IFinance Summer 2016

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F I N T E C H

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D I G I T A L

B U S I N E S S

ORIGAMI TOP

ALL’INTERNO IL NUOVO INSERTO IN INGLESE

Trimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI

Italia 5,00 euro - BE 9,00 euro - D 11,70 euro F 11,50 euro - UK 7,50 £

FINTECHAGE

100 FinTech Investors in Europe

Disruptive insurance

Il robo-advisor

da 100 MILIONI di EURO

Polizze con Amazon o tra amici? Roberto Ferrari direttore generale di CheBanca!

02SUMMER2016



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A cura di Daniel Settembre

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FACEBOOK FONTI bits.blogs.nytimes.com, intel.com, apple.com, time.com, daylmail.co.uk, skype.com statisticbrain.com

IL VALORE DELLE MERCI VENDUTE SU

AMAZON


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TRASFERIMENTI P2P ESEGUITI ATTRAVERSO VENMO

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55.365 STERLINE PRESTATE SU ZOPA

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ASSICURAZIONI AUTO IN USA ONLINE

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MILIONI DI DOLLARI PASSANO ATTRAVERSO PAYPAL FONTE dati societari

1,05 5.000

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MILIONI DI DOLLARI DI TRANSAZIONI SU TRANSFERWISE

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Editorial

Il grande salto

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Di Marco Barlassina barlassina@bluefinancialcommunication.com

A

nni fa, quando ancora il termine FinTech non aveva assunto i contorni di un mantra, il responsabile per l’Italia di uno dei più grandi asset manager mondiali mi disse: “Lei non ha idea di quello che sta per avvenire nel mondo dei servizi finanziari, delle ricadute occupazionali che questo avrà e di quanto ciò cambierà il nostro modo di relazionarci con banche, assicurazioni e prodotti d’investimento”. Si trattava allora di parole frutto di analisi di scenario che regolarmente le grandi istituzioni finanziarie effettuano per tracciare una visione del futuro verso la quale orientare i miliardi di dollari in gestione. Oggi possiamo dire che il futuro è cominciato. Anche in Italia. L’avreste mai detto? Tra i primi cinque roboadvisor europei c’è un operatore italiano. E ancora più sorprendente: questo robo-advisor è una banca. Non basta? In sei mesi questa banca – stiamo parlando di CheBanca! a cui è dedicata la nostra copertina – ha attirato su questa iniziativa 100 milioni di euro, con un ritmo di crescita che è arrivato a consolidarsi sul milione al giorno. È abbastanza per dire che qualcosa sta cambiando? Uno dei pionieri del FinTech in Italia (oltre che l’uomo che ha portato Google nel nostro Paese), Massimiliano Magrini, spiega sulle nostre pagine che “le banche saranno delle piattaforme destinate a interconnettersi con una serie di applicazioni e di database” e che si avranno “molti più operatori rispetto al passato e una maggiore frammentazione del settore”. L’esperienza di CheBanca! indica però che in Italia la rivoluzione FinTech potrebbe dare luogo a un modello ibrido, dove, anche a causa della carenza di capitali a sostegno delle startup, la spinta all’innovazione arriverà più dai grandi operatori già presenti sul mercato piuttosto che da nuovi entranti. Senza dimenticare che, seppur in crisi d’identità e avvolte da una fitta nebbia di problematiche particolari e sistemiche, le banche restano comunque depositarie della fiducia di gran parte degli italiani, restii ad affidare il loro risparmio a realtà senza una storia alle spalle. Ma quello italiano ha buone probabilità di assumere i connotati di un modello ibrido anche per un altro motivo: da noi la componente umana e quella tecnologica potrebbero effettivamente riuscire a camminare a braccetto. Come dimostrano i gruppi che già da tempo hanno intrapreso con convinzione, e

con il favore del pubblico, la via della multicanalità. Insomma, in Italia la profezia di Bill Gates del 1994 secondo cui “i servizi bancari sono essenziali, ma le banche non lo sono” potrebbe almeno in parte essere smentita. Della partita naturalmente non sono solo le banche, perché non c’è terreno che possa dirsi protetto dall’avanzata della tecnologia. Quello che i servizi finanziari in generale hanno di fronte è un grande salto. La scelta è se restare fermi e andare alla deriva su un isolotto che si allontana sempre più dalla domanda dei clienti o se iniziare oggi a prendere la rincorsa.


www.ifinanceweb.com anno 1 - numero 2 - summer 2016 Trimestrale registrato presso il Tribunale di Milano al n°357 del 23 Dicembre 2015

Contents

/ summer / 2016

Casa editrice Blue Financial Communication Spa Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 Wework Old Street N1 6DR London info@bluefinancialcommunication.com Editore Denis Masetti masetti@bluefinancialcommunication.com Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluefinancialcommunication.com Direttore responsabile Marco Barlassina barlassina@bluefinancialcommunication.com Redazione di Milano Gianluca Baldini baldini@bluefinancialcommunication.com Chiara Merico merico@bluefinancialcommunication.com Daniel Settembre settembre@bluefinancialcommunication.com Redazione di Londra Anaïs Borri borri@bluefinancialcommunication.com Rajeevan Sukumaran (Graphic design) rajee@bluefinancialcommunication.com Hanno collaborato Rosaria Barrile, Andrea Barzaghi, Guido Bernardi, Ugo Bertone, Alessio Bragadini, Omero Cambi, Cristina Cavenaghi, Steven De Mayo, Antonio Ferrario, Lukas Frese, Ettore Mieli, Federico Morgantini, Luca Spoldi, Nathan Sharman, Fabrizio Tedeschi

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Graphic design Massimiliano Vecchio vecchio@bluefinancialcommunication.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluefinancialcommunication.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluefinancialcommunication.com Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Stampa La Grafica di Frigerio Angelo & C. srl Via Gioacchino Rossini, 11, Molteno (Lecco) Distributore esclusivo per l’Italia MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano Foto di copertina by Laila Pozzo Italia 5,00 euro - BE 9,00 euro - D 11,70 euro F 11,50 euro - UK 7,50 £ Il costo di ciascun arretrato è di 10,00 euro

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IL ROBO-ADVISOR DA 100 MILIONI DI EURO

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LA MISSIONE ORA È CAMBIARE LE BANCHE

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ASSICURARSI CON AMAZON? INTANTO SI FA “TRA AMICI”

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IL CREDITO NON SARÀ PIÙ LO STESSO

di Marco Barlassina

di Gianluca Baldini

di Marco Barlassina

di Rosaria Barrile

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PMI, QUALCUNO CREDE IN VOI

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C’È ANCHE IL FINTECH NEL FUTURO DI LVENTURE

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ANCHE LE FIDUCIARIE DIVENTANO DIGITALI

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ROBO-ADVISOR? SÌ, MA CON IL CONSULENTE VICINO

di Gianluca Baldini

di Natham Sharman

di Cristina Cavenaghi

di Antonio Ferrario


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IN ALLEGATO

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OLTRE I ROBOT, ARRIVANO I NEURAL ADVISOR

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CONSULENTI E ROBOT, L’UNIONE FA LA FORZA

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INNOVAZIONE E RELAZIONE SULLA FRONTIERA TECH LEADER

di Antonio Ferrario

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COSÌ GOLDMAN SACHS METTE I BIG DATA IN PORTAFOGLIO

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L’APP CINESE CHE SFIDA VISA E MASTERCARD

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PORTA FACEBOOK IN NEGOZIO

di Natham Sharman

di Marco Barlassina

IN FONDI E ORA ANCHE PER OBIETTIVI di Steven De Mayo

di Antonio Ferrario

di Daniel Settembre

di Federico Morgantini

di Alessio Bragadini

IL NUOVO INSERTO IN INGLESE FINTECHAGE

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A cura di Alessandro Rossi

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COME FUNZIONA

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SISTEMA A BLOCCHI

UN BLOCCO OGNI 10 MINUTI

PERCHÉ HA SUCCESSO

È il libro contabile in cui sono registrate tutte le transazioni fatte in Bitcoin dal 2009 ad oggi, transazioni rese possibili dall’approvazione del 50%+1 dei nodi. Un sistema di verifica apaerto che non ha bisogno del benestare delle banche per effettuare una transazione.

Le transazioni vengono distribuite sui nodi che la convalidano, inserendole nel primo blocco libero disponibile e impedendo che la stessa quantità di Bitcoin venga usata per compiere due acquisti o che la traccia della transazione venga cancellata o modificata.

La Blockchain può garantire il corretto scambio di titoli e azioni, può sostituire un atto notarile e può garantire la bontà delle votazioni, ridisegnare il concetto di seggio elettorale, perché ogni transazione viene sorvegliata da una rete di nodi che ne garantiscono correttezza e anonimato.

Ogni blocco contiene 25 Bitcoin (9.800 euro al cambio attuale) e viene liberato dai miner, minatori dotati di un’enorme potenza di calcolo utile a risolvere l’algoritmo che li protegge.

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La risposta è la più banale: perché tutti coloro che vi partecipano guadagnano.



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Cover / story

A cura di Marco Barlassina

Il robo-advisor da 100 milioni di euro Così Yellow Advice di CheBanca! cresce al ritmo di un milione al giorno

C Dimenticate ciò che vi hanno detto fin qui sui robo-advisor. Il consulente digitale “in banca” si può fare. E con risultati sorprendenti. iFinance ha scoperto come in compagnia di Roberto Ferrari, direttore generale di CheBanca!, che traccia il bilancio dell’esperienza Yellow Advice a poco più di sei mesi dal lancio

on il suo Yellow Advice, nel febbraio scorso CheBanca! ha lanciato una nuova idea di consulenza bancaria: un servizio ad alto valore, tradizionalmente rivolto alla clientela private e ora a disposizione di tutti (la soglia minima di investimento è di 20.000 euro e non ci sono commissioni di ingresso né di performance, ma solo un costo di gestione pari allo 0,30% annuo), multicanale (il cliente gestisce il portafoglio in totale autonomia o con il supporto di un esperto via telefono, via web o in filiale) e personalizzato (il cliente definisce i suoi obiettivi e riceve un portafoglio di investimento adeguato alle sue esigenze tra 42 diverse combinazioni di rischio/rendimento declinate su 4.600 strumenti d’investimento). Una vera e propria “democratizzazione” degli investimenti. Ora, a poco più di sei mesi dal lancio, per il primo advisor digitale espressione di una banca retail italiana è già tempo di un primo bilancio. iFinance lo ha tracciato con Roberto Ferrari, direttore generale di CheBanca!, oltre che uno dei due italiani nella lista dei Top Fintech40 power people 2016 in Europa stilata da Financial News (Wsj) e autore del libro “L’era del FinTech”. Come nasce l’idea di dare vita a un robo-advisor all’interno di una banca retail e non come emanazione di una startup? CheBanca! è nata con una caratteristica: essere digital first ma realmente multicanale. È digitale, con una rete fisica che consente al cliente di passare da un canale all’altro a seconda delle sue esigenze specifiche. Quando tre anni fa siamo partiti nel mondo del risparmio gestito, abbiamo applicato la medesima filosofia: volevamo avere una piattaforma aperta di fondi alla quale si potesse accedere da una molteplicità di canali, con il supporto di una consulenza in filiale, al telefono oppure online. La frontiera successiva, proseguendo su un percorso di “digital asset management”, è stata quella di sfruttare una tecnologia evoluta come quella del robo-advisor per creare una piattaforma di advisory che può essere considerata unica in Italia per diversi motivi. Innanzitutto è emanazione di


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una banca, che lo ha sviluppato insieme alle migliori startup fintech. In secondo luogo è caratterizzata da una forte personalizzazione: il cliente può scegliere il proprio profilo di investimento (prudente, aggressivo ect), gli obiettivi di rendimento e l’orizzonte temporale. Ma non solo: durante il periodo di investimento il portafoglio viene costantemente monitorato, allineato con gli obiettivi del cliente e ribilanciato, in base ai movimenti del mercato. Infine, Yellow Advice ha una filosofia interamente multicanale perchè la piattaforma può essere utilizzata dal cliente nella modalità per lui più congeniale: in totale autonomia, in filiale con un consulente dedicato, al telefono oppure online con un consulente dedicato da remoto (in possesso del patentino da consulente finanziario, ndr). Continueremo a privilegiare la multicanalità, fulcro del nostro modello capace di offrire alti livelli di servizio, grande semplicità di gestione e costi ridotti: anche se gli altri modelli non scompariranno, crediamo che il nostro sia quello più trasparente e in grado di posizionarsi al meglio nei trend di medio-lungo periodo dal punto di vista delle esigenze della clientela, delle evoluzioni tecnologiche e degli sviluppi regolamentari.

Roberto Ferrari / direttore generale di CheBanca!

Foto di Laila Pozzo

I risultati dei primi mesi di vita di Yellow Advice, lanciato lo scorso febbraio, vi incoraggiano a proseguire su questa strada?


Giorgio Guardigli / Head of Digital & Acquisition Marketing

Marco Parini / Direttore Investimenti

Roberto Ferrari / Direttore Generale

Un percorso di crescita per l’utente di Giorgio Guardigli* Per valorizzare la nuova idea di consulenza di CheBanca!, abbiamo realizzato un sito dedicato yellowadvice.it - una novità assoluta che permette a tutti di avvicinarsi al mondo della consulenza finanziaria. Il sito infatti accompagna l’utente attraverso un percorso di scoperta del prodotto, di verifica delle potenzialità dello strumento e di crescita delle proprie conoscenze in ambito finanziario con uno stile accattivante, dinamico e facilmente fruibile. È possibile effettuare una simulazione e conoscere il proprio profilo di rischio, oppure mettersi alla prova con i quiz della sezione YouFinance per valutare le proprie competenze finanziarie. La modularità e la categorizzazione dei contenuti permettono all’utente di crearsi un percorso di navigazione personalizzato, utilizzando filtri di argomento e livello, oppure lasciarsi guidare dalle correlazioni proposte dal sito, tra articoli, lezioni e quiz. E in più c’è Yellow Channel, una vera e propria sezione editoriale il cui palinsesto è gestito in collaborazione con partner qualificati. Questo canale viene aggiornato e alimentato quotidianamente con le news, gli approfondimenti e le breaking news di Radiocor - l’agenzia di informazione finanziaria de Il Sole 24 Ore - oltre alle notizie prodotte da Mornigstar e Advice Only che spiegano in modo semplice e immediato il mondo dei mercati finanziari e i prodotti di CheBanca!. Basta una semplice registrazione, anche tramite social, per accedere al simulatore e alla maggior parte dei contenuti editoriali. La prima release del sito è stata rilasciata a febbraio 2016 e da allora è stato arricchito con continuità con nuove features e funzionalità. Ad oggi sono già più di 70.000 i visitatori, con 4.000 utenti registrati. *Head of Digital & Acquisition Marketing

A inizio settembre Yellow Advice ha 1.500 clienti, con asset in gestione che proprio in questi giorni hanno superato i 100 milioni di euro, grazie a un’accelerazione cui stiamo assistendo e che sta portando a flussi medi pari a un milione al giorno. Sono numeri considerevoli rispetto a quelli degli altri advisor digitali presenti in Europa, che ci posizionano tra le prime cinque realtà del settore nel continente. Questo conferma che al cliente occorre lasciare la scelta, mantenendo comunque una funzione di guida. È un po’ quanto fanno anche due campioni statunitensi del


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Antonio Fratta Pasini / Head of CRM & Omnichannel Banking

Un advisor dedicato a disposizione di Antonio Fratta Pasini* Yellow Advice è il servizio di consulenza finanziaria evoluta dalle caratteristiche uniche nel panorama bancario italiano: a È multi-obiettivo, perchè consente di impostare fino a 4 obiettivi di investimento contemporaneamente mentre la maggior parte dei servizi di consulenza ragiona indistintamente sull’intero portafoglio del cliente; b Si basa sulla tecnologia evoluta del Robo-Advisor opportunamente guidato da un team di esperti che fa leva anche sulle competenze del Gruppo Mediobanca; c Mette a disposizione del cliente, per tutta la durata del rapporto, la risorsa più pregiata di CheBanca!, ovvero un advisor dedicato, attraverso incontri, chat e video-collaboration; d Per i clienti più autonomi il servizio è comunque fruibile in modalità completamente SELF, realizzando così il perfetto connubio tra consulenza virtuale e human advisory coerentemente con il nuovo pay-off di marca “CheBanca! the Human Digital Bank”. Con il servizio Yellow Advice, i clienti di CheBanca! possono monitorare costantemente il raggiungimento dei loro obiettivi finanziari, ricevendo indicazioni personalizzate sia tramite i canali digitali - Home Banking in primis – sia tramite i loro advisor, grazie all’integrazione all’interno del CRM dei dati relativi al patrimonio e delle raccomandazioni del robo-advisor. Ma non solo. All’interno del sito dedicato è possibile accedere a diversi strumenti di educational, attraverso una sezione che propone lezioni, test e aggiornamenti. Uno strumento fondamentale per favorire una crescente alfabetizzazione finanziaria, così importante per il nostro Paese. *Head of CRM & Omnichannel Banking Foto di Laila Pozzo

settore come Vanguard e Schwab, che all’interno dei loro sistemi di advisory digitale conferiscono un peso importante al fattore umano. Quali sono i motivi per cui – a suo avviso - Yellow Advice sta dando risultati tanto positivi? È importante sapersi guadagnare la fiducia sia operando con i canali digitali che su quelli fisici: i fattori chiave sono la relazione personale, la credibilità del brand e la validità dell’offerta. Su tutti questi aspetti CheBanca! può fare la differenza, con il plus di appartenere al gruppo

Mediobanca che, in un periodo nel quale l’immagine delle banche è in crisi, conserva alti livelli di reputazione e forti indici di solidità. In Italia i clienti sono inclini a prendere in considerazione le novità: se pensiamo che circa un terzo di chi ha un dossier online è interessato a soluzioni di digital advisory e che una recente ricerca ha rilevato come l’Italia sia il primo Paese in Europa per interesse verso i robo-advisor, è lampante come Yellow Advice sia un investimento che guarda al futuro. A tutto ciò va aggiunto l’effetto trainante delle performance.

I portafogli vanno bene: anche in occasione dei giorni della Brexit sono stati capaci di dare performance positive. Basti pensare che a fine agosto i portafogli modello orientati alla crescita del capitale hanno registrato performance superiori al 2% rispetto a inizio anno, con punte che sfiorano il 3,4% per i profili meno avversi al rischio. Yellow Advice vi ha permesso anche di allargare la base di clientela oppure i fruitori del servizio sono clienti che già in


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Come nascono e si evolvono i portafogli di Marco Parini* Il servizio Yellow Advice si basa su un modello quantitativo di asset allocation proprietario che, alla luce delle serie storiche di rendimento, volatilità e correlazione delle singole classi di attività di investimento (asset class) elabora i portafogli modello sulla base delle view mensili di mercato espresse dal Comitato investimenti di CheBanca!, del quale fanno parte i maggiori esperti di CheBanca! e del Gruppo Mediobanca. La tecnologia evoluta alla base del servizio contribuisce quindi anche all’elaborazione dei portafogli modello e al monitoraggio specifico degli stessi, in relazione a precisi livelli di rischio fissati in termini quantitativi (limite di VaR). Il tutto senza mai dimenticare le caratteristiche del cliente. Il cliente può così esprimere i propri obiettivi di investimento considerando il rendimento atteso e il proprio orizzonte temporale di riferimento. Il sistema verifica che l’obiettivo sia in linea con il livello di rischio adeguato proponendo il portafoglio modello più adatto. Inoltre, dà una rappresentazione dell’evoluzione in termini statistici e probabilistici dell’investimento, indicando il risultato più probabile al termine del periodo di investimento insieme alla performance migliore e peggiore che il portafoglio potrebbe registrare. Mensilmente il cliente ha la possibilità, in autonomia o col supporto di un advisor dedicato, di rimodulare il proprio investimento sulla base delle view di mercato del Comitato investimenti restando così sempre allineato ai propri obiettivi di rendimento e al proprio livello di rischio. *Direttore Investimenti di CheBanca!

precedenza erano gestiti da CheBanca? Il 30% dei 1.500 clienti di Yellow Advice sono clienti che in precedenza non gestivamo, ossia o completamente nuovi o che non erano in contatto con un nostro consulente. La maggior parte della clientela si posiziona in fasce di rischio e capitale investito medie: solitamente il singolo investimento si aggira tra i 50 e i 100mila euro, anche se abbiamo iniziato ad assistere all’aumento dei capitali investiti. Ci sono clienti che hanno da poco approcciato al mondo degli investimenti e clienti più esperti, che stanno sperimentando questo nuovo approccio.

Per quali motivi, a suo avviso, altre banche non hanno colto la sfida dell’advisory digitale? Noi siamo la prova che la cosa si può fare, che sta nascendo un segmento nuovo e che il mercato dovrà fare i conti con il FinTech in tempi molto più brevi rispetto a quelli fin qui immaginati. Il fatto che in Italia il robo-advisory venga offerto anche da una banca e non da una startup è sicuramente un formidabile acceleratore del processo. Gli incumbent il potenziale ce l’hanno, ma è necessario essere flessibili e non avere conflitti tra i canali: in molte realtà c’è una predominanza del canale fisico, mentre per noi i canali sono paritetici e lavorano insieme

senza conflitti, con un unico direttore commerciale. A proposito di multicanalità, con la recente acquisizione delle attività retail di Barclays in Italia come cambia il vostro posizionamento? Per quanto riguarda i volumi, grazie alla crescita organica avevamo raggiunto i 500.000 clienti e i 14 miliardi di raccolta, di cui 4 di raccolta indiretta. A fine agosto con il closing dell’operazione Barclays abbiamo raggiunto quota 800.000 clienti e acquisito altri tre miliardi di raccolta indiretta, per un totale di 7 miliardi. Iniziamo così ad avere una massa critica competitiva e un ruolo importante nel comparto del gestito. Barclays ha una buona proporzione di clientela Wealth e un forte nucleo di consulenti, ciò permetterà all’offerta di CheBanca! di ampliarsi in termini di prodotti, di clientela e di approccio. Quindi oggi chi può essere considerato un vostro competitor? Ci confronteremo sempre più da vicino soprattutto con quelle realtà che uniscono una rete sul territorio e un approccio innovativo nei confronti della tecnologia. Una cosa però è certa: la scelta del risparmio gestito per noi è strategica e resta una delle massime priorità dei prossimi tre anni, sempre attraverso un’offerta innovativa, centrata sul cliente e realmente multicanale.



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FinTech / leader

A cura di Gianluca Baldini

La missione ora è cambiare le banche Parola di uno dei pionieri del FinTech in Italia

L’ area da presidiare nel FinTech è quella relativa alla trasformazione del modello bancario tradizionale. Lì c’è il vero valore ed è lì che i venture capitalist stanno mettendo gli occhi. A dirlo è uno dei maggiori esperti di FinTech in Italia, Massimiliano Magrini, oggi managing partner del più grande fondo di venture capital italiano, United Ventures (nato nel 2013 dall’unione di Jupiter Ventures e Annapurna Ventures), nonché l’uomo che ha portato Google e Altavista in Italia. “Al FinTech si applicano le stesse logiche che si applicano agli altri settori di investimento. Noi lavoriamo

sempre in anticipo su grosse tendenze. Ad esempio abbiamo fatto il primo investimento in MoneyFarm quando ancora nemmeno si parlava di FinTech. Una scommessa che speravamo diventasse realtà in un arco di tempo piuttosto lungo”, spiega Magrini. “Oggi in realtà, a causa della trasformazione del modello tradizionale di banca che sta diventando insostenibile, il time to market delle iniziative FinTech sta diventando sempre più accelerato rispetto al passato”. Magrini ad iFinance spiega come saranno gli istituti del futuro: “Le banche saranno delle piattaforme destinate a interconnettersi con una serie di applicazioni consumer e con una serie di database. Questa per il FinTech è una grande occasione che vedrà molti più operatori rispetto al passato e una maggiore frammentazione del settore. Per fare un paragone basta vedere cos’era il mondo dell’advertising ieri e cos’è oggi. Certamente big player come Google e Apple avranno un ruolo da protagonisti nell’intermediazione”, dice, “ma non

è detto che diventeranno banche. È vero però che se si prende il processo bancario e lo si spacchetta, ogni pezzo sarà presidiato da nuovi player. Aspettiamoci un ecosistema molto più articolato di quello di oggi”. Certo, trovare il progetto giusto su cui puntare, spiega Magrini, non è facile. Anche perché il nostro non è un Paese che favorisce troppo l’innovazione. “In Italia siamo in una fase in cui c’è una grande vivacità sotto il punto di vista delle iniziative imprenditoriali. Oggi comincia a generarsi una domanda forte dal punto di vista delle banche. In termini di utenti finali, però, non siamo uno dei Paesi in cui il numero di utilizzatori di piattaforme avanzate è in cima alle classifiche. Certo è che dobbiamo andare più veloci. Con la velocità a cui stiamo andando ora non riusciremo a colmare il gap con altri Paesi europei in questo settore”. Anche se un po’ di ottimismo ha ragion d’essere. “Noi vediamo un imprenditore al giorno, circa 300 proposte l’anno. In Italia il livello delle iniziative è in costante aumento. Non


MASSIMILIANO MAGRINI

si tratta solo di progetti in ambito Internet e nemmeno più di progetti fatti solo da giovani ma anche da manager con un background alle spalle. E questo è un aspetto molto positivo. Su 300 proposte noi ne finanziamo in media sei l’anno”, sottolinea Magrini. “Abbiamo visto tantissimi progetti e stiamo facendo varie riflessioni. Oltre a MoneyFarm, che è il nostro investimento numero uno nel settore, abbiamo diversi progetti nel settore business to business. Ma sono processi di investimento che non sono ancora conclusi”. È co-fondatore e managing partner di United Ventures, venture capitalist italiano specializzato negli investimenti in tecnologie digitali. Oltre che fondatore di Annapurna Ventures, venture incubator e acceleratore di start up italiano, Magrini è stato country manager di Google in Italia e managing director di Altavista, uno dei primi motori di ricerca. Laureato in Scienze politiche all’università degli Studi di Bologna è membro della task force del ministero dello Sviluppo economico che si occupa di individuare le misure da attuare per creare in Italia un ambiente favorevole alle start up innovative. Si occupa anche di divulgazione su temi quali sviluppo della tecnologia digitale e venture capital.

GLI INVESTIMENTI DI UNITED VENTURES

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2013

Moneyfarm Love the Sign Copernico

2014

Musixmatch Cloud4wi Buzz my videos Paperlit Meril cracy Badseed Marinanow

2015

Faceit Kuldat Konoz

2016

Snap +2 TBD

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Assicurazioni / online

A cura di Marco Barlassina

Assicurarsi con Amazon? Intanto si fa “tra amici” Viaggio nelle polizze del futuro (e del presente), tra Insurtech e uberizzazione

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imenticatevi le assicurazioni così come le avete conosciute. È il messaggio forte che arriva dall’osservazione dello scenario prossimo venturo del mondo delle polizze. Perché nessun altro settore della finanza rischia di essere tanto sconvolto dall’innovazione tecnologica. E nemmeno è già tanto avanti sulla strada della metamorfosi. È la rivoluzione Insurtech, l’applicazione della tecnologia alle assicurazioni, che sta già avendo i primi effetti dirompenti sul settore. Mentre ci si interroga sul se e come brand della tecnologia quali Amazon e Google prenderanno il posto dei big delle polizze o sull’impatto dell’internet of thing sulla definizione stessa di rischio assicurabile, il settore ha già ricevuto l’impulso all’evoluzione. Le compagnie si trovano già ora di fronte alla prospettiva di una uberizzazione del mercato, ossia alla possibilità che anche per le polizze si possa assistere a un completo sconvolgimento come quello portato

da Uber nel trasporto urbano. Sta infatti esplodendo in tutta Europa il fenomeno delle cosiddette assicurazioni peer-to-peer, sorte di gruppi di acquisto delle coperture assicurative tra privati. E anche in


IN RAMPA DI LANCIO

L’assicurazione italiana peer-to-peer

Italia è prossima al lancio un’iniziativa di questo tipo (si veda il box in pagina su Darwinsurance). Ci sono già due casi di successo in Europa: quello di FriendInsurance in Germania, che dichiara 100.000 assicurati e che sta

estendendo le coperture su più rami di attività e quello di Guevara in Gran Bretagna, specializzata nella sola RC Auto e che per i suoi clienti arriva a preventivare risparmi fino all’80%. Come funzionano?

Sta per arrivare la prima piattaforma assicurativa peer-to-peer italiana. Si chiama Darwinsurance, è stata fondata da Yuri Poletto, Kumar Gaurav e Tommaso Sala, e verrà lanciata entro la fine del 2016 proponendo un modello che ha già dimostrato di funzionare in Germania con Friendsurance e nel Regno Unito con Guevara. Il processo parte con l’acquisto della polizza sul sito di Darwinsurance, al quale segue la costituzione di un gruppo con altre persone che hanno acquistato la stessa tipologia di polizza. Una parte del premio viene versata alla compagnia che sottoscrive la polizza, mentre con l’altra parte Darwinsurance costituisce un portafoglio dedicato al gruppo. Se non ci saranno stati sinistri, al termine del periodo Darwinsurance restituirà ai membri del gruppo le somme presenti nel portafoglio, che potranno così essere utilizzate per scontare il premio dell’anno successivo oppure per acquistare una nuova polizza. In caso di sinistri invece, il portafoglio del gruppo si ridurrà progressivamente, fino eventualmente ad azzerarsi. Poiché i membri del gruppo risparmieranno se nel gruppo ci saranno stati pochi o nessun sinistro, Darwinsurance si aspetta una riduzione della frequenza dei sinistri e delle frodi.


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Gli investimenti nel Fintech e nell’Insurtech Valori espressi in miliardi di dollari 40

Nonostante l’Insurtech stia crescendo rapidamente non ha ancora raggiunto la scala dell’industria Fintech, ma questo sta cambiando rapidamente. Nel primo trimestre del 2016 gli investimenti nell’Insurtech hanno raggiunto la cifra mai toccata di 650 milioni di dollari.

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Neosurance, la startup italiana pluripremiata È tutta italiana una delle realtà più promettenti del panorama Insurtech europeo. Neosurance, una startup italiana che mette a disposizione degli utenti servizi di

20 15 10

Fintech

5

Insurtech

0

Dati Startupbootcamp e Pwc

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

microassicurazione (insurance digital snack) per eventi specifici a frequenza ripetuta e basso costo, ha infatti vinto l’Insurance IoT Europe Awards di Londra nella categoria IoT Newcomer. La startup propone alle compagnie assicurative un sistema basato su vendite push di micro assicurazioni: con un semplice tocco allo schermo è possibile avviare un’assicurazione. La soluzione è costruita intorno ad un sistema di intelligenza artificiale che lavora con i dati IoT, in grado di “imparare” e di proporre l’assicurazione giusta, nel momento giusto, al cliente finale della compagnia. Gli usi sono molteplici, ma un facile esempio di come potrebbe essere utilizzato il servizio potrebbe essere questo: sei in viaggio e non hai fatto l’assicurazione, atterri a Londra e ti arriva una notifica personalizzata che ti avvisa della possibilità di assicurarti per un breve periodo ed in pochi passi direttamente dal tuo dispositivo portatile. Neosurance è stata fondata da DigitalTech International in partnership con Neosperience, ed è frutto di mesi di interazione con le compagnie assicurative in Europa e in Asia.

In tutti i casi si tratta di qualcosa di molto simile a una cassa comune. Chi compra online una copertura assicurativa da queste piattaforme di mercato si unisce in un gruppo ad altri che hanno acquistato la stessa tipologia di polizza ripartendo il rischio, o meglio una parte di esso, all’interno del gruppo. I piccoli sinistri vengono risarciti direttamente dalla cassa comune, mentre per coprire quelli di più grande entità la piattaforma acquista una polizza da un assicuratore tradizionale.

C’è tempo fino al 17 ottobre per partecipare al contest Open-F@b Call4Ideas 2016 promosso da BNP Paribas Cardif e che premierà le tre idee in grado di innovare il rapporto tra cliente e compagnia

Alla fine del periodo di assicurazione quanto è ancora presente nella cassa comune viene redistribuito agli assicurati, che sono così incentivati a comportamenti responsabili, perché meno saranno i sinistri e più soldi si vedranno restituire. È evidente che il primo anello della catena a entrare in crisi rischia di essere quello della distribuzione, perché con le piattaforme peer-to-peer non servono più le agenzie. Così come avviene con un’altra recente tendenza, quella delle piattaforme che si pongono in una posizione di intermediario


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tra assicurati e compagnie. È il caso della tedesca Simplesurance, recentemente partecipata da Allianz (si veda box in pagina), che permette la sottoscrizione online di coperture assicurative su singoli beni, anche direttamente in fase di acquisto da siti di e-commerce (in Italia Simplesurance è già sbarcata con il nome di Cliccasicuro). Insomma, esistono una serie di tecnologie realmente disruptive che cambieranno radicalmente il modo di interagire tra compagnie e clienti. Così come altri trend, sintetizzati nel corso della presentazione del World Insurance Report di Capgemini ed Efma da Leonardo Felician, ceo di Genialloyd. La sharing economy – dice - forzerà le compagnie a inventare un nuovo modo di assicurare: “Assicureremo a ora, o anche a minuto. Le regole del passato non varranno più e le regole del futuro dobbiamo inventarle”. Con un punto fermo: i servizi verranno prima dell’assicurazione in sé. Ma per rispondere alla domanda iniziale, quanto fa paura alle compagnie assicurative un possibile ingresso di gruppi come Amazon e Google nel mondo delle polizze? Molto, almeno secondo la percezione espressa nella stessa occasione da Mauro Montagnini, responsabile Servizio Danni dell’ANIA: “I grandi brand della tecnologia hanno la capacità di gestire la relazione con il cliente in maniera molto diversa da quella che hanno le compagnie.

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Ora si muovono anche i giganti

Anche i colossi assicurativi cominciano a mettere un piede nell’Insurtech, la tecnologia applicata al mondo delle polizze. È il caso della tedesca Allianz, che di recente per il suo approccio a questo nuovo universo ha scelto la strada dell’alleanza con un operatore di nuova generazione specializzato nella copertura dei rischi legati all’e-commerce. La notizia è inizialmente apparsa sul quotidiano Handelsblatt senza trovare la

650

Gli investimenti nell’Insurtech nel primo trimestre del 2016

35%

La percentuale delle nuobve applicazioni finalizzate a migliorare la qualità e la frequenza con cui la clientela interagisce con le compagnie

90%

gruppo assicurativo tedesco ha acquisito

La percentuale dei manager delle compagnie tradizionali secondo cui almeno parte del business è a rischio a causa dei player operanti nell’Insurtech

una quota di minoranza in Simplesurance,

Dati Startupbootcamp e Pwc

meritata eco presso la stampa europea: il

compagnia assicurativa nata nel 2012 specializzata nella copertura di rischi su beni acquistati online. Con Simplesurance chi compra un oggetto negli shop online convenzionati può contestualmente sottoscrivere una polizza sull’oggetto stesso. L’acquisizione della partecipazione di minoranza fa parte di un più ampio accordo di collaborazione che la stessa Allianz ha reso noto attraverso un comunicato pubblicato sul suo sito istituzionale. Sulla base dell’accordo Simplesurance distribuirà i prodotti assicurativi di Allianz in 28 Paesi europei attraverso portali come il tedesco Schutzklick.de e in 1.500 shop online.

Hanno una conoscenza del cliente che è figlia delle tecnologie che usano. E Amazon è il non plus-ultra per quel che riguarda la conoscenza del cliente”. Difficilmente però, secondo Montagnini, si arriverà alla vera e propria emissione di polizze da parte dei brand della tecnologia. “Quello che vedo – ha spiegato – è che questi soggetti possano comprare compagnie e poi con i dati che hanno a disposizione fare i distributori dei prodotti”.


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FinTech / view

A cura di Alessandro Rossi

La sfida digitale al potere delle banche centrali La trasformazione delle banche sta prendendo velocità in tutti gli ambiti

A rischiare il posto non è solo il bancario della filiale sotto casa. Ma anche Mario Draghi o Janet Yellen

di Ugo Bertone

M

atteo Renzi è subito tornato sui suoi passi. Sono stato frainteso, ha detto di fronte al rischio di uno sciopero generale in risposta alla previsione, da lui sostenuta, di un brusco taglio dell’occupazione dei bancari: almeno 150 mila in meno nei prossimi anni, rispetto agli attuali 328 mila. Mi riferivo ai banchieri ed alle consulenze d’oro, sl è corretto il premier pur di evitare un nuovo fronte di crisi e di liti. Eppure la trasformazione delle banche, imposta dalla disruption tecnologica, sta prendendo velocità un po’ovunque. Nel corso del 2015 il mondo del credito secondo il Financial Times ha tagliato, tra Europa ed America, 100 mila posti di lavoro. Non fa eccezioni la Cina: le prime cinque banche del colosso asiatico hanno ridotto l’occupazione di 34.691 unità. Ne hanno fatto le spese sia i dirigenti (stipendi tagliati fino al 60%) che i comuni “colletti bianchi”. Inutile contrastare il fenomeno con le tradizionali armi sindacali. L’economia digitale non fa sconti. Dall’inizio di settembre i clienti di Goldman Sachs hanno iniziato a ricevere segnali operativi automatici da Goldman Sachs Algorithm, o GSA, che offre quotazioni per la compravendita di obbligazioni societarie con rating elevato. A differenza di altre piattaforme come Bloomberg che danno solo un prezzo indicativo, GSA consente l’esecuzione immediata dell’ordine. I prezzi offerti su GSA sono inoltre dinamici e rispondono al mutare delle condizioni di mercato. Quasi in contemporanea Deutsche Bank ha introdotto negli

Usa un test per valutare le assunzioni attraverso l’esclusivo giudizio delle macchine. Non c’è terreno intellettuale che possa dirsi protetto dall’avanzata della tecnologia, accelerata tra l’altro dalla caduta verticale dei profitti che obbliga le banche a tagliare i costi. E la sfida digitale è ormai matura per investire il potere degli Stati e delle banche centrali. Poco dopo Ferragosto quattro grandi banche (Tbs, Deutsche Bank, Bamco Santander e NY Mellon) hanno dato vita a un’alleanza per creare una nuova forma di valuta digitale con l’obiettivo di dar vita ad uno standard comune per le transazioni finanziarie basato sul principio della blockchain. Clearmatics Technologies ha creato un sistema basato sulle monete virtuali immediatamente convertibili presso le banche centrali che così sperano di poter tenere sotto controllo un fenomeno che minaccia di azzerare ogni speranza di metter sotto controllo la massa monetaria e di vanificare il ruolo delle banche centrali. Insomma, a rischiare il posto non è solo il bancario della filiale sotto casa. Ma anche Mario Draghi o Janet Yellen.



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Peer-to-peer lending

A cura di Rosaria Barrile

Il credito non sarà più lo stesso Alla scoperta delle quattro piattaforme di P2P lending già operative in Italia

I PRESTITI P2P IN ITALIA E NEL MONDO MODELLO BANCARIO TRADIZIONALE

Interessi

Risparmi

MODELLO P2P LENDING

VS

Prestiti

Interessi e rimborsi

BANCA

MPL (MARKET PLACE LENDER) (Commissioni)

Prestiti

Depositanti

Rimborso prestiti

Prenditori

Prestatari

PRESTITI P2P IN ITALIA

PROSPETTIVE NEL MONDO Erogati da piattaforme P2P nel 2014

5,5mld$

150mld$

Prenditori

28,3mln euro

Prestiti erogati in Italia Il valore del P2P lending entro il 2025 secondo PWC

30 e 40 mesi Durata media finanziamenti

74%

Degli utilizzatori è di sesso maschile

5.000 euro

Valore medio prestiti

0,6% circa

Tasso annuo nominale

5.189

Prestiti a persone fisiche

Fonte: stime PWC

Fonte: Osservatorio quadrimestrale School of management del Politecnico di Milano dati al 2015


U

n mercato tutto da esplorare, che oggi in Italia vale solo 30 milioni di euro, ma che potrebbe esplodere nei prossimi mesi. È quello del “social lending” o “peer to peer” lending, una tipologia particolare di finanziamento tra privati che nel nostro Paese sconta un’immagine per molti versi distorta: quello del prestito facile e per tutti, anche per le categorie più rischiose, quelle per intenderci che sono già state scartate dal sistema bancario tradizionale e dalle società di credito al consumo specializzate. In realtà, al contrario, nel social lending il processo di valutazione del merito creditizio di chi richiede un prestito è uno dei punti cardine del sistema: tale procedura, finalizzata a suddividere i richiedenti un prestito per classi di rischio omogenee, oltre che su sistemi di informazioni normalmente utilizzate, come Crif ed Experian, si basa anche su sistemi proprietari, che assorbono gran parte degli investimenti dei player. Detto questo, il social lending si

pone a tutti gli effetti come un canale alternativo a quello tradizionale proprio perché il processo, per stare in piedi e funzionare, si basa sulla creazione di una comunità nella quale i richiedenti e i prestatori possono interagire direttamente tra loro, senza ricorrere a intermediari, ottenendo condizioni migliori per entrambi, ovvero tassi più bassi per chi ottiene il prestito e interessi più alti per chi presta denaro. All’interno della comunità si crea infatti un mercato nel quale i tassi correnti sono determinati in modo prevalente dall’incontro diretto tra domanda e offerta. Ulteriori punti distintivi sono la velocità di erogazione del credito e la facilità d’uso della piattaforma, solitamente intuitiva anche per chi è meno avvezzo alla tecnologia. Le piattaforme dedicate ai prestiti tra privati attive in Italia sono finora quattro - Smartika, Prestiamoci, Younited Credit e Soisy - e tranne per alcune varianti, tra cui il processo di valutazione del merito creditizio e l’eventuale presenza o meno di garanzie per chi presta denaro, lo schema di funzionamento è simile per tutte le piattaforme: tecnicamente chi richiede un prestito viene inserito in una classe di merito a cui è associato un determinato livello di rischio. Chi invece intende prestare denaro non ha che da registrarsi sulla piattaforma e impostare alcuni parametri tra cui la somma che intende dare in prestito, la durata e il livello di rischiosità dei richiedenti

YOUNITED CREDIT

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Tommaso Gamaleri CEO di Younit Credit Italia

Nata nel 2011 in Francia con il brand Prêt d’Union, Younited Credit ha avviato nel 2016 un progetto di espansione internazionale grazie ad una strategia di rebranding e all’apertura di filiali in alcuni mercati chiave del Sud Europa come Italia e Spagna. Ad aprile del 2016 è iniziata l’attività della filiale italiana di Younited Credit mentre in Spagna è prevista entro la fine dell’anno. Finora i prestiti erogati da Younited Credit alle famiglie italiane sono stati sostenuti da prestatori francesi: secondo i piani della società però entro la fine dell’anno la piattaforma dovrebbe finalmente consentire l’accettazione dei versamenti dei potenziali prestatori italiani. Per Younited Credit i prestatori sono tuttavia di fatto degli investitori: aprono un conto sulla piattaforma effettuando un bonifico dal proprio conto bancario e sottoscrivono gli ordini inserendo l’importo che desiderano investire nei fondi da loro scelti (e che rappresentano di fatto i prestiti suddivisi in base al livello di rischiosità). I diversi fondi garantiscono rendimenti progressivi in base al profilo di rischio scelto.


SMARTIKA

a cui prestare. Tanto più il merito creditizio di quest’ultimi è basso, e quindi tanto più è elevato il rischio che il richiedente non sia in grado di rimborsare il prestito, tanto più il potenziale rendimento per il prestatore sarà elevato. L’importo versato da chi presta denaro non viene però mai assegnato a un unico richiedente ma viene sempre ripartito in quote più piccole tra un gruppo di richiedenti. Il servizio offerto da tali piattaforme è remunerato trattenendo dai richiedenti una commissione al momento della concessione del prestito. Queste commissioni sono utilizzate per coprire i costi sostenuti nel processo di concessione del credito: i costi del personale, quelli di sviluppo dell’IT e per l’elaborazione delle pratiche. Nonostante le affinità tra gli operatori che finora hanno fatto il loro ingresso

PRESTIAMOCI

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Prestiamoci, la piattaforma online di prestiti tra privati gestita dalla società Agata e rilanciata a fine 2013 con l’ingresso dell’incubator Digital Magics, propone prestiti con un Tan che può andare dal 3,90 al 14% a seconda della classe di rischio in cui viene inserito il richiedente. Punta ad intercettare potenziale clientela anche tramite accordi verticali con associazioni di categoria e player provenienti da altri settori, tra cui ad esempio il fotovoltaico. A seguito dell’accordo tra Prestiamoci ed Evolvere è stato lanciato poche settimane fa il prodotto “Tuo”, l’impianto fotovoltaico per abitazioni, finanziabile con il primo prestito finalizzato peer to peer a rate fisse mensili a partire da 65 euro. Il finanziamento che viene proposto direttamente dal consulente della società che installa l’impianto, si chiama Prestailsole e prevede un Tan a partire dal 3,9% e un Taeg dal 5,16%. Chi intende invece prestare denaro può finanziare direttamente i progetti dei richiedenti che scelgono Prestailsole per ottenere un tasso di rendimento del 3,90% con capitale garantito e una durata fino a 120 mesi. Daniele Loro Amministratore delegato di Prestiamoci

La community di Smartika, fondata nel 2012 da Maurizio Sella, conta a oggi 5.907 prestatori attivi per un totale di oltre 4.500 prestiti erogati e oltre 23 milioni di euro di credito erogato. Propone finanziamenti con un Taeg a partire da 5,60% mentre per chi presta è possibile ottenere fino al 6,5% di rendimento. Nel primo semestre del 2016 sono stati erogati prestiti a favore di 523 richiedenti per un importo medio di 5.162 euro per un importo complessivo di 2,7 milioni di euro contro i 2,2 milioni di euro nello stesso periodo del 2015. Da gennaio 2015 Smartika ha poi introdotto Lender Protection, una protezione per chi presta i soldi ottenuta applicando una commissione del 2% a chi ottiene un prestito. Tali commissioni confluiscono complessivamente in un fondo di tutela. In pratica, dopo la 12esima rata non pagata e dopo l’intervento delle società di recupero crediti, scatta la copertura del fondo a tutela del capitale dei prestatori. A giugno, il Fondo di Garanzia è stato utilizzato per la prima volta a copertura dei prestiti non rimborsati per un importo totale di 34.545 euro per una capienza residua del fondo al 30 giugno di circa 130mila euro. Per crescere ulteriormente, e quindi investire sia nel marketing sia in tecnologia, Smartika nel mese di gennaio di quest’anno ha varato un aumento di capitale da 4 milioni di euro che ha portato all’ingresso in società di un gruppo di investitori coordinato dalla compagnia inglese Hamilton Ventures.

Luciano Manzo Amministratore delegato di Smartika


SOISY

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in Italia, le strategie divergono sia in termini di piani di sviluppo, sia per il modo in cui hanno deciso di affrontare il tema relativo alla tutela del prestatore in caso di mancato rimborso della somma data in prestito. Nel caso di Smartika se chi ha chiesto un prestito è in ritardo con i pagamenti, vengono attivate società di recupero crediti e in ultima istanza è previsto l’intervento del fondo Smartika Lender Protection. Allo stesso modo Soisy (vedi box) ha attivato una garanzia di rendimento, mentre United Credit ha messo in piedi un sistema che prevede la possibilità per chi dà in prestito di scegliere tra una serie di fondi che inglobano già al loro interno, secondo la logica di un vero e proprio prodotto finanziario, un diverso rapporto rischio- rendimento. Identikit di chi chiede un prestito e perché Per ora il mercato del social lending italiano, sebbene in espansione, rappresenta un granello di sabbia nel mare europeo, dove nei primi quattro mesi dell’anno sono stati erogati 243 milioni di euro contro gli 1,2 miliardi di sterline erogati nella sola Gran Bretagna nello stesso periodo. Secondo una recente analisi condotta da Smartika, con circa 2,2 milioni e mezzo di euro erogati, l’Emilia Romagna è una delle regioni dove è più sviluppato il mercato dei prestiti tra privati in Italia. A prestare sono

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Costituita nel gennaio del 2015 e autorizzata ad operare da Banca di Italia a novembre dello stesso anno, Soisy permette di chiedere un finanziamento da 250 euro a 8 mila euro e di investire importi da 10 euro a 50 mila euro con o senza garanzia per il prestatore. La “Garanzia di Rendimento” Soisy è un servizio che tutela la somma data in prestito e

Pietro Cesati CEO e fondatore di Soisy

permette di ricevere rendimenti più bassi ma garantiti intervenendo a copertura di eventuali insolvenze. L’adesione è obbligatoria per chi investe complessivamente meno di mille euro e opzionale su ogni investimento per importi di mille euro o superiori. Aderendo alla Garanzia su un investimento, ogni mese una parte degli interessi pagati dal richiedente viene depositata nel “Salvadanaio” della Garanzia insieme ai contributi di tutti gli altri prestatori che hanno aderito. Se il richiedente di un prestito non paga le sue rate, sarà la garanzia a pagare le rate e anche gli interessi a ogni scadenza entro i limiti della sua capienza (al 31 marzo di quest’anno era pari a circa 50 mila euro).

L’importo versato da chi presta denaro non viene mai assegnato a un unico richiedente ma ripartito su un gruppo

per lo più uomini (93% dei casi contro una media nazionale del 91%) di età compresa tra 25 e 55 anni. Il 20,7% delle richieste di prestiti è destinato all’acquisto di auto, moto e camper mentre il 16,5% alle opere di ristrutturazione della casa e all’acquisto di mobili. Nel 16% dei casi si richiedono prestiti per consolidare debiti e, in misura minore, per coprire le spese mediche (6,5%), pagare le tasse (4,2%) e le rette universitarie (3,8%). I richiedenti fanno ricorso ai servizi offerti anche per l’acquisto di elettrodomestici (3,5% delle richieste), per sposarsi (3%) e andare in vacanza (2,7%).


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Digital / lending

PMI, qualcuno crede in voi La startup Credimi anticipa le fatture sul web

PAOLO MERLONI

ALESSANDRO BENETTON

INVESTITORI

Lo scorso 13 settembre Instapartners ha cambiato nome in Credimi e ha ricevuto l’autorizzazione di Banca d’Italia all’esercizio dell’attività di concessione dei finanziamenti al pubblico.

Fondatore e managing partner di 21 Investimenti

Paul Burkner, Lorenzo Pelliccioli (amministratore delegato del gruppo De Agostini e consigliere d’amministrazione di Generali), la famiglia Venesio (proprietaria di Banca del Piemonte), il partner di Anthilia Sgr Giovanni Landi e i partner di Tikehau Capital, tra cui Jean Pierre Mustier, da poco numero uno di UniCredit che, come ha spiegato Rocco di Torre Padula ad iFinance, visto il nuovo ruolo sarà costretto a cedere la sua partecipazione. Come nasce Credimi? Credimi nasce con l’idea di risolvere un problema molto semplice. Quasi tutte le aziende italiane hanno il problema di dover attendere il pagamento di fatture con dilazioni di 60-90 o anche 120-150 giorni. Questo crea un paradosso: più queste aziende crescono, più hanno bisogno di incassare per finanziare con quei soldi nuovi investimenti. Stiamo parlando di un mercato che vale circa 400 miliardi di euro. Oggi queste aziende possono rivolgersi alle società di factoring e alle banche che danno anche un buon servizio. Noi abbiamo pensato

LORENZO PELLICIOLI

D

al mondo dell’impresa al Fintech il passo è stato breve per Ignazio Rocco di Torrepadula. Nel 2015 ha fondato Instapartners, ora Credimi, una startup che finanzierà le Pmi attraverso l’acquisto di fatture non pagate. Rocco di Torrepadula è un manager navigato con esperienze in Boston Consulting, in 21 Investimenti e nel gruppo Benetton. È proprio nel corso della sua carriera che ha potuto entrare in contatto con quel gotha dell’imprenditoria italiana che ha già investito nella sua avventura imprenditoriale otto milioni di euro. Tra i big che hanno creduto in lui ci sono nomi come quelli di Alessandro e Mauro Benetton, Paolo Merloni, il chairman di Boston Consulting Group Hans

A cura di Gianluca Baldini

A.D. Merloni holding

A.D. De Agostini


L’idea è quella di un

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canale di finanziamento alternativo e veloce per le PMI Premesso che, nella sua nuova veste, la nostra è una delle partecipazioni che Mustier metterà in vendita, gli imprenditori ci hanno creduto perché il mercato è grande e perché lo hanno ritenuto valido visto che il nostro è un prodotto semplice e di cui in molti hanno bisogno. Io personalmente ho investito un milione di euro in questa iniziativa e ho portato agli investitori un piano in cui mi sarei dedicato a tempo pieno a questa iniziativa. Inoltre ci hanno creduto perché le persone che lavorano con me sono persone giovani ma molto preparate, che sanno bene quello che fanno (alcune arrivano da Google e altri da grandi banche d’affari, ndr).

Ignazio Rocco di Torrepadula / Fondatore di Credimi

chiesto il supporto di un gruppo di investitori italiani che ci hanno creduto e che hanno deciso di investire su di noi. Stiamo parlando di grandi imprenditori e top manager del calibro dei Merloni, dell’attuale numero uno di UniCredit Mustier e di molti altri. Come li avete approcciati?

A.D. e D.G. Banca del Piemonte

Dopo l’autorizzazione di Banca d’Italia, quali sono i prossimi passi di Credimi? Ora siamo concentrati sul lancio della piattaforma. Inizialmente, in una forma riservata solo ad alcune aziende che operano nell’ambito di partnership commerciali che stabiliremo. Di lì a pochissimo, entro il 2017, a qualunque azienda che opera sul mercato italiano.

GIOVANNI LANDI

CAMILLO VENESIO

HANS PAUL BURKNER

a qualcosa di diverso, qualcosa che permettesse alle aziende di avere i soldi subito, senza usare alcun tipo di documentazione cartacea, in modo trasparente e a prezzi molto convenienti. Inoltre, abbiamo visto che era possibile farlo utilizzando l’abbondanza di dati e di tecnologie che oggi esiste. Su questa idea, abbiamo messo insieme una squadra e abbiamo

Presidente Boston Consulting Group

Partner di Anthilia SGR


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Banche/ online

A cura di Nathan Sharman

Il neuromarketing entra in banca La tecnologia per comprendere e migliorare l’esperienza dei risparmiatori

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CONNECTION

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È

possibile sapere cosa vivono e cosa provano le persone ogni giorno quando interagiscono con brand, prodotti e servizi finanziari? E soprattutto, è possibile farlo in maniera certa e non mediata? La risposta è sì. Grazie a una realtà italiana che analizza il comportamento delle persone nelle loro quotidiane interazioni col mondo. Nata nel 1997 nella provincia veneta, Tsw ha un obiettivo: comprendere e migliorare l’esperienza delle persone per aiutare le aziende clienti a centrare gli obiettivi concordati. “Indagare le emozioni permette di dare risposte concrete a ciò che le persone desiderano, anche quando non riescono a esprimerlo”, spiega l’head of strategy di Tsw, Luca Schibuola. “Si tratta di reazioni autentiche e non mediate. Con ambiti di applicazione infiniti”. Si va dalla misurazione delle reazioni delle persone tra gli scaffali di un supermercato, di fronte a un nuovo modello di automobile o davanti alla App mobile di una banca, così come allo sportello, o di fronte alla pubblicità di un nuovo prodotto finanziario (su questi temi Tsw ha già lavorato con Credem, Widiba e Unicredit).

“Ogni giorno intrecciamo conversazioni e relazioni con le persone: in rete, nel nostro blog, nelle aziende e nella nostra sede dove invitiamo esperti, imprenditori, manager, docenti e ricercatori universitari”.

Con il supporto delle tecnologie indossabili La flessibilità di ricreare o inserirsi in ogni contesto è permessa da tecnologie wearable e non invasive, utilizzate per misurare il grado di interesse verso qualcosa: come l’eye tracking (la misurazione dei movimenti oculari tramite speciali occhiali), il biomonitoraggio (ossia il controllo dell’attivazione del sistema nervoso tramite conduttori cutanei) e il face reading (la misurazione delle espressioni facciali), oltre che dalle capacità di un team di neuropsicologi ed esperti di customer experience. Si tratta di un insieme di prerogative che insieme danno corpo a un’evoluzione del marketing definita neuromarketing: intercettare intuito, istinto, inconscio, emotività e reazioni implicite portando a una completa conoscenza dei comportamenti e alla definizione di piani d’azione efficaci per raggiungere il risultato voluto. Un universo che può avere applicazioni potenzialmente sconfinate per il settore finanziario. Ad esempio per analizzare e migliorare dai siti web alle App, dall’e-commerce all’home banking, fino a tutti i contesti reali nei quali le persone interagiscono con i brand finanziari.


Uomo avvisato mezzo salvato Pionieri dal 2003 con il lancio del primo ETC sull’ oro al mondo. La più ampia gamma di ETC sui metalli preziosi in Borsa Italiana: 27 tra ETF e ETC su oro, argento, platino, palladio e società aurifere anche in versione short, con leva e copertura sul rischio dollaro. Esposizione

ISIN

Codice Bloomberg

Posizione

Collateralizzato

ETFS Physical Gold

JE00B1VS3770

PHAU IM

Lunga (+1x)

Esposizione Fisica

Gold Bullion Securities

GB00B00FHZ82

GBS IM

Lunga (+1x)

Esposizione Fisica

ETFS EUR Daily Hedged Physical Gold

JE00B8DFY052

GBSE IM

Lunga (+1x)

Esposizione Fisica

ETFS 1x Daily Short Gold

JE00B24DKC09

SBUL IM

Inversa (-1x)

ETFS 3x Daily Short Gold

JE00BYQY4L28

3AUS IM

Leva inversa (-3x)

ETFS 2x Daily Long Gold

JE00B2NFTL95

LBUL IM

Leva (+2x)

ETFS 3x Daily Long Gold

JE00BYQY4X40

3AUL IM

Leva (+3x)

ETFS DAXglobal Gold Mining GO UCITS ETF

IE00B3CNHG25

AUCO IM

Lunga (+1x)

Per maggiori informazioni contattaci su:

italy@etfsecurities.com e su etfsecurities.com/oro Il presente materiale pubblicitario è stato predisposto e pubblicato, ai sensi dell’art.21 del Financial Services and Markets Act 2000 da ETF Securities (UK) Limited (“ETFS UK”), una società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority britannica. I prodotti discussi nel presente documento sono emessi da ETFS Commodity Securities Limited (“CSL”), ETFS Metal Securities Limited (“MSL”), ETFS Hedged Metal Securities Limited (“HMSL”), GO UCITS ETF Solutions Plc (“GO”), Gold Bullion Securities Limited (“GBS” ed insieme a CSL, MSL, HMSL e GO gli “Emittenti”). CSL, HMSL, MSL, e GBS sono regolamentati dalla Jersey Financial Services Commission (Commissione per i servizi finanziari del Jersey). GO è una società d’investimento a capitale variabile di tipo aperto con responsabilità separata tra i comparti (ognuno un “Fondo”) di diritto irlandese. La

Società è stata autorizzata dalla Banca centrale d’Irlanda come OICVM ai sensi del Regolamento delle Comunità Europee (Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari) del 2003 ed emetterà una categoria di azioni separata per ogni Fondo. Il prezzo dei titoli può aumentare così come diminuire. Gli investitori potrebbero non recuperare l’importo inizialmente investito e perdere interamente il proprio investimento. Le informazioni contenute in questa promozione finanziaria non rappresentano un’offerta di vendita né la sollecitazione di un’offerta per l’acquisto di valori mobiliari. I titoli sono denominati in dollari statunitensi e il valore dell’investimento in altre valute sarà influenzato dai movimenti dei tassi di cambio. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo e il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori reperibili sul sito:

www.etfsecurities.com. I prodotti a esposizione inversa (“short”) e con leva finanziaria negoziati in Borsa sono indirizzati esclusivamente ad investitori consapevoli dei rischi connessi all’impiego di tali prodotti e che sono intenzionati a effettuare investimenti a breve termine. Le perdite potenziali in relazione a prodotti short e/o con leva finanziaria negoziati in Borsa potrebbero essere maggiori rispetto a quelle derivanti da prodotti senza leva. Si prega di fare riferimento alla sezione intitolata “Fattori di rischio” (“Risk Factors”) nel relativo prospetto per dettagli su questi e altri rischi. I titoli emessi dagli Emittenti sono obbligazioni dirette e a rivalsa limitata soltanto dagli Emittenti e non sono obbligazioni di o garantiti da UBS AG, Merrill Lynch Commodities Inc. (“MLCI”), Bank of America Corporation (“BAC”), Bloomberg Finance LP (“Bloomberg”), e Morgan Stanley & Co

International plc, loro affiliate, né da alcun altro soggetto o da sue affiliate. UBS AG, MLCI, BAC, Bloomberg, e Morgan Stanley & Co International plc disconoscono qualsiasi responsabilità, sia essa civile, contrattuale o di altra natura (fatto salvo quanto citato qui sopra), che potrebbero avere in ordine al presente documento o al suo contenuto altrimenti derivante dal presente documento. Nessuno dei fornitori di indici dei Fondi di cui al presente documento, né i loro licenziatari provvedono nessuna garanzia o dichiarazione di qualsiasi natura sia in relazione ai risultati ottenuti dall’utilizzo dei relativi indici e / o alle valori cui tali indici si attestano in un determinato giorno. Nessuno dei fornitori di indici è responsabile verso alcuno per eventuali errori o ritardi significativi nei relativi indici né è soggetto ad alcun obbligo di avvertire alcun soggetto di eventuali errori o ritardi significativi in esso.


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Banche / online

A cura di Cristina Cavenaghi

La reputazione online fa bene anche allo sportello Dall’analisi delle conversazioni online allo sviluppo delle strategie

Salvatore Pugliese / CEO di The Fool

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i cosa parlano le persone online quando discutono di servizi finanziari? Come lo fanno? E soprattutto quali azioni di marketing predisporre di conseguenza? Domande divenute centrali per impostare le strategie aziendali, non solo sul web ma anche sugli altri canali di comunicazione, ma alle quali spesso le singole società non sono in grado di dare risposta attraverso le strutture e le competenze interne. Tra le realtà nate per aiutare le aziende nel dare risposta a queste domande, una in particolare ha sviluppato una tecnologia proprietaria

che è già stata utilizzata in ambito finanziario da gruppi come Banca Mediolanum, CheBanca!, CartaSi, Alleanza Assicurazioni, Bassilichi. Si tratta di The Fool, fondata da Matteo Flora nel 2008, e attiva nei servizi di monitoraggio della reputazione basati sull’analisi delle conversazioni online provenienti da 400 milioni di fonti (tra cui naturalmente i social network e le comunità online). Le analisi di The Fool si concentrano quindi sulle opinioni spontanee relative a prodotti, al management e ai temi legati alla

sicurezza dei servizi prestati. Ma quali risultati si possono ottenere? “Oggi ci sono conversazioni che, se lette bene, possono portare a una maggiore efficienza del marketing e della comunicazione”, spiega Salvatore Pugliese, da alcuni mesi alla guida delle attività di The Fool. “In ambito finanziario ad esempio le persone parlano di prodotti e delle relative performance, richiedono informazioni e supporto all’acquisto. È evidente quanto conversazioni di questo tipo possano avere un impatto sulla reputazione di un istituto finanziario. Noi individuiamo in tempo reale queste conversazioni in internet, verificando anche se e quando vengono rilanciate. L’obiettivo è quindi quello di aiutare le aziende a percepire il loro posizionamento rispetto ai competitor e soprattutto a indirizzare le azioni di marketing su tutti i mezzi, non solo quelli online”.

In partnership con il numero uno mondiale The Fool e Crimson Hexagon, leader mondiale nell’analisi dei consumatori attraverso la comprensione delle conversazioni provenienti dal web e dai social media, hanno siglato una partnership esclusiva per la rivendita dei servizi di Crimson ai clienti italiani. The Fool sarà il principale referente per le aziende che vorranno dotarsi delle soluzioni della piattaforma Forsight.


20 miliardi nel Private Banking. Se i numeri non parlano abbastanza, parlate con chi è già nostro cliente.

Fineco è la banca più consigliata al mondo grazie al passaparola secondo una ricerca 2015 di The Boston Consulting Group. Con 20 miliardi di patrimoni nel private banking e i più alti indici di soddisfazione dei clienti, affidarsi a Fineco è semplice.

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Guadagnare col FinTech / opinion

A cura di Alessandro Rossi

Come valutare una startup prima di metterci i soldi Dalla Silicon Valley all’Italia: vizi e virtù di un mondo ancora tutto da esplorare

Il valore corretto di una startup? Il metodo più usato è quello basato sull’Ebitda e sui multipli degli utili

di Alessandro Rossi

L’

era del FinTech è appena cominciata e già si rischia l’esplosione della bolla? Bella domanda a cui è complicato dare una risposta, anche perché la bolla è insita nel FinTech (ovviamente parlando di startup) se si pensa che su dieci iniziative due possono andare a buon fine e forse una diventare un successo apprezzabile. Quello delle startup FinTech è un mondo ancora tutto da esplorare per chi si approcci all’investimento nel settore. Soprattutto c’è un problema: come dare un valore corretto alle tante iniziative a metà strada tra finanziario e digitale? Il metodo più usato e probabilmente più sano è quello basato sui valori dell’Ebitda e i multipli degli utili. Qualcuno invece specchia il futuro delle startup nei “comparable” della Silicon Valley. Errore da non fare. A questo proposito è in corso un dibattito sul web sulla diminuzione del valore delle startup. C’è chi dà la colpa alla Brexit. Una teoria suffragata dai numeri ma non dalla storia. In Inghilterra dal giorno dopo il fatal-referendum alla fine di luglio (dati disponibili) le startup hi-tech hanno attratto 200 milioni di dollari, cifra ridotta a quasi la metà rispetto al luglio 2015 quando in Uk vennero raccolti 338 milioni di dollari. In realtà il fenomeno è in atto negli Stati Uniti sin dal 2013 e in questo caso non si può assolutamente dare la colpa alla Brexit. “Al momento in Italia il fenomeno non si percepisce ancora, ma cominceremo ad avvertirlo a partire dall’autunno”. Scrive il blogger e business angel

Giancarlo Rocchietti: “Nel nostro Paese, infatti, abbiamo assistito negli ultimi due anni ad una crescita della valutazioni pre money del 50%. Oltretutto alcuni investitori fanno confusione tra società scalabili e non scalabili. Per esempio tendono a ritenere scalabili, e quindi a valutarli come tali, progetti imprenditoriali nel B2B o nell’Industria 4.0. che spesso non lo sono”. Parte della colpa è da attribuirsi alla fase iniziale del finanziamento, la cosiddetta seed a cui partecipano family and friends, dove spesso, per dare una mano all’amico startupper, le valutazioni sono troppo elevate. Se nella fase iniziale della startup avere un po’ più di soldi aiuta, nelle fasi successive complica le cose perché la società partirà da una valutazione che probabilmente non è adeguata e genera problemi nei round di finanziamento successivi. Un altro problema è la comparazione con altre startup dello stesso settore ma in paesi diversi. Una startup inglese (e meno ancora italiana) non può andare su un binario parallelo a quello di una “cugina” americana.



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Venture / Capital

A cura di Nathan Sharman

C’è anche il FinTech nel futuro di LVenture Come spiega il ceo e fondatore del gruppo Luigi Capello

L

LVenture Group è una holding di partecipazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana che investe in startup digitali a elevato potenziale di crescita. Opera nel Micro seed financing (investimento di limitate risorse finanziarie a favore di startup inserite in un programma di accelerazione gestito da LUISS ENLABS) e nel Seed financing (investimenti in startup che necessitano di maggiori risorse finanziarie per supportare lo sviluppo del prodotto e l’ingresso sul mercato). iFinance ha incontrato il fondatore del gruppo, Luigi Capello.

Utilizzerete le risorse raccolte con l’aumento di capitale concluso a luglio per investire di più sulle startup. A quali settori state guardando con maggiore attenzione? Secondo i nostri piani, entro il 2019 il nostro portfolio investimenti, arriverà a comprendere circa 70 startup digitali attive in diversi settori verticali. Uno dei settori che abbiamo guardato con maggior attenzione quest’anno è stato quello del FoodTech, particolarmente promettente per l’Italia e sempre più interessante per gli investitori sulla scena globale. A questo proposito, LVenture Group è diventata partner di Startupbootcamp

FoodTech, programma di accelerazione lanciato in Italia dalla rete globale Startupbootcamp, ottenendo accesso a un interessante dealflow. Ci stiamo muovendo anche nel settore della Cyber Security e abbiamo intenzione di lanciare a breve molti altri programmi verticali in collaborazione con le grandi corporate per coniugare il nostro know-how in ambito di startup alle necessità di innovazione delle aziende. Uno dei settori che stiamo esplorando a questo riguardo sono i Big Data. Ad oggi nei vostri investimenti c’è spazio per startup operanti nel FinTech? Se no, è una

La nuova sede LUISS ENLABS ( jv tra LVenture e università Luiss) all’interno della stazione Termini di Roma


L’ecosistema di LVenture

Ecosistema oltre 100 tra aziende, consulenti e investitori

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Location 5.000 metri quadri a Roma

Eventi oltre 200 con 10.000 partecipanti

Occupazione 500 posti di lavoro creati

Deal flow 1.700 applications Terze parti 16.3 mln euro co-invested

Investimenti 6 mln euro

scelta o un caso? Nel futuro per entrare nel vostro portafoglio le startup FinTech a quali requisiti dovranno rispondere? LVenture Group sta guardando con molto interesse al FinTech, ma non abbiamo ancora investito in questo particolare settore perché non abbiamo individuato progetti interessanti per il nostro portafoglio. Come spiegato in un recente report di McKinsey, nei prossimi 10 anni, l’avanzata hi-tech metterà a rischio dal 10 al 40% dei ricavi delle banche tradizionali e fino al 60% degli utili

Luigi Capello / Fondatore e Ceo di LVenture

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Portafoglio 40 startup

alimentando lo sviluppo di startup innovative nel settore. In Italia, le banche stanno cominciando a esplorare questo ambito lavorando a soluzioni innovative e nel 2015 sono state registrate oltre 100 startup attive nel FinTech, che hanno ottenuto 33,6 milioni di euro da fondi di venture capital e business angel, numero in crescita del +350% rispetto al 2014. Per il momento abbiamo ospitato due edizioni del BNP Paribas International Hackathon, evento di tre giorni che si svolge simultaneamente in diverse città del mondo, dedicato proprio a sviluppare soluzioni innovative in ambito finanziario. Cosa significa fare venture capital su startup innovative in Italia? Quali le difficoltà e quali invece le opportunità? Il venture capital rappresenta una risorsa incredibile per lo sviluppo economico di un Paese e per questo

noi pensiamo sia di fondamentale importanza per la crescita dell’Italia. Pensiamo agli Stati Uniti, il paese in cui il venture capital ha influito maggiormente sullo sviluppo di aziende innovative e sulla creazione di occupazione. Noi riteniamo che l’Italia abbia la stessa capacità di creare innovazione, forte di un animo imprenditoriale radicato nel nostro territorio e di un’ampia disponibilità di talenti. Quello che ci differenzia dai modelli virtuosi del venture capital non sono le risorse umane, la creatività, la voglia di fare, ma il numero ridotto di venture capitalist che investono in startup. In Italia, il mercato del venture capital è ancora lontano dagli standard europei: paesi a noi estremamente vicini come la Spagna hanno investito in venture capital nel 2015 circa 5 volte quanto investito nel nostro paese. Eppure lo scenario sta cambiando in positivo: mentre nel 2015 gli investimenti in startup sono ammontati a circa 100 milioni di euro, solo nel primo semestre del 2016 sono stati registrati investimenti complessivi per 86,2 milioni di euro. Rimane, però, forte la necessità di aumentare gli investimenti, e questo è quello che, come LVenture Group, stiamo cercando di fare. Oggi siamo una società di investimenti in venture capital più attivi nell’ “early stage” a livello europeo con 6 milioni di euro investiti direttamente in startup dall’inizio dell’attività, ai quali si aggiungono oltre 16 milioni di euro investiti dai partner del gruppo.


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Digital / banking

A cura di Cristina Cavenaghi

Anche le fiduciarie diventano digitali Sevenbit lancia un servizio per aprire mandati fiduciari a distanza

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ortare il FinTech nelle stanze ovattate delle fiduciarie. Quella che può apparire una contraddizione in un settore oggi appannaggio di banche, commercialisti e studi professionali, è l’obiettivo di SevenBit, la prima fiduciaria digitale, che vedrà la luce tra settembre e ottobre del 2016. Ideatore del progetto è Angelo Lazzari, amministratore delegato di ARC, gruppo che offre servizi di fund management, advisory e global coordination e che punta, con progetti come quello di SevenBit, a innovare i processi distributivi dei prodotti

finanziari attraverso applicazioni del mondo digital. SevenBit, riconosciuta nell’apposita sezione speciale in qualità di startup innovativa della Camera di Commercio di Milano, si pone come realtà completamente nuova nel mondo dell’intermediazione finanziaria. La società detiene il 100% di Seven Fiduciaria e possiede in esclusiva la videofirma, un servizio che permette di aprire un mandato fiduciario a distanza senza la presenza di un procuratore, consentendo così la razionalizzazione dei costi e lo snellimento delle procedure, prefigurando un importante cambiamento nel settore. Digital significa soprattutto dematerializzazione che porterà alla disintermediazione finanziaria di molti servizi e prodotti”, spiega Lazzari ad iFinance. L’insieme di tante innovazioni permette di semplificare i servizi e di aumentare la sicurezza, e, contemporaneamente, di ridurre i costi”. Qui entra in gioco la novità


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KEY WORD Fiduciaria: la società fiduciaria è un’impresa che assume l’impegno di amministrare beni per conto terzi, la rappresentanza di titolari di azioni o obbligazioni, o l’organizzazione contabile di aziende appartenenti a terzi.

Angelo Lazzari / Amministratore delegato di ARC

proposta da SevenBit, che, grazie alla tecnologia, fa viaggiare in parallelo velocità, semplicità e rispetto della normativa. L’iniziativa risponde al recente regolamento europeo Eidas (Electronic identification authentication signature) in tema di identificazione e autenticazione elettronica, firme elettroniche e servizi fiduciari, che diventa operativo per gli atti sia pubblici che privati. Tramite il servizio di videofirma infatti il riconoscimento del cliente necessario all’apertura del mandato viene effettuato con un video, attraverso dispositivi mobili, che viene certificato e archiviato su server. È inoltre possibile apporre una firma elettronica avanzata tramite tablet, smartphone o computer, con una App che permette di associare a ogni utente un codice personale identificativo grazie al quale verrà individuato in maniera inequivocabile a ogni operazione. Il cliente può quindi firmare un documento senza dover inviare un fax o una scansione del documento firmato a mano. L’obiettivo di Lazzari è creare una nuova nicchia di mercato e

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incrementare la clientela, ma anche vendere il servizio ad altre fiduciarie, per le quali i vantaggi sono evidenti in termini sia di velocità dei processi che di costi, senza sottovalutare il fatto che l’ordine è certificato in caso di controversia. Lazzari punta a ritagliarsi uno spazio in un mercato potenziale composto da un milione di persone. “Puntiamo a raggiungere l’1% del mercato in 5 anni con un modello innovativo anche dal punto di vista del pricing: il nostro obiettivo è quello di ridurre progressivamente i costi per l’accesso al servizio di fiduciaria al crescere della massa di clienti, secondo le logiche proprie del FinTech. Abbiamo concluso l’aumento di capitale di 500mila euro prima dei tempi previsti - continua Angelo Lazzari –, grazie a questa idea rivoluzionaria che ha riscosso un notevole successo tra numerosi sostenitori, la vera forza di tutto il progetto. Si tratta di attori di primaria importanza a livello nazionale e internazionale, tra cui rappresentanti di società di gestione patrimoniale, di consulenza finanziaria e di revisione dei conti leader sul mercato, fiduciarie italiane ed estere, mediatori creditizi, studi professionali e legali tra i primi in Europa, reti di vendita, imprenditori di successo, docenti ed esperti di FinTech di fama internazionale. Gli investitori avranno così la possibilità di creare delle sinergie sia personali che professionali – conclude Lazzari”.


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Robo / advisor

A cura di Antonio Ferrario

Robo-advisor? Sì, ma con il consulente vicino Tra gli italiani vince il modello ibrido di consulenza

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iù della metà degli italiani è pronta ad affidare la gestione dei propri risparmi ai cosiddetti robo-advisor, le piattaforme online che offrono soluzioni di investimento tramite algoritmi. La rivelazione è contenuta nell’edizione 2016 dello Schroders Global Investor Study. Anche nell’approccio alla tecnologia gli investitori italiani richiedono comunque il supporto di un professionista del risparmio: se il 60% degli investitori coinvolti dalla ricerca è infatti pronto ad abbracciare la nuova frontiera degli investimenti, ben il 49% condiziona la sua disponibilità alla possibilità di interagire con un consulente, mentre solo l’11% si dice pronto a percorrere questa strada in autonomia. Il restante 40% del campione di investitori sondato da Schroders in Italia (1.000 rispondenti, su un dato globale di 20.000 in 28 Paesi) si divide tra chi al momento dice no a questa possibilità, ma lascia uno spiraglio aperto per il futuro (31%), e chi la esclude


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Consulenti finanziari italiani: più pragmatici rispetto ai colleghi esteri L’avvento dei robo-advisor sembra quindi costituire un’opportunità per i consulenti finanziari, più che una minaccia. Gli investitori evidenziano infatti, pur con modalità evolute, il bisogno di continuare a essere supportati nei processi decisionali dai consulenti finanziari.

Saresti disponibile a usare un robo-advisor? Elaborazione iFinance su dati Schoders Global Investor Study

Solo con il supporto di un consulente

completamente, sentendo il bisogno di un contatto diretto, in prima persona, con un consulente (9%). A livello demografico, prevedibilmente i millennial italiani (18-35 anni) sembrano più propensi a sfruttare le nuove tecnologie: il 70% è pronto infatti, autonomamente o con il supporto online di un consulente, ad affidarsi a un robo advisor. La percentuale scende invece al 45% tra gli investitori italiani con più di 55 anni.

e più realisti in termini di ritorni conseguibili. Mentre il lasso di tempo raccomandato agli investitori dai consulenti finanziari a livello globale è di poco superiore ai 4 anni (4,3 anni), i consulenti italiani in media consigliano ai clienti di detenere un investimento per quasi sei anni (5,8 anni). Ciò evidenzia una maggiore attenzione a “educare” gli investitori a obiettivi e logiche di lungo termine. Più nel dettaglio, il 65% dei consulenti

60%

49%

40%

11% Anche in autonomia

Questi ultimi, in base ai dati sull’Italia che emergono dallo studio di Schroders su un campione di 1.836 consulenti a livello globale, di cui 215 italiani, potrebbero godere di un buon grado di fiducia da parte degli investitori per via del profilo distintivo di maggiore pragmatismo e cautela rispetto ai colleghi esteri. Sono infatti mediamente più propensi a sensibilizzare i loro clienti a una prospettiva di medio-lungo periodo

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31%

Forse in futuro

9% Lo escludo

finanziari italiani interpellati dichiara di adottare un orizzonte superiore ai 3 anni (47% il dato globale), mentre solo il 4% consiglia di investire a un anno (10% globale). Per quanto riguarda le aspettative di rendimento, i consulenti italiani, in media, puntano a ottenere un ritorno del 5,9% annuo dagli investimenti dei loro clienti, ben due punti percentuali sotto la media globale (7,9% annuo), denotando un maggior realismo.


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Robo / advisor

A cura di Natham Sharman

Oltre i robot, arrivano i neural advisor Con i quali creare linee di gestione patrimoniali

L’

evoluzione non si ferma. I robo-advisor sono considerati il futuro della finanza, ma il loro posto potrebbe presto essere preso dai neural advisor, modelli automatizzati costruiti emulando i migliori schemi biologici conosciuti. Si tratta di software basati su modelli matematici che agiscono come un’entità intelligente autonoma e capace di autoadattarsi al mutare delle condizioni e degli stimoli esterni, acquisendo e distribuendo le informazioni all’interno di una serie di nodi, mimando così il funzionamento delle reti neurali biologiche. Se i robo-advisor scelgono quindi gli strumenti di investimento sulla base delle preferenze in termini di rischio del’utente, i neural advisor aggiungono un’operatività in continuo frutto delle informazioni che giungono da migliaia di strumenti finanziari diversi per poi raccogliere un segnale finale per ogni strumento. Successivamente mettono in atto operazioni di entrata e uscita dal singolo strumento, con una totale automazione delle decisioni. Per questo motivo le reti neurali possono essere definite dei trading system collaborativi, dove i segnali non arrivano solo da uno strumento. Ad esempio


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KEY WORD Rete neurale: Nelle neuroscienze, il termine viene utilizzato con riferimento a una rete o a un circuito di neuroni. Le reti neurali hanno ispirato le reti neurali artificiali, utilizzate nel campo dell’apprendimento automatico.

per capire come si muoverà una commodity, si prendono in considerazioni i titoli minerari, ma anche le valute ritenute affini. È possibile applicare le reti neurali a qualsiasi strumento d’investimento, dalle azioni agli ETF, fino ai fondi, dando vita a una vera e propria gestione patrimoniale automatizzata. In Italia la prima iniziativa di questo tipo è stata lanciata da Roberto Malnati, partner della società Ten Sigma di Lugano e uno dei pionieri del trading online nel nostro Paese, che per oltre un ventennio ha sviluppato modelli di analisi quantitativa con l’ausilio di sistemi esperti e reti neurali nel settore industriale e della grande distribuzione. “L’applicazione che usiamo in Svizzera dal 2015 è da un mese e mezzo utilizzata anche in Italia - spiega - e sta già fornendo segnali in test a una banca che potrebbe decidere di usarli per le sue gestioni patrimoniali (inizialmente il neural advisor sarà proposto solo a clientela istituzionale, ndr). Siamo partiti da un universo di 1.500 fondi distribuibili in Italia per arrivare a un portafoglio dinamico di 60 fondi”.

Roberto Malnati / Partner di Ten Sigma

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Il sistema neurale definisce infatti con che strumenti lavorare (e pratica su di esso una selezione continua), e da questo universo un sistema esperto, ossia un trading system, definisce chi entra (e chi esce) dal portafoglio. “Una volta configurato con i titoli e i settori con cui deve operare – spiega Malnati - il sistema produce alla chiusura del mercato e per il periodo selezionato, che può essere giornaliero o settimanale, i segnali per il periodo successivo”. Si configura così una gestione patrimoniale non standardizzata, perché il cliente definisce le sue esigenze, ad esempio in questo caso il contenimento della volatilità in un range prefissato. “È un cambiamento sostanziale - dice Malnati - perché l’intero flusso informativo nasce da un obiettivo, che può essere quello posto dal comitato d’investimento”. E cosa cambia per le banche clienti? “Le banche normalmente pagano per l’utilizzo del servizio in maniera fissa indipendentemente da quanti siano i clienti che lo usano, anche se non escludiamo la possibilità di operare con performance fees. Il sistema al momento non toglie un costo, ossia non sostituisce il team di gestione, ma mira ad aggiungere rendimento riducendo il rischio. In futuro potrebbe venire impiegato anche per ridurre i costi di analisi dei titoli, perché il sistema produce giornalmente anche un commento tecnico esaustivo ed una completa analisi del rischio per ciascuno strumento analizzato”.


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Robo/ advisor

A cura di Antonio Ferrario

Consulenti e robot, l’unione fa la forza Con il digital advisor pensato per i professionisti

L

e piattaforme destinate a facilitare la vita ai professionisti della finanza nella selezione degli strumenti più adatti alla loro clientela sono già entrate prepotentemente nella quotidianità di numerosi consulenti finanziari. Che hanno così più tempo da dedicare al rapporto con la clientela, a raccoglierne le esigenze o a gestirne l’emotività. Sono molte infatti le reti di consulenza che già mettono a disposizione dei loro consulenti portafogli modello. Resta però da coprire la domanda di quei consulenti che vogliono offrire ai clienti anche

una scelta alternativa e indipendente. Ci ha pensato Raimondo Marcialis, fondatore di Mc Advisory e già al vertice di diverse società di gestione, con il lancio di robo4advisor, una startup che ha realizzato la prima piattaforma di consulenza dedicata ai professionisti della finanza ed agli intermediari finanziari. Con robo4advisor i consulenti possono costruire portafogli professionali in fondi ed ETF che hanno la particolarità di essere disegnati per ottenere specifici obiettivi di investimento. Al centro della piattaforma vi è un motore di ricerca su fondi comuni ed ETF nel quale la selezione avviene mediante un sistema proprietario di rating dinamici che classifica le performance e la rischiosità degli strumenti finanziari valutandoli in differenti fasi del mercato e in diversi archi temporali. È così possibile ordinare i fondi in relazione al posizionamento della loro performance in diverse fasi

del mercato azionario (ad esempio quelli che il sistema classifica come ottimi nel breve termine o che hanno avuto la migliore performance durante l’ultimo rialzo), oppure in relazione alla regolarità della loro performance rispetto all’obiettivo di rendimento indicato (ad esempio i fondi con una performance media del 5%), rispetto alla decorrelazione della loro performance rispetto ai principali mercati, oppure ancora al


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Raimondo Marcialis / Fondatore di robo4advisor

KEY WORD rischio (si possono scegliere i fondi che perdono meno durante le crisi o i meno rischiosi in assoluto). Oltre ai portafogli ad alta diversificazione vi sono poi dei micro portafogli composti da un numero ridotto di fondi e destinati a rispondere a esigenze d’investimento ancora più specifiche o a rapidi ribilanciamenti del portafoglio. Alla creazione dei portafogli la piattaforma aggiunge un altro servizio: se il consulente

Robo for advisory: l’espressione indica le piattaforme di supporto ai consulenti finanziari per fornire servizi di advisory professionale online alla loro clientela.

segnala i fondi dove è più investito, robo4advisor tiene monitorato l’andamento di tali fondi e fornisce la ricerca di alternative migliori nel rispetto di differenti scenari di mercato. La piattaforma, accessibile da alcuni mesi in versione beta e già completamente utilizzabile, non ha risvegliato solo l’interesse dei consulenti. “Non l’avevamo preventivato, ma i nostri servizi stanno attirando l’attenzione delle case d’investimento, che hanno un’area riservata all’interno del sito. Si tratta di società di gestione che oltre al prodotto vogliono offrire un servizio: la costruzione con i fondi della casa di portafogli che abbiano un obiettivo determinato”, spiega Marcialis. Che già sta lavorando a un’ulteriore novità pensata questa volta per la consulenza bancaria: “All’interno della piattaforma – anticipa - stiamo costruendo dei motori di selezione che permetteranno alle singole banche di trovare gli strumenti che rispondono agli obiettivi di investimento dei loro clienti retail e private nel rispetto delle policy di adeguatezza dell’intermediario”.


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Data / analytics

A cura di Marco Barlassina

Così Goldman Sachs mette i BIG DATA in portafoglio Parlano due specialisti dell’asset manager statunitense

L’

opportunità offerta dalla tecnologia di raccogliere e processare velocemente una mole pressoché infinita di dati provenienti da internet, dai dispositivi portatili, dai social media e da una serie di altre fonti eterogenee ha impattato anche sul mondo dell’asset management. Dove vengono utilizzati per individuare nuovi temi i investimento. Due esperti di Goldman Sachs Asset Management spiegano come.

I BIG DATA SONO COSTANTEMENTE GENERATI E CONSUMATI Dagli smartphone ai post sui social media,

21,6 MILIONI

8,5 MILIARDI

fonte: Twitter

fonte: The Radicati Group

di Tweet

le persone creano e consumano dati ogni secondo di ogni giorno. Big Data è un’espressione usata per descrivere il tasso di crescita e la disponibilità di questi dati, ma fa anche riferimento alle tecnologie e agli strumenti analitici che consentono di raccoglierli, gestirli e di estrarre da essi spunti operativi.

Può spiegarci la vostra filosofia d’investimento e come l’accesso ai big data ha impattato su come investite? Osman Ali: Il nostro obiettivo è la creazione di modelli di investimento fondati su dati che riescano a valutare oggettivamente le società ad azionariato diffuso a livello globale, attraverso temi di investimento basati sui fondamentali ed economicamente fondati. Questi modelli hanno utilizzato

IN UNA SOLA ORA NOI GENERIAMO…

34.200

di Email

144 MILIONI

Siti internet

di Ricerche su Google

fonte: Forbes

fonte: Google


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tradizionalmente una grande quantità di dati specifici relativi a società, come bilanci pubblici, e dati di mercato, come prezzi, resi, volumi, ecc. A seguito dell’aumento e della sempre maggiore disponibilità di fonti di dati non tradizionali, come il traffico web, i brevetti depositati e le immagini satellitari, stiamo implementando tipologie di dati meno convenzionali, al fine di acquisire un vantaggio informativo e prendere decisioni di investimento più consapevoli.

PERCHÉ I BIG DATA CONTANO Le conoscenze derivanti dai dati possono aiutare le aziende a prendere decisioni in maniera più efficiente

Quali tipi di dati analizzate e in cosa differiscono rispetto a ciò su cui vi conventravate prima della “Data Revolution”? Takashi Suwabe: Per noi le aziende possono definirsi solide quando sono presenti tre elementi: valutazioni interessanti, sentiment positivo e un forte legame con i temi positivi che rappresentano i trend di mercato. Le tipologie di dati che elaboriamo ora sono decisamente più estese rispetto alle analisi di dieci anni fa.

LE AZIENDE CHE UTILIZZANO I BIG DATA HANNO…

2 VOLTE

la probabilità di realizzare performance in linea con il migliore 25% del mercato

ed efficace, spesso portandole

Fonte: Bain

a delle sovraperformance rispetto ai concorrenti.

5 VOLTE

la probabilità di prendere decisioni in maniera più veloce rispetto ai concorrenti Fonte: Bain

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In passato i computer potevano analizzare solo dati strutturati o facilmente quantificabili e organizzati in serie. Le nuove tecnologie consentono di prendere in esame dati non strutturati, ovvero non facilmente quantificabili. Queste innovazioni ci permettono di acquisire informazioni provenienti da tipologie di fonti più estese, tra cui, per la prima volta, lingua, immagini e parole. L’accesso a nuovi tipi di dati e la capacità di raccoglierli ed elaborarli velocemente,

LE AZIENDE SEMPLICEMENTE NON POSSONO NON FARE AFFIDAMENTO SUI BIG DATA

IL 12%

del fatturato può essere perso ogni anno dalle società finanziarie che non sono in grado di gestire e fare leva sui dati in maniera efficiente. Fonte: McKinsey Citi Big Data Analysis


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ci hanno offerto nuovi modi per attrarre temi d’investimento, come il momentum, il valore, la redditività e il sentiment. Come interagiscono i gestori di portafoglio con i modelli che analizzano i dati e sottopongono raccomandazioni? Takashi Suwabe: I dati sono la base del nostro modello di investimento, tuttavia i processi di ricerca e di costruzione del portafoglio richiedono ancora il giudizio umano. I gestori esercitano il loro giudizio nella selezione di dati e analytics che utilizziamo negli investimenti, ma anche nell’esaminare a approvare le singole negoziazioni in ogni fondo. Questo avviene per assicurare che tutte le posizioni di portafoglio abbiano senso, che siano intuitive dal punto di vista economico e di dimensioni adeguate alle attuali condizioni di mercato. Non abbiamo un computer in un angolo che elabora negoziazioni senza alcuna interazione umana. Siamo alla ricerca di nuovi fattori e analytics che influenzino i prezzi delle azioni: tale processo di ricerca è guidato dai nostri gestori. Il successo della ricerca per noi non risiede nel trovare una nuova azione su cui investire, ma piuttosto nel trovare un nuovo fattore di investimento che possa migliorare il processo di selezione delle azioni. I fattori di investimento dovrebbero essere basati sui fondamentali ed economicamente fondati, così come

Takashi Suwabe / Quantitative Investment

Osman Ali / Quantitative Investment

Strategies, GSAM

Strategies, GSAM

le ipotesi di investimento dovrebbero essere testate empiricamente con i dati a nostra disposizione. Non lavoreremmo mai nella direzione opposta, osservando prima le relazioni nei dati per cercare poi di giustificarle o spiegarle ex post. In pratica, i gestori fanno affidamento anche sulla propria esperienza professionale e conoscenza del mercato per valutare il futuro successo di qualsiasi fattore di investimento. Alcune tendenze di mercato o contesti di rischio possono essere di buon auspicio per certi fattori e di cattivo auspicio per altri. Questa consapevolezza permette ai nostri gestori di valutare in modo più efficace il rischio in tempo reale. Quali tipi di tecniche di apprendimento automatico utilizzate? Osman Ali: Le tecniche di apprendimento automatico offrono la flessibilità necessaria per creare modelli dinamici, adattabili ai dati. Le tecniche quantitative del passato si basavano su regole più semplicistiche per classificare le società in base


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ad alcuni parametri predeterminati (come il price-to-book, per esempio). Le tecniche di apprendimento automatico più recenti, invece, permettono attraverso gli algoritmi di imparare e adattarsi a dati in continua evoluzione. Il Natural Language Processing, o NLP, utilizza i computer per leggere e interpretare grandi

quantità di testo, permettendoci di incorporare i dati testuali in diverse lingue e da più fonti. Una delle più utili applicazioni del NLP è quella di rilevare il sentiment del testo, ad esempio: “il tono degli articoli o dei report che vengono pubblicati su una società è positivo o negativo?”. Un’estensione del NLP è il “topic

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modeling”, strumento che riassume una grande quantità di testo in argomenti e temi facilmente comprensibili per gli esseri umani. Tuttavia, il topic modeling si presta anche ad essere utilizzato per l’analisi sistematica in applicazioni statistiche e di apprendimento automatico, come ad esempio, “su quali argomenti si è

Un flusso di dati che si muovono dalle persone e dagli oggetti verso le macchine concentrato il management nella call sugli utili di questo trimestre rispetto allo scorso trimestre?”. Il NLP ci permette anche di rilevare sottili legami tra società che altrimenti passerebbero inosservati, è quello che definiamo intercompany momentum. Il momentum tradizionale si concentra sulla persistenza dei movimenti di prezzo per un singolo titolo, mentre l’intercompany momentum cerca di capire se l’andamento del prezzo di un titolo può avere un impatto, anche se lieve, sull’andamento dei prezzi di altri titoli correlati. Questi rapporti non così evidenti possono essere ricavati definendo dei cluster di società rispetto ai dati basati su testo, che appaiono insieme in articoli, filing regolamentari o report.


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Fondo / tech

A cura di Steven De Mayo

In fondi, senza intermediari e ora anche per obiettivi AcomeA si prepara ad ampliare le possibilitĂ per gli investitori piĂš autonomi

Verranno proposti portafogli di investimento che andranno a coprire le esigenze di base degli investitori


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A

volte c’è chi prova a fare la voce fuori dal coro. È il caso di AcomeA che per l’accesso ai suoi fondi ha scelto la strada della semplicità rivoluzionando la propria offerta in un’ottica completamente digitale. Per farlo, il gruppo nato nel 2010 da un’idea di Alberto Foà, Giordano Martinelli, Roberto Brasca e Giovanni Brambilla – già fondatori di Anima Sgr - si è affidato a due strumenti: i fondi in classe A2 e l’App Gimme5. Il primo è uno strumento che offre la possibilità di sottoscrivere i fondi AcomeA direttamente, risparmiando i costi legati all’intermediazione, con un processo totalmente digitale (quello appunto dei fondi in classe A2). Attraverso il sito di AcomeA è possibile scegliere tra le modalità “servito” e “fai da te”: la cosiddetta modalità “executiononly”, introdotta a livello europeo con una normativa del 2005 che garantisce ai risparmiatori autonomi o che si sentono in grado di scegliere autonomamente, la possibilità di sottoscrivere i fondi senza il

50.000 9.000 I download dell’app Gimme 5

I clienti che utilizzano Gimme 5

5.000.000 Il risparmio gestito (in euro) per conto dei clienti

Il management del gruppo AcomeA

costo commissionale legato alla intermediazione e alla consulenza. Per agevolare questo processo, la classe A2 avrà a breve una sezione rinnovata: verranno infatti proposti portafogli di investimento che andranno a coprire le esigenze di base degli investitori (ad es. portafoglio pensione, portafoglio figli, portafoglio giovani, portafoglio crescita). “Tra fine settembre e inizio ottobre la nostra offerta cambierà”,

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spiega ad iFinance Luigi Ripamonti, responsabile comunicazione e progetti digitali di AcomeA. “Lanceremo un sistema a pacchetti che prevedrà fondi e optional, strumenti che consentiranno ai risparmiatori di non compiere scelte affrettate dettate dall’irrazionalità del momento. Tutto, naturalmente, in un’ottica esclusivamente digitale e con costi ridotti fino anche al 50% rispetto a un fondo tradizionale”. L’app Gimme 5 (per smartphone Android e iOs) consente di risparmiare ed investire in un fondo comune AcomeA con versamenti a partire da 5 euro, senza costi, con pochi gesti e senza vincoli di ricorrenza. Dopo aver scaricato l’app sullo smartphone, o essersi collegati al sito www.5gimme5.it, viene richiesta la registrazione attraverso username e password. Tale processo permette di accedere all’applicazione e al sito, provando ad investire in modalità “demo”. Per passare alla modalità operativa ed investire realmente, è necessario attivare l’opzione “investi davvero”. A questo punto vengono richieste le informazioni personali, un numero di conto corrente di riferimento, la modalità di pagamento, bonifico o rid e bisogna scegliere il livello di rischio legato al fondo di investimento (basso, medio, elevato). L’applicazione è gratuita, non ci sono commissioni d’ingresso e di uscita e non esistono diritti fissi, ad eccezione del costo di un euro per i rimborsi (parziali e totali).


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Fondi in borsa / ETF

A cura di Andrea Barzaghi

Il cyber tracker investe in sicurezza ETF Securities in partnership con ISE ETF Ventures

O

gni secondo nel mondo vengono lanciati più di sette attacchi informatici contro amministrazioni pubbliche, aziende (soprattutto finanziarie) e singoli individui, con danni di natura reputazionale e soprattutto economica che crescono di anno in anno. La vulnerabilità a questo tipo di

minacce non può che crescere man mano che un numero sempre più elevato di dati, sistemi e persone si connette con tecnologie digitali. Secondo Pwc le segnalazioni di attacchi informatici sono cresciute a un tasso annuo di crescita composto del 66% e oggi comportano un costo


55

annuo per la società e per l’economia globale di circa 400 miliardi di dollari. Con l’aumento delle minacce è cresciuta giocoforza anche la domanda di prodotti e servizi da parte di società specializzate in sicurezza informatica. Il Global State of Information Security Survey 2016 stilato da PwC, segnala che il 91% delle aziende mondiali si sta attrezzando per far fronte ai sempre più numerosi attacchi informatici che subiscono ogni giorno. Così si stima che in cinque anni il numero di player attivi nella fornitura di risposte e prevenzione agli attacchi informatici crescerà di oltre il 70%. Secondo le previsioni di Gartner, società di ricerca globale nel campo della tecnologia, entro il 2018 più della metà delle organizzazioni ricorrerà ad aziende di servizi di sicurezza specializzate nella protezione dei dati, nella gestione dei rischi e delle infrastrutture di sicurezza per potenziare le loro difese. Di fronte a questo scenario si aprono spazi d’interesse per credere nello sviluppo del settore. Anche dal punto di vista del ritorno degli investimenti.

LA CYBER SICUREZZA IN CIFRE

Se il mercato della cyber-sicurezza è destinato a divenire progressivamente più ricco – si può supporre – può essere il caso di destinare a questa nicchia della tecnologia almeno una piccola parte del proprio portafoglio finanziario. Forte di questi presupposti, lo scorso anno ETF Securities ha lanciato il primo ETF europeo dedicato alla cyber-sicurezza in partnership con il provider di indici Ise ETF Ventures. L’Etfs Ise Cyber Security GO UCITS ETF offre l’accesso a un paniere globale diversificato di società specializzate nella sicurezza informatica. Si tratta di circa 40 titoli azionari suddivisi in base alla capitalizzazione sub-industry, di Paese e di mercato che offrono un’esposizione specifica a società di sicurezza informatica. “Con la crescita continua del cybercrime, la sicurezza informatica diventa un investimento prioritario per governi ed aziende”, spiega Kris Monaco, head of Ise ETF Ventures. “Con 42,8 milioni di attacchi informatici nel 2014, questo è un settore che dominerà i budget delle società ancora per diversi anni”.

66% $400 Crescita annua dei cyberattacchi

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Mld

Costo del crimine informatico per l’economia globale ogni anno

70%

Crescita del numero di aziende di sicurezza informatica prevista nei prossimi 5 anni

Fonte: PwC Settembre 2014


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A cura di Luca Spoldi

Portfolio / tech

PREVISIONI E STIME DA ANALISTI E COMUNICAZIONI SOCIETARIE

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Alphabet sperimenta droni postini Alphabet (Google) ottiene il via libera alle sperimentazioni dei droni postini di Project Wing con cui intende sfidare Amazon, Ups e la poste Usa. Gli analisti sono divisi: per alcuni sarà un successo, per altri è solo una trovata di marketing. Chi avrà ragione?

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Yandex con Toyota scommette sulle auto connesse Yandex, il motore di ricerca russo, cresce nel mercato delle auto connesse, che piace anche a Apple e Alphabet. Ad agosto il gruppo russo ha siglato un accordo con Toyota per installare su alcuni modelli servizi come mappe con informazioni sul traffico in tempo reale.

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Criteo batte le attese, vede crescita Il gruppo Criteo ha chiuso il secondo trimestre 2016 con 33 centesimi di dollaro di utili per azione, 5 centesimi più del consenso, e 166 milioni di dollari di ricavi (consenso: 161 milioni). Per il trimestre in corso Criteo prevede ricavi per 170-174 milioni.


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Wirecard negli Usa con le prepagate di Citigroup Wirecard ha rilevato per una cifra non rivelata i servizi di carte prepagate di Citigroup, operazione che dovrebbe chiudersi entro l’anno. Gli analisti pensano che quest’anno il settore, in forte crescita, possa toccare i 300 miliardi di dollari di transazioni.

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Singapore vuol far crescere le sue startup fintech Singapore compete da anni con la Silicon Valley, Londra e New York quanto a startup lanciate ogni anno, ma nel settore fintech è ancora indietro. Così le autorità stanno rivedendo le regole per favorire l’arrivo di fondi di venture capital in grado di farle crescere.

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Buone notizie da Londra per Simcorp Simcorp, fornitore di soluzioni di investment management e servizi per il settore finanziario, ha vinto il premio Best Client Reporting Solution del City Award 2016. In più Marathon Asset Management userà Simcorp Coric per gestire la reportistica ai clienti.

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A cura di Luca Spoldi

Ifinance / index

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DIGITAL TREND Società Paese

Piazza quotazione

Quotazione al 31/08/2016

Performance Mkt Cap ultimi 12 mesi in Mln Euro

MONDO Apple

USA

New York

106,1 Usd

p 0,6%

513.300

Alphabet (Google)

USA

New York

767,0 Usd

p 28,3%

479.846

Facebook

USA

New York

126,1 Usd

p 44,6%

325.132

Amazon

USA

New York

769,2 Usd

p 42,7% 249.383

Alibaba Group

CINA

New York

97,1 Usd

p 38,8%

SAP

GERMANIA

Francoforte

78,6 Eur

p 5,6% 85.589

Priceline

USA

New York

1.416,7 Usd

p 16,5%

62.870

Baidu

CINA

New York

171,0 Usd

p 19,1%

53.181

Salesforce.com

USA

New York

79,4 Usd

p 19,2%

49.742

eBay

USA

New York

32,1 Usd

p 21,4% 32.599

LinkedIn

USA

New York

192,7 Usd

p 9,9%

23.316

Yandex

RUSSIA

New York

22,4 Usd

p 88,2%

6.350

Rocket Internet

GERMANIA

Francoforte

19,0 Eur

q -17,1%

3.211

Groupon

USA

New York

5,3 Usd

p 24,2%

2.750

Zendesk

USA

New York

30,5 Usd

p 51,2%

2.572

Criteo

FRANCIA

New York

36,8 Usd

q -0,7%

2.106

97.285

InReach Ventures fa scouting per H-Farm La rivoluzione FinTech sbarca nel venture capital: H-Farm, acceleratore di startup innovative nato nel 2005 e quotato sull’Aim Italia, ha affidato a InReach Ventures, società londinese fondata da Roberto Bonanzinga (già responsabile area investimenti di H-Farm), l’attività di scouting e selezione di startup tramite l’analisi dei big data.

Frenano i tablet, Apple si rifarà con l’iPhone 7? Il mercato dei tablet perde colpi e nel secondo trimestre 2016 segna -12,3% in termini di unità vendute rispetto a un anno prima secondo Idc. Apple resta il primo produttore con l’iPad ma sembra puntare sempre più sul nuovo iPhone 7, per il quale il responso del pubblico resta comuque un’icognita.

ITALIA Reply

ITALIA Milano

110,6 Eur

p 22,4% 1.068

Tecnoinvestimenti ITALIA

Milano

4,1 Eur

p 25,8%

196

Txt e-solutions

ITALIA

Milano

7,2 Eur

q -4,0%

93

H-Farm

ITALIA Milano

0,7 Eur

q -23,0%

69

Be - think

ITALIA

0,5 Eur

q -1,9%

68

Eurotech

ITALIA Milano

1,4 Eur

q -19,4%

49

Digital Magics

ITALIA

Milano

3,9 Eur

q -30,4%

19

Lventure Group

ITALIA

Milano

0,5 Eur

q -26,3% 13

Milano

I valori di performance e di capitalizzazione in euro sono aggiornati al 31 agosto 2016

Lventure fa il tifo per Qurami Qurami, startup romana che ha ideato un’app per eliminare le code negli uffici ricevendo 590 mila euro da Unicredit, LVenture e IAG, avvia lo “scale up”. Il fondo R204 Partners di Bain & Co. ha deciso di investire in Qurami al termine di un “corteggiamento” durato 2 anni. A gennaio Qurami incontrò Luca Maestri, Cfo di Apple: se son rose fioriranno.


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59

Ifinance / index

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FINTECH TREND Società

Piazza quotazione

Quotazione al 31/08/2016

Performance ultimi 12 mesi

Mkt Cap in Mln Euro

Visa

New York

80,9 Usd

p 18,2%

190.990

MasterCard

New York

96,6 Usd

p 9,4%

106.075

American Express

New York

65,6 Usd

q -9,8%

60.582

PayPal

New York

37,1 Usd

p 10,0%

44.837

Charles Schwab

New York

31,5 Usd

p 9,2%

41.622

Fidelity Nat. Info Services

New York

79,3 Usd

p 20,1%

26.006

Fiserv

New York

103,0 Usd

p 24,3%

22.652

TD Ameritrade

New York

32,9 Usd

p

4,6%

17.299

Interactive Brokers Group

New York

35,9 Usd

q

-5,6%

14.722

Total System Services

New York

49,2 Usd

p 11,9%

MSCI

New York

90,1 Usd

p

55,8%

8.528

Sei Investments

New York

46,0 Usd

q -5,36%

7.437

FactSet Research Systems

New York

178,0 Usd

p

17,4%

7.237

E*TRADE Financial

New York

26,4 Usd

p

5,52%

7.220

Jack Henry & Associates

New York

87,3 Usd

p

34,8%

6.854

SS&C Technologies

New York

32,9 Usd

q

-0,7%

6.627

Ingenico Group

Parigi

96,5 Eur

q

-9,1%

6.001

Wirecard

Francoforte

44,8 Eur

p

26,0%

5.530

Markit

New York

34,9 Usd

p

36,0%

5.527

Square

New York

12,2 Usd

q

-6,9%

4.166

Temenos Group

Zurigo

57,1 Chf

p

71,2%

4.069

Fair Isaac

New York

127,9 Usd

p

55,5%

3.948

Morningstar

New York

83,0 Usd

p

8,3%

3.577

Paysafe Group

Londra

436 Gbp

p 47,8%

WP Glimcher

New York

13,7 Usd

p

26,1%

2.547

DH

Toronto

29,7 Usd

q -25,0%

2.415

ACI Worldwide

New York

19,1 Usd

q

-8,1%

2.238

Simcorp

Copenhagen

350 Dkk

p

10,5%

2.203

LendingClub

New York

5,4 Usd

q -55,4%

2.116

WisdomTree Investments

New York

10,5 Usd

q -36,4%

1.434

Fidessa Group

Londra

2481 Gbp

I valori di performance e di capitalizzazione in euro sono aggiornati al 31 agosto 2016

p

38,1%

TD Ameritrade studia i millenial Una ricerca sui costumi finanziari del “millenial” realizzata da TD Ameritrade ha rivelato che hanno più punti in comune coi giovani che vissero durante la Grande Depressione che non coi propri genitori e nonni. In particolare il 72% dei “millenial” americani preferisce il risparmio ai consumi nonostante la forte pressione sociale contraria.

9.054

2.887

1.286

Wirecard sviluppa app per Alipay Il gruppo tedesco Wirecard ha sviluppato una app per Alipay, piattaforma di pagamento online lanciata nel 2004 in Cina da Alibaba. Con “Scan Alipay” i negozianti europei potranno accettare pagamenti in dollari, euro o sterline tramite scansione di un codice QR sullo smartphone degli acquirenti. Wirecard Bank gestirà le attività di back-end.

Temenos continua a crescere negli Usa Temenos cresce ancora negli Usa dopo la riorganizzazione di febbraio: in particolare la “Lifecycle Management Suite” è stata scelta da inizio anno da 16 istituzioni finanziarie tra cui Credit Union. Temenos ha anche rinnovato per 10 anni gli accordi con Microcred Group, che userà la “MicroBanking Suite” per le sue operazioni in Asia e Africa.


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Trading / online

A cura di Antonio Ferrario

Innovazione e relazione sulla frontiera L’esperienza di Webank nell’uso di canali online per massimizzare la presenza sul territorio L’interazione su Facebook Auto Beverage Linee aeree Fashion Beni di largo consumo Finanza Distribuzione Elettronica Telecom Webank

0,58% 0,48% 0,39% 0,36% 0,33% 0,30% 0,26% 0,24% 0,23% 1,60%

Il tasso di Engagement Rate (ER) di Facebook medio per tipologia di industria. Fonte: Social Bakers ER medio finanza: 0,30% ER medio Webank 1,60%

Stefano Cioffi / Responsabile commerciale Webank


61

S

ono stati i primi in Italia a rendere disponibile per i clienti il prelievo cardless, i primi a sbarcare su AppleWatch e i primi a consentire l’esecuzione di operazioni veloci (ad esempio la ricarica del cellulare) con un solo tap sulla App. Forse per questo motivo per gli uomini di Webank, il canale online del gruppo Banca Popolare di Milano, “essere sulla frontiera è la nostra vita, non una scelta”. Con queste parole infatti Stefano Cioffi, responsabile Webank, apre il suo incontro con iFinance. Come rimanere però sulla frontiera in un mondo, quello dei servizi bancari, nel quale l’innovazione viaggia alla velocità della luce? Dopo aver lanciato sul suo sito internet “La banca che vorrei” (uno strumento grazie al quale i clienti contribuiscono alle idee per lo sviluppo della banca) e la sezione educational Magazine, ora il team di Webank è concentrato sullo sviluppo dei canali social. “Siamo impegnati nella ricerca della

qualità della fanbase, che è più contenuta rispetto a quella di altre realtà, circa 40.000 persone, ma con un tasso di interazione nettamente superiore alla media: l’1,6% contro lo 0,3 per cento. Siamo convinti che qualsiasi approccio di relazione debba essere innanzitutto misurabile e rivolto a un target specifico, identificabile con un’audience che altrimenti sarebbe impossibile raggiungere”, spiega il manager. ”Siamo stati anche tra le prime banche in Italia ad utilizzare il nuovo servizio di diretta streaming di Facebook per raggiungere il maggior numero di utenti interessati ai nostri eventi nel mondo del trading”. Webank è però anche parte di un gruppo, Bpm, caratterizzato da una radicata presenza sul territorio, che sarà ancora di più tale una volta finalizzata la fusione con il Banco Popolare. Le scelte fatte sull’online

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non possono quindi prescindere dalla creazione di sinergie sul canale fisico. “Abbiamo lanciato due anni fa un progetto di multicanalità integrata. L’obiettivo è quello di massimizzare la presenza fisica sul territorio, ad esempio dei consulenti, e in generale di fornire il canale più giusto per la specifica esigenza del cliente, che non può sempre essere quello online. È il caso della consulenza, dove da qualche mese è possibile per i clienti “digital” di Webank recarsi in una qualsiasi agenzia del gruppo e ricevere assistenza per i propri investimenti: “Stiamo anche lavorando sul tema robo-advisor, ma non crediamo nei digital advisor, semmai a forme ibride nelle quali il cliente riceve il necessario supporto oltre cha da sistemi automatizzati anche da un consulente remoto”. È questa, per ora, la nuova frontiera.

Il sorpasso dell’accesso via app

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Ore del giorno in cui il numero di accessi via app è superiore a quello da web

01

Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom Giorni della settimana in cui il numero di accessi via app è superiore a quello da web Fonte: Webank


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Trading / online

A cura di Antonio Ferrario

I fondi incontrano il trading online I clienti di Binck Bank avranno la possibilità di accedere alla piattaforma di fondi di Fundstore

E

ntrare nel supermercato di fondi dalla porta della piattaforma di trading. È la nuova via di accesso al risparmio gestito promessa dall’alleanza tra Binck Italia e Fundstore.it, la piattaforma che permette di acquistare online più di 5.000 fondi comuni di investimento e Sicav di oltre 150 case di gestione. Tutti i clienti di Binck Italia avranno infatti la possibilità di sottoscrivere i prodotti disponibili su Fundstore. La partnership viene inaugurata con un’offerta promozionale di lancio: l’esenzione dal bollo su dossier fondi fino al 31 dicembre del 2016. Gratuita sarà anche la registrazione al portale di Fundstore e non ci saranno costi di sottoscrizione, di switch e di rimborso. Inoltre le eventuali minusvalenze generate con i prodotti acquistati su Fundstore potranno essere caricate direttamente nello “zainetto” fiscale del conto Binck. “In sintesi – spiega Simone Calamai, amministratore delegato di Fundstore - l’accordo permette ai clienti Binck di diventare clienti Fundstore con alcuni vantaggi operativi. In particolare, i clienti Binck, individuati Simone Calamai / Amministratore delegato di Fundstore

grazie a un codice identificativo, possono registrarsi e operare con Fundstore in maniera agevolata perché non dovranno effettuare la gestione dei bonifici da e verso le società di gestione. Sarà la stessa Binck ad effettuare per loro conto la movimentazione dei mezzi di pagamento necessari. E tutto avverrà in maniera molto personalizzata: i clienti Binck saranno espressamente identificati come tali nel corso della loro esperienza su Fundstore e le pagine avranno un cobranding.

Una nuova App per investire dallo smartphone Almeno il 40% della clientela accede a fundstore.it tramite un cellulare o un tablet. È soprattutto a queste persone che Fundstore ha pensato semplificando l’accesso ai suoi servizi. Lo scorso luglio Fundstore ha lanciato una nuova applicazione mobile che permette di utilizzare le principali funzionalità operative - catalogo fondi, sottoscrizione, switch, vendita, dossier, movimenti - dal proprio smartphone. Al momento si tratta di una app unica nel suo genere perché permette di essere completamente operativi col proprio portafoglio, gestendone i movimenti, potendo in modo rapido e sicuro acquistare i fondi, venderli, fare uno switch, ecc. L’app è gratuita e disponibile su Google Play Store e sull’App Store per tablet e smartphone con sistema operativo iOS 8.0 o superiore e Android 5.0 (Lollipop) o superiore.


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Investment / certificates

A cura di Cristina Cavenaghi

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Digital: scelta di trasparenza Così rinascono molti siti di operatori del settore bancario dedicati al cliente retail

I

rapporti tra clienti e operatori del settore finanziario sono cambiati radicalmente negli ultimi anni. E questo trend non dovrebbe arrestarsi: spinti dalla necessità di essere sempre più trasparenti in ogni fase del rapporto con il cliente, dal primo contatto alla fase post-vendita, numerosi operatori del settore bancario hanno iniziato a rivedere i propri siti internet. Da pagine puramente di marketing, in cui si cercava di mettere in bella mostra, come in una vetrina, una società e la sua attività, i siti internet degli operatori del mercato finanziario si stanno sempre più trasformando in pagine in cui gli investitori, senza particolari codici d’accesso, possono reperire un’informazione chiara ed esauriente per comprendere le caratteristiche, i rischi ed i costi dei differenti prodotti finanziari offerti. Tra gli operatori protagonisti di tale mini-rivoluzione vi è anche Exane Derivatives, società del gruppo Exane che offre servizi e soluzioni d’investimento frutto di un’attività di ricerca cross-asset, che ha lanciato proprio quest’anno un sito pubblico (www.exane.com/italiancertificate) per la clientela italiana “spinti – spiega Melania D’Angelo, responsabile del Team Commerciale di Exane

Certificati in evidenza Il nuovo sito di Exane derivatives recentemente ridisegnato secondo i canoni dell’accessibilità per il pubblico (www.exane.com/italiancertificate)

Melania D’Angelo / Resp. commerciale di Exane Derivatives in Italia

Derivatives in Italia e in Ticino - dalla volontà di rendere il più possibile disponibili le informazioni sui prodotti emessi e listati su Sedex o su Eurotlx. L’obiettivo del portale, che è in continua evoluzione e per il quale nei prossimi mesi è previsto il lancio di nuovi tool, è fornire un servizio pre e post vendita agli investitori che possono reperire in maniera semplice e intuitiva tutte le informazioni sulle nostre soluzioni di investimento (stacco cedola, andamento sottostanti, etc.) e consultare focus su alcuni temi ad alto valore aggiunto”, ha precisato la responsabile del team commerciale della società transalpina. E proprio anche alla creazione del nuovo sito internet – secondo la manager – sarebbe da attribuire la crescita registrata nell’ultimo biennio da Exane Derivatives in Italia. In un mercato come quello dei certificati in costante crescita negli ultimi anni, la ricerca di trasparenza nell’offerta rappresenta, dunque, per numerosi operatori del settore un’opportunità di crescita con vantaggi sia per il singolo cliente, che avrà accesso più facilmente ad informazioni sugli investimenti che vuole compiere, che per il sistema finanziario nel suo complesso, che godrà di un maggior grado di fiducia.


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News/ around the world

A cura di Daniel Settembre

L E N U O V E R O T T E D E L L’ I N N O V A Z I O N E F I N A N Z I A R I A

1 | La Fed lancia la pagina Facebook Verrebbe da dire “meglio tardi che mai”. La Federal Reserve si è iscritta a Facebook, creando una pagina con l’obiettivo di condividere notizie e contenuti educativi. Nel tentativo di migliorare l’accessibilità e la disponibilità, la banca centrale americana ora sta offrendo ai visitatori la possibilità di mettere “like” ai propri post che incuderanno comunicati stampa, discorsi, testimonianze, report, materiale didattico, domande frequenti, foto e video. La Fed ha già una presenza su Twitter, YouTube, Flickr e LinkedIn.

2 | L’anello olimpionico per i pagamenti diventa retail L’anello con tecnologia Nfc usato dagli atleti alle Olimpiadi di Rio 2016 per i pagamenti è ora disponibile con il pre-ordine al grande pubblico. Gli anelli, dotati della tecnologia token Visa, sono impermeabili, non richiedono l’uso di una batteria o di una ricarica e saranno venduti a 39,99 sterline sul sito della società produttrice NFCRing. L’anello consente gli acquisti attraverso un tocco delle dita sui terminali contactless ed è uno degli ultimi esempi della cosiddetta wearable technology.

3 | La First National Bank del Sud Africa (FNB) lancia il proprio smartphone La First National Bank del Sud Africa (FNB) ha lanciato il proprio marchio di cellulari. Il ConeXis X1 e A1 saranno venduti nelle 380 filiali del Paese, con l’app di Fnb pre-installata, in una mossa che integra completamente la mobilità bancaria dei clienti. Realizzati da un’azienda cinese, l’A1 è il modello più economico che si rivolge ai titolari di account base della banca, mentre l’X1 è il modello più costoso lanciato per i clienti Gold e Premium.


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A U S T R A L I A / / H O N G K O N G / / W A S H I N G T O N / / B E L FA S T / / S U D A F R I C A / / R I O

4 | Rakuten apre laboratorio blockchain a Belfast Il gruppo di e-commerce giapponese Rakuten ha aperto un laboratorio di sviluppo della tecnologia blockchain a Belfast per espandere il proprio portafoglio d’investimenti in ambito FinTech. Il nuovo centro si concentrerà sulla tecnologia blockchain e le sue potenziali applicazioni appunto nei settori Fintech e dell’ecommerce. Una decisione che arriva dopo la recente acquisizione da parte del gigante asiatico delle proprietà intellettuali di Bitnet Technologies, operatore di una piattaforma di pagamenti digitale con tecnologia blockchain.

5 | Citi sostiene il lancio dell’app CreditCheck a Hong Kong Citi Hong Kong ha annunciato il vincitore del Citi Mobile Challenge Asia Pacific “Best Money Manager Solution” award. Si tratta di Mtel, compagnia digitale di Hong Kong che sta cercando di affermarsi grazie al lancio sul mercato dell’app CreditCheck. Disponibile gratuitamente sia per iOS che per Android, CreditCheck offre agli utenti la possibilità di controllare i loro punteggi di credito, ottenere informative dei conti in diversi istituti finanziari e analizzare le possibili opzioni di estinzione dei debiti.

6 | Ing Direct insieme ad Android Pay per i pagamenti in Australia I clienti Ing Direct in Australia possono ora pagare il caffè, generi alimentari, benzina o qualsiasi altra cosa con Android Pay. Si tratta di un metodo semplice, sicuro e conveniente. “I nostri clienti amano i servizi mobile”, spiega il direttore esecutivo John Arnott, “e con Android Pay saranno in grado di utilizzare le più recenti tecnologie per i loro acquisti di tutti i giorni”. Quasi il 70% della clientela, infatti, utilizza l’app della banca per gestire i propri soldi.


THE VOICE OF Digital FINANCE

WOMEN IN FINTECH Gemma Godfrey

Disruptors

Fintech World

International News

co-working in London British Unicorn/Angel

Yoyo Wallet, Revolut with the Apps Alliance



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App/ della finanza

A cura di Omero Cambi

01 06

Anche in gruppo Le richieste o gli invii di denaro potranno essere fatte anche a un gruppo di persone dividendo la cifra totale per ogni destinatario della richiesta.

App Postepay La nuova App Postepay permette di inviare e ricevere denaro in tempo reale, con un semplice click, direttamente dai contatti della rubrica telefonica. Quasi whatsappando.

05

02

Massimo 25 euro L’invio di denaro è gratuito fino

L’obiettivo

a 25 euro al giorno, per spese

“La nuova App – spiega Poste (nella foto l’a.d.

superiori il costo è di un euro a

Francesco Caio) – è parte della strategia di

transazione.

innovazione e trasformazione di Poste Italiane, che ha l’obiettivo di accompagnare tutto il Paese verso l’economia digitale, offrendo soluzioni semplici, sicure, rapide”.

04

Si accede con il numero L’App permette una duplice possibilità di accesso, oltre al classico inserimento di username e password, il login può essere realizzato anche con numero di telefono.

13

03

mln

Gli utenti potenziali La App ha finora avuto 3 milioni di download su un bacino di circa 13 milioni di utenti Postepay.


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Sviluppatore: Realbyte Inc.

Sviluppatore: Astrovic App

Piattaforma: Android e Ios

Piattaforma: Android e Ios

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Money Manager

aMoney - Gestione Soldi

Un gestionale per la finanza personale molto diffuso e apprezzato, ha collezionato giudizi lusinghieri e milioni di download. La app consente una buona e intuitiva gestione della contabilità, con report chiari e facili da gestire. Nella versione a pagamento, che prevede la possibilità di controllare più conti, si può gestire il trasferimento di fondi tra conti diversi. Buona gestione per carte di credito e debito, trasferimenti e spese ricorrenti.

Molto intuitiva, questa app della catanese Astrovic si caratterizza per la ricchezza dei report e la possibilità di esportare i dati in vari modi e creare pdf da inviare per email e stampare. Ricca la dotazione di strumenti di ricerca e grande facilità nel tener traccia di entrate e uscite. Una delle caratteristiche più apprezzate è la possibilità di creare sottocategorie nelle voci di entrata e uscita.

Sviluppatore: OneTwoApps

Sviluppatore: Pavel Kataykin

Piattaforma: Android e Ios

Piattaforma: Android e Ios

Il mio budget

I miei portafogli

Tra le più apprezzate per la facilità d’uso e per l’ottima veste grafica. Disponibile solo a pagamento, Il mio budget è orientata non solo alla gestione, ma anche alla previsione delle spese con la creazione di criteri e ordini permanenti. Originale la decisione di scollegare l’app da internet per garantire la massima sicurezza. Tra le caratteristiche, la possibilità di creare più conti e di inserire foto, per esempio di scontrini, per agevolare l’inserimento.

Dalla Russia un’app semplice ma ben realizzata che si sta facendo strada sui market Android e Ios. Piuttosto immediata, permette la gestione di conti e carte, anche creando sottocategorie per le entrate e le uscite, e offre veloci report. L’app è protetta da password e gestisce i dati in cloud; consente varie forme di importazione ed esportazione dei dati, ma l’export su Excel e XML è possibile solo nella versione completa.


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“A Facebook cerchiamo di disegnare il lavoro attorno alle persone, piuttosto che costringere le persone ad adattarsi al posto di lavoro. Ci concentriamo sui punti di forza naturali delle persone cercando di trovare il modo di utilizzarli ogni giorno”.

SHERYL SANDBERG Nata il 28 agosto del 1969 in una famiglia ebrea originaria di Washington, Sheryl Sandberg frequenta l’Harvard College, dove nel 1991 consegue un bachelor in economia. Dopo l’esperienza in Banca Mondiale e alla Casa Bianca, nel 2001 viene assunta da Google, dove riesce a convincere il provider America Online a trasformare Google nel suo motore di ricerca e crea il sistema AdSense. Nel 2007, durante un party natalizio, Sheryl Sandberg conosce Mark Zuckerberg, cofondatore e amministratore delegato di Facebook, l’azienda dove tuttora ha la carica di direttore operativo.

Tech / leader

A cura di Daniel Settembre


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Google AdSense Tra il 2001 e il 2008 lavora a Google come vice presidente delle vendite e delle operazioni online globali. A lei si deve la creazione di AdSense, il sistema di vendita di spazi pubblicitari.

Donna influente Nel 2012, è stata nominata nel Time 100, un elenco annuale delle 100 persone più influenti al mondo. Ripetutamente inclusa anche nelle liste delle persone più influenti al mondo stilate dalle riviste Fortune e Forbes.

Patrimonio A giugno del 2015, il patrimonio di Sandberg è stato stimato per un valore oltre 1 miliardo di dollari, grazie alle sua partecipazioni azionarie in Facebook e altre società.

Board Oltre all’impegno con Facebook, Sandberg fa parte anche di alcuni cda di gruppi molto noti, fra cui quello di Starbucks e della Walt Disney Company.

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Emerging/ FinTech

A cura di Federico Morgantini

L’app cinese che sfida Visa e MasterCard Attorno a WeChat ruota la vita (e il portafoglio) di 600 milioni di persone

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li utenti internet in Cina sono oltre 700 milioni (688 milioni il dato ufficiale a fine 2015), di cui il 90% con accesso anche da mobile (più di tutti gli utenti americani ed europei messi insieme) e la loro propensione all’acquisto online è smisurata (media di 9 acquisti online al mese, contro 5,5 degli Stati Uniti e i 3 della Germania). Come è noto, il governo cinese protegge questo patrimonio non dando accesso ai grandi player internazionali e incentivando uno sviluppo “autarchico” del mercato internet locale. Così, inizialmente, le imprese cinesi hanno copiato i colossi internazionali: Baidu è l’equivalente di Google, RenRen di Facebook, WeiBo di Twitter, Tmall di Amazon, Taobao di Ebay, DiDi di Uber e via dicendo. Ma ora è successo qualcosa che sta cambiando i giochi non solo in Cina, ma a livello mondiale. È nata WeChat, una App per mobile che non si è limitata a copiare WhatsApp come “instant messenger”, ma si è arricchita


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di una serie sconfinata di funzioni e servizi che la rendono uno strumento potentissimo. Ad esempio la “Chat” non è solo dedicata ai contatti che si hanno in rubrica, ma è aperta a ogni persona fisica o azienda di cui scannerizzo il QR code (fornito dalla App), oppure a chi ho incontrato “casualmente” mediante le funzioni “People Nearby” o “Message in a Bottle” (che simulano Tinder), o alla nuova fiamma appena incontrata in un bar che includo nella mia chat con un movimento sexy come shakerare il telefono allo stesso tempo. Diventare amici o follower è facilissimo e i cinesi ne hanno a migliaia nel loro WeChat. Una volta aggregati, non si perdono più, perché WeChat ha la funzione “Profile” e “Moments” che non sono altro che Facebook, Twitter e Instagram messi tutti insieme. I cinesi ormai postano tutto quello che fanno (foto e mini video con commento) e tutto quello che leggono (re-posting di articoli).

Alcune schermate di WeChat su mobile

Una vita attorno a un’app Naturalmente questa enorme bacheca dei post diventa intrattenimento e spazio pubblicitario, proprio come i grandi social media. Ad esempio è facile che qualcuno posti il ristorante dove è andato con un buon commento, così che altri possano vederlo, diventarne “amici”, prenotarlo e chiamare un taxi per andarci. Senza mai lasciare WeChat! E la cosa più bella è che il tutto si

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concluderà pagando sia il taxi che il ristorante con WeChat! Infatti la più dirompente di tutte è la funzione “Wallet”, la “killer application” che sta rendendo WeChat un player mondiale, che sta cambiando il futuro di UnionPay, Visa e MasterCard, colossi che stanno cedendo sempre maggiori quote di mercato alla App. Il Wallet di WeChat è avanzatissimo, le funzioni sono moltissime, dal pagamento immediato della spesa fatta al supermercato, alla ricarica del cellulare, al pagamento delle bollette, all’acquisto di viaggi, e molto altro. Fino alle “Red Pocket”, un sistema nato per simulare la tradizionale busta rossa che i cinesi usano per fare la “mancetta” ai nipoti o come regalo di nozze o come premio per i dipendenti, ma che sta diventando anche una specie di gioco d’azzardo avendo la funzione di condivisione casuale del valore della busta fra il gruppo di amici selezionato per l’invio. Tutte queste funzioni, e altre che sarebbe lungo spiegare, fanno di WeChat una App usata da oltre 600 milioni di persone di cui il 25% vi accede più di 30 volte al giorno. Ben 400 milioni di utenti usano anche il Wallet, che con tutte le sue funzioni sta trasformando WeChat in uno dei primi operatori finanziari in Cina. Vedendo WeChat e il suo successo, diventa più facile capire perché Facebook ha acquisito Whatsapp e perché stia sviluppando un suo sistema di pagamento.


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News / Italia

Allianz, presto in Italia un nuovo brand per investire con l’intelligenza artificiale

Mutuionline e la marcia silenziosa verso un nuovo supermarket online per i fondi

Allianz Bank lancerà nel 2017 una nuova piattaforma di investimenti basata su intelligenza artificiale mirata “a intercettare gli italiani che non investono”. A dirlo ad iFinance è stato il d.g. di Allianz SpA (e a.d. di Allianz Bank Financial Advisors), Giacomo Campora, durante il Workshop Ambrosetti tenutosi a Cernobbio agli inizi di settembre. “Non si tratta di un roboadvisor”, ha sottolineato Campora. “Questo genere di strumenti”, ha detto, “sono per chi ha già risparmi da investire. Noi lanceremo, con un nuovo brand, una nuova maniera di investire pensata per chi ha solo anche 50 euro”, ha detto il manager. “Ci sto lavorando da circa sei mesi e abbiamo intenzione di lanciarlo entro un anno”, ha sottolineato Campora. G.B.

Per ora non ci sono annunci, solo indizi. Il più evidente lo si raccoglie navigando in rete, portandosi all’indirizzo di quello che è stato uno degli antesignani tra i siti di informazione finanziaria in Italia: fondionline.it. L’aspetto del portale non è più lo stesso e a fronte della precedente impostazione focalizzata sulle news (che pure ci sono ma in misura ridotta), oggi la struttura è quella classica di un comparatore, come tanti se ne vedono ormai su polizze assicurative, tariffe telefoniche e servizi per la casa. Solo che in questo caso la comparazione avviene sui fondi comuni d’investimento. Autore di questa svolta è MutuiOnline, tra i principali fornitori di servizi di comparazione online in Italia. Che questa volta si prepara anche a compiere un passo ulteriore. Come confermato dalla società ad iFinance: FondiOnline sarà un nuovo supermarket online dei fondi d’investimento. Se ad oggi sul sito è possibile effettuare comparazioni di fondi, nei piani c’è già la possibilità che gli utenti possano poi procedere anche all’acquisto, senza che da parte di MutuiOnline vi sia alcun tipo di consulenza. Non a caso risale allo scorso 4 febbraio l’autorizzazione a svolgere l’attività di promozione e collocamento di prodotti d’investimento concessa a Innovazione Finanziaria Sim, controllata proprio da Mutuionline. M.B.

Giacomo Campora / Direttore generale Allianz SpA


15 DICEMBRE 2016 ORE 18.30 BORSA ITALIANA PIAZZA AFFARI MILANO

Blue Financial Communication organizza la prima edizione dei PRIVATE BANKING AWARDS. Nella sede di Borsa Italiana saranno assegnati prestigiosi premi, durante la serata ad inviti che si terrà il 15 dicembre 2016. LE DIECI CATEGORIE DEI PREMI

1. 2. 3. 4. 5.

Private bank italiana Private bank internazionale Il deal dell’anno Banker italiano Banker internazionale

6. Private insurance 7. Avvocato dell’anno 8. Advisor finanziario dell’anno 9. Miglior fondo di private equity 10. Miglior investimento alternativo

È un’iniziativa

THE MEDIA & DIGITAL COMPANY


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News / Italia

A cura di Cristina Cavenaghi

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Mobile banking: cresce al 39% l’utilizzo da parte degli italiani Il 39% degli italiani in possesso di dispositivi mobili utilizza oggi i servizi bancari mobile, gestendo il proprio denaro tramite smartphone o tablet, un dato in crescita rispetto al 36% dello scorso anno. Tra questi il 75% afferma che l’utilizzo dei nuovi canali è in grado di migliorare la gestione delle proprie finanze. È quanto emerge dalI’Indagine Internazionale ING sul Mobile Banking 2016 condotta da Ing Bank. 02

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Banche online, Unicredit rincorre Intesa Sanpaolo

Con Jiffy al via i pagamenti person to business Dopo i pagamenti “Person to Person”, Jiffy – il servizio di SIA per inviare e ricevere denaro in tempo reale da smartphone – arriva nei negozi. È partita la fase pilota del progetto “Person to Business” che consente ai clienti di pagare via App presso gli esercenti convenzionati da UBI Banca.

Intesa si conferma in testa alla classifica stilata da BEM Research per il mese di agosto dedicata alle banche che si rivolgono al pubblico online. L’istituto guidato da Carlo Messina è seguito da Unicredit che migliora di una posizione rispetto a trenta giorni prima. Chiude il podio Banco Popolare.

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MPS accelera nei pagamenti digitali con Wallie Banca Monte dei Paschi di Siena ha lanciato MPS Wallie, un servizio definito come il “nuovo modo di fare pagamenti digitali utilizzando il proprio smartphone”. MPS Wallie permette infatti di effettuare pagamenti e-commerce da App o su web dal proprio smartphone, con un unico PIN e senza digitare ogni volta i dati della carta, oltre che di inviare e ricevere piccole somme di denaro utilizzando i contatti della rubrica telefonica.

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Homepal accelera e sigla partnership con Chubb Homepal, il primo social network per comprare, vendere e affittare immobili tra privati senza l’intermediazione di agenzie, ha lanciato una partnership con Chubb, la più grande compagnia assicurativa al mondo specializzata nel property e casualty quotata in Borsa. Con l’accordo gli utenti di Homepal potranno assicurare affitto e compravendita. On air da settembre 2015, Homepal, punta a raggiungere i 40.000 annunci entro fine 2016.


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Con Hype si apre un conto ricaricabile e si paga via app nei punti vendita

Nuova applicazione da Banca Sella. Hype – questo il nome della App - permette di creare un conto di moneta elettronica: dopo aver scaricato l’app ed essersi registrati si può creare un proprio conto online, associandogli una carta virtuale (da usare per i pagamenti online) e, volendo, una carta di pagamento fisica, ricaricabile e contactless. Hype permetterà anche di fare pagamenti non-online (presso i tradizionali punti vendita) attraverso l’app e lo smartphone. 06

Al via Moneysfera: l’osservatorio sull’innovazione finanziaria in italia Il bisogno di strumenti di ricerca capaci di monitorare il cambiamento sociale in ambito finanziario è vicino a trovare una nuova risposta. Sta infatti per partire il progetto Moneysfera, che nascerà dall’iniziativa di Eumetra Monterosa. I referenti del progetto sono Fabrizio Fornezza e Gabriella Calvi Parisetti.

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Siamosoci apre un nuovo club per investire in startup Ha preso il via Club Digitale 2, nuovo veicolo di investimento in club deal dedicato alle startup digitali promosso da SiamoSoci, piattaforma (partecipata anche da Azimut Holding) nata con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra le startup e gli investitori. Del club, aperto a investitori e business angels che vogliono puntare sulle società ad alto tasso di innovazione, faranno parte circa 40 progetti di startup attive nell’innovazione digitale.

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Intermonte e Ascomfidi nel crowdfunding con equitystartup.it Ha preso vita www.equitystartup.it, la nuova piattaforma di crowdfunding per raccogliere capitali al fine di sostenere nuove idee innovative in cambio di quote della società. Al portale, promosso da AscomFidi Nord-Ovest in partnership con Intermonte Sim, potranno accedere sia investitori professionali sia privati. La piattaforma è vigilata sia da Consob sia da Banca d’Italia.

Online Sim lancia la prima piattaforma per scegliere tra più robo-advisor Online Sim, società d’intermediazione mobiliare del gruppo Ersel attiva nel collocamento di fondi online, ha lanciato Robo Box, la prima piattaforma in Italia ad offrire ai suoi clienti una selezione di diversi roboadvisor tra i quali scegliere il servizio più adatto alle proprie esigenze. Il primo robo-advisor a debuttare sulla piattaforma è stato quello proposto da ALFA Società di Consulenza Finanziaria (nata dall’alleanza tra ADB e Lupotto&Partners). L’introduzione dei roboadvisor è gestita in collaborazione con FIDA.


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Web / lex

A cura di Fabrizio Tedeschi

Market abuse e algoritmi Come le norme trattano le condotte manipolative effettuate con strumenti elettronici È auspicabile che la definizione di manipolazione del mercato fornisca esempi di strategie abusive specifiche che possono essere effettuate con qualsiasi strumento disponibile di negoziazione, incluse le negoziazioni algoritmiche e quelle ad alta frequenza”. Così recita l’articolo 38 del regolamento europeo 506/14 che riconosce l’importanza delle forme automatiche di elaborazione e trasmissione degli ordini e si sofferma nella descrizione

una causa d’esenzione; tutt’al più la condotta potrà essere considerata colposa e non dolosa, ma la sanzione pecuniaria e accessoria è talmente elevata da incidere pesantemente sulla persona. Il regolamento non fornisce esempi specifici di attività o condotte manipolative da effettuarsi con strumenti elettronici. Vi sono alcune decisioni in merito da parte della Consob su piccole operazioni, ma ancora non si è formata una “giurisprudenza” consolidata. Un esempio di manipolazione

laddove le operazioni poste in essere non modifichino la titolarità di uno strumento finanziario. Alcuni programmi, per praticità o per far apparire un mercato che non c’è o per orientare i prezzi, in luogo della revoca dell’ordine prevedono l’acquisto e la vendita dello strumento in carico alla stessa persona o a soggetto collegato. In breve appare un turbinio di acquisti e vendite senza che si muova alcunchè. Vi possono assere motivi leciti o illeciti per seguire una simile

delle condotte manipolative. Quanti operano tramite le strategie di negoziazione algoritmiche ad alta frequenza devono tenere conto delle norme in materia d’abusi di mercato. L’automatismo non sarà

operativa disegna una condotta frequentemente messa in atto dalle transazioni automatiche o algoritmiche (al punto A.c dell’allegato 1 del regolamento). In breve si configura manipolazione

condotta. Il fatto che sia indicata negli esempi di manipolazione ne comporta la segnalazione come operazione sospetta di market abuse e l’apertura almeno di un procedimento amministrativo, se non penale.



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FinTech / rumor

A cura di Marco Barlassina

Apple Pay si muove: avviati i primi contatti con le banche italiane Anche se ad oggi non ci sono piani ufficiali per lo sbarco nel nostro Paese

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uanto manca all’arrivo del servizio di pagamento Apple nel nostro Paese? Probabilmente meno di quanto non ci si aspetti. Almeno secondo quanto risulta ad iFinance. Emissari di Apple Pay, stando a quanto riferiscono fonti finanziarie, avrebbero infatti già avviato abboccamenti con alcune

delle principali banche italiane per dare vita a una partnership nel settore dei pagamenti. E anche se - dicono le fonti - al momento non ci sarebbero già accordi in dirittura d’arrivo, i tempi per costituire un circuito di banche aderenti potrebbero essere più stretti del previsto. Pur non essendoci ad oggi piani ufficiali circa l’approdo del servizio di Apple nel nostro Paese, in passato blog specializzati avevano ipotizzato il lancio in Italia nel corso del 2017. Contattata in merito all’indiscrezione, da Apple non è stato possibile ottenere una risposta. L’esistenza di un accordo con le

banche è fondamentale per il servizio: Apple Pay permette ai possessori di iPhone6, iPad di nuova generazione e Apple Watch di effettuare delle transazioni contactless avvicinando il proprio smartphone a un POS dotato di tecnologia NFC, ma ogni transazione deve naturalmente appoggiarsi a un conto bancario e a una corrispondente carta di credito. L’Italia appare comunque accerchiata, almeno geograficamente parlando. Apple Pay ha infatti esordito lo scorso 19 luglio in Francia dopo essere sbarcato pochi mesi prima in Svizzera.



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Millennial / trend

A cura di Alessio Bragadini

Facebook rilancia il servizio di offerte speciali per inserzionisti

Mark Zuckerberg / Fondatore di Facebook

Porta Facebook in negozio Il social network cerca nuove strade per legare a sé utenti e commercianti

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a marcia dell’azienda di Mark Zuckerberg prosegue inarrestabile e dopo avere superato tutti i record Facebook si trova ora con 1,7 miliardi di utenti mensili di cui 1,5 sui dispositivi mobili. Nato come sito per il computer, ora il social network è nei fatti un fenomeno sugli smartphone di ogni tipo e marca. Forte di questa posizione di privilegio l’azienda californiana cerca nuove strade per legare a sé utenti e commercianti, e dopo il successo delle inserzioni pubblicitarie

classiche rilancia il servizio di “offerte speciali” che consente agli inserzionisti di pubblicizzare sconti e promozioni sulle proprie pagine. L’annuncio è arrivato dall’azienda stessa ed è stato subito ripreso con interesse dai siti di settore. Proprio grazie al dominio incontrastato sugli smartphone dei suoi iscritti, Facebook ha infatti intenzione di collegare queste offerte con coupon immediatamente spendibili nei negozi degli inserzionisti (punti di vendita nelle città, viene da specificare, e non solo online) attivabili rapidamente

dalla app. La facilità d’uso unita alla quantità di utenti (che possono scambiare suggerimenti e coupon con i loro contatti) dovrebbe quindi rendere virali questi sconti e felici sia gli inserzionisti che gli investitori di Facebook. Sono già 2 milioni e mezzo gli inserzionisti attivi sul sito, mentre le pagine legate a piccoli business hanno già raggiunto il numero di 50 milioni. E questo prima ancora di pensare alle possibili integrazioni in Messenger o nelle altre app acquistate dal colosso di Mountain View, ovvero Instagram e WhatsApp.


Trasformiamo la forza dei mercati in una forza al servizio degli investitori. Dall’aumento dei tassi agli eventi geopolitici, affrontiamo ogni sfida con tutta la forza delle nostre competenze macroeconomiche e d’investimento, aiutando così milioni di investitori in tutto il mondo a trasformare i venti contrari in vento a favore.

italy.pimco.com

Prima dell’adesione leggere il prospetto. I rendimenti passati non sono una garanzia né un indicatore attendibile dei risultati futuri. Le opinioni relative alle tendenze dei mercati finanziari sono basate sulle condizioni di mercato correnti, che sono soggette a variazioni e possono essere superate da successivi eventi di mercato o altre ragioni. Tali affermazioni e previsioni sono soggette a cambiamenti senza preavviso. Non sussiste alcuna garanzia che le suddette strategie di investimento si rivelino efficaci in tutte le condizioni di mercato o che siano idonee a tutti gli investitori. I rendimenti passati non sono una garanzia né un indicatore attendibile dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi e un’eventuale svalutazione. PIMCO Europe Ltd London (Società n. 2604517), la filiale nei Paesi Bassi (Società n. 24319743) e la filiale italiana (Società n. 07533910969), sono autorizzate e regolamentate rispettivamente dalla Financial Conduct Authority (25 The North Colonnade, Canary Wharf, Londra E14 5HS), dall’AFM e dalla CONSOB (ai sensi dell’Articolo 27 del Testo Unico Finanziario). I prodotti e i servizi offerti da PIMCO Europe Ltd sono destinati unicamente a clienti professionali come da definizione contenuta nel manuale della Financial Conduct Authority e non sono idonei per gli investitori individuali. Questa comunicazione contiene le opinioni del gestore, che sono soggette a cambiamenti senza preavviso. Si consiglia agli investitori di rivolgersi al proprio consulente d’investimento al fine di analizzare gli aspetti legali, fiscali e contabili di qualsiasi investimento o transazione e di valutare se tale investimento o transazione siano adatti al proprio profilo di rischio, situazione finanziaria, orizzonti e obiettivi di investimento. © 2016, PIMCO.


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Lavoro / carriere tech

A cura di Daniel Settembre

Wanted, i più ricercati dall’economia digitale L’identikit dei professionisti web tra salario e competenze

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utto ciò che ruota intorno al mondo del web sta conoscendo una forte crescita nel nostro Paese, dove, negli ultimi anni, le imprese hanno visto più che raddoppiata la quota di fatturato proveniente da questo settore, passata dai 9,3 miliardi del 2011 ai 19,3 miliardi del 2016, (dati Osservatorio Netcom del Politecnico di Milano). Il dato è però ancora distante dalla media europea, per cui è ipotizzabile che, nel prossimo futuro, la richiesta di professionisti del web sia destinata a crescere ulteriormente. Secondo Kelly Services Italia, attualmente, i profili più richiesti dalle aziende sono E-commerce Manager, Digital

Strategist, Digital Project Manager, Social Media Manager, Social Media Analyst e Community Manager. Per quanto riguarda il percorso formativo richiesto, si va dalle lauree in ambito umanistico (un plus per chi lavora con le parole e con le persone), compresa quella in comunicazione, a percorsi in ambito economia e marketing, con master in digital marketing. Indispensabile, in un settore in costante e rapida evoluzione come questo, l’attitudine alla formazione e all’aggiornamento continui: le competenze e conoscenze acquisite oggi diventano obsolete nel giro di pochi mesi, data la rapidità con la quale nascono nuove piattaforme o vengono implementate nuove funzionalità su quelle esistenti. Basti pensare ai bot su Facebook, per fare un esempio, che cambieranno radicalmente il modo in cui le aziende fanno customer care sulla piattaforma. Sul piano retributivo, infine, i professionisti del digital guadagnano dai 30-35 mila euro di un Junior Digital Project Manager ai 60/70 k di un E-commerce Manager con qualche anno d’esperienza.

1 E-commerce Manager Si occupa, dell’elaborazione delle strategie per il lancio di un prodotto o di un servizio ed è responsabile della vendita online. Il background è di tipo economico-gestionale.

2 Digital Strategist Decide le strategie di web marketing e di social media marketing per promuovere brand awareness e prodotti. Deve avere ottime capacità di comunicazione e di analisi.


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Community Manager Si tratta di colui che gestisce il rapporto tra le diverse community online e l’azienda stessa sui canali social network.

Digital Project Manager Si tratta di colui che gestisce l’intero ciclo di vita di un progetto di comunicazione digitale, rispettando i tempi, il budget e le strategie aziendali.

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4 Social Media Analyst

Social Media Manager È colui che adatta le strategie di marketing ai diversi supporti del web 2.0, con l’obiettivo di migliorare la visualizzazione di prodotti e servizi sui social network.

Studia il ritorno dell’investimento sui social media attraverso l’analisi degli insights per verificare le varie statistiche.

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SKILL

Le competenze tecniche più richieste per questi profili, a parte quelle specifiche di ciascun ruolo, sono: la conoscenza delle tecniche di Seo e Sea e, in generale, quella delle logiche alla base delle varie forme di web advertising. Occorre inoltre avere esperienza nell’utilizzo di strumenti di CRM e CMS. È indispensabile, inoltre, la capacità di utilizzare diversi strumenti di analytics per elaborare strategie volte al raggiungimento degli obiettivi di business, e la conoscenza di piattaforme di marketing automation - come i Crm e le piattaforme per l’e-mail marketing - per raggiungere tali obiettivi in maniera più efficiente. Tra le competenze trasversali, spiccano problem solving, leadership e capacità di lavorare anche con team eterogenei e cross-funzionali.

Search Engine Optimization Le tecniche per ottimizzare il posizionamento delle pagine web relative ad un brand sui motori di ricerca.

Search Engine Advertising Sono strumenti come, ad esempio, Google Adwords e i corrispettivi sugli altri motori di ricerca.

Customer Relationship Management Il termine inglese (spesso abbreviato in CRM) indica la gestione delle relazioni con i clienti.

CMS Abbreviazione di Content Management System, per la gestione dei contenuti dei siti web.

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Millennial / trend

A cura di Alessio Bragadini

Economia a tutto volume, ma solo al momento giusto Sono tanti i podcast dedicati all’economia, alla finanza e agli investimenti

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u Internet le tecnologie spesso possono tornare di moda e vivere una seconda giovinezza: è questo il caso del podcast, ovvero il download di file audio o video da ascoltare sul proprio device mobile o sul computer. Dopo un periodo di appannamento la loro diffusione è di nuovo esplosa negli ultimi mesi grazie agli smartphone che scaricano automaticamente gli episodi, alle connessioni veloci e a un ritrovato interesse nato negli Stati Uniti e poi trasferitosi anche in Europa. Alcuni di questi podcast sono vere e proprie trasmissioni professionali tanto quanto i programmi radiofonici mentre altri sono iniziative più amatoriali. Gli argomenti disponibili sono moltissimi: si va dalle

discussioni tecnologiche alle ultime notizie, ai commenti, alle trasmissioni comiche, per finire con i radiodrammi a puntate come il pluripremiato titolo americano Serial. E naturalmente sono tanti i podcast dedicati all’economia, alla finanza e agli investimenti, scaricabili gratuitamente in italiano, in inglese e in altre lingue. Un punto di partenza obbligato per scoprirli è la classifica dei podcast più seguiti su iTunes, curata gratuitamente da Apple. Le radio italiane sono ben presenti e Radio 24 Focus Economia è la trasmissione più seguita, aggiornata tutti i giorni dai giornalisti de Il Sole 24 Ore. Sono ancora disponibili i podcast delle trasmissioni di Oscar Giannino: “La versione di Oscar” e “I conti della belva”. Sul fronte

Come ascoltare i podcast Il programma più usato per ascoltare podcast sul computer è iTunes con l’elenco di tutti i podcast disponibili ben curato da Apple. Ugualmente l’app Podcast su iPhone e iPad consente di ascoltare e scaricare gli episodi. Google Play Musica fa un servizio simile su Android, ma solo per USA e Canada. Su questa piattaforma, si può usare anche un’app come Pocket Casts o molte altre. Per chi volesse provare qualcosa di diverso su iPhone suggeriamo Pocket Cast, Castro o Overcast.

dei podcast indipendenti quelli di maggior successo sono MoneySurfers Podcast, e Vita da Trader, che è dedicato a profili di operatori finanziari. La scelta in inglese è sterminata e oltre ai canali di notizie finanziarie delle grandi testate vanno segnalati

Il servizio offerto podcast offerto da iTunes

London Fintech Podcast di Mike Baliman, che propone interviste con i principali attori della scena fintech, oppure Breaking Banks e Around the Coin, dedicati alle nuove frontiere dei pagamenti. Da consigliare è anche a16z Podcast, prodotto dalla Andreessen Horowitz, boutique di venture capital che ha effettuato investimenti nelle principali startup finanziarie.



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Tech / life

A cura di Guido Bernadi

PER TRADING E PER PASSIONE

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ech e business viaggiano ormai di pari di passo, soprattutto per chi opera in finanza. Impossibile sfruttare tutte le potenzialità del FinTech senza poter disporre dei dispositivi più aggiornati. In queste pagine iFinance fornisce ai suoi lettori una selezione di strumenti che interpretano questo spirito. Dagli smartphone, ai tablet, fino ai più classici desktop, per arrivare ai gadget di cui non si può fare a meno per vivere l’innovazione e contribuire a guidarla.

HP ENVY 34C IL TRADING È TUTTO INTORNO A TE L’HP ENVY 34C è display multimediale dallo schermo curvo più ampio al mondo: ben 34 pollici. Ottimo per lo svago, il display è stato però progettato per un utilizzo professionale, in particolare da parte dei trader, che con l’ENVY hanno la possibilità di tenere aperte numerose videate su un unico schermo dal design avvolgente. I trader hanno così a disposizione tutte le informazioni in un colpo d’occhio senza dover saltare da un monitor all’altro. Prezzo indicativo: 999 euro.


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SMART CONTROL UNO PER TUTTI

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NETATMO IL CIELO IN UNA STANZA Ormai le app meteo

Smart Control di One for All è un telecomando

per cellulare sono

universale facile da usare. È programmabile con

innumerevoli e

un’app per cellulare e consente di gestire fino ad

immancabili, ma Netatmo

otto dispositivi. Invece di avere la casa disseminata

offre qualcosa di più: ha

di telecomandi, che spesso non si trovano, ce ne

un modulo interno, che

sarà solo uno, in grado di gestire tutto.

trasmette al telefono

Costa poco, 47 euro e, in caso di smarrimento,

informazioni molto

tramite il cellulare può essere attivato un forte

utili come il tasso di

segnale sonoro. Si trova su Amazon.

umidità, la temperatura e la qualità dell’aria: è possibile così essere avvisati su quando occorre arieggiare, per diminuire il livello di inquinamento nell’appartamento. C’è poi un modulo da piazzare in balcone o in giardino, grazie al quale si può rimanere aggiornati su ciò che accade all’esterno. Costa 180 euro.

NEOQUBE

ION AIR LP UTILITÀ AL CUBO VINILE DIGITALE

Con soli 29 euro si ha a disposizione un

In tutte le case italiane ci sono montagne di dischi in vinile che, se non sono stati gettati, giacciono

altoparlante vivavoce, da usare in auto sia

polverosi in qualche angolo. Ma la “tecnologia” non poteva ignorarli e nasce così Ion Air LP, che è

per telefonare a mani libere sia per ascoltare

in grado di rendere la musica analogica disponibile per il digitale. L’aspetto è quello di un vecchio

musica. Attaccato poi al portachiavi opera come

giradischi ma, grazie al software integrato EZ Vinyl/Tape Converter, permette di convertire il vinile in

allarme anti-smarrimento: se ci si allontana

digitale. È sufficiente collegarlo tramite Usb a un computer o a un Mac e avviare il programma. Infine

più di 10 metri, invia un segnale acustico al

l’ingresso ausiliario su jack da 3,5mm consente all’Air LP di riprodurre la musica di altre sorgenti audio

telefonino. Inoltre consente di scattare selfie da

analogiche. Costa circa 130 euro.

lontano senza usare gli stick allungabili.


Stranezze, follie e iniziative imprenditoriali al limite del possibile dal mondo digitale Troppi Pokemon fanno male? Una polizza ti copre

Sono molte le società che vogliono entrare nel redditizio giro d’affari orbitante attorno a Pokemon GO. Una di queste è la russa Sberbank che ha lanciato una copertura assicurativa gratuita contro gli infortuni per i giocatori. Il rischio di incidenti non è così improbabile. Con la diffusione capillare dell’app che permette di catturare i Pokemon in mobilità, con il proprio smartphone, sono tante le persone che sono state investite da auto. Qualcuno addirittura è stato morso da un serpente velenoso.

FinFashion, al lavoro in mutande Il dress code da ufficio svolta ben oltre il casual. Almeno stando ai risultati di un sondaggio svolto durante la più recente FinTech Week di Londra. Alla domanda “come descriveresti il tuo stile per l’ufficio” il 48% degli intervistati ha propeso per la voce “business casual”. Un altro 11% si vede bene in jeans e t-shirt, mentre ancora più in basso nella scala della formalità si piazza il 18% che ha scelto l’opzione “tutto va bene”, caratterizzata da un’icona raffigurante biancheria intima.

Fatti un selfie (hot) e ti darò il prestito Il fenomeno dello shadow banking in Cina raggiunge nuove, e pericolose, frontiere. Come riportato da alcuni organi di stampa locali, nel Paese si sarebbe diffusa la prassi di offrire prestiti a giovani donne in cambio di foto osè. Un fenomeno non solo eticamente riprovevole ma anche non privo di controindicazioni. In caso di ritardo nella restituzione dei prestiti, il creditore minaccia infatti di diffondere la foto, usata come garanzia del prestito.

Il globetrotter dei Bitcoin Viaggiare in 27 Paesi del mondo utilizzando solo Bitcoin. C’è riuscito un giovane programmatore berlinese, Felix Weis, che ha raccontato la sua storia a Forbes. Weis, mosso dalla volontà di mostrare la vitalità della criptovaluta, si è spostato dal gennaio 2015 al luglio 2016 percorrendo un’ideale anello attorno alla Terra, facendo tappa in 50 città e sempre pagando unicamente in Bitcoin.


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