TAIADÈLE, s.f.pl.: (v. Lasàgna) Tagliatelle. Pasta fatta in casa a striscioline, chiamata anche Lasàgne.
TALIÀN, s.m.: Italiano. Fintanto che nell’area vigeva l’austriacante, Taliàni erano gli Italiani dopo Venezia.
TAIAPIÈRA, s.m.: Scalpellino.
TALPÌNA, s.f.: Talpa.
TAIÀR, v.: Tagliare. Recidere. Anche mescolare: taiàr ‘l vìn. Şé un calìgo che se lo pòl taiàr còl cortél. Taiàrghe la tèsta al mùs.
TALPÒN, s.m.: Pioppo.
TAIÈR, s.m.: Tagliere. Piatto di tavola rotonda, fornita di manico, o sporgenza, sul quale si versa la polenta appena cotta. Dopo qualche minuto di riposo, la polenta va tagliata a fette o a cubi con un pezzo di spago, che solitamente viene attorcigliato e conservato attorno al manico. Taiér è anche la tavolozza da cucina, di solito rettangolare, che serve per tagliare la carne, oppure per sminuzzarla in preparazione del pésto (v.) per la minestra. Anche nel dialetto isolano l’origine del termine è chiaro: taiàr (v.) = tagliare. TAIÈTO, s.m.: Taglietto. Piccolo taglio. Piccola ferita. Ma che dotòr, no te védi che şé sòlo un taiéto. TÀIO, s.m.: Taglio. Ferita. Scampolo di stoffa. Dàghe un tàio – Smettila. A lo gà méso de tàio = L’ha messo di traverso. Ròba de tàio – Stoffa venduta a metro. TAIUSÀR, v.: Tagliuzzare. Tritare. TÀL, agg.: Tale. Şé vignù a trovàrme un tàl, pàr dìrme che te me sercàvi. A şè tàl e quàl. TÀLARO, s.m.: Tallero. Antica moneta austriaca d’argento. Con la stessa denominazione è stata introdotta come moneta ufficiale dalla Slovenia all’indomani dell’indipendenza e prima di entrare nell’area dell’Euro.
TAMBASCÀR, v.: Parlare confusamente. Borbottare. TÀMBURA, s.f.: La ruota con pale dei piroscafi. Sembra, secondo alcune testimonianze, che uno di questi piroscafi fosse di linea tra Isola e Trieste e veniva chiamato Vapòr a tàmbure. TAMBURO, s.m.: Tamburo. Usato spesso anche per definir persona ignorante e dura di comprendonio. TAMIŞÀDA, s.f.: Setacciata. Passata al setaccio. TAMIŞÀR, v.: Setacciare. Prima de impastàr el pàn, bisogna tamisàr la farina. TAMÌŞO, s.m.: (v. Buràto) Setaccio. TAMPÀGNO, s.m.: Dado. Quello che si avvita al bullone. TAMPÈSTA, s.f.: Tempesta. Grandinata. TAMPÒN, s.m.: Tappo. TAMPONÀR, v.: Tappare. Chiudere. TANÀIA, s.f.: (v. Tenàia) Tenaglia. Pinza. Chela (di crostaceo). TANANÀ, s.m.: Chela (di granchio, di scorpione o delle forbicette). Molto più spesso, però, usato per definire persona sciocca e stupidella. TANÀR, v.: Affilare la falce del fieno. Per rendere la falce quanto più tagliente, prima di iniziare la falciatura del fieno il contadino pensava di affilarla battendo con un piccolo martello il filo della lama su un’apposita piccola
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