Storie di Bambini ZOOM - Oltre la frontiera

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quaderno n.1 DIALOGHI SULL’INFANZIA TRA LETTERATURA E ILLUSTRAZIONE

atti del convegno a cura di DONATELLA TROTTA tenutosi a firenze il 7 aprile 2017 presso l’istituto degli innocenti in occasione della mostra «STORIE DI BAMBINI» 210 tavole originali edite e inedite di LETIZIA GALLI


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INDICE

IL VALORE DEL DIALOGO: UN OMAGGIO A CARLA POESIO Prefazione di elena pasoli

pag. 7

UN CONFRONTO TRA “CUORI PENSANTI” Introduzione di donatella trotta

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L’ARTE COME RISCATTO. CULTURALE E SOCIALE maria grazia giuffrida

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L’ALCHIMIA DEL TEATRO PER LE STORIE DI INFANZIE carla poesio

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L’EX SPEDALE DALL’ABBANDONO ALL’ACCOGLIENZA anna maria bertazzoni

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VISIONI D’INFANZIA NEI LIBRI E NELLE IMMAGINI DI LETIZIA GALLI janine kotwica

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ALLA FRONTIERA DELLA LETTERATURA PER RAGAZZI pino boero

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Q U ADERN O 1 • OLTRE L A F RON T I ERA

IL MONDO DEI LIBRI ILLUSTRATI PER L’INFANZIA walter fochesato

pag. 55

APRIRE LE PORTE, ABBATTERE I MURI TRA ADULTI E BAMBINI letizia galli

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ALTRO CHE FIGURINE antonella vincenzi

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RACCONTARE PER IMMAGINI LUCI E OMBRE DELLA VITA carme solé vendrell

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SEGNI E DISEGNI IL FUMETTO COME SUPPORTO ALL’IMMAGINARIO emilio varrà

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91 NON SOLO FANTASIA Giusi Quarenghi 101 LIBRI-PONTE SENZA CONFINI silvana sola 105

TANTI PERCHÉ E QUASI UNA CONCLUSIONE: APERTA donatella trotta

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prefazione

il valore del dialogo: un omaggio a carla poesio elena pasoli

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Monna Lisa, il segreto del sorriso, Modena, Franco Cosimo Panini editore, 2016

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l 7 aprile 2017, il giorno dopo la chiusura di una delle più felici edizioni della Bologna Children’s Book Fair, accompagnai Carla Poesio proprio al convegno le cui testimonianze sono opportunamente raccolte in questo volume. L’occasione, lo sappiamo, si trasformò nel suo vero commiato dalla professione e dalla vita. A Firenze, la sua città - ma anche la città di Letizia Galli, a cui lei era legata da duratura e consolidata amicizia - erano presenti tanti di noi che avevamo goduto della sua incredibile modernità e che ci eravamo nutriti dei suoi pareri e dei suoi consigli nelle nostre carriere e nei nostri percorsi personali; perché con Carla accadeva proprio così: si partiva da una pagina o da un’illustrazione per allargare l’orizzonte a riflessioni più ampie, che inevitabilmente lasciavano un segno profondo di condivisione. E questo è veramente qualcosa che la rende diversa da qualunque altra persona che si è occupata del libro per ragazzi. In questo entra anche Letizia: perché quando ero alle mie primissime armi, ho fatto un viaggio a Montreuil con Carla e lei mi ha raccontato della sua amica artista - che allora viveva a Parigi e che spesso la ospitava - e della qualità del suo lavoro. Così ho conosciuto l’opera di Letizia Galli. E sentendo Carla parlare di questo, mi sono innamorata di lei, del suo modo di raccontare e di rendere partecipe anche chi non sapeva, come me. Ed è nata così quella passione grande per il mio lavoro, che ho condiviso tra l’altro per tanti anni con Roberta Chinni, impegnata nel portare avanti, reinterpretandola, l’opera di Francesca Ferrari che la Fiera di Bologna l’aveva costruita. Il ruolo decisivo di Carla nella nascita e nella storia della Bologna Children’s Book Fair è cosa nota. Fu Carla, all’inizio degli anni Sessanta, a riportare dalla


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elena pasoli

sua visita alla Fiera di Francoforte la conferma che c’era spazio e c’era un senso profondo, per creare una rassegna internazionale dedicata ai libri per ragazzi, che facesse dialogare la critica specializzata e la produzione estera di Juvenilia con gli scrittori, gli illustratori, i traduttori e gli editori italiani; fu lei ad animare, con il suo entusiasmo, la sua competenza letteraria e il suo acume, la progettualità iniziale della Fiera; ed era proprio Carla, ogni anno, nei giorni della Fiera del Libro per Ragazzi, ad accogliere e guidare tra le novità editoriali la stampa internazionale, prodiga di consigli e suggestioni che la rendevano punto di riferimento insostituibile, atteso e indispensabile. Saperi e operatività: Carla è stata la maestra di tutti quanti noi che, se sappiamo fare questo lavoro, lo dobbiamo soltanto a lei che con una pazienza infinita ha saputo insegnarci un pezzo dopo l’altro il valore di questo mestiere, il valore dei contatti internazionali, il valore crescente a livello mondiale del libro per ragazzi: una ricchezza che si rinnova in continuazione. Ma ciò su cui desidero spendere qualche parola in più è l’attività di “backstage” che si snodava lungo tutto l’anno: quel dialogo costante che ha consentito alla Fiera di Bologna di rinnovarsi sempre, mantenendosi, proprio come Carla, giovane e aperta, pronta ad accogliere le novità più vibranti, così come a tutelare con rigore il patrimonio classico della letteratura per l’infanzia. Tra le centinaia gli episodi che mi ritornano alla mente, in tutti campeggia la sua sorprendente vivacità e generosità di pensiero e di lavoro. Nuove iniziative, premi, incontri... il suo contributo era in ogni occasione puntuale, e anticipatore. Perché Carla era proprio così: sempre un passo avanti, uno sguardo capace di cogliere ogni segno e interpretarlo. La tragica scomparsa del suo unico figlio l’aveva irreparabilmente piegata, eppure anche in quella ultima, assolata giornata fiorentina, Carla ebbe lucidissime parole per tutti noi, e seppe trasmetterci affetto, vigore e lungimirante speranza. A noi che abbiamo avuto la fortuna di dialogare con lei per tanti anni rimane oggi il compito di non dimenticare il suo esempio e di mantenerla viva tra noi, rinnovando ogni giorno, nel nostro lavoro, il suo approccio moderno, aperto, rigoroso.

Elena Pasoli è Exhibition Manager della Bologna Children’s Book Fair.

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un confronto tra “cuori pensanti” donatella trotta

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Agata Smeralda, Modena, Franco Cosimo Panini editore, 2016

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uesto convegno è un’occasione preziosa di confronto tra le voci più autorevoli del panorama dei “cuori pensanti” impegnati a vario titolo sul fronte della civiltà dell’infanzia, a tutela dei diritti e della crescita sana dei più giovani e del loro immaginario: vorrei definirla una piccola comunità educante, una minoranza eticamente determinata e attenta - anche - alla “tragedia dell’infanzia”, che ringraziamo per avere aderito al nostro invito. Rivolgo il nostro benvenuto a tutti, in particolare ai relatori e un grazie a Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli Innocenti; ad Annamaria Bertazzoni, direttrice dell’Istituto degli Innocenti di Firenze; a Stefano Filipponi, direttore del Museo degli Innocenti, e a Francesca Buccafusca, presidente dell’Associazione di promozione sociale di «Storie di Bambini»: titolo non casuale anche del progetto triennale e itinerante di Letizia Galli che rappresenta un incubatore di idee, un’officina di sogni possibili, un cantiere aperto, un work in progress. E un viaggio: attraverso le 210 tavole originali, alcune delle quali inedite, esposte e firmate da Letizia Galli, protagonista di questo percorso, il cui genio creativo intreccia etica ed estetica. Invitandoci, attraverso le sue opere - e ad ogni tappa di questo percorso in itinere - a riflettere sulla condizione delle bambine e dei bambini, a (ri)mettere al centro dell’attenzione la questione dell’infanzia e ad approfondire con onestà intellettuale la sua rappresentazione. I bambini, in altre parole, sono considerati qui come soggetti di interesse, e non come oggetto di interessi. E sono visti «come persone», suggerisce Letizia Galli con una definizione tutt’altro che scontata, in tempi di forte disagio di civiltà, “ospiti inquietanti” e “passioni tristi”;


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donatella trotta

se è vero, come ha denunciato Daniele Novara, pedagogista e fondatore dal 1989 del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, che oggi l’infanzia sembra paradossalmente diventata «una malattia, una follia». Tanto che negli ultimi quattro anni (dati Istat), si sono triplicati i DSA diagnosticati, o disturbi dell’apprendimento, un bambino su quattro alle scuole elementari ha una diagnosi certificata di malattia neuropsichiatrica, in dieci anni è addirittura raddoppiata la certificazione di disabilità e dilagano i cosiddetti BES, bisogni educativi speciali: in una sorta di epidemia di patologie psichiatriche che sembra aver colpito le scuole italiane. E pare proprio che nel mirino, stando a questi dati, ci sia la “differenza infantile” (e anche quella adolescenziale) in quanto tale; come se la specificità evolutiva, spiega Novara - che ha non a caso promosso un importante incontro a Milano nel 2017 sul tema «Curare con l’educazione. Come evitare l’eccesso di medicalizzazione nella crescita emotiva e cognitiva» - fosse diventata appunto una malattia, anziché uno stato necessario della crescita. Ed ecco perché, aggiunge, occorre «ricondurre bambini e ragazzi all’interno di buoni comportamenti educativi, dove le loro fasi di sviluppo vengano rispettate, in cui loro possono fare i bambini senza venire colpevolizzati per la loro ontologica diversità dal mondo degli adulti e dalle aspettative che essi hanno», e per questo «bisogna fare gioco di squadra, non escludendo l’educazione dal recupero, come invece si fa oggi», perché «è indebito entrare subito nell’ottica della malattia, senza percorrere altre strade. Anzi, è assurdo». Già. È un orizzonte che può sembrare eccentrico rispetto a ciò di cui si discuterà in queste pagine. Ma non è così, poiché esistono questi e altri paradossi da fronteggiare, nel mondo (e nella rappresentazione) dell’infanzia, che hanno condotto alla motivazione di questo incontro: un confronto che intende rilanciare con forza, fra il resto, l’importanza (e la ineludibile necessità) di una coltivazione dell’immaginario come argine alle derive della civiltà, ispirandosi proprio alle molteplici «Storie di bambini» di Letizia Galli, ben oltre le dodici selezionate nella mostra. Un’occasione insomma propizia di pensieri ad alta voce, «Oltre la fron10


In questo sito monumentale, infatti, si intrecciano memorie di infanzia e di vite femminili “invisibili”, ma anche preziose testimonianze artistiche, grazie al Brunelleschi; proprio come la Real Casa dell’Annunziata di Napoli – prima tappa del cammino di «Storie di Bambini» e istituzione con analoga missione – conserva invece i segni dell’arte del Vanvitelli. Ma diamo la parola a Maria Grazia Giuffrida, in qualità di “padrona di casa”, per dare inizio ai saluti e alle testimonianze, sul filo dell’intelligenza emotiva. Grazie.

Donatella Trotta è giornalista e autrice, Premio Andersen 2004 per l’impegno nella promozione della lettura, socia fondatrice e Presidente dell’Associazione culturale Kolibrì.

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Agata Smeralda, Modena, Franco Cosimo Panini editore, 2016

tiera» - per parafrasare il titolo di un libro di Pino Boero - su identità e visioni dell’infanzia, tra letteratura e illustrazioni. Tema peraltro pertinente ad una sede così prestigiosa quale l’Istituto degli Innocenti: sito di potente magnetismo ambientale che ha generato l’ultimo libro di Galli, Agata Smeralda (la storia illustrata della prima bambina accolta nello “Spedale” nel 1445, edita da Panini nel 2016) e luogo che ha svolto un ruolo importante, nella storia delle bambine e bambini abbandonati in Italia.

un confronto tra “cuori pensanti”

Q U ADERN O 1 • OLTRE L A F RON T I ERA



un saluto / 1

l’arte come riscatto. culturale e sociale maria grazia giuffrida

Maria Grazia Giuffrida è Presidente dell’Istituto degli Innocenti, Firenze.

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À la courbe du Joliba, testo di Maryse Condé, Paris, Edizioni Grasset, 2006

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ingrazio l’artista Letizia Galli, che ho avuto modo di conoscere tre mesi fa, quando, appunto, chiese di ospitare la sua mostra nell’Istituto degli Innocenti. Volentieri abbiamo accolto la sua richiesta, perché ci siamo subito resi conto dell’importanza del lavoro che l’artista svolge non solo con i suoi libri, ma principalmente con i suoi disegni. Alcuni suoi testi mi hanno portato indietro nella memoria di circa venti anni: quando lessi a mia figlia la prima Bibbia illustrata. Penso che il lavoro che abbina la storia ai disegni avvicini tantissimo i bambini alla cultura e all’arte. Penso, inoltre, che questa espressione artistica avvicini i bambini a cose più concrete, come accade grazie al libro di Letizia Galli su Agata Smeralda: una storia immaginaria che nasce da un’idea dell’artista, dal suo coinvolgimento emotivo dopo una visita in Istituto. Agata Smeralda, infatti, è stata la prima bambina abbandonata agli Innocenti. Non voglio, però, utilizzare la parola “abbandonata” perché è un termine che non condivido. Questo, come ho sempre detto, non è il luogo dell’abbandono, bensì dell’accoglienza. È un luogo che accoglieva bambini sfortunati, che erano sì abbandonati, ma era sempre viva la speranza da parte dei genitori - da parte della mamma, solitamente - di riscattarli. Quindi non era un abbandono effettivo, poiché tutti i bambini che arrivavano qui avevano un segno di riconoscimento, nel caso in cui la mamma o i genitori volessero venire a riprenderli. E tramite quel segno identificativo era possibile riscattarli. Ringrazio, dunque, l’artista Letizia Galli per questa bellissima esperienza e vi auguro buon lavoro.


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razie per aver colto perfettamente lo spirito di questa iniziativa sinergica e il senso profondo di questa giornata di confronto: in apertura parlavo non a caso di “tragedia dell’infanzia”, parafrasando Alberto Savinio (Tragedia dell’infanzia, Roma, Edizioni della Cometa, 1937). Ecco, «Storie di bambini» - come sottolineava anche Grazia Gotti alla Fiera di Bologna, dove abbiamo appena presentato progetto e convegno - racchiude due parole significative: da un lato, il termine “progetto”, di cui si è forse perso un po’ il senso ed il gusto nell’Italia di oggi; dall’altro lato, la parola-mondo “bambini”: intesi come “persone” nello sguardo – non scontato - dell’artista. Vorrei aggiungere che Save the children, nel suo ultimo Rapporto sull’infanzia - una sorta di atlante dell’infanzia a rischio - offre a questo proposito dati estremamente interessanti e soprattutto provocatori, per i temi che metteremo a fuoco oggi. Il Rapporto riporta infatti il quadro di un’Italia fatta di faglie, a macchia di leopardo, che conferma l’immagine di un Paese che procede a più velocità, e che presenta una frattura fortissima tra Nord e Sud: dove la povertà educativa non è soltanto una piaga materiale, con un milione e 131mila bambini che soffrono e sono nella miseria, ma è anche una povertà immateriale. Forse ancora più preoccupante. E che perciò rende ancora più prezioso il contributo di riflessione dei nostri relatori oggi. I dati e i temi contenuti nel Rapporto - al quale rinvio - fungono infatti da spunto interessante; ma in questa sede, lo sguardo non solo artistico di Letizia Galli nelle sue opere ci ricorda che la questione solitudine, e abbandono, è in fondo anch’essa una condizione diffusa – non necessariamente sul piano materiale - che segna la vita delle bambine e dei bam14


Donatella 15

Agata Smeralda, Modena, Franco Cosimo Panini editore, 2016

bini del nostro tempo, nel nostro Paese. Basti solo pensare che già quindici anni fa una autorevole rivista di filosofia, «PublicAzione» (anno 1, n. 2, luglio/dicembre 2002, Enna, Oasi Editrice/Città Aperta Edizioni, 2003) aveva posto l’accento sulla questione, con un numero monografico intitolato non a caso Attacco all’infanzia. In quel numero il filosofo Fabio Ciaramelli rifletteva ad esempio sui bambini ridotti a consumatori e scriveva: «Il puerocentrismo costituisce solo una variante della posizione narcisistica della cultura contemporanea», in una società dove esiste «un boomerang, che è quello dei desideri nell’epoca dell’appagamento immediato», poiché i bambini «sono indotti a desiderare ciò che non conoscono e a conoscere ciò che non desiderano». Un paradosso della società consumistica che stravolge anche la dimensione del desiderio. Roberto Volpi, già statistico dell’Istituto degli Innocenti, rincarava poi la dose con un provocatorio saggio dal titolo Liberiamo i bambini (Roma, Donzelli, 2004), dove sollevava fra il resto la questione della tendenza a delegare la responsabilità educativa. Riflessione ancora particolarmente attuale, in questi tempi di adultescenza, crasi che sintetizza felicemente il paradosso di una immaturità adulta a fronte di una adultizzazione (ed erotizzazione) precoce dei bambini. Con tutte le conseguenze annesse. Ma quale ruolo possono avere la letteratura e l’illustrazione per l’infanzia in tale scenario? Prima di entrare nel vivo di questi interrogativi, ascoltiamo la testimonianza iniziale e il saluto affettuoso di una Signora del mondo di Juvenilia, fine studiosa che ci ha onorato della sua presenza a questo incontro: Carla Poesio, grande amica e punto di riferimento di Letizia Galli e di molti di noi qui presenti.




finito di stampare per conto di Iemme edizioni nel mese di marzo 2018 presso Vulcanica Srl – Nola (Na)


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