HUMANITAS Magazine 2015/1

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Un incontro inatteso Mentre nel campo profughi di Bylakuppe visitava l’orecchio dolente di una giovane donna tibetana, Tenzim, il dottor Malvezzi si è stupito di sentirsi rivolgere la parola in italiano. “Dopo un breve scambio abbiamo scoperto che sia lei sia il marito vivono da molti anni a Verona – riferisce il medico di Humanitas -, e si trovavano sul posto solo per una breve vacanza, in visita ai parenti”. “I miei genitori sono scappati dal Tibet molti anni fa – racconta l’uomo, di nome Sering -. In India si sono costruiti una casa e sono riusciti a mandare i figli a scuola”. Una volta cresciuto, Sering, tramite uno sponsor, ha avuto la possibilità di venire a lavorare in Italia, dove fa il manutentore in un albergo. “Ma almeno ogni due anni torno in India, dove ho potuto assistere al lavoro capillare dell’associazione Vimala, e di Debbie Carrani, una ragazza

tor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra di Humanitas -, dobbiamo ringraziare i tibetani che ci hanno ospitato, riempito il cuore e arricchito l’anima, con il loro sorriso velato di sofferenza e pieno di visione per un futuro di nuovo nella propria terra”. Malvezzi e i suoi colleghi hanno lavorato nel campo profughi messo a disposizione dal governo indiano: “Nonostante la nostra buona volontà siamo venuti qui senza la pretesa di salvare la vita a qualcuno. Le necessi-

tà medico sanitarie di questo popolo sono immense - precisa il medico -. Il dono che abbiamo portato non è legato tanto al nostro lavoro negli orfanotrofi, nei monasteri, negli ospedali e nei campi profughi disseminati nell’assolata pianura indiana, quanto quello di partire da molto lontano per regalare il nostro tempo, la nostra attenzione, i nostri sentimenti ad un popolo che soffre per l’indifferenza mediatica. Anche lì la solitudine è il male peggiore”.

italo-inglese che è la responsabile per il Tibet di questa associazione: arrivano dappertutto e tutti li conoscono per il loro impegno” prosegue. Dopo il ritorno in Italia, un giorno il telefono del dottor Malvezzi suona: “Sono Tenzim, siamo a Milano, posso venire a farle controllare l’orecchio?”. Più che una visita di controllo, il piacere di ritrovarsi in un altro mondo, così lontano da quello di Bylakuppe, ma ritrovando lo stesso calore umano.

N. 1/2015 - Humanitas 35


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