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Arbutus unedo L.
STORIA
Arbutus unedo L. Nome comune Corbezzolo Nome sardo Olidone, Olidoni, Olioni, Lidone; Mela di lidone (Nuoro); Ulioni, Ghilisoni (Gallura); Arbòsc (Alghero); Cariasa (Bolotana) Nome francese Arbousier Nome inglese Strawberry tree Famiglia Ericaceae Parte utilizzata foglia, radice Costituenti principali arbutina, metilarbutina e idrochinone tannini (16-37%) Attività principali antisettica urinaria antinfiammatoria, astringente Impiego terapeutico cistite, prostatite
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ianta caratteristica del bacino mediterraneo, è ricordata dagli antichi con il nome di “albero delle fragole” e ciò fornisce una prima indicazione sull’aspetto dei frutti, vagamente simili alle fragole ma più farinosi e di sapore meno gradevole. La pianta era conosciuta anche come albatro, dal latino arbutus a sua volta derivante da arbor = albero. Arbutus e unedo sono termini di incerta origine di cui già i Romani si servivano per indicare la pianta: Plinio (I sec. d.C.) fa risalire unedo a unum e edo (“io ne mangio uno”), riferendosi al fatto che i frutti sarebbero malsani e, quindi, da usare con moderazione. Dioscoride e Galeno (I e II sec. d.C.), in questo, concordano con Plinio e il primo dichiara che «l’Arbuto nuoce allo stomaco, e fa dolere il capo. Mangiandosi punge il palato e la lingua come se fosse pieno di reste». Di tale pericolosità non parla Teofrasto (IV-III sec. a.C.) il quale, dopo aver descritto chiaramente il corbezzolo, afferma che il suo frutto è mangereccio. Ulteriore conferma sulla commestibilità dei frutti ci viene da Clusio che, nel XVI sec., dichiarava di aver fatto copiosamente uso delle
bacche senza registrare gli inconvenienti di cui parlavano Plinio, Galeno e Dioscoride. Della pianta tratta anche Virgilio (I sec. a.C.), sia nelle Bucoliche che nelle Georgiche, e ricorda come il corbezzolo servisse da alimento all’uomo «prima che Cerere insegnasse loro a coltivare la terra». Diverse citazioni sul corbezzolo si ritrovano nel De re rustica di Columella (I sec. d.C.), dove viene annoverato tra i frutti silvestri più graditi agli animali. Le bacche sono per questo autore un ottimo alimento per capre, maiali, tordi da allevamento e, schiacciate, per i pesci da vivaio. UTILIZZO MEDICO
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l corbezzolo viene impiegato come antisettico urinario per la presenza di arbutina, glucoside idrochinonico, e tannini. Recentemente sono stati isolati altri glucosidi, gli iridoidi asperuloside e gardenoside ad attività antinfiammatoria ed analgesica. La tintura madre, ottenuta dalle foglie fresche, risulta utile nel trattamento della cistite e della prostatite acuta in quanto oltre alle proprietà antisettiche favorisce i processi riparativi a livello della mucosa uretrale. In caso di cistite è preferibile utilizzare Arctostaphylos uva ursi L. (uva ursina), pianta più ricca in arbutina (5-15%), rispetto al corbezzolo più ricco in tannini (16-37%) e quindi in grado di determinare facilmente irritazione a livello del tratto gastrointestinale. La radice e le foglie venivano impiegate nel