TIRO A VOLO

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SOMMARIO

In copertina

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L’EDITORIALE DI LUCIANO ROSSI

Sul podio della Finale di Coppa del Mondo di Maribor Jessica Rossi ha concluso la sua strepitosa stagione con un prestigiosissimo secondo posto alle spalle dell’olimpionica di Pechino Satu Makela – Nummela e davanti alla tedesca Jana Beckmann

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UN CRISTALLO D’ARGENTO PER JESSICA

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IN CORPORE SANO

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AZZURRI IN CATTEDRA

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IL CAMPIONE È VIGANò

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UN ALLORO PER SANDRO BELLINI

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CARIGNANESE E SANT’UBERTO VINCONO LA COPPA ITALIA

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VINCE IL VENETO TARGATO MONICA GIROTTO

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L’ORO DEL PORTOGALLO

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RICORDANDO UMBERTO BERTOZZI

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MARCO BATTISTI SUL TRONO DI CIPRO

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INSEGUENDO L’UNO D’ORO

Foto di Massimiliano Naldoni

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PROIETTI D’AGENTO A MADRID

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ATTI UFFICIALI

N um e r o 2 2 3 o t t o br e 2 0 1 2 Direttore Luciano Rossi

Direzione e Redazione Federazione Italiana Tiro a Volo Viale Tiziano 74 00196 Roma Tel. 06 45235200 Fax 06 3233791 redazione@fitav.it

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EDITORIALE

IL TIRO A VOLO CHE VOGLIAMO Mentre sto scrivendo è in corso il Campionato delle Società di Fossa Olimpica in quattro impianti distribuiti in diverse aree della penisola: il Concaverde di Lonato, Montecatini–Pieve a Nievole, Valle Aniene di Roma e Antonio Acquaviva di Cellino Atanasio. E in parallelo sulle pedane della Società Falco di Capua si disputano gli Assoluti di Skeet. Il dato principale trasmesso da queste manifestazioni è che, malgrado le difficoltà oggettive che oggigiorno si frappongono tra ciascuno di noi e il rispettivo desiderio di dare spazio all’attività sportiva preferita, l’entusiasmo per la pratica tiravolistica nel nostro ambiente resta intatto e, laddove possibile, perfino riesce moderatamente a crescere. Siamo tutti reduci da un’estate di intense emozioni che indubbiamente hanno alimentato questo amore per lo sport della pedana. Non soltanto quelle emozioni che abbiamo vissuto - dal vivo o attraverso i media - a Londra. Non soltanto, dunque, le gesta straordinarie di Jessica Rossi e Massimo Fabbrizi (che tuttavia sono naturalmente quelle emblematiche del tiro a volo che vince), ma anche quelle dei tanti azzurri e dei tanti appassionati che in ogni angolo del mondo in queste ultime settimane hanno conquistato allori nella Fossa Universale, nel Compak Sporting, nell’Elica. È certo che le medaglie delle Olimpiadi di Londra hanno contribuito ancora una volta a svelare il mondo del tiro a volo al grande pubblico. Questo nostro sport fatto di agonismo genuino che, per dirla con un’espressione che usano gli addetti ai lavori della Tv, ha bucato lo schermo e che è riuscito a toccare l’interesse e la sensibilità di una platea a cui riescono ad accedere di solito soltanto i cosiddetti sport popolari. Ma il grande pubblico ha invece compreso che popolare è proprio il tiro a volo. Popolare appunto nel senso che in occasione delle Olimpiadi ha fatto toccare vertici importanti di ascolto ai canali televisivi. Ma popolare anche nel senso che i nostri eroi non assumono atteggiamenti divistici, non ricorrono a qualche espediente da gossip per finire sotto i riflettori, ma si nutrono di sport autentico e proprio quello sport autentico sono in grado di nobilitare ulteriormente. Di tutto questo, tutti noi dobbiamo renderci fortemente consapevoli, perché il momento che stiamo vivendo e i mesi che prossimamente seguiranno rappresentano proprio quel frangente in cui possiamo far valere maggiormente le potenzialità di diffusione di questa nostra genuina anima tiravolistica. Che è poi quel quid che a Londra ha stregato un po’ tutti: grande pubblico e media. Certo, chi avesse assistito oggi al confronto intersocietario (non parlo degli abituali praticanti e degli appassionati, ma del grande pubblico che ha scoperto il tiro a volo assistendo in Tv alle gesta di Jessica e Massimo), avrebbe facilmente compreso che quella genuinità fatta di grande impegno sportivo, di dedizione, di pura passione è un ingrediente naturale di ogni tiravolista. Un attributo genetico, direi. Ed ecco che il passo successivo e importantissimo sarà proprio quello di trasmettere al grande pubblico che quel patrimonio autentico di sport che il tiro a volo è in grado di esprimere e manifestare in occasione delle Olimpiadi appartiene a questo nostro mondo in qualunque circostanza e a qualunque livello. Non a caso, i nostri eroi delle Olimpiadi, reduci da tante 2

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EDITORIALE

Il Presidente Luciano Rossi, il Segretario Generale Fabio Fortuni e il Commissario Tecnico Albano Pera hanno accompagnato Jessica Rossi e Massimo Fabbrizi al Quirinale in occasione della cerimonia con la quale il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha omaggiato tutti i medagliati di Londra

sfide di altissimo livello in giro per i quattro angoli del mondo, scendono in pedana nel confronto intersocietario che è peraltro sicuramente uno dei momenti di maggiore aggregazione e comunione per il nostro sport. Spetta a tutti noi il compito di trasmettere questo messaggio all’esterno. In particolare in questo frangente, come dicevo, in cui l’effetto volano di tante affermazioni agevola questa impresa. È un’altra bella sfida che ci attende nel prossimo futuro. È una sfida per molti aspetti nuovamente difficile perché, come segnalavo anche in apertura di questo mio intervento, il nostro sport, per il suo connotato di base, perfino più di altri subisce l’effetto di una crisi economica generalizzata. Ma è anche altrettanto vero che, così come il nostro glorioso sport nel suo complesso, così anche proprio ciascun singolo appassionato merita che il tiro a volo riceva finalmente la considerazione dovuta. Perché una pratica sportiva non è una definizione, non è qualcosa che si riassume banalmente in una formula o semplicemente in un nome. Uno sport è in realtà tutti coloro che lo praticano. Se ha attratto media e spettatori la genuina e serena immagine di sport autentico proposta da Jessica e Massimo a Londra, è proprio perché quello è il nostro naturale modo di sentire, di vivere, di praticare l’attività sportiva. Quello è ciò che siamo. È ciò che vogliamo continuare ad essere. E abbiamo ricevuto la prova tangibile che quel tiro a volo può davvero finalmente far breccia anche presso il grande pubblico.

Il Presidente Luciano Rossi

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F I N A L E D I C O P PA D E L M O N D O

UN CRISTALLO D’ARGENTO PER JESSICA L’olimpionica di Londra conquista un brillante secondo posto alla Finale di Coppa del Mondo di Maribor. In Slovenia conquistano un posto in finale anche Erminio Frasca ancora nel Trap e la skeettista Diana Bacosi Testo e foto di Massimiliano Naldoni

Può piacere sicuramente a Jessica Rossi l’argento di quel secondo posto alla recentissima Finale di Coppa del Mondo di Maribor. Se non è tutto oro quello che brilla, si può dire a ragion veduta che non è soltanto argento neppure quello che è argento. Con una postilla in senso positivo. Perché questo argento sloveno conquistato da Jessica Rossi è proprio come quello londinese di Massimo Fabbrizi: brilla come fosse oro. Lo ha detto la stessa Jessica - e lo ha confermato al termine della gara lo stesso Commissario Tecnico Albano Pera - che in queste circostanze più di così non si poteva fare. E peraltro, pur senza andare oltre quel “più di così”, l’olimpionica di Londra è arrivata comunque ad appena un piattello dalla vittoria. In una Finale di Coppa del Mondo che ha contemplato assenze sospette (leggasi: Kim Rhode e Peter Wilson) che ai tempi della scuola 4

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avremmo definito diplomatiche, Jessica ha invece voluto e saputo di nuovo mettersi in gioco. Senza rete, come fanno i campioni autentici. Un 23 e due 24 nelle serie di selezione di sabato 22 settembre hanno dato la misura della solidità della Jessica post-Londra che affrontava peraltro la sfida di Maribor da campionessa in carica sotto lo sguardo attento del Presidente Federale Luciano Rossi e del Vice-presidente Saro Avveduto. Con quel 71/75 l’azzurra accedeva infatti al sestetto delle finaliste preceduta soltanto dal pregiato 73 di Zuzana Stefecekova e dal 72 dell’olimpionica di Pechino Satu Makela – Nummela. A quota 70 si inseriva la tedesca Jana Beckmann che precedeva di tre lunghezze la seconda italiana in gara a Maribor: Giulia Iannotti, e l’americana Kayle Browning. Chi avesse immaginato che Zuzana Stefecekova

Jessica Rossi


FINALE DI COPPA DEL MONDO

Il podio della Fossa Olimpica femminile con la finlandese Satu Makela – Nummela davanti a Jessica Rossi e alla tedesca Jana Beckmann

cercasse sotto il cielo di Pragersko la rivincita dell’Olimpiade, avrebbe avuto ragione fino alla definizione della classifica prima della finale. Nel round decisivo, invece, la specialista slovacca era assolutamente irriconoscibile. Basta considerare che al termine della finale la Stefecekova avrebbe raccolto appena quattordici centri finendo ampiamente fuori dalla zona podio. Marciavano invece in maniera solida Jessica Rossi e Satu Makela – Nummela. L’azzurra, dopo quattro centri, doveva fronteggiare un passaggio a vuoto che si traduceva in

due zeri consecutivi, ma non smarriva la strada e riprendeva subito ad intercettare con sicurezza i bersagli sull’orizzonte dell’impianto di Pragersko. A metà serie era la finlandese a mandare a vuoto due colpi consecutivi, ma anche Jessica, in parallelo, inanellava il terzo errore e il quarto zero arrivava al diciottesimo lancio. Satu Makela . Nummela soffriva un po’ nel finale. Commetteva il suo terzo errore ai due terzi della serie e lasciava volar via intatto l’ultimo bersaglio, anche se a vittoria ormai acquisita. Con Satu Makela – Nummela in vetta alla classifica

Rituale foto – ricordo di Jessica d’argento e del suo Ct Albano Pera con il Presidente della Fitav Luciano Rossi e con Marzio Maccacaro di Fiocchi Munizioni

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FINALE DI COPPA DEL MONDO

Giulia Iannotti

con 93/10 e Jessica Rossi splendida seconda a 92, era Jana Beckmann a conquistare il terzo gradino del podio con 91. Giulia Iannotti, che già nei primi otto lanci aveva inanellato tre zeri pregiudicando un po’ le opportunità di podio, concludeva al quinto posto con 85 bersagli utili. Una buona occasione di mettersi in luce che non è stata sfruttata nel modo opportuno. È questo il giudizio che Albano Pera formula invece per descrivere in maniera sintetica il responso della gara maschile di Trap. L’Italia a Maribor schierava tre atleti sui tredici presenti ai nastri di partenza. E se logicamente l’attenzione non

poteva essere appuntata su Massimo Fabbrizi (che peraltro, dopo la strepitosa performance estiva di Londra, aveva già palesato qualche comprensibile affanno agonistico al Campionato italiano di Conselice), una bella prova d’orgoglio era lecito attenderla da Erminio Frasca e Rodolfo Viganò. La giornata di sabato 22 settembre che donava l’argento a Jessica, confermava anche l’ottimo stato di salute del Trap maschile. Erminio Frasca completava i tre turni con un solidissimo 74/75 (un 24 di esordio e due serie piene) imitato soltanto dall’inglese Ed Ling e Rodolfo Viganò si teneva perfettamente in corsa Erminio Frasca

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FINALE DI COPPA DEL MONDO

Rodolfo Viganò

con un 71 totalizzato con un 23 e due 24. Decisamente meno effervescente, come da previsioni dello stesso Albano Pera, il responso parziale di Massimo Fabbrizi: 68/75. Nella giornata di domenica 23 settembre l’argento di Londra tenta peraltro una lodevole prova di forza e regala un piccolo miracolo (un 24 e un 25) che proiettano il suo punteggio nei paraggi della finale. 117 però non basta per essere tra i magnifici sei di Maribor. In vetta c’è Oguzhan Tuzun che, partito dal 73/75 del primo giorno, nella ripresa confeziona uno spettacolare 50/50 e si attesta a quota 123/125. Insegue il turco “costruito” negli ultimi anni dall’italiano Diego Gasperini il 121 di Erminio Frasca che

chiude perfettamente con un 25 alla quinta serie, ma paga il 22 della prima frazione della seconda giornata. Con 120 sono della partita anche Giovanni Cernogoraz, Ed Ling e Alexey Alipov. Rodolfo Viganò compone una bella serie piena al quarto round. Nella quinta frazione manda a vuoto i suoi due colpi al quindicesimo lancio, ma potrebbe guardare con fiducia ala sua presenza in finale se chiudesse la serie con quel solo errore. Invece Rudi si complica la vita con un altro zero al terzultimo lancio. Chiude a 119 e per entrare in finale deve affrontare lo shoot – out con Jesus Serrano. Lo spagnolo ha assemblato un bel 49 nella seconda giornata della gara di Maribor: affronta lo spareggio

Massimo Fabbrizi

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FINALE DI COPPA DEL MONDO

Il podio del Trap maschile con il turco Oguzhan Tuzun davanti al russo Alexei Alipov allo spagnolo Jesus Serrano

galvanizzato ed esclude Rudi dal sestetto per 3 a 2. Si riparte da Frasca che in finale può ancora decisamente dire la sua. Erminio però sembra non crederci troppo, perché a metà serie ha già inanellato tre zeri. E’ vero che qualche difficoltà la incontra anche l’apripista Tuzun che a metà percorso è nelle stesse condizioni dell’azzurro. Marciano invece senza errori Alipov e Serrano che sembrano intenzionati ad operare un aggancio al vertice. Erminio infila una bella serie di centri “sulla tre quarti”, per dirla calcisticamente, ma a quattro piattelli dalla fine sbaglia ancora e manda a vuoto anche l’ultimo colpo che tuttavia è ormai ininfluente. Con il suo 20, l’azzurro di Priverno tocca quota 141 che equivale al quinto posto davanti

all’olimpionico di Londra Cernogoraz (137). Alipov aggancia Tuzun a 145 ma il turco conquista il trofeo di cristallo in spareggio per 3 a 2. Serrano è terzo con 144 e precede il 142 di Ling. Che non ci sia spazio per l’azzurro nel Double Trap lo dice prima di tutto il cielo sopra Pragersko nelle prime ore della giornata di lunedì 24 settembre. Daniele Di Spigno esordisce con un 40, distribuendo errori un po’ in tutte le sezioni della serie. Per Francesco D’Aniello il responso dell’avvio è un 46 che tiene il doublista di Nettuno in gara, ma non lo colloca nelle prime posizoni che sono già presidiate dal 49 di Joshua Richmond e dai 48 di Ronjan Sodhi e Vasily Mosin. Daniele reagisce, ma non basta: il 47 e il 48 delle due serie Daniele Di Spigno

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FINALE DI COPPA DEL MONDO

Mirco Cenci

successive sarebbero ottimi punteggi se affiancati ad uno “score” degno di Di Spigno anche nella prima frazione. Con 135/150 Daniele è ampiamente fuori dalla finale. Degli azzurri di Mirco Cenci, potrebbe provarci Francesco che dopo il 46 di apertura piazza due buoni 47 e si attesta a 140. Ma la media sulle pedane di Pragersko è alta. Con 145 guida la classifica l’americano Joshua Richmond che precede il 144 di Ronjan Sodhi, il 143 di Fehaid Aldeehani e i 141 dei russi Vasily Mosin e Mikhail Leybo. Con 140 non c’è certezza di finale: D’Aniello deve affrontare il barrage con Håkan Dahlby e sarà lo svedese a spuntarla per 4 a 3. In finale, pur commettendo un errore al primo lancio, Joshua Richmond non molla: totalizza 47/50 e si assicura la Coppa del Mondo del 2012. L’argento è dell’indiano Ronjan Sohi che chiude a 191 e precede di un piattello il kuwaitiano Fehaid Al Deehani. E’ tutt’altro che sbiadita la prova di Diana Bacosi nello Skeet. L’azzurra potrebbe forse sprecare qualcosa in meno nelle serie di selezione, ma al termine dei tre round totalizza 65 centri (22 – 22 – 21) e può comunque essere la sesta delle finaliste a condizione di escludere dal gruppo Ning Wei che ha concluso le tre serie con lo stesso punteggio dell’azzurra

dell’Esercito. L’Olimpo della gara è dominato da Danka Bartekova che guida la graduatoria con 72/75 davanti al 70 della cinese Donglian Zhang e dell’americana Caitlin Connor. A quota 69 staziona l’altra americana Brandy Drozd davanti al 68 della tedesca Christine Wenzel. Allo shoot-off Diana non trema davanti alla pur minuta Ning Wei che ha tuttavia in bacheca due medaglie olimpiche. La cinese spara per prima e nel primo doppio di spareggio non intercetta il pull. Diana Bacosi è abile a sfruttare l’incertezza della Wei: colpisce i suoi due piattelli e si assicura il posto in finale. Ma l’impresa non è

Francesco D’Aniello

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FINALE DI COPPA DEL MONDO

Il podio del Double Trap con l’americano Joshua Richmond al vertice davanti a Ronjan Sodhi e al kuwaitiano Fehaid Al Deehani

Diana Bacosi

Francesco Fazi

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FINALE DI COPPA DEL MONDO

Il podio dello Skeet femminile con la slovacca Danka Bartekova al vertice del podio davanti all’americana Brandy Drozd e alla tedesca Christine Wenzel

Il podio dello Skeet maschile con il danese Anders Golding davanti all’americano Vincent Hancock e al russo Valer y Shomin

semplice e lo zero commesso dal’atleta di Francesco Fazi all’1 pull della finale gela anche quelle deboli speranze di podio che aveva alimentato la prova di carattere dell’azzurra nello shoot-off. Diana sbaglia ancora alla pedana 2 e alla 4 e, ormai un po’ demotivata, lascia volar via indenni perfino i due lanci della 7 per concludere a quota 84/100 in sesta posizione. Il trofeo di cristallo è di Danka Bartekova che totalizza 95/100 e precede i 93 di Brandy Drozd, Christine Wenzel e Caitlin Connor. Lo shoot-off conclusivo donerà argento e bronzo alla Drozd e alla Wenzel. E’ uno show personale di Anders Golding la gara maschile di Skeet che non vede nessuno degli azzurri di Francesco Fazi

ai nastri di partenza. Il danese allenato da Pietro Genga conclude la prima giornata con 74/75 e lo trasforma in un 124/125 alla vigilia della finale nella quale si inseriscono anche i 122 del campione olimpico Vincent Hancock e del russo Valery Shomin, i 121 del cipriota Georgios Achilleos allenato da Andrea Benelli e dell’altro danese Jesper Hansen e il 119 di Anthony Terras. Per non correre rischi Anders Golding compone un’altra perfetta serie piena anche in finale e si assicura il trofeo con 149/150 e tre piattelli di vantaggio su Vincent Hancock. Il trofeo di bronzo dello Skeet va al russo Valery Shomin che totalizza 145.

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IN CORPORE SANO

ALLE VOLTE VINCE IL PIU’ FORTE E’ il crollo di un mito? No, forse semplicemente la constatazione che campioni non si nasce ma si diventa. Sull’argomento propone le sue considerazioni il Preparatore atletico delle Nazionali azzure di tiro a volo Testo di Fabio Partigiani Nello sport è consuetudine l’assioma: tanto alla fine vince il più forte. Niente di meno veritiero e sostenibile! Pensiamo per un attimo solamente ad alcuni famosi esempi che non appartengono al mondo del tiro a volo: Federica Pellegrini contro Laure Manaudou, il Milan contro il Liverpool in una bella finale di Champions League, Federer contro Nadal. Campioni di discipline diverse, conosciuti in tutto il mondo, che dati sulla carta vincenti si sono ritrovati sconfitti dall’avversario. Come non prendere in considerazione anche la Roma Calcio, di qualche campionato fa, che dopo una lunga e faticosa rincorsa sull’Inter, dopo essere passata in testa alla classifica ed essere divenuta “padrona del suo destino”, proprio lì sul traguardo è letteralmente scivolata a terra, perdendo l’occasione unica di un’intera stagione sportiva. Come del resto il Milan sconfitto ai rigori dopo un incredibile 3-0 a proprio vantaggio, recuperato dal Liverpool in meno di mezz’ora. Come è possibile? Quanti si sono fatti questa domanda? Come si può correre tanto e poi, una volta primi e con il sogno alle porte, sbagliare tutto e perdere?Gli sportivi diranno in coro: ma ci sono avversari più forti! Io rispondo, per voce del mio piccolo sapere, costruito in anni di studio, partecipazione a congressi internazionali ed esperienza sul campo: se sei primo per una manciata di punti o decimi di secondo o per un piattello, questo assioma non regge più perché le presunte differenze sono già’ state abbattute, si è già alla pari o sopra! La verità è un’altra, anche se scomoda: nello sport, come nella vita, la differenza tra chi vince e chi perde è minima, dipende non da “forza” o “potenza” o “circostanze”, ma dipende dai nostri neuroni, dalla mente. Federica Pellegrini vedeva come un miraggio la rivale Manaudou ad appena un anno dalle Olimpiadi, tanto quanto Nadal vedeva lontano Federer nei suoi tornei, ma entrambi hanno vinto, hanno superato mentalmente l’avversario giorno dopo giorno, allenamento dopo

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allenamento e lo dimostra in fondo l’Inter del “mister” Mourinho, cresciuta di testa prima e giunta poi al successo in tre grandi competizioni. Quello che sto cercando di mettere in evidenza, è che per vincere, quando sei lì, non conta più il più forte ma il più solido, non quello più motivato perché la motivazione è solo volontà e non basta il più delle volte. La famigerata leggenda di Davide contro Golia deve insegnarci molto, e va nella direzione di quello che da preparatore atletico ho studiato e confermato in questi miei interventi. Dagli esempi descritti si possono trarre diverse considerazioni che in ultima analisi portano alla stessa e unica conclusione: arrivare primi. Scriverlo è semplice ma poi la realtà è completamente differente. Molte volte nello sport si innescano dei meccanismi talmente sottili che portano l’atleta o la squadra a delle prestazioni incredibili che però non portano i risultati sperati. La verità è che sul traguardo si è caduti e bisognerebbe capire il perché affinché ciò non si ripeta più. Non importa se la rincorsa è stata fantastica, in fondo gli atleti sono di spessore e anche gli staff, quindi salire è auspicabile e possibile. Ma quando le aspettative sono alte, lo stress a mille, è in questi momenti che vedi tutta la verità. Oggi, molto spesso l’abilità non basta più, il talento non è più sufficiente, occorre prepararsi bene ai momenti chiave che ci si pongono davanti. Per saperli cogliere e afferrarli al volo. Per poter vincere. Ma soprattutto per non avere poi inutili rimpianti. Ecco, la cosa importante è: non avere rimpianti. Questo è quello che dico spesso ai miei atleti. Prepararsi con coscienza, fare sacrifici, fare tutto quello che è nelle nostre possibilità e poi affrontare la gara, convinti di averla preparata al meglio. Nel nostro sport, sia a livello nazionale che internazionale, vince chi fa un piattello in più rispetto al secondo, o ancora meglio, chi sbaglia meno piattelli. Questa è la legge del tiro a volo. Quante volte grandi campioni delle tre discipline olimpiche non hanno accettato la sconfitta? Quante volte la frase: quel


IN CORPORE SANO

destro maledetto a 45°! È uscito a tempo zero! L’ho fumato e mi hanno dato zero! Si potrebbero scrivere pagine e pagine con queste frasi, ma quando si tirano le somme, il risultato finale è che la gara è stata vinta dall’avversario. Come si possono evitare questi spiacevoli inconvenienti che la maggior parte delle volte lasciano l’atleta in una condizione psicologica estremamente negativa? Non ci sono libri in merito. Non ne esistono. La forza che un tiratore deve avere dentro di sé deve essere costruita poco alla volta. Già dai primi passi sulle pedane di tiro. Il futuro campione deve essere accompagnato nel suo percorso sportivo da persone competenti nel ruolo che occupano in seno alla società sportiva. Quali sono queste persone che possono segnare indelebilmente la carriera dell’atleta? Due, tre al massimo. Di solito l’allievo viene accompagnato al campo di tiro dal genitore, il padre, spesso tiratore. Ecco, il padre è la prima persona a cui deve dare fiducia, ascoltare i suoi consigli e cercare di metterli in pratica. Molte volte il padre non si limita solo a questo ma va oltre il suo compito, con il risultato di creare dei blocchi psicologici al proprio figlio. Risultato? Abbandono precoce della disciplina. Purtroppo il genitore non riesce a valutare fino a che punto deve arrivare il suo sapere per poi mettersi in disparte e lasciare il compito all’istruttore federale. L’istruttore è la figura fondamentale nella carriera sportiva dell’atleta. Ha la possibilità di plasmare a suo piacimento il futuro campione. Non basta saper insegnare la tecnica. Occorrono tante altre qualità per dare la possibilità al nostro allievo di affrontare il suo percorso sportivo con la giusta motivazione. Soprattutto nei momenti di difficoltà, che nella carriera di un tiratore sono molteplici, viene fuori quella forza interiore che ti permette di superarli e ritornare competitivo come prima, se non di più. Chi può dare questa forza oltre l’istruttore? Il preparatore

atletico. È l’altra figura che entra a far parte dello staff del tiratore. È una figura professionale importante. Deve costruire la forma dell’atleta perché questi possa, al momento giusto, dare il massimo e conseguire il risultato sperato. Non è facile il compito! Più semplice è pianificare un allenamento. Basta seguire i principi dettati dalla Teoria e Metodologia dell’Allenamento. Ci sono tanti libri in merito. Basta avere il tempo e la pazienza di leggerli. Ma questo non è sufficiente! Occorre conoscere l’atleta nei minimi particolari, studiare attentamente le sue esigenze e poi creare il programma a lui più idoneo. In poche parole: un abito su misura. Ma per far questo bisogna conoscere quell’atleta come le proprie tasche. Ci deve essere un “feeling” incredibile che uscirà fuori nei momenti di tensione. Questo legame non si costruisce in un mese, ma neanche in un anno. È come usare la plastilina. La puoi lavorare con le tue mani creando un’infinità di oggetti. La stessa cosa succede nel tiratore. Lo puoi plasmare in mille modi creando in lui quella forza interiore che al momento opportuno uscirà fuori. Questo è importante! Fare uscire quella forza al momento giusto. Ormai in tutti gli sport i livelli si sono quasi completamente allineati. Come già detto in precedenza, i margini di vittoria sono infinitesimali: un centesimo in meno rispetto all’avversario, nel nostro sport un piattello in più. Per salire sul gradino più alto non serve solo la motivazione o il talento, ma la testa. Una grande forza interiore che ti permette di superare qualsiasi ostacolo si presenti sulla strada che porta alla vittoria! L’esempio lo abbiamo in casa: Jessica Rossi. In televisione, a Londra, sulle pedane del Royal Artillery Barrack, il campo di tiro dove si sono svolte le ultime Olimpiadi, il suo viso era impenetrabile, non tralasciava intravedere nessuna emozione. Questo era ciò che i numerosi spettatori vedevano. Dentro di lei le emozioni erano controllate. Le ha incanalate nella giusta direzione in maniera tale da che esse non fossero di intralcio ma di aiuto. Come si può arrivare ad una finale olimpica, a 20 anni, sapere che tutto il mondo ti guarda, che puoi diventare l’artefice di una impresa memorabile e dare l’impressione di affrontare una gara come tante altre? La convinzione di avere fatto tutto nei minimi particolari, di non aver tralasciato nulla. Questa convinzione, quando la senti dentro di te, ti porta ad avere uno stato psico-fisico unico. Sei cosciente di stare bene: tutti i gesti quotidiani, che in situazioni di profondo stress possono diventare elementi di disturbo, sono compiuti con naturalezza. Non arrecano apprensione. La sicurezza che ho nell’affermare questi concetti nasce dal fatto di avere vissuto in prima persona tutte le emozioni insieme a Jessica.Il suo percorso di avvicinamento all’appuntamento olimpico è iniziato nell’ottobre del 2011 con i raduni di Preparazione Fisica presso il Centro Coni di Tirrenia. Cinque mesi intensi di sedute di allenamento: funicelle, palline da tennis, discosit, nuoto. Ogni seduta programmata nei minimi particolari. In questi mesi la sua forma fisica ha iniziato a prendere forma. E poi? E poi, è arrivato quell’indimenticabile 4 agosto 2012... I l TI R O A V OL O

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M O N D I A L E U N I V E R S I TA R I O

AZZURRI IN CATTEDRA Al Campionato mondiale universitario di Kazan gli atleti italiani svettano in tutte le classifiche: nella Fossa Olimpica si impongono Silvana Stanco e Valerio Grazini, Marco Sablone è il migliore nello Skeet e Antonino Barillà è leader nel Double Trap

Foto di Giorgio Steccanella

Italiani da trenta e lode alla quarta edizione del Campionato mondiale universitario di Fossa Olimpica, Skeet e Double Trap in programma a Kazan. Nella città della Russia meridionale è Silvana Stanco ad inaugurare i successi italiani. Con due 23 e un 22 Silvana occupa subito la vetta della graduatoria parziale: con il suo 68/75 l’azzurra precede di due piattelli la kazaka Anastassiya Davydova e di tre la russa Tatiana Barsuk. Con quella fiducia nei propri mezzi già dimostrata in numerose occasioni, l’azzurra non teme il confronto nell’ultima frazione di gara: Silvana Stanco colleziona un 21 nel round decisivo ed è il miglior punteggio del gruppo, tant’è 16

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che l’italo-svizzera incrementa il suo vantaggio e vince con 89/100 davanti alla stessa Davydova (84) e alla slovacca Lucia Boorova che in volata “brucia” la Barsuk per un piattello. Non riescono ad accedere alla finale Marina Moioli (62) e Erica Profumo (61), ma la lombarda e la piemontese collaborano con Silvana Stanco a comporre la vittoria di squadra: le azzurre sono prime con 191 davanti al 188 della Russia e al 179 del Kazakhstan. Non parte benissimo il comparto maschile della Fossa Olimpica in questa sfida russa che ha visto il team azzurro guidato da Pierluigi Pescosolido, coadiuvato nella circostanza da

Sul podio delle squadre femminili di Trap le azzurre Silvana Stanco, Marina Moioli e Erica Profumo hanno preceduto la Russia e il Kazakhstan


MONDIALE UNIVERSITARIO

Nella gara individuale di Trap Valerio Grazini ha svettato davanti alo statunitense Brian Burrows e al cipriota Andreas Makri

Andrea Filippetti. Ma dopo qualche esitazione dei primi momenti, anche gli universitari del Trap fanno la loro parte. Valerio Grazini non occupa infatti le primissime posizioni dopo le prime tre serie di gara, ma alla boa dei 125 piattelli il viterbese è già insediato al primo posto con 119 insieme al cipriota Andreas Makri. In finale Valerio spinge al massimo:

totalizza altri 23 centri e vince il titolo con 142/150 davanti allo statunitense Brian Burrows che aggancia a 139 Makri e lo supera in shoot-off. Nella sfida a squadre Simone Lorenzo Prosperi (115) e Marco Panizza (112) affiancano valentemente Valerio Grazini, ma gli azzurri non riescono a centrare la vittoria che arride alla Russia (347/375). L’Italia di Grazini,

Nel confronto a squadre ha vinto la Russia: gli azzurri Valerio Grazini, Marco Panizza e Simone Lorenzo Prosperi hanno conquistato la medaglia d’argento davanti a Cipro

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MONDIALE UNIVERSITARIO

Marco Sablone è stato il dominatore del Mondiale universitario di Skeet: il capitolino ha preceduto il ceco Tomas Nydrle e il russo Anton Astakhov

Prosperi e Panizza è seconda con 346 e sul podio precede Cipro per la miglior ultima sequenza di punteggi. Non sono invece tra le protagoniste le azzurre dello Skeet. Nella gara vinta dalla russa Albina Shakirova con 91/100 davanti alla polacca Agnieszka Sieracka e alla medagliata di Londra Danka Bartekova, Mhabel Becchi conclude con 57 bersagli su 75 e Nausicaa Cirillo con 55. È invece letteralmente splendida la performance di Marco Sablone: l’universitario capitolino compone una

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strepitosa serie di 25 e approda alla finale con 123/125. Un 22 conclusivo consegna a Marco il pieno successo: con 145/150 l’universitario romano precede il ceco Tomas Nydrle e il russo Anton Astakhov. Con la collaborazione di Giancarlo Tazza (116) e Giancarlo Grimaldi (108), Marco Sablone sale anche sul podio delle rappresentative nazionali: l’Italia dello Skeet centra infatti un prestigioso argento alle spalle della Repubblica Ceca. Finale strepitoso con il Double Trap. Antonino Barillà ha tenuto in pugno

Secondo posto per la squadra dello Skeet composta da Marco Sablone, Giancarlo Tazza e Giancarlo Grimaldi alle spalle della Repubblica Ceca e davanti alla Russia


MONDIALE UNIVERSITARIO

Antonino Barillà è stato il leader della classifica del Double Trap: il calabrese ha svettato precedendo il ruso Mihail Leybo e l’altro azzurro Alessandro Chianese

la gara per tutto il suo svolgimento, prima assicurandosi la vetta della graduatoria parziale con 144/150 e poi perfezionando il suo successo con il 191/200 conclusivo che ha consegnato l’oro del Tatarstan al giovane calabrese. Con il russo Mihail Leybo al secondo posto (187), è stato Alessandro Chianese a centrare la

conquista di un prestigioso bronzo con 183 bersagli utili e con uno spareggio vittorioso nei confronti del russo Maksim Lazarev. La Russia ha vinto la gara a squadre, ma l’Italia di Antonino Barillà, Alessandro Chianese e Ferdinando Rossi (124) ha conquistato un luminoso argento con 407 bersagli utili complessivi.

Nella gara a squadre di Double Trap l’Italia di Antonino Barillà, Alessandro Chianese e Ferdinando Rossi si è classificata seconda alle spalle della Russia e davanti al Kazakhstan

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FOSSA OLIMPICA

IL CAMPIONE È VIGANò L’azzurro del Corpo forestale vince lo scudetto stagionale degli Eccellenza sulle pedane di Conselice: sulle pedane romagnole si aggiudicano il titolo anche Jessica Rossi, Luca Miotto e Alessia Montanino. A Cieli Aperti è campione dei Prima Paolo Cavarzan, mentre a Umbriaverde svettano il Seconda Franco Paolini e il Terza Alfredo Bianchi

Il campione è Viganò. Campione italiano degli Eccellenza di Trap della stagione olimpica, intendiamo. L’azzurro del Corpo forestale dello Stato ha infatti conquistato lo scudetto con una volata vincente sulle pedane di Conselice. Dopo aver dato l’avvio alla gara con un 23, Rodolfo Viganò ha collezionato una serie piena ed ha chiuso la prima giornata della gara ravennate con un altro 23 che momentaneamente gli impediva di occupare il pianerottolo più alto della graduatoria parziale. Con 72 bersagli all’attivo (contro i 71 di Viganò) avevano infatti concluso il primo tempo della gara Giovanni Pellielo, Daniele Resca e il campione in carica Pierluigi Sollami. Nella seconda giornata il forestale di Castello d’Agogna piazzava un 24 e nella quinta frazione metteva a segno un 23. Con 118/125 Rudi si 20

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assicurava un posto in finale, ma non stazionava nelle primissime posizioni: il vertice della graduatoria era infatti presidiato da Giovanni Pellielo e Daniele Resca che con due 24 nella seconda giornata avevano continuato a viaggiare appaiati e si insediavano a 120. Con 119 tallonava la coppia di testa Pierluigi Sollami che precedeva dunque ancora lo stesso Viganò. Per gli ultimi due posti disponibili in finale erano invece in corsa i quattro autori di 116: Claudio Armiraglio, Maurizio Bartolini, Marco Panizza e Fabrizio Bruni. Uno shoot-out rapido escludeva Bruni e Panizza e promuoveva al round finale Armiraglio e Bartolini. Nel confronto ad un solo colpo Rodolfo Viganò assemblava un buon 21 che proiettava il suo punteggio quota 139. Gli apripista Pellielo e Resca non andavano oltre il 19 ed erano così agganciati da Viganò, mentre nella

Il campione italiano degli Eccelenza Rodolfo Viganò


FOSSA OLIMPICA

Il podio degli Assoluti di Conselice con Rodolfo Viganò al vertice davanti a Giovanni Pellielo e Daniele Resca

Nella sfida femminile Jessica Rossi ha prevalso precedendo Giulia Pintor e Giulia Iannotti

parte bassa del gruppo il campione uscente di Caltanisetta Pierluigi Sollami si attestava al quarto posto con 137 davanti al 136 di Claudio Armiraglio e al 135 di Maurizio Bartolini. Nel rapido shoot-off per il titolo che lo vedeva opposto a Johnny Pellielo e a Daniele Resca, nel giro di tre lanci Rudi piazzava la stoccata vincente: costringeva alla resa prima

l’emiliano e poi il piemontese e si assicurava con grandissimo merito il titolo tricolore degli Eccellenza. Non dissimile è stato il percorso che ha condotto Jessica Rossi a conquistare lo scudetto in rosa. Alla boa delle tre serie era infatti Giulia Pintor a guidare il gioco: la tiratrice sarda delle Fiamme azzurre, con un 68 assemblato grazie alla sequenza 24

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FOSSA OLIMPICA

Luca Miotto è il nuovo campione italiano degli Juniores: il bresciano ha preceduto Valerio Grazini e Carlo Mancarella

- 21 - 23, si era assicurata il primo posto della graduatoria parziale. L’olimpionica di Londra doveva inseguire a quota 66 (20 – 24 – 22) davanti ai 65 di Giulia Iannotti e Romina Giansanti e ai 64 di Federica Caporuscio e Nadia Righetti. In finale era però Jessica a sferrare l’attacco più convinto. Con 20 bersagli utili la Rossi toccava quota 86/100 e,

poiché Giulia Pintor componeva soltanto un 16, si aggiudicava il titolo tricolore stagionale con due piattelli di vantaggio sulla tiratrice di Oristano. Per la medaglia di bronzo erano in lizza gli 83 di Giulia Iannotti e Federica Caporuscio e, per 3 a 2, era l’azzurra di Vallo della Lucania a sottrarre alla capitolina l’ultimo gradino disponibile del podio Alessia Montanino ha vinto il titolo delle ragazze under 20 precedendo Alessia Iezzi e Silvana Stanco

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FOSSA OLIMPICA

Paolo Cavarzan ha vinto il titolo italiano di Prma categoria a Cieli Aperti davanti a Renzo Baldinotti e Giuseppe Zito

di Conselice. Vittoria netta tra gli Juniores per Luca Miotto che è stato leader della gara degli under 20 fino dalle prime battute. Due perfette serie piene e un 23 nella prima giornata avevano fatto comprendere che il lombardo voleva fortemente questo scudetto, anche se, tra gli inseguitori, Valerio Grazini e Carlo Mancarella apparivano altrettanto agguerriti. Nella seconda giornata Miotto non attenuava il ritmo: con un 23 seguito da un perfetto 25 il bresciano era in vetta alla graduatoria parziale con 121 davanti al 119 di Grazini e al 118 di Mancarella. Già virtualmente fuori dal gioco delle medaglie gli altri finalisti: Antonio Michael Torsello e Nico Curelli con 111 e Mattia Sardi con 109. Nella finale ad un colpo Luca Miotto andava a conquistarsi autorevolmente il titolo: con 20 centri il suo punteggio complessivo si impennava a quota 141/150 e il bresciano era campione

italiano davanti a Grazini che ha concluso a quota 137 centri e a Mancarella che si è fermato a 133. È un solido 86/100 quello che ha attribuito il titolo delle under 20 ad Alessia Montanino. Nel round finale la ragazza campana ha dovuto moderare l’esuberanza agonistica di una brillante Alessia Iezzi che si era impossessata della vetta della classifica alla boa delle tre serie di selezione. Con l’abruzzese a quota 68, la griglia delle finaliste vedeva infatti in seconda posizione la Montanino con 66 davanti a Silvana Stanco (65), Valeria Raffaelli (62), Lisa Nicole Marzo (59) e Krizia Domenica Laganà (58). Ma in finale la prova di Alessia Iezzi non è stata fluida come nelle serie di selezione e il 17/25 dell’abruzzese ha spianato la strada della Montanino che ha invece fermato il volo di venti piattelli e si è laureata campionessa italiana. Con Montanino al vertice e Iezzi sul I l TI R O A V OL O

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FOSSA OLIMPICA

gradino d’argento, è stata Silvana Stanco a coronare una stagione di brillanti prove con un meritato bronzo a quota 80. Paolo Cavarzan è il campione italiano dei Prima categoria. Il tiratore di Vedelago è stato il più brillante dei centocinquanta contendenti in gara per lo scudetto stagionale sulle pedane bergamasche di Cieli Aperti. Cavarzan ha subito fatto intendere di ambire al titolo con una strepitosa serie di tre 25 nella prima giornata della sfida lombarda. Pur riducendo il ritmo di marcia rispetto all’exploit del primo giorno, anche nella seconda giornata il tiratore veneto ha conservato sempre il primato. Con il 24 e il 23 del secondo round il trevigiano si è infatti impossessato della vetta della classifica con 122 ma a quella quota ha dovuto condividere la posizione con un brillantissimo Franco Felici 24

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che ha recuperato posizioni grazie ad una prova regolare e di ottima qualità. Con 121 entravano nel lotto dei finalisti anche Renzo Baldinotti e Giuseppe Zito. Con 120 era della partita Giacomo Buffoli e con 119 si aggiudicava l’ultimo posto libero tra i sei Davide Ramella. In finale Cavarzan era implacabile: 25 centri sottolineavano la sua supremazia. Il totale di 147/150 consegnava al veneto lo scudetto dei Prima categoria davanti ad un convincente Renzo Baldinotti, autore di 24 centri in finale e del totale di 145. A quota 144 si ritrovavano Giuseppe Zito e Giacomo Buffoli ed era Zito a conquistare il terzo gradino del podio per 5 a 4. Nella zona bassa, Davide Ramella e Franco Felici concludevano con 142. Franco Paolini è invece il nuovo campione italiano di Seconda

Franco Paolini si è laureato campione italiano di Seconda categoria: sul podio di Umbriaverde il toscano ha preceduto Ivo Massabo e Fabrizio Bartoloni


FOSSA OLIMPICA

Alfredo Bianchi ha vinto il titolo dei Terza categoria precedendo Andrea Pieri e Filippo Correnti

categoria. A Umbriaverde il tiratore toscano si è inserito tra i finalisti dopo uno shoot-out a quota 117 (24 – 24 – 23 – 25 – 21) e nel round finale è stato autore di un perfetto 25 che ha letteralmente stravolto gli equilibri della gara. Paolini ha infatti agganciato a 142 Ivo Massabo e nello spareggio per il titolo lo ha superato per 4 a 3 costringendo il piemontese al secondo posto. Bella anche la performance di Fabrizio Bartoloni che, entrato in finale per effetto dello stesso shoot-out che aveva promosso Paolini, ha assemblato un ottimo 24 e, beneficiando della defaillance degli apripista, ha raggiunto a 141 Giancarlo Pinardi e lo ha escluso dal podio in shoot-off per 1 a 0. Quinto posto per Domenico Cannizzaro (140) che alla boa delle cinque serie dominava la graduatoria con un solido 120 e sesto posto per

Luciano Fiorini Carbognin (136). Molto diversa invece la gara dei Terza categoria. Il piemontese Alfredo Bianchi ha conquistato lo scudetto stagionale, ma ha dovuto difenderlo strenuamente in finale rintuzzando gli attacchi di un convincente Andrea Pieri. Giunto alla boa delle cinque serie in vetta alla classifica con 116/125 (22 – 24 – 24 – 24 – 22), Bianchi (autore di 21 centri in finale) si è lasciato agganciare a quota 137 dal toscano Pieri che ha messo in campo un ottimo 23. Nello spareggio il piemontese ha tuttavia dato prova di carattere prevalendo per 3 a 2. La medaglia di bronzo è andata a Filippo Correnti che ha totalizzato 136 come Paolo Cappelli e Francesco Arimondi ed ha regolato gli avversari dopo dieci lanci. Sesto posto per Fabrizio Favretto, autore di 134 centri. I l TI R O A V OL O

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SKEET

UN ALLORO PER SANDRO BELLINI Il toscano dei Vigili del Fuoco conquista lo scudetto tricolore degli Eccellenza nel confronto nazionale di Skeet con formula Fitav: a Cascata delle Marmore vincono anche Fabrizio Nascetti, Ubaldo Falvo, Gino Mollica, Alfredo Petroni e Alvaro Cempella

Sandro Bellini compone il risultato più pregiato al Campionato italiano di Skeet con formula Fitav e si appunta sulla sua divisa dei Vigili del Fuoco lo scudetto 2012. E’ un perfetto 198/200 quello che permette allo skeettista toscano di fare letteralmente il vuoto dietro di sé e di spegnere - per un gioco di parole che è simpaticamente suggerito dalla scuderia di appartenenza di Bellini – il fuoco di tutte le ambizioni dei suoi contendenti. In Eccellenza non ce n’è per nessuno: è Sandro l’assoluto protagonista. Bellini chiude la prima giornata con un perfetto 99/100 (25 – 25 – 25 – 24) e ipoteca già ampiamente il primato definitivo: quel successo che arriverà il giorno successivo con quella sequenza (25 – 26

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25 – 24 – 25) che condurrà il toscano dei Vigili del Fuoco a quota 198/200. Alcuni dei blasonati inseguitori ce la mettono davvero tutta per arginare l’esuberanza di Bellini: Adriano Bandini impronta la sua gara sulla regolarità e il Ct della Danimarca Piero Genga, che alterna volentieri il ruolo di coach a quello di tiratore, compie un recupero imponente con una seconda giornata stellare. Fa fuoco e fiamme il tarantino, ma Bellini è appunto abile a intervenire per spegnerle. Genga e Bandini si attestano a 192 e possono soltanto duellare per le piazze d’onore: l’argento andrà a Bandini che si impone per 2 a 1 nello shoot – off. Nella scia dei medagliati si collocano il 191 di Ludovico Di Maio, i 188 di

Sandro Bellini dei Vigili del Fuoco ha conquistato il titolo italiano di Skeet con formula Fitav precedendo Adriano Bandini e Pietro Genga


SKEET

Fabrizio Nascetti ha vinto il titolo di Prima categoria precedendo Riccardo Meriziola e Mauro Mazzoleni In Seconda categoria Ubaldo Falvo ha vinto precedendo Claudio Boccardo e Riccardo Santini

Gino Mollica si è laureato campione italiano dei Terza categoria davanti a Michele Casale e Marco Abbatiello Tra i Veterani ha vinto Alfredo Petroni che ha preceduto Enzo Rossetti e Luigi Ronco

Giovanni Di Bari e Stefano Benet, il 187 di Stefano Battaglia. Fabrizio Nascetti è il campione italiano di Prima categoria: nella prima giornata lo skeettista umbro si tiene a livelli stellari e conclude con una sola tessera bianca sulla sua lavagna. Nella ripresa il suo Skeet è un po’ meno incisivo e al termine della gara approda a 192: è un punteggio con il quale rischia l’aggancio da parte di un brillante Riccardo Meriziola, ma Nascetti è comunque abile ad assicurarsi lo scudetto. Meriziola è meritatamente secondo e sale sul podio della Società del Presidente Ferdinando Donati con Mauro Mazzoleni che conclude a 190 e, per meritare il terzo posto, deve affrontare uno shoot-off nel quale costringe alle sedi fuori dal podio i combattivi

Alberto Fattorini e Andrea Biscontri. Stefano Sebastiani si ferma a 189 davanti al 188 di Simone Moschini. Ben costruita nel corso di tutta la gara di Cascata delle Marmore la vittoria di Ubaldo Falvo in Seconda categoria. Il tiratore calabrese ha composto un pregiato 189/200 (24 – 23 – 25 – 24 – 25 – 21 – 25 – 22) e si è assicurato lo scudetto tricolore del 2012 con otto piattelli di vantaggio su Claudio Boccardo che a sua volta ha costretto al terzo gradino del podio Riccardo Santini (180). Alessandro Pieri si è classificato quarto con 179, davanti ai 178 di Gaetano Loritto e Marco Bicchi. Bella gara anche quella che ha attribuito il titolo di Terza categoria a Gino Mollica che nell’ultima serie, per effetto del largo vantaggio accumulato nel corso della sfida di Acquasparta,

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SKEET

Tra i Master ha vinto Alvaro Cempella davanti a Luciano Ciliberti e Vittorio Borrelli

ha potuto permettersi di allentare un po’ il ritmo. Il tiratore calabrese ha vinto con 192/200 precedendo i 178 di Michele Casale e Marco Abbatiello: nello spareggio che è scaturito dallo stato di parità tra lo skeettista della Basilicata e quello della Campania ha poi prevalso Casale per 2 a 1. Nella loro scia Remo Maestrini e Fabio Ganozzi hanno concluso a 173, mentre Michele Fasolo e Lorenzo Caselli si sono attestati a 172. Il campione italiano di Skeet con formula Fitav dei Veterani è Alfredo Petroni. Il tiratore umbro ha totalizzato un solidissimo 189/200 (decisamente di gran pregio la sequenza di tre serie piene consecutive che Petroni ha assemblato nella prima giornata della gara di Cascata delle Marmore) e si

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è aggiudicato lo scudetto precedendo di sette piattelli un nome leggendario dello Skeet italiano degli anni Settanta e Ottanta: Enzo Rossetti. Luigi Ronco è stato ottimo terzo con 180 e ha costretto alle sedi fuori dal podio Roberto Lepri (179), Ennio Masu (174), Diego Antonietti e Giancarlo Perfetti (172). Disinvolta anche l’affermazione di Alvaro Cempella tra i Master. Con 170/200 il tiratore latino si è imposto precedendo di sette lunghezze Luciano Ciliberti. La medaglia di bronzo è andata a Vittorio Borrelli che ha totalizzato 152 come Romano Teseo ma poi si è imposto nello shoot-off per 3 a 2. Con 147 ha concluso la gara umbra Virglio Virgili davanti al 142 di Agostino Maccarelli e al 140 di Alberto Galante.


C O P PA I TA L I A

CARIGNANESE E SANT’UBERTO VINCONO LA COPPA ITALIA Il team torinese di Terza categoria composto da Francesco Lafata, Alfredo Bianchi e Antonio Ferrara vince il trofeo a Zevio, mentre tra le squadre di Seconda in gara a Vetralla svetta Sant’Uberto Il podio della gara di Zevio con il team della Caignanese al vertice davanti alle formazioni di Uboldo e Borgo 2

Interessante esperimento quello della Coppa Italia tutta dedicata ai tiratori di Seconda e di Terza categoria che la Fitav ha proposto quest’anno rispettivamente a Vetralla e a Zevio. All’impianto veronese si è imposto il team della Carignanese: a sostenere i colori del sodalizio torinese sulle pedane venete sono scesi in campo i Terza categoria Francesco Lafata (89/100), Alfredo Bianchi (87/100) e Antonio Ferrara (87/100). Il terzetto della Carignanese ha totalizzato 263/300 ed ha preceduto di due lunghezze il team di Uboldo i cui colori per l’occasione erano difesi da Rodolfo Volonghi e da Lorenzo e Antonio Balbi. Terzi i veneti di Borgo 2: Sergio Dottor, Davide Bellotti e Roberto Cisco hanno concluso la gara veronese con 257 bersagli all’attivo. Tra le ventuno formazioni in gara nella scia dei medagliati si sono inseriti lo Shooting team Scaligero (252), La

Fattoria di Mira (248), San Marco (247). Sotto il profilo dei punteggi individuali, degno di menzione il pregevole 93/100 totalizzato da Eddy Bianchin per le insegne del Sante Martignago. A Vetralla si sono affrontate invece le formazioni composte dai Seconda categoria. Ha vinto la formazione abruzzese di Sant’Uberto. Marco Mele con il suo poderoso 98/100 ha trainato al successo la formazione completata da Giancarlo Pinardi e Luciano Saccomandi, entrambi autori di 88 centri. Sant’Uberto ha svettato sul podio di Vetralla con 274/300 ed ha preceduto il 271 di Valle Aniene (Carlo Petrucci, Roberto De Paolis, Emiliano Fedeli) e il 270 di Marrandino (Renato De Angelis, Antonio Conte, Giuseppe Cuomo). A seguire: Aosta e Sezze (tra i latini di gran pregio il 98/100 di Paolo Consalvi) con 269 e Carignanese con 267. I l TI R O A V OL O

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DOUBLE TRAP

VINCE IL VENETO TARGATO MONICA GIROTTO A Castelgoffredo sono i rappresentanti euganei a svettare autorevolmente nel Campionato delle Regioni di Double Trap: le piazze d’onore vanno alle Marche e all’Umbria

È un trionfo nettissimo quello del Veneto al Campionato delle Regioni di Double Trap che si è disputato il 24 settembre sulle pedane mantovane di Castelgoffredo. La formazione euganea ha infatti sbaragliato tutti i contendenti con un prestigioso 579/720 che ha attribuito al team una vittoria cristallina sottolineata da ventotto centri di vantaggio sui secondi classificati. L’artefice principale del successo della 30

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squadra del Veneto è Monica Girotto: l’ex azzurra a Castelgoffredo ha interpretato il suo Double Trap migliore e ha confezionato un luminoso 107/120 (26 – 27 – 26 – 28) che, oltre a rappresentare il vertice qualitativo della manifestazione in programma sulle pedane della Società della famiglia Chitò, ha letteralmente trainato la formazione euganea ad una vittoria schiacciante. Alla bella vittoria in terra lombarda hanno ha tuttavia

La formazione del Veneto di capitan Monica Girotto ha conquistato la vittoria al Campionato delle Regioni di Double Trap a Castelgoffredo


DOUBLE TRAP

Sul podio di Castelgoffredo il Veneto ha preceduto i sestetti di Marche e Umbria

contribuito il generale alto livello espresso dal gruppo: il Terza categoria Andrea Galesso ha totalizzato 98 centri, l’eclettico universalista Lionello Masiero ne ha realizzati 96, Davide Cerchier 95, Jacopo Dal Moro 92 e l’Eccellenza Walter Trevisan (questa volta autore di una partenza decisamente non all’altezza della sua fama, ma anche artefice di un bel riscatto nelle serie successive) ne ha totalizzati 91. Complessivamente il Veneto targato Monica Girotto ha raccolto i frammenti di 579 piattelli e si è assicurato trionfalmente il primo posto della sfida di Castelgoffredo. Due formazioni dalla solida tradizione doublistica – Marche e Umbria - hanno tentato di arginare la “valanga Veneto”, ma senza l’esito sperato. Per la formazione adriatica Dardo De Carlonis e Roberto Zallocco hanno totalizzato il punteggio migliore: 103/120. Con il contributo di Eugenio Rinaldoni (95), Stefano Marconi (86), Nicola Sbaffi (83) e Stefano Rosini (81) il team delle Marche ha toccato quota 551, ma ha potuto soltanto aggiudicarsi il secondo gradino del podio. Il terzo posto è andato invece

appunto all’Umbria che ha concluso con 541 centri all’attivo. Guidati con autorevolezza da un sempre solido Stefano Mezzetta che ha composto il bel punteggio di 104/120, il team del cuore verde d’Italia si è avvalso del contributo di Italo Scopetta (97), Roberto Sparnaccini (96), Emilio Cenci (95), Lorenzo Belei (90) e Remo Stafisso (59). Fortemente distanziata la Lombardia che si è assicurata il primo posto fuori dal podio. Forte del contributo di Cristian Filippi, Lorenzo Lorenzi, Angelo Pasolini, Diego Megale, Renato Ferrari e Almerino Carraretto, il sestetto lombardo ha totalizzato 512 centri ed ha preceduto l’Emilia Romagna (503 centri ad opera di Ivan Rossi, Lanfranco Cappelli, Mirco Giardini, Lorenzo e Valerio Gonnesi Fabbri e Fabio Casadei). Il Piemonte/Valle d’Aosta (Renzo Furian, Maurizio Maroli, Elio Macario Pindo, Antonio Zanellato, Mirko Tumiatti e Roberto Maroli) ha totalizzato 452 e la Sicilia (Alessandro Scuderi, Gaetano Alessandro Piazza, Giuseppe Peluso, Giovanni Termini, Renato Pumilia e Chiara Maria Nuccia Termini) ha concluso con 439 bersagli utili. I l TI R O A V OL O

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FOSSA UNIVERSALE

La squadra italiana di Fossa Universale condotta al Mondiale portoghese dal coach Sandro Polsinelli

L’ORO DEL PORTOGALLO Al Mondiale della disciplina delle cinque macchine vincono il titolo lo Junior Enrico Moraglia e il Superveterano Gianfranco Corradi che propizia anche il successo collettivo, ma è d’oro anche la formazione femminile composta da Roberta Pelosi, Bianca Revello e Ester Iannotti

Rientra in patria con quattro medaglie d’oro la formazione italiana di Fossa Universale condotta al Mondiale del Portogallo dal Commissario Tecnico Sandro Polsinelli. Gli azzurri centrano risultati prestigiosi. Ne è un esempio il 197/200 (25 – 25 – 25 – 24 – 24 – 25 – 25 – 24) con cui Enrico Moraglia ha conquistato l’alloro planetario degli Juniores. Il diciannovenne di Sanremo si è laureato campione del mondo precedendo due insidiosi contendenti: gli spagnoli Mario Fuentes Lopes e Iñaki Arteche. Una brillante vittoria individuale l’ha centrata anche Gianfranco Corradi. Il fiorentino ha vinto il titolo tra i Superveterani con un solido 193/200 (25 – 23 – 25 – 24 – 24 – 22 – 25 – 25) che ha costretto alle piazze d’onore l’inglese John Winn e l’altro azzurro Giorgio Ravera che hanno concluso a quota 191 e si sono poi distribuiti sul podio per effetto di un barrage. Due ori pesanti anche a livello di squadra. Hanno vinto il titolo mondiale infatti le tre ragazze convocate da Polsinelli per la trasferta portoghese: Roberta Pelosi, Bianca Revello e Ester Iannotti hanno totalizzato complessivamente 561 centri su 600 ed hanno preceduto in maniera larghissima Francia e Gran Bretagna. Titolo mondiale anche per i Superveterani capitanati da Gianfranco Corradi. Il toscano di Campi Bisenzio ha trainato al successo Giorgio

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Ravera e Graziano Giannerini: i tre azzurri hanno tagliato per primi il traguardo di Pinhal con 560/600 davanti a inglesi e francesi. Nel Mondiale portoghese ci sono stati anche altri ottimi piazzamenti. Tra i Seniores ad esempio Luigi Viscovo ha conquistato un prestigiosissimo secondo posto. Con il titolo già nelle mani dello spagnolo Faustino Caballero (autore di un portentoso 198/200), Viscovo, che era frattanto approdato a 197, ha affrontato uno spareggio con ben altri dieci contendenti (tra loro anche altri due italiani: Roberto Manno e Mario De Donato). Il napoletano è stato tra i cinque che hanno chiuso a punteggio pieno la serie di spareggio ed ha poi diligentemente costretto alla resa tutti i suoi avversari nello shoot - off che ha visto risultare terzo classificato il francese Steve Perrin. Soltanto quinti invece i Seniores azzurri Luigi Viscovo, Fabrizio Chiarotto e Roberto Zallocco (577/600) nel confronto a squadre che ha visto svettare i padroni di casa. Quarta anche la formazione azzurra degli Juniores: Enrico Moraglia, Gianluigi Sorrentino e Andrea Marcinnò hanno totalizzato 566 centri. Prestigiosissimo il bronzo conquistato nella gara individuale da Roberta Pelosi: la specialista capitolina ha totalizzato 189 centri ed è stata superata soltanto dalla francese Laronze e dalla spagnola Majuelo.


IM MEMORIAM

RICORDANDO UMBERTO BERTOZZI Di Massimiliano Naldoni

La foto che pubblichiamo in questa pagina è un documento storico importante: è datata autunno 1969 e ritrae Ennio Mattarelli, Serafino Giani, Bina Avrile e un giovane Umberto Bertozzi. Si trattava delle celebrazioni del Campionato del Mondo che quell’anno si era disputato a San Sebastian, nella Spagna basca, e che aveva visto i suddetti campioni in assoluto rilievo. Tra i nomi altisonanti della squadra (completata nella circostanza da Giorgio Rosatti), Umberto Bertozzi si era trovato un po’ a fare la “matricola” e in quello squadrone che l’Italia aveva inviato al Mondiale (molti ricorderanno che Mattarelli vinse il titolo individuale e il quartetto sbaragliò tutti nel confronto per nazioni), come amava ricordare lo stesso Umberto, lui si era ritrovato, escludendo anche altri nomi illustrissimi dell’epoca, perché quando gareggiava “in quel momento non ce n’era per nessuno”. La carriera di Umberto, che appunto in quel frangente sembrava avviata ad un lungo e glorioso percorso agonistico, in realtà poi ha preso altre strade. Dagli anni Ottanta Umberto Bertozzi ha trasferito la sua esperienza di tiravolista e di esperto di armi e munizioni nell’ambito giornalistico ed ha accompagnato molte delle iniziative editoriali più interessanti che sono state promosse negli ultimi venticinque anni. Esperto di tiro a volo nella prima stagione della testata Armi e Tiro, nei primissimi anni Novanta Umberto è divenuto la colonna portante di Tuttotiro: il supplemento di Diana Armi che nel giro di poco tempo Editoriale Olimpia avrebbe trasformato in testata autonoma e che avrebbe descritto in maniera accurata l’attività tiravolistica di quegli anni. Ormai da tempo Umberto Bertozzi (che negli anni aveva coniato alcuni pseudonimi divenuti celebri nell’ambiente: Spaventa, Ubi, Berto Tozzi) era collaboratore di un’altra importante testata del panorama editoriale di settore: Armi Magazine. E molti lo ricorderanno anche come firma saltuaria de Il Tiro a Volo, nella sua versione cartacea e in quella on-line. Lo scorso 20 settembre Umberto Bertozzi ha deciso di non vivere più. Chi scrive ha lavorato a lungo con Umberto: ha condiviso l’esperienza giornalisticamente stimolante di Tuttotiro e quella successiva di Armi Magazine, confrontandosi, in molte parti del mondo, con la storia tiravolistica degli ultimi venti anni. Gli si potranno sicuramente attribuire atteggiamenti a volte non condivisibili, ma è certo che Umberto non è stato mai banale o prevedibile. E questo è avvenuto anche nel suo gesto più estremo. A Barcellona nel 1992 abbiamo assistito gomito a gomito alla finale che consegnò la medaglia di bronzo a Marco Venturini. Molti ricorderanno che in quella finale fu attribuito al campione toscano uno zero per un piattello che invece probabilmente era stato colpito. Con quella inestinguibile combattività che lo caratterizzava, in quell’occasione, subito dopo quell’episodio, Umberto posò la macchina fotografica e all’insegna del Referee che aveva decretato lo zero di Venturini, prese ad agitare platealmente la mano in segno di dissenso. In quell’occasione Umberto fu sicuramente eccessivo, irrituale, intenzionalmente poco diplomatico. Come ha voluto essere fino in fondo. Ed è in questo “fermo immagine” di persona mai doma che lo vogliamo ricordare.

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C O M PA K S P O R T I N G

MARCO BATTISTI SUL TRONO DI CIPRO Il pesarese riconquista il titolo mondiale di Compak Sporting nel confronto iridato dell’isola di Afrodite che ha assistito anche all’affermazione del Veterano Giovanni Zamboni e del Superveterano Enzo Gibellini

Come già un anno fa a Foligno, anche all’impianto cipriota di Latsia, che negli ultimi venti anni è stato uno dei teatri più prestigiosi del tiravolismo olimpico, Marco Battisti ha impresso la sua impronta indelebile. Il ragazzone pesarese si è infatti laureato nuovamente campione del mondo di Compak Sporting e ha sfiorato l’impresa di svettare anche nella classifica generale. Con uno strepitoso 198/200 Battisti è tornato ad impossessarsi dell’alloro iridato della disciplina tra gli under 20 precedendo comunque di appena tre lunghezze il francese Guillaume Gay e di quattro lo spagnolo Igor Larrea Otamendi. Dicevamo che Marco ha rischiato di 34

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vincere anche il titolo assoluto della manifestazione di Larnaca: soltanto lo stellare 199/200 dell’intramontabile George Digweed ha costituito infatti un punteggio qualitativamente più elevato di quello dell’azzurro di Pesaro. Con quel punteggio il tiratore britannico si è assicurato il titolo mondiale dei Seniores precedendo i 196 del francese Cristophe Auvret e del cipriota Angelos Avraam. Nello spareggio che ne è seguito, dopo un’ulteriore parità di 22 centri, è stato il transalpino a conquistare l’argento per 8 a 7. Nonostante l’exploit di Battisti, non è andata oltre il bronzo la formazione degli Juniores azzurri. Il marchigiano, Emanuele Venturini

Marco Battisti ha vinto il titolo mondiale di Compak Sporting davanti al francese Guillaume Gay e allo spagnolo Igor Larrea Otamendi


COMPAK SPORTING

Martina Maruzzo, Katia Vaghi e Jessica Tosti hanno conquistato la medaglia d’argento nella sfida a squadre delle Ladies alle spalle della Spagna e davanti alla Francia Enzo Gibellini si è laureato campione mondiale dei Super veterani davanti allo svizzero Alain Reyna e a Eugenio Bruscolini

Giovanni Zamboni è il nuovo campione del mondo dei Veterani: sul podio di Cipro ha preceduto il francese Denis Lallement e lo spagnolo Juan Gardeazabal

e Mattia Cecchetti hanno totalizzato 567 centri e si sono classificati terzi alle spalle di Spagna (575) e Danimarca (568). Addirittura ampiamente fuori dal podio i Seniores Stefano Lombardi, Veniero Spada e Michael Spada: il loro 570/600 è risultato il sesto punteggio della gara vinta dalla Gran Bretagna con 585 davanti a Francia (578) e Portogallo (577). Autrice di una bella gara è stata Martina Maruzzo: la ragazza vicentina si è assicurata la medaglia d’argento nella gara individuale con 188/200 davanti alla spagnola Beatriz Laparra Cuenca (184). Il titolo è andato all’inglese Cheryl Hall che ha totalizzato un sonoro 193. Nella sfida a squadre Martina Maruzzo, Katia Vaghi e Jessica Tosti hanno conquistato un prestigioso secondo posto con 523/600. Niente da fare per il titolo iridato che è stato appannaggio della Gran Bretagna (530). Autorevole affermazione di Giovanni Zamboni tra i Veterani: l’azzurro ha totalizzato 191/200 e si è assicurato l’alloro iridato davanti al francese Denis Lallement (190), ma ha propiziato anche un significativo terzo posto della formazione completata da Salvatore Valentini e Ferruccio Morelli (539) alle spalle di Francia (562) e Belgio (545). Sulle pedane di Latsia si è laureato campione del mondo anche il Superveterano Enzo Gibellini: all’azzurro non sono stati però sufficienti i preziosi 185 centri con cui ha concluso i tempi regolamentari. Gibellini ha affrontato un difficile spareggio con lo svizzero Alain Reyna ed ha superato il suo avversario per 23 a 15. Un ottimo terzo posto se lo è ritagliato Eugenio Bruscolini con 176 bersagli utili. Gibellini e Bruscolini con il contributo di Paolo Amato hanno anche conquistato il titolo mondiale di categoria nella sfida a squadre con 519 centri su 600 davanti ai 497 bersagli utili della Francia. I l TI R O A V OL O

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S E T T O R E G I O VA N I L E

INSEGUENDO L’UNO D’ORO A Montecatini si conclude il calendario stagionale del Settore giovanile con una sfida che coniuga la tipologia tradizionale di gara con il confronto diretto

Suggello formale alla stagione 2012 del comparto under 20 con l’Uno d’Oro sulle pedane della Società Montecatini – Pieve a Nievole. La gara degli Juniores della Fossa Olimpica ha attribuito l’Uno d’oro ad Antonio Michael Torsello. Il giovane pugliese ha vinto la sfida toscana componendo un ottimo 47/50 nel segmento tradizionale della competizione, poi assemblando altre due serie di pregio nella semifinale a dodici contendenti e nella finale a sei, e infine superando nel duello a tre con 19 centri Alessio Franquillo (16) e Luca Miotto (15). Tra gli Allievi è stato invece William Barbotti a vincere, scalando la classifica dopo un 44/50 di avvio decisamente inferiore al punteggio di altri coetanei. Galvanizzato da un perfetto 25 nella finale a sei, Barbotti ha poi svettato regolando Mirko Tumiatti (superato per 1 a 0 dopo il 21 36

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conclusivo di entrambi nella finale a tre) e Alessandro Alderani. Tra gli Esordienti è stato invece Andrea Trabucco a vincere nello shoot-off finale che lo ha visto opposto a Lorenzo Ferrari e Luca Carapellotti. Era stato proprio Carapellotti a comporre il miglior punteggio nella fase eliminatoria: un pregiato 48/50, ma dopo che tutti e tre i ragazzi hanno totalizzato 21 centri nella finale, Andrea Trabucco ha svettato nello spareggio all’americana costringendo alle piazze d’onore rispettivamente Ferrari e Carapellotti. Davide Rosicarelli ha vinto invece tra le Giovani Speranze battendo in shootoff Leandro Trinchero. Il terzo posto è andato a Marco Piccoli. Alessia Iezzi ha dominato la gara delle Juniores superando sul filo di lana una combattiva Jessica Bartoli (49/50 per entrambe nelle serie di selezione e poi 20 a 19 per l’abruzzese

Sul podio di Montecatini Alessia Iezzi ha vinto tra le Juniores dela Fossa Olimpica davanti a Jessica Bartoli e Lisa Nicole Marzo


SETTORE GIOVANILE

Tra le Allieve della Fossa Olimpica Rachele Amighetti ha vinto precedendo Nunzia Pugliese e Michaela Borgia

Tra gli Juniores di Skeet Gabriele Rossetti ha svettato su Vincenzo Grizi e Jacopo Di Grazia Tra gli Juniores del Double Trap Jacopo Trevisan ha preceduto Andrea Galesso e Simone Vedovelli

nella finalissima). Sul terzo gradino del podio è salita Lisa Nicole Marzo. Rachele Amighetti ha svettato tra le Allieve. La ragazza lombarda ha collezionato un bel 45/50 nelle serie di qualificazione ed ha poi dato la stoccata vincente con il 21 conclusivo con cui ha preceduto Nunzia Pugliese e Michaela Borgia. Tra le Esordienti Maria Lucia Palmitessa ha avuto vita relativamente facile precedendo Federica Ferraresi e Giulia Grassia. Tra gli Juniores dello Skeet un monumentale Gabriele Rossetti ha svettato con un fulminante 49/50 nelle serie di selezione e con un ineccepibile 25/25 nella finalissima in cui il toscano delle Fiamme oro ha preceduto Vincenzo Grizi e Jacopo Di Grazia. Tra gli Allievi il protagonista è stato Giacomo Ingaramo che al traguardo finale ha preceduto Valerio Palmucci (che è stato il più brillante nelle due serie di qualificazione) e Ercole Cavaliere. Con Matteo Chiti solitario vincitore tra gli Allievi, è stata invece Virginia Orlando a svettare tra le Juniores dello Skeet davanti alla sempre più convincente Chiara Di Marziantonio e a Gloria Mantuano. Gli Juniores del Double Trap hanno avuto il loro protagonista in Jacopo Trevisan (di spessore il suo 89/100 di qualificazione): il giovane doublista veneto ha preceduto il conterraneo Andrea Galesso e Simone Vedovelli. Tra gli Allievi ha vinto invece Jacopo Dal Moro davanti a Marco Fritegotto.

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ELICA

PROIETTI D’ARGENTO A MADRID A Madrid lo specialista umbro è secondo nella Finale di Coppa del Mondo del bersaglio bianco-arancio alle spalle del portoghese Pedro Pereira Leite

Conclusione madrilena per il circuito internazionale dell’Elica del 2012 che si è svolta sotto l’attenta regia del Presidente della Commissione Elica della Fitasc Giancarlo Benini. Allo stand di Cantoblanco Roberto Proietti ha concluso il suo percorso stagionale con 77 bersagli utili su 85 e si è assicurato il secondo poso tra i Seniores alle spalle del portoghese Pedro Pereira Leite, autore di 78 centri. Nella classifica generale, con Pereira Leite al vertice, lo specialista umbro ha dovuto affrontare lo spareggio con Nathan Hales e nel duello è stato il giovanissimo britannico a svettare per 1 a 0. Con lo stesso Nathan Hales al vertice della classifica degli under 20, è stata invece Dionne Rogers ad artigliare la Coppa del Mondo del 2012 Con il Presidente della Commissione Elica della Fitasc Giancarlo Benini posano i medagliati della classifica generale del circuito di Coppa del Mondo 2012

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del comparto femminile con 71 bersagli complessivi. L’inglese Ivor Dadswell ha vinto il trofeo tra i Veterani con 65/85, mente tra i Superveterani ha svettato il britannico John Nightingale.

Nella classifica dei Seniores del circuito di Coppa del Mondo di Elica Roberto Proietti si è classificato secondo alle spalle del portoghese Pereira Leite e davanti all’altro lusitano Rodrigues do Vale



AT T I U F F I C I A L I

AVVISO IMPORTANTE Tutti gli atleti (agonisti ed amatori) che disputano gare, nel caso in cui debbano assumere farmaci, devono essere in possesso del modulo di trasmissione della “Dichiarazione di uso terapeutico di sostanze vietate o metodi proibiti”(DUT). La ““Dichiarazione di uso terapeutico di sostanze vietate o metodi proibiti”(DUT) deve essere spedita per Raccomandata A/R all’Ufficio di Procura Antidoping del CONI (Stadio Olimpico, Curva Sud, Gate 23, Secondo piano, 00194 Roma): • Per gli atleti non soggetti a TUE (Richiesta di Esenzione ai Fini Terapeutici), la DUT va inviata entro 7 giorni • lavorativi

dalla data di sessione del prelievo ed è soggetta a revisione ed accettazione da parte dell’organismo deputato al controllo della documentazione; il mancato riconoscimento della reale necessità medica al trattamento indicato comporta l’attivazione di un procedimento disciplinare.

• Per Glucocorticosteroidi (Cortisonici) utilizzati per via non sistemica, la DUT va presentata nel momento in cui si inizia la

somministrazione, sono interessati tutti gli Atleti compresi quelli inseriti nel Gruppo Registrato ai Fini dei Controlli (RTP).

Si ribadisce che gli atleti inseriti nell’RTP, nel caso in cui debbano assumere farmaci, devono compilare la TUE. Nel caso in cui il Comitato per l’Esenzione ai Fini Terapeutici”(CEFT) approvi la TUE, l’Atleta può cominciare il trattamento farmacologico soltanto dopo aver ricevuto la notifica di autorizzazione da parte del CEFT. Si fa eccezione per i casi in cui l’intervento farmacologico si configuri quale trattamento di emergenza indispensabile per le condizioni di salute dell’atleta; in questo caso l’autorizzazione può avere validità retroattiva. Per prendere visione del “Regolamento Antidoping” e la relativa modulistica, collegarsi sul sito federale www.fitav.it , cliccare sul link in basso. Una volta aperta la Home Page del sito www.coni.it , scorrere la colonna laterale sinistra fino alla voce Antidoping e cliccarla. Si prega di prenderne visione e si raccomanda la massima cura e scrupolosità. Per qualsiasi ulteriore informazione, contattare il Medico Federale dr. Francesco Fazi 335333670 e l’Ufficio Antidoping FITAV al numero 06.45235213.

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