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La porta dell'Inferno

di Sarrie Patozi

No, non è il titolo di una storia apocalittica, ma il nome dell’enorme cavità i n f u o c a t a i n Tu r k m e n i s t a n , n e l deserto di Karakum, precisamente a Derweze. Le sue origini sono incerte: c’è chi sostiene che nel 1971 un gruppo di geologi sovietici alla ricerca di idrocarburi abbia perforato per errore una sacca di gas naturale situata nel Turkmenistan. Il terreno avrebbe quindi franato dando vita ad una spaventosa voragine lunga 60 metri e profonda 20. La situazione necessitava di una risposta repentina: gli scienziati decisero quindi di incendiare la zona ed evitare così che il metano si spandesse nell’aria. Il cratere continua a bruciare da allora. Secondo altri, il cratere si sarebbe formato negli anni '60, mentre le fiamme sarebbero state innescate non prima degli anni '80.

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Il Turkmenistan è uno stato dell’Asia centrale confinante a nord con il K a z a k i s t a n , a n o r d - e s t c o n l’Uzbekistan, a sud con l’Iran e l’Afghanistan, ad ovest con il Mar Caspio. La sua capitale è Aşgabat, città da cui “la porta del diavolo” dista soli 260 km, mentre la popolazione si aggira intorno ai 6 miliardi. L’attuale presidente turkmeno Gurbanguly Berdimuhamedow, in carica dal 2007 con il 97% dei voti, è apparso alla TV nazionale per divulgare la notizia che il governo sta "cercando una soluzione per spegnere le fiamme” che da 50 anni “sta danneggiando sia l’ambiente che la salute delle persone nei dintorni”. Dalle fonti sappiamo che non è la prima volta che il presidente avanza una richiesta del genere. Già nel 2010 aveva ordinato ai propri scienziati di trovare il modo per estinguere le fiamme, ma la cosa non ebbe seguito. Successivamente, nel 2018 lo stesso Berdymukhamedov aveva rinominato il cratere 'Lo splendore del Karakum' a causa del forte bagliore visibile anche da lunga distanza. Il disastro ambientale è diventato ormai un’attrazione turistica: vicino al cratere è infatti presente una strada con diverse tende per i migliaia di visitatori che ogni anno si recano in questo luogo. La nazione asiatica è il quarto più grande giacimento di gas naturale al mondo e gran parte dell’economia del Paese si basa su questo tipo di guadagno: Mosca ha di recente annunciato che la Russia ha raddoppiato le importazioni di gas dal Turkmenistan arrivando a toccare quota 10 miliardi nel 2021.

Non a caso il presidente ha toccato questo punto nel suo messaggio televisivo: "Stiamo perdendo risorse naturali di valore che potrebbero produrre profitti importanti e che potremmo usare per migliorare il b e n e s s e r e d e l n o s t r o popolo”. Con un PIL pro capite a parità di potere d'acquisto di 8.641 dollari nel 2012, il Turkmenistan si attesta come il paese e c o n o m i c a m e n t e p i ù avanzato dell'Asia centrale d o p o i l K a z a k i s t a n .Nonostante ciò l’economia del Paese è ancora fragile e fatica a decollare: la disoccupazione è al 60%, tra le più alte al mondo, l'inflazione è all'11% ed è in fase di crescita, e stando a dati del 2003 il 58% della popolazione vive sotto la soglia di povertà.