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Rossana Prola prola@professioneacqua.it MANAGEMENT 6
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STUDIARE DA IMPRENDITORI, L’UNICA VIA PER LA SALVEZZA
Una mancanza di identità che ha radici profonde, dovuta all’accesso indiscriminato alle gestioni di impianti spesso da parte di impreparati che hanno agito senza avere l’obiettivo di monetizzare per avere futuro, restando legati al passato dei guadagni facili. Una rotta che si può invertire
Cos’è lo Sport? Nella bozza di riforma di legge sullo Sport in discussione in questi mesi, la definizione di Sport è: “qualsiasi forma fisica fondata sul rispetto di regole codificate che, attraverso una partecipazione organizzata o non, ha per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”.
È verosimile organizzare un settore fatto di così tanti aspetti diversi, che raggruppa tutto il possibile, senza dividere, separare, distinguere, selezionare, scomporre e, in definitiva, disunire? No, a mio parere no. Il problema è che il numero infinito di organizzazioni che sono nate in questi mesi con il fine di rappresentare il settore, si ripropongono, tutte, di unirlo. Ma unire COSA? Quale è la definizione che vogliamo dare alla parola Sport? Partiamo da questo, visto che affermare che lo sport è tutto significa non dire niente. Cominciamo dal capire chi siamo e forse capiremo anche dove vogliamo andare. Ciò che è stato fatto finora in proposito ha dimostrato ampiamente il proprio fallimento. Sono state permesse agevolazioni fiscali e lavoristiche talmente grandi che l’attività di impresa di chi ha gestito, ad esempio, le piscine pubblche, è risultata semplice e remunerativa a tal punto da rappresentare una sorta di Paese di Bengodi in cui tutti gli appassionati di acqua si sono buttati, senza la benchè minima preparazione e capacità imprenditoriale. Il flusso di cassa “rovescio”, cioè avere a disposizione i ricavi mesi prima rispetto al momento dei relativi costi, ha consentito di lavorare ignorando programmazione e analisi economica. Molti gestori hanno proseguito anni senza accorgersi di essere una sorta di “morto che cammina”, magari sorretti da qualche estate benevola che ha prodotto quel pò di ossigeno utile a proseguire ancora un po'. Invece di utilizzare l’avanzo positivo per capitalizzare le società, cosa per
La piscina è sistema imprenditorialmente complesso alla cui guida devono collocarsi persone capaci - ph Douglas Sterling Photography

Imparare ad essere imprendiotori, metaforicamente, anche abbandonando le ciabatte e indossando la cravatta - ph The Lazy Artist Gallery by Pexels
altro non possibile visto che si tratta per statuto di società senza scopo di lucro, lo si è destinato a vincere le gare, offrendo contributi agli enti pubblici proprietari e facendosi carico della manutenzione straordinaria o degli ampliamenti degli impianti. Invece di stabilizzare i lavoratori con contratti degni di questo nome si è alzato il compenso dei commerciali, senza nessuna tutela e nessuno sguardo verso il futuro. Quando ormai quasi tutti i nodi stavano per venire al pettine, sono arrivate le chiusure. Fine dei giochi. Come si potrà ripartire, chi potrà? Chi si occupa di agonismo avrà senz’altro l’aiuto delle rispettive federazioni, come è giusto che sia. Restituire qualcosa del tanto che hanno ricevuto in questi anni d’oro sarà, ne
TUTTI GLI APPASSIONATI DI ACQUA SI SONO BUTTATI NELLA GESTIONE DI PISCINE, SENZA LA BENCHÈ MINIMA PREPARAZIONE gestione di piscine E CAPACITÀ IMPRENDITORIALE
sono certa, il primo aiuto concreto che le federazioni sportive offriranno ai propri affiliati. Gli altri sarebbe il caso che cominciassero a studiare da imprenditori veri. Certo, cambiare tutto in un momento come questo non è il caso, ma per sperare di raggiungere un obiettivo bisogna, prima di tutto, metterlo bene a fuoco. Ora è lontano, lontanissimo, però bisogna poterlo vedere in modo distinto, e mirare là. Piano piano, un passo dietro l’altro, senza correre. Una piccola cosa alla volta, quello che si può. Magari utilizzare una piccola attività marginale, che so, il tiro alla corda in canoa, e trattarla come una attività imprenditoriale pura: entrate con iva, scorporo dell’iva, costi con le tasse, rendiconto settimale, bilancio. Ci si sta dentro? Si continua. Non ci si sta dentro? Si smette, o si adeguano i prezzi. Un passettino alla volta. Stabilizzare un contratto di lavoro all’anno, già sarebbe un grandissimo risultato. Togliersi le ciabatte, mettersi la cravatta. Anche i simboli sono importanti. E ricordare sempre la cosa più importante: il bilancio è fatto di due voci, che devono restare in equilibrio tra di loro. Se tagliando i costi si riducono anche i ricavi, non si è fatto un buon lavoro, anche se, momentaneamente, la differenza è positiva.

Stefano Candidoni / Marco Tornatore redazione@euroaquatic.it POOL&GYM 9
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IMPARARE DAL PASSATO PER PREPARARE IL RILANCIO
Le vicende degli ultimi mesi hanno fatto emergere errori sedimentatisi negli anni, peggiorati per un'emotività disgregante durante la crisi pandemica, ma lasciando intravedere margini e prospettive per una ripresa che oltre ad attendere, i protagonisti di domani governeranno
Criticare è facile ancorchè talvolta necessario. Come dicono molti gestori fra i più capaci, oltre a fare autocritica e a non recriminare solo contro le inopportune decisioni e posizioni di esperti, governo e istituzioni, subite e non concertate da imprese di gestione, affiancate da imprese fornitrici e produttori, nonché società sportive, fare una disamina delle tappe difficili che ci lasciamo alle spalle e scrutare l’orizzonte per individuare le possibilità di ripresa del nostro settore è esercizio utile e funzionale alla definizione di strategie di rinnovo dell’idea di piscina; perché da domani, quando finalmente si riaprirà, parleremo della “nuova” piscina, ben diversa da quella di ieri. Confrontandoci con i diversi attori del comparto (gestori, imprese, clienti, istituzioni) in queste pagine prendiamo in esame i passaggi chiave per dare forma ad una progettualità che possa cominciare a definire un futuro probabile, senza replicare errori che domani non potremo più permetterci se vorremo riprendere a crescere.
Analisi di una crisi: le responsabilità
1) I gestori, nella corsa a conquistare appalti, hanno dato il via ad un processo di offerta al ribasso che ha portato le condizioni gestionali al limite della sostenibilità: così molte mediocri realtà hanno preso impianti lasciati da chi riteneva insostenibile l’accordo previsto con l’ente locale proprietario. Quindi i primi artefici dei propri problemi sono molte società di gestione, con l’aggravante che non hanno saputo rinnovarsi, preferendo restare in un’ovattata area di comfort, basata su uno schema operativo di 30 anni fa. Tantissime e pesanti le responsabilità delle amministrazioni locali. sportivi nella definizione dei protocolli sono stati molto negativi e hanno proseguito condizionando il comparto con incertezze, posticipi, poca chiarezza, palese incompetenza. L’idea dei vertici governativi e del CTS di riaprire le piscine con una persona per corsia è figlia di questi gravi errori.
3) Disunione della categoria: invece di parlare ad una sola voce, si è mantenuta la separazione fra varie associazioni e sono sorte complessivamente una trentina di nuove sigle, affiancatesi alla decina esistente. Il risultato è stato l’ascolto azzerato e chi ha avuto la presunzione di rappresentare le piscine ha portato al risultato di una seconda pesante chiusura. Un vero fallimento. Chiediamoci cosa c’è dietro a certi proL’IDEA DEI VERTICI GOVERNATIVI E DEL CTS DI RIAPRIRE LE PISCINE CON UNA PERSONA PER CORSIA È FIGLIA DEI GRAVI ERRORI NELLA PRIMA DEFINIZIONE DEI errori PROTOCOLLI
tagonismi sterili e perché, dietro al proliferare di neo-pseudo associazioni, resta prevalente il lamento di un settore senza risorse e margini. 4) Il vuoto normativo contribuisce alla debolezza del settore, con società profit camuffate da no profit, personale con contratti atipici (quindi non considerati lavoratori: sono oltre 270.000 nelle sole piscine, cui si aggiungono gli oltre 130.000 delle palestre), incursioni nelle SSD e ASD di Inps e AE per le falle del sistema sport, difficoltà ad ottenere finanziamenti: il testo unico che doveva diventare legge massimo a giugno 2020, con le tante proroghe, non sarà pronto nemmeno a febbraio 21, con tante incognite per la crisi di governo di metà gennaio. Tutte le colpe sono ascrivibili a Ministro dello Sport e ad un Governo indecisionista.
5) La Piscina ha ruolo sociale unico, non è congruente incubarla in un singolo contenitore “sport”. Giusto convergere con altre categorie, ma i problemi, i costi gestionali, il servizio erogato sovente a tariffe sociali, la dipendenza eccessiva da un’architettura FIN che irregimenta scelte su utilizzo dell’acqua per avvalorare il ruolo pubblico (privatizzando oneri e perdite dell’ente pubblico), sono tutti aspetti da affrontare in sede separata e distinta.

6) Governo e politiche di sostegno: sono mancati e mancano una vera politica e un programma di aiuto economico: con i ristori, ogni società ha potato a casa 2.000, massimo 4.000 euro; le piccole imprese della filiera, affossate nel loro limbo, non più di 12.000-20.000 euro a fronte di ricavi 2019 superiori a 3 milioni di euro: servono lauti aiuti a fondo perduto, non gli spiccioli!
L’accesso al credito è poi un percorso a grandi ostacoli e pochi possono contarci (ICS è quasi un bluff se consideriamo le necessità sistemiche); senza dimenticare che si tratta di indebitamento di società, non pa-
Ripensare piscine didattiche per una maggiore versalità di utilizzo - ph Big Blue Swim School 1
IL TESTO UNICO CHE DOVEVA DIVENTARE LEGGE A GIUGNO 2020, CON LE TANTE PROROGHE, NON SARÀ PRONTO NEMMENO A FEBBRAIO: UN VUOTO NORMATIVO CHE INCIDE SULLA debolezza del settore DEBOLEZZA DEL SETTORE
trimonializzate che sovente hanno già in piedi mutui milionari. 100 milioni di € per 73.000 ssd/asd sono nulla, anche se raddoppiati. E circa il Recovery Fund sembra che all’impiantistica sportiva sia riservata la somma di 700 milioni: apparentemente un numero persuasivo, ma è un nulla se consideriamo che gli impianti sportivi nazionali richiederebbero per un ripristino complessivamente più di 11,5 miliardi di euro.
7) La mancata unione ha impedito ad ogni livello (club, AL, Federazioni, Politica, Governo) di comunicare alla collettività che l’acqua/la piscina sono sicuri, sono un vero presidio anti-covid. Così la gente ha diffidato, rinunciando spesso alla piscina per paura del contagio – non d’estate però.
Vasca da 25 versatile e adeguata a tutti i target - ph VERSO International school

SERVONO LAUTI AIUTI A FONDO PERDUTO, NON aiuti a fondo perdutoGLI SPICCIOLI!
RIFLESSIONE 1 - Quanto è emerso in termini di sottovalutazione del mondo acqua (e per estensione di palestre e sport) è il risultato di schematizzazioni/standardizzazioni delle attività che si fanno e si sono fatte. Alla fine chi può utilizzare la piscina oggi è solo l’attività agonistica che è un’attività di alto valore sociale certamente, ma la meno redditizia per gli impianti. A febbraio del 2019 il Ministero della Salute elaborò 75 pagine di buone intenzioni riposte nell’attività fisica come fonte di salute. Se dovessimo, in uno stato di emergenza, dedicare tempo ed energie verso la salute, coloro che dovrebbero frequentare piscine e palestre, quasi per “legge”, dovrebbero essere i grandi adulti e anziani, in particolare terza e quarta età. Sono queste categorie che hanno veramente bisogno di salute con l’attività fisica.
Il futuro e come cambia la Piscina
1) Le scuole, che assicuravano marginalità troppo modeste frequentando le piscine alla mattina, sono un target da escludere nella pianificazione per almeno tutto il 2021- meglio se per sempre, salvo nuovi programmi ministeriali e nuova legge dello sport- , puntando a destinare le vasche nella prima parte della giornata ad altre categorie di clientela che garantiscono una più alta redditività e una rivisitazione delle attività e dell’offerta (attività in verticale e nuoto libero, attività di personal o assistite in mini gruppi; meno invece attività strutturate e corsi di nuoto).
I bambini come gli allievi più importanti della scuola nuoto, servizio sociale insostituibile che non calerà nelle piscine - ph STA UK

Piscine pensate meno per nuotare e più per la collettività e nuove attività

2) Investire su vecchi impianti per trasformarli da piscine tradizionali per il nuoto, in vasche per il benessere, con sviluppi leisure e fun: vasche inclusive e per tutti, secondo modelli ispirati ai grandi impianti tedeschi o francesi di nuova generazione.
3) Le vasche più tradizionali e a conduzione meno innovata resisteranno nei piccoli centri e nei territori a minor densità abitativa: questi saranno appannaggio di piccole società di gestione, spesso beneficianti di sovvenzioni delle AL.
4) grandi gruppi snelliranno il patrimonio impiantistico per investire e dedicarsi ai centri aquatici che assicurino reddittività e marginalità congruenti con il rischio d’impresa e i finanziamenti da pagare. 5) Sarà crescente in Italia l’ingresso dei gruppi stranieri – già iniziato come indicano le operazioni avviate da Henry Loyid e GoFit a Milano - con modelli gestionali e di business insostenibili per il medio gestore.
6) I corsi di nuoto per i bambini non verranno meno, ma dovranno trovare spazio negli orari pomeridiani e serali, con incidenza assai più positiva sulle marginalità, nulle o quasi con le scolaresche alla mattina. Per altro queste attività pomeridiane sono sempre più concentrate in pochissime ore con inevitabili disservizi e limitazioni. GLI IMPIANTI SPORTIVI NAZIONALI RICHIEDEREBBERO, PER UN RIPRISTINO, COMPLESSIVAMENTE PIÙ DI 11,5 MILIARDI DI EURO: IL RECOVERY FUND PREVEDEREBBE 700 11,5 miliardi di euroMILIONI, TROPPO POCHI
Vasca da 25, in futuro, meno corsie (6) e profondità 130 cm ph Inverurie Community Campus a Aberdeen in Scozia

7) Le vasche rinnovabili o nuove dovranno puntare su un contenitore tradizionale a 6 corsie, profondità 130 cm per una maggiore versatilità della vasca.
8) Questa tipologia di piscina e il concept di attività in “verticale” spianano l’idea di piscina inclusiva e per tutti puntando a portare in acqua una parte di popolazione che mai sarebbe prima venuta in un centro acquatico.
9) Il nuoto agonistico sarà svolgibile in alcuni grandi impianti pubblici dedicati, in primis le piscine federali LE SCUOLE, CHE ASSICURAVANO MARGINALITÀ TROPPO MODESTE FREQUENTANDO LE PISCINE ALLA MATTINA, SONO UN TARGET DA ESCLUDERE NELLA PIANIFICAZIONE PER scuole ALMENO TUTTO IL 2021
o quelle i cui costi saranno a carico del pubblico e non del privato, come accade già in impianti di diverse città: Palermo, Catania, Napoli, Ravenna, Milano, Roma, Bologna etc.
RIFLESSIONE 2 - Sarebbe auspicabile che per anni ogni apertura dei telegiornali raccontasse quante persone stanno andando negli impianti sportivi al pari di quanto avviene oggi con i numeri Covid che hanno ormai condizionato la vita di tutti. La stragrande maggioranza delle piscine, per la sostenibilità dei bilanci, non si può permettere neanche l’1% di calo di utenti. Prima di chiudere nel primo lockdown tutti si stavano domandando come portare più persone in centri acquatici e fitness, visto che i numeri degli utenti non aumentavano.
Cosa è avvenuto all’estero
1) Francia: piscine aperte solo per le scuole (i programmi scolastici prevedono il nuoto come materia curriculare che incide sul programma educativo), ma le chiusure sono state inizialmente per zone. Senza dimenticare che il 93% degli impianti sono a gestione pubblica e ogni municipalità finanzia le piscine. Non i privati. Inoltre, la Ministra dello Sport (ex olimpica di nuoto) e il Governo hanno stabilito di assegnare 10.000€/mese ai fitness club chiusi e il 20% del fatturato alle imprese del settore.

2) In diverse nazioni, la differente e più matura cultura dello sport, molto carente in Italia, ha permesso di tenere aperti gli impianti.
3) Spagna e Portogallo: nonostante il crescendo di contagi, piscine e palestre aperte fino a metà dicembre. 4) Germania: chiusura dopo la seconda ondata, ma la certezza di ricevere chiari sostegni a fondo perduto; per le imprese 75% del fatturato 2019.
5) Russia: piscine e palestre aperte, ovviamente con calo di afflussi per paura del contagio.
SARÀ CRESCENTE L’INGRESSO IN ITALIA DEI GRUPPI STRANIERI CON MODELLI GESTIONALI E DI BUSINESS INSOSTENIBILI PER IL businessMEDIO GESTORE
