Il Basco Azzurro 5/2019

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5-2019

IL BASCO AZZURRO

BA

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE AVIAZIONE ESERCITO

ANNO XXXVII - NUMERO 5 - 2019 / NOVEMBRE DICEMBRE

il BASCO AZZURRO

PRESENTATO IL CALENDARIO

2020


Il giubileo Lauretano concesso da Papa Francesco, in occasione dei cento anni dalla proclamazione della Madonna di Loreto “Celeste Patrona di tutti gli aeronauti” e dei viaggiatori civili e militari che utilizzano il trasporto aereo, avvenuta il 24 marzo 1920, ha avuto inizio l’8 dicembre 2019 con la cerimonia di apertura della Porta Santa del Santuario della Santa Casa a Loreto, e si concluderà il 10 dicembre 2020. Nel corso dell’anno giubilare, i fedeli potranno ricevere l’indulgenza plenaria non solo varcando la Porta Santa del Santuario della Santa Casa a Loreto, ma anche visitando le Cappelle degli aeroporti civili dove verrà collocata una statua raffigurante la Madonna di Loreto che seguirà “un viaggio itinerante”. Il programma giubilare prevede, infatti, tre statue raffiguranti la Madonna di Loreto che visiteranno: una gli aeroporti nazionali, un’altra alcuni scali internazionali, e una terza quelli militari. Il viaggio itinerante è partito dall’aeroporto di Ancona il 9 dicembre 2019, per farvi ritorno il 10 dicembre 2020. Negli aeroporti coinvolti sono previste cerimonie di accoglienza per l’arrivo e la partenza della statua raffigurante la Madonna di Loreto, oltre che azioni di comunicazione e promozione dell’iniziativa rivolte ai passeggeri e a tutta la comunità aeroportuale.

PIANO DI VOLO DELLA MADONNA PELLEGRINA NEGLI AEROPORTI CIVILI ITALIANI DATA 09 dicembre 2019 22 dicembre 2019 9 gennaio 2020 28 gennaio 2020 18 febbraio 2020 10 marzo 2020 31 marzo 2020 21 aprile 2020 12 maggio 2020 2 giugno 2020

PARTENZA Ancona Pescara Bari Roma Fiumicino Cagliari Milano Linate Palermo Catania Torino Milano Malpensa

ARRIVO Pescara Bari Roma Fiumicino Cagliari Milano Linate Palermo Catania Torino Milano Malpensa Bergamo

DATA 23 giugno 2020 14 luglio 2020 4 agosto 2020 25 agosto 2020 15 settembre 2020 29 settembre 2020 20 ottobre 2020 10 novembre 2020 24 novembre 2020 10 dicembre 2020

PARTENZA Bergamo Reggio Calabria Napoli Genova Venezia Verona Trieste Bologna Firenze Perugia

ARRIVO Reggio Calabria Napoli Genova Venezia Verona Trieste Bologna Firenze Perugia Ancona


Presidente nazionale

EDITORIALE DEL

C

arissimi soci, con questo editoriale - che accompagna l’ultimo numero de “il Basco Azzurro” del 2019 -, desidero porgere un sentito ringraziamento ai presidenti di sezione, ai loro consigli direttivi e a tutti quei soci che hanno collaborato allo svolgimento delle attività messe in atto dalla nostra Associazione, a livello centrale e periferico. Il 2019 ha visto impegnata l’Associazione su diversi fronti, sia per ottemperare alle direttive statutarie che prevedevano l’elezione delle cariche sociali, sia per gli eventi di rilievo che hanno interessato l’Aviazione dell’Esercito. In tale contesto mi preme ringraziare il Comandante dell’AVES, Gen. B. Paolo Riccò, per averci reso partecipi nella riconsegna delle gloriose bandiere di Guerra ai reggimenti AVES dello scorso 10 maggio, durante la cerimonia per il sessantottesimo anniversario della costituzione della Specialità. In quell’occasione sono stati i presidenti di sezione a consegnare le bandiere ai Comandanti dei reggimenti. Fu proprio a seguito di quella importante cerimonia, e in virtù della ristrutturazione che ha interessato tutti i reparti della Specialità che è maturata l’idea di realizzare, per la prima volta, in collaborazione con il Comando AVES, il CAAE e i Reggimenti dell’AVES, un calendario che rappresentasse un chiaro e sicuro documento storico da trasmettere in eredità alle giovani generazioni dei Baschi Azzurri. Si è trattato di un progetto impegnativo che si è concluso con la partecipazione attiva dei rappresentanti dei reparti alla presentazione del calendario ANAE 2020, a dimostrazione della sinergia che ormai da diversi anni si è stabilita tra l’AVES e l’ANAE, una forza viva che ha permesso di portare a compimento numerosi progetti comuni con i risultati di cui tutti andiamo fieri. Colgo l’occasione per augurare al comandante dell’AVES, a tutti i Baschi Azzurri in servizio in Italia e all’estero ed ai loro familiari un sereno Natale e un 2020 denso di soddisfazioni e di aspettative realizzate. Con l’anno che si sta spegnendo all’orizzonte si concludono le celebrazioni del 40° anniversario della costituzione di Italair, di cui abbiamo rievocato fatti, avvenimenti ed esperienze che hanno visto protagonisti i nostri Baschi Azzurri. In questo numero, insieme a tanti altri temi, troverete la storia dei tormentati anni del Paese dei Cedri, raccontata da un altro punto di vista. È la saga di una famiglia italo-francese che ha vissuto direttamente gli anni laceranti della guerra civile, subendone le tragiche conseguenze. E solo grazie ai nostri soldati, a Italair e all’impegno delle Forze di pace, dopo tanti anni, il sole è risorto su Beirut. In proposito, mi piace ricordare ancora una volta come il nostro periodico, non solo riesce a trattare argomenti che accompagnano la nostra quotidianità, ma spesso li precede. E’ il caso del devastante problema della variazione del clima. Dopo l’articolo titolato “Aspetti migratori economici e politici delle variazioni del clima”, in questo numero si anticipa financo la copertina del prestigioso “Time” che ha eletto l’attivista svedese Greta Thunberg persona dell’anno. Non posso concludere senza inviare un referente pensiero ai nostri caduti e alle loro famiglie, e a quei Baschi Azzurri che quest’anno purtroppo ci hanno lasciato. Sappiano i loro cari che saranno sempre i benvenuti nelle sedi delle nostre sezioni. A voi e alle vostre famiglie l’augurio più sincero per le imminenti festività, nella speranza che il nuovo anno possa intercettare i vostri desideri e portare soprattutto serenità e salute. Buon Anno a tutti. Sergio Buono


PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE AVIAZIONE DELL’ESERCITO www.anae.it email: presidenza@anae.it Strada Toscanese 28 - 01100 Viterbo codice fiscale 90012140563 Aut. Trib. di VT n. 281 del 16/11/83 iscritto al ROC n.21973 Anno di fondazione 1983

Calendario ANAE 2020: L’AVES C’È SEMPRE

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DIRETTORE Sergio Buono DIRETTORE EDITORIALE Marino Zampiglia ilbascoazzurro@anae.it

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Festa delle Forze Armate

DIRETTORE RESPONSABILE Marco Celli Realizzazione e stampa a cura di: Free Mind Editing Srls Tel. 0761.1762423 www.freemindediting.it - info@freemindediting.it HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Fausto Amadori, Raffaele Aruanno, Paolo Bazzano, Giuseppe Bodi, Francesco Bonesi, Carla Brocolini, Maurizio Cancilla, Gianluca Carofalo, Michele Cervo, Emanuel Contino, Modesto Cretella, Stefano De Rosa, Santo Di Guardo, Vito Di Noto, Paola Roncaglia Durant, Ranieri Geronzi, Salvatore Mastrangelo, Alfredo Merrone, Francesco Morera, Vincenzo Rapposelli, Ermanno Ricci, Silvia Russo, Cesare Rutili, Pamela Sabato, Andrea Santarossa, Stefania Salvucci, Sara Spitalieri, Salvatore Torre, Angelo Valentini, Massimiliano Zonta, Riccardo Scarsella.

La collaborazione è aperta a tutti Gli elaborati inviati, anche se non pubblicati, rimangono di proprietà del Basco Azzurro. La direzione si riserva, a termini di legge, di modificare e ridurre gli articoli quando necessario e/o per esigenze tipografiche di spazio. Non è consentita la riproduzione anche parziale di testi e foto senza l’autorizzazione dell’editore. Gli articoli ed i servizi rispecchiano il giudizio ed il parere degli autori che li firmano e se ne assumono la responsabilità. La collaborazione con la rivista è a titolo gratuito. I collaboratori a qualsiasi titolo non vengono remunerati. © Tutti i diritti riservati

Grazie “CINO”

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Addio “Sestante” benvenuto RECOSUTA

14 La chitarra al vento 19 1000 NH90 flight hours achieved by the QEAF Crews 23 L’ultimo eroe di El Alamein ci ha lasciato 28 La preghiera degli elicotteristi di Maria Concetta Micheli 29 Cronaca dalle Sezioni 35 Sezione “Muscarà” e solidarietà 37 Settimo raduno delle “Aquile delle risaie” 38 Un’emozione per tutti: 32° corso P.O.A.

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IL 1° GRUPPO SQUADRONI

“SESTANTE”

ENTRA NELLA STORIA 3000 ore di volo per lo Shadow 200

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I

Non solo elicotteri!

A proposito di clima

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l 31 ottobre 2019, il 1° Gruppo Squadroni di Sostegno “Sestante” dopo 22 anni nei quali ha provveduto a garantire costantemente le attività logistiche sia del CAAE sia del Comando AVES, e mantenuto a livelli altissimi l’efficienza dei velivoli garantendo, grazie alle straordinarie capacità tecnico-professionali del suo personale altissimi standard di sicurezza, ha concluso la sua vita operativa ed è passato alla storia. Il sestante, simbolo del reparto, dopo essere passato di mano dei dieci comandanti che si sono avvicendati al prestigioso comando, è stato consegnato dal primo comandante Col. Cesare Rutili e l’ultimo il Ten. Col. Luca Ingrosso, in nome e per conto di tutti i baschi Azzurri che hanno avuto l’onore di far parte del reparto al Gen. Luigi Casamassima, segretario Generale dell’ANAE per la sua conservazione nel museo dell’AVES.

AIR SHOW 2019

40 Cronaca dai Reparti 66 Teatri operativi 67 251° sqd. ALE “I temerari” 72 Luoghi da visitare: Civitella del Tronto 77 La musica della ragnatela 78 Notiziario 80 Ricordi

Da sinistra i colonnelli Rutili e Ingrosso e il generale Casamassima


0 2 0 2 E A N A O I R A D CALEN Quando i fiumi hanno esondato, i terremoti spinto le persone ad uscire dalle proprie case, i crolli dei ponti e della rete viaria reso impossibili le operazioni di soccorso per via ordinaria, il “flappeggio” delle pale degli elicotteri, si è tramutato da rumore amico a note di salvezza. Gen. B. Paolo Riccò

Ogni qualvolta è stato necessario intervenire, specie dove altri non ne avevano la possibilità o le capacità, l’Aviazione dell’Esercito c’è sempre stata: a nord come a sud, in montagna come sul mare, in tutte le stagioni dell’anno gli elicotteri dell’AVES hanno raggiunto i luoghi dell’emergenza. Gen. B. (ris.) Sergio Buono 4

L’AVES

di Marino Zampiglia

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l 28 novembre 2019, nell’aula magna dell’Università degli Studi della Tuscia, l’Associazione Nazionale Aviazione dell’Esercito, ha presentato il suo tradizionale calendario alla presenza di autorità civili e militari e di numerosi cittadini che hanno occupato ogni ordine di posti. Il sindaco di Viterbo dott. Giovanni Arena ha portato i saluti del Consiglio Comunale di Viterbo. L’Aviazione dell’Esercito, era presente con il Comandante Gen. B. Paolo Riccò, i comandanti delle Brigate, il comandante del Centro Addestrativo AVES, i comandanti dei Reggimenti e il comandante del riconfigurato 4° gr. sqd. sostegno “Scorpione” con i sottufficiali di Corpo e un gran numero di Baschi Azzurri in servizio. Anche quest’anno il calendario ANAE, è stato presentato da una


C’È SEMPRE Il sindaco di Viterbo Giovanni Arena

madrina d’eccezione che fa parte del mondo dei Baschi Azzurri: Federica Di Gion, giornalista, attrice

di cinema e di teatro, figlia del compianto pilota istruttore Col. Giuseppe Di Gion; straordinaria “padrona di casa” che ha tenuto alta l’attenzione degli oltre 200 spettatori per più di due ore, dimostrando un’altissima professionalità che ha dato lustro alla nostra presentazione. Il calendario 2020 si è potuto realizzare grazie alla disponibilità offerta dal Comando Aviazione Esercito e all’attiva partecipazione dei Comandi dei reparti, a dimostrazione della sinergia che da diversi anni si è stabilita tra l’AVES

e l’ANAE e che ha permesso di portare a compimento progetti comuni con ottimi risultati. Ne è scaturito un documento di 36 pagine che consente di rendere il calendario ANAE 2020 un chiaro e sicuro riferimento storico da trasmettere in eredità alle giovani generazioni di Baschi Azzurri. Ogni reparto che lo scorso maggio ha ricevuto la bandiera di guerra, compreso il 3° REOS che l’aveva giù ereditata nel novembre 2014, occupa due pagine utilizzate dagli stessi reparti per descrivere la loro storia e raccontare un evento

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cALEnDARIO AnAE 2020

caratterizzante il reparto stesso. Tali operazioni hanno sollecitato la realizzazione di un calendario, focalizzato sulla narrazione della nuova configurazione dell’AVES e il suo peculiare impegno “duale” che pur mantenendo inalterati i compiti istituzionali, le ha permesso di ergersi a componente essenziale tra gli organismi che operano 6

nell’attività di protezione civile nazionale. Nella storia della Specialità molti e decisivi sono stati gli interventi nello specifico campo grazie alla dedizione e alla professionalità dei suoi equipaggi di volo che giornalmente svolgono il servizio di pronto intervento ininterrottamente nelle 24 ore e grazie anche

alla preparazione tecnica del personale dei reparti di sostegno che opera per mantenere in efficienza gli aeromobili al fine di svolgere qualsiasi missione con un alto gradiente di sicurezza. Il titolo, “L’AVES c’è sempre”, vuole testimoniare che oggi, come ieri, l’AVES con il suo personale e i suoi velivoli, continua a operare


“RECITARE È COME VOLARE” per solleciti e immediati interventi su tutto il territorio italiano. Un impegno senza soluzione di continuità in ogni giorno dell’anno. Ogni qualvolta sia stato necessario intervenire, l’AVES c’è stata sempre. L’AVES c’è, L’AVES c’è sempre, l’AVES c’è sempre stata, sono gli slogan che con dei racconti in pillole accompagnano il lettore in un percorso tendente a far conoscere come l’AVES nei suoi sessantotto anni di vita, sia sempre intervenuta per soccorrere chiunque fosse in difficoltà. L’AVES c’è sempre: nelle valanghe, nei terremoti, per salvare persone, boschi e abitazioni dal fuoco, nelle alluvioni, nelle emergenze sanitarie. L’AVES c’è perché dietro una

Specialità che rappresenta l’élite delle nostre Forze armate, ci sono degli equipaggi, donne e uomini coraggiosi, professionali, sempre disponibili, dal forte senso del dovere e dello Stato Il documento rende merito alla dedizione e alla capacità professionale dei Baschi Azzurri di ieri e di oggi che, con missioni spesso svolte in condizioni marginali, hanno contribuito ad alleviare le sofferenze di coloro che hanno subito le conseguenze degli effetti ormai sempre più frequenti dei cambiamenti del clima. Al termine della presentazione, ai comandanti è stato donato un quadro con incorniciate le due pagine del calendario riguardanti la storia e l’evento caratterizzante il loro reparto.

Federica Di Gion lo scorso 30 maggio si è esibita presso il teatro Porta Portese a Roma, in uno spettacolo diretto da Francesca Antonaci, in arte “Gegia”. Federica ha interpretato fra gli altri, due monologhi: “Mirandolina” da La Locandiera di Goldoni e “Sam” da Birdman, film del 2014 con Michael Keaton ed Emma Stone. Due personaggi, classico il primo e moderno il secondo, entrambi impegnativi che hanno riscosso il consenso del pubblico e dei critici presenti. Nel dialogo tratto da “Il Clan delle Vedove”, brillante commedia newyorkese invece, Federica ha interpretato Lucille, una sciupa uomini frizzante e irriverente. Federica Di Gion da anni lavora in televisione con partecipazioni in reti private italiane, come opinionista a Forum su Mediaset e Bravissima su Sky. Ha partecipato quale attrice di fiction in: Il Nome della Rosa, Alta Infedeltà, Furore 2, Oltre la soglia, Don Matteo 12 e film come Il Traditore e Io sono Mia. “Recitare - ci ha detto Federica- è la mia passione più grande, equiparabile a quella che aveva mio padre per il volo, per il CH e per il Basco Azzurro. Recitare è un po’ come volare, una grandissima emozione. Grazie a mio padre ho capito che non si può fare un lavoro senza amarlo e i risultati arrivano solo con l’impegno costante e i sacrifici. A Lui dedico i miei piccoli e grandi successi”. A Federica, gli auguri per una brillante carriera. Angelo Valentini 7


cALEnDARIO AnAE 2020 gLI InTERvEnTI DEI RAPPREsEnTAnTI DEI REPARTI AvEs

Ten. Col. A. Lopreiato - COMAVES

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Lgt. L. Piscopo - CAAE

1° Lgt. E. Lodato - 1° Idra

Ten. Col. GL. Bertozzi - 5° Rigel

Ten. Col. A. Filograsso - 2° Orione

Cap. magg. capo A. Lucciola - 4° Altair

Cap. S. Laboranti - 3° Aquila

Ten. A. Bandiera - 1° Antares

Magg. P. Sabato - 7° Vega

Cap. L. Finocchi - 4° Scorpione

Ten. Col. G. De Salvo - 2° Sirio

Ten. Col. C. Bertolino - 3° REOS


4 nOvEmbRE 2019

FESTA DELLE FORZE ARMATE

VITERBO

RICORDATI I CADUTI DI TUTTE LE GUERRE

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ono passati 101 anni dal termine della 1^ Guerra Mondiale e il 4 novembre 2019 la città di Viterbo si è riunita in un simbolico abbraccio per ricordare il sacrificio dei caduti nella festa delle Forze Armate e dell’Unità nazionale. Dopo ore di pioggia e vento che hanno sferzato la città e la provincia, il sole ha accolto i partecipanti presenti al Sacrario di Piazza dei Caduti. Tutte le massime autorità militari, civili e rappresentanti istituzionali hanno accolto i labari e i vessilli delle associazioni combattentistiche e d’arma che, unitamente a una compagnia interforze, si sono schierati nel luogo del sacello che ricorda i caduti. Numerosi i soci che guidati dal neo Presidente della

sezione “Muscarà”, Brig. Gen. Salvatore Mastrangelo, hanno partecipato all’evento. Il prefetto Giovanni Bruno accompagnato dal Comandante dell’AVES, Gen. Paolo Riccò, ha passato in rassegna il picchetto militare interforze. Dopo la deposizione di una corona d’alloro al monumento, sono stati letti i messaggi del Ministro della Difesa e del Presidente della Repubblica. Alle 17,00 l’ammaina bandiera ha concluso una giornata intensa, come sempre commovente e nel ricordo di chi si è immolato in nome e a difesa della nostra amata Italia. Angelo Valentini Foto Buratti

CASERME APERTE A VENARIA REALE

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ell’ambito delle commemorazioni del 4 novembre, è stato celebrato il "Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate" presso l’aeroporto Mario Santi di

Venaria Reale, sede del 34° Distaccamento Permanente “Toro”. Con la celebrazione del 4 novembre, istituita a ricordo di un evento che rappresenta patrimonio prezioso della storia delle Forze Ar-

mate e dell’Italia, si vogliono rafforzare, specie nei giovani cittadini, quei valori e sentimenti di orgoglio dell’identità nazionale a ricordo degli innumerevoli caduti per la Patria. 9


fEsTA DELLE fORzE ARmATE In particolare, nel corso della giornata, presso il reparto di volo comandato dal Tenente Colonnello Corrado Motta, è stata allestita una mostra statica con un elicottero UH-205A e una serie di equipaggiamenti, mezzi e materiali dell’Aviazione dell’ Esercito, dove scolaresche e cittadini hanno avuto la possibilità di interagire con il personale militare e conoscere da vicino la realtà della Forza Armata presente sul territorio venariese. Si è rinnovato il sodalizio con l’Associazione 296 Model Venaria che, insieme all’Associazione Turistica Pro Loco di Altessano -Venaria, erano presenti alla mostra statica con materiale fotografico e diorami militari. Alla solenne cerimonia dell’alzabandiera hanno partecipato il

Commissario Straordinario della città di Venaria Reale, Dottoressa Laura Ferraris, una classe del Centro di formazione professionale Formont di Venaria, rappresentan-

LA SEZIONE “RIGEL” A REDIPUGLIA

L’

aquila del Vessillo della sezione ANAE Rigel, scortata dai suoi Baschi Azzurri, ha presenziato alla cerimonia svoltasi presso il Sacrario Militare di Redipuglia. Tra le altre Autorità, è intervenuta la dott.ssa Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato. Hanno partecipato alla cerimonia le scolaresche con le Bandiere d’Istituto di varie Scuole locali. La motivazione della Medaglia d’Oro al Milite Ignoto è stata letta, con voce forte e parole sentite, dalla prof.ssa Paola Carnielli dal Din, Volontaria della Libertà, decorata della Medaglia d’Oro al Valor Militare e Paracadutista di Guerra. Il vessillo Rigel, con i suoi Baschi azzurri, nella stessa data, ha partecipato alle varie cerimonie di Casarsa e Pordenone.

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ti dell’ Associazione Nazionale Aviazione Esercito – sezione “M.O.V.M. Carmine Calò” oltre a numerose autorità civili. 1° Mar. Maurizio Cancilla


“GRAZIE CINO” I

l 3 ottobre 2019 abbiamo onorato la “carriera” del CH47C, l’elicottero che per noi rappresenta anni di volo, sacrifici ed esperienze di vita indimenticabili. Era il 1973 quando per la prima volta un CH47 rullava all’interno dell’aeroporto Fabbri, i pionieri di quei giorni, hanno dato inizio alla Tribù dei Chinook, che ancora oggi vive e opera grazie agli insegnamenti dei primi equipaggi di CH. Da quel lontano 1973 sono passati ben 46 anni e da allora, sorvolando i cieli di mezzo mondo, il Cino ha supportato l’Esercito Italiano in quasi tutte le missioni fuori dal territorio nazionale, dall’Albania alla Somalia, dal Kurdistan al Mozambico e all’Iraq passando per il Kosovo fino alla più recente in Afghanistan. Innumerevoli sono state le missioni di soccorso durante le calamità naturali che hanno colpito il nostro Paese, dagli interventi nei terremoti in Valtellina e della provincia de L’Aquila, ai soccorsi durante l’emergenza di Rigopiano, fino alle campagne antincendio: solo nel 2017 ha portato a termine più di 60 missioni di AIB per un totale di circa 100 ore di volo. Per tutti questi motivi è doveroso ringraziare questo meraviglioso elicottero, che per noi è come un buon padre di famiglia e ci ha

sempre portato a casa, anche quando le situazioni non erano delle migliori. Solo in una occasione, questo non è successo; nella tragedia di Abu Dhabi del 30 marzo 1980, purtroppo l’EI803 portò con sé 10 nostri commilitoni che abbiamo ricordato con la madrina del 1° Rgt. AVES “Antares”, signora Ombretta Bartolini, deponendo un mazzo di fiori sul Monumento ai nostri Caduti. Ora con la riconoscenza e il ri-

spetto dovuto all’amato e vecchio Cino, con affetto, lo accompagneremo nei voli dell’ultimo periodo della sua “carriera” che sanciranno il passaggio di consegne di “Capo tribù” al CH47F, elicottero che erediterà tutte le vecchie esperienze mescolandole con il necessario progresso tecnologico. Grazie Cino Il comandante col. Raffaele Aruanno e la Tribù dei Chinook 11


ADDIO “SESTANTE”

Benvenuto

S E V A M O C l e d A T U S O C E R A Viterbo la cerimonia di chiusura del 1° Gruppo Squadroni di Sostegno “Sestante” e di assunzione del comando del neo costituito Reparto Comando e Supporti Tattici del Comando Aviazione dell’Esercito.

di Silvia Russo

I

n pochi possono effettivamente comprendere quanto possa essere doloroso dire addio a qualcosa che, nel tempo, è diventato parte integrante di una realtà di appartenenza; in molti meno possono sentire quel magone silenzioso che si risolve nel fragoroso plauso di un ricordo condiviso che lentamente prende forma tutte le volte che qualcosa finisce. Chiudere un capitolo non è sempre facile, soprattutto se si tratta di uno dei simboli cardine che hanno accompagnato il Centro Addestrativo Aviazione dell’Esercito nel corso delle sue innumerevoli attività, lavorando sempre dietro le quinte della nostra bellissima realtà azzurra. La cerimonia del 31 ottobre 2019, svoltasi presso il Piazzale della Bandiera della Caserma “D. Chelotti” di Viterbo, ha ufficializzato la soppressione del 1° Gruppo

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Squadroni di Sostegno “Sestante” e l’avvicendamento al Comando del Reparto Comando e Supporti Tattici del Comando Aviazione dell’Esercito, nato lo scorso 31 maggio. Il Gruppo “Sestante”, organicamente inquadrato alle dirette dipendenze del Centro Addestrativo Aviazione dell’Esercito ha provveduto, sin dalla sua nascita nel 1997, al sostegno logistico di aderenza non solo del Centro ma anche del Comando Aviazione dell’Esercito. I 10 Comandanti che nel corso di questi anni hanno popolato con i loro volti la parete dell’edificio ora destinato al nuovo reparto, hanno voluto ripercorrere i ricordi di quanto fatto insieme, Discorso del Ten. Col. Ingrosso

con la consapevolezza di chi lascia un pezzo di cuore dietro il legno di un vecchio portone appena chiuso. In questi 22 anni di vita, il Gruppo si è occupato di garantire costantemente le attività logistiche che, oltre all’area TRAMAT, hanno inglobato anche le tante attività in cui è stata coinvolta la Specialità. Nello specifico ci si riferisce all’addestramento di base dei volontari come quello svolto in passato per i Moduli K, all’addestramento avanzato in caso di impiego in operazioni nazionali, Operazione “Strade Sicure” o estere, all’addestramento per gli operatori antincendio, ai corsi di scuola guida, nonché alle scuole e alle cam-


pagne di tiro per elicotteri nei diversi poligoni nazionali. Il Gruppo ha inoltre assicurato, per quel che riguarda la peculiare attività di manutenzione degli elicotteri, la giusta gestione dei potenziali, mantenendo sempre alti gli standard valutativi nei termini delle ore di volo per l’addestramento, il mantenimento e la riqualifica per piloti e tecnici di aeromobili condotti dal 1° Gruppo Squadroni “Auriga”. La sottile nota di commozione che ha contornato il discorso del suo decimo e ultimo Comandante, il Tenente Colonnello Luca Ingrosso, ha risuonato sul piazzale dell’Alzabandiera quasi a voler sottolineare quanto il Sestante rimarrà, nei cuori di chi lo ha vissuto, quella pagina sempre aperta dentro al voluminoso libro che porta il nome di Aviazione dell’Esercito. Nell’operato del Sestante rimarrà la firma indelebile dei baschi azzurri che hanno fatto parte di questa grande famiglia e oggi, a fare “un passo avanti” verso ciò che sarà il futuro, è proprio uno degli ex comandanti del Gruppo, il Colonnello Francesco Meo, nella veste di nuovo Comandante del Reparto Comando e Supporti Tattici del Comando Aviazione dell’Esercito. La cerimonia dello scorso 31 ottobre, ha altresì visto l’assunzione del Comando del Battaglione Servizi e Supporti Tattici del neo costituito RCST del COMAVES, da parte del Ten. Col. Giorgio Zaccaria. Nato il 31 maggio 2019, il Reparto Comando e Supporti Tattici del COMAVES, è uno dei risultati della riorganizzazione del comparto Aviazione dell’Esercito. In questo contesto, il nuovo reparto mira al raggiungimento della full ope-

Il Col. Meo assume il comando del RCST

Il Comandante del Centro Addestrativo passa in rassegna lo schieramento

rational capability (FOC), attraverso il graduale passaggio di competenze, personale, mezzi e materiali con gli altri EDRC AVES di Viterbo. L’Ente, con sede a Viterbo, ha il duplice compito di accentrare le funzioni real life a favore degli EDRC di stanza in Viterbo in diversi settori logistici: commissariato, trasporti e materiali, sanità e supporti al suolo e di garantire il supporto alle unità dipendenti dal COMAVES, rischieramento operativo/addestrativo, proiezione; occupandosi inoltre delle competenze infrastrutturali per l’aeroporto “Fabbri”, la caserma “Chelotti” e la caserma “Bazzichelli”.

Il tempo per tutti ha un significato che va oltre il mero scorrere delle lancette. La fine di ottobre ha segnato la chiusura di un volume, forse un po’ polveroso, che però ha sempre avuto il privilegio di essere tra quelli più consultati. Senza la pretesa di esserne il sostituto, al nuovo reparto va l’arduo compito del supporto ai reggimenti dell’Aviazione dell’Esercito, memore di chi, in passato, si è rimboccato più volte le maniche per far muovere gli ingranaggi di questo instancabile “mondo azzurro”, sempre insieme, sempre in silenzio, sempre a testa bassa ma con l’orgoglio sempre rivolto al cielo. 13


LA CHITARRA AL VENTO Dedicato a tutti coloro che suonano la loro chitarra in Libertà!

di Paola Roncaglia Durant

Nell’anno che si sta per concludere, il Basco Azzurro, ha ricordato i 40 anni della missione di Italair in Libano, dando voce ai Baschi Azzurri che hanno operato per conto dell’ONU in quel martoriato paese. I loro racconti, ci hanno consentito di conoscere la storia dal punto di vista dei “Peacekeepers”: missioni di volo, interventi di sostegno alla popolazione, evacuazioni sanitarie, accordi internazionali e sentimenti di affetto verso la popolazione libanese. Con questo articolo, che conclude il progetto, vengono raccontati gli avvenimenti dal punto di vista di coloro che la tragedia libanese, l’hanno vissuta sulla propria pelle e che ha marchiato indelebilmente la loro vita e la storia delle loro famiglie. 14

ANTEFATTO

I miei genitori si son conosciuti e sposati al Cairo, erano tutti e due insegnanti, mia madre alla scuola del Sacro Cuore del Cairo e mio padre all’Università di Ein Chams. Mio padre fondò un istituto di studi orientali al Cairo, purtroppo con il Presidente Nasser al potere, tutti gli stranieri erano mal visti, mio nonno Mario era stato arrestato e buttato in prigione senza ragione, i beni terreni di mia nonna erano stati tutti confiscati con la nazionalizzazione del paese. Nel 1962 mio padre trasferì il suo istituto a Beirut. Poco dopo, avevo due anni, lo seguimmo, mia madre ed io. Li c’erano le scuole italiane: frequentai la Scuola Femminile delle Suore d’Ivrea fino alla 2a media poi andai dai Salesiani, che da una scuola “maschile” diventò una scuola per tutti i figli degli italiani locali e di quelli che lavoravano nei paesi arabi ma “per sicurezza”, mantenevano la famiglia in Libano. Una mattina, la nonna di uno dei miei compagni di classe aprì la porta al momento sbagliato: nel momento in cui, un “Commando” israeliano ammazzava un capo palestinese nel suo appartamento in fondo al corridoio. Purtroppo la signora morì e l’indomani il Libano entrò in guerra. In pochi mesi la scuola si svuotò. Io feci in tempo a finire la terza liceo,

Aprile 1976, Annie a sinistra e Paola a destra. Ad Aynab, montagne libanesi, quella sera vennero a rubarci le auto.

poi la scuola chiuse. L’anno successivo, la mia scuola, fu anche bombardata. Washington DC Sto leggendo il libro, o direi piuttosto l’urlo, scritto di Oriana Fallaci “La Rabbia e l’Orgoglio” e ogni sera prima di addormentarmi cerco invano di capire la Beirut che lei descrive. Non mi ci ritrovo, perché in quell’epoca, con la chitarra in mano, andavo a prendere lezioni dai Cappuccini, da un giovane che


aveva ideato, assieme a Père Gabriel, la Messe des Jeunes che attirava folle ogni domenica sera. Ero un po’ timida, e quando per le strade di Beirut mi sussurravano o fischiettavano canzoncine per strada mentre camminavo con la chitarra in mano, io stoica non rispondevo e guardavo diritto davanti a me, fino al cortile della chiesa. L’amore della chitarra mi venne così, all’improvviso a 14/15 anni. Ero anche felice di ascoltare la chitarra di Umberto, che col suo stile personale, faceva ballare tutti i compagni salesiani. La chitarra divenne un’amica, da portare dappertutto, al mare, in montagna, da suonare al buio, in pieno sole, al vento, poi un giorno il signor Italo propose di suonare all’Istituto Italiano, alla rue de Rome. Lì tra canzoni alpine e triestine, ninne nanne e varie canzoncine patriottiche, ci davano la possibilità di ritrovarci; avevamo come uditori una folla di allievi che studiavano l’italiano, bambini coi genitori e i soliti “sospettati”, tra i quali, la famiglia Roncaglia: la mia. Un giorno il signor Italo ci chiese di mettere in musica un suo “urlo” contro la strage delle religioni, che aveva composto in francese. Questo pezzo era una po’ come la “Bohemian Rhapsody”: un giro di chitarre ululanti (due, quella di Annie Boghossian e la mia), cigolii, rock, dolci melodie, punk. Era stato composto con tutto l’orgoglio e la rabbia di chi si era trovato sotto l’ennesima bomba che aveva ammazzato innocenti ai posti di blocco nelle montagne “cristiane”, e udito tutte le notti, sperando di sognare, il crepitio delle mitragliatrici con i colpi che si conficcavano nei muri delle case. Mio padre consapevole del rischio

che correvamo, ci obbligò a suonarlo e cantarlo solo e sempre in presenza dei familiari e con amici stretti. Non voleva rischiare un “kidnapping” di due sedicenni, una armena e l’altra italiana. E fu così che solo poche persone l’hanno potuta sentire, comunque, il signor Italo era fiero del risultato. Un giorno fummo aggrediti nella casa di montagna ad Aynab da chissà chi, con il viso coperto da keffieh, puntandoci le armi addosso. Non eravamo soli, c’erano anche il signor Italo e sua figlia Liliana assieme ad Annie e ad altri amici con bambini. L’indomani non trovammo le nostre auto, avevano rubato la Fiat del signor Italo con mille cassette dei Beatles e la nostra Ford Avenger, un modello nuovo che mio padre amava tanto. Le chitarre ci accompagnarono l’indomani nella lunga camminata verso la cittadina addormentata dove prendemmo un taxi per Beirut. Annie rimase sotto shock per quanto avvenuto e per un po’ le chitarre rimasero spente. Un anno dopo la chitarra la suonavo su una nave della Sesta Flotta Americana, con i Marines e rifugiati libanesi della mia età. In mezzo al Mediterraneo, col vento serale di giugno, ero una dei tanti che scappavano dal Libano difficile del 1976. L’Ambasciata Italiana di Beirut aveva convocato coloro che erano rimasti e data la situazione, li convinse a partire. Noi avevamo il nostro appartamento non lontano da lì e la nostra zona (West Beirut, o musulmana) era ancora relativamente calma. Purtroppo, non vedendo chiaro l’immediato futuro, i miei genitori decisero di ascoltare il consiglio dell’Ambasciatore ita-

2a liceo, l’anno in cui è scoppiata la guerra in Libano.

liano: partimmo. Io avevo 16 anni e mia sorella 10, con due valige andammo all’Hotel Riviera e aspettammo due giorni. Non era chiaro come saremmo partiti, sapevamo che c’era una ‘nave’ senza altro dettaglio. Fummo trasportati dagli americani in uno di quegli “amphibian boats”, tipo quelli che trasportavano le truppe sulla spiaggia Omaha in Francia. C’erano bimbi, adulti, anziani, neonati, una marea di stranieri. Poi si vide all’orizzonte un “destroyer” della Sesta Flotta americana e così fu più chiaro chi ci aspettava. Per tre giorni e tre notti si viaggiò scortati da sottomarini e altre navi della Sesta Flotta. Gli americani ci hanno accolti meravigliosamente bene, e quei tre giorni sono rimasti indimenticabili. Nonostante le circostanze, non dimenticherò mai la gentilezza di tutti coloro che a bordo ci hanno dato conforto. Loro dormivano nelle jeep e sul ponte mentre noi usavamo i loro letti. La nave ci portò ad Atene dove ci portarono direttamente al Consolato Italiano. L’indomani prendemmo un volo per il Cairo dove abitava mia nonna francese, mio zio, i miei cugini. 15


LA chITARRA AL vEnTO

Sulla nave della VI Flotta Americana “USS Spiegel Grove’’ durante l’evacuazione di giugno 1976 assieme a un marinaio di nome Alexi. Ci siamo ritrovati sui social.

Eravamo nuovamente in famiglia e avevamo un appartamento a disposizione. La chitarra mi fece compagnia al Cairo dove presi la Maturità. Tornata in Libano, iscritta all’AUB, ho avuto l’occasione di cantare e di suonare ancor più. Con i ciprioti ci sedevamo sul Green Oval e si suonava perdutamente. Belle voci giovanili, guerra, ma quale guerra? A noi interessava il momento, l’amicizia e la canzone composta proprio lì sull’erba. Che anni fantastici! Poi un giorno mi ritrovai in uno studio di registrazione con altri cantautori libanesi e ciprioti. Era un concorso alla radio, ed era simpatico. Avevo composto un brano e vinsi. Poi, passai al “round two”. Il mio amico Roger, accanito chitarrista dovette lasciare il Libano per vie segrete perché era ricercato. Questo, mi fece capire, se ce ne fosse stato ancora bisogno che qualcosa era cambiato. Nel 1982, nel paese c’era un caos totale, Israele avanzava da sud verso Beirut. I miei genitori decisero di rimanere e mi mandarono con mia sorella in Italia come rifugiata. 16

Mi ritrovai, evacuata, sulla nave Caorle della Marina italiana: era il giugno 1982. Dirigeva l’operazione il capitano Cantatore che avevamo conosciuto durante le nostre visite all’ambasciata italiana e ci fece imbarcare sulla nave. Il Capitano conosceva tutti e tutti lo conoscevano tanto che quando era assente da una qualsiasi riunione, tutti chiedevano di lui. Ricordo che spesso gli dicevo: “Sai che sei più importante quando sei assente di quando sei presente?” Andavamo spesso tra connazionali alla Spaghetteria Italiana che era uno dei tanti ristoranti frequentati da reporter, Caschi Blu, diplomatici e tecnici italiani che lavoravano alla Centrale elettrica a sud di Beirut. Nonostante la guerra spesso eravamo invitati a cerimonie varie coi miei genitori dato che mio padre era un accademico molto conosciuto. All’Ambasciata Italiana ci si riuniva coi quattro gatti rimasti a Beirut, e siccome eravamo in pochi ci conoscevamo tutti. La macchina targata UN del Capitano Cantatore era sempre per le strade di Beirut. Siccome abitava vicino all’Amba-

sciata Americana che frequentavo e dove conobbi il mio futuro marito, era normale incontrarci per strada. In generale se la macchina era parcheggiata voleva dire che era al Sud con Italair. Se era in missione non lo si vedeva in giro. Poi una volta tornato ci si incontrava tra amici o in famiglia alla Spaghetteria o nelle varie Ambasciate. Saliti sulla nave, non lo vedemmo più. La nave Caorle si diresse verso Cipro. Gli Israeliani ci bloccarono per un’ora coi loro destroyers poi ci permisero di partire. Su quella nave gli uomini e i figli maschi dormivano sul ponte, le donne e le bambine all’interno Una volta lasciata Beirut nel 1982, non ebbi più notizie di tante persone, compreso il capitano Cantatore, con le quali avevamo trascorso momenti di forte amicizia e di grande tensione causati da una guerra civile, che spesso vedeva gli occidentali, non importa di quale nazione, soggetti necessari per sfogare il proprio odio. Sulla nave Caorle, avevo portato il vestito da sposa, comprato per andare a sposarmi in America; fu l’unica cosa preziosa che mi portai appresso.

Purtroppo la nostra scuola chiuse le sue porte definitivamente dopo la mia 3a liceo (1975/1976). In quella classe eravamo in tre!


Quando il diligente ufficiale di bordo mi chiese cosa ci fosse nella scatola che tenevo con tanta attenzione, gli risposi: “il mio abito da sposa”. subito si scusò di aver aperto la scatola e mi disse: “Tanti auguri!” Questo abito fu scelto anche da mia figlia per il suo sposalizio, e inoltre lo portò anche mia sorella al suo. Ne ha fatta di strada! Arrivati a Cipro ci aspettava un volo Alitalia per Roma, dove, trascorremmo due mesi di angoscia in attesa di notizie sulla sorte dei nostri genitori. Rifugiate a Roma con mia sorella, Beatrice e sua mamma Anna-Maria, un giorno, eravamo a Piazza Venezia qualcuno da lontano grida: “Paola, Paola Roncaglia!” Era Roger, a Roma per pochi giorni, aveva la chitarra in mano mi disse che era in partenza per il Canada. Si passò la serata a suonare, cantare e a ricordare il bel Libano lasciato da poco. Epilogo In agosto 1982 partii per gli USA dove mi sposai con matrimonio civile in settembre. Mia sorella venne col fidanzato, un Marine americano anche lui conosciuto a Beirut e allora impiegato all’Am-

basciata americana di Roma. I miei genitori erano sopravvissuti a tutto, ma era un periodo estremamente duro e difficile per tutti noi e non poterono partecipare. L’anno dopo vennero a Philadelphia dove mi sposai in chiesa, con loro presenti. Tornai a Beirut per la prima volta nel 1993, e portai con me le mie bambine. La ‘Fenice’ Beirut si rialzava dalle ceneri, però quel sentimento bellissimo di “tornare a casa” mi accompagnava. Per me Beirut è bella e basta. Ci torno ogni due anni e mi manca sempre. Grazie a Dio, dopo 30 anni, il sole era nuovamente sorto nella mia vita; avevo incontrato nuovamente Roger, si era riunita la mia famiglia, mi ero sposata, avevo due bellissime bambine ed ero tornata nella mia amata Beirut. Mancava però qualcosa: colui che mi aveva imbarcato sulla Caorle. Un giorno di 14 anni fa, andai a un festival libanese in una chiesa vicino a Washington; un signore alto mi chiese in inglese: “Mi scusi ma lei era a Beirut?” Era di nuovo il Capitano Cantatore. Quel giorno, si chiuse il cerchio della mia tormentata vita: ero tornata completamente libera.

1975/1977 sul tetto della scuola. Io sono in piedi al centro con una camicetta rossa e le mani in tasca. In quell’anno ne partirono tanti.

Prima dell’evacuazione con la nave Caorle della Marina Italiana nel giugno 1982.

La sera, ripresi la chitarra, che per l’ultima volta avevo suonato sulla Caorle, iniziai a strimpellare “l’urlo” composto dal signor Italo, immaginando di averlo al mio fianco e con lui, Umberto, Roger, Annie Boghossian, tutti con la chitarra. Attesi, il tramonto sulle campagne di Washington DC, rallegrandomi al pensiero che in quello stesso momento, un raggio di sole, avrebbe annunciato un nuovo giorno sulla mia amata Beirut. I protagonisti Umberto, vive in Florida. Il signor Italo, è deceduto molti anni fa. Annie vive in Canada. Roger, è sempre in viaggio tra Los Angeles e la Cina. Paola, abitualmente vive a Washinton DC, ogni tanto trascorre l’estate a Pallanza, dove vivono i suoi parenti, e ogni due anni, ritorna nella sua bella e amata Beirut. 17


AfghAnIsTAn

3000 ORE DI VOLO PER LO SHADOW 200 L’UAV Shadow 200, dell’Aviazione dell’Esercito, ha compiuto 780 missioni operative in Afghanistan

L’

8 ottobre 2019, lo Shadow 200, sistema tattico a pilotaggio remoto (Unmanned Aerial Vehicle – UAV), ha raggiunto in Afghanistan il traguardo delle 3000 ore di volo dalla sua introduzione in servizio. Il Tactical Unmanned Aerial Sistem (TUAS) Shadow 200RQ-7C, utilizzato in Afghanistan per l’osservazione di aree e itinerari, ha brevissimi tempi di allertamento e dispone di un sofisticato sensore elettro-ottico che ne consente l’impiego anche in missioni notturne. Dall’ottobre 2016, lo Shadow 200 è in forza al Task Group Fenice, unità aeromobile alle dipendenze del Train Advise Assist Command - West (TAAC-W) attualmente a guida Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” al comando del Generale di Brigata Giovanni Parmiggiani, e rappresenta l’unico assetto UAV di livello tattico dell’Aviazione dell’Esercito a essere impiegato dall’Italia in Teatro Operativo. Con 780 missioni di volo alle spalle, lo Shadow 200 contribuisce a soddisfare l’esigenza informativa tattica (Tactical-ISR) e si è guadagnato nel tempo attestazioni di merito grazie all’elevata flessibilità e affidabilità della sua componente, diventando così un prezioso assetto a supporto delle attività svolte dal TAAC-W. Resolute Support Mission è composta da militari di 39 nazioni, tutti uniti in un unico scopo, quello di contribuire all’addestramento,

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all’assistenza e alla consulenza a favore delle Istituzioni e delle Forze di Sicurezza locali al fine di facilitare le condizioni per la creazione di uno stato di diritto, Istituzioni credibili e trasparenti e soprattutto, Forze di Sicurezza auto-

nome e ben equipaggiate. Questo percorso sta portando le Forze di Sicurezza afgane ad assumere il compito di garantire la sicurezza del Paese e dei propri connazionali. difesa.it


1000 NH90 FLIGHT HOURS achieved by the QEAF Crews di Stefano De Rosa (traduzione in inglese a cura di Francesco Bonesi)

T

he crews of the Qatar Emiri Air Force (QEAF) and the personnel of Task Group “Nemo”, the Army Aviation unit devoted to the training of foreign colleagues, celebrated the achievement of a first important training goal: 1000 flight hours flown on NH90 simulator and helicopter. The celebration took place in Viterbo, at the T. Fabbri airport, in the "Nemo" Task Group premises. These infrastructures have been developed by the ITAAVN "Qatar" Working Group and built by "Leonardo" Company to enable the training of Qatari personnel. Nemo, the Qatari colleagues and “Leonardo” staff are sharing the new training facilities, building up their mutual knowledge on a daily basis, by deepening their in-

1000 ORE DI VOLO NH90 PER GLI EQUIPAGGI DELLA QEAF di Stefano De Rosa Gli equipaggi della Qatar Emiri Air Force (QEAF) e del Task Group “Nemo”, unità dell’Aviazione dell’Esercito dedicata all’addestramento dei colleghi stranieri, hanno festeggiato il raggiungimento di un primo importante obiettivo addestrativo: 1000 ore di volo svolte su simulatore e su elicottero NH90. La celebrazione si è svolta a Viterbo, presso l’aeroporto T. Fabbri, all’interno dei locali del Task Group “Nemo”, infrastrutture ideate dal gruppo di lavoro “Qatar” e appositamente realizzate dalla società “Leonardo” per favorire l’addestramento del personale qata-

riota. Nemo, i colleghi qatarioti e il personale della società “Leonardo” condividono le nuove strutture addestrative, ampliando quotidianamente la conoscenza reciproca, approfondiscono i rapporti interpersonali e miscelano le differenti culture e professionalità: in una parola fanno sinergia, gettando le basi per proficui e duraturi scambi professionali futuri. Mille ore di volo sono state totalizzate dai 12 piloti e i 7 operatori di bordo del primo corso NH90 QEAF dopo circa sette mesi di intense attività teoriche e di volo: la prima sortita su Full Flight Simulator (FFS) NH90 presso la 19


1000 ORE DI vOLO nh90 terpersonal relationships and mixing both different cultures and professional skills: in a word they are creating synergy, and laying the foundations for profitable and lasting future professional exchanges. The one-thousand flight hours totaled by the 12 pilots and the 7 Rear Cabin Crews (RCC) of the first NH90 QEAF course, comes after approximately seven months of intense theoretical and flight activities: the first sortie on the NH90 Full Flight Simulator (FFS) at Marignane "Helisim" (Fr) dates back to February 2019, while the first flight on board of an ITAAVN NH90 helicopter (EI 239) in Viterbo took place the 5th of March 2019. In seven months, the trained crews have achieved the "NH90 Conversion to Type Certificate", passing the VFR and IFR flight tests, given by "Leonardo" company examiners. Moreover, they have also acquired the "daytime tactical flight" capability, according to the ITAAVN standards and they are currently completing the training for "tactical night flight", conducted with the aid of intensification of luminescence night vision systems (Night Vision Goggles - NVG). At the end of the NVG phase, the QEAF personnel will continue the training by operating with the Airmobile Infantry Unit (66th Regiment) and then with the Army Special Forces units, the 9th SF Regiment. Fast rope, rappelling, parachuting activity, sling-loads and rescue of isolated personnel by means of winch and by rope ladder are only some of the training tasks that the QEAF colleagues will carry out, day and night, under the " NH90 Qatar 20

“Helisim” di Marignane (Francia) risale al febbraio u.s., mentre in data 5 marzo u.s. il primo volo su un elicottero NH90 (EI 239) della Specialità, a Viterbo. Nei sette mesi trascorsi gli equipaggi in addestramento hanno ottenuto il “NH90 Convertion to Type Certificate”, sostenendo e superando esami di volo VFR e IFR, condotti da esaminatori della società “Leonardo”, nonché hanno acquisito la capacità “volo tattico diurno”, secondo gli standard in uso nella Aviazione dell’Esercito e stanno tuttora ultimando l’addestramento al “volo tattico notturno”, condotto con l’ausilio di sistemi per la visione notturna ad intensificazione di luminescenza (Night Vision Goggles – NVG). Al termine della fase notturna, il personale della “QEAF” proseguirà la formazione operando con la fanteria aeromobile dell’Aviazione dell’Esercito (66° rgt.) e successivamente con le unità delle Forze Speciali (9° rgt.) dell’Esercito. Fast rope, rappelling, trasporto carichi al gancio baricentrico, recupero di personale isolato a mezzo verricello e mediante biscaglina, lancio di paracadutisti, sono solamente alcune delle attività addestrative, diurne e notturne, che i colleghi della

“QEAF” svolgeranno nell’ambito del programma “NH90 Qatar”. A questo si aggiunge la partecipazione alla “Complex Aviation Exercise” (CAEX), quale atto conclusivo della loro formazione nella quale, grazie alla massima disponibilità del Comandante dell’Aviazione dell’Esercito Generale Paolo Riccò, il personale qatariota opererà affiancato ai colleghi della Specialità, sia in qualità di equipaggio di volo, sia in qualità di ufficiali di staff di un Task Group NH90 in operazioni. Il personale del Task Group “Nemo” ha messo a disposizione dei colleghi stranieri la competenza maturata dalla Specialità nell’impiego degli equipaggiamenti tecnici necessari per incrementare la sicurezza delle operazioni di volo. Quale conseguenza e grazie agli ottimi rapporti che l’Aviazione dell’Esercito mantiene con le società nazionali specializzate nella realizzazione di equipaggiamenti peculiari, stanno nascendo materiali destinati alle operazioni in ambiente desertico, tipico scenario d’impiego degli equipaggi NH90 della QEAF. Si citano ad esempio: lo sviluppo di un flight jacket similare al modello “REOS 1M”, ma ottimizzato per le desert


program”. Furthermore, they will also take part to the "Complex Aviation Exercise" (CAEX), as the final act of their training in which, thanks to the maximum availability of the Commander of the Italian Army Aviation, B. Gen Paolo Riccò, the Qatari personnel will work alongside the “Baschi operations, il giubbino da volo per operazioni in aree desertiche, realizzato sulla scorta del giubbino in dotazione al 3° REOS, il coltello da sopravvivenza per equipaggi di volo realizzato dalla società “Extrema Ratio” (che sarà chiamato “Nemo”), borse porta equipaggiamenti di volo, cosciali per piloti e altro ancora. In aggiunta, il personale del TG e del 9° SQD QEAF ha ideato un nuovo crest, mentre il collega pilota istruttore, l’artista Giorgio Ciancia, ha realizzato un’opera d’arte, la prima litografia (ne seguiranno altre) raffigurante il personale della “QEAF” del primo corso piloti e operatori di bordo davanti ad un NH90 dell’AVES (non a caso EI

Azzurri” (Blue Berets) colleagues, both as Flight Crew and as Staff Officers of a NH90 Task Group in operations. The staff of "Nemo" Task Group enabled the foreign colleagues to achieve the ITAAVN expertise in using the technical equipment, increasing the flight safety. As a consequen239) con lo sfondo caratterizzato da uno dei monumenti più famosi in Qatar. L’unione tra culture diverse e la condivisione di esperienze personali e professionali, indubbiamente il valore aggiunto del programma NH90 Qatar, hanno fatto nascere una collaborazione tra le parti che va ben oltre l’addestramento. Tutto il personale coinvolto nel programma è consapevole di essere solamente all’inizio di un lungo e difficile cammino che indubbiamente segnerà la vita professionale di tutti noi e, più in generale, dell’intera componente NH90 dell’Aviazione dell’Esercito e di quella della Qatar Emiri Air Force.

ce, and thanks to the excellent relations between Army Aviation personnel and the national companies specialized in the production of technical equipment, the QEAF personnel is developing new materials for operations in a desert environment, typical scenario for the NH90 Qatari crew employment. Examples include: the development of a flight jacket based on the "REOS 1M" model, optimized for desert operations; a flight suit jacket for operations in desert environment, made on the basis of the jacket supplied to the 3rd REOS; a survival knife for flight crews produced by the company "Extrema Ratio" (which will be named "Nemo"); bags for flight equipment and much more. In addition to this all, Nemo & QEAF 9th Sqd. personnel created a new crest, meanwhile the retired pilot instructor, artist Giorgio Ciancia, made a fine artwork, the first lithograph (others will follow) depicting the QEAF personnel of the first course in front of an ITAAVN NH90 (the helicopter EI 239) with a background characterized by one of the most famous monuments in Qatar. The merge of different cultures and the sharing of personal and professional experiences are undoubtedly the added value of the NH90 Qatar program, which enabled the start of the cooperation between the parties, that goes far beyond training. All personnel involved in this program are well aware of being only at the beginning of a long and demanding journey that will undoubtedly mark the professional lives of us all and, more generally, of the entire NH90 component of the Army Aviation and the Qatar Emiri Air Force. 21


5° RIgEL

NON SOLO ELICOTTERI! Il 24 settembre 2019, si è svolta la prima marcia tattica su uno dei “sentieri della memoria”, che ha visto impegnati i “Lupi” del Gruppo di Sostegno e altri partecipanti del Reggimento in una lunga camminata sulla vecchia rotabile militare, alla scoperta del forte di Monte Festa (UD) e delle gesta del capitano Riccardo Noel Winderling e dei suoi valorosi soldati. di Paolo Bazzano

I

l forte, posizionato sulla sommità del Monte Festa a 1.060 mt. di altezza, fu eretto nel 1910 e insieme ai forti di Osoppo, Monte Ercole e Chiusaforte era inserito nel sistema difensivo dell’alto TagliamentoVal Fella, con lo scopo di garantire la sorveglianza della confluenza dei due fiumi, del lago dei Tre Comuni e delle vette circostanti. Fino a quel momento inutilizzato, il forte fu riarmato e rinforzato nel 1917 ed ebbe un ruolo importantissimo nelle fasi terminali della Grande Guerra.

Infatti, dopo la disfatta di Caporetto, 24 ottobre 1917, le divisioni italiane cominciarono una precipitosa ritirata verso il fronte del Piave e in questo contesto rovinoso, gli uomini del Monte Festa, sacrificando orgogliosamente le proprie vite, garantirono agli italiani in fuga una preziosa settimana di tempo (30 settembre - 7 ottobre 1917) battendo incessantemente col fuoco delle loro artiglierie le truppe nemiche, trattenendone l’avanzata. Esauriti i colpi, e accerchiati da intere divisioni nemiche, gli uomini del Monte Festa

comunque non si arresero. Fecero saltare i pezzi da 149 mm e scapparono verso ovest, cercando di raggiungere il fronte del Piave per tornare a combattere. Molti furono uccisi, mentre coloro che sopravvissero ai colpi nemici durante la fuga furono catturati presso Fonzaso (BL) e imprigionati. Per la sua audacia e il suo onore, al Capitano Winderling fu concesso di tenere la sciabola durante la prigionia e in seguito, a guerra conclusa, venne decorato della Medaglia d’Argento al Valor Militare. In questo contesto storico e na-


turalistico, i volontari in ferma prefissata dello Squadrone Comando e Supporto Logistico si sono addestrati, oltre che fisicamente, anche tecnicamente, mettendo in pratica le lezioni effettuate nei giorni precedenti la marcia. Dividendosi in due squadre i VFP1, seguiti dai Comandanti di Plotone e gestiti direttamente dai VFP4 quali Comandanti di Squadra, si sono misurati su topografia, orienteering, lettura e utilizzo della cartografia 1:50.000 e 1:25.000, riconoscimento delle quote e degli elementi sul terreno, comunicazioni radio e inoltro delle coordinate in chiaro e in modalità cifrata, elevando ancor più il proprio bagaglio tecnico professionale e accrescendo la propria preparazione e la propria motivazione. Dopo il raggiungimento della vetta del Forte, si è provveduto a sostituire la vecchia e logora bandiera presente e agli ordini del Comandante del Gruppo di Sostegno “Lupo”, il Ten. Col. Elvio Tamussin, è stata celebrata la cerimonia dell’alzabandiera seguita da una narrazione dei fatti d’arme ivi accaduti. La giornata si è conclusa con la discesa ai mezzi e il ritorno in base, lasciando in ognuno di noi il ricordo di una esperienza fantastica e sul forte una nuova Bandiera, che ora sventola orgogliosamente al vento, in memoria di quel manipolo di soldati straordinari che con sacrificio e con il loro piccolo ma grandissimo contributo, permisero ad intere divisioni di connazionali di riorganizzarsi sul Piave e di portare, successivamente il nostro Esercito alla vittoria della Grande Guerra.

L’ULTIMO EROE DI EL ALAMEIN CI HA LASCIATO Si sono svolti il 3 settembre 2019, nella chiesa di San Gregorio al Celio in Roma, i funerali dell’ultimo eroe del El Alamein Santo Pelliccia di Fausto Amadori

E

ra il 23 ottobre 1942 quando 5000 uomini della 1° Brigata paracadutisti d’Italia combatterono la battaglia di El Alamein, che durò diversi giorni e vide la vittoria dell’esercito inglese. Dei nostri parà se ne salvarono 274 che ebbero l’onore delle armi dalle forze dell’esercito nemico, comandato dal Generale Montgomery, forte di 100.000 uomini. Alla cerimonia funebre era presente il socio ANAE, Col. del Ruolo d’Onore dell’Esercito Carlo Calcagni, pilota e paracadutista. Nell’occasione il Col. Calcagni ha indirizzato all’eroe Sandro Pelliccia il seguente saluto: “Oggi vorrei poter parlare ancora con te, caro amico, è anche per questo che sono qui. La tua vita terrena, da militare e uomo della Folgore, è certamente esempio indiscusso di valori che con il tempo hanno creato un meraviglioso paracadute per questo tuo ultimo lancio. Sono certo, Amico indimenticabile, che sei già atterrato in quell’angolo di cielo riservato agli eroi. Potrei dire tanto. Potrei raccontare dei nostri incontri che custodisco gelosamente nella mia mente, e soprattutto nel mio cuore, perché hai fatto vibrare i nostri cuori di verità, di emozioni e di consapevolezza. L’ultimo nostro incontro l’ho sentito proprio nel mio cuore, ho avuto il bisogno di vederti e abbracciarti per l’ultima volta. Ci siamo guardati negli occhi, ci siamo salutati consapevoli che sarebbe stato il nostro ultimo incontro. Oggi il mio ultimo saluto per te, per un eroe che mi ha accolto come un figlio, facendomi sentire un figlio della Patria. La tua esperienza mi ha stimolato a dare ancor più importanza alla mia vita, e mi sono unito a te per la tua forza, che a volte può mancare, e il tuo coraggio, che a noi non manca mai. Ma tu, caro Santo, mi manchi. Voglio ricordare di te anche l’onestà mentale e morale, l’altruismo, la memoria storica dei tuoi fratelli della Folgore racchiusi in un “mai dimenticare” carico di quelle emozioni che le parole non possono descrivere e neppure contenere. Ti ho portato il mio “mai arrendersi” perché tu mi hai onorato ripetendolo tante volte assieme a me, e hai continuato a ripeterlo in ogni video messaggio che mi hai inviato. In tuo nome, e per continuare a onorare i valori che ci hai trasmesso, tutti noi possiamo soltanto vivere pensando sempre: che da soli si è niente, e che insieme siamo forza, vita, speranza! Tu amico mio non potrai mai essere dimenticato! Grazie di averci portato luce, anche quando gli anni hanno iniziato a spegnere la tua. A te oggi rinnovo il mio “mai arrendersi“ perché sono certo che avrai tanto da fare anche lì, per tutti noi. A tutti i presenti, e ai fratelli della Folgore, sento il bisogno di pronunciare le tue parole: “mai dimenticare” perché noi non potremo dimenticarti mai”. 23


A PROPOSITO DI CLIMA

LA GIOVANE GRETA THUNBERG

Persona dell’anno 2019

D di Giuseppe Bodi

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al 2018 sentiamo parlare di Greta Thunberg, una ragazza poco più che sedicenne che ci richiama, con vigore, a riflettere e operare con urgenza per frenare i mutamenti climatici in atto. Vediamo chi è questa poco più che adolescente svedese. Greta Thunberg è nata a Stoccolma il 3 gennaio 2003. È una giovanissima attivista svedese che propugna uno sviluppo sostenibile e si oppone ai mutamenti climatici in atto. Promuove e partecipa a manifestazioni in favore di una sostenibilità del sistema ambientale. All’età di tredici anni le venne diagnosticata la sindrome di Asperger (disturbi ossessivi-compulsivi, mutismo selettivo, deficit da attenzioneiperattività). Tali disturbi sono stati spesso utilizzati per screditarla. Sono note le sue iniziative non solo in Svezia ma in tutto il mondo per sostenere le proprie idee. A Katowice (Polonia) il 4 dicembre 2018, durante il vertice dell’ONU sui mutamenti climatici ha sostenuto: “Ciò che speriamo di ottenere da questa conferenza è di comprendere che siamo di fronte ad una minaccia esistenziale. Questa è la crisi più grave che l’umanità abbia mai subito. Noi dobbiamo anzitutto prenderne coscienza e fare qualcosa il più in fretta possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare quello che possiamo”. Nell’ultima giornata dei lavori, in un suo intervento, ha richiamato l’attenzione di tutti affermando: “Voi parlate soltanto di un’eterna crescita dell’economia verde poiché avete troppa paura di essere impopolari. Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d’emergenza. Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate persino questo fardello a noi bambini. La biosfera è sacrificata perché alcuni possano vivere in maniera lussuosa. La sofferenza di molte persone paga il lusso di pochi. Se è impossibile trovare soluzioni all’interno di


questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema. L’anno 2078 celebrerò i miei 75 anni, se avrò figli, forse passeranno quella giornata con me. Forse mi chiederanno di voi, forse mi chiederanno perché voi non abbiate fatto nulla, mentre c’era ancora il tempo per agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra qualsiasi altra cosa, eppure state rubando il loro futuro proprio davanti ai loro stessi occhi. Voi avete finito le scuse, e noi stiamo finendo il tempo”. Nel gennaio 2019 è intervenuta pronunciando un discorso molto duro al Forum economico mondiale di Davos, finalizzato a far comprendere il panico che si dovrebbe provare di fronte ai cambiamenti climatici. Successivamente, Greta Thunberg ha partecipato, e promosso, manifestazioni in diverse città europee, alcune delle quali hanno avuto una certa attenzione mediatica. Nell’aprile

2019 si è incontrata con Antonio Tajani, allora Presidente del Parlamento Europeo, e ha parlato alla Commissione Ambiente del Parlamento europeo sollecitando i politici europei a prendere decisioni nette e rapide per contrastare il cambiamento climatico. Subito dopo ha partecipato all’udienza generale di Papa Francesco e ha avuto un breve scambio di battute con il Sommo Pontefice. Ha traversato l’Oceano Atlantico in barca a vela, in quanto gli aerei sono fonti di inquinamento per le emissioni degli scarichi, per recarsi negli USA dove ha parlato all’ONU degli aspetti climatici ed ambientali. Quando si leggeranno queste righe molto probabilmente avrà effettuato altri interventi. È indubbio che l’aumento del livello delle acque marine per scio-

glimento dei ghiacciai artici, la diminuzione delle acque lacustri e potabili, il decremento delle terre coltivabili per desertificazione, la necessità di maggiori quantità di acque per quelle a rischio desertificazione siano una parte di fenomeni incontestabili. Non tutto è risolvibile con gli impianti di desalinizzazione. Ne conseguono carestie, spostamento di migranti per insufficienza di cibo, rischio di conflitti per il possesso di terre fertili. Sono sfide globali che potrebbero portare a gravi squilibri geopolitici, oltre a quelli già in atto. L’attività di questa giovanissima è intensa e la sua visibilità è al di là di ogni aspettativa per la sua età e, forse, inaspettata da lei e da tutti. Credo sia opportuno riflettere sull’anagrafe e sulla portata delle problematiche sollevate. Per i let25


A PROPOsITO DI cLImA

tori di questa rivista Greta potrebbe essere sicuramente una figlia od una nipote. Domandiamoci perché, invece di dedicarsi alle spensieratezze connaturate all’età, si getta anima e corpo per lottare contro interessi soverchianti anche le capacità di uno Stato. Greta pensa al suo futuro ed a quello che aspetta i giovanissimi, nostri potenziali figli e nipoti. Se in passato il mondo che nonni e genitori lasciavano in eredità era sostanzialmente uguale, con irrilevanti mutazioni, da alcuni decenni

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si lascia ai posteri un mondo sempre più deteriorato con rischi sempre maggiori e sempre più indeterminati per la vivibilità del pianeta. Nei due precedenti articoli sono stati analizzati i profili di alcune prospettive, purtroppo estremamente negative, per un futuro molto vicino per quanto attiene ai repentini, costanti, sempre maggiori rischi per il clima e per l’ecosistema. La voce di Greta e di tanti giovani, vediamoli come figli e nipoti, a

parte comportamenti estremi e spettacolari sicuramente condannabili, deve essere la voce della nostra coscienza e stimolarci ad operare affinché i nostri posteri possano vivere in un ambiente consono ad un livello di vita gratificante e protetto da catastrofi incombenti in tutto il globo. Greta ha sicuramente ecceduto “bacchettando” i potenti del mondo. Forse alcuni atteggiamenti sono comprensibili per la giovane età e per la notorietà che le è piovuta addosso; è quasi una “star”


seguita in tutto il mondo ed una sorta di protagonismo la pervade. Come non montarsi un po’ la testa? Se a sedici anni ci fosse accaduto una cosa del genere come ci saremmo comportati? A latere si sta muovendo quella che, tristemente, chiamiamo la “macchina del fango”, detrattori che con messaggi sui social e discutibili ricerche sul suo passato familiare tentano di screditarla, per non dire di un fantoccio impiccato con il suo volto sotto un cavalcavia a Roma. Altre ne seguiranno.

Certamente Greta è migliore di tutti quei giovani che fanno uso di stupefacenti, fanno le prove da piccoli boss, compiono atti di bullismo o si macchiano di reati peggiori. Per loro dovrebbe essere di esempio. Giovani di tutto il mondo la seguono e promuovono manifestazioni a sostegno della preservazione dell’ambiente. Si deve meditare sull’allarme lanciato dalle giovani generazioni. Il mondo che noi lasceremo sarà il loro.

Egoismo e nichilismo per spirito distruttivo o per il solo profitto di pochi non condurranno l’umanità molto lontano. Giusto lasciare un habitat incontrollabile per tutti i problemi generati in pochi decenni ai nostri posteri? Come ci giudicheranno? Manzoni avrebbe, ancora una volta, scritto: “Ai posteri l’ardua sentenza”. Noi non possiamo e non dobbiamo attendere la sentenza dei posteri. Sarebbe troppo tardi; dobbiamo agire subito ed efficacemente.

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Maria Concetta Micheli e la sua

“PREGHIERA DEGLI ELICOTTERISTI”

di Salvatore Mastrangelo

È

una bella giornata di metà ottobre e Maria Concetta Micheli, facendoci una graditissima sorpresa, viene espressamente a Viterbo a trovarci in sezione. Ha lasciato la sua bellissima villa che guarda dalle colline sovrastanti il lago Trasimeno per parlare diffusamente di una delle sue più care creature che, secondo lei, non ha avuto il successo che merita. Si tratta della “Preghiera degli Elicotteristi” che compose qualche anno fa e che scaturì dal suo cuore che ha amato

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l’elicottero e il suo volo come se fosse un figlio. Parla ai maggiorenti della sezione “Muscarà” che assorbono in pieno la appassionata perorazione della sua preghiera. Ci dice, e stiamo a sentirla ammirati, che come si lascia ai propri figli ciò che si possiede, così lei vuol lasciare a tutti coloro che hanno amato l’elicottero, un’eredità… la sua fervente preghiera a cui gli elicotteristi possano riferirsi nelle occasioni ufficiali e nelle meditazioni personali e riconoscersi comunque in essa con un afflato d’identità. Richiede l’aiuto della sezione per farla conoscere a tutti coloro che nel mondo hanno volato, volano e voleranno in elicottero facendo parte degli equipaggi di volo. E’ infatti la stessa Signora Maria Concetta a coniare sul momento una bella e suggestiva frase:“I piloti di elicottero e gli specialisti che li accompagnano in volo senza una propria preghiera sono come una nave senza timoniere”. Anche questa volta, come avvenuto in occasione delle visite al Generale Enzo Stefanini nel maggio del 2011 e al Generale Antonio Bettelli nel 2015, la prima pilota di elicottero italiana, ha fatto dono della preghiera alla sezione Muscarà, consegnandola all’interno di un quadro nelle mani del suo presidente. Ora sta a noi, far conoscere “La Preghiera degli Elicotteristi” uti-

lizzando tutti i mezzi possibili della comunicazione moderna per assicurarne la massima diffusione. La speranza è che tutti i Baschi Azzurri dell’AVES partecipino capillarmente alla sua diffusione non solo tra coloro che con gli elicotteri solcano i cieli, ma anche tra tutti coloro che ogni tanto sentono la necessità di “alzare i loro occhi verso il cielo”.


cROnAcA DALLE sEzIOnI

SEZIONE “CALÒ”

RICORDATO A GIARRE IL M.LLO SIMONE COLA

I

l 21 settembre 2019 presso l’aula magna dell’Istituto comprensivo “Giuseppe Russo” di Giarre si è svolta la cerimonia conclusiva del XXV premio internazionale all’impegno sociale “Memorial Rosario Livatino-Antonino Saetta-Gaetano Costa. Nel corso della cerimonia, sono stati ricordati gli uomini delle istituzioni uccisi dalla mafia e quelli che hanno perso la vita nell’espletamento del dovere allo scopo di trasmettere un messaggio di legalità e giustizia alla società e in particolare ai giovani. La cerimonia organizzata dal comitato spontaneo antimafia del comune di Riposto presieduta da Attilio Cavallaro è stata aperta dall’intervento della dirigente scolastica dell’istituto Maria Novelli, a seguire è intervenuto il Sen. Francesco Urraro componente della Commissione Parlamentare Antimafia. La commissione, ha voluto ricordare la memoria del M.llo dell’Aviazione dell’Esercito Simone Cola caduto durante una missione operativa in Iraq il 21 gennaio 2005 con una pergamena

ritirata dal 1° Maresciallo Giuseppe Trippiedi responsabile del Nucleo ANAE Sergente Maggiore Ugo Barra di Fiumefreddo di Sicilia. Nel corso della serata, sono stati consegnati numerosi riconoscimenti ai cittadini per il loro costante e quotidiano impegno contro ogni forma di illegalità tra i quali, il Maresciallo tecnico dell’Aviazione dell’Esercito Giovanni Arlotta. Santo Di Guardo

SEZIONE “MUSCARÀ”

IL TEN. COL. FELLI NUOVO COMANDANTE DELL’AURIGA

L’

aviorimessa dell’eliporto “Chelotti” del CAAE, a distanza di pochi giorni è stata nuovamente luogo prescelto per ospitare la cerimonia del cambio di un comandante. Il 19 settembre 2019 alla presenza del Col. Claudio Orioles, Comandante del Centro Addestrativo Aviazione dell’Esercito, la "Drappella" del 1° gr. sqd. addestrativo “Auriga” è stata affidata al nuovo Comandante. Il Ten. Col. Marco Spagnoli, cedente, ha lasciato il comando al pari grado Ten. Col. Francesco Felli, subentrante. Inquadrato nello schieramento il vessillo della sezione “Muscarà” con l’alfiere e la scorta. Presenti numerosi soci della sezione alcuni dei quali negli anni trascorsi hanno avuto l’onore di comandare il reparto stesso. La breve allocuzione del Ten. Col. Marco Spagnoli, oltre a ringraziare gli

ospiti intervenuti e in particolar modo l’ANAE, sempre presente e partecipe alla vita dei “baschi azzurri” in servizio, omettendo volutamente date, cifre, attività e traguardi raggiunti, ha sottolineato l’impegno e la grande abnegazione del personale che pur nella carenza cronica delle risorse sia materiali sia umane, ha svolto egregiamente gli incarichi affidati otte-

nendo brillanti risultati. L’intervento poi del Comandante del Centro ha evidenziato come ci si stia avviando a un radicale cambiamento degli assetti e dei reparti interni all’AVES; un lavoro impegnativo ma allo stesso tempo stimolante e volto a dare sempre il meglio per mantenere alta l’asticella del livello qualitativo del Centro. 29


cROnAcA DALLE sEzIOnI Momento come sempre emozionante è stato quello della lettura della preghiera dell’AVES, a perenne ricordo dei nostri Caduti. Poi tutti al circolo per un brindisi finale e un sentito momento di socializzazione tra il personale in servizio e quello in quiescenza. Angelo Valentini

LA MUSCARÀ ALLA CELEBRAZIONE DEL PATRONO DELLA G.di.F.

N

ella splendida chiesa di San Sisto in Viterbo, il 20 settembre 2019 Sua Eccellenza Monsignor Lino Fumagalli, Vescovo di Viterbo, ha officiato una Santa Messa in occasione della ricorrenza di San Matteo Apostolo, protettore della Guardia di Finanza. A fare gli onori di casa il Col. Andrea Pecorari che da pochi giorni ha assunto il Comando Provinciale della Guardia di Finanza. Presenti le associazioni combattentistiche e d’arma, i Gonfaloni del Comune e della Provincia di Viterbo. Il gradito invito alla cerimonia è stato onorato dalla sezione Muscarà con la presenza del vessillo e l’alfiere accompagnati dai soci. Ospiti inoltre il Prefetto di Viterbo, autorità militari e civili, e una grande partecipazione delle donne e degli uomini in divisa delle Fiamme Gialle. Il Vescovo di Viterbo, nella Sua omelia, ha tra l’altro detto: "il Vostro compito è quello di educare le persone a forti ideali" e ancora: "il Vostro lavoro non è facile, ma la comunità ha bisogno di Voi, ha bisogno del rispetto delle norme e tutti i cittadini devono contribuire al rispetto e alla riscoperta continua dei valori". Angelo Valentini

CONSEGNATI I GRADI AI NUOVI MARESCIALLI DELL’ESERCITO

I

l 4 ottobre 2019, in una splendida mattinata di questo inizio autunno, presso la Scuola Sottufficiali “Soccorso Soloni” in Viterbo, 157 neo Marescialli dell’Esercito Italiano frequentatori del 20 corso "Certezza" hanno ricevuto i gradi a completamento dell’iter formativo. La sezione Muscarà ha preso parte alla cerimonia con il vessillo, l’alfiere, il Presidente e numerosi soci. Presenti il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. C.A. Giovanni Fungo, il Comandante della Scuola, Gen. B. Pietro Addis, autorità militari e civili, i Gonfaloni del Comune e Provincia di Viterbo, le associazioni d’arma provinciali e i numero30

sissimi parenti ed amici degli Allievi promossi. Particolare e carico di pathos il momento allorquando la banda della Scuola Trasporti e Materiali ha eseguito l’Inno di Mameli per rendere gli onori alla bandiera d’Istituto decorata di medaglia di bronzo al valore dell’Esercito. Dopo aver sfilato davanti agli ospiti ed ai reparti, che a gran voce hanno cantato l’inno, si è inquadrata nello schieramento. Il Comandante della Scuola durante il Suo intervento ha, tra l’altro, ricordato ai neo marescialli: "...siete al culmine di un percorso iniziato due anni e mezzo fa, quando decideste di diventare allievi marescialli dell’Esercito ed i gradi che verran-

no messi sulle vostre spalline non sono un regalo ma il frutto di determinazione impegno e passione...". Conclusa l’apposizione dei gradi da parte dei parenti ai neo marescialli, è avvenuta la cerimonia del passaggio della "Stecca" dagli Anziani ai Cappelloni e le premiazioni agli Allievi che si sono particolarmente distinti. Il Sottocapo di SME, Gen. C.A. Giovanni Fungo, ha preso la parola e dopo aver ringraziato tutti i presenti e dichiarato di essere sempre entusiasta di partecipare alla bella cerimonia poi si è rivolto ai marescialli:"Marescialli dell’Esercito dovete essere di esempio per tutti, il grado che indossate vi conferisce l’autorità


formale, il rispetto che da solo non sarà sufficiente a esercitare in maniera efficace il vostro ruolo di Comandanti. Per essere dei bravi Comandanti ci vuole anche l’autorevolezza, la rispettabilità e queste vanno conquistate giorno per giorno". La cerimonia si è conclusa con la sfilata di tutti i reparti in parata. Angelo Valentini

LA SEZIONE MUSCARÀ RINNOVA LE CARICHE SOCIALI

I

l 29 ottobre 2019 presso la sala multifunzionale della Parrocchia di S. Maria della Grotticella, in Viterbo, si è tenuta l’Assemblea ordinaria dei soci della sezione “Muscara” per rinnovare il Consiglio Direttivo di Sezione. La partecipazione dei soci, come di consueto, è stata ampia, dimostrando l’attaccamento degli stessi al nostro Sodalizio. Dopo un breve intervento del Presidente in carica, Gen. B. Luigi Orsini, e un doveroso ricordo dei nostri caduti, l’Assemblea ha eletto all’unanimità il socio Gen. B. Antonio Laruccia Presidente dell’Assemblea e Presidente della commissione elettorale, il socio Lgt. Gaetano Di Benedetto, segretario e i soci Mar. Angelo Cecconi e Lgt. Emilo Chiossi scrutatori. Le operazioni di voto, svolte in un locale adiacente l’aula assembleare, si sono concluse alle ore 12.00: sono risultati eletti: - Brig. Gen. Salvatore Mastrangelo Presidente - Lgt. Luigi De Rosa Consigliere - Lgt. Gaetano Di Benedetto Consigliere - Col. Giuseppe Torresi Consigliere - Ten. Angelo Valentini Consigliere 31


cROnAcA DALLE sEzIOnI

LA GIORNATA DELLE FORZE ARMATE A SAN GIOVANNI IN TUSCIA

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o scorso 4 novembre la comunità di Villa San Giovanni in Tuscia si è raccolta intorno al monumento ai caduti per celebrare l’Unità d’Italia e rendere onore alle Forze Armate. La cerimonia ha avuto inizio con una Santa Messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre, officiata dal Parroco don Paolo Canalis. Accanto al Sindaco Fabio Latini i Carabinieri della Stazione di Blera, con in testa il Comandante Mar. ord. Scatolla, e una rappresen-

tanza della sezione Bersaglieri di Vetralla e dell’ANAE con il socio Marcosano della Sezione Muscarà. La presenza della Muscarà alla cerimonia è nata dall’iniziativa del socio Paolo Valeri vice Sindaco di Villa San Giovanni in Tuscia. Alle 18.00 il corteo, radunato davanti al Comune, si è mosso accompagnato dalla Banda Musicale per portarsi in piazza Savoia dove si è svolta la cerimonia semplice e toccante al tempo stesso, che

è stata seguita da molti cittadini e dagli alunni della locale scuola primaria. La deposizione di una corona d’alloro al monumento sulle note del “Piave” è stato il momento più toccante così come l’intervento del Sindaco Latini che ha reso onore a chi si è immolato per assicurare alle generazioni future libertà e democrazia. L’iniziativa si è conclusa con l’Inno di Mameli intonato dalla Banda Musicale e cantato in coro da tutti i presenti.

CORSO ”HUMAN FACTOR”

S

i è svolto presso l’Istituto Tecnico Tecnologico “L. Da Vinci” il primo corso di “Human Factor” per gli studenti dell’indirizzo Costruzioni Aeronautiche. L’iniziativa s’inquadra nell’ambito della certificazione EASA (European Aviation Safety Agency) - LMA (Licenza Manutentore Aeronautico) Part. 66, per l’ottenimento dei crediti per raggiungere la certificazione di licenza di manutentore aeronautico. Il Leonardo da Vinci di Viterbo è l’unica scuola pubblica italiana che rilascia la certificazione per tutti i tredici moduli della categoria B1.2 “Velivoli con Motori a Pistoni”. Alla realizzazione del corso hanno partecipato i soci Ranieri Geronzi, Lucio Dossi e Bruno Pagnanelli della sezione ANAE “Muscarà” di Viterbo, occupandosi attivamente della realizzazione della dispensa didattica e di altri aspetti logistici e organizzativi; infatti la sezione “Muscarà” grazie ad un affiatato gruppo di soci supporta, oramai da diverso tempo, le attività extracurricolari della scuola. Un’ opportunità per gli studenti del corso COA, che altrimenti per ottenere lo stesso risultato si dovrebbero rivolgere alle scuole aeronautiche private italiane, con un notevole esborso economico e un 32

successivo periodo di studi di due anni dopo il diploma. L’obiettivo del corso, è anche quello di sottolineare come il comportamento umano è influenzato dall’ambiente, dalle emozioni e dalle capacità cognitive e sociali in cui si opera.

Un argomento oggi all’ordine del giorno, che, di fatto, supera, gli aspetti tecnici e tecnologici. Il corso, a cui hanno aderito oltre 20 alunni, è stato tenuto da un docente di tutto rispetto, il Generale di Divisione Aerea Carlo Landi, uno dei massimi esperti di Sicurezza Aerea, che ha ricoperto numerosi incarichi in ambito aeronautico, e oggi Coordinatore del Progetto “Volare Sicuri” e vicepresidente Unione Giornalisti Aerospaziali Italiani (Ugai). I prossimi passi a cui la scuola si sta orientando, sono il riconoscimento di Scuola Certificata EASA 147, l’ampliamento anche alla categoria B1.1 “velivoli con motori a turbina” e l’avvio di una scuola di volo per l’ottenimento di brevetto da pilota. Ranieri Geronzi


AUGURI DI FINE ANNO Il 15 dicembre 2019, in occasione del pranzo sociale per lo scambio di auguri in vista delle festività di fine anno, nella splendida location di un ristorante ai piedi dei monti di San Martino al Cimino; gli elegantissimi “giovani leoni” della sezione Muscarà, unitamente alle gentili consorti, figli, e in alcuni casi nipotini, hanno risposto “Presente” all’invito del nuovo consiglio direttivo presieduto dal Brig. Gen. Salvatore Mastrangelo. Sorrisi, abbracci e ricordi dei tempi trascorsi hanno fatto da cornice all’incontro conviviale. Ottimo, raffinato ed apprezzatissimo da tutti i commensali il menù preparato dallo chef; impeccabile e attento il servizio ai tavoli magistralmente apparecchiati per l’occasione. Come era prevedibile l’ingresso della sontuosa e squisita torta ha attirato l’attenzione di tutti, foto e video le hanno reso onore.

Il Presidente ha invitato ad alzare i calici per il brindisi finale augurando a tutti Buone Feste e la certezza di ritrovarci nuovamente il prossimo anno. Testo e foto Angelo Valentini

SEZIONE “RAMACCI”

CERIMONIA A CERLUSCO

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omenica 8 settembre 2019, nel comune di Cerlusco (BG), alla presenza del sindaco e con la partecipazione delle autorità civili, religiose e militari del territorio bergamasco, si è svolta una cerimonia in occasione del 36° anniversario della realizzazione del monumento al Fante che è coincisa con l’anniversario della costituzione della sezione Fanti di Cerlusco e l’8° raduno provinciale dei Fanti di Bergamo. La manifestazione, è iniziata davanti al monumento ai caduti con l’alzabandiera e il canto da parte dei presenti, dell’inno nazionale. Al termine, è iniziata la sfilata in parata con in testa le autorità seguite dalle associazioni d’arma e le associazioni di volontariato e da una numerosa folla di cittadini festanti che ha raggiunto

il monumento all’alpino dove sono state deposte due corone di fiori. Successivamente, nella Chiesa Parrocchiale di San Fedele Martire patrono della città, gremita di cittadini, è stata celebrata una Santa Messa, in suffragio dei Caduti di tutte le guerre. La bella manifestazione, si conclusa nel locale oratorio con la premiazione con una medaglia ricordo e pergamena nominativa dei fanti più anziani della città. Alla manifestazione, l’associazione nazionale aviazione dell’Esercito, ha partecipato con i soci della sezione “Ramacci” di Orio al Serio con il vessillo, il cui alfiere era il socio Gen. B. (aus.) Salvatore Torre, anche socio della sezione Fanti di Urgnano. Salvatore Torre

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cROnAcA DALLE sEzIOnI

LA SEZIONE RAMACCI RICORDA I CADUTI

I

l 16 novembre 2019 la sezione ANAE “M.O.V.M. M.llo Capo Fiorenzo Ramacci” di Orio al Serio ha partecipato alla commemorazione del XVII anniversario della strage di Nassirya dove persero la vita 19 italiani. La cerimonia si è svolta presso la Santella posta in località “Prati Moletti” nel comune di Albino, Santella di tutti i Soldati caduti in servizio e dove all’interno è posta una foto della nostra M.O.V.M. RamaccI con la motivazione del conferimento dell’onorificenza. Alla cerimonia hanno partecipato numerose associazioni con vessilli e labari tra cui l’UNSI di Bergamo anch’essa intitolata a Ramacci oltre ad autorità civili e a un nutrito pubblico che ha voluto essere presente nonostante le avverse condizio-

ni atmosferiche. Nell’occasione la nostra sezione ha inaugurato un piccolo monumento con una targa a ricordo di tutti i caduti dell’Aviazione dell’Esercito. Il Presidente della sezione Ten. Col. Modesto Cretella unitamente al Sindaco di Albino dott. Fabio Terzi hanno provveduto a scoprire la targa dei Caduti, dopodiché il Presidente ha tenuto un breve discorso ricordando l’impegno della nostra specialità sia in territorio italiano sia all’estero. La cerimonia è stata preceduta dall’alza bandiera e a chiusura, è stata officiata la S. Messa celebrata da Padre Gian Sandro con la lettura finale delle preghiere del soldato e dell’AVES. Tutti i partecipanti sono stati invitati, a fi-

ne manifestazione, presso un vicino ristorante per un sobrio rinfresco a base di vin brulé e deliziosa crostata di marmellata. Modesto Cretella Foto Cretella e Occhiochiuso

SEZIONE “RIGEL”

CAMBIO DEL COMANDANTE ALL’AEROPORTO DI AVIANO

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a sezione ANAE “Rigel”, con il suo presidente, il Consiglio di sezione con il Vessillo e un buon numero di soci, ha partecipato lo scorso 18 settembre 2019, alla cerimonia di avvicendamento al Comando tra il Colonnello pilota Vincenzo Tozzi, cedente, e il Colonnello pilota Luca Crovatti, subentrante. Il passaggio di consegne, si è svolto all’interno di un aviorimessa, davanti ad uno schieramento formato dal reparto italiano e dal 31° F.W. e alla presenza di autorità civili e militari e numeroso pubblico, Massima Autorità militare il Gen. di Divisione Silvano Frigerio Comandante del 1° Raggruppamento Aereo. Il Comandante cedente Col. Tozzi nel suo discorso di commiato, ha ringraziato tutti i suoi uomini per la collaborazione data nei

due anni di comando poi, rivolgendosi allo schieramento, con voce ferma, ha indicato a tutti di riconoscere nel Col. Crovatti come loro nuovo Comandante. Dopo il breve discorso del Col. Crovatti, originario di Cordenons e residente a Pordenone, ha preso la parola il Gen. div. Silvano Frigerio, massima autorità presente alla cerimonia, spendendo parole di elogio verso il Colonnello Tozzi per aver raggiunto tutti gli obiettivi assegnati nei due anni del suo comando. Il generale, ha concluso rivolgendosi direttamente alla banda, invitandola a suonare l’Inno nazionale che cantato da tutti i presenti, ha concluso la cerimonia. Andrea Santarossa


sEzIOnE mUscARà E sOLIDARIETà di Vito Di Noto

UnA mELA PER LA LOTTA ALLA scLEROsI mULTIPLA L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla nei giorni 4, 5, 6 ottobre 2019 anche quest’anno ha organizzato la manifestazione a carattere nazionale “La mela di Aism” 2019 con 13 mila volontari AISM a distribuire oltre 4 milioni di mele a fronte di una donazione per la raccolta fondi per la ricerca scientifica e per garantire i servizi di assistenza e di supporto all’autonomia per le persone colpite da sclerosi multipla, malattia cronica, imprevedibile, progressivamente invalidante e che colpisce maggiormente i giovani e le donne. La Sezione Provinciale dell’associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) di Viterbo, ha affrontato la raccolta fondi annuale grazie anche all’aiuto ricevuto dai Baschi Azzurri viterbesi e dai colleghi di Assoarma. La sezione AISM di Viterbo, legata alla sezione Muscarà da uno stretto rapporto di collaborazione, garantisce una corretta informazione e orientamento sulla sclerosi multipla, è collegata in rete con tutti i servizi ospedalieri e territoriali per facilitare loro un corretto percorso. Svolge attività di accoglienza e relazione continuativa con le persone coinvolte nella sclerosi multipla per avere sempre una si-

tuazione aggiornata del contesto territoriale Il socio della sezione Muscarà e vice Presidente della sezione AISM di Viterbo 1° Lgt Vito Di Noto, ringrazia per il sostegno e il supporto ricevuto dai colleghi della Muscarà, della sezione di Viterbo di Assoarma e dai membri dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell’Associazione Nazionale Finanzieri e dai colleghi di “Old of Antares”

sTRAvITERbO Il 13 ottobre 2019, nella perfetta cornice dell’organizzazione della Scuola Marescialli dell’Esercito Italiano, si è svolta a Viterbo l’annuale manifestazione podistica “StraViterbo”. La corsa seguita da un considerevole pubblico ha visto la massiccia partecipazione di società podistiche locali e di vari enti militari. Alla manifestazione è stato possibile assistere a varie attività dimostrative di alcuni assetti operativi dell’Esercito italiano tra i quali quelli dell’AVES. Tra gli stand ospite di Assoarma Viterbo, era presente quello dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, presidiato dal vice presidente dell’associazione e socio della sezione “Muscarà” 1° Lgt Vito Di Noto, in compa-

gnia del Gen. Enzo Melis, dei 1° Lgt Tommaso Matarazzo, Luigi Pizzullo, Oronzo Ruggeri e del Socio ANAE della sezione “Oscar Savini” 1° Lgt Roberto Bernini, la bellissima giornata, trascorsa in allegria e amicizia, ha visto l’interazione di AISM, ANAE, ANPI, ASSOARMA, CRI e ASI che hanno posto le basi per future collaborazioni congiunte in ambito locale.


mUscARà E sOLIDARIETà Il consiglio Direttivo della sezione Provinciale dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), ringrazia, i marescialli del 20° corso Certezza della Scuola Allievi Marescialli dell’Esercito, per la donazione di parte del ricavato della 12a edizione della manifestazione podistica cittadina StraViterbo. Lunedì 25 Novembre, i marescialli alla presenza del loro Comandante Generale di Brigata Pietro Addis, del 1° Luogotenente Antonello Galantucci presidente della locale sezione dell’Associazione Sottufficiali d’Italia, della Dott.ssa Daniela Donetti, direttore generale della Asl di Viterbo, della Dott.ssa Antonella Proietti, direttore sanitario aziendale e della Dott.ssa Rita Navas, responsabile del reparto di neonatologia, terapia intensiva e patologia neonatale, hanno donato a cinque associazioni viterbesi operanti nel settore della solidarietà e dell’attività sociale, il ricavato della 12^ edizione della manifestazione podistica StraViterbo. I militari che presto lasceranno la nostra cittadina dopo un arduo periodo di formazione per raggiungere le scuole militari di specializzazione, hanno consegnato gli assegni frutto della solidarietà al Dott. Stefano Pasqualoni, presidente dell’associazione Aiutiamo i bambini del Belcolle, a Vito Di Noto, vicepresidente provinciale della sezione di Viterbo dell’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), a Domenico Arruzzolo, presidente dell’associazione Viterbo

con amore, ad Alessia Brunetti, presidente della fondazione Oltre noi e a Graziella Iacoponi, presidente del consiglio di amministrazione dell’associazione Campo delle rose. I marescialli hanno inoltre, visitato i piccoli degenti del reparto Pediatria, consegnando a ciascuno una copia del fumetto “Lupetto Vittorio”, la mascotte dell’esercito nato nell’intento di comunicare, i valori fondamentali della convivenza democratica e del vivere comune che sono ben raffigurate dalle nostre Forze Armate. I referenti delle associazioni hanno ringraziato i Marescialli per la loro generosità che li ha visti, in linea con i tradizionali valori che quotidianamente contraddistinguono le nostre Forze Armate.

AIsm vERsO IL 2020 Il locale Consiglio provinciale dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), ha organizzato presso la cittadella della Salute dell’ASL di Viterbo il convegno “AISM Verso il 2020 - Lavoro e Sclerosi Multipla”. Al convegno caratterizzato dalla presenza di qualificati relatori quali il dott. Andrea Cuccello della Segreteria Nazionale della CISL, il dott. Nicola Murgia della medicina del lavoro di Perugia e il dott. Francesco Saverio Lemma del Servizio Inserimento Lavorativo Disabili (SILD), ha preso parte tra gli altri il Gen. Luigi Casamassima segretario generale dell’Associazione Nazionale dell’Aviazione dell’Esercito e il Consiglio Direttivo della Sezione Muscarà dell’ANAE

che con la loro presenza hanno testimoniato l’attenzione che la nostra specialità dimostra verso la SM, patologia che generalmente colpisce i giovani tra i venti e i quaranta anni e in forma doppia le donne rispetto agli uomini. Durante la conferenza sono stati discussi i molteplici problemi che quotidianamente emergono tra i lavoratori colpiti dalla Sclerosi Multipla, nonché titolari delle tutele previste dalla legge 104, e i gestori delle risorse umane (settore pubblico) o datori di lavoro (settore privato). Il dibattito è proseguito evidenziando anche le carenze normative esistenti per il supporto di quei lavoratori che sono nel contempo datori di lavoro di se stessi .


AQUILE DELLE RISAIE

Settimo Raduno

di Francesco Morera

I

l 22 giugno 2019 le “Aquile delle risaie” si sono incontrate per il settimo anno consecutivo nella loro Base di Vercelli. I piloti e gli specialisti che vi prestarono servizio si sono riuniti con grande entusiasmo. Per la seconda volta il Comandante, Col. Giuseppe Avaro, ha partecipato arrivando quale radunista più lontano e per questo merita un grande elogio e il più vivo ringraziamento! Cessato uno scroscio di pioggia ben augurale e rinfrescante, come consuetudine, il raduno ha avuto inizio con la cerimonia dell’alza bandiera unitamente al simbolo del reparto rappresentato dall’Airone. E’ seguito un commosso ricordo dei colleghi caduti in servizio e dei colleghi "volati più in alto". Dopo i discorsi di rito i radunisti si sono recati presso la lapide che ricorda i sergenti maggiori piloti Giovanni De Palma e Marco Pedi ivi caduti dove si è svolta una commovente cerimonia con la deposizione di un mazzo di fiori azzurro, osservato un minuto di silenzio e letta la preghiera dell’AVES. È stato osservato un minuto di raccoglimento ed è stata recitata la preghiera dell’AVES. Durante il successivo “pranzo di Corpo” i radunisti hanno ricordato le innumerevoli missioni di volo svolte tra le fittissime e perduranti nebbie, tanti episodi e battute varie. Il Comandante “Pino” Avaro è in-

tervenuto evidenziando il grande spirito di amicizia incontrato e rinnovato nelle sue due partecipazioni. Al termine sono state consegnate le targhe e le pergamene-ricordo con l’immagine di fine anni ‘60, di un aereo L19E e tre elicotteri AB 47J in rullaggio verso la testata Est della pista vercellese. Nel pomeriggio è seguita la cerimonia dell’ammaina bandiera che ha concluso l’evento con il più sentito “arrivederci” dei radunisti.


32° Corso P.O.A.

UN’EMOZIONE PER TUTTI Il 1° aprile 1974, prima dell’alba, ci mettemmo in viaggio per presentarci all’aeroporto militare di Latina e iniziare il corso piloti osservatori dall’aereo presso la Scuola di volo basico avanzato a elica dell’Aeronautica Militare. di Alfredo Merrone e Francesco Morera

T

anti i ragionamenti e le domande che a turno ci facevamo durante il viaggio: la durata corso, il volo, l’impegno, le nuove materie, le difficoltà, il volo e ancora il volo. Prossimi alla destinazione, con le auto confluimmo sul lungo viale che conduce all’aeroporto felici di esserci ritrovati dopo la selezione e le visite mediche. Fummo accolti dal capitano pilota Antonio Bruno e invitati a entrare; in quel momento con manifesta emozione una voce dal gruppo esclamò: “allora non è un pesce d’aprile!”. Ebbe così inizio il 34° corso POA, poi rinominato 32° corso POA, costituito da 19 ufficiali. Dopo 45 anni, il 2 ottobre 2019, ci ritroviamo di nuovo presso l’aeroporto militare di Latina, sede del 70° Stormo A.M. e Scuola di volo basico per il tradizionale raduno. Tutti, entrando, abbiamo provato una grande emozione e la ricomparsa di piacevoli ricordi. Subito il "Piaggione" P.166 posizionato "in volo" sopra l’entrata della Base, poi presso il circolo unificato, il saluto di benvenuto, del Comandante dello Stormo, Colonnello pilota Francesco Maresca, che ha accolto con affettuo-

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sa cortesia Noi, “ex Allievi” e alcune mogli presenti, che hanno impreziosito il nostro raduno. L’accoglienza predisposta con ufficiali e sottufficiali accompagnatori e la loro cordiale empatia ci ha consentito di ottenere, durante la visita, le risposte a tutte le nostre aspettative di aggiornamento sui velivoli e sulle attività aeronautiche connesse, rafforzando il legame di amicizia e stima reciproca, consolidato negli anni tra l’Aeronautica Militare e l’Aviazione dell’Esercito. Tanti ricordi, un’emozione dopo l’altra e tra queste, la più commovente, durante la Santa Messa, quando il Cappellano ha ricordato, chiamandoli per nome, i nostri cari colleghi che volano nei cieli azzurri e insieme con loro anche le consorti che ci hanno lasciati: Giancarlo, Angelo, Giuseppe, Franco, Lucia, Stefania e Maria Rita. La preghiera dell’AVES letta con particolare emozione da

Francesco Morera ha concluso il momento denso di commozione. La visita continua e ci dirigiamo verso la linea di volo: alcuni aerei sono schierati al parcheggio, uno in rullaggio, un altro pronto al decollo, un altro ancora in circuito per l’atterraggio, ci portano indietro di quarantacinque anni. Ci fermiamo a guardare la pista e uno di noi ricorda e descrive il suo primo volo senza istruttore. Racconta: “il decollo da solista, prima di entrare in pista, lo ritenevo più facile da affrontare, mentre l’atterraggio mi imponeva una concentrazione maggiore per evitare di avere un contatto troppo pesante con la pista, già provato ai primi atterraggi. Quella volta fu perfetto: un atterraggio tanto liscio che non avvertii nemmeno il momento di effettivo contatto delle ruote con la pista”. Fu vera gloria oppure oggi, dopo nove lustri gli piace ricordarlo così? Camminando e curiosando, abbiamo raggiunto la zona operativa e in successione ci sono stati mostrati l’attività svolta presso il Gruppo Efficienza Aeromobili, la sala paracaduti e caschi, la sala elearning e i risultati che si ottengono con i modernissimi simulatori di volo. Infine con gli aerei storici dell’A.M. lungo il percorso, e la mo-


stra statica di un velivolo SF 260 antistante l’hangar, abbiamo coronato splendidamente la visita che si è conclusa con la consegna al comandante dello stormo da parte del Capo Corso a nome di tutti, di una targa ricordo dell’evento. Nel suo intervento, il Capo corso con semplici e significative parole ha sintetizzato le molteplici e diversificate attività assolte da tutti i componenti fino a nove anni fa, quando il più giovane ha terminato il servizio attivo ed è stato collocato in quiescenza: “Questo gruppo di ‘fantastici ragazzacci’ ha iniziato il corso con forte determinazione e motivato impegno, e alla fine della fase di Latina abbiamo ottenuto l’attestato di idoneità all’esercizio del volo su velivolo L 18C, il cosiddetto “giallone” telato, nominativo radio Ocra. Successivamente abbiamo completato

l’attività su ala fissa a Viterbo, volando sull’aereo L 19. Al termine del corso ci è stato riconosciuto il brevetto di pilota e con orgoglio ci siamo fregiati dell’aquila che lo attesta. Tutti fummo immediatamente transitati su ala rotante, frequentando il 133° corso POE presso l’aeroporto militare di Frosinone e successivamente fummo assegnati ai Reparti ALE con la qualifica di pilota osservatore e pilota di elicotteri”. Continuando il suo intervento, il capo corso, ha ricordato i risultati raggiunti dai piloti del “gruppo” che hanno volato su tutti i mezzi che nel tempo, si sono succeduti nella Specialità, poi, rivolgendosi al Comandante dello Stormo: “Concludo inviando un riconoscente e caloroso saluto a tutti gli istruttori che ci hanno abilitati al volo e un doveroso ringraziamento all’Aeronautica Militare e a Lei, Comandante Maresca per la stupenda ospitalità. Vi-

Iniziato come 34° corso POA, successivamente è stato rinumerato come 32°, proseguendo poi con il 133° corso POE e svolgendo la sua attività di volo sempre in piena sicurezza.

Frequentatori: Fausto Amadori, Filippo Amore, Sergio Buono, Giancarlo Cervellini Giuseppe Di Noia, Fabrizio Fontana, Franco Fortuna, Claudio Gasperini, Antonio Lattanzio, Ennio Lazzarotto, Massimo Marchisio, Giovanni Martina, Alfredo Merrone, Francesco Morera, Giuseppe Nazzaro, Luciano Rabbai, Antonio Riccardelli,

Angelo Sellaretti, Dario Zampieri.

va l’AVES, viva l’Italia”. Il pranzo conviviale con il Comandante, concluso con il brindisi e la torta raffigurante il simbolo del 70° Stormo, ha completato il raduno.


cROnAcA DAI REPARTI

REGGIMENTO AVES “SIRIO”

SUPPORTO ALLA PROTEZIONE CIVILE A STROMBOLI Continua l’impegno degli elicotteri dell’Esercito al fianco della Protezione Civile nel controllo del vulcano.

I

l 7 ottobre 2019 un elicottero del 2° reggimento Aviazione dell’Esercito “Sirio” ha trasportato personale e attrezzature speciali sullo Stromboli, per il monitoraggio del vulcano. Dopo diversi interventi nella scorsa estate, in cui gli aeromobili dell’Esercito hanno trasferito in prossimità del cratere tecnici e materiali pesanti per il ripristino delle comunicazioni compromesse dalle recenti eruzioni, il Dipartimento della Protezione Civile ha richiesto ancora il supporto dell’Aviazione dell’Esercito per la verifica del sistema di controllo e allarme relativo all’attività vulcanica. Lo scorso fine settimana quindi, gli equipaggi di volo del 2° "Sirio" hanno trasportato sull’isola, a bordo di un elicottero AB 412, personale della Protezione Civile e dell’Università degli Studi di Firenze con gli strumenti necessari ai controlli. L’operazione congiunta ha permesso la verifica del sistema di monitoraggio e di allertamento sonoro in favore della popolazione locale. La molteplicità d’impiego degli elicotteri deĺl’Aviazione dell’Esercito è una delle prerogative che caratterizzano la versatilità della Forza Armata al servizio del paese. Gianluca Carofalo 40


AL 1° IDRA

LA VENETO MILITARY AVIATION SOCIETY

I

l 9 ottobre 2019 il 1° Reggimento di Sostegno AVES “Idra” di Bracciano ha aperto le proprie porte a una rappresentanza della VMAS – Veneto Military Aviation Society (VMAS), un’associazione senza fini di lucro nata a Treviso nel marzo del 1989 che riunisce appassionati di tecnica, storia e araldica dell’Aviazione militare. Il Capo Ufficio OAI del reggimento, Ten. Col. Francesco Spatarella, esperto pilota collaudatore con oltre 3000 ore di volo all’attivo, ha fatto gli onori di casa, accogliendo gli ospiti presso la sala convegno unificata, dove era stata preparata una colazione di benvenuto. A seguire, gli ospiti hanno assistito alla proiezione di alcuni video della Specialità presso l’aula polifunzionale, dove è stata evidenziata l’importante sinergia con altri Corpi come la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco durante alcune emergenze sul territorio nazionale. Si è fatto quindi riferimento agli interventi congiunti in occasione di pubbliche calamità, campagna antincendi boschivi e sgombero di personale in situazioni critiche. Gli invitati

hanno poi visitato il magazzino ricambi robotizzato e sono stati guidati dal Comandante del Gruppo Squadroni Riparazioni AVES, Ten. Col. Antonio Chiarelli, nella visita agli hangar del Gruppo, dove sono stati mostrati gli aeromobili in manutenzione delle varie linee Legacy supportate dal reggimento. Gli ospiti hanno di seguito assistito a un’attività volativa programmata di collaudo di un RH-206C. Dopo un pranzo conviviale, la visita si è

conclusa presso la sala convegno con il saluto del Comandante di Reggimento Fabrizio Mazzilli. Nel salutare il reparto, gli appassionati della VMAS hanno espresso la propria soddisfazione per l’accoglienza e i contenuti della visita, donando al 1° “Idra” due libri di fotografie inerenti la loro attività ed il mondo aeronautico. Stefania Salvucci Sara Spitaleri


25 novembre 2019

IL PREFETTO DI RIMINI AL 7°“VEGA”

I

l Prefetto di Rimini, Dottoressa Alessandra Camporota, ha visitato il 7° Reggimento AVES “Vega”. Accolta dal Comandante, Colonnello Marco Poddi, il Prefetto ha avuto modo di visitare il Reggimento e conoscere più da vicino la realtà operativa e addestrativa di uno dei reparti di punta dell’Aviazione dell’Esercito, che da 20 anni è presente ed opera nel territorio romagnolo. Dopo un breve briefing illustrativo sul Reggimento, la dott.ssa Camporota, ha visitato il centro formazione equipaggi NH90 e i gruppi di volo, potendo constatare le potenzialità esprimibili dal 7° Vega in caso di necessità e urgenza, quale componente operativa del sistema protezione civile. La visita è stata l’occasione per consolidare gli ottimi rapporti tra le due importanti istituzioni che hanno avuto spesso l’opportunità di collaborare proprio negli interventi a favore della popolazione locale. Come tutte le unità dell’Esercito Italiano, il 7° Vega, infatti, impiegando i propri eli42

cotteri, può fornire il concorso alle Prefetture che, trovandosi in condizioni emergenziali di necessità e urgenza, richiedono una particolare assistenza (in modo particolare in caso di imminente pericolo di vita) laddove i servizi preposti non siano disponibili, sufficienti e/o impiegabili, garantendo un supporto immediato al fine di fronteggiare eventi che altrimenti comporterebbero la perdita della vita

umana o gravi danni a beni o persone. Al termine della visita, salutando il Comandante, il Prefetto ha voluto esprimere il suo apprezzamento nei confronti degli uomini e delle donne del 7° Vega per il lavoro che svolgono quotidianamente e per il loro contributo alla sicurezza e al supporto dei cittadini romagnoli. Pamela Sabato


Una rosa per

Norma Cossetto

Casarsa della Delizia

Il 5 ottobre 2019, in oltre cento città d’Italia e anche all’estero, si è voluta ricordare, con la cerimonia di posa di una semplice rosa rossa, la tragedia di Norma Cossetto, ragazza di Visinada, piccolo paese dell’interno dell’Istria. La vicenda è stata descritta, con tinte crude ma reali, nel film “Red Land – Rosso Istria” uscito nel 2018 e trasmesso anche dalla RAI. L’ 8 settembre 1943, a seguito dello sbando delle FF.AA. del Regno, l’ Istria subì una prima invasione da parte delle bande titine; in questo contesto iniziarono le prime stragi di Italiani. Norma, all’epoca studentessa di lettere presso l’Ateneo di Padova, stava preparando la sua tesi di laurea avente come tema “Istria Rossa” denominazione dovuta al colore della terra. Partigiani titini, mal intendendo il titolo della tesi, cercarono di reclutarla per i loro fini ma, al suo diniego, la sottoposero a torture e violenze indescrivibili per poi infoibarla, assieme ad altri inermi. Questa ragazza solare, assassinata a soli 23 anni è diventata un simbolo del martirio e delle sofferen-

ze delle genti adriatiche e, per tale motivo, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha inteso onorarne la memoria con la Medaglia d’Oro al Valor Civile con la seguente motivazione: “Giovane studentessa Istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di Amor Patrio”. L’Associazione Nazionale Aviazione dell’ Esercito, sezione “Rigel” di Casarsa ha presenziato, in varie cittadine del Friuli Venezia Giulia, alle cerimonie nel ricordo di Norma Cossetto. All’iniziativa, già in essere da anni, organizzata nell’isontino dal comitato 10 febbraio, dalla Lega Nazionale e dalle Associazioni degli Esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, hanno partecipato molte autorità tra le quali il sindaco di Monfalcone, dott.ssa Anna Cisint, il consigliere regionale dott. Sebastiano Callari e la Senatrice dott.ssa Raffaella F. Marin. Nelle medesime cerimonie si è anche voluto esprimere, con toccanti 43


UnA ROsA PER nORmA cOssETTO parole e la posa di fiori, il vivissimo cordoglio per i giovani agenti della Polizia di Stato Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, barbaramente assassinati nel capoluogo regionale. Ha presenziato alla cerimonia di Monfalcone il dirigente del commissariato di Monfalcone dott. Stefano Simonelli. Il lutto che ha colpito sia la cittadinanza di Trieste sia tutta la regione è stato fortemente sentito da persone di ogni età e ceto sociale. Esse hanno voluto testimoniare il cordoglio ed il vivissimo attaccamento dei Giuliani alle divise ed alle forze dell’ordine, sia nelle cerimonie del 5 ottobre, sia nei giorni seguenti. In particolare, davanti alla Questura di Trieste e nell’atrio, ove sono incisi i nomi dei Caduti Triestini della Polizia, molti dei quali immolati nelle Foibe, sono stati deposti un’infinità di mazzi di fiori e moltissimi cittadini hanno voluto fermarsi per un momento di raccoglimento e preghiera. Massimiliano Zonta

VITERBO

Nello stesso giorno, anche i baschi azzurri della sezione Muscarà hanno aderito all’invito pervenuto dal comitato 10 febbraio per la partecipazione alla manifestazione “una rosa per Norma Cossetto”. Alla cerimonia, che si è svolta davanti al cippo eretto in onore dei Caduti delle Foibe a Porta Faul, in contemporanea con altre città italiane, hanno partecipato i rappresentanti comunali di tutte le estrazioni politiche, le Associazioni d’Arma e semplici cittadini. Il Presidente Olmi del Comitato 10 febbraio, dopo aver illustrato la vita della giovane studentessa, la sua cattura, le violenze e le sevizie subite, durante la prigionia e la morte all’interno di una foiba, a nome dei presenti, ha deposto un mazzo di fiori al cippo commemorativo. La cerimonia, si è conclusa con un minuto di silenzio con il quale, sono stati ricordati anche i due agenti di Polizia uccisi a Trieste.

AIR Jesolo

di Alessandro Zanot Foto Casolo & Mirino

Angelo Valentini

C

on tre ore di spettacolo, domenica 15 settembre 2019 si è conclusa la manifestazione aerea “Jesolo Air Show” che ha visto aeromobili acrobatici civili e militari esibirsi lungo il litorale davanti a più di 500 mila spettatori.

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SHOW 2019

Appuntamento che si ripete da oltre vent’anni, quest’anno ha visto anche la partecipazione dell’Esercito italiano il quale ha aderito all’invito del Primo Cittadino che in collaborazione con il 36° Club “Frecce Tricolori” di Jesolo ha organizzato l’evento.

Per offrire al pubblico presente una capacità peculiare dell’Esercito italiano è stato simulato un atto tattico dell’Aviazione dell’Esercito e della fanteria d’assalto anfibio, mettendo a disposizione un assetto composto da una coppia di AH-129D “Mangusta”, un UH-

90A del 5° reggimento Aviazione Esercito “Rigel” di stanza a Casarsa della Delizia (PN), e una pattuglia “riverine” su base squadra d’assalto anfibio del reggimento Lagunari “Serenissima”, sbarcati sulla spiaggia con due battelli pneumatici Zodiac, spinti da motori da 40hp Johnson. La dimostrazione ha inscenato un episodio di combat recovery, nel quale il personale isolato (ISOP) è stato rappresentato da un pilota, isolato dalla propria unità su di un tratto di costa caratterizzato dalla presenza di forze ostili, in seguito ad abbattimento/atterraggio forzato. Data la particolarità dello scenario, la missione è stata affidata a una Task Unit “ad hoc” con capacità anfibia, integrata e sostenuta dalle capacità di osservazione, acquisizione e fuoco dei Mangusta e dalle capacità di trasporto tattico e comando e controllo dell’UH-90A. Nell’ambito dell’evento è stato inoltre allestito in spiaggia un “info point”, dedicato alla distribuzione di materiale divulgativo e promozionale, e all’esposizione dell’equipaggiamento di volo e sopravvivenza degli equipaggi. La manifestazione si è conclusa con la spettacolare esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazionale, le “Frecce Tricolori”.

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FIAMMATE DI TRICOLORE

nel cielo del colle falisco di Ermanno Ricci

Montefiascone, domenica 29 settembre 2019 In una giornata di tepore autunnale, nello splendido palcoscenico del lago di Bolsena, anche quest’anno in occasione della festa del Santo Patrono, San Michele Arcangelo, si è svolta l’emozionante esibizione dei lanci di paracadutisti nelle acque del lago di Bolsena alla presenza di un folto pubblico e di numerosi baschi azzurri della sezione “Muscarà”. L’organizzazione perfetta sotto ogni aspetto, voluta e promossa dal sindaco Massimo Paolini e perfettamente organizzata dall’assessore agli Eventi Paolo Manzi, ha consentito di realizzare ancora una volta la spettacolare coreografia dei colorati paracadute che si stagliavano tra l’azzurro del cielo e del lago con lo sfondo dell’isola Martana. Il presidente dell’ANPDI di Viterbo Gianpiero Monti, la sezione paracadutisti di Viterbo, di Passo Veronese e di Ancona, il parà montefiasconese Enrico Cosaro con il suo tricolore di 170 metri quadri, hanno resa viva questa manifestazione particolarmente sentita nel comune di Montefiascone dove, peraltro, l’Amministrazione è particolarmente sensibile agli eventi nei quali il tricolore diventa elemento di coesione tra i cittadini. 46

Briefing operativo del Task Group “Italair”


LA SILA come scenario operativo per l’Aviazione dell’Esercito di Gianluca Carofalo Simulazione di estrazione ferito dall’elicottero

Per 5 giorni, il personale si è addestrato sulle montagne della Sila, a premessa dell’impiego all’estero

S

i è svolta, dal 16 al 20 settembre, l’esercitazione "Martia II - 2019" che ha avuto lo scopo di amalgamare il personale dell’Esercito e di validare l’unità di volo di prossimo impiego all’estero. Nel contesto montano della Sila, è stato supposto uno scenario operativo che ha consentito ai militari di addestrarsi in maniera realistica. Il criterio di base è stato quello di far operare il gruppo in simulate condizioni critiche, sottoponendolo a continue attivazioni diurne e notturne, sia per quanto riguarda gli equipaggi di volo sia per il personale di supporto. Nel corso dell’esercitazione, pertanto, sono state svolte tutte le tipologie di missione che l’unità sarà chiamata ad assicurare. In particolare, sono state effettuate missioni di ricognizione, trasporto, scorta convogli, evacuazione sanitaria, antincendio e recupero con verricello di personale isolato. Il supporto sanitario è stato assicurato dai team medici del Sovrano Ordine Militare di Malta. L’esercitazione è stata organizzata e condotta dal 2° reggimento Aviazione dell’Esercito "Sirio", di stanza a Lamezia Terme (CZ). Tutte le attività sono state supervisionate dal personale dell’ufficio Standardizzazione Tecnica Esperienza e Studi del Comando Aviazione dell’Esercito. 47


Conclusa l’esercitazione KINETIC II/2019 Orsa Maggiore

ESERCITAZIONE ANTINCENDIO

I

l 21° Distaccamento Permanente “Orsa Maggiore”, dal 18 al 20 settembre 2019, ha condotto, sotto la supervisione e la direzione del personale dei Vigili del Fuoco del Distaccamento Antincendio Aeroportuale di Elmas (CA) un addestramento antincendio a fuoco, finalizzato al mantenimento della capacità operativa del personale specializzato effettivo al Reparto. L’esercitazione ha previsto l’utilizzo del “Simulatore d’incendio semi-mobile” Dräger Aircraft Fire Simulator 3000 in materiale metallico con alimentazione delle fiamme mediante gpl, simulante un aeromobile in fiamme. Il suo impiego offre una soluzione economica per un addestramento efficace ed efficiente. Grazie a molteplici scenari realistici ipotizzabili, è uno strumento di formazione idoneo a mettere in pratica tutte le procedure antincendio previste, secondo livelli crescenti di difficoltà. Mediante l’utilizzo dell’estinguente presente a bordo dei mezzi antincendio e l’ausilio di un naspo, la squadra formata da un capo squadra e da un operatore, è intervenuta direttamente sulle fiamme domandole. L’attività in oggetto ha permesso di mantenere addestrato il personale specializzato “antincendio” migliorandone le previste tecniche di intervento.

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Addestramento congiunto tra equipaggi di volo, fanteria aeromobile e Croce Rossa Italiana

di Pamela Sabato

I

l 4 ottobre 2019, si è conclusa presso il 7° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Vega”, la KINETIC II/2019, a cui ha partecipato il personale di prossimo impiego nei teatri operativi iracheno e afgano. L’esercitazione continuativa, inserita nel ciclo addestrativo degli equipaggi è stata condotta al fine di consolidare le capacità operative degli assetti e verificare lo stato di approntamento del Task Group “Tuono”, orientato all’impiego in Afghanistan nell’ambito della Resolute Support Mission. All’interno delle aree addestrative, gli equipaggi del 7° “Vega” insieme a quelli del 5° Reggimento AVES “Rigel” e a un plotone del 66° Reggimento Fanteria Aeromobile “Trieste”, hanno condotto e pianificato missioni di recupero di personale ferito - MEDEVAC (Medical Evacuation)/ NEO (Noncombatant


Evacuation Operation) o rimasto isolato - ISOP (Isolated Personnel) in ambiente non permissivo, oltre a missioni di esplorazione e sorveglianza dell’area d’impiego, esprimendo la spiccata interoperabilità e standardizzazione procedurale esistente tra tutte le componenti di fanteria, attacco (AH 129) e trasporto tattico (NH 90), tipiche delle unità dell’Aviazione dell’Esercito. Da sottolineare, in questa occasione, la cooperazione con il Corpo militare della Croce Rossa del centro di mobilitazione tosco-emiliano, che ha fornito, in una delle diverse missioni di volo, un (PMA) posto medicazione avanzato, rapidamente dispiegabile. La struttura gonfiabile, imbarcata su un

elicottero NH-90, insieme al personale medico è stata trasportata in un’area addestrativa in cui è stato simulato un intervento a supporto della popolazione civile. L’attività ha perfezionato la capacità di integrazione e coordinamento delle due organizzazioni, in un’ottica dual use che trova nelle situazioni di crisi e di urgenza una risposta pronta ed efficace delle forze armate a supporto della popolazione colpita dalla calamità. Piena soddisfazione del Colonnello Marco Poddi, Comandante del 7° Reggimento AVES “Vega”, per l’alto livello di addestramento e conoscenza dottrinale e procedurale dimostrata dai Reparti impegnati durante l’esercitazione.


L’Aviazione dell’Esercito conclude la CAEX II 2019

C di Carla Brocolini

si è concluso il 22 ottobre 2019, presso il poligono di capo Teulada, il secondo appuntamento annuale dell’esercitazione cAEX volto all’approntamento del personale della forza Armata di prossimo impiego all’estero.  50

ome disposto dal Comando Aviazione dell’Esercito, la direzione dell’esercitazione CAEX II 2019 (Complex Aviation Exercise), è stata assegnata al Comandante del 5° Reggimento AVES “Rigel”, Colonnello Francesco Spadolini che, attraverso lo sviluppo di un’esercitazione complessa volta alla pianificazione, organizzazione e condotta delle attività peculiari della Specialità, ha avuto la missione di coordinare le diverse tipologie di addestramento per mantenere e implementare le capacità operative dei Task Group, nonché quella di attivare l’integrazione sinergica degli assetti dell’Aviazione dell’Esercito e delle altre componenti specialistiche di Forza Armata. L’esercitazione ha previsto la costituzione di una Task Force (TF), “Thunder”, con le relative cellule funzionali e due Task Group, “Alpha” e “Bravo”, rispettivamente diretti dal 3° Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebaran” e dal 7° Reggimento AVES “Vega” e implementate da assetti del 1° Reggimento AVES “Antares”, del 21° Distaccamento Permanente “Orsa Maggiore”, da plotoni di fanteria aeromobile del 66° Reggimento “Trieste”, da 2 binomi K9, composti da uomo e cane del Centro Militare Veterinario e da un team per l’evacuazione medica avanzata (Forward Medevac) del Policlinico Militare “Celio”. In addestramento anche aerei AMX del 51° Stormo dell’Aeronautica Militare. Nel ruolo di OPFOR (Opposing Forces), un plotone del 3° Reggimento Bersaglieri. Dal 16 al 22 ottobre si è svolta la fase di condotta articolata su una serie di attività addestrative in bianco che hanno trovato riso-


luzione nell’atto tattico finale presso il poligono di Capo Teulada. Ad assistere il Comandante delle Forze Operative Terrestri e Comando Operativo Esercito, Generale di Corpo d’Armata Federico Bonato, il Comandante dell’Aviazione dell’Esercito, Generale di Brigata Paolo Riccò, il Comandante della Brigata Aeromobile “Friuli”, Generale di Brigata Stefano Lagorio, il Comandante del Poligono Interforze Salto di Quirra, Generale di Brigata Aerea Michele Oballa e altre Autorità Militari. Nello specifico l’atto tattico ha previsto l’acquisizione e la bonifica di un’area controllata dalle OPFOR con la neutralizzazione di due posti di osservazione avanzata, tramite l’impiego di due elicotteri A 129, un raid aeromobile con l’utilizzo di otto elicotteri UH 90 e una coppia di A 129 per il fuoco di copertura, e l’infiltrazio-

ne di un team sniper tramite la tecnica del fast rope da un elicottero CH 47-F. Contemporaneamente, un team di operatori Forward Medevac, a bordo di un elicottero CH 47-F, ha provveduto all’esfiltrazione di un ferito e a seguito dell’abbattimento di un drone nelle avanguardie di una colonna nemica in avvicinamento, i due binomi K9 hanno quindi effettuato la bonifica del drone mentre nell’area giungeva una QRF (Quick Reaction Force), riserva orientata a fronteggiare minacce improvvise, composta da due squadre elitrasportate su CH 47-F e scortate da due elicotteri AH 129. La CAEX II 2019 ha previsto l’impiego di circa 350 militari e 19 elicotteri della Forza Armata, nonché un aereo AMX dell’Aeronautica Militare. Grazie all’elevato profilo organizzativo e operativo sempre realistico ed efficace, alla costante vigi-

lanza della polizia militare, al supporto logistico fornito dall’Aeronautica Militare e all’impegno di tutto il personale esercitato, la CAEX II 2019 si è svolta in una solida cornice di sicurezza e ha confermato l’importanza che tali esercitazioni hanno nell’orientare l’Esercito verso la conquista di obiettivi sempre più sfidanti.


IL 4° “ALTAIR” ALL’ESERCITAZIONE VARDIREX 2019

Testare la risposta sul campo in caso di allertamento per pubbliche calamità: questo il tema dell’esercitazione inter-agenzia VARDIREX 2019 (Various Disaster Relief Management Exercise), che ha avuto luogo dal 6 all’8 novembre in diversi scenari tra Liguria e Lombardia. di Emanuel Contino

L’

attività promossa dall’Esercito, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini e il Dipartimento della Protezione Civile, ha interessato più di 850 unità includendo inoltre Marina Militare, Guardia Costiera, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza e rappresentanti degli enti locali interessati (Regioni Liguria e Lombardia) e le Prefetture di Imperia e Lodi. Obiettivo dell’esercitazione è stato quello di verificare prontezza d’intervento e procedure nella gestione delle emergenze, simulando alcuni eventi calamitosi che hanno colpito più località contemporaneamente. In particolare, sono stati interessati i territori di Cervo, Taggia, Diano Castello e Montanaso Lombardo, dove scosse sismiche, condizioni meteo particolarmente avverse, alluvioni, smottamenti e frane hanno richiesto l’intervento immediato dei soccorsi, giunti in maniera simultanea da terra, dall’aria e dal mare grazie all’impiego coordinato dei soccorritori dell’Esercito, della Marina Militare e dei volontari dell’ANA.

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Il 4° “Altair” ha rappresentato l’Aviazione dell’Esercito, schierando due assetti AB205, con equipaggio compreso di elirecuperatore, impegnati in recupero di personale con l’utilizzo del verricello di soccorso e attività di trasporto delle squadre di soccorso, spesso svolte in condizioni metereologiche marginali. Lo sfruttamento della 3^ dimensione, ha permesso di agevolare le operazioni di primo soccorso e di evacuazione del personale ferito, a tutto vantaggio della rapidità ed efficacia dell’intervento, riuscendo a raggiungere anche località dove lo scenario simulava che la viabilità ordinaria fosse interrotta. Al termine dell’esercitazione, le autorità intervenute hanno espresso la loro soddisfazione per l’ottima riuscita dell’attività, sottolineando come la VARDIREX continua a dare prova della bontà del lavoro svolto nel prepararsi ad affrontare insieme le situazioni di calamità naturali e i diversi tipi di emergenza, e di come l’intervento sinergico risulti più efficace e quindi fondamentale nella gestione di attivazioni complesse.


ITT “L. da Vinci”

TRIONFO AL GISPA 2019 di Ranieri Geronzi

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li studenti di costruzioni aeronautiche dell’ITT “Da Vinci” dominano per il terzo anno consegutivo la gara di alianti autocostruiti che si è svolta presso il Parco Museo del volo di Volandia in provincia di Varese, aggiudicandosi i primi posti della manifestazione. La gara, denominata GISPA - Gara Internazionale di Scuole di Progettazione Aeronautica, ha visto la partecipazione delle principali scuole a indirizzo aeronautico, che si sono cimentate nella costruzione e lancio dei propri aeromodelli. Nelle tre categorie presenti, Gold, Silver e Bronze, a fronte di un campo gara di oltre 50 partecipanti provenienti da tutta Italia, i ragazzi della scuola di Viterbo, si sono aggiudicati i primi tre posti nella categoria Gold, relativa ad aeromodelli costruiti con stampante 3D e lanciati tramite slitta, e il primo e terzo posto nella prestigiosa categoria Bronze, dove competono i grandi aeromodelli di circa 2 metri di apertura alare lanciati a mano. La tecnica di lancio, in quest’ultima categoria, l’ha fatta da padrona, in quanto gli studenti del da Vinci hanno dimostrato maggiore abilità degli avversari dell’Istituto di Francavilla Fontana e di Capua, forti dei loro intensi allenamenti presso l’aviosuperficie per aeromodelli di Grotte Santo Stefa-

no in gestione all’Associazione Viterbese Aeromodellismo. Un ringraziamento al suo presidente Antonio Riccardelli e anche alla sezione ANAE “Muscarà” di Viterbo che, con il suo socio Lucio Dossi hanno contribuito attivamente al successo finale, e come sempre partecipa attivamente alle numerose attività della scuola, come il prossimo avvio del 6° corso di manutenzione AB206. La delegazione scolastica partecipante alla manifestazione era composta dai docenti Desideri Roberto e Brodo Franco e dagli studenti Aquilani Lorenzo, Boccanera Gianluca, Cardelli Davide, Cardone Giuseppe, Casciani Alex, Monte Gabriele, Bartolacci Lorenzo, Sabani Matteo, Agostini Federico,

Capuzzi Valerio, Carofano Alessandro, Cotronè Giuseppe, Finocchi Luca, Fortuni Daniele, Manole Roman, Marricchi Marco, Tissi Mirella, Tranfa Riccardo. Ancora una volta quindi un risultato prestigioso per il corso di Costruzioni Aeronautiche dell’ ITT “da Vinci” diretto dal dirigente Prof. Luca Damiani, che tra l’altro, dimostra come la collaborazione tra scuola e realtà territoriali come AVIA e ANAE possa essere l’arma vincente per portare al successo le proprie iniziative.


cOmAvEs

ROMA

300 GIOVANI PILOTI VIRTUALI di Riccardo Scarsella

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ell’ambito delle attività promozionali condotte dall’Aviazione dell’Esercito, nelle date del 26, 27 e 28 di ottobre 2019, una nutrita rappresentanza di personale dell’AVES ha fornito un servizio d’informazione e propaganda nei confronti della popolazione civile presso l’area di parcheggio del Centro Commerciale “Casilino”, in Via Casilina, Roma. In tale attività, svolta in maniera impeccabile sotto la guida del capo team Ten. Col Riccardo Scarsella effettivo al Centro Addestrativo Aviazione Esercito di Viterbo, sono state distribuite stampe, brochure e fotografie varie rappresentative dei velivoli dell’Aviazione dell’Esercito all’interno di un carro shelter denominato “Rolfo”, dove erano state installate due postazioni di simulazione del volo in elicottero. Queste due postazioni, hanno richiamato una folla di visitatori che dopo un breve briefing introduttivo sotto la supervisione di personale altamente specializzato, hanno potuto apprezzare e acquisire tecniche di pilotaggio si-

mulando il volo virtuale in elicottero. Al termine della prova, a ciascuno di essi, “circa 300”, sono stati assegnati i diplomini di “pilota virtuale” destando così stupore e gioia, e portando a casa un indelebile ricordo dei momenti vissuti in cabina di pilotaggio. Sono intervenuti, durante l’arco delle tre giornate, oltre al Presidente Nazionale dell’ANAE Gen. Buono anche personale della loca-

le sezione ANAE “Tucano” di Roma, per confermare l’aspetto collaborativo del personale in quiescenza e dei baschi azzurri in servizio. Hanno presieduto tale attività: SM Pagliaccia, SM Foresta, Serg. Toma, 1° CM VSP Piacentini, 1° CM VFP4 Dubbioso, Sold. Armellini, Sold. Ghezzi, Sold. Khamriche.


IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA DEL QATAR visita l’Aviazione dell’Esercito

di Carla Brocolini

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l 5 novembre 2019, presso l’aeroporto “T. Fabbri” di Viterbo, il Comandante dell’Aviazione dell’Esercito Generale di Brigata Paolo Riccò, ha accolto il Capo di Stato Maggiore della Difesa del Qatar, Generale Ghanim Shaheen Al-Ghanim, giunto a Viterbo per conoscere da vicino la realtà che vede impegnati i suoi uomini in un percorso di formazione e addestramento sugli elicotteri UH-90. L’Aviazione dell’Esercito, nell’ambito degli accordi internazionali tra Italia e Qatar, concorre all’addestramento degli equipaggi di volo e del personale di supporto manutentivo della linea UH-90 A delle Forze Armate del Qatar e la visita di ieri ha rappresentato un modo per ripercorrere, insieme ai baschi azzurri della Specialità, quanto fatto nel corso di questo primo anno di lavoro insieme. Il Generale Ghanim Shaheen Al-Ghanim dopo aver assistito a un briefing illustrativo sulle attività svolte, si è spostato all’interno dell’hangar del Task Group “Nemo”, dove ha potuto vedere da vicino l’elicottero UH-90 usato in addestramento. Con la firma dell’albo d’onore e lo scambio tra i comandanti dei

rispettivi stemmi araldici, la visita si è conclusa confermando la soddisfazione per l’ottimo risultato che questo progetto sta ottenendo, grazie all’impegno e alla collaborazione tra l’Aviazione dell’Esercito e la Qatar Emiri Air Force.


IL COMANDO AVIAZIONE ESERCITO E M S I D O P A C O E F O R T AL di Maurizio Cancilla

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l 30 ottobre 2019 presso la Scuola di Fanteria di Cesano, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, si è conclusa la competizione ginnico-addestrativa denominata Trofeo Capo di SME, dove il Comando Aviazione dell’Esercito ha partecipato con un plotone di formazione composto da personale selezionato dai reparti dipendenti. La competizione, organizzata dal Comando delle Forze Operative Terrestri e Comando Operativo

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Esercito, è finalizzata all’incremento della pratica ginnico-addestrativa dei soldati, della coesione dei reparti partecipanti e dello spirito di corpo, nonché la verifica del livello di preparazione delle singole unità. Intenso e duro è stato l’addestramento effettuato presso il 34° Distaccamento Permanente “Toro” di Venaria Reale (TO), dove, grazie alla vicinanza e agli ottimi rapporti con i Reparti della Brigata Taurinense e al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, è stato possibi-

le usufruire sia del circuito di addestramento ginnico sportivo militare di Torino sia di molteplici giornate a fuoco presso il poligono di tiro in galleria del 2° Reggimento Alpini di Cuneo. L’addestramento del plotone di formazione è stato suddiviso in tre fasi al fine di venire incontro alle molteplici attività operative e addestrative dei reparti, nonché per far effettuare al personale un decoroso periodo di riposo. La prima fase di selezione è stata effettuata a metà giugno, quando i militari, composto da personale


dei reparti dipendenti del Comando Aviazione dell’ Esercito, sono stati messi alla prova in diversi test per verificare la loro attitudine fisica e mentale per il superamento delle prove oggetto del trofeo. La seconda fase di addestramento, completata nel mese di settembre, era finalizzata ad accrescere la condizione fisica del personale selezionato alla prima fase, attraverso un incremento dell’attività, nonché, perfezionare, sia le tecniche per superare gli ostacoli del circuito ginnico sportivo militare sia migliorare le abilità tecniche nel tiro e nel lancio del simulacro della bomba a mano. La terza e ultima fase, effettuata nelle prime 3 settimane di ottobre,

era indirizzata a consolidare le capacità tecniche addestrative, rafforzare lo spirito di corpo, ultimare e completare la lista dei 15 selezionati per la partecipazione al trofeo. Ottimo il risultato raggiunto dai nostri Baschi Azzurri che si sono classificati in ottava posizione su 21 plotoni partecipanti alla manifestazione a dimostrazione che il duro lavoro effettuato nei mesi passati ha dato i suoi frutti. Da segnalare il risultato del Caporal Maggiore Scelto Angelo Lombardi, premiato durante la cerimonia di chiusura del trofeo per la migliore prestazione assoluta nella marcia zavorrata di 10 km con il tempo di 44 minuti.

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cAmAvEs E ALAT

L’AVIAZIONE DELL’ESERCITO ITALIANA ACCOGLIE QUELLA FRANCESE di Carla Brocolini

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l 21 novembre 2019, la caserma Bazzichelli, sede del Comando Aviazione dell’Esercito, ha ospitato il Comandante dell’Aviazione Leggera dell’Esercito francese, Generale Bernard Vallette D’Osia, giunto a Viterbo per confrontarsi e comprendere i diversi aspetti che riguardano la struttura e l’organizzazione dell’Aviazione dell’Esercito italiano. Ad accogliere il Comandante e la delegazione francese il Generale di Brigata Paolo Riccò, Comandante dell’Aviazione dell’Esercito che dopo lo scambio di saluti inziali, ha accompagnato gli ospiti ad assistere a un briefing sull’organizzazione della Specialità, sulle sue peculiari capacità operative/addestrative e sui compiti delle unità dipendenti che operano sul territorio nazionale e all’estero. La visita è proseguita al Centro Addestrativo Aviazione dell’Esercito, inizialmente, presso l’area dedicata alla formazione degli operatori Forward Medical Evacuation (MEDEVAC), punto focale per l’addestramento di personale medico, specializzato a operare nelle missioni fuori area; successivamente, presso il simulatore di volo A-129 e i locali dedicati al corso di sopravvivenza SERE (Survival, Evasion, Resistance Escape). La delegazione si è poi spostata presso l’aeroporto Fabbri ove è stata allestita una mostra statica con gli aeromobili in dotazione ai reparti dell’Aviazione dell’Esercito dislocati sulla sede di Viterbo. Con la firma dell’albo d’onore e lo scambio tra i Comandanti dei rispettivi stemmi araldici, la visita si è quindi conclusa confermando quel sentimento di stima, rispetto e collaborazione che da sempre lega i nostri due Paesi.

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Arrivo Comandante ALAT Francese

Mostra Statica CH 47 F

Scambio Stemma Araldico


UN NUOVO COMANDANTE ALLA BRIGATA AEROMOBILE “FRIULI”

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l 27 settembre 2019, si è svolta presso la Caserma Mameli di Bologna, la cerimonia di avvicendamento al comando della Brigata Aeromobile "Friuli", tra il Generale di Brigata Salvatore Annigliato, cedente, e il Generale di Brigata Stefano Lagorio, subentrante, alla presenza del Comandante della Divisione Vittorio Veneto, Generale di Divisione Carlo Lamanna, dei gonfaloni e dei labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e delle massime Autorità Civili e Militari di Bologna. Il Generale Lamanna, nel suo intervento di saluto, si è congratulato con il Generale Annigliato per l’eccellente lavoro svolto e ha sottolineato come la Brigata Aeromobile sia ormai una risorsa pregiata sia per l’elevatissima tecnologia dei sistemi d’arma in dotazione, sia per la professionalità del proprio personale. Il Generale Annigliato lascia il comando della prestigiosa unità dell’Esercito Italiano dopo oltre due anni che hanno visto la Brigata "Friuli" coinvolta in numerosi impegni operativi sia all’estero sia sul territorio nazionale. La Brigata, sotto la sua guida, è stata impegnata nell’ambito della Missione Resolute Support in Afghanistan, nell’Operazione “Strade Sicure” in concorso alle Forze di Polizia, negli interventi per pubbliche calamità nella Provincia di Bologna e nella serie di esercitazioni finalizzate alla certificazione del raggiungimento da parte dei Reparti dipen-

denti della loro Piena Capacità Operativa nella condotta di attività di Personnel Recovery, Medical Evacuation (MEDEVAC) e RAID aeromobili a premessa del loro impiego, quali Task Group Aeromobili, nei Teatri Operativi afgano e iracheno. Durante il discorso di commiato, il Generale Annigliato ha espresso la sua profonda gratitudine agli uomini e alle donne della "Friuli" per il diuturno impegno e per la straordinaria professionalità dimostrata durante il suo periodo di comando manifestando al contempo il proprio orgoglio per aver guidato una tra le più prestigiose e peculiari Brigate di manovra dell’Esercito Italiano. Il Generale Annigliato, che andrà a ricoprire un prestigioso incarico presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, ha infine augurato un buon lavoro al suo subentrante. Il Generale Lagorio è stato recentemente impiegato per circa un anno come

Comandante della Missione Bilaterale di supporto in Libano (MIBIL) e precedentemente ha ricoperto numerosi incarichi di Comando tra i quali quello di Comandante del 66° Reggimento Fanteria Aeromobile “Trieste” e quello di Comandante del Reggimento Allievi presso l’Accademia Militare di Modena.


Il Comandante dell’Aviazione dell’Esercito passa in rassegna lo schieramento

CAMBIO AL VERTICE DEL 4° REGGIMENTO AVIAZIONE ESERCITO “ALTAIR”

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l 20 settembre 2019 presso l’aeroporto militare “G. Sabelli” di Bolzano, alla presenza del Comandante dell’Aviazione dell’Esercito, Generale di Brigata Paolo Riccò, il Colonnello Massimiliano Belladonna ha ceduto il comando del 4° reggimento Aviazione Esercito “Altair” al Colonnello Luca Piperni. Alla cerimonia, hanno partecipato numerose autorità civili e militari, tra le quali il Commissario del Governo della Provincia di Bolzano, Dott. Vito Cusumano e i sindaci dei Comuni di Bolzano e Laives, Dott. Renzo Caramaschi e Dott. Christian Bianchi. L’Associazione Nazionale Aviazione dell’Esercito, ha partecipato con il presidente di sezione Gen. Giorgio Dal Farra il vice presidente, il Consiglio direttivo di sezione con il vessillo e alcuni soci. Nei due anni trascorsi sotto la guida del Colonnello Belladonna, il reggimento ha sviluppato e incrementato le proprie capacità peculiari, principalmente orientate al volo in montagna e al supporto delle Truppe Alpine, grazie al continuo addestramento e alla grande sinergia creata con le Istituzioni locali e tutti gli attori coinvolti nelle operazioni di soccorso in montagna. Tali capacità, hanno reso il reggimento un anello fondamentale nei numerosi interventi di soccorso per la salvaguardia della vita umana su tutto l’arco alpino tra cui: l’evacuazione di 154 persone in Vallelunga il 23 gennaio 2018 e il soccorso effettuato il 31 ottobre 2018 a Passo dello Stelvio (BS), dove a causa delle abbondanti e pericolose nevicate, più di 70 persone, rimaste isolate, sono state portate in salvo. Con il significativo passaggio della Bandiera di Guerra del reggimento, termina questa parentesi professionale del Colonnello Belladonna che andrà a ricoprire un prestigioso incarico presso lo Stato Maggiore dell’Esercito in Roma, e inizia quella del Colonnello Piperni, proveniente dal Ministero della Difesa. Emanuel Contino 60

La Bandiera di guerra del 4° Altair

Passaggio di testimone tra i due Comandanti


CAMBIO AL 3° REOS “ALDEBARAN”

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l 30 ottobre 2019 si è svolta presso l’aeroporto “Fabbri”, alla presenza del Comandante dell’Aviazione dell’Esercito Generale di Brigata Paolo Riccò, la cerimonia di avvicendamento al comando del 3° Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebaran” tra il Colonnello Nicola Basti, cedente, e il Colonnello Loreto Bolla, subentrante. Molte le Autorità e gli illustri ospiti intervenuti alla cerimonia che, in un giorno particolarmente importante per il reggimento, si sono voluti stringere in un ideale abbraccio all’Unità più giovane dell’Aviazione dell’Esercito. Dal 2002 tale Unità supporta tutte le Forze Speciali della Difesa nella 3^ dimensione. Il momento più solenne della cerimonia è stato il passaggio della Bandiera di Guerra dalle mani del Comandante cedente, che l’ha custodita e servita per 28 mesi, a quella del subentrante che, appena terminato un prestigioso incarico in teatro operativo, si accinge a iniziare un intenso periodo a capo degli uomini e delle donne del 3° REOS. Sotto la guida del Colonnello Basti, il reggimento ha portato a termine tutte le missioni assegnategli in questi anni, da quelle addestrative a quelle operative a carattere nazionale e internazionale, assicurando quotidianamente equipaggi e aeromobili per il pronto intervento nazionale e i piani di contingenza. Tra le innumerevoli attività addestrative, si ricorda quella iniziata a marzo di quest’anno, che ha visto la formazione di personale pilota, tecnico e operatore di bordo delle Qatari Emiri Air Force su aeromobile NH90, avente il duplice scopo di addestrare piloti e operatori di bordo e di formare tecnici manutentori. Il 3° Reggimento Elicotteri Operazioni Speciali “Aldebaran” costituitosi il 14 novembre 2014 è alle dirette dipendenze

Passaggio della Bandiera di Guerra

La Madrina del 3° REOS appunta i gradi al nuovo Comandante

Allocuzione del Comandante dell’AVES

del Comando dell’Aviazione dell’Esercito e supporta con personale e aeromobili il Comando Forze Speciali dell’Esercito (COMFOSE) e il Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS) garantendo inoltre le missioni tipiche delle unità di volo dell’Aviazione dell’Esercito. Michele Cervo 61


UN NUOVO COMANDANTE AL 1° “ANTARES”

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l 31 ottobre 2019 all’interno dell’hangar del 28° Gruppo Squadroni “Tucano” dell’aeroporto Fabbri, si è svolta la cerimonia di avvicendamento al comando del 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Antares” tra il Colonnello Raffaele Aruanno, cedente, e il Colonnello Giovanni Quartuccio, subentrante. Alla presenza del Generale di Brigata Paolo Riccò, delle Autorità militari e civili della città di Viterbo e di una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Aviazione dell’Esercito, il Colonnello Aruanno, nel suo discorso di commiato, ha tracciato una sintesi del suo periodo di comando mostrando soddisfazione per l’esperienza, la professionalità e l’impegno con cui gli uomini e le donne del reggimento hanno operato per portare a termine tutti gli obiettivi prefissati. “Voi siete Antares e porterò con me l’orgoglio di essere stato il vostro Comandante e aver fatto parte di questa splendida unità”. 62

Al suo successore, il colonnello Aruanno ha formulato l’augurio di buon lavoro nel proseguire le innumerevoli attività che vedono il reggimento protagonista essenziale sia nella gestione degli impegni operativi e addestrativi sia nella condotta di interventi a supporto di enti locali e soccorso nazionale: “non c’è stata esercitazione o attività operativa in cui non sia stato richiesto l’intervento dei nostri CH 47”. Da oggi la Bandiera di Guerra, simbolo indiscusso di valori assoluti per tutti i baschi azzurri del reggimento passa, dalle mani del colonnello Aruanno, che andrà a ricoprire l’incarico di Capo di Stato Maggiore del Comando Brigata Aeromobile “Friuli”, a quelle del Colonnello Giovanni Quartuccio, proveniente dal 3° Reparto Pianificazione Generale dello Stato Maggiore dell’Esercito. Carla Brocolini


11° “ERcOLE”

CAMBIO DEL COMANDANTE

Viterbo 14 ottobre 2019 Il cambio del Comandante all’11° “Ercole” è divenuto una vera e genuina festa!

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di Cesare Rutili

opo oltre tre anni di comando, il 21° Comandante dell’11° “Ercole”, Ten Col. Gianpaolo Rapposelli, è stato sostituito alla guida di una delle unità più importanti e prestigiose della Forza Armata, dal Ten. Col. Antonio Cavallo. La cerimonia del cambio del comandante si è colorata dei più genuini valori militari divenendo una vera, grande festa della numerosa famiglia di tutti coloro che, nel corso di 43 anni di vita del Gruppo, hanno operato con il mastodonte dell’AVES innamorandosi di un aeromobile dalle qualità tecniche, operative e capacitive, indubbiamente indiscusse. Numeroso il personale dell’ANAE presente unitamente a rappresentanti delle istituzioni locali e… tanti anziani “chiacchisti” che sono tornati a indossare con orgoglio il loro vecchio Basco Azzurro. In questi ultimi tre anni il Gruppo ha attraversato un momento particolarmente intenso, un periodo di profondo rinnovamento dovuto all’ammodernamento della capacità di trasporto verticale della Difesa italiana, che è scaturito dal completamento del programma di acquisizione del nuovo “Chinook” nella versione “Foxtrot” in sostituzione dei gloriosi “Charlie” i cui primi esemplari, è bene ricordarlo, erano stati consegnati nel febbraio del 1973. Il “Foxtrot”, infatti, è una piattaforma, estremamente performante, come e più della precedente versione, ma grandemente flessibile ed evoluta e dai contenuti tecnologicamente avanzatissimi. La sua introduzione in servizio 63


e il suo impiego ha comportato la completa definizione di nuovi paradigmi concettuali, tecnici, manutentivi, addestrativi e ovviamente operativi. Il nuovo “Chinook Italiano” è una macchina modulare, in virtù dei numerosi equipaggiamenti che permettono di variarne la configurazione, e conseguentemente le prestazioni, in funzione della missione da assolvere. Non solo, il “Foxtrot” è una macchina ad alto contenuto tecnologico e molto sofisticata, dotata di sistemi di stabilizzazione, di ausili alla navigazione e di sistemi di navigazione e autonavigazione moderni e ridondanti. Insomma una macchina innovativa e dalle prestazioni straordinarie. L’introduzione in servizio e l’impiego hanno richiesto e richiedono il diuturno impegno, la dedizione, la professionalità ma anche la fantasia e quella capacità intrinseca di saper pensare “fuori dagli schemi” e da possibili trappole normative e burocratiche che da sempre caratterizzano tutto il personale che ha avuto il privilegio di far parte della famiglia dell’11° “Ercole”. In tale quadro, il Gruppo ha progressivamente innalzato l’asticella addestrativa esercitandosi con continuità, nel ricercare progressivamente le massime prestazioni della macchina e molte volte, in condizioni ambientali proibitive. I risultati ottenuti sono stati evidenti e apprezzati da tutti: campagne antincendio, qualifica dei sistemi d’arma, di quelli di autoprotezione e dei sistemi satellitari e di comunicazione criptografica, attività a fuoco, attività addestrative della Difesa e della Forza Armata, con i lagunari e con l’Aeornautica Militare, numerosi e risolutivi interventi a favore dei vari Enti dello Stato e soprattutto delle popolazioni civili colpite da calamità naturali. In questo ambito è doveroso ricordare quello del recupero dell’elicottero del 118 tragicamente precipitato in una zona impervia in prossimità di Campo Felice o il significativo episodio, rimasto impresso nella mente di tutti gli operatori, degli interventi del 19, 20 e 21 gennaio del 2017 che hanno consentito l’evacuazione di 23 persone isolate da più di tre giorni nell’Appennino teramano a seguito della tragica concomitanza di fenomeni sismici e maltempo (valanga di Rigopiano) o quelli condotti a favore delle popolazioni del Bellunese colpite dalla tremenda 64

alluvione dello scorso anno. Si tratta di interventi condotti in situazioni assolutamente proibitive per condizioni meteorologiche. Non esagerando sono stati episodi eroici condotti da professionisti generosi, coraggiosi e preparatissimi... condotti dagli uomini dell’11° Ercole. Queste attività hanno contestualmente consentito di testare le potenzialità della nuova macchina e la preparazione degli equipaggi alle massime prestazioni, restituendo in chiave moderna alla Forza Armata una capacità già ampliamene testata e consolidata dai nostri predecessori. Infine il Comandante cedente nel suo discorso si è rivolto direttamente al suo personale con queste parole: “So di aver chiesto molto, a tratti troppo a voi e alle vostre famiglie ma dovete essere orgogliosi di quello che fate, di quello che avete fatto e dei risultati che avete ottenuto. Lo devono essere tutti i vostri Comandanti, e le vostre famiglie! Con il pragmatismo ma anche con l’estro tipico di chi ha l’onore di far parte degli equipaggi del CH, con il vostro impegno quotidiano avete introdotto in servizio una piattaforma indispensabile per la mobilità dello strumento militare terrestre. Siete stati i protagonisti di un passaggio epocale per l’Aviazione dell’Esercito e per l’intera Forza Armata. Attingendo al preziosissimo patrimonio di competenze, ma anche al patrimonio morale, allo spirito di corpo e alle tradizioni tramandateci dai nostri anziani, abbiamo insieme certificato un elicottero, una piattaforma, un sistema d’arma destinato ad equipaggiare l’Esercito Italiano per i prossimi 25 anni. Al Ten. Col. Cavallo, ufficiale di alto spessore professionale, pilota istruttore espertissimo con una straordinaria competenza programmatica maturata presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, a te Antonio l’onere di rafforzare e consolidare la nuova capacità, difendendo nel contempo la dignità dell’11° Ercole che non può ovviamente prescindere da una adeguata nuova consistenza di risorse, soprattutto umane. Per te Antonio sarà certamente un periodo, quello del Comando, di grandissime soddisfazioni. Siate orgogliosi del vostro nuovo Comandante, non avreste potuto essere affidati in mani migliori!”. Foto Angelo Valentini


I “PAVONI” del 48°Gruppo

Cambio al 25°Gruppo hanno un nuovo comandante Squadroni “CIGNO”

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resso il 7° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Vega”, il 26 luglio 2019 si è svolta la cerimonia di passaggio del Comando del 48° Gruppo Squadroni “Pavone” tra il Tenente Colonnello pilota Francesco Romano e il subentrante Tenente Colonnello pilota Federico Tonon. La breve ma significativa cerimonia, presieduta dal Comandante di Reggimento, il Colonnello pilota Marco Poddi, è stata l’occasione per tanti colleghi, amici e familiari, di testimoniare la propria vicinanza ai due ufficiali nel momento del passaggio di consegna della lancia con il guidoncino, sulla quale sono incisi i nomi dei Comandanti del 48°. Con orgoglio e profonda commozione, il Ten. Col. Romano, nel discorso di commiato ha voluto esprimere i suoi ringraziamenti al personale del Gruppo e a tutte le articolazioni del Reggimento per il supporto ricevuto in questo intenso e impegnativo periodo di comando, ricordando gli importanti traguardi raggiunti in termini di ore volate e di attività addestrative e operative svolte. Fiero di essere stato alla guida di un’unità in cui lui stesso è cresciuto professionalmente e umanamente, ha ringraziato i “Pavoni” del 48°, per esserci sempre e per le elevatissime e indiscusse capacità tecnico - professionali dimostrate in ogni missione e contesto operativo. Il Col. Poddi ha ringraziato il Ten. Col. Romano per l’operato svolto, elogiandone l’impegno quotidiano, la professionalità e il sacrificio condiviso ai quali ha ispirato la guida del 48°, e ha augurato, al subentrante Ten. Col. Federico Tonon, di proseguire e affrontare con determinazione e passione gli impegni futuri, che vedranno gli uomini del 48° Gruppo protagonisti.

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l 20 settembre 2019 si è svolta presso il 7° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Vega”, la cerimonia di cambio del Comandante del 25° Gruppo Squadroni “Cigno” tra il Tenente Colonnello pilota Daniele Mantoani e il subentrante Maggiore pilota Andrea Seminara. La breve ma significativa cerimonia, svolta alla presenza del Comandante di Reggimento, il Colonnello pilota Marco Poddi, è stata l’occasione per tanti colleghi, amici e familiari, di stringersi con affetto ai due ufficiali in questo particolare momento della loro vita professionale. Il Ten. Col. Mantoani, dopo aver salutato i presenti, ha espresso la sua profonda gratitudine a tutti coloro che lo hanno supportato e sostenuto in questo breve ma impegnativo periodo di comando, in Patria e all’estero, soffermandosi sul carico operazionale cui è sottoposto diuturnamente il 25° Cigno per poter alimentare i Teatri Operativi ad Alta Intensità in cui il Reggimento e la Forza Armata sono impiegati. Impegni sostenuti e assolti “grazie alla forza di volontà, la determinazione, la passione e la professionalità con la quale tutto il personale del 25° opera instancabilmente; capacità che vanno gelosamente e strenuamente difese e protette ma soprattutto alimentate”. Il Col. Poddi ha salutato il Ten. Col. Mantoani, elogiandone l’impegno quotidiano, la disponibilità senza riserve, l’elevatissima professionalità attraverso cui è riuscito a leggere e interpretare lo spirito del 25° Gruppo Squadroni “Cigno”, tributandogli il suo plauso per l’operato svolto insieme a tutto il personale del Gruppo di Volo. Ha ricordato inoltre, al subentrante Magg. Seminara, di avere davanti sé un compito impegnativo ma al tempo stesso entusiasmante alla guida di un’unità come il 25° “Cigno”, esortando il personale del 25° a dare al nuovo comandante tutto il sostegno necessario. a cura di Pamela Elena Sabato 65


TEATRI OPERATIvI

Libano

INCONTRO TRIPARTITO CON ISRAELIANI E LIBANESI

Il Generale di Divisione Stefano Del Col, Head of Mission e Force Commander di UNIFIL, ha presieduto il periodico incontro tripartito fra i rappresentanti delle Forze Armate libanesi e israeliane pressola postazione ONU di Ras Naqoura.

L`

incontro è stato il primo dopo gli eventi accaduti lo scorso 1° settembre, i cui conseguenti gravi sviluppi lungo la Blue Line hanno costituito l`argomento principale della discussione, insieme alle violazioni terrestri e dello spazio aereo da parte israeliana e alle altre questioni che rientrano nell`ambito dell`applicazione della risoluzione n.1701 del Consiglio di Sicurezza dell`ONU. Aprendo l`incontro, il Comandante di UNIFIL ha voluto sottolineare quanto gli eventi del 1° settembre costituiscano una grave violazione della cessazione delle ostilità lungo la Blue Line, con il conseguente rischio di sfociare in una incontrollabile escalation di violenza. Ha anche espresso il proprio apprezzamento nei confronti di entrambe le parti per l`impegno posto nell`accogliere le richieste di UNIFIL nel contenere la situazione e ripri-

stinare la calma lungo la Blue Line. Il Generale Del Col ha ancora una volta esaltato la centralità del ruolo dell`azione di collegamento e coordinamento con le parti come efficace strumento per ripristinare la calma e la stabilità nell`area, invitando entrambi gli attori a mantenere attivo il loro impegno con UNIFIL al fine di proteggere la Blue Line dal più ampio conflitto regionale, garantendo che le complesse dinamiche e i numerosi eventi che si verificano al di fuori dell`area di operazioni non vadano a intaccare la sta-

bilità garantita fino a oggi. Le riunioni tripartite, presiedute dall`Head of Mission e Force Commander di UNIFIL, si sono tenute regolarmente a partire dalla fine della guerra del 2006 e rappresentano un meccanismo essenziale per la prevenzione dei conflitti e per la costruzione della fiducia reciproca. Subito dopo gli incidenti del primo settembre il Generale Del Col ha incontrato il Primo Ministro Libanese Saad Hariri nel quadro di un intensa attività politico diplomatica che si è dimostrata essere la chiave di volta per contenere l`incidente e ripristinare la normalità nella zona meridionale del Libano al confine con Israele. Il Generale di Divisione Stefano Del Col, Ufficiale dell`Esercito che ha più volte prestato servizio in Libano nel corso della sua carriera, è Capo Missione ONU e Comandante delle Forze ONU dal 7 agosto 2018.


251° SQUADRONE ALE “I TEMERARI” TRA CIELO E MARE di Massimiliano Zonta

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al 1976 al 1985, l’aerocampo di San Giacomo di Veglia, frazione di Vittorio Veneto, ha ospitato il 25° Gruppo Squadroni ALE “Cigno“, appartenente al 5° Raggruppamento ALE “Rigel” di Casarsa. Il Reparto erede del V RAL era alle dirette dipendenze del V Corpo d’Armata. Facevano parte del 25° uno Squadrone ALE, il 251°, su Siai Marchetti 1019, e uno Squadrone ERI, il 252°, su AB 206. All’epoca il Comandante del 251° sqd. era il Maggiore Sergio Gentileschi, un bersagliere energico e dotato di forte spirito goliardico. All’inizio dell’autunno del 1979 il Comandante del 251° sqd., aveva

programmato un raid addestrativo per testare le nostre capacità ma soprattutto, per realizzare un suo sogno: portare quattro dei nostri SM 1019 dall’estremo nord-est fino ai confini meridionali della nostra Patria. Vinte le perplessità del Comandante del 25° gr. sqd., aspettiamo di decollare e finalmente, si parte! Era appena passata una forte perturbazione a forma di scimitarra che, partendo dal nord della Penisola arrivava alle regioni meridionali, seguita da un’altra di analoga estensione e intensità. Che si fa? Ovviamente si va! I borsoni di volo con tutto il necessario erano pronti, noi anche; visionate le condimeteo si decide di decollare alle 10:00 per Rimini, allora Base dell’ Aeronautica mili-

tare, per la prima tappa e il rifornimento. Atterriamo a Rimini, il tempo tiene, condizioni CAVOK, un bel vento spazza via tutte le nubi e le perplessità, un veloce caffè e si riparte per Brindisi. Sorvolando le Marche effettuiamo una virata a cerchio sopra il Santuario della Madonna di Loreto, Patrona degli Aviatori, per proseguire lungo la costa Adriatica. Spiccano sul mare blu intenso le bianche cittadine della costa e gli antichi castelli a difesa dalle incursioni saracene. Sotto di noi passano le saline di Margherita di Savoia, grandi campi rettangolari aventi diverse colorazioni in base alle alghe alofile che le popolano in funzione dei livelli di salinità. 67


Particolare curiosità desta la colorazione rossastra dovuta alla Dunaliella salina. Ormai prossimi all’aeroporto di Brindisi, il Maggiore Gentileschi contatta la torre di controllo, presentandoci come: 251° Squadrone ALE “I Temerari” e come tali, veniamo autorizzati all’atterraggio. Controllati e riforniti i velivoli, dopo una giornata di inedia, ci facciamo indirizzare dai colleghi dell’Aeronautica militare a un buon ristorante sulle rive, ovviamente con cena a base di pesce. Prevedendo, per fortuna, temperature diverse tra il Veneto ed il Sud, eravamo dotati di abiti leggeri. Finalmente siamo a tavola, la cucina promana un profumo marino meraviglioso e, come ouverture alla cena, arriva un bel bicchiere di vino bianco fresco pugliese, che scatena allegre battute goliardiche, poi, presto in branda, siamo ormai in ballo e il raid continua, si decollerà per Catania. Il volo procede senza intoppi, sorvoliamo la zona di Taranto e al punto Luna, si ruota l’angolo di 68


rotta per volare rasente alla costa sud della Basilicata nella nostra formazione denominata Scure. In Calabria sorvoliamo la Sila, ad un certo punto il Maggiore Gentileschi si volta e, vedendomi addentare un panino, scoppia a ridere e mi chiede da dove l’abbia tirato fuori! Gli spiego che si tratta di sopravvivenza, lui mi risponde divertito: “Zonta sei miracoloso, solo tu puoi tirar fuori un panino a 3000 metri di quota”. Arriva il punto più impegnativo, passato l’Aspromonte, lasciamo la costa della Calabria per la Sicilia prima dello stretto di Messina. Saliti di quota effettuiamo la traversata, in mezzo a una foschia lattiginosa non vediamo più nessuna delle due coste, è una sensazione irreale che ci accomuna agli antichi navigatori dei Miti Omerici. Ma il nostro non fu il dantesco folle volo di Ulisse, non avevamo remi ma strumenti affidabili, gradite e indispensabili guide e quindi: “Il mar non fu sovra noi richiuso”; inoltre il fruscio del vento nelle vele era sostituito dall’amico sibilo della turbina. Lasciamo l’epoca omerica per rientrare temporaneamente nel XX secolo, atterrando a Catania Fontanarossa, sede del 30° Gruppo Squadroni ALE “Pegaso”. Dopo un veloce rifornimento ridecolliamo per tornare nel mondo dei Miti, sorvolando l’Etna, fucina di Efesto, brullo e affascinante, in mezzo ai suoi vapori scopriamo, con nostra sorpresa, l’assenza di turbolenze, potremmo trovarci veramente su un pianeta sconosciuto. Passiamo i Nebrodi, in rotta verso Palermo per un breve touch and go, riassaporiamo l’azzurro intenso del Tirreno, per proseguire verso la punta estrema della Sicilia

TRA CIELO E MARE In the high of the large sky some clouds are in my way and my heart is often full when I am flying as a gull. Al nord vedo la Sila lasciato l’Aspromonte, nell’aria ormai più rara immerso nel chiarore del ciel di sol calante volo. Calabria, sei svanita tra cumuli di nubi di questa nuova rotta, effimeri momenti... ed io son qui, tra cielo e mare nel sogno dell’ immenso lontano da ogni cosa, lontano da ogni tempo non so se il mondo esiste ignoro se son vero. Il sole, ormai già fioco, battente sui miei occhi fa guida al mio volare per l’Isola nascosta ed io son qui, tra mare e cielo timore dell’immenso timore dell’inconscio cercando tra strumenti un’oncia di certezza che questo mondo esista non solo nei miei sogni. Really immense is our sea always blue must it be it is happiness for man if a jump in it he can. 69


ove, scrutando verso sud-ovest tentiamo di intravedere la penisola tunisina di Capo Bon che purtroppo, è celato da una lontana foschia. Il volo continua, a un tratto appare la Piana dei Templi di Agrigento, ci ritroviamo nuovamente proiettati nell’epoca della Magna Grecia, con i suoi antichi splendori. Costeggiando il lato sud della Sicilia si notano muretti a 70

secco, casette con tetti piani e pozzi a bilanciere, il sole ormai basso sull’orizzonte proietta il nostro profilo sul finestrino di sinistra che si sovrappone al paesaggio, oltre 2000 anni uniti su uno stesso schermo, un vero anacronismo. Dopo la giornata intensa rientriamo a Catania, ove ritroviamo con piacere amici e colleghi di corso che aspettano ancora l’arri-

vo al Reparto del SM 1019, in sostituzione dell’eccellente L -19, ormai in fase di dismissione. Serata interessante in città, rimaniamo stupiti dalla quantità di gioiellerie ma soprattutto di pasticcerie del centro, evidentemente i catanesi sanno godersi la vita. La mattina seguente, prima di decollare, viene fatta una dimostrazione delle prestazioni del SM


1019 ai colleghi del Pegaso ma, evidentemente, qualche divinità della Magna Grecia, decide di deridere i mezzi del XX° secolo, provocando un allarme particelle in uno dei magnetic plug, per cui Scure 410 deve atterrare per i controlli previsti. Risolto il problema ripartiamo con destinazione Pontecagnano, sorvolando la costa cala-

bro-tirrenica, con i suoi monti degradanti sul mare. Atterriamo dove aveva sede il 20° Gruppo Squadroni “Andromeda“, con piacere trovo due miei cari colleghi di Corso, con i quali riesco a scambiare qualche parola prima di ripartire per Brindisi, da dove inizia il viaggio di ritorno, passando per la dannunziana Pescara, ove pernottiamo e

facciamo rifornimento. In mattinata si riparte per Vittorio Veneto, ci attende un volo tranquillo. Ormai stiamo per atterrare al nostro aerocampo di San Giacomo di Veglia, lieti di essere di nuovo a casa, ma con la nostalgia dei momenti e delle emozioni passate, che ci accompagnano ancora, quarant’anni dopo.


Le origini di Civitella del Tronto non sono precise, anche se in località Ripe di Civitella e nelle grotte Sant’Angelo e Salomone, sono stati rinvenuti reperti risalenti al Neolitico e al Paleolitico superiore. Civitella del Tronto si crede sorga sull’antica area della picena Beregra. Le prime testimonianze storiche certe la collocano nei secoli X-XI, l’origine dell’abitato attuale è altomedievale, come città incastellata. La storia del Borgo è molto controversa, soprattutto perché veniva “sfruttato” come un vero e proprio “posto di blocco”, quindi ha dovuto contrastare diversi attacchi e pretese da parte non soltanto di coloro che confinavano con esso ma anche da parte di chi scendeva a impossessarsi del vasto territorio di cui faceva parte; dunque anche la realizzazione della Fortezza è stata una necessità probabilmente, non soltanto per intensificare i controlli ma anche per difendere meglio il territorio. Già nel secolo XIII il paese appartenente al Regno di Napoli era cinto da mura angioine e, per la sua particolare posizione geografica di confine con lo Stato della Chiesa, ebbe sempre una grande rilevanza strategica.

O T N O R T L E D A CIVITELLccaforte borbonica L’ultima ro

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N

el 1557 fu posta d’assedio da parte del francese Duca di Guisa, generale di Enrico II alleato con il Papa Paolo IV che benché feroce e violento, non riuscì a espugnare la città, tanto che il Duca, nel maggio dello stesso anno, tolse l’assedio e si ritirò presso Ancona. La vittoriosa e valorosa resistenza che il popolo della cittadella riuscì a riportare venne ben vista nell’intero Regno, tanto che ai suoi cittadini furono tolti gli oneri fiscali da pagare al Regno, per quarant’anni, e a spese del demanio regio furono restaurati gli edifici e la Fortezza. Per lo stesso episodio nel 1589 fu elevata al grado di Città e le fu conferito il titolo di Fedelissima da Filippo II di Spagna. Venne assediata nuovamente dalle truppe Francesi nel 1798 e nel 1806, quando il forte, difeso dal maggiore irlandese Matteo Wade sostenne un assedio di quattro mesi contro le ben più numerose truppe Napoleoniche, capitolando

onorevolmente il 22 maggio 1806. Nel 1816 in seguito al Congresso di Vienna la città entrò a far parte del Regno delle Due Sicilie. L’esercito di Vittorio Emanuele II di Savoia strinse d’assedio Civitella il 26 ottobre 1860; e mentre il Regno di Francesco II finisce il 13 febbraio 1861 con la caduta di Gaeta, e la resa venne suggellata il 17 marzo con la proclamazione in Parlamento a Torino, del Regno d’Italia; Civitella cade il 20 marzo 1861, tre giorni dopo che fu sancita l’Unità d’Italia. Questo episodio la rende l’ultima roccaforte borbonica a piegarsi all’esercito piemontese. In seguito all’acquisizione l’esercito sabaudo bombardò il forte per spegnere gli ultimi focolai filoborbonici. MONUMENTO A MATTEO WADE Monumento marmoreo neoclassico voluto nel 1829, da Francesco I di Borbone, re delle Due Sicilie, alla memoria dell’ufficiale irlandese Matteo Wade, che difese la


piazzaforte di Civitella del Tronto durante l’assedio del 1806. Inizialmente il monumento era stato collocato all’interno del Forte, nella piazza del Cavaliere, dove si scorgono ancora i resti della sua base. Vi rimase fino al 1861 quando l’esercito piemontese, ritenendolo del Canova, decise di trasferirlo a Torino, come bottino di guerra, ma ad Ancona fu accertato che esso non era opera del grande scultore veneto, e venne lasciato per oltre quindici anni in un magazzino finché nel 1876 fu restituito a Civitella. CHIESA DI SAN LORENZO La chiesa Parrocchiale di Civitella del Tronto, dedicata all’antico protettore San Lorenzo Martire, in origine sorgeva al di fuori delle mura cittadine, ma venne trasformata in bastione per la difesa del borgo nell’assedio del 1557 per poi essere ricostruita all’interno delle mura, addossata a Porta Napoli. La chiesa è ornata da grandi nicchie con altari, stucchi settecenteschi, ed impreziosita da arredi lignei di raffinata fattura e l’organo del 1707 oltre ai vari arredi sacri, tra cui un busto e una croce in bronzo, conservati in sacrestia insieme ad una statua barocca in legno di Sant’Ubaldo con in mano la città di Civitella di cui è il Protettore. CHIESA DI SAN FRANCESCO La chiesa di San Francesco, inizialmente dedicata a San Ludovico, fu fondata nel 1326, sotto Roberto d’Angiò, dal conventuale civitellese Fra’ Guglielmo, vescovo di Alba e poi arcivescovo di Brindisi e

forme rigide potrebbero far pensare ad opera di mano o di influenza tedesca.

di Benevento. Per oltre trecento anni il convento è, per Civitella, un centro di incisiva promozione religiosa e culturale di cui beneficiarono diverse generazioni di cittadini. Infatti proprio grazie al monastero molti uomini sia chierici che laici impararono a leggere e a scrivere. Nel corso dei secoli il complesso subì varie soppressioni, finché, nel 1866 per effetto di un decreto di Vittorio Emanuele II, i conventuali dovettero abbandonarlo. Attualmente il monastero è adibito, in parte a sede del municipio, in parte trasformato in ristorante albergo. CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI La fondazione della chiesa di Santa Maria degli Angeli, è assegnata ai primi del ‘300, durante il pontificato di Giovanni XXII, per quel che si legge sulle sue murature, invece secondo una più attenta analisi appare un edificio databile tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo. La chiesa è costituita da un’unica navata con tetto a capriate. Il portale ha cornici lisce in travertino e architrave sostenuto dalle tipiche mensole con sfera. Nella chiesa si conserva un Cristo deposto ligneo, di moderna fattura, le cui

SANTUARIO E CONVENTO DI SANTA MARIA DEI LUMI Il santuario e il convento di Santa Maria dei Lumi, eretti nel 1466, sorgono su un colle dirimpetto all’abitato, a poca distanza dal breve tratto di strada che immette nel centro storico di Civitella del Tronto. La sua fondazione è attribuita a San Giacomo della Marca. La storia del convento e della chiesa di Santa Maria dei Lumi è costantemente legata alla storia di Civitella. Ciò non soltanto per gli aspetti religiosi e culturali, ma anche per quelli civili e militari; essendo stati chiamati negli eventi bellici, loro malgrado, a far quasi da controparte della Fortezza. Ogni assedio posto a Civitella li ha sempre coinvolti negativamente e sono stati ogni volta o sede dei comandi attaccanti o bersaglio dei contro-bombardamenti dalla Fortezza. La chiesa è preceduta da un arioso portico romanico ad archi a tutto sesto, impostati ciascuno su quattro pilastri ottagonali. Nell’Altare Maggiore, eretto nel 1922, si


cIvITELLA DEL TROnTO conserva una Madonna col Bambino, detta appunto la Madonna dei Lumi, stupenda statua lignea policroma in stile rinascimentale, realizzata da Giovanni di Blusuccio nel 1489. ABBAZIA DI SANTA MARIA DI MONTESANTO L’abbazia di Santa Maria di Montesanto è uno dei monumenti più suggestivi dell’intero territorio teramano, ed ha rappresentato nel passato una delle abbazie benedettine più importanti della regione. La tradizione storica ne attribuisce la fondazione a San Benedetto da Norcia, che ne avrebbe avviato in persona la realizzazione nel 542. Il monumento, a differenza della maggior parte dei monasteri teramani che dipendevano dalle grandi abbazie nazionali, sin dall’età medioevale godeva di larga autonomia esercitando la cura animarum su vasta area tra Teramo e Ascoli. Nel XII secolo, l’abbazia era una delle più potenti della regione: essa, infatti, possedeva ben otto chiese; duemila moggi di terra nella Val Pescara e aveva giurisdizione su numerosi monasteri sorti in seguito.

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GOLE DEL SALINELLO Le Gole del Salinello, uno dei valloni più spettacolari di tutto l’Appennino, sono attraversate dal fiume Salinello in un panorama di incontaminata bellezza e da sentieri escursionistici tra i più suggestivi ed interessanti del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga. Da qui è possibile raggiungere i vari eremi presenti in zona: Grotta di sant’Angelo, eremo di Santa Maria Scalena, Grotta di San Marco.

FORTEZZA E MUSEO DELLE ARMI La Fortezza di Civitella del Tronto, situata a 600 m. s.l.m. in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d’Europa caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25.000 mq. e una lunghezza di oltre 500 metri. La struttura, realizzata in prevalenza con blocchi squadrati di travertino, si compone di architetture di varie epoche articolate su diversi livelli, collegate tra loro da rampe ottocentesche e sviluppa le sue costruzioni da una pianta di forma ellittica che occupa e ricopre l’intera area sommitale dell’altura. La rocca aragonese, sorta su una probabile preesistenza medievale, fu completamente trasformata a partire dal 1564 da Filippo II d’Asburgo re di Spagna che a seguito di un’eroica resistenza dei civitellesi contro le truppe francesi guidate dal Duca di Guisa, ordinò


per proseguire con i massicci del Gran Sasso, della Laga, della Maiella, dei Monti Gemelli fino al Mare Adriatico. All’interno della Fortezza è visitabile il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto. Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti "falconetti" da marina. fortezzadicivitella.it

la costruzione della Fortezza, una struttura più sicura così come la vediamo oggi. Nel 1734, dalla dominazione degli Asburgo si passò a quella dei Borboni che operarono importanti modifiche alla struttura militare e si opposero valorosamente all’assedio dei francesi nel 1806 e a quello dei piemontesi del 1860/61. Dopo il 1861 la Fortezza venne lasciata in abbandono, depredata e demolita dagli stessi abitanti di Civitella del Tronto. Oggi la sua struttura è completa-

mente visitabile, grazie ad un importate intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di L’Aquila (1975/1985). La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d’armi, le cisterne, una delle quali visitabile, i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei soldati. Notevole e suggestivo è il panorama che si gode dalla Fortezza a partire dal vecchio incasato sottostante con le singolari case-forti,

L’ULTIMO BALUARDO 15 Ottobre 1860. L’esercito piemontese al comando del generale Enrico Cialdini entra nel Regno delle Due Sicilie. Il maggiore Luigi Ascione, comandante della Guarnigione borbonica di stanza nella fortezza di Civitella del Tronto, dichiara lo stato d’assedio. Ai suoi ordini ci sono 530 uomini appartenenti ai diversi corpi con una forza di fuoco di 21 cannoni, 2 obici, 2 mortai e 1 colubrina in bronzo del museo. 6 dicembre 1860. Dopo gli infruttuosi attacchi alla fortezza effettuati nel mese di novembre da

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cIvITELLA DEL TROnTO parte della “Legione Sannita”, il Governo piemontese ordina lo sgombero di tutte le montagne intorno al forte e di aumentare l’aggressione contro i resistenti. ma la fortezza non si arrende. 8 gennaio 1861. I piemontesi sostituiscono il corpo dei “volontari” con truppe speciali, confermando che, per il Governo di Cavour, la mancata caduta di Civitella è un problema di rilevanza internazionale. Il Gen. Pinelli, emette alcuni durissimi bandi contro i civili che suscitarono proteste tali da costringere il Governo a sollevarlo dall’incarico e ad assegnarlo al gen. Luigi Mezzacapo. 13 febbraio 1861. Capitola la fortezza di Gaeta e l’ultimo Re di Napoli, Francesco II di Borbone, è costretto all’esilio a Roma presso il pontefice. Nel forte di Civitella inizia una disputa fra coloro che vogliono arrendersi e quelli che vogliono continuare a resistere, capitanati dal sergente di artiglieria Domenico Messinelli. Prevalgono questi ultimi, forti anche dell’esaltazione che la stampa europea stava facendo della resistenza civitellese. Anche la regina Maria Sofia di Baviera, moglie di Francesco II, ebbe a dire: “piuttosto che stare qui, amerei morire negli Abruzzi in mezzo a quei bravi combattenti”. 15 febbraio 1861. Il gen. Luigi Mezzacapo inizia un violentissimo bombardamento con i nuovi potentissimi cannoni a tiro veloce ma la fortezza, nonostante i danni, non dà cenno di resa. 12 marzo 1861. Dopo Gaeta si arrende la piazzaforte di Messina. Oramai rimane solo la fortezza di Civitella del Tronto a innalzare il Vessillo del Regno delle due Sicilie e di fatto, a rappresentare ancora il legittimo Stato borbonico 17 marzo 1861. A Torino, alle ore 76

11, viene solennemente proclamato il Regno d’Italia, a Civitella, però, si continua a combattere. Per questo fu ulteriormente rafforzato lo schieramento piemontese che arrivò a 3.379 soldati, 167 ufficiali e 20 cannoni. Nelle stesse ore il generale borbonico Della Rocca viene fatto entrare entro le mura di cinta, recando ai difensori il messaggio di Francesco II con l’ordine di deporre le armi. I soldati, però, non conoscono la firma del re e non credono al generale e quindi, non si arrendono. 20 marzo 1861. Dopo due giorni di terrificanti bombardamenti, alla fine dell’assedio l’artiglieria sarda avrà tirato qualcosa come 7.860 proiettili per kg. 6.500 di polvere utilizzata, all’alba del 20 marzo i piemontesi entrano attraverso una breccia ricavata alla base di piazza mercato. Alle ore 11 del mattino il maggiore Raffaele Tiscar, vice-comandante del Forte, firma la capitolazione congiuntamente al ten. col. Pallavicini per la parte sabauda. I Bersaglieri possono entrare nel paese da Porta Napoli. Alle 13.45 viene fucilato, senza processo, il sergente Messinelli, reo di aver disobbedito all’ordine di resa del gen. Della Rocca. Alle 17.00 tutto lo Stato Maggiore sardo, con in testa Mezzacapo e la fanfara, entra in Civitella. 21 marzo 1861. Cavour può comunicare alle corti inglese e francese della caduta di Civitella. Anche l’ultimo ostacolo per il riconoscimento da parte delle potenze europee del nuovo stato piemontese era stato eliminato. Ma la questione non era stata ancora risolta completamente: c’era ancora chi resisteva. 22 marzo 1861. Irretito da quell’incredibile eroismo, il ministro della guerra piemontese Manfredo Fanti, pur di far arrendere gli ultimi

soldati asserragliati nella parte alta della Fortezza, ordina di distruggere il Forte con cariche di esplosivo posto alla base delle mura. Alessandro Romano www.fortezzadicivitella.it Orari di apertura Novembre, dicembre, gennaio, febbraio 10,00 / 16,00 Feriali 10,00 / 17,00 Sabato, Domenica e Festivi Marzo, ottobre 10,00 / 18,00 Sabato, Domenica e Festivi 10,00 / 17,00 Feriali Aprile, maggio, settembre 10,00 / 19,00 Giugno, luglio, agosto 10,00 / 20,00 Ultimo ingresso: 30 min. prima della chiusura Biglietti Intero € 6,00 Ridotto € 4,00 Gruppo minimo 20 pax, universitari, Borghi Card, Soci Touring Club Italiano, Over 65 anni Ridotto € 1,00 Ragazzi 6/17 anni COME ARRIVARE In macchina Autostrada A14, uscita Teramo/Giulianova/Mosciano S.Angelo; proseguire per 31 km in direzione Teramo/Campli/Civitella del Tronto. In treno La stazione ferroviaria di riferimento è quella di Giulianova a 33 km circa. Si prosegue per Civitella del Tronto in autobus con le Autolinee "Arpa".


LA MUSICA DELLA RAGNATELA

Raffaele Donno si conferma socio di spicco della sezione “Muscarà!” di Vincenzo Rapposelli

C

i sorprende sempre con la sua dinamica attività di scrittore, di operatore nel campo culturale e di volontario in campo sociale. Venerdì, 27 settembre 2019 presso la sala del CE.DI.DO. del Palazzo dei Papi in Viterbo, invitato dall’Associazione Archeotuscia Onlus di Viterbo, di cui fra l’altro è stato presidente, ha tenuto una conferenza/incontro su “La Musica della Ragnatela” (il ritmo del cuore nel tamburello), presentando nel contempo il suo ultimo lavoro editoriale. Donno dopo avere ampiamente illustrato, tramite la proiezione di diverse “slide”, la storia del tarantismo e il suo sviluppo nel tempo, ha proiettato un filmato dove ha raccolto diverse testimonianze di antropologi, ricercatori, medici e musicisti sul fenomeno del “tarantismo” e sull’ormai noto Festival de “La Notte della Taranta” che si svolge, dal 1998, nel mese di agosto, in diversi Comuni della provincia di Lecce e in particolare in quelli dove le persone anziane parlano ancora il grjco (dialetto greco). Il nostro socio ha letto alcune pagine del suo ultimo libro “Pizzicati Forever”, in cui descrive ciò che avviene, tra il pubblico, durante il Concertone finale della “Notte della Taranta” di Melpignano e delle attrattive dei luoghi e delle tradizioni popolari di alcune cittadine che fanno da corollario al fe-

nomeno del tarantismo, il cui centro si trova nella città di Galatina, dove si recavano le “tarantate” (nella cappelletta di san Paolo) per chiedere la grazia di guarigione. Dopodiché con un significativo intervento il giornalista Giuseppe Rescifina (esperto in antropologia culturale e delle religioni) ha approfondito l’antico fenomeno del tarantismo parlando di alcune manifestazioni del bacino mediterraneo e delle tradizioni del ballo della tarantella in diverse regioni italiane. A proposito del libro ha messo in rilievo che il tarantismo viene studiato da qualche decennio come una evoluzione della

musicoterapia applicata alla cura di sintomatologie psichiche. Raffaele Donno ha concluso il suo Incontro/Conversazione, facendo ascoltare alla platea, circa 40 persone, diverse capacità nel suonare il tamburello: dalla tarantella napoletana alla calabrese, dalla siciliana alla abruzzese/molisana per terminare con le tecniche della pizzica salentina. La Conferenza si è conclusa sia con un caloroso plauso da parte dell’attento pubblico intervenuto che con i ringraziamenti del presidente di Archeotuscia Onlus, ing. Luciano Proietti, per l’interessante e significativa conferenza. 77


nOTIzIARIO

PASSAGGIO DI CONSEGNE TRA SOTTUFFICIALI DI CORPO ALL’ALTAIR

S

i è svolta il 31 ottobre scorso, presso la base del 4° reggimento Aviazione Esercito “Altair” di Bolzano, una breve ma significativa cerimonia di passaggio di consegne tra il 1° Luogotenente Giuseppe Turco, Sottufficiale di Corpo uscente, e il 1° Luogotenente Guido Semola, subentrante. Davanti al reggimento schierato, il Comandante di reggimento, Colonnello Luca Piperni, ha sancito il passaggio di testimone tra i due sottufficiali, cogliendo l’occasione per ringraziare il 1° Luogotenente Turco che, contestualmente, ha cessato il suo servizio attivo. Sottufficiale specialista effettivo al reggi78

mento dal 23 ottobre 1977 e Sottufficiale di Corpo dal 01 luglio 2003, ha accompagnato il reparto attraverso i numerosi cambiamenti e in tutte le tappe significative della sua storia, svolgendo l’incarico di capo linea e capo officina e partecipando a numerose operazioni internazionali in Libano e in Bosnia. Ancora animato da grandissima passione per il proprio lavoro e da un forte senso di appartenenza al 4° “Altair” e alla Specialità, il 1° Luogotenente Turco ha voluto ringraziare tutti i colleghi che lo hanno accompagnato nel suo percorso professionale e rivolgere un affettuoso consiglio ai più giovani di essere curiosi e di affrontare con entusiasmo il

lavoro quotidiano, per vivere al meglio la loro esperienza nel mondo militare. Il Sottufficiale di Corpo rappresenta un importante supporto decisionale per il Comandante, in tutti quei settori che riguardano le problematiche afferenti l’etica, il benessere del personale e il morale del personale appartenenti alle categorie dei sottufficiali, dei graduati e della truppa. Al 1° Luogotenente Semola, sottufficiale pilota del 4° “Altair”, va l’augurio per il prestigioso incarico e l’importante ruolo che ha iniziato a rivestire. Emanuel Contino


NUOVI SOCI

NOZZE

SEZIONE “VEGA”

1° M.llo Lgt. Antonello Spiriti

LAUREE

Il 26 ottobre 2019, il figlio del socio della sezione “Calò” Vito Salluzzo, Giovanni, si è unito in matrimonio con la signora Elena Dalla Costa nella Chiesa Parrocchiale “La Visitazione” di Torino. Agli sposi i migliori auguri per un futuro ricco di soddisfazioni e di prosperità.

NASCITE

Il 22 dicembre 2019 è nata Carlotta figlia di Danila e Pier Francesco Dimitrio. Al nonno Gen. Vincenzo Dimitrio, socio Muscarà, i più fervidi rallegramenti dai Baschi Azzurri della Sezione.

Il 27 settembre 2019, la signorina Giada Scarsella, figlia del socio Muscarà Ten. Col. Riccardo Scarsella, a 23 anni ha conseguito a pieni voti la laurea magistrale presso l’Ospedale San Raffaele di Milano ed è stata proclamata Dottoressa in Neuroscienze Cliniche discutendo la tesi "Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva combinata a training Cognitivo nella malattia di Alzheimer: nuova frontiera terapeutica". Alla neo dottoressa le congratulazioni di tutti i baschi azzurri della Sezione Muscarà.

CI HANNO LASCIATO

Il 31 luglio 2019 è venuta a mancare la signora Bonanni Fernanda consorte del socio amico dei baschi azzurri Dott. Giovanni Iodice, il presidente e i soci della sezione Tucano esprimono sentite condoglianze. Il 5 settembre è deceduto il socio della sezione “Rigel” Gen. B. Barbaro Elpidio. La sezione, invia alla famiglia il più sentito cordoglio. Il 13 settembre 2019, è venuto a mancare all’affetto dei Suoi cari il socio della sezione “Altair” M.M. “A” Francesco Cravero. I Baschi Azzurri della sezione partecipano al dolore dei Familiari ed esprimono il loro profondo cordoglio. “E mancherai anche a noi, caro Francesco e grazie, per la perizia e dedizione con la quale hai saputo ‘curare’ i tuoi aerei ed elicotteri, per il Tuo sorriso che ci ha sempre accompagnati, per la Tua amicizia. Continua a volare!”. Il 16 settembre 2019 a Bolzano, nell’abbraccio dei Suoi cari, all’età di 88 anni si è spenta serenamente la signora Clorinda D’Angelo, moglie del socio della sezione “Altair” Gen. Quirico Squarciafico. I Baschi Azzurri della sezione si uniscono al dolore dell’amico Quirico e dei Suoi familiari ed esprimono le più sentite condoglianze. Circondato dall’affetto dei suoi familiari, il 16 ottobre 2019, ha spiccato l’ultimo volo il Colonnello Amedeo Tripaldi, della sezione "Natale". Ai baschi azzurri della sezione di Bologna si uniscono gli amici e colleghi della sezione “Muscarà" nel formulare le più sentite condoglianze alla famiglia

Il 16 ottobre 2019 è mancata all’affetto dei suoi cari la signora Rosa Graneri Lubertacci, socia della sezione “Natale” e moglie dell’Aiutante Donato Lubertacci, ex socio fin dalla costituzione della sezione. I Baschi Azzurri della sezione "Natale" partecipano al dolore dei familiari e porgono sentitissime condoglianze. Il 27 ottobre 2019 il socio e consigliere della sezione “Natale” Marco Felici è mancato all’affetto dei familiari. Sottufficiale stimatissimo, di animo buono, disponibile ad ogni evenienza. Lascia un doloroso vuoto in tutti coloro che l’hanno conosciuto. Alla moglie, alle figlie, ai nipoti e ai familiari tutti i Baschi Azzurri della sezione "Natale" porgono le espressioni di un profondo cordoglio, esprimendo sentitissime condoglianze. Il 19 novembre 2019 è venuto a mancare Riccardo, figlio del socio della sezione “Muscarà” Gen. C.A. Beniamino Sensi. I Baschi Azzurri della sezione si uniscono al dolore dei familiari per la grave perdita. Il 28 novembre 2019 è venuta a mancare la mamma del socio Mario Sagoni, della sezione “Calò” , Sig.ra Stefanina Ghera. I baschi azzurri della sezione si uniscono al dolore dei familiari. Il 29 novembre 2019 è venuto a mancare il socio della sezione “Muscarà” Gen. B. Igino Zollo. I Baschi Azzurri della sezione si uniscono al dolore dei familiari. Il 7 dicembre 2019 è mancata la Signora Fiorella Ottaviani, suocera del socio della sezione “Muscarà” Gen. B. Gianfranco Mecozzi. I Baschi Azzurri della sezione esprimono le più sentite condoglianze. 79


RIcORDI

CI HA PREMATURAMENTE LASCIATO IL COLLEGA

GIULIO DI GIANNATALE

I

l 5 settembre 2019 è venuto a mancare prematuramente il nostro carissimo collega Ten. Col. Giulio Di Giannatale. L’Aviazione dell’Esercito, la Brigata Aeromobile “Friuli”, rappresentate dai rispettivi Comandanti presenti e tutta la comunità del 7° “Vega” si sono stretti in un caloroso abbraccio alla moglie Cristiana, le figlie Giulia e Gioia e a tutti i parenti nel giorno delle esequie, celebrate nell’hangar NH90 da don Daniele Leoni. Come ogni giorno lavorativo, anche nel giorno del suo funerale, il 13 settembre, Giulio ha varcato la soglia dell’hangar manutenzione NH90 dove la famiglia, i colleghi e gli amici lo hanno atteso per l’ultimo saluto, ricordandolo per la passione, l’impegno quotidiano, la disponibilità senza riserve, l’elevatissima professionalità e il sacrificio condiviso ai quali ha ispirato tutta la sua vita. Il Ten. Col. Giulio Di Giannatale, nato a Roma il 19 settembre del 1961, ha intrapreso la sua esperienza nell’Esercito il 10 aprile del 1986 frequentando a Cesano il 123° corso AUC e dopo essere transitato in servizio permanente con il 7° corso RUS, entra a far parte dell’Aviazione dell’Esercito, frequentando il 18° corso ufficiali specialisti presso il CALE a Viterbo. La prima esperienza con il basco azzurro è a Bresso nel 1991 nelle fila del 3° Reggimento AVES “Aldebaran”; diventa poi, capo nucleo manutenzione della linea AB205 al 5° Reggimento AVES “Rigel” fino al 1998 quando, è tra i primi a trasferirsi a Rimini nel neonato 7° “Vega”, dove ricopre l’incarico di Comandante dello Squadrone Manutenzione Elicotteri, inizialmente della linea AB205 poi B12 e dopo l’abilitazione sul nuovo NH90, diventa indiscusso punto di rifermento per tutte le attività manutentive del reggimento. Expertise suggellata il 27 settembre 2013 giorno in cui diventa Comandante del Gruppo Squadroni di Sostegno fino al 25 ottobre 2016. Il Ten. Col. Di Giannatale nella sua vita professionale ha partecipato a tutte le missioni internazionali che hanno visto il 7° reggimento AVES “Vega” protagonista, in particolare l’operazione “Alba” in Albania nel 1997, la “Joint Guardian” nel 1999 e la “KFOR- Joint Entrerprise” in Kosovo nel 2002, l’operazione “Antica Babilonia” in Iraq nel 2005, l’operazione “Leonte” in Libano nel 2007, la “Resolute Support Mission” in Afghanistan nel 2016 e nel 2017. Il 5 settembre 2019, all’età di 57 anni, dopo un anno di estenuante lotta contro un tumore ai polmoni, il Ten. Col. Di Giannatale si spegne serenamente a seguito di un attacco cardiaco. Grazie per tutto quello che hai fatto. Ciao Giulio!

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GRANDI AVIATORI DELLA STORIA

ELISE RAYMONDE DE LAROCHE Prima donna ad ottenere il brevetto di volo

L

a francese Élise Roche, chiamata baronessa Raymonde de Laroche, (1882 – 1919) è stata un’attrice e l’aviatrice che per prima ottenne il brevetto di volo. Attratta verso il volo chiese all’aviatore e costruttore di aeroplani Charles Voisin di insegnarle a pilotare. L’8 marzo 1910, Raymonde de Laroche divenne la prima donna al mondo a ricevere il brevetto di volo: il trentaseiesimo brevetto in assoluto emesso dalla Federation Aeronautique Internationale (FAI). In seguito, Raymonde de Laroche partecipò a molti meeting aeronautici e in Russia volò di fronte allo zar Nicola II al quale venne presentata come “baronessa” de Laroche e da allora in poi il titolo cominciò ad essere associato al suo nome. Nel 1910 Raymonde partecipò anche al secondo meeting di Reims dove l’8 luglio il suo aereo si schiantò al suolo e Raymonde riportò numerose fratture anche se nel giro di due anni guarì completamente e ritornò a volare. Nel 1912 lei e Charles Voisin furono coinvolti in un grave incidente, questa volta automobilistico: Voisin rimase ucciso e de Laroche fu gravemente ferita. Raymonde tornò a volare e nel 1913 vinse la Coppa Femina, un premio di 2.000 franchi messo in palio da Pierre Lafitte, l’editore del giornale Femina, per la prima donna che fosse stata in grado di compiere un volo di 4 ore. Nel volo con cui si aggiudicò la vittoria de Laroche percorse ben 323 chilometri prima di essere costretta ad atterrare a causa di un guasto meccanico. Nel 1919, a guerra finita, tornò a volare su aerei molto più avanzati di quelli del periodo prebellico. A bordo di un piccolo biplano Caudron G.3 iniziò a specializzarsi nei voli d’alta quota e il 17 giugno batté il record femminile di altitudine raggiungendo i 3.900 metri. Questo record venne migliorato dall’aviatrice statunitense Ruth Law, che toccò i 4.270 metri ma Raymonde riconquistò il primato alzandosi a 4 .800 metri di quota. Sempre nel 1919 Raymonde, che aveva anche notevoli competenze tecniche, fece l’addestramento finalizzato a diventare la prima pilota collaudatrice della storia. Il 18 luglio decollò a bordo di un aeroplano sperimentale insieme al collaudatore Barrault ma durante l’atterraggio il velivolo andò fuori controllo, picchiò e si schiantò al suolo: Raymonde de Laroche morì sul colpo e Barrault sull’ambulanza che lo stava portando all’ospedale. Una statua commemora Raymonde all’areoporto “Le Bourget” a Parigi. recensioni936.wordpress.com



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