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SALVATORE FANCELLO (Dorgali 1916-Bregu Rapit 1941) Penultimo di dodici figli, Salvatore nasce da Pietro Fancello e Rosaria Cucca, in una famiglia contadina di disagiate condizioni economiche. Manifesta giovanissimo spiccate doti di disegnatore. Conclude nel 1927 le classi elementari e si diploma presso la Scuola di Avviamento professionale a Dorgali nel 1929, iniziando a lavorare come apprendista nel laboratorio artigiano di ceramica e pelletteria di Ciriaco Piras; qui ha modo di mettere a frutto le proprie capacità manuali e inizia a sperimentare con le argille. Nel 1930 partecipa a un concorso bandito dal Consiglio per l’economia corporativa di Nuoro vincendo una borsa di studio per i corsi dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Monza, diretto da Guido Balsamo Stella. Parte da Olbia il 28 ottobre 30
con Giovanni Pintori, parimenti assegnatario di borsa di studio e giunto a Monza alloggia nel convitto annesso alla scuola nella Villa Reale. Frequentato il corso preliminare, accede alla sezione di Ceramica rivelando a docenti e colleghi doti di apprendimento rapido e straordinarie capacità nel disegno e nel modellato. Nel 1931 fa gruppo con Giovanni Pintori e Costantino Nivola di Orani, giunto anche lui a Monza con borsa di studio; in questi anni frequenta l’ISIA anche Pietro Mele, giovane di Dorgali iscritto alla sezione di pittura. Ha come insegnanti di Tecnica degli smalti e Tecnica delle costruzioni rispettivamente Karl Walter Posern e Virgilio Ferraresso. Tra gli altri cattedratici: Ugo Zovetti, Arturo Martini, Pio Semeghini, Raffaele De Grada. All’ISIA, il nuovo direttore Elio Palazzo compie una revisione dei programmi: sostituisce Martini con Marino Marini, affida la grafica pubblicitaria a Marcello Nizzoli, storia del-
l’arte, critica, costruzioni, descrittiva e conferenze a famosi esponenti della cultura e dell’architettura razionalistica come Edoardo Persico, Giuseppe Pagano, Agnoldomenico Pica, Giovanni Romano, Pietro Reina e Raffaello Giolli. Nell’estate 1933 espone due lavori alla IV Mostra interprovinciale sarda di Belle Arti a Cagliari. Nel 1934 si diploma Capo d’arte. Inizia a frequentare il laboratorio di Virgilio Ferraresso a Padova sperimentando nuovi materiali. Rientra a Monza per il biennio di perfezionamento, avendo come docente di Composizione Umberto Zimelli. I suoi lavori, segnalati dalla Direzione tra gli esiti migliori della produzione dell’ISIA, vengono esposti alla mostra permanente degli elaborati della scuola e ne illustrano i pieghevoli pubblicitari. Conseguito a Monza il diploma di Maestro d’arte, nell’estate del 1935 torna per le vacanze in Sardegna, nell’occasione espone alla IV Mostra sindacale di Nuoro e alla V Mostra dell’artigianato e piccola industria di Cagliari (ricevendo un premio acquisto per un cinghiale in terracotta) e frequenta il laboratorio dorgalese di ceramiche di Simeone Lai. Nell’autunno, ospite a Padova di Virgilio Ferraresso, già suo docente, realizza un vasto corpus di ceramiche mettendo a frutto ogni suggerimento del maestro e perfezionando ulteriormente le tecniche di smaltatura (gran parte dei lavori andranno perduti nel periodo bellico). Collabora con sculture in gesso a soggetto di animali alla Mostra della Montagna a Torino, accanto a Zvetteremich e Nivola (l’installazione riporta le tre firme). Nel 1936 partecipa alla VI Triennale al Palazzo dell’arte di Milano con un’ampia parete graffita a soggetto coloniale, dodici piastrelle ceramiche a figurare i mesi e dodici segni zodiacali, un mosaico di piastrelle litoceramiche (firmato con Nivola), vasi e numerosi pezzi da vetrina. Ai Segni zodiacali è assegnato il Gran premio della Triennale. L’attività di Fancello, sostenuta da Giuseppe Pagano, viene segnalata dalla critica. L’artista si trasferisce con gli amici Nivola e Pintori a Milano dove frequenta l’ambiente della cultura razionalista. Nel 1937 amplia le proprie conoscenze e frequentazioni: il disegnatore Saul Steinberg, i poeti Raffaele Carrieri e Leonardo Sinisgalli, il ceramista Tullio d’Albisola, il funzionario del Ministero dell’educazione nazionale Giulio Carlo Argan, Giulio Rosi della Sovrintendenza alle antichità di Torino (questi ultimi acquistano alcune sue sculture). Lavora per la Mostra del Tessile a Roma (un bassorilievo di ceramica e graffiti), realizza installazioni con figure geografiche e statue d’angeli mutuate dai coevi presepi per i negozi Olivetti a