Caschettes di Belvì Denominazione locale: caschettes. Area di diffusione: Belvì. Vitalità dell’uso: uso vivo. Occasione: tutte le occasioni da cerimonia. Forme e caratteristiche: dolce ripieno la cui superficie esterna è costituita da una sottile striscia di pasta violada (ben lavorata con lo strutto), di semola, tagliata con rotelle dai bordi variamente frastagliati, farcita con un ripieno di miele e nocciole, aromatizzato con scorza d’arancia grattugiata. La caratteristica di is caschettes è lo spessore quasi impalpabile della sfoglia, traslucida, che una volta cotta assume una consistenza croccante. Modalità di preparazione: per la farcia si scalda il miele, lo si porta ad ebollizione e vi si aggiungono a poco a poco le nocciole macinate e la scorza d’arancia, leggermente tostate e tritate in precedenza, tenendo il fuoco basso. Quando il conglomerato raggiunge una consistenza omogenea si spegne il fuoco e si lascia raffreddare il tutto.
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Per la sfoglia si impasta la semola con l’acqua e si lavora molto bene, introducendo a poco a poco lo strutto, finché l’impasto non risulta elastico e si lascia allargare e distendere tanto da diventare trasparente, senza rompersi. Dopo averlo lasciato riposare, si procede a stirare la pasta in sfoglie sottilissime, quasi impalpabili, e a ritagliarle con la rotella tagliapasta doppia in strisce lunghe circa 20 cm e larghe 4. Si sistema il ripieno, modellato a guisa di grissino, al centro della sfoglia e si procede, dopo aver chiuso le due estremità, ad arricciarla formando una sorta di girandola a volute. Si decora il dolce così ottenuto con la trazea (‘confettini colorati’) e si inforna a calore basso per alcuni minuti, il tempo necessario alla cottura della sfoglia sottilissima, che deve però rimanere bianchissima. Note: in passato erano i dolci che lo sposo offriva alla sposa, donde la locuzione “dolci della sposa” con riferimento a is caschettes. La sfoglia sottilissima, quasi impalpabile, veniva