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Asimmetrie
Solo se sapremo riconoscere le asimmetrie, le potremo trasformare in valore anziché in crepe del sistema.
DI ANDREA SIRONI — PRESIDENTE DI ASSICURAZIONI GENERALI
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Per definizione, l’asimmetria è l’assenza o la violazione di una simmetria, prevista o immaginata, e può avere conseguenze anche decisive in un sistema. La simmetria aiuta a interpretare con immediatezza, a cogliere “al volo”, è il linguaggio dell’universo e della matematica, la rappresentazione della perfezione. Ma come diceva Franz Kafka – che, oltre ad essere lo scrittore geniale che tutti conosciamo, fu anche impiegato delle Assicurazioni Generali, per un breve periodo all’inizio del '900 – “la vita umana è un istante imperfetto”.
La simmetria per l’essere umano è una ricerca, costante ma inarrivabile, un tentativo continuo di piegare (e spiegare) il caos e trasformarlo in un sistema più omogeneo ed equilibrato. Non è un caso se per questo numero del Bollettino abbiamo scelto di mettere l’accento sulle asimmetrie, in un momento storico che ripropone da un lato situazioni considerate diffusamente ormai impensabili e inaccettabili –l’invasione di uno stato sovrano, la minaccia atomica, il ritorno a catene di produzione sempre più corte se non addirittura nazionali – dall’altro ci pone davanti a problemi mai vissuti fino ad ora – i cambiamenti climatici derivati dall’attività antropica. Nel corso della sua storia questa rivista – che con il prossimo numero taglierà il traguardo dei 130 anni – ha attraversato e raccontato la vita delle Generali in una società che, pagina dopo pagina, il Gruppo stesso contribuiva a trasformare, aiutando le persone e le imprese a costruire un futuro più sicuro, prendendosi cura delle loro vite e dei loro sogni.
Oggi sentiamo che l’interconnessione con il contesto in cui operiamo è sempre più stretta, che è sempre più necessario comprendere le dinamiche globali e calarle già a partire dalla governance delle imprese, nel modello di rischio, nell’orizzonte strategico delle società. È sempre più necessario ascoltare, aprire la discussione, scardinare le certezze, includendo le diversità, che ci vengono in aiuto per comprendere l’asimmetria. Con questa consapevolezza, il Bollettino di Assicurazioni Generali apre la discussione sulla complessità che caratterizza questo momento storico, sulle asimmetrie che, sebbene siamo in grado di riconoscere, rischiano di trasformarsi in fratture e renderci testimoni di cambiamenti che non siamo ancora in grado di comprendere, tanto meno di governare.
Una delle asimmetrie più evidenti è quella tra sistemi democratici e autoritari, e la conseguente polarizzazione che attraversa le nazioni. La pandemia ha velocizzato questo processo e innescato una crisi economica che ha amplificato le disuguaglianze sociali e reso ancora più vulnerabili le categorie fragili. Anche all’interno dell’Europa le politiche comuni non sono ancora riuscite a scardinare l’asimmetria tra Est e Ovest (ma anche tra Nord e Sud) che impatta sul tenore di vita dei suoi cittadini. Spesso meglio delle parole parlano le immagini, che catturano con immediata nitidezza quelle disuguaglianze davanti alle quali rischiamo spesso di passare troppo frettolosamente nella nostra realtà quotidiana. Le città rappresentano un altro livello di lettura importante: sono piccoli mondi, luogo d’incontro tra nuove e vecchie popolazioni, con rioni che definiscono, e talvolta marchiano, chi vi abita. Il centro e la periferia delle nostre città sono una metafora sociale.
Abbiamo imparato qualcosa dal passato? La speranza è che, pur riproponendo molti degli errori che la storia ci ha insegnato, abbiamo finalmente capito che l’asimmetria va compresa, accettata e governata affinché non si trasformi in frattura, compromettendo il sistema intero. Non è sufficiente cercare di mitigare i suoi effetti, significa invece sviluppare il suo potenziale positivo affinché possa trasformarsi da forza disgregativa in opportunità di costruire una società più solida. Oggi non serve solo assistere chi ha necessità, sperando che non ne abbia più in futuro: serve investire nei talenti, nel merito e nell’impegno, immaginando una società che finalmente funziona perché punta sul futuro. A cominciare dall’istruzione.
Buona lettura