Dizionario del dialetto Isolano

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Dàrghe una scaldàda ala minéstra. SCALDÀR, v.: Riscaldare. Pàr sìnque àni a şé ‘ndà a scòla sòlo pàr scaldàr el scagno. SCALÈLE, s.f.pl.: Scale. Scalinata. Gradinata. SCALÌN, s.m.: Gradino. SCALINÀDA, s.f.: Scalinata. SCALMÀNA, s.f.: Vampata di calore. SCALMANÀ, s.f.: Scalmanato. Irrequieto. Eccitato. Accaldato. SCALÒGNA, s.f.: Scalogno. Ortaggio simile alla cipolla, molto frequente nella cucina isolana, anche perché più aromatica e meno bruciante della cipolla. SCALOGNA, s.f.: Sfortuna. Iella. Disgrazia. SCALOGNÀ, agg.: Sfortunato. Iellato. Disgraziato. SCALÒN, s.m.: Scala a pioli triangolare. Usualmente veniva costruita dagli stessi contadini per il lavoro in campagna e veniva usata, anche perché più ferma e stabile, per la raccolta delle olive. SCALÒN, s.m.: Traverse parallele unite da due traverse. Servivano ai carri da trasporto trainati dai cavalli, al posto delle bandine dei normali carri più piccoli dei contadini. SCALSACÀN, agg.: Cialtrone. Buono a nulla. SCALSINÀ, agg.: Scalcinato. Trasandato. Dimesso. Trascurato. Sudicio. Sporco. SCÀLSO, agg.: (v. Discàlso. Descàlso) Scalzo. Senza scarpe. SCAMPÀR, v.: Scappare. Fuggire. Pàr sta vòlta la gavémo scampàda béla. Ghe şé scampà de dìr dùte quéle monàde.

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SCAMPÒN, s.m.: Capatina. Scappata. Visita breve. Visita affrettata. Visita o assenza fatta senza preavviso e velocemente. De matìna se gavémo parlà, ma dopo prànso gò fàto lo şteso un scampòn a càşa sua. SCANÀRSE, v.: Affannarsi. Impegnarsi. Azzuffarsi. SCANCELÀR, v.: Cancellare. SCANDÀL, s.m.: Baccano. Chiasso. Soltanto ultimamente chi parla in dialetto usa il termine con il significato di scandalo, ma lo fa esclusivamente per adeguamento alla lingua italiana. Per definire lo scandalo, invece, si usava il termine scàndolo (v.). SCÀNDOLO, s.m.: Scandalo. Vergogna. Şé un scàndolo véder come che la va per stràda. Te gà mai visto un scandàl de mùla come quéla? SCANSAFADÌGHE, s.m.: Scansafatiche. Fannullone. SCANSÀR, v.: Scansare. Evitare. Ridurre. Scemare. Smettere. Gà scansà de piòver. SCANSÌA, s.f.: Mensola. Scaffale. SCANTINÀR, v.: Tentennare. Vacillare. Cedere. Essere insicuro. Essere inaffidabile. A Ninéto ghe scantìna un dénte. De Tòio no şé de fidàrse, oramài a gà scominsià a scantinàr. SCAPASÒN, s.m.: Sculacciata. A differenza che in italiano, dove il termine significa letteralmente una sberla o un ceffone, nel dialetto isolano ha il significato di sculacciata. Difficile identificare il tragitto della parola che, indubbiamente, è stata presa dal vocabolario della lingua di Dante. SCAPELÒTO, s.m.: Scappellotto. Scapaccione, SCAPINÀR, v.: Rammendare calze


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