delle lotte contro le mafie, attraverso l’aggressione del patrimonio e delle ricchezze mafiose e, successivamente, con la loro restituzione ai cittadini, grazie alla legge 109/96. La legge 109, fortemente voluta da Libera, l’associazione di Don Luigi Ciotti, e per la quale vennero raccolte più di un milione di firme, prevede l’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie e corona il sogno di chi, come Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l’impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.

La legge 109 è oggi uno degli strumenti principali per combattere e sconfiggere le mafie, colpendole nel cuore economico del loro impero criminale. Sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alle mafie, la situazione nel Lazio è allarmante. Sono 383 i beni confiscati nella sola Provincia di Roma per un totale, a livello regionale, di 482. Si tratta di cifre impressionanti che testimoniano la profonda penetrazione criminale nella nostra Regione e nella Provincia di Roma in particolare. Dei 383 beni confiscati nella provincia di Roma, 287 sono immobili e 96 aziende utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco. Ma come testimonia l’acquisizione dell’ex ristorante La Bazzica da parte del Comune di Grottaferrata, le mafie non sono invincibili. Temono il risveglio delle coscienze, temono gli animi forti di chi non si piega alla violenza o al ricatto e temono noi cittadini, quando non ci abbassiamo al facile guadagno e crediamo nel valore sociale della

La “Bazzica”, il ristorante sequestrato alle mafie diventerà ora un centro dedicato alla disabilità

legalità La restituzione della Bazzica ai cittadini di Grottaferrata, futura casa della solidarietà e polo per la disabilità, come tutti i beni confiscati ai mafiosi, ha un elevato valore simbolico che trascende i confini della cittadina castellana, divenendo il simbolo della vittoria dello Stato sull’illegalità, degli onesti contro i corrotti, della nostra Costituzione contro chi afferma il potere della violenza e del terrore. Come ci ha ricordato il fondatore di Libera, Don Ciotti, ospite della trasmissione di Saviano e

Fazio, “Legalità è speranza. E la speranza si chiama “noi”. La speranza è avere più coraggio. Il coraggio ordinario a cui siamo tutti chiamati: quello di rispondere alla propria coscienza”. Aggiungendo, inoltre, come “Legalità non sono, quindi, solo i magistrati e le forze di polizia, a cui dobbiamo riconoscenza e rispetto. Legalità dobbiamo essere tutti noi. Legalità è responsabilità, anzi corresponsabilità”. La “Bazzica” è solo la punta di un iceberg, ma la sua restituzione ai cittadini è la prova che possiamo farcela.

Nasce la “Rete per la legalità” di Sos Impresa La nuova associazione è stata presentata a Roma il 6 dicembre E' stata presentata lo scorso 6 dicembre a Roma, nella prestigiosa sala Martiri di Nassirya di Palazzo Madama, la Rete per la Legalità. Associazioni e Fondazioni contro il racket e l'usura. La nuova organizzazione, che si presenta la più grande per il numero e la qualità delle adesioni, si propone di offrire, a tutte quelle associazioni, fondazioni, confidi e comitati antiracket e antiusura, un luogo aperto al confronto e alla reciprocità. A presentare pubblicamente la Rete Lino Busà, Presidente di Sos Impresa, una delle associazioni promotrici che ha parlato di giornata storica per tutto il movimento. Numerosi gli interventi che si sono succeduti nella mattinata, da Roberto Battaglia, imprenditore casertano che ha denunciato alcuni esponenti del clan dei casalesi, ad Antonio Anile e Franca Di Candia, imprenditori vittime di usura. Significative anche le testimonianze dei rappresentanti della

associazioni aderenti alla Rete e i legali che da tempo seguono le vittime di usura ed estorsione in tutte le fasi della denuncia e del processo. Tra gli intervenuti anche il Sen Costantino Caraffa, che si è detto orgoglioso di poter ospiatre tale iniziativa in una così alta sede istituzionale. Al termine della giornata, l’Assemblea ha eletto all’unanimità e per acclamazione Lorenzo Diana nel ruolo di Coordinatore Nazionale della Rete per la Legalità. Personalità di grande prestigio e nome noto dell’antimafia civile e sociale, Diana rappresenterà per tutti quel valore aggiunto dell’impegno disinteressato, solidale, ma non per questo non organizzato, che la Rete vuole interpretare. Incarico che è stato accolto con piacere, e anche una certa commozione, dal neo-coordinatore che ha dichiarato: “Sono felice di rappresentare questa nuova voce della lotta alle mafie e alle illegalità. La Rete

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nasce già matura e consapevole del compito che l’aspetta. Per quello che mi riguarda da subito starò a disposizione di tutti e aggiungerò il mio contributo insieme a quello di tutti voi. Solo l’ascolto reciproco farà crescere un muro sempre più resistente contro la criminalità”.


il libro del mese

Il coraggio di lottare, l’onestà di non cedere

Ribellarsi alla ‘Ndrangheta con ostinazione e coraggio, guidati soltanto dai valori della legalità e del senso di giustizia. Questo è riuscito a fare Pino Masciari, un imprenditore giovane calabrese che pian piano vedeva le catene arrotolarsi intorno alle sue aziende e alle sue libertà personali. Oltrechè alla sua dignità e a quella della sua famiglia. La sua storia è anche un’odissea, costretto a fuggire insieme alla moglie Marisa e ai due figli poco più che neonati in un girovagare alla ricerca di quella sicurezza che solo lo Stato poteva riuscire a garantirgli. Pino Masciari racconta ora la sua odissea in un libro, “Organizzare il coraggio” (ed. add, pag. 271, ottobre 2010, € 15,00), perchè la sua esperienza deve essere da esempio per chi invece troppo spesso ha preferito voltare la testa di fronte alle ingiustizie e alle prepotenze, oppure abbassare gli occhi di fronte ai ricatti e alle minacce, oppure stringere la mano di chi impugnava la pistola in un sodalizio eterno e indivisibile. Per Pino e la sua famiglia co-

Pino Masciari mincia un vero e proprio viaggio nel silenzio, abbandonando la sua terra, i suoi ricordi di bambino calabrese, poi di studente innamorato del lavoro del padre, e poi di giovane imprenditore tenace e appassionato come lo è chi fa ciò che sceglie perchè quella è la strada che il destino ha segnato. Tutto questo a un certo punto finisce. La ‘Ndrangheta vuole la sua collaborazione, la politica corrotta vuole i suoi soldi... ma lui vuole soltanto lavorare con onestà. Ed è quest’onestà profonda ad “armare” di coraggio il suo carattere che,

Così le organizzazioni riciclano il denaro in varie parti d’Italia

Il Lazio si conferma un territorio privilegiato dalle mafie per il riciclaggio del denaro sporco. A confermare questo quadro preoccupante è stato il Sole 24 Ore che ha pubblicato a fine novembre i risultati di una ricerca presentata in occasione del Congresso dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia. Lo studio ha riguardato l’intero territorio nazionale scoperchiando le strade dei traffici criminali e soprattutto mettendo in evidenza una vera e propria pianificazione di questi traffici. Sembra quasi che i criminali abbiano seguito la teoria di Polany sui diversi ruoli svolti dal Centro e dalla Periferia. Ogni area deve assolvere a una funzione speci-

di DANIELA DI ROSA

fica, in collegamento con tutte le altre. La teoria di Polany permise agli archeologi di ricostruire gli aspetti economici delle società antiche, mentre oggi sono le mafie a utilizzare tale approccio. Così esistono

zone in cui si estorce denaro attraverso l’usura e il racket, in cui si rapina e si delinque in maniera “pratica”, altre in cui quei soldi vengono lavati per essere reintrodotti nel circuito finanziario nazionale. E non è necessario che queste due differenti aree si trovino vicine. Anzi, lo studio rivela proprio che più sono distanti minore è il rischio che questi traffici vengano scoperti. A fare la parte del leone in questa seconda attività criminale sono le grandi metropoli come Roma, Milano, Torino e Genova in cui si spara poco per strada e quindi resta nei cittadini la sensazione di essere fuori dai territori delle mafie tradizionali. E invece è proprio lì che avviene l’operazione più delicata e importante per le organizzazioni mafiose. E lì che i loro soldi vengono investiti producendo altri soldi. Ma veniamo alla nostra regione.

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Al primo posto c’è ovviamente Roma (17ma in Italia con una media di 13,6 denunce ogni 100 mila abitanti); poi c’è Latina (22ma a livello nazionale con 12,9 denunce); segue Frosinone (25ma in Italia con 12,5 denunce); subito dopo Rieti (28ma in Italia con 11,9 denunce ogni 100 mila abitanti); infine c’è Viterbo (56ma a livello nazionale con 6,9 denunce registrate). Dati che non permettono di dormire sonni tranquilli.

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di ROMA e PROVINCIA

grazie anche al sostegno di alcuni Uomini di Stato con la “U” maiuscola, i Pm Giancarlo Bianchi e Salvatore Curcio, ma soprattutto il Comandante dei Carabinieri di Serra San Bruno, Nazzareno Lopreiato, alla fine decide di condurre la sua battaglia personale fino alla fine accettando l’esito finale. O si vince o si perde. Una via di mezzo con le cosche calabresi non è pensabile. Per fare questo ci vuole coraggio e affinchè questo coraggio diventi roccia è necessario, come rivela il titolo del libro, organizzarlo. Il segreto di Pino Masciari è stato proprio quello di aver saputo “organizzare” il suo coraggio. (A.S.)


NEWS da

MAFIOPOLI

Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Frascati, ha arrestato un giovane di 36 anni dopo una serie di appostamenti tesi a individuare un vero e proprio mercato

2 dicembre, Roma

SEQUESTRATO IL TEATRO GHIONE DI ROMA

La Guardia di Finanza di Catanzaro, supportata dai Carabinieri, ha portato alla luce un vasto traffico di droga gestito dalla ‘Ndrangheta. La cocaina, proveniente dal Brasile e dal Venezuela, riusciva a superare i controlli all’aeroporto

Andrea Rasetti all’interno

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L’omicidio del Boss Rocco Molè

IL LIBRO DI JOHN DICKIE, “COSA NOSTRA”, SARA’ MOTIVO DI APPROFONDIMENTO PER CONOSCERE GLI AVVENIMENTI E GLI UOMINI CHE SI SONO AVVICINATI ALLE VERITA’ PIU’ SCOTTANTI. A PRESENTARE QUESTO LIBRO PUBBLICATO NEL 2006 SARA’ ETTORE ZANCA, COLLABORATORE DEL MENSILE “IL SEGNO”. UN APPUNTAMENTO LETTERARIO DA NON PERDERE.

In IV pagina

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 5 - Maggio 2010 de “il Segno”

n.

Minori a rischio nel Lazio, dalla pedofilia alla prostiuzione

Sos Impresa Alessandro Lettera ai e l’usura Mancuso Castelli Il Presidente di “Sos Impresa”, Lino Busà, ascoltato dalla Commissione Parlamentare Antimafia, ha chiesto una maggiore efficacia della legge contro l’usura, proponendo la costituzione di un Consorzio Nazionale a sostegno delle imprese italiane sequestrate alle mafie.

Abbiamo incontrato il cantautore palermitano Alessandro Mancuso, impegnato con i suoi testi a diffondere il senso della legalità a cominciare dalle giovani generazioni. Ne esce un ritratto incoraggiante del mondo artistico italiano rispetto ai fenommeni illegali diventati tanto diffusi.

L’Associazione “Antonino Caponnetto” della Regione Lazio ha scritto una lettera aperta ai cittadini dei Castelli Romani, chiedendo un impegno concreto di tutti contro le infiltrazioni criminali che stanno diventando una piaga sempre più diffusa in tutta la provincia di Roma.

di Andrea Sebastianelli Pedofilia e sfruttamento dei minori sono due temi scottanti… anche nella nostra regione. Temi importanti che però rimangono troppo spesso ai margini delle discussioni. Ad aprire la riflessione su questi aspetti sono due recenti ricerche dal titolo “Il fenomeno dello sfruttamento dei minori nell’accattonaggio nel Lazio” e “Il minore come vittima del reato: un’indagine sociale nelle realtà del Lazio”, promossi dall’Anci (Ass.ne Nazionale Comuni Italiani) e dall’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio presieduto dal prof. Enzo Ciconte. I dati emersi dalle ricerche mettono a nudo una realtà dai tratti sconcertanti. Nel Lazio la forma di vittimizzazione minorile più evidente è il maltrattamento che quasi sempre avviene in ambito familiare. Sono quasi 500, ogni anno, i minori laziali che subiscono violenze accertate e denunciate da parte di adulti, a cominciare dall’abuso fisico. Il maggior numero di casi si riscontra proprio nella provincia di Roma (soprattutto per la maggiore popolazione residente), mentre l’intensità del fenomeno è maggiore nel sud della nostra regione, in particolare nella provincia di Latina. Ciò che differenzia il Lazio dalle altre regioni italiane, anche qui a dirlo sono i dati emersi, è una maggiore propensione verso gli abusi di tipo sessuale, l’accattonaggio e la delinquenza minorile.

Continua in IV

NINNI CASSARA’

Ettore Zanca presenta un altro dei suoi “Ritratti d’autore”. Questa volta dedica il suo articolo alla figura di Ninni Cassarà, che con le sue indagini sulla Mafia cominciò a scoperchiare gli intrecci con alcuni apparati della politica e delle istituzioni. ETTORE ZANCA in II e III pagina

Continua in VII pagina

il Segno

I furbetti della

‘Maglianella’,

il ritorno?

Le dichiarazioni di “Nino l’accattone” riaccendono i riflettori sulla Banda della Magliana. Ma oggi la Banda esiste ancora o si tratta di altro?

135 MILIARDI DI EURO PER LA MAFIA SPA

IL XII RAPPORTO DI “SOS IMPRESA” HA SCOPERCHIATO GLI INTERESSI DIFFUSI DELLE MAFIE IN ITALIA, CHE REALIZZANO OGNI ANNO AFFARI PER 135 MILIARDI DI EURO, LA PIU’ GRANDE AZIENDA DEL PAESE. DROGA, RACKET, ESTORSIONI, INVESTIMENTI FINANZIARI E CONTROLLO DEGLI APPALTI PUBBLICI. ECCO I SETTORI IN CUI LE MAFIE SONO PADRONE. E NEL LAZIO NON C’E’ DA STARE ALLEGRI.

PARTE DA VILLAROSA IL NOSTRO TRENO SEGUENDO LA SCIA DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA CHE PERCORRE IN LUNGO E IN LARGO L’INTERA PENISOLA ITALIANA, DANDOCI L’IDEA CHE “L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SULLE ILLEGALITA’ DIFFUSE”. UN VIAGGIO INASPETTATO CHE COINVOLGE TUTTI. NESSUNO PUO’ RITENERSI ESCLUSO.

Andrea Rasetti in IV e V pagina

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Il Treno del Risveglio, un viaggio criminale

supplemento al n. 6 - Giugno 2010 de “il Segno”

n.

ABOLIRE le intercettazioni per SALVARE la criminalità organizzata NO ALLA LEGGE CHE VORREBBE IMBAVAGLIARE I GIORNALISTI

di Andrea Sebastianelli Quello che si sta per approvare è un decreto legge a tutto vantaggio della criminalità organizzata. Le recenti parole di Alberto Cisterna, Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia di Reggio Calabria (cioè in una delle zone più difficili e pericolose d’Italia), sono pesanti come un macigno: “Il testo sulle intercettazioni approvato al Senato intacca l’efficienza delle indagini” poiché non si può “ignorare che la nozione di criminalità organizzata il disegno di legge l’ha semplicemente cancellata”. Risultato: diventeremo un Paese a basso tasso di criminalità poiché la criminalità organizzata verrà semplicemente abolita... per legge. I criminali diventeranno di colpo trasparenti pur continuando a delinquere. Quello che troverete al centro di questo periodico è il disegno di legge così come è stato approvato dal Senato della Repubblica. Leggendolo vi renderete conto che l’intento palese non è quello di regolamentare le intercettazioni telefoniche e ambientali ma semplicemente quello di vietare. La parola “vietato” campeggia su molti articoli. Vietare, vietare, semplicemente e solo vietare così da rendere praticamente impossibile garantire il diritto dei cittadini ad essere informati e il do-

vere di noi giornalisti ad informare. Alla base di questo disegno vi è un’incredibile falsità, secondo cui in Italia sarebbero milioni (addirittura 7) i cittadini messi sotto controllo telefonico e informatico. Una falsità che, ripetuta mille volte, ha finito per diventare verità agli occhi di molti. Ecco che cosa ha scritto un altro magistrato antimafia, Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, a proposito del tentativo di abolire le intercettazioni: “Si sta eliminando uno dei sistemi più garantisti e meno costosi per l’acquisizione della prova. E lo si sta facendo in modo strumentale, citando statistiche che non stanno nè in cielo nè in terra. Ho appena finito di indagare 50 persone coinvolte in un traffico di droga. Per seguirle -scrive ancora Gratteri- ho dovuto mettere sotto controllo 10 mila schede telefoniche. Se chi analizza i risultati dell’indagine è onesto, dirà che sono state intercettate 50 persone, se è disonesto dirà che Gratteri ha intercettato 10 mila persone. La realtà è che i trafficanti di droga cambiano una scheda ogni 48 ore, ma gli indagati, nonostante il numero esorbitante, restano sempre 50”. Più chiaro di così! Il testo approvato al Senato stabilisce che per intercettare un indagato sono necessari “gravi indizi di colpevolezza”. Un paradosso senza precedenti, poichè se sussistono gravi indizi di colpevolezza l’indagato può subito essere arrestato senza

bisogno di intercettarlo. Infatti sono proprio i “gravi indizi di colpevolezza” che danno al pubblico ministero la possibilità di chiederne l’arresto. Il Ddl vorrebbe indicare anche i luoghi dove è possibile intercettare, cioè soltanto dove sta avvenendo l’attività criminosa. Infatti ai magistrati sarà fornita una palla di vetro in cui vedere in anticipo dove verrà perpetrata l’azione delinquenziale. Ci sarebbe da ridere se non fosse per l’argomento che stiamo affrontando. Altro aspetto: quello del “budget prefissato”. Le Procure dovranno stabilire preventivamente i fondi da destinare alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Finiti i soldi, finite le intercettazioni. Infine c’è un altro articolo che merita un’attenta riflessione, quello secondo cui il Presidente del Consiglio deve essere informato (entro 5 giorni) dell’avvio delle operazioni di intercettazione se queste riguardano membri dei servizi segreti. E se un Presidente del Consiglio entrasse in combutta con i servizi per sovvertire lo Stato? Chi scoperchierebbe il piano criminale? “Contro i clandestini vengono impiegati esercito, flotta e ronde -ha scritto ancora Gratteri-, contro i mafiosi viene smantellato uno dei pochi strumenti investigativi ancora in mano ai magistrati”. Uno strumento che costa anche poco: per intercettare una persona 24 ore al giorno si spendono 11 euro più Iva.

supplemento al n. 3, Marzo 2010 de “il Segno”

n.

di ANDREA SEBASTIANELLI Nelle prime ore dell’alba del 18 febbraio scorso è scattata a Roma e in alcuni centri dei Castelli Romani, tra cui Rocca di Papa, un’operazione anticrimine tesa a smantellare una fitta rete di racket, usura e riciclaggio di denaro sporco. A coordinare l’operazione “Franky”, che ha visto il coinvolgimento della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Viterbo e della Polizia Municipale VIII Gruppo di Roma, è stato il Procuratore Aggiunto Leonardo Frisani della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma. Alla fine dell’operazione sono state denunciate 11 persone (di cui due donne) e sequestrati beni per circa 5 milioni di euro, tra cui conti correnti, automobili di lusso e quattro società operanti nel settore dell’edilizia e della ristorazione (una di queste gestiva fino ad alcuni mesi fa il complesso alberghiero di via Frascati a Rocca di Papa, “La Regina del Bosco”, prima che la struttura venisse ceduta agli attuali gestori che da questa vicenda hanno avuto soltanto danni d’immagine).

Un territorio preda degli strozzini

Continua in IV pagina

Lo scorso 18 febbraio l’operazione “Franky” ha smascherato un vasto giro di usura e riciclaggio, mettendo in luce il ruolo del clan dei Casamonica, che conta oltre 400 affiliati tra Roma e Provincia, e che ora ha esteso il suo controllo sull’intera regione. Sullo sfondo un “accordo inedito” stipulato con la ‘ndrangheta.

212 omicidi in due anni nella Palermo dimenticata

Le attività illecite nei nostri Comuni

ETTORE ZANCA RIPERCORRE PER NOI LE TAPPE PIU’ SIGNIFICATIVE DEI DELITTI DI MAFIA CHE IMPERVERSARONO A PALERMO TRA GLI ANNI SETTANTA E OTTANTA. MEMORIE RIAFFIORATE CHE RAPPRESENTANO UN MONITO PER CIO’ CHE E’ ACCADUTO E PER CIO’ CHE ANCORA POTREBBE ACCADERE. PERCHE’ PERDERE LA MEMORIA EQUIVALE A PERDERE UN PO’ DI NOI STESSI E DELLA NOSTRA STORIA.

RIEPILOGO DEI DATI DEL 2007 E DEL 2008 SUI REATI COMMESSI NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI ROMA. ROCCA DI PAPA E SEGNI LE PIU’ VIRTUOSE MENTRE IN ALTRI CENTRI, COME ARTENA, CIAMPINO, COLLEFERRO, VALMONTONE E VELLETRI, I REATI IN UN SOLO ANNO SONO AUMENTATI DI MOLTO.

Ettore Zanca in II e III pagina

Ettore Zanca in II e III pagina

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

3

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

7-8

Tabella riepilogativa in VI pagina

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

suppl.to al n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010 de “il Segno”

n.

ECOMAFIE 2010 Nel Lazio cresce l’allarme per i reati ambientali

Legambiente ha presentato il “Rapporto 2010 (riferito al 2009)” in cui il dato più eclatante riguarda la Regione Lazio che ha conquistato il secondo posto nella classifica dei reati contro l’ambiente (nel 2008 era in quinta posizione). Quasi 3.500 le infrazioni accertate. In VII pagina

Il libro del mese

Cuore di Cactus

La nostra recensione è dedicata al libro di Antonio Calabrò, “Cuore di cactus”, un vero e proprio viaggio nelle vicende che tra Palermo e Milano hanno caratterizzato la sua vita di giornalista, scrittore e manager. Un libro che ci fa guardare alcune vicende italiane sotto una luce nuova.

L’Italia e la News da mafiosità Mafiopoli

Contro il clan Casamonica la Provincia è parte civile

In V pagina

Zoomafie, smascherati i reati contro gli animali

In VI pagina

Chiude lo sportello antiusura dei Castelli?

In VI pagina

Ritratti d’autore

CARLO ALBERTO DALLA CHIESA

4

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supplemento al n. 4 - Aprile 2010 de “il Segno”

n.

‘Ndrangheta ai Castelli, il pentito che fa paura anche alla politica L’hotel Villa Vecchia a Monte Porzio

Rocco Molè

Elemosine Aziende e minori criminali Nel Lazio il fenomeno dell’accattonaggio passa attraverso lo sfruttamento di centinaia di minori. A rivelarlo è il rapporto presendall’Osservatorio tato Regionale sulla Legalità e la Sicurezza. Un quadro che fa luce su molti aspetti inquietanti, a cominciare dall’acquisto dei bambini.

In VII pagina

9

Sequestrate 15 aziende e quote riferite a ben 21 società, 170 conti correnti, automobili di lusso, oltre a ville ed appartamenti. Questi sono i numeri di una vasta operazione che ha scoperchiato il filo di collegamento fra la ‘ndrangheta e il clan dei Casamonica a Roma e nella provincia.

In VI pagina

di ANDREA SEBASTIANELLI Il 22 dicembre scorso l’«Operazione Maestro», avviata dalla Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Reggio Calabria, irrompe nei Castelli Romani e precisamente a Monte Porzio Catone dove viene posto sotto sequestro l’hotel di lusso “Villa Vecchia” (che ora ha ripreso le sue attività sotto la guida di un Commissario), ritenuto base della ‘ndrina dei temutissimi Molè. La mega struttura alberghiera alle porte di Roma, secondo gli inquirenti, serviva a riciclare il denaro derivato dalle attività illecite condotte nel porto di Gioia Tauro. Nell’operazione sono state arrestate 26 persone, tra cui Cosimo Virgiglio, considerato il principale referente amministrativo della cosca Molè, nonché amministratore di una società di import-export con la Cina operante proprio nel porto di Gioia Tauro. Lo stesso Virgiglio che, per conto della cosca, seguì le trattative per acquisire “Villa Vecchia”. Infatti, l’acquisizione del complesso alberghiero, da parte della ‘ndrangheta, avvenne nel 2007 attraverso intimidazioni e minacce nei confronti di un’imprenditrice di Sabaudia che, pur avendo un contratto di gestione della durata di dieci anni, fu costretta a lasciare la struttura.

Continua in IV

ROCCO CHINNICI Allarme Expo 2015 In un libro due giornalisti svelano il “mistero” delle infiltrazioni criminali nella capitale morale d’Italia, Milano. Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra sono già pronte ad entrare nel gioco degli appalti per spartirsi i 20 miliardi di euro stanziati per l’Expo del 2015.

In VII pagina

Chi era Rocco Chinnici, il giudice assassinato a Palermo il 29 luglio 1983? Scopritelo in questo “ritratto d’autore”.

ETTORE ZANCA in II e III pagina

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 9 - Settembre 2010 de “il Segno”

n.

Sugli affari della ‘ndrangheta le rivelazioni del super-pentito

Inizierà il prossimo 30 settembre il processo contro i 16 esponenti della ‘ndrangheta finiti nell’inchiesta “Maestro” che il 22 dicembre del 2009 scoperchiò i vasti interessi della criminalità organizzata nelle attività di importexport nel porto di Gioia Tauro. Grande attesa per ciò che dirà Cosimo Virgiglio, l’imprenditore che ai Castelli Romani gestiva l’hotel di lusso “Villa Vecchia” a Monte Porzio Catone. Oltre a lui sul banco degli imputati ci sarà anche Angelo Boccardelli, ritenuto uomo di collegamento con le cosche calabresi

Il Clan dei La sfida Casamonica di Ardea Roma e provincia sono ormai il territorio del clan dei Casamonica che conta oltre 500 affiliati specializzati nel racket e nell’usura. Contro di loro le forse dell’ordine stanno vincendo molte battaglie ma come finirà questa guerra non è ancora chiaro.

Il Consiglio Comunale della cittadina laziale ha approvato una mozione che per la prima volta stabilisce regole chiare da parte delle istituzioni circa la costituzione di parte civile e la confisca dei beni alla criminalità organizzata. Un esempio che molte città dovrebbero seguire.

Cosimo Virgiglio

Articolo in IV pagina

il Segno

SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO Banca Credito Cooperativo Castelli Romani IBAN:IT11B0709239230000000103028

L’INCHIESTA DI ANDREA RASETTI HA PRESO AVVIO DAL SEQUESTRO DEL LUSSUOSO ALBERGO DI MONTE PORZIO, “HOTEL VILLA VECCHIA”, SOTTOPOSTO A SEQUESTRO DAI CARABINIERI DEL ROS PERCHE’ APPARTENENTE A UN POTENTE CLAN DELLA ‘NDRANGHETA, QUELLO FACENTE CAPO AL BOSS ROCCO MOLE’. UN’INCHIESTA CHE FA EMERGERE I DIFFUSI INTRECCI ESISTENTI TRA LA CRIMINALITA’ E I CASTELLI ROMANI.

Falcone e Borsellino

Il 18/02 a Colleferro si parla di Cosa Nostra

di ANDREA SEBASTIANELLI «Io non sono uno che farfuglia. Non do opinioni. Dico che quella storia non è finita perché lo so. Basta andare a cercare chi ne è uscito alla grande quindici anni fa». Con queste parole l’ex componente della Banda della Magliana, Antonio Mancini (chiamato negli ambienti criminali romani “Nino l’accattone”), ha lasciato intendere che quella banda non ha mai smesso di operare ma è tutt’ora attiva. «La Banda della Magliana ha usato e continua ad usare i soldi di chi è morto e di chi è finito in galera. E non ha più bisogno di sparare. O almeno, di sparare troppo spesso». Queste dichiarazioni Antonio Mancini le ha rilasciate al giornalista di Repubblica Carlo Bonini che lo scorso 4 febbraio ha presentato un’inchiesta esclusiva basata, oltre che sulle dichiarazioni di “Nino l’accattone”, sui convincimenti di Lucia Lotti, il magistrato che per 15 anni si è occupato delle vicende della Banda della Magliana arrestando il presunto boss Nicoletti, e sulle indagini del Comandante del Nucleo Provinciale dei Carabinieri di Roma, Vittorio Tomasone. In realtà dichiarazioni di questo tipo Antonio Mancini le rilasciò anche nel 2008.

supplemento al n. 2 - Febbraio 2010 de “il Segno”

il Segno

Il Segno non usufruisce di alcun finanziamento pubblico, nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Da Gioia Tauro ai Castelli Romani passando per San Marino

n.

il Segno

Stampato in proprio

Non si può non sapere, non si può non dirlo

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RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

supplemento al n. 1 - Gennaio 2010 de “il Segno”

di Andrea Sebastianelli Sul numero scorso del Segno ci siamo occupati delle infiltrazioni criminali a Roma e nella Provincia. Quanto emerso ci ha fatto comprendere come le mafie non siano qualcosa distante da noi, riguardante solo le regioni meridionali (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania), ma come ormai siano una presenza consistente del nostro territorio. La vicenda di “Villa Vecchia”, l’hotel della ‘Ndrangheta sequestrato nella vicina Monte Porzio poche settimane fa, rappresenta non un allarme ma una certezza che deve far riflettere tutti, cittadini e politici, amministrazioni pubbliche e aziende private. Ma anche noi che scriviamo sui periodici a diffusione locale. Ogni lotta alle mafie ha sempre visto anche l’impegno, di pari passo con quello delle forze dell’ordine e della magistratura, di giornalisti e scrittori locali, che più da vicino riescono ad annusare dove c’è puzza di infiltrazione criminale. Contro queste infiltrazioni le amministrazioni comunali devono iniziare a contrapporre la politica della legalità, soprattutto nell’espletamento delle gare d’appalto delle grandi opere che, come ha dimostrato l’Osservatorio regionale sulla criminalità e la sicurezza, sono uno degli ingressi degli interessi mafiosi nei nostri Comuni. Continua in IV

il Segno

Manoscritti e foto anche se non pubbliil Segno cati non si restituiscono. Il contenuto organo dell’associazione culturale degli articoli, dei servizi, le foto ed i “Terre Sommerse Castelli” loghi, rispecchia esclusivamente il Registrazione Tribunale di pensiero degli artefici e non vincola Velletri n. 5/02 del 19/02/2002 mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono DIREZIONE riservate ai soli associati e simpatizVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa zanti ed hanno carattere divulgativopromozionale nel loro stesso ambito. DIRETTORE

n.

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ilpiccolosegno@libero.it

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supplemento al n. 12 (dicembre 2010) del mensile indipendente

www.issuu.com/ilpiccolosegno

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ARRESTATO 36ENNE DI TOR BELLA MONACA

Quarantasei persone arrestate, di cui 32 in flagranza di reato principalmente per furti (in appartamento, in esercizi commerciali, di auto e moto) scippi, borseggi, rapine, ricettazione, truffa, spaccio di droga è il bilancio dell'attività di contrasto alla criminalità diffusa da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma. Gli arresti sono stati eseguiti anche grazie all’intensificazione dei servizi preventivi messi in campo per garantire ai cittadini di Roma e Provincia un Natale sereno. Tutti i giorni decine di pattuglie monitorano gli obiettivi ritenuti, in questo periodo dell’anno più che in altri, maggiormente sensibili: esercizi commerciali, farmacie, le vie dello shopping, mercati e mezzi pubblici. (A cura di Andrea Rasetti)

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23 NOVEMBRE, Frascati

10 dicembre, Roma

46 ARRESTI PER SCIPPI, FURTI, TRUFFA E SPACCIO

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I Carabinieri del Gruppo di Ostia hanno sequestrato beni per un valore di 10 milioni di euro appartenenti a Walter Domizi, pregiudicato romano noto come boss della cocaina e conosciuto con il soprannome de “il gattino”. Domizi, detenuto dall’ottobre del 2008 per traffico internazionale di droga, era intestatario di società immobiliari, ville (a Terracina, Ladispoli e zona Boccea a Roma) e una lussuosa palazzina in località Selva Candida. Sequestrate anche auto e moto, tra cui una Ferrari F430 F1. Nell’operazione “Coca rent”, partita nel 2007, vennero arrestate 32 persone.

Sono scattate le manette per un usuraio di 43 anni, P.M., residente a Frascati, su cui da mesi indagavano i Carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati. L’arresto è arrivato dopo le denunce presentate da quattro commercianti taglieggiati dall’uomo accusato di usura e tentata estorsione. Secondo la ricostruzione, dopo un prestito le somme da restituire aumentavano a dismisura, fino ad arrivare a mille euro a settimana, come raccontato da un autotrasportatore di Roma. Ora le indagini proseguono per verificare se anche altri commercianti della zona siano finiti nella rete.

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10 MLN DI € SEQUESTRATI A “IL GATTINO” DI OSTIA

USURAIO IN MANETTE NEL COMUNE DI FRASCATI

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21 novembre, Roma

romano di Fiumicino grazie a un Colonnello dei Carabinieri colluso e arrestato insieme ad altre 76 persone, tra cui alcuni esponenti della ‘Ndrangheta di Cetraro (Cosenza) e San Luca (Reggio Calabria). L’operazione, denominata “Overloading”, che ha interessato diverse regioni italiane (Calabria, Lazio, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige), ha portato al sequestro di numerosi beni, tra cui 9 fabbricati, 16 terreni, 28 automezzi, polizze vita e rapporti bancari, trenta società di capitali e dieci ditte individuali, per un valore complessivo di 200 milioni di euro. Tra i beni sequestrati anche lo stabile del Teatro Ghione di Roma. Le indagini erano iniziate nel 2008.

25 novembre, Roma

il Segno

Nove villini, comprensivi di box e cantine, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza del Gico tra Roma Est e Lunghezza, risultati appartenenti a imprenditori dimostratisi dei prestanome del clan camorristico dei Bidognetti (affiliato ai Casalesi). Coinvolte sei aziende attive nei settori dell’allevamento bufalino, delle costruzioni edili e del commercio all’ingrosso di pelli e carburante.

della cocaina nel popolare quartiere di Tor Bella Monaca, a sud della capitale, al confine con la Borghesiana. I militari da giorni stavano cercando uno dei “centri” di spaccio della zona. L’operazione si è conclusa con l’irruzione all’interno dell’abitazione del 36enne, all’interno della quale, in una cassaforte, sono state rinvenute 350 dosi di cocaina già pronte per essere smerciate, confezionate in pacchetti di varie dimensioni.

il Segno

BENI SEQUESTRATI AI CASALESI

il Segno

11 NOVEMBRE, Roma

Sicurezza e legalità devono impegnare la Regione Lazio

di Luisa Laurelli* Tra le Commissioni consiliari istituite di recente dal Consiglio Regionale, manca la Commissione Speciale Sicurezza e Lotta alla Criminalità, da me presieduta fino a pochi mesi fa, che ha prodotto un lavoro quasi sempre unitario divenuto importante punto di riferimento per l’intera comunità del Lazio. La Presidente Polverini si è resa conto che in questo settore è stato cancellato tutto quanto è stato fatto di buono dalle precedenti amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra? A parte le deleghe all’Assessore alla sicurezza a cui spero nella recente manovra di bilancio siano stati almeno confermati i fondi dello scorso anno, oltre alla mancata istituzione della Commissione Consiliare, mancano le nomine degli esperti dell’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza, quelle relative alla Agenzia Regionale sui Beni Confiscati alle Mafie istituita con legge regionale approContinua in VI

IL TRENO Il partito del cemento DEL RISVEGLIO Ospitiamo l’intervento del Comitato Antimafia di Latina che lancia l’allarme sul ruolo giocano nella nostra regione da società edili legate alla criminalità organizzata capaci di infiltrarsi nella politica locale per aggiudicarsi appalti milionari.

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo della Rete? Da oggi puoi consultare tutti i numeri dei nostri mensili collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura! In V pagina

In VI pagina

In III pagina

In VII pagina

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In ultima pagina

In II e III pagina

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In VI pagina

ETTORE ZANCA in II e III pagina


cittadini romani, per continuare a ricevere i segnali televisivi, a modificare l’orientamento dei sistemi di antenna”. Avete capito che sforzo avrebbero dovuto fare i cittadini romani? Prosegue il vice-ministro: “Al problema di fondo se ne aggiunge uno contingente, relativo alla prossima transizione alla tecnologia digitale, che rende di fatto impossibile pensare a una sostituzione dei siti esistenti con i nuovi [...]” essendo questi ultimi “inidonei ad accogliere gli impianti trasmittenti in quanto non ancora dotati dei servizi [...] necessari a consentire l’operatività dei trasmettitori. [...] Tale situazione rende di fatto impossibile prevedere il trasferimento degli impianti di radiodiffusione televisiva da Monte Mario e Monte Cavo nelle nuove aree”. E qui l’attuale Ministro si spinge fino a chiedere a Marrazzo “di considerare la non applicazione della citata delibera regionale [...] onde consentire che la stessa (cioè la transizione al digitale nel Lazio, n.d.d.) avvenga utilizzando i siti di Monte Cavo, Monte Mario e quelli attualmente utilizzati”. Che cosa pensate abbia fatto Marrazzo? Avrà contattato il Sindaco Boccia per ragionare sul da farsi? Ovvio che no! Avrà chiesto un confronto con il Consigliere regionale di Rocca di Papa, Ponzo, per informarlo della richiesta di Romani? Certo che no! Semplicemente si chiude in un mutismo esasperante. Cerca di prendere tempo, tenendo ben chiusi nel cassetto sia la delibera di delocalizzazione sia la lettera ricevuta da Romani. Approfittando anche del fatto che il Comune di Rocca di Papa in questa fase si dimostra silente, in attesa di ricevere notizie positive dallo stesso Presidente della Regione. Il quale effettivamente lo rompe (il silenzio) il 30 aprile annunciando che la Regione sosterrà economicamente i cittadini romani con

un bonus per l’acquisto del decoder e gli antennari con un milione di euro per il passaggio al digitale oltre alle risorse già stanziate. Infatti il 27 maggio la Regione inizia una campagna di comunicazione istituzionale sul digitale. Su Monte Cavo Marrazzo tace. Nel frattempo il Comune di Rocca di Papa rompe la tregua con lo stesso Marrazzo, e il 12 giugno scrive al Ministero delle Comunicazioni e all’AGCom (l’Autorità Garante nelle Comunicazioni) chiedendo di partecipare agli incontri inerenti la delocalizzazione degli impianti di Monte Cavo. Trascorrono altri tre mesi e il Sindaco di Rocca di Papa, dopo una Conferenza di Servizi tenutasi il 16 settembre in Comune con i rappresentanti del Ministero, e capendo che qualcosa non stava funzionando come avrebbe dovuto, visto anche il silenzio di Piero Marrazzo, scrive una lettera allo stesso Governatore del Lazio per chiedere “un incontro urgentissimo e improcrastinabile” sulla delocalizzazione degli impianti di Monte Cavo vetta e Costarelle. Marrazzo riceve la lettera e non sa che cosa rispondere. O meglio lo sa, visto che il 30 settembre decide finalmente di rispondere ma non alla sollecitazione del Sindaco Boccia bensì al Sottosegretario Paolo Romani. Scrive Marrazzo: “Caro Paolo (Romani, n.d.d.) per permettere al Governo di mantenere il calendario di transizione al digitale [...] nei tempi e modi previsti, il 3 marzo mi scrivesti una lettera in cui venivano evidenziati i problemi e le modalità per affrontare e superare le problematiche di varia natura legate alla transizione al digitale terrestre; credo infatti che questa amministrazione si sia messa a disposizione per superare insieme tali problematiche”. In pratica dice: “Ho eseguito gli ordini di non applicare una delibera della mia Regione”. Poi nella stessa lettera si ricorda anche

il Segno - Dicembre 2010

Una storia di verità, mezze verità e omissioni

La sede della Regione Lazio

Rocca di Papa e Monte Cavo

delle proteste degli abitanti di Rocca di Papa e degli impegni presi dalla Regione Lazio e allora chiede a Romani di aprire un tavolo con il Comune di Rocca di Papa così da trovare una soluzione per quei disgraziati che ci avevano sperato e creduto. Come un Ponzio Pilato dei tempi moderni, Marrazzo prima esegue gli ordini del Sottosegretario di Governo che gli chiede di non applicare una sua delibera, poi lascia nelle mani dello stesso vice-ministro il destino della delocalizzazione dei ripetitori di Rocca di Papa, chiedendogli di affrontare

A P P R O F O N D I M E N T O

“concretamente la questione che sta a cuore alle amministrazioni e ai cittadini coinvolti”. Da tutta questa sporca storia emerge soltanto un insieme di verità, mezze verità e omissioni che per l’ennesima volta hanno giocato sulla pelle degli abitanti di Rocca di Papa. Poi c’è una domanda finale a cui bisognerebbe rispondere: perchè Marazzo, Governatore del Lazio, esegue senza fiatare gli ordini di un Sottosegretario del Governo Berlusconi? La risposta potrebbe aprire un capitolo del tutto nuovo con scenari inaspettati. Andrea Sebastianelli


ROCCA DI PAPA Tante le richieste del Comitato per migliorare il servizio di raccolta dei rifiuti 14

il Segno - Dicembre 2010

Porta a porta, rifiuti ingombranti e il problema dei cassonetti colorati Dopo quattro mesi di attuazione del nuovo Appalto per la raccolta differenziata, il Comitato Centro Storico ha voluto incontrare l'Amministrazione per fare un primo punto sulla sua applicazione e sottoporre le problematiche emerse al fine di trovare soluzioni. Il Comitato è partito dalla lettura del capitolato, oggetto di gara, e fa presente che le clausole del capitolato sono da considerare “inderogabili” poichè l’offerta fatta dall’Aimeri poteva solo proporre di più di quello già indicato nel capitolato. La gestione corretta dell’appalto è anche la garanzia per ottenere una città pulita e attraente sia per i cittadini che ci vivono che per chi la deve visitare, infatti la pulizia della città non riguarda solo lo smaltimento dei rifiuti, ma riguarda l’immagine che lei dà di sé stessa. Per questo motivo il Comitato ha aderito unanimemente a questo passaggio e chiede all’Amministrazione di fare applicare il capitolato in tutti i suoi punti dalla società Aimeri, capitolato garante di una corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Abbiamo sollecitato l’Amministrazione ad estendere al più presto anche ai Campi ed al Vivaro la raccolta differenziata per ridurre il ricorso alla discarica limitando così i costi. Entro il 2011 la differenziata sarà estesa a tutto il territorio. Al prossimo rifornimento saranno richiesti sacchetti dell’umido più alti; la qualità del materiale non può essere cambiata perchè è un materiale riciclabile. Per quanto riguarda il non riciclabile i cittadini del Centro Storico possono ritirare piccoli secchi grigi presso l’Ecocentro. Si raccomanda ai cittadini di prendere nota del Numero di Codice apposto su ogni contenitore in proprio possesso, in quanto è un numero personale che riconduce all’utente. Con la differenziata la città ha visto aumentare il numero dei secchioni nel Centro Storico: pensiamo che sia necessaria la collaborazione di tutti per migliorare l’immagine della nostra città che riceve un danno dalla presenza di tanti contenitori co-

lorati, danno d’immagine ma anche igienico. L’Amministrazione si è impegnata a risolvere il problema entro 3 mesi. Il Comitato ha anche sollevato il problema di chi lavora e non può ritirare in mattinata il secchio dopo il passaggio dell’operatore. Numerose buste di supermercati sono ancora buttate nei vari angoli del centro provocando la giusta rabbia dei cittadini; abbiamo spronato l’Amministrazione a incrementare i controlli sul territorio anche perché chi non paga la Tarsu non ha né i secchi né le buste riciclabili, recando un danno all’ambiente ed all’erario. L’Amministrazione sta effettuando minuziosi controlli incrociati che stanno già dando buoni risultati, individuando gli evasori. Il Comitato Centro ha fatto della legalità il proprio obiettivo: riteniamo che la non applicazione di una legge, in questo caso il non pagamento della Tarsu, porta danno al paese, non permettendo l’utilizzo ottimale delle risorse Il Comitato di Quartiere Centro durante il mese di agosto ha partecipato, insieme all’Amministrazione, ad un controllo sul territorio che non ha portato però effetti immediati anche perché non sono stati effettuati sul posto i verbali o comminate multe. Il “buonismo”, la non applicazione della legge porta un danno al paese. Si chiede un incontro per approfondire questo aspetto. Abbiamo inoltre fatto presente che l’attesa per la raccolta degli ingombranti è di un mese e mezzo, mentre il capitolato prevede 10 giorni: anche se le richieste di intervento sono aumentate in questi ultimi tempi, come ci comunica l’Amministrazione, riteniamo che sia necessaria l’inderogabilità e la puntualità del servizio. Puntualità anche nello spazzamento, sia manuale che meccanico delle strade che continuano ad essere sporche. Lo spazzamento deve essere effettuato da muro a muro, non solo nella parte centrale della strada e a questo proposito abbiamo chiesto la tabella delle frequenze di passaggio. L’amministrazione ammette di avere tralasciato ini-

La sede di Corso Costituente del Comitato di Quartiere Centro Storico

zialmente questo aspetto privilegiando l’attenzione sulle modalità della differenziata, rimandando il controllo rigoroso dello spazzamento: provvederà a risolvere questo aspetto. Anche le aree verdi del Centro Storico non vengono pulite, mentre secondo l’appalto dovrebbero avere una frequente manutenzione. In alcune di esse sono presenti sacchi colmi di spazzatura abbandonati. Per quanto concerne la pulizia dell’area del mercato del venerdì abbiamo nuovamente chiesto ai Vigili di far rispettare l’orario di chiusura del mercato: alle 13,30 gli ambulanti devono aver lasciato l’area, secondo Regolamento, per permettere agli operatori di pulire a fondo Via Madonna del Tufo e le aree circostanti. Per la raccolta dei cartoni degli esercizi commerciali abbiamo chiesto la modifica dell’orario: alle ore 11 la città è invasa dai cartoni e questo non dona all’immagine della città. L’Amministrazione accoglie la richiesta di rinegoziare l’orario con i commercianti e ricorda che dal 2011 non potranno esser più utilizzate le buste di plastica, un’informativa sarà distribuita ai negozianti. Per l’ennesima volta abbiamo evidenziato la scarsa pulizia, il degrado dell’area parcheggio C. Villa: le scale d’accesso sono in uno stato indecente (urina, sporco e altro...). i cittadini non sanno dove mettere i piedi, abbiamo proposto l’installazione di telecamere che svolgano la

funzione di deterrente. L’Amministrazione si impegna a disinfettare e pulire quotidianamente le scale. Abbiamo sottolineato che il travaso della spazzatura dai camion piccoli a quello grande non può avvenire nelle vie e piazze cittadine (Via Roma, Piazza della Repubblica e Madonna del Tufo...) per evidenti motivi d’igiene. Inoltre l’Ecocentro richiede una migliore organizzazione e pulizia. Siamo sempre in attesa che siano collocati nelle vie del centro cestini di raccolta per le sigarette, cartacce e altri rifiuti simili, annunciati da vari mesi dall’Amministrazione. Questo il resoconto della riunione effettuata alla metà di novembre scorso: prima della fine del 2010 faremo un ulteriore incontro con l’ufficio ambiente sul riscontro pratico di quanto sopra. Nel frattempo dobbiamo purtroppo segnalare che siamo rimasti per varie settimane senza le buste per la plastica, situazione segnalata varie volte all’Ufficio Ambiente. Come Comitato abbiamo dato e continueremo a dare la nostra collaborazione per una maggiore pulizia del paese, sollecitando in tal senso tutti i cittadini; vorremmo che anche da parte della ditta appaltatrice Aimeri ci fosse una maggiore sensibilizzazione dei propri dipendenti: solo uno sforzo comune potrà permetterci di riuscire a raggiungere tale scopo. Comitato di Quartiere Centro Storico


il Segno - Dicembre 2010

MITULE

30 giorni di “buoni” pensieri

di Gianfranco Botti

Vangoghiana

In un ambiente in cui per ogni foglia che casca si scrivono elogi, elogiare impensierisce. Ma, pensatoci su, va fatto, quando i presupposti sono effettivi. Ed effettivo è il merito d’aver reso popolarmente accessibile, con una dissertazione in aula consiliare e con la possibilità di visitarne la mostra a Roma, il pittore Van Gogh. Sul quale può dirsi, oltre e in aggiunta a quanto ascoltato in aula consiliare, che: 1) A un pittore, a ogni pittore, non basta il solo istinto naturale per esser grande, servono le idee, e lui le ha, se scrive pensieri come questo: vorrei esprimere qualcosa che consoli come la musica, vorrei dipingere uomini e donne con quell’eternità il cui segno era una volta l’aureola e che noi ora cerchiamo nelle radiazioni, nello splendore dei nostri colori. 2)Per spiegare (e per comprendere) il pensiero artistico di Van Gogh bisogna fare riferimento a diversi pittori, precedenti, contemporanei, e a diversi movimenti. Pretendere da una trattazione su Van Gogh la rivelazione esauriente della sua vena, è velleitario. La pittura, intesa come espressione umana complessiva, costituisce un blocco unitario, non frazionabile; una comprensione soddisfacente del quale si ha solo girandogli a tutto tondo intorno, con pazienza, dall’inizio. 3) S’arriva, allora, a capire a pieno la grandezza di Van Gogh, non solo, o non tanto, dalle emozioni dalla sua opera emesse, quanto dall’influenza esercitata sulla pittura di tutto il secolo susseguente, segnale di maestria certo, non equivocabile. 4) Maestria che spiega come Va Gogh

ROCCA DI PAPA

abbia venduto in vita un quadro solo, aspetto che, al di là dei numeri, è quasi normale quando l’autore è altamente innovativo, frantuma gli schemi correnti, impone espressioni e modalità originali, dirompenti per aggressività e coinvolgimento. Di fronte a esplosioni simili la gente, il pubblico, il compratore vacilla, è spiazzato, non capisce, non realizza. Manca di aggiornamento, della sensibilità necessaria a cogliere il valore nuovo, diffida, non compra, rifugge. Liscia l’occasione, come orologio che ritarda, mai in sincrono col proprio tempo.

Di società

Un truffatore povero: un lestofante, un truffatore ricco: uno abile; un donnaiolo povero: un portoricano, un donnaiolo ricco: un bon vivant; una che la dà, se povera: una zoccola, se ricca: una di mondo; un tirchiaccio, se ricco: un parsimonioso, se povero: un rafagano; un omosessuale, se ricco: un gay, se povero: un frocio. E’ decisamente più corto il metro dei soldi, frutta a chi l’usa, come sempre.

Allarmata

Fatti recenti mi portano a riproporre all’attenzione dei gestori il mausoleo rupe-

15

stre di Palazzola (foto sopra), riguardo ai pericoli che corre di fronte a piogge sempre più insistite e violente. Con la forza della solita argomentazione: se va via, frana, è perduto per sempre. Con tanti saluti a chi lo eresse, a chi nei secoli ce lo ha trasmesso, ai posteri, che meriterebbero di seguitare ad averlo. Altra considerazione, più terra terra ma non meno valida: è passato qualche anno dall’ultimo intervento di manutenzione, esattamente 550.

Popolana

Finale volgare, ma lucido, non banale: S’arzanu l’aroplani da Ciampinu e vau a ‘ndo teu da i’ come u postinu, s’arzanu ‘ncapu i penzieri e unu i cacciaria volentieri ma ‘nse ne vau ‘nmou sentì gnente sburanu a volatte ‘nmente. Gianfranco Botti

Apre lo Sportello Forestale itinerante La Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini, da settembre 2010 ha attivato lo Sportello Forestale, un servizio di informazione e di supporto, dedicato ai Comuni, sulle problematiche inerenti la gestione del patrimonio bo-

schivo. Lo Sportello è anche un servizio itinerante che si svolgerà presso i Comuni, tra cui anche Rocca di Papa, che hanno aderito all’iniziativa e le cui problematiche richiedono sopralluoghi in loco, analisi e verifiche dirette. Uno degli

obiettivi che si intende perseguire con l’attivazione del servizio è supportare le amministrazioni locali in un settore altamente specialistico, qual’è appunto quello forestale, con l’intento prioritario di valorizzazione del patrimonio pubblico.


ROCCA DI PAPA Un congresso silenzioso e poco pubblicizzato 16

A malincuore... ancora sul Partito Democratico

Il centrosinistra ripartadalleprimarie

Come su tutto il territorio nazionale anche a Rocca di Papa si sono formati i circoli di Sinistra Ecologia e Libertà; essi sono nati dal desiderio di produrre e trasmettere un diverso modo di affrontare questioni vitali che investono il nostro paese quali l’accrescimento Stefano Galli dell’efficienza energetica attraverso l’uso delle fonti rinnovabili, lo sviluppo del territorio improntato al mantenimento ed arricchimento dei beni comuni a cui deve essere estraneo il concetto di abusivismo, la nascita e crescita di attività connesse alle risorse del nostro Barbara Frittella territorio come turismo e ambiente atte a creare nuove occasioni di lavoro, una vera integrazione che si rivolga agli anziani, ai cittadini comunitari e non, attraverso una politica che punti a una profonda riqualificazione del Centro Storico in cui la maggior parte di essi sono residenti e, infine, un effettivo esercizio democratico attraverso cui rigenerare il rapporto tra l’Amministratore e il Cittadino coinvolgendo quest’ultimo in tutte le decisioni di grande interesse per la comunità. A questo proposito, chiediamo ai rappresentanti del PD di abbandonare la pratica egemonica ed autosufficiente fin qui praticata in seno allo schieramento di centrosinistra, per misurarsi attraverso uno strumento democratico come le PRIMARIE verso nuove domande di partecipazione, coinvolgendo l’intero arco dei partiti che fa riferimento al centrosinistra: Pd, Sel, Federazione della Sinistra, Verdi e Italia dei Valori oltre ai numerosi cittadini che, pur non essendo tesserati, si riconoscono in questo vasto schieramento. I Coordinatori dei Circoli di SeL di Rocca di Papa Stefano Galli e Barbara Frittella

torale per il rinnovo del Consiglio Comunale e forse per le elezioni politiche nazionali, ci troviamo al cospetto di un pessimo comportamento della politica locale, che dimostra quanto il personale attivo, resti distante dalla realtà nella quale si deve impegnare oggi: “Quella nella quale nessuno crede più a nessuno che si attiva Il recente manifesto del Pd in politica afferMi scuso con i lettori e con il direttore del mando che lo fa per passione”. giornale se torno su un articolo pubblicato Qualcuno crede che aver manlo scorso mese con il titolo “Il Partito De- cato una valida pubblicizzazione sia cosa poco importante? Quanti mocratico è davvero democratico?”. La risposta ufficiale è arrivata subito attra- sono quelli che hanno partecipato verso il modo con il quale è stato convo- ma non l’hanno affatto notata? cato il Congresso di Circolo che si è tenuto Parlandone con alcuni li abbiamo Venerdì 26 Novembre (giorno lavorativo visti cadere dalle nuvole, e questo molto valido per esigenze burocratiche, non è un buon segno. Qualche dimolto meno per dibattiti politici parteci- rigente dovrebbe spiegare, in pati) convocato con lettere agli iscritti e la modo comprensibile, che razza di totale mancanza di manifesti pubblici af- coerenza c’è in un partito che fissi nel paese, così come si era sempre chiama quanti dichiarano di stare fatto quando i partiti, con tutti i loro difetti, con il centro-sinistra a votare alle rispettavano la democrazia e gli elettori, sue primarie e poi non li rende partecipi al suo congresso. Se prima ancora che i propri iscritti. Il Congresso si è così svolto nell’aula del questo è il partito che Bersani Consiglio Comunale a “porte aperte”. pensa possa portarlo a vincere, si Peccato che quelle porte siano state var- sbaglia di grosso. Se è vero che cate soltanto da iscritti mentre elettori e bisogna mettere in campo le procittadini che vorrebbero ascoltare chi è at- poste giuste, per conquistare il tivo in politica, persone interessate alle consenso elettorale ci vuole ben prospettive del centrosinistra locale, non altro che un’organizzazione territoriale che hanno avuto la possibilità di esserci per- non sa organizzare un congresso ricco di ché non informate. partecipazione. Se pensiamo che proprio a tutti questi sogSergio Rasetti getti si dovranno rivolgere i dirigenti locali e i candidati, nella prossima campagna elet- P.S. Mi scuso anche con tutti gli iscritti ma Per pubblicare i tuoi a nnunci : il pic co lo s e gn o@l ib e ro. it

la mia insistenza è motivata dall’impossibilità personale di accettare metodi che furono, in larga parte, democristiani e dei partiti satelliti; cosa che ha finito per tenere lontane dalla politica attiva tante persone che la pensano come me.

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ROCCA DI PAPA Gli extraterrestri sono tra noi... ma non lo sappiamo il Segno - Dicembre 2010

L’invasione degli ultracorpi mimetizzati nei movimenti di Daniela Di Rosa Ho dei cari amici che forse ingenuamente, o forse colpiti da tanti film americani, credono fermamente negli extraterrestri, anzi sono convinti che vivono tra noi, addirittura dentro di noi. Io da scettica mi limito a sorridere, dovrei dire mi limitavo perché da un po’ di tempo comincio ad avere dei seri dubbi. Esistessero veramente? Che ci sia sul serio l’invasione degli ultracorpi? Sono mesi ormai che questi dubbi affollano la mia mente. Come molte persone faccio politica ed è lì nel mondo dei partiti, dei tesserati, che gli alieni si sono palesemente manifestati… e qui a Rocca di Papa hanno fondato addirittura un movimento (per prendere il potere e sottometterci). Non ho altro modo per spiegare quello che accade ad alcuni miei amici e compagni di partito, ci sarebbe la schizofrenia ma non è il loro caso, sono proprio due entità diverse. Di giorno sono politici, rappresentanti, delegati o portavoci di una formazione politica, di “notte” si trasformano in cittadini liberi, strenui difensori dell’antipolitica. Si aggirano su facebook sotto mentite spoglie con proclami sulla messa al bando dei partiti, dei loro rappresentanti e simpatizzanti! Inneggiano al movimento per…, qualunque cosa va bene pur di non farsi riconoscere, aborrono le liste civiche ma in fondo, in fondo ne vorrebbero costruire una (se no che funzione avrebbe un movimento?). Da qualche parte bisogna andare, anche Beppe Grillo ne ha creato uno, il cinque stelle, proprio per far entrare i suoi in politica (e meno male).

La nostra Daniela Di Rosa con Nichi Vendola

elez

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il BORSINO 2011 dei CANDIDATI ioni

CENTROSINISTRA

Nel PD qualcuno starebbe aprendo alla possibilità di elezioni primarie per la scelta del candidato Sindaco. Ma resta alta la quotazione di un Boccia II

Massimo Saba, attuale Consigliere Comunale Udc, sarebbe il nuovo vice-Sindaco della Giunta Boccia

Se provi a spiegare che non è normale questa “doppiezza”, ed è eticamente criticabile, loro (anzi gli alieni che si sono impossessati di loro), cominciano una cantilena su sondaggi e possibilità di vittoria, sui vari Sindaci cattivi da abbattere… io non ho un alieno dentro di me, non credo che la politica così come la religione sia marcia, ma è marcio l’uso che se ne fa, credo invece in tanti uomini e donne che si impegnano mettendo sempre la propria faccia, io ci metto la mia, faccio parte di Sinistra Ecologia e Libertà, mi fido di Vendola (ma anche di tanti altri), guardo volentieri alla nascita di liste civiche, di movimenti, di patti, l’importante è non prendere in giro i cittadini per coprire questo o quel candidato… tanto più che oggi abbiamo il mezzo più democratico di tutti, le primarie. Impegniamoci per il bene del paese e della collettività… partiti, movimenti e liste!

elez

e il BORSINO delle COALIZIONI

ioni

201 1

Enrico Fondi, “vecchia volpe” della politica roccheggiana, starebbe dando vita a una lista civica sul modello de La Castagna Dopo il dietrofront di Sinistra Ecologia e Libertà sembrano diminuire le possibilità per Maurizio De Santis di candidarsi a Sindaco. Ma potrebbe partecipare alle primarie.

Barbara Frittella potrebbe partecipare in quota Sinistra Ecologia e Libertà alle elezioni primarie per la scelta del candidato Sindaco del centrosinistra

Bruno Fondi, primo segretario dell’Italia dei Valori, e Margherita Silvestrini (segretaria della seconda sezione Idv) sarebbero divisi sul da farsi Roberto Fondi viene indicato da più parti come possibile candidato di una lista civica di Rocca di Papa. Avrebbe già incassato il sì di Enrico Fondi.

CENTRODESTRA

Roberto Trinca, attuale Consigliere Comunale del PDL, dovrebbe a breve ufficializzare la sua candidatura a Sindaco del centrodestra.

Lista civica

Lista civica

CENTROSINISRA. Il Pd avrebbe già raggiunto un accordo con l’Udc, con l’API di Rutelli, con i Verdi regionali per il simbolo e con una parte del partito di Di Pietro. Quest’ultimo infatti a Rocca di Papa ha due sezioni che avrebbero idee diverse su dove e come collocarsi. Anche Sinistra Ecologia e Libertà ha due sezioni che avrebbero trovato però una linea comune basata sulle elezioni primarie per la scelta del candidato Sindaco del centrosinistra. La Federazione della Sinistra avrebbe già raggiunto l’accordo con Sinistra Critica. CENTRODESTRA. La Destra sarebbe intenzionata a procedere in solitaria. Il Pdl avrebbe quasi incassato il sì del nuovo partito di Fini. Un paio di liste civiche dovrebbero chiudere il quadro delle coalizioni.

Gino Del Nero, con il simbolo di Futuro e Libertà, starebbe puntando su un accordo con varie frange della destra roccheggiana. Alvaro Fondi, Segretario de La Destra, sarebbe pronto a sacrificare la sua candidatura per un personaggio di spicco del centrodestra roccheggiano.


ROCCA DI PAPA Dalla Fed.ne della Sinistra riceviamo e pubblichiamo Riceviamo e pubblichiamo 18

A proposito del “Papa nero”

Ci troviamo nuovamente nel pieno della campagna elettorale che porterà i cittadini di Rocca di Papa a votare in primavera e nell’agone della politica ricompaiono i soliti attori che fino a ieri e l’altro ieri hanno fatto parte dei Consigli Comunali, incaricati come Assessore o facente parte di strutture parallele di matrice politica e che durante la legislatura non hanno mai obiettato nulla sulle proposte politiche e che oggi avanzano un “nuovo” programma: facile cementificazione e ingiustificata tolleranza dell’abusivismo, privatizzazione dell’acqua, incremento delle antenne, etc. Gli stessi protagonisti della politica si stanno organizzando attraverso delle liste civiche per tentare di risalire la china non per una vera alternativa all’attuale Giunta ma per l’alternanza (che significa semplicemente sostituirsi non cambiando la linea politica); questa scelta delle liste civiche viene obbligata dalla nuova legislazione che prevede un ridimensionamento dei rappresentanti politici e degli Assessori nei Consigli Comunali (è emblematico lo spostamento repentino di un assessore incaricato presso la struttura del Parco Regionale). Leggevo su “Il Segno” che si sta cercando tra i politici un possibile “Papa nero” che possa riprendere in mano le redini di una seria politica, ma ricercarlo tra l’attuale gruppo etnico dei politici che hanno sempre condiviso tutte le scelte portate avanti dall’attuale Giunta di maggioranza mi sembra impossibile. Noi della Federazione della Sinistra in tutti gli anni che si sono susseguiti durante la nostra scelta di stare all’opposizione, con coerenza abbiamo sempre cercato di

trovare delle convergenze con le altre forze politiche della sinistra e per questo proponiamo alcuni punti sui quali possibilmente ragionare: - una concreta lotta al facile ed ingiustificato abusivismo; - una seria gestione della raccolta differenziata che veda partecipe tutta la città di Rocca di Papa, cercando di recuperare in parte i danni provocati dalla cattiva gestione della GAIA, che ha comportato un aumento del 37% della tariffa; - parcheggi a pagamento se necessari e giustificati in tutto il territorio per avere una razionalizzazione delle tasse; - un secondo Centro Anziani nel centro della città, possibilmente nello stabile del vecchio Albergo Europa di prossima apertura, oppure utilizzando un qualsiasi immobile del demanio comunale; - apertura nella zona Campi d’Annibale di un ufficio postale e di uno sportello bancario per evitare spostamenti dei mezzi privati e conseguentemente ridimensionare l’inquinamento atmosferico, - potenziamento del trasporto - Co.Tra.L. utilizzando i fondi pubblici (evitando di parlare della fantomatica Funicolare); - abbattimento delle antenne e non la delocalizzazione perché se è conclamato che creano dei problemi esiziali per gli esseri umani, spostare il problema presso altri lidi non significa trovare la risoluzione; - potenziamento delle strutture sanitarie; - un progetto di sviluppo per valorizzare le risorse del nostro territorio: l’ambiente e il turismo con la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani Per la Federazione della Sinistra Gennaro Spigola

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Precisazioni de La Destra sul ‘borsino’

Teniamo a precisare che come da Voi riportato sul “Borsino dei Candidati”(il piccolo Segno-Novembre 2010) “La Destra” non ha mai dato la propria benedizione a nessuno poiché, a tutt’oggi, l’unico partito di centrodestra a Rocca di Papa siamo noi. Il Pdl sul territorio non c’è, esistono singole persone che si autocandidano. La Destra da anni, con volantini e altri mezzi a disposizione, propaganda il fallimento di quest’Amministrazione; di fatto il Consiglio tutto è alle dipendenze dell’Ulivo (vedi incarichi vari ad attuali consiglieri di minoranza). La Destra è disponibile a confronti seri con forze democratiche di centrodestra, non certo a liste ibride o movimenti di persone che pensano di andare al governo di Rocca di Papa senza seri programmi, camuffate da liste civiche che creano solo situazioni favorevoli all’Amministrazione attuale (forse create dall’Amministrazione per dividere: vedi Castri e Saba). Gli articoli che spesso appaiono sul vostro giornale sono da anni nostre battaglie con volantini, unico mezzo che abbiamo a disposizione, pagati con soldi nostri e che forse pochi leggono: dalle antenne al piano regolatore alla sicurezza (fummo denigrati su questo) alla trasparenza, ecc.. Questa è la nostra posizione e non quella che altri pretendono. Siamo a disposizione di tutti quei cittadini che si augurano un’Amministrazione leale, corretta e priva di clientelismi. Auguriamo un Buon Natale e Felice Anno a tutti. Alvaro FONDI Segretario de “LA DESTRA” Rocca di Papa

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Una risposta necessaria

ROCCA DI PAPA

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Caro Movimento per Rocca di Papa la verità va cercata giocando a carte scoperte Abbiamo ricevuto una lettera da parte del “Movimento per Rocca di Papa” in merito al trafiletto apparso sul numero scorso del Segno (pag. 17) dal titolo “Il Movimento Civico si presenta” (che riportiamo per intero a lato), in cui si mettono in evidenza inesattezze da noi riportate, tra cui la data dell’iniziativa descritta, il fatto che l’ex vice-Sindaco di Rocca di Papa, De Santis, sia stato da noi menzionato tra i fondatori del Movimento stesso e alcune spiegazioni sulla “nascita” del Movimento. Poiché da parte nostra è stata avviata un’azione legale in merito ad alcune affermazioni contenute nella suddetta lettera, non ne possiamo pubblicare il testo ma alcune risposte sulle questioni aperte sentiamo il dovere di fornirle, soprattutto quando ci si accusa di “tristezza intellettuale” avendo noi semplicemente scritto che il Movimento “stando a voci ricorrenti, dovrebbe sfociare in una vera e propria lista civica per le prossime elezioni amministrative”. Appena ricevuta la lettera (peraltro firmata con un generico “Il Movimento per Rocca di Papa”), abbiamo cercato di comprendere che cosa di così assurdo e inventato avessimo scritto. Effettivamente, prendiamo atto dell’errore fatto nell’aver scritto “domenica 21 settembre” invece di “domenica 21 novembre”. Un refuso per il quale chiediamo scusa al “Movimento per Rocca di Papa” e ai nostri lettori. Per il resto non riusciamo a capire che cosa ci sia da smentire o rettificare. Ma partiamo dall’inizio. Il nostro collaboratore Sergio Rasetti l’11 novembre ci “gira” per email un breve comunicato in cui viene annunciata l’iniziativa pubblica del neonato Movimento. Come facciamo di solito (non essendo un giornale che si limita a pubblicare i comunicati stampa ma, cercando di dare informazioni approfondite ai nostri lettori, proviamo per quanto possibile ad “aprire” le notizie), abbiamo cercato di capire qualcosa in più, tenendo conto che alcune settimane prima il sottoscritto aveva ricevuto due telefonate: una proprio di De Santis

che cortesemente mi informava che a novembre ci sarebbe stata in piazza un’iniziativa pubblica di presentazione del Movimento; un’altra di Aldo Morana (Consigliere comunale in carica) che mi annunciava un’iniziativa pubblica del Movimento per Rocca di Papa. Ora le cose sono due: o De Santis e Morana hanno chiamato il sottoscritto annunciando una iniziativa non loro; oppure parlavano di un’altra iniziativa. E qui, proprio per cercare di chiarirci un po’ di più le idee, abbiamo approfondito ulteriormente la vicenda e abbiamo verificato che sia De Santis, sia Morana, sia altri dirigenti politici (in carica) di Rocca di Papa, figurano tra gli aderenti a questo nuovo Movimento. Cosa che per noi non rappresentava (e non rappresenta) uno scandalo da tenere nascosto ma, a quanto pare, per voi invece sì. Così, nel trafiletto, ci siamo limitati a scrivere che tra i fondatori c’erano “Maurizio De Santis, altri esponenti politici e della società civile”. Dalla lettera ricevuta, invece, voi affermate che quanto scritto è falso e, sulle vostre pagine facebook, prendete le distanze dai politici e dai partiti mettendo in evidenza le negatività e i fallimenti sia degli uni che degli altri. Caro Movimento, ma a che gioco stai giocando? La verità va cercata giocando a carte scoperte: tra gli aderenti al Movimento ci sono o no dirigenti politici? A noi risulta di sì, a meno che voi pensiate che i politici aderiscano al Movimento come persone e non, appunto, come politici. Ma scindere le due cose, viste anche le vostre affermazioni che sembrano cavalcare la cosiddetta anti-politica, sarebbe alquanto ridicolo. Però sarebbe sufficiente pubblicare la lista dei vostri aderenti e la verità emergerà. Noi siamo pronti a scusarci qualora avessimo commesso errori. Ma a questo punto chiedo anche a questi dirigenti di partito che fanno parte del vostro Movimento a che gioco stiano giocando: partecipano a riunioni partitiche e poi (come fossero dei moderni Houdinì) appendono la

Il Movimento Civico si presenta

Domenica 21 settembre il “movimento civico” fondato da Maurizio De Santis (l’ex vice-Sindaco dell’attuale Giunta PD) e da altri esponenti politici e della società civile roccheggiana si presenterà ai cittadini. L’iniziativa, stando a un comunicato in-

viato tramite internet, si svolgerà in piazza della Repubblica a partire dalle ore 11.00 e, in quell’occasione, verrà distribuito il manifesto fondativo del movimento che, stando a voci ricorrenti, dovrebbe sfociare in una vera e propria lista civica per le

giacchetta di partito fuori la porta e partecipano alle vostre riunioni parlando dei fallimenti della classe politica. Ciò che emerge da questa vostra “sprecisazione” è il prendere le distanze dai politici come se essere iscritto a un partito o avere un ruolo dirigenziale all’interno di esso sia un male assoluto. Per essere un Movimento nato da pochi mesi devo dire che la vostra coda di paglia è già lunga un chilometro. Prendiamo atto invece che non è vostra intenzione partecipare o presentare una lista civica per le prossime elezioni amministrative. Noi abbiamo paventato questa possibilità, perché di questo si è parlato per tanti mesi, e anche sulle pagine facebook del vostro Movimento figurano interventi che manifestano questi dubbi. Non credevamo che ciò rappresentasse per voi un’onta tale da provocare una reazione così spropositata. E arriviamo così alla “tristezza intellettuale” con cui additate il Segno. Credo che il nostro mensile, dopo dieci anni di attività, abbia dimostrato di essere un giornale serio, credibile e intellettualmente onesto, che spesso da solo ha parlato di argomenti scomodi. Non lo diciamo noi ma i tanti lettori che ogni mese “divorano” le nostre copie. Poi se non vi piace le cose che scriviamo o come le scriviamo basta non leggerci oppure, se vi ritenete diffamati, basta seguire le strade che la legge italiana garantisce a tutti i cittadini. L’ultima cosa riguarda i soldi che, come voi dite parafrasandoci (“stando a voci ricorrenti”) riceveremmo dalla Regione. Torno a ripetere che il Segno in

prossime elezioni amministrative. Nato inizialmente su facebook, il movimento starebbe ora cercando di farsi conoscere anche in modo concreto e visibile sul territorio, nel tentativo di far conoscere diffusamente i programmi e le idee per Rocca di Papa.

dieci anni di attività non ha mai ricevuto finanziamenti, sponsorizzazioni o altro né dal Comune di Rocca di Papa, né dalla Provincia di Roma, né dalla Regione Lazio, né dal governo, né dalla Comunità Europea, né dall’Onu, né dagli Stati Uniti o dagli eredi dell’Unione Sovietica. Lo ripetiamo su ogni numero. Altri hanno invece avuto accesso a questi finanziamenti (cosa su cui peraltro non c’è nulla di male visto che esistono leggi per accedervi), tra cui anche associazioni ambientaliste, culturali, ecc. ecc. Sull’oscuro (e grave) riferimento con cui avete concluso la vostra lettera, del tutto fuori contesto, è talmente oscuro (e grave) che non comprendiamo come si possa mettere a confronto un argomento tanto delicato e drammatico della nostra epoca rispetto a un’eventuale partecipazione a una tornata elettorale. Questa sì è “tristezza intellettuale”. Riportare “voci ricorrenti” su probabili liste elettorali è una normale pratica giornalistica, riportare “voci ricorrenti” (peraltro totalmente inventate da voi) su aspetti criminosi è oltraggioso, calunnioso e infamante. Per quanto mi riguarda, questo basta per stare bene alla larga dal vostro neonato Movimento. Desidero anche esprimere solidarietà a Maurizio De Santis, politico che stimo e apprezzo pur non condividendone sempre le posizioni (ma questo è un fatto normale in democrazia), perché è bastato scrivere il suo nome e si è scatenato l’inferno. Andrea Sebastianelli


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Cultura e

... dintorni

Il calore del Natale di tanti anni fa, quando la Befana... di Maria Pia Santangeli* Quando il freddo si faceva pungente e ci si radunava intorno al fuoco a “ragionare” di streghe e di legramànti, era segno che il Natale era vicino. Una quindicina di giorni prima della festa, arrivavano gli zampognari dalla Ciociaria, i lotricàri, con tanto di ciocie, zampogna e piffero. Giravano per le strade facendo ‘a novena, cioè suonavano per nove sere, dietro compenso di pochi centesimi, davanti alle case delle famiglie che avevano pagato una specie di abbonamento. (I lotricàri dormivano in qualche stalla). Le famiglie che pagavano non erano moltissime, ma sufficienti a far risuonare per tutto il paese, che per il freddo sembrava essersi come raggrumato, le note dolciastre e un po’ lamentose dei canti natalizi. I bambini a scuola imparavano le poesie che avrebbero recitato in chiesa e si sparpagliavano fuori dell’abitato in cerca di muschio per il presepe, mentre le donne preparavano forme di pan giallo, di pan pepato e biscotti con il miele, come oggi. Già da un mese nelle case si era cominciato a giocare a tombola e a carte fra amici e vicini, ma la sera della vigilia era quella della veglia, dei giochi e dei racconti interminabili, in mezzo ai quali si rispolveravano ricordi di vita militare, le solite storie tenebrose e gli aneddoti curiosi. I narratori mai come in quell’occasione erano vivaci e instancabili, da cui il detto, quando un discorso si annuncia prolisso: “Chésso reccòntamu ‘a sera ‘e Natale!”. La cena di quella sera era rigorosamente di magro e non mancava di cavolfiore, di baccalà, di patate e di mele e “per devozione” un pezzetto di capitone o di anguilla marinara. Nelle case più povere ci si contentava di ceci e baccalà. Anche le streghe facevano la loro comparsa la sera della vigilia, perchè, secondo alcuni, andavano in giro proprio in quelle ore e di conseguenza si trovavano molti pettini a mollo nelle acquasantiere della chiesa e per la strada si potevano incontrare alcuni uomini che camminavano armati di una scopa. (era voce comune che i pettini nell’acquasantiera impedissero alle streghe di guadagnare l’uscita della chiesa una volta che erano entrate; in tal modo restavano prigioniere ed erano costrette a chiedere a qualcuno di togliere i pettini, facendosi così scoprire). I bambini non ricevevano regali il giorno di Natale ma il giorno della Befana, ed

erano poche cose che i genitori ponevano nei calzettoni di tutti i giorni, attaccati la sera prima sotto la cappa del camino: un portigàllu (un’arancia), un mandarino, due fichi secchi, qualche pezzo di carbone; rarissimi i giocattoli). Eppure la mattina dell’Epifania, alla campana dell’arba, i bambini erano già svegli, ansiosi. Qualche padre o un parente buontempone improvvisava allora una scena nella cucina. “Lascia, lascia...” e buttava qualche sedia per terra, facendo immaginare una colluttazione con la Befana che non voleva scaricare i regali. E imitava anche la voce chioccia della vecchia. I bambini arrivavano sempre troppo tardi e non serviva più ripetere le “strofette”:

il Segno - Dicembre 2010

La Befana nei boschi di Rocca di Papa

Il nuovo libro di Saba

Grand Tour Rocca di Papa

Befana, Befanella, porta quaccosa a ‘sta riazzèlla Befana, Befanò porta quaccosa a ‘stu riazzò!

che gli adulti e i bambini avevano molte volte pronunziato durante le feste natalizie, invocando la Befana sotto la cappa del camino. Tutt’al più poteva cadere un mandarino, qualche caramella, un fico secco che l’ideatore della commedia buttava su per la cappa, mentre i bambini erano distratti. Che ci fosse la Befana sul tetto i bimbi erano convintissimi, una gran vecchia dispettosa, avara, che talvolta portava sì un giocattolino, ma spesso dopo qualche giorno se lo riprendeva, per ripresentarlo l’anno successivo. Molti genitori infatti riponevano i giocattoli per timore che si rompessero. (“Regali? Manco la prola c’era. Mi ricordo che un anno io e mio fratello ricevemmo una trombetta, colorata verde, bianca e rossa.Giocammo due o tre giorni, poi mamma ci ‘à levata. Recomparì l’anno appresso. E poi pe’ quattro o cinqu’anni di seguito ‘sta trombetta andava ‘n giro. E noi:O ma’, sempre ‘a stessa trombetta!...”). *tratto dal libro “Rocca di Papa al tempo della crespigna e dei sugamèle” (Edilazio, 2003)

L’ultimo libro ideato da Massimo Saba, “Grand Tour Rocca di Papa, la perla dei Castelli Romani”, era l’opera che mancava alla nostra città. Si tratta infatti di un libro che mette in risalto le sue tante, e a volte dimenticate, bellezze storiche, architettoniche e ambientali a testimonianza della ricchezza culturale del paese in cui viviamo. Ora quest’opera (245 pagine interamente a colori in un formato grande 30x25 cm- che mette in risalto la qualità delle immagini stesse) potrà assolvere al ruolo di carta d’identità civica dell’intera comunità roccheggiana, presentando anche didascalie e annotazioni in lingua inglese. La Provincia di Roma ha già inserito il libro di Massimo Saba tra i “beni culturali” che la Provincia presenterà in Cina in occasione della promozione del nostro territorio. Un riconoscimento importante per Massimo a cui va il nostro plauso. Per le festività natalizie sarebbe anche un bel regalo da fare visto che l’opera, per l’occasione, fino al 31 dicembre, sarà in vendita ad appena 15 €. (A.S.)


STORIE

il Segno - Dicembre 2010

IL RACCONTO DEL MESE

D

Cetara di Forio

ietro l’ultimo costone roccioso rivolto a Occidente sfumano, come fantasmi, i quattro alberi velati di una grande nave men- di Noga tre, lungo l’arco della breve baia, compaiono piccole vele e scafi rossi, brillanti nella prima luce solare, che si precipita giù lungo la scogliera sino a sfiorare la sabbia pietrosa della spiaggia. C’è anche un cuculo nascosto dietro il ramo di una gigantesca pianta grassa. Insistente lancia speranzoso il suo cucu-cu che si amplifica in una eco dalle sonorità cupe che non riescono a raggiungere il mare, ma si perdono nelle rughe scabrose dell’Epomeo. Ad un tratto Florentino Ariza balza fuori dal libro e si siede qui accanto... forse nella natura circostante ha intravisto una delle sue Antille, ma soltanto per un attimo, adesso soltanto: nell’ora del sole nascente, del mare verde e blu, del cielo altissimo e chiaro, delle cavalle di nuvole galoppanti all’orizzonte... ed è già sparito. Ma compaiono, leggere e colorate, le navi dei greci che in gruppo doppiano il costone. Si odono le grida dei marinai che finalmente hanno raggiunto un approdo dove erano annidate le agognate dimore dei loro dei... Un attimo: imbrigliato nelle proprie schiume un motoscafo si muove a balzi sull’acqua come un canguro e infine infrange la scena: forse era soltanto un fondale dipinto di un set cinematografico.

Il calore forma una cortina diafana attraverso la quale si intravedono tremolare figure di cose e di persone che appaiono giungere da un mondo sconosciuto. E’ proprio questa natura, che induce a vedere cose che non esistono? Non esistono? Il veliero, Florentino Ariza, le navi dei greci, il motoscafo, il calore del sole, il cuculo, l’Epomeo, non esistono? il sole, che inesorabile cala al di là della caligine dell’orizzonte e che si ferma per un attimo e grandiosamente risplende ancora di più nel suo rosso luminoso strisciato di lievi nuvole grigie, non esiste? Mentre il mare, lontano, si richiude su di esso, si risvegliano le fantasie della notte in un ciclo continuo, implacabile.Implacabile come il moto delle stelle che inseguono sempre la luna. Ma essa, vigliacca, cambia di continuo il proprio aspetto nel buio notturno. Ogni giro della notte è diverso fino all’alba quando ricompare il veliero con i suoi quattro alberi velati. Così di seguito: le navi dei greci, il cuculo, il motoscafo, l’Epomeo... Sempre così: cose vere dell’immaginazione. Non è così il vivere? Luglio 2010, Ischia

E

Noga “sbarca” a Città della Pieve

Il nostro Noga (Gabriele Novelli) va alla conquista di nuove “terre editoriali”. Infatti, dall’ottobre scorso, le sue “pennellate” di racconti vengono pubblicate anche sul “Moggio”, periodico locale di Città della Pieve. Sul numero 4 è stato pubblicato un suo racconto intitolato “Il Baccal”, del quale Gabriele ci ha regalato un brevissimo stralcio: “... Da quel giorno in poi le malelingue misero in giro la voce che in quella scuola gli alunni portassero un baccal nelle loro cartelle. Il Maestro decise allora di fare una lezione sul pesce merluzzo...”. Complimenti a Noga!

Il cartellone del Teatro Civico Rocca di Papa

Direttore Artistico: Alberto Querini

Via San Sebastiano, 20 - www.associazioneacs.it

Domenica 26 dicembre 2010

“Un Natale rosso Sherlok”

PREVENDITA: presso la cartolibreria “La cartaria”, Corso Costituente, 14 Rocca di Papa (escluso sabato)

di Francesca Draghetti - regia di Francesca Draghetti con Gerolamo Alchieri, Roberto Stocchi Altre informazioni: e Antonella Alessandro 347-6024928 - 06-9499340

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Frammenti

di Scrittura

In transito/4

(squarci di mambo) di Stefania Colasanti

Il suo incarnato color caramello, dolce come i seni che fuoriescono con generosità dalla scollatura della veste bianca, la stessa che scopre con sfrontatezza le spalle. Le sue labbra carnose sussurrano parole incomprensibili che per magia diventano familiari. Non vuole che lasci questo posto, che io chieda aiuto, dice che tutto andrà bene, Dio è con me e lei resterà al mio fianco fino alla fine. Chi sei? Cosa vuoi da me? Nel mio silenzio riecheggia: “MAMBO”. Mambo, ricordo di aver letto di te. Forse nell'agenzia viaggi dove con Julia ci siamo recati per la nostra prima vera vacanza, il viaggio di nozze rinviato di cinque anni. La mia donna, al sesto mese di gravidanza, vestiva il suo pancione con una leggera stoffa di chiffon rosa, i capelli lunghi e leggeri come seta svolazzavano insieme al trasparente abito da sposa.. tutto era delizioso tranne lo sposo. Eh sì! Eri troppo impegnato ad aggiungere ricchezza alla ricchezza tanto che, a due passi dall'altare, conversavi al cellulare con l'agente che ti forniva aggiornamenti finanziari. Il vero viaggio lo stai vivendo adesso: viaggio senza sole, stelle, pioggia, vento e arcobaleni. Un volo senza cielo! La bellezza leggera di quel giorno, un giorno che doveva essere il migliore della mia vita! Quel giorno è oggi! Qui, in questa stiva senza aria né luce, come un clandestino che poserà i piedi su quella terra chiamata libertà, vestito da cadavere. Il momento di ammettere di aver sbagliato, di sperare di rivederti per dirti quanto mi manchi, di sussurrarti all’orecchio che sei tutta la mia vita e che quel momento forse non arriverà mai.E’ un’urgenza quella di parlare con te, Julia! Dammi un segno, giungi fino a me ti prego! Non fermarti, continua a viaggiare, in qualunque posto tu sia, anche se respiri come me odore di morte, non fermare il tuo cammino spirituale. 4/Continua


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L’angolo della storia

CULTURA

I Promessi Sposi frammento d’Italia

di Vincenzo Rufini Ogni nazione del mondo ha un proprio poema letterario in cui riconoscersi e identificarsi; spesse volte si tratta di vicissitudini nazionali narrate in versi, altre delle medesime storie elaborate in forma di prosa. In Italia abbiamo la ventura di godere di un'ampia scelta letteraria, tanti sono stati i grandi scrittori che hanno lasciato una traccia indelebile del loro genio, si pensi solo all'Ariosto, al Tasso, al Boccaccio, all'Alfieri, al Foscolo, i quali hanno messo per iscritto il loro inesaurubile bagaglio di sentimenti, di emozioni, di riflessioni. Oltre ai citati estensori delle umane lettere annoveriamo fra i grandi di ogni epoca quel sommo poeta che fu Dante Alighieri con le sue opere immortali, quali la Divina Commedia, ma il poema nazionale che più si identifica con la nostra storia recente è senza dubbio I Promessi sposi di Alessandro Manzoni. Il romanzo storico che narra le vicissitudini di Renzo e Lucia lo si studia ai primi anni delle medie superiori e, invero, risulta quasi sempre indigesto agli studenti che devono prodigarsi sulle pagine del racconto, tanto per l'obbligo scolastico, che lo rende irto e ispido e di difficile lettura, quanto per una certa non troppo malcelata retorica risorgimentale che lo ha gonfiato di dannosi orpelli. Nell'andare degli anni si verifica, però, uno strano effetto, una singolare legge del contrappasso di alighieriana memoria, che induce lo studente di un tempo andato divenuto maturo passeggero della vita, a riprendere volontariamente tra le mani l'antico manoscritto manzoniano e a riconsiderare le passate concezioni, fino a creare un processo di osmosi profonda tra il lettore, nuovo e vecchio, e il romanzo. Ciò che non si era apprezzato nel tempo della scuola lo si ama di propria scelta nel tempo della maturità dell'esistenza. Il romanzo, definito nazionale dai critici letterari del tardo ottocento, rispecchia in pieno i vizi e le virtù dell'italiano medio; è ricco di ar-

chetipi, i quali dipingono, tramite la mano leggera e penetrante del Manzoni, più di qualsiasi trattato di antropologia l'essenza del popolo italiano. I personaggi maggiori del romanzo, Renzo e Lucia, Frà Cristoforo, l'Innominato, il cardinal Federigo Borromeo, don Abbondio, il conte zio, sono i personaggi di ogni tempo che hanno abitato l'antica Enotria. Renzo e Lucia, i due protagonisti, sono gente semplice e buona, cui capita di imbattersi in personaggi ed eventi più grandi di loro e contro cui nulla possono con le loro proprie forze. In loro si rispecchia la maggioranza della gente italica il cui scopo del vivere è quello di condurre un'esistenza serena e dignitosa pervasa da valori immutabili, senza attraversare la strada di nessuno. Il diritto di vivere la propria vita, un diritto inalienabile che a volte viene disconosciuto da eventi esterni e malvagi. Frà Cristoforo è un altro elemento cardine del libro, l'antico Lodovico del secolo decimo settimo che un'antica sopraffazione frutto di una visione superba della vita e che sfocia in tragedia, trasforma nel mite frate dedito all'amore verso gli altri ed alla comprensione assoluta, nemico del potente sopraffattore e vicino ai deboli e ai sofferenti. Incarnazione perenne della bontà, resa grande e forte dalle sbandate di gioventù, cui nessuno è immune. Il personaggio di don Rodrigo in-

La poesia del mese

il Segno - Dicembre 2010

carna lo spocchioso, prepotente e presuntuoso padroncino del luogo, reso più acido e malvagio dal suo potere dinastico ed economico; in base a questo potere si arroga il diritto di interferire nelle vite degli altri, giocando a suo piacimento e trattandoli come un puparo muove le marionette. Anche lui, però, alla fine roso dalla disperazione e dal rimorso, causati dall'indebolimento fisico dovuto alla peste, prova la paura di chi è rimasto solo e povero, perchè spogliato dei suoi beni dalla masnada che prima lo serviva. E' l'esempio eclatante dell'individuo che impernia la propria esistenza solo sulla forza, fisica ed economica, e quando questa viene meno e non avendo né forza morale, nè forza culturale, né valori a cui aggrapparsi diviene preda della disperazione assoluta. Per lui potrebbe adattarsi il passo di Dante "Di tal superbia qui si paga il fio". Altro personaggio importante è il cardinal Federigo Borromeo che si prodiga per due azioni di vitale importanza: aiutare Renzo e Lucia e redimere l'Innominato, compiendo un percorso degno di una fede perseguita con dedizione assoluta e priva di tornaconti personali. L'Innominato è il tipico esempio del delinquente più bieco capace di sporcarsi in ogni dove e di compiere il male verso chiunque, ma anche in fondo alla sua coscienza vi è un angolo di

Natale

Natale, come sempre è ritornato come sempre torna a far festa il mondo abbiam vestito l’abete profumato di fili d’oro e luci colorate e il Presepe di cartone è appena pronto. La gente che cammina per la via pare sia diventata tutta amica c’è un clima di squisita cortesia e ognuno fa gli auguri che porge “Pace fratello” sembra che ci dica. E’ proprio questo che ci invita a pensare e ci fa un po’ arrossire di vegogna! Perchè soltanto quando vien Natale sentiamo tutti di pace una gran voglia e ci mettiamo a posto la coscienza regalando a qualcuno un po’ di gioia. Un pacco dono a un vecchio abbandonato, un giocattolo a un povero orfanello un obolo e un sorriso a un mendicante,

bontà che ha bisogno solo di essere destato per poter riscattare tramite il bene tutto il male perpetrato in passato. Nel ruolo del conte zio Manzoni traccia il ritratto del potere in tutta la sua essenza profonda, il potere in ogni singola espressione e in ogni epoca; lo fa quando descrive il colloquio che ha con il padre provinciale dei cappuccini per allontanare Frà Cristoforo, il quale faceva ombra a don Rodrigo. Una pagina questa che sintetizza, più di un trattato di diplomazia, il potere che agisce nell'ombra. L'ultimo personaggio centrale del romanzo è don Abbondio, catalizzatore di tutte quelle negatività di cui sono affetti gli individui: l'egoismo, la paura, la visibilità vista come fonte di guai, il cinismo come mezzo di accomodamento di ogni disputa. Tipico eroe negativo, che pur pagando un prezzo di perdita della propria dignità ed immagine, alla fine riesce sempre a cavarsela a buon mercato; un concentrato di cinismo e paura a cui difetta in modo assoluto il coraggio. L'ultima metafora con cui l'autore spiega un grande tratto della storia d'Italia è costituito dall'episodio del passaggio del ponte di Lecco da parte delle truppe mercenarie. Dicendo: "Passano i cavalli di Wallenstein, passano i fanti di Merode, passano i cavalli di Anhalt … quando piacque al cielo, passò anche Galasso , che fu l’ultimo”, specifica in modo chiaro ed esauriente tutte le invasioni cui è stata sottoposta l'Italia, nel corso dei secoli, meglio di qualsiasi storico. Per concludere si indubbiamente affermare che I Promessi Sposi è sì un romanzo di alta levatura letteraria, ma è anche un affresco sulla storia d'Italia.

di Anna Giovanetti

che dietro ad un cartone rannicchiato ci saluti porgendoci il cappello. Ma poi...... tutto ritorna come prima, l’egoismo, la superbia, che credevamo aver dimenticato, tornano a prevaler nel nostro cuore. Ci lasciamo dietro il mondo e i suoi problemi e non ci importa quanta gente muore. E così ogni Natale che ritorna è pieno di promesse, di speranze, di fragili illusioni; promette il bimbo di essere più buono, presso la culla di Gesù Bambino, prometton pace tutte le nazioni e nei paesi in guerra c’è tregua per Natale, tacciono bombe e cannoni, ma sono là... pronti a ricominciare tra qualche giorno quando il presepe tornerà in soffitta, quando l’abete spoglio....appassirà!


RIFLETTORI

il Segno - Dicembre 2010

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L’angolo della psicologia

La tv di oggi frutto dell’ignoranza di ritorno

di Daniela Di Rosa

Mancano pochi giorni a Natale e già non ne posso più di santa Claus... già l’orgia di film per famiglie ha invaso il palinsesto (potrei non guardare la tv ma mi hanno affibbiato questa rubrica e almeno una sbirciatina devo darla), se parlo dei miei programmi preferiti (li sapete quali sono, quasi tutti su Raitre) mi danno dell’intellettuale... a meee! Grazie! Perché dovrei sentirmi offesa? E quando è cominciato a diventare un’offesa? Secondo uno studio del 2004 gli italiani risultavano per il 70% quasi analfabeti, cioè sapevano leggere, scrivere e basta, non leggevano e non scrivevano più, si limitavano, anzi si limitano

alle poche basi imparate a scuola, poi più nulla, nessuna voglia di sapere, di emanciparsi con in più il disprezzo verso chi quella voglia non l’ha mai persa... al contrario più invecchia e più aumenta il desiderio di conoscenza. Nessuno, come si dice, nasce “imparato”, è la curiosità che ci spinge a cercare altro! È questa mancanza di curiosità che mi allarma, tutto si può e, per alcuni, si deve vedere persino Beautifull o il Grande fratello ma non si può guardare solo quello, non può la mente essere monopolizzata solo dai programmi leggeri o d’intrattenimento, così il cervello si atrofizza e come un mu-

Rete per la legalità contro l’usura

E’ stata presentata a Roma, nella prestigiosa sala Martiri di Nassirya di Palazzo Madama, la Rete per la Legalità. Associazioni e Fondazioni contro il racket e l’usura. La nuova organizzazione, che si presenta la più grande per il numero e la qualità delle adesioni, si propone di offrire, a tutte quelle associazioni, fondazioni, confidi e comitati antiracket e antiusura, un luogo aperto al confronto e alla reciprocità. A presentare pubblicamente la Rete Lino Busà, Presidente di Sos Impresa, una delle associazioni promotrici che ha parlato di giornata storica per tutto il movimento. Numerosi gli interventi che si sono succeduti nella mattinata, da Roberto Battaglia, imprenditore casertano che ha denunciato alcuni esponenti del clan dei Casalesi, ad Antonio Anile e Franca Di Candia, imprenditori vittime di usura. Significative anche le testimonianze dei rappresentanti della associazioni aderenti alla Rete e i legali che da tempo seguono le vittime di usura ed estorsione in tutte le fasi della denuncia e del processo. Al termine della giornata, l’Assemblea ha eletto Lorenzo Diana nel ruolo di Coordinatore Nazionale della Rete per la Legalità. Personalità di grande prestigio e nome noto dell’antimafia civile di e sociale, Diana rappresenterà Ermanno per tutti quel valore aggiunto Gatta dell’impegno disinteressato e solidale che la Rete vuole interpretare. Il numero verde a cui le aziende potranno rivolgersi per avere assistenza è 800-900-767. Ilaria Signoriello

il T o c c o

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Ranieri e Melato

scolo qualsiasi non reagisce più agli stimoli esterni! Lo studio, la cultura è ginnastica mentale... provateci, all’inizio è faticoso ma poi si traggono molti benefici, come guardare alcune sere fa il teatro su Raiuno, e in prima serata, nientemeno che Filumena Maturano di Eduardo De Filippo, e per giunta in italiano, sarà la mia età che mi fa amare il teatro? Poi ho scoperto che è stato un successo, quasi sei milioni di spettatori e una buona parte giovani universitari… dovrebbero vergognarsi? E perché? Il mondo ci apprezza per la nostra cultura mica per la nostra ignoranza. Siamo al punto in cui l’intelligenza sta diventando una vergogna e la superficialità una virtù. Forse bisogna rimescolare bene il tutto, immettere un po’ di leggerezza nella conoscenza e un po’ di conoscenza nella leggerezza, agitare fortemente e ridistribuire alla popolazione… come si fa? Ridando peso alla scuola pubblica, fare in modo che i nostri figli imparino a pensare oltre che a leggere e scrivere... e non solo la tv futura sarà migliore ma il mondo stesso migliorerà.

Scrive una nostra lettrice:

Cara Dottoressa, ho 45 anni, sono single, ho un lavoro precario, un mutuo da pagare, sono spesso triste, apatica, stanca già dal mattino presto. Ho paura di essere depressa….

Gent.ma lettrice, colgo l’occasione con la sua mail, per annunciare che sabato 29 gennaio 2011 presso il C.P.A. Studio di Psicologia e Psicoterapia di Albano Laziale, via Ascanio 3, alle ore 16.30, terrò un incontro gratuito dal titolo “Depressione: vittime di noi stessi o artefici del nostro futuro?”, nell’ambito degli Incontri culturali del Sabato che riprendono dal 22 gennaio 2011. In tale occasione, avrò uno spazio maggiore per poter illustrare cos’è la depressione, e quali risorse ognuno di noi può trovare in se stesso, per risollevarsi con le proprie forze o cercando l’aiuto di uno specialista. Molti, infatti, sottostimano l’importanza dei sintomi che li affliggono pensando che passeranno da soli, o ricorrono ai farmaci senza affrontare una psicoterapia, che può prepararli ad un cambiamento positivo e avviarli ad un processo di autoconoscenza, necessario per poter affrontare e superare qualsiasi situazione di stallo, avviandoli ad una presa di coscienza delle proprie risorse e dei modi più efficaci per attivarle. Non potendo fare diagnosi a distanza, per correttezza e serietà professionale, la invito a partecipare, così che lei possa avere le idee più chiare riguardo all’argomento in questione. Cordialmente. Per scrivere alla Dott.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@ virgilio.it


il Segno - Dicembre 2010

il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna

Svringuli e svranguli

Ultima pagina

Con il libro che recentemente è stato pubblicato dalla nostra maestra e scrittrice Rita Gatta, sono tornati alla mente i ricordi del dopoguerra di quelli che all’epoca erano ragazzi. Il titolo del libro è “Svringuli, svranguli” e da un po’ di tempo non si parla d’altro. Nei bar, nelle osterie, in piazza... c’è sempre uno che chiede che cosa sono, dove si trovano, come sono fatti, se si mangiano e che sapore hanno. Nel libro viene spiegato molto bene (invitiamo i roccheggiani a comprarlo al più presto!). In italiano sono chiamati “cappelli dei preti”. Ma proviamo a spiegarlo seguendo le indicazioni del Maestro Carfagna. Svringuli, svranguli è un nome dato anticamente da qualche boscaiolo roccheggiano. Sono grandi come un chicco di cece, di colore rosso pallido a quattro spicchi. A primavera porta dei piccoli fiori bianchi come delle minuscole rose. In autunno prendono il nome di svringuli svranguli e sono in realtà il seme. Si trovano nei boschi e nei recinti dei terreni. Si tratta di un cespuglio che può raggiungere l’altezza di due metri con un diametro del tronco di sei cm. Ed ora veniamo ai ricordi del Maestro Carfagna. Era appena finita la guerra, la fame era tanta, si andava nei boschi e si mangiava tutto ciò che si trovava. A seconda della stagione, si assaporavano i sugamèle, le nazzarole, i rattaculi, i cacallauri, le “zazule” (piccole prugnette amare come il fiele), le nespole bastarde, i grugnali, ecc. Ma ciò che era davvero immangiabile erano proprio gli svringuli svranguli, quattro piccoli ossi duri insapori e non dolci. Quando si ritornava a casa, cercando qualcosa di buono da mangiare, si domandava alla mamma: “Maaa’! Che mmè magno?”. E la mamma rispondeva: “I svringuli svranguli!” come per significare che non c’era niente. I settantenni di oggi sono grati a Rita Gatta che ha fatto tornare loro in mente i ricordi (comunque belli) di tanti anni fa.

Padre (si spera) nostro

Padre nostro, sei nei cieli? Nel dubbio santifichiamo il tuo nome. Non sia mai ci rimettiamo il paradiso. Trascorsa da poco la giornata internazionale dei diritti del bambino, preghiamo per chi non ha diritti. Ovvero i bambini. Fa che i grandi capiscano che il globo terracqueo è in prestito, devono restituirlo a chi verrà dopo di loro, fa che “piccoli” non sia la dimensione dei diritti del bambino, anzi fa che siano più dei doveri almeno nell’età dell’innocenza. Fa che i bimbi siano i primi punti di riferimento in ogni sviluppo dei rapporti umani, comprese le beghe tra genitori, i litigi, i conflitti mondiali farciti di mine antiuomo. Proteggili fino a sembrare ridicolo, concedi la iperprotettività delle mamme occidentali anche a chi non sa come aiutare i propri cuccioli. Fa che tutti abbiano un plotone di tate, possano preservare i propri figli da traumi con la T maiuscola, concedici di insegnargli i grandi dolori per meglio comprendere le grandi gioie. Fa che in certe occasioni i figli possano essere ignorati. Nel senso di lasciati in pace, preservati da pedofili, ma anche da psichiatri infantili arroccati in manuali freudiani ma poco avvezzi alla realtà. Se possibile tutelali anche da noi genitori e dalle nostre perversioni di educazione perfetta, complessi di colpa e shopping compulsivo di giocattoli, abbi cura di loro anche di fronte a maestre con sindrome da appiattimento cerebrale e omologazione infantile, ma anche governanti collusi. Fa che dal loro vocabolario siano classificati desueti i termini: mafia, strage, camorra, n’drangheta, guerra, violenza, stupro e chi più ne ha più ne ometta per sempre. Fa che possano respirare come in cielo così in terra, senza esalazioni mefitiche o cumuli di rifiuti con cui dividere la loro vita, dagli oggi il loro pane quotidiano senza doverselo sudare. Inducili in tentazione, specie chi muore di fame, dagli da mangiare fino a sazietà. Rimetti a loro i nostri debiti, perché non li paghino per noi. Fa che nessuna colpa precipiti su di loro a causa nostra. Concedi a loro un altro Sordi, Tognazzi, Gassman, Totò, Stanlio e Ollio, Monicelli, o comunque chi, attraverso note, arti visive, vie per arrivare al cuore attraverso i sensi, gli muova qualcosa che porti alle lacrime, di gioia, di dolore. Fa che abbiano ricordi, perché così potranno chiamare la loro vita, vita. Così sia, perché così dovrebbe essere. di Ettore Zanca (e con lui si associa l’intera redazione del Segno nell’augurarvi un felice Natale)


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