“Andremo, secondo l’abitudine, a cercare consolazione nel palazzo della Montecatini” 2 prosegue infatti Labò, rimasto vittima del fascino dell’esposizione questa volta dominata dalla creazione di Albini e Palanti, accompagnata dai lavori di Nizzoli e del binomio Bianchetti - Pea.
In alto: veduta dall’ingresso della Sala delle leghe Zama, F. Albini e G. Palanti, Padiglione Montecatini, 1940. A destra: veduta parziale dell’allestimento interno della Sala delle leghe Zama, F. Albini, Padiglione Montecatini, 1940. Archivio Storico Fondazione Fiera Milano
Tra “un bel volteggiare di diframmi orizzontali,
volubili,
traforati
da
grandi occhi di luce” , la Sala 3
delle leghe Zama è un gioco di
fitti e sottili elementi verticali che contrastano con i piani espositivi e, allo stesso tempo, si combinano con le geometrie curve e quadrate di espositori, vetrine e controsoffittatura. Pilastri lasciati a vista, due lunghe vetrine a nastro, cavi incrociati e messi in tensione tra unità sospese ed differenti livelli degli arredi, si combinano con l’effetto delle luci e del bianco puro, forgiando un ambiente sbalorditivo.
2 M. Labò, Attualità alla Fiera di Milano, in “Casabella-Costruzioni”, 149, maggio 1940, p. 34. 3 Ivi, p. 36.
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