DOSSIER/TEATRO & CIBO
Nutrire il corpo e lo spirito la missione dei Cuochivolanti Ristoratori sopraffini e teatranti professionisti, l’associazione torinese ha saputo coniugare professionalità ed esperienze differenti per creare format gastronomici, spettacoli e un festival, Play with Food, unici in Italia. di Laura Bevione
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avide Barbato e Roberta Cavallo si conoscono nel 1998, in ambito rigorosamente teatrale, quando entrambi entrano a far parte della compagnia dei Marcido Marcidorjs, con la quale lavorano continuativamente fino al 2006. In quell’anno i due decidono «di abbandonare non soltanto la compagnia ma l’attività teatrale a pieno regime, e di prendere un anno sabbatico, dedicandoci esclusivamente ai fornelli, con allegria». Nascono così i Cuochivolanti, in primo luogo imprenditori del settore catering ma anche incurabili teatranti. Incontro Davide Barbato e Chiara Cardea – insostituibile collaboratrice e complice del primo, con il quale mette in scena spettacoli e dirige il festival Play with Food – nella sede di Cuochivolanti, a Torino.
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Davide, perché la scelta di dedicarvi proprio ai fornelli? La cucina era una passione coltivata già da tempo, anche durante il lavoro teatrale, e abbiamo così iniziato una piccola attività di catering, prima a livello “amicale” poi, dopo circa un anno, abbiamo intuito che l’attività poteva diventare un lavoro. Ci siamo resi conto, però, che noi possedevamo già un altro tipo di professionalità, acquisita durante gli anni con i Marcido. Così abbiamo iniziato a seguire due percorsi paralleli: da una parte studiando come “cucinieri” e, dall’altra, inventandoci cose per trattenere parte del vecchio lavoro in quello nuovo. Nel 2007, poi, Cuochivolanti si è costituita come società, di cui facciamo parte io, Roberta Cavallo e Patrizia Capuzzi, una psicologa che è diventata socia più tardi.
Quali sono state le vostre prime esperienze di cuochi/teatranti? La prima cosa che abbiamo fatto è stato Kitchen Kabarett, che ancora oggi mettiamo in scena e che ha avuto moltissime versioni. Fondamentale per la sua evoluzione è stato l’incontro con Chiara Cardea e Claudio del Toro – conosciuti durante l’esperienza con i Marcido – con i quali abbiamo realizzato già almeno trecento repliche dello spettacolo. Per noi è un cabaret gastronomico da realizzare nelle case, composto da vari numeri, cantati e recitati, a tema cibo e intrecciati strettamente con il momento conviviale. In seguito, però, avete messo in scena spettacoli più “tradizionali”, penso a Happy Meals…