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Pablo. Un quartiere da scudetto
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Dal 2002 diviene quartiere autonomo e sul suo territorio, che costeggia il Parco Ducale, oltre all’ospedale, si trova l’EFSA
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Il quartiere Pablo è un’invenzione moderna. Se si pensa che fino al 1923 la zona attuale del Pablo era divisa amministrativamente in due parti: a nord della via Emilia nel Comune di Golese, e a sud nel Comune di San Pancrazio. Poi, da quell’anno il Comune di Parma, per Regio Decreto, allargò i suoi confini inglobando questo territorio, che viene ad avere una sua vera e propria denominazione nel 1979, quando viene istituzionalizzata la III Circoscrizione “Pablo-Golese-S.Pancrazio”.
DI SERENA SASSO
Dal 2002 diviene quartiere autonomo e nel suo territorio oltre all’ospedale, si trova l’EFSA (Autorità Europea Sicurezza Alimentare) su Viale Piacenza che porta al Ponte delle Nazioni. Oggi, da oltre vent’anni è un popoloso quartiere a nord-ovest del centro, con 15.500 abitanti in 2 Kmq (densità = 7.750 ab/Kmq), ed è delimitato dalla linea ferroviaria ParmaLa Spezia ad ovest, dal Poligono di Tiro di via Reggio a nord, dal torrente Parma e dai viali di circonvallazione ad est e da viale Rasori e via Volturno a sud. Fino al ‘900 era territorio di aperta campagna, suddiviso tra i poderi della famiglia Boc-
Tra i più popolosi della città, tra i suoi ex-abitanti anche Stefano Pioli, il mister del Milan campione d’Italia
chi (sotto Golese) e i terreni degli Ospizi Civili (sotto S.Pancrazio). Pochi casolari sparsi, in quella zona che nei decenni successivi vide una vera e propria esplosione edilizia. Merito dell’individuazione, da parte della giunta comunale di Parma Zanzucchi, per l’ubicazione del nuovo Ospedale Maggiore, proprio nei terreni degli Ospizi Civili, detti Prati di Valera. Nel 1915, il Primo Ministro del Regno d’Italia, Antonio Salandra, posò la prima pietra di un complesso ospedaliero all’avanguardia. Fu ultimato nel 1926, mandando definitivamente in pensione dopo 725 anni di servizio, l’ospedale vecchio di Via D’Azeglio. Da lì in poi la zona

circostante divenne un fiorire di palazzi e centri residenziali a nord e a sud di via Gramsci. Successivamente venne creato il piazzale che diede il nome al quartiere, Pablo, nome di battaglia di Giacomo di Crollalanza, siciliano di Modica (Ragusa), uno dei primi organizzatori della resistenza partigiana sull’Appennino Parmense, deceduto nel 1944 a Bosco di Corniglio, durante una rappresaglia nazifascista. A determinare un ulteriore sviluppo urbanistico è stata la decisione di costruire il Ponte a Nord, progetto però rimasto incompiuto fino ad ora per quel che riguarda il suo utilizzo e in parte abortito, non procedendo alla costruzione di nuovi edifici lungo il torrente, ma soprattutto la decisione di insediare l’EFSA (Autorità Europea Sicurezza Alimentare) in viale Piacenza, eliminando il vecchio campo da baseball e il centro sportivo circostante. Il Pablo rimane un quartiere fortemente caratterizzato dalla presenza dell’ospedale, che lo comprende per intero e conta un alto numero di residenti stranieri (al pari Oltretorrente e Parma centro). Nel quartiere Pablo un residente su quattro non possiede la cittadinanza italiana. Il regista Pietro Me-
Carta d’identità del Quartiere Pablo
Numero abitanti: 15.280 (4748 famiglie) Età media abitanti (2020): 12,00% (0-14), 15,01% (15-29) 50,32% (30-64) 22,68% (over 65) Livello anzianità: Età media 45,13 anni Famiglie monopersonali: 3.327 (44% del totale) Sesso della popolazione: 47,81% maschi e 52,19% femmine Superficie: 1,97 Kmq Stranieri: 3.969 (25,8%) Numero scuole: 8 Densità popolazione per Kmq: 7.756 abitanti (tra le più alte) Popolazione in fascia d’età 0-29 27,01% Dimensione nuclei familiari: Medio piccoli (2,16 per famiglia)
Aree storiche: Prati Bocchi (area viale Osacca, Prati di Valera (area Ospedale Maggiore)

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dioli ha provato a raccontare il quartiere in un film, nato da un’idea di Antonio Benassi e girato tra maggio del 2014 e l’inizio del 2015, il lungometraggio è un documentario che cerca sia di ricostruire la storia di uno dei quartieri più popolari di Parma, sia di mostrare com’è oggi, raccontandone le storie degli abitanti. Una curiosità, il Pablo è anche il quartiere di Stefano Pioli, l’allenatore parmigiano che ha vinto lo scudetto con il Milan e che ha giocato da piccolo nella squadra che aveva sede proprio qui, iniziando a tirare il pallone nel cortile della parrocchia. Ma prima di lasciare il quartiere Pablo, non si può non ricordare il Marétt, oggi non fa più parte geograficamente del quartiere. Il Maretto è un’ansa della Parma, negli anni Cinquanta/Sessanta la “meta di villeggiatura dei parmigiani”, una piscina naturale dove si poteva andare senza pagare, popolata di rane e pesci, luogo amato dai pescatori, anche se non privo di insidie, tante sono le storie di annegamenti, congestioni e incidenti. In quel punto “la Parma si allarga, curva e si stringe seguendo le friabili sponde e lambendo spontanee spiagge di sabbia e ghiaia”, ma è anche un luogo dominato da una folta vegetazione e tanta suggestione, con l’idea di immergersi in una piccola foresta amazzonica appena fuori dalla città, al limite del quartiere Pablo. Per chi lo volesse vedere oggi, “Strada Maretto” si trova appena oltre l’autostrada, in zona Fiera, proseguendo dopo il nuovo ponte a Nord e quello della tangenziale.
Chi era il partigiano “Pablo”
Giacomo di Crollalanza, noto col nome di battaglia “Pablo” (Modica, 1917 – Bosco di Corniglio, 17 ottobre 1944), è stato un ufficiale e partigiano italiano, Medaglia d’oro al valor militare. Dopo aver frequentato l’Accademia militare di Modena, con il grado di capitano fu inviato in Albania col 3º Reggimento Granatieri. Ferito durante uno scontro, venne rimpatriato nel maggio del 1943 per essere curato. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si diede alla macchia ma cadde in mano ai tedeschi mentre tentava di raggiungere la famiglia in Sicilia per trascorrervi la convalescenza. Il 13 maggio 1944 riuscì però ad evadere dal carcere di San Francesco di Parma, durante un bombardamento alleato che colpì un’ala del penitenziario, e a raggiungere l’Appennino emiliano. Con il nome di battaglia “Pablo” fu tra i primi organizzatori delle formazioni partigiane nell’Appennino parmense. Divenne leggendario in Val Ceno per l’audacia delle sue azioni, e divenne comandante della 31ª brigata Garibaldi. Alla formazione del Comando Unico Operativo del parmense, fu eletto comandante il 3 settembre 1944, nell’assemblea di Pian del Monte, nei pressi di Borgo Val di Taro. Sorpreso a Bosco di Corniglio dai tedeschi durante una riunione del Comando Unico, che aveva sede vicino all’albergo Ghirardini, il 17 ottobre 1944 cadde colpito da una raffica, mentre saltava da una finestra del primo piano dell’albergo per salvarsi. Sul posto vi è la lapide dei vari caduti di quel giorno. Giacomo Ferrari, il partigiano “Arta”, prese il suo posto come comandante dei partigiani della Val Parma. Nel 1946, l’Università di Parma, per onorarne la memoria, conferì a Crollalanza la laurea ad honorem in Ingegneria.
