ENERGIE
ENERGIE 4 Powerbarn 16 Riconversione energetica della centrale elettrica Torre Valdiliga 24 Riconversione energetica della centrale elettrica Federico II
giovanni vaccarini architetti
Powerbarn Russi, Ravenna
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power barn La chiusura in Italia di molti zuccherifici è stata determinata dalla riforma comunitaria dell’Organizzazione Comune di Mercato zucchero (OCM zucchero) varata a novembre 2005 dai ministri dell’agricoltura della UE. La drastica riduzione del prezzo di riferimento dello zucchero e conseguentemente delle bietole, sancita dalla nuova normativa, ha comportato la rinuncia di oltre il 75% della quota di produzione di zucchero in Italia attraverso la chiusura di 15 impianti su 19. Il progetto del nuovo polo per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di Russi (Ravenna), si inserisce all’interno di questo scenario. Si tratta della rigenerazione territoriale di un’ampia area di circa quarantasette ettari posta alle porte di Ravenna, sul margine nord della cittadina di Russi a bordo del fiume Lamone.
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Il sito
L’intervento è sito al margine della città di Ravenna nel comune di Russi. Il progetto si occupa della riconversione di un sito industriale della ex Eridania, un’industria agroalimentare che appartiene alla storia dell’imprenditoria italiana. (Eridania nasce a Genova nel 1899 con la missione di produrre e commercializzare zucchero) L’intera area si estende per circa 47 ettari; 28 ettari vengono bonificati e rinaturalizzati, restituendo alla natura circa tre ettari di aree umide. Nella parte residuale di suolo consumato, già occupato dall’industria saccarifera viene progettato un polo per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
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Un progetto di rigenerazione territoriale
La pianura all’interno del quale l’impianto a biomasse si colloca ha una connotazione prevalentemente agricola ; il disegno dei campi ed il dislocarsi geometrico delle colture ne costituiscono l’elemento distintivo del paesaggio. La presenza nelle immediate vicinanze del complesso di Palazzo San Giacomo e dai reperti archeologici della Villa Romana, ne tracciano, inoltre, un profilo rurale con una connotazione storico-culturale moto marcata. L’interpretazione di questi elementi del territorio, hanno indotto ad una riflessione sul ruolo della riconversione dell’area dello stabilimento ex Eridania di Russi : si tratta di pensare l’intervento come uno degli importanti manufatti presenti all’interno del tessuto rurale, una icona di una sensibilità nuova del modo di relazionarsi con l’ambiente oltre che di una nuova filosofia energetica prodotta da fonti rinnovabili e compatibili con l’ambiente e l’ecosistema. Il progetto rappresenta la crasi tra il mondo agricolo circostante e quello industriale. I bordi dell’intervento sono pensati come dei terrapieni di altezza variabile (tra tre e dieci metri) che definiscono il margine dell’intervento e l’interfaccia tra i due ambiti. Una sorta di bastione contemporaneo che termina su via Carrarone con la grande collina/ingresso da cui si staglia il corpo principale dell’edificio caldaia. +00.00
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ingresso fumi
Il progetto sociale
Il progetto di sostenibilità sociale dell’intervento prevede la coltivazione su una fiera corta (di circa 70 Km) di pioppo con una rotazione di circa due anni. Il progetto riconverte la gran parte dei contratti in essere con la Ex Eridania per la coltivazione di barbabietole in coltivazione di pioppo.
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Energia a Km 0
L’impianto a biomasse (con una potenza di 30 MWe) è alimentato con cippato di legna, ma anche da residui di sfalcio e pulizia degli argini dei fiumi e potatura, provenienti da una filiera corta entro un raggio di 70 Km. In un più ampio programma di riduzione ai minimi termini dell’impatto sul territorio, la realizzazione delle dune è stata ottenuta con la sola terra di scavo. La produzione annua del polo di Russi è stimata di 222 GWh, soddisferà il fabbisogno di 84.000 famiglie, evitando l’immissione in atmosfera di 117.000 tonnellate di CO2
Un progetto di paesaggio
è quella di pensare un intervento territoriale/paesaggistico che nel disegno del margine/terrapieno trovi il suo punto di interfaccia tra il mondo rurale e quello industriale. I segni ed i materiali dell’intervento a scala territoriale sono di derivazione agricola, così come naturale è il rivestimento in legno dell’edificio principale. Un omaggio all’arte dell’intreccio ed alle architetture rurali provvisorie.
ingresso fumi
Razzle dazzle
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L’edificio principale (edificio caldaia e linea fumi) ha una dimensione considerevole: circa cento metri di lunghezza e oltre trenta metri di altezza. La scomposizione percettiva di questa massa considerevole è stato un tema di progetto. Le esperienze artistiche del camuffamento Dazzle, utilizzato in maniera estensiva durante le prima guerra mondiale, sono state fonti di ispirazione preziosa per la realizzazione del progetto. Il camuffamento Dazzle, anche conosciuto come Razzle Dazzle (o motivo dazzle) consiste in una serie di righe e disegni che si interrompono ed incastrano definendo un motivo che confonde l’osservatore rendendo difficile da stimare distanza e grandezza dell’oggetto. Una tecnica di camuffamento navale, accreditato all’artista Norman Wilkinson, che doveva rendere più difficile il siluramento delle navi britanniche durante la prima guerra mondiale. La tecnica del Razzle Dazzle è estremante interessante, poiché non tende a nascondere l’oggetto, ma a confondere l’osservatore ed a dissimulare le caratteristiche geometriche.
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Riconversione energetica della centrale elettrica Torre Valdiliga Civitavecchia Il progetto di riconversione della centrale di Civitavecchia è un progetto di transizione energetica, ma, anche un progetto di rigenerazione territoriale proponendosi come una nuova centralità nel paesaggio agrario e naturalista laziale. Il polo per la produzione di energia elettrica è pensato come attrattore ambientale e un nuovo landmark territoriale. L’idea di progetto è che ambiente naturale ed ambiente artificiale possano integrarsi in un sistema armonico senza soluzione di continuità, un approccio di Biophilic design .
Dialogo con il contesto territoriale
La centrale Termoelettrica Torrevaldaliga è collocata nel comune di Civitavecchia. Insieme al porto rappresenta per la città il motore economico principale. Urbanisticamente è situata a 6 km a NNW del centro abitato, a ridosso della costa dove i moli della centrale si susseguono a quelli del porto cittadino senza soluzione di continuità. A nord il sito si connette ad una vasta area naturalista che corre lungo la litoranea dalle chiare caratteristiche mediterranee. Questa è costituita da una lunga pineta e da una costa prevalentemente rocciosa. Quest’area culmina con un vasto spazio aperto proprio in adiacenza di una delle due aree di intervento , e ad un impianto di pescicoltura che utilizza le acque calde di raffreddamento della centrale e un impianto di floricoltura che utilizza il calore di reflui di vapore provenienti dal processo di produzione. Il tracciato ferroviario attraversa la centrale costituendo in questo modo un importante segno territoriale, che in parte limita anche le connessioni tra le due parti del sito così divise. Alla ferrovia si affianca la strada Torre Valdaliga, sulla quale si affacciano gli accessi alla centrale. A ovest la centrale confina con un territorio a vocazione agricola, con occasionali insediamenti artigianali e commerciali.
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Connessioni e cuciture territoriali
Il polo per la produzione di energia elettrica costituisce un punto nodale e strategico di questa costellazione di elementi che caratterizzano la costa e il territorio circostante. La sua riconversione,da centrale a carbone a centrale a Gas ed in seguito impianto ibrido formato da turbine a gas affiancate dalla realizzazione di impianti fotovoltaici, pone la base ed il punto di partenza di una riqualificazione che interessa l’area della centrale stessa ed il territorio circostante, facendosi carico di generare un impulso positivo che coinvolga il territorio, i suoi abitanti ed il tessuto socio-culturale ed economico che lo caratterizza. La prima azione di riqualificazione e potenziamento di questi elementi è quella di creare una connessione tra di essi trasformando i singoli punti in un insieme di elementi messi a sistema tra di loro, favorendo la mobilità lenta ed incentivando nuove modalità sostenibili di attraversare e conoscere il territorio, incentivando la collettività ad entrare e fare proprio gli spazi della centrale.
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pista Kart 84 polo di ricerca laboratoi universitari
punto informativo preesistente
eliporto accesso con cancello formazione incubatore d’impresa laboratori universitari
FERRO
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CAMPO FOTOVOLTAICO
ALLEVAMENTO ITTICO
AREA DI SOSTA PER CAMPER
- ricerca universitaria
- attività didattiche collettive
- centro di monitoraggio e informazione
POLO DI RICERCA
DUNA FOTOVOLTAICA
VENDITA ACCESSORI NAUTICI
ETRICO scala 1:2500
COLTIVAZIONI
faro verde con anelli luminosi
Riconversione Energetica - fasi costruttive coltivazioni
area di sosta per camper e roulotte
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area impianto
centri di ricerca e formazione
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FOTOVOLTAICO
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faro verde molo
COMPONENTI AREA DI SVILUPPO E RICERCA
i pineta macchia mediterranea
vendita accessori nautici
allevamento ittico
ACCESSO
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PARCHEGGI CON COLONNINE ELETTRICHE
CENTRO DI FORMAZIONE
LABORATORI UNIVERSITARI
CENTRO DI RICERCA
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DUNA MEDITERRANEA
PROSPETTO AREA F
INFO POINT
PROSPETTO AREA C PENSILINA
Fase 1 Realizzazione di un impianto a ciclo aperto OCGT, che prevede l’istallazione di due impianti turbogas. In questa fase nell’area di sviluppo viene realizzato il “Caleidoscopio fotovoltaico”. L’edificio riunisce gli spazi della mensa, servizi di accoglienza e portineria, spazi per la AREricerca, spazi per la formazione e sensibilizzaformazione, laboratori didattici e per la AD I SV ILU zione dei cittadini alle tematiche ambientali. PPO Questo primo intervento, grazie alla sua visibilità dall’asse viario e ferroviario, vuole 6:13 essere la prima scintilla scatenante della trasformazione dell’intero sito. Nei terrazzamenti dell’area di sviluppo saranno riconfigurati gli accessi, i percorsi interni ed i parcheggi. Fase 2 MO ARE LO Realizzazione di vapore a A Cciclo combinato CCGT, con l’istallazione di due generatori recupero e una turbina a vapore. In questa fase verrà completamente dismesso l’impianto a carbone e la conseguente demolizione di tutte le sue strutture annesse, pertinenze e aree di servizio. In maniera conseguenziale alla dismessione dell’ impianto a carbone. Si interviene sul camino fumi convertendolo visivamente in un Faro Verde. Fase 3 Assetto impianto ibrido, con la realizzazione di impianti fotovoltaici e/o sistemi di accumulo di energia tramite batterie (BEES - Battery Energy Storage System). In questa fase oltre all’ istallazione dell’impianto fotovoltaico è previsto l’inserimento 17:40 di nuove aree verdi, la rinaturalizzazione delle aree sulle quali sono state effettuate le demolizioni e la realizzazione di un polo delle formazione e cultura. Questo edificio semi ipogeo sarà integrato con la grande Duna che verra realizzata nell’area C e che rappresenta la contaminazione tra il sistema naturale con quello dell’impianto produttivo.
DUNA FOTOVOLTAICA
scala 1 : 500 INFO POINT
Complessivamente l’area occupata dall’impianto è pari a circa 580.000 mq, su un’area di proprietà di circa 975.000 mq. Attualmente l’impianto produce energia termica generata dalla combustione del carbone. La conversione dell’impianto prevede l’utilizzo del gas al posto del carbone e si sviluppa in 3 fasi costruttive:
CALEIDOSCOPIO
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scala 1 : 500 DUNA FOTOVOLTAICA CENTRO DI FORMAZIONE
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CAMPO FOTOVOLTAICO
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Concetti chiave del progetto
Valorizzazione del design e dell’impatto visivo. Il design del nuovo polo per la produzione di energia elettrica di Civitavecchia prende le mosse dalla combinazione dei concetti di innovazione e rinaturalizzazione. A livello territoriale la suggestione principale nasce dall’idea di far entrare la macchia mediterranea all’interno del sito per mezzo della creazione di una grande “Duna”. Questa rappresenta l’elemento di ricongiunzion tra il sistema naturale e quello tecnologico-produttivo. Gli interventi proposti per l’Area di Sviluppo, invece, cercano un dialogo con il tracciato ferroviario. Si propone un elemento dal forte impatto emotivo, che possa diventare un punto di riferimento per i viaggiatori della tratta Roma-Pisa e quindi rappresentare una ideale porta Nord d’ingresso alla città. Il camino fumi viene preservato ed attraverso un’operazione di rinaturalizzazione del suo involucro diventa un elemento verde. La parte sommitale del camino sarà dotata di fasce luminose orizzontali che di notte danno al camino la funzione di Faro. In un unico elemento quindi si riassume l’intenzione di valorizzare un elemento totemico visibile su tutto il territorio, di convertirlo in un punto di riferimento portuale nonché di attrazione per le tratte crocieristiche. Assolve inoltre alla funzione di garantire la sicurezza sulla visibilità aerea.
Comunicazione della strategia e dell’impegno del Gruppo
La grande Duna Viva ed il Faro Verde diventano la nuove icone della centrale. La Duna, grazie alla sua scala territoriale, fonde il valore produttivo dato dal campo fotovoltaico con quello di riqualificazione dello skyline. Un intervento di architettura del paesaggio a simbolo della strategia di innovazione nella direzione della tutela ambientale del gruppo. Il messaggio si arrichisce con la suggestione del Faro: un’intervento che si lega profondamente alla mission del gruppo Enel che si ripromette di Accendere il presente per illuminare il futuro.
Proiezione dell’immagine del territorio oltre i confini locali, divenendo landmark per il territorio.
Il progetto, conserva l’imponente camino fumi di circa 250 mt di altezza. Sulla superficie, in tasche poste a diverse altezza, dei ceppi di vite americana vengono messi a dimora con il sistema della coltivazione idroponica utilizzando l’acqua raccolta durante le precipitazioni atmosferiche. La superficie dell’imponente camino, si trasforma in un totem verde visibile dal mare e dal territorio agricolo circostante, un simbolo di una nuova alleanza tra ambiente, territorio e produzione di energia.
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Sostenibilità sociale e ambientale: supportare lo sviluppo socio-culturale ed ecosostenibile della collettività apportando beneficio nel lungo periodo L’utilizzo di risorse rinnovabili ed il conseguimento di un elevato livello di comfort indoor e outdoor è uno degli obiettivi del progetto. Si tratta di garantire un immobile che contenga al minimo il dispendio energetico ed i suoi costi di gestione. Principali aspetti di sostenibilità ambientale da affrontare nelle fasi di progettazione : • Centrale energetica a zero emissioni di CO2 locale stante la totale assenza di combustione, articolata su un sistema di pompe di calore acqua/acqua ad alta efficienza; • Sistema di gestione idrico integrato da soluzioni efficienti come ad esempio il recupero delle acque meteoriche per usi sanitari o irrigui; • Scelta dei materiali e delle finiture sulla scorta della metodologia LCA (Life Cycle Assessment) preliminare, tale da garantire il minimo impatto ambientale; • Scelta di componenti e/o attrezzature a bassa emissione di VOC per materiali quali arredi, mobilia, pitture, rivestimenti, isolanti, prodotti in legno; • Ventilazione Meccanica Controllata, in grado di assicurare una portata d’aria di rinnovo tale da garantire un livello non comune di IAQ (Indoor Air Quality); • Utilizzo di materiali riciclati, rinnovabili e ove possibile regionali, e attivazione di un piano di gestione e di raccolta dei materiali riciclabili; • Uso intensivo di spazi e coperture a verde, prediligendo le piantumazioni locali a bassa richiesta idrica per minimizzare l’impatto bio-economico; • Utilizzo, per le coperture e le pavimentazioni non a verde, di materiali a bassa riflettanza (Indice SRI – Solar Reflective Index ≤ 29.)
Durabilità, manutenibilità e costi di gestione
Il progetto prevedere, in relazione alla scelta dei materiali, decisioni che hanno ricadute su: Significatività estetica (caratteristiche superficiali dei materiali) Qualità tecnologica (caratteristiche fisico – meccaniche ) Compatibilità costruttiva (lavorabilità, sicurezza per gli operatori, reperibilità) Qualità nell’uso (durabilità, riparabilità e sostituibilità) Ecosostenibilità (in fase di approvvigionamento, trasformazione, dismissione) In un approccio sostenibile i materiali devono essere valutati in maniera completa. Questo significa considerare sia le conseguenze ambientali collegate con l’acquisizione, il trasporto e la manifattura di materiali da costruzione che gli effetti sulla salute degli abitanti e sul tipo di emissioni di sostanze nocive da parte dei materiali da costruzione” (progetto SHE – Sustainable Housing Europe,a cura dell’UE). Massima attenzione sarà posta alla manutenibilità e durabilità dei materiali. Progettazione impiantistica che garantisce facile accessibilità ed ispezionabilità (con cavedi impiantistici che garantiscano anche la loro implementabilità nel tempo)
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Valorizzazione del contesto: dare un input alla riqualificazione della zona industriale in ottica di sostenibilità ambientale Il contesto ambientale è stato l’innesco delle principali scelte progettuali di riqualificazione. Il progetto di paesaggio parte dall’osservazione dei sistemi ambientali presenti:
paesaggio agricolo Geometrie strettamente legate alle esigenze produttive, contaminano il territorio e ne costituiscono un valore identitario. Trame e texture agricole vengono scolpite nella terra attraverso il lento e costante lavorio di chi abita questi spazi, sovrascrivendo al livello della natura una nuova trama. paesaggio costiero Gli elementi della costa frastagliati e verticali si presentano come un confine ben delineato, elemento di connessione tra mare e terra. Sistema ambientale La macchia mediterranea è l’ecosistema principale di questo territorio, unità fondamentale del paesaggio costiero, elemento da preservare e potenziare.
Circolarità e riutilizzo di strutture/infrastrutture esistenti ed innovazione tecnologica
La dismissione dei principali elementi metalliche delle strutture esistenti diventeranno l’appoggio del campo fotovoltaico, una tecnica di economia circolare che genera un paesaggio nuovo costituito da “dune fotovoltaiche”. Si prevede il riuso di tutte le strutture esistenti che potranno essere smontate ed adattate, cosi come si prevede, dopo una loro caratterizzazione, l’uso della terra di scavo all’interno dell’ambito del cantiere, senza portarla a discarica. Il progetto ambientale fa propri i principi di resilienza e adattabilità. Il progetto tende a minimizzare i rischi dovuti ai cambiamenti climatici e disastri naturali prevedendo ampie aree permeabili ed aree di rinaturalizzazione totale. L’approccio progettuale è approntato alla massima flessibilità adattandosi ad un conversione futura o ad altre destinazioni d’uso.
Inserimento di nuove aree verdi nell’area di progetto
Il progetto prevede la realizzazione di un sistema di nuove aree verdi per un totale di circa 35.000 mq. Per l’Area di sviluppo è prevista l’estensione dell’attuale spazio verde dell’info Point creando continuità tra i terrazzamenti che dividono il lotto. Sono previsti percorsi e punti di sosta in modo da stimolare la mobilità pedonale. Per l’area C il verde acquista ancora più importanza perché elevato ad elemento fondamentale del progetto. La grande Duna è per metà naturale e metà fotovoltaica. Vuole essere un argine protettivo per il sistema naturale della costa, un atto di riconcigliazione con il paesaggio, un luogo dove si possono preservare e far proliferare le essenze della macchia mediterranea.
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ACCESSO CONTROLLATO MEZZI PESANTI
FACCIATA FOTOVOLTAICA
PORTINERIA
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TAGLI DI LUCE
TERRAZZA FRONTE TIRRENO
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Riconversione energetica della centrale elettrica Federico II Brindisi Il progetto di riconversione della centrale di Brindisi è un progetto di transizione energetica, ma, anche un progetto di rigenerazione territoriale proponendosi come una nuova centralità nel paesaggio agrario salentino. Il polo per la produzione di energia elettrica è pensato come attrattore ambientale e un nuovo landmark territoriale posto lungo il percorso tra la città di Brindisi e la riserva naturale Bosco di Cerano. L’idea di progetto è che ambiente naturale ed ambiente artificiale possano integrarsi in un sistema armonico senza soluzione di continuità, un approccio di Biophilic design.
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Dialogo con il contesto territoriale
La centrale Termoelettrica Federico II è collocata nella località Cerrano nel comune di Brindisi. Ad un primo sguardo il territorio di Brindisi si presenta stretto tra il mare e la campagna, elementi e figure del paesaggio che sono molto presenti sul territorio stesso, negli occhi e nella memoria di chi lo abita. Osservando più da vicino il territorio brindisino ci accorgiamo che all’interno di questi due grandi sistemi ambientali, il paesaggio costiero e il paesaggio agricolo, sono inseriti punti notevoli che si sviluppano lungo la linea della costa ne aggiungono valore; attraversando questo paesaggio da nord verso sud possiamo incontrare: - la città di Brindisi, il cui nome ha origine grazie alla particolare forma di cervo che caretterizza la sua morfologia e il suo golfo, un brano di città che si protende e si estende verso il mare. - Parco naturale regionale Salina di Punta della Contessa, oasi di protezione naturale caratterizzata da vasti bacini di acqua dolce lungo la costa separati dal mare da dune non particolarmente grandi che non riescono quindi ad ostacolare alcune mareggiate, permettendo così alle acque marine di raggiungere i bacini d’acqua e formando naturalmente le saline. - Torre Mattarelle, è una delle torri che costituiscono il sistema di torri costiere della terra d’Otranto, elemento di spicco e monumento del parco regionale Salina, la sua costruzione risale durante il Regno di Napoli. - la riserva naturale regionale orientata Bosco di Cerano è un’area naturale protetta situata nei comuni di Brindisi e San Pietro Vernotico. La riserva occupa una superficie circa 1300 ettari e presenta un gran numero di specie arboree, dove è riscontrabile una notevole presenza di macchia mediterranea e leccete.
Connessioni e cuciture territoriali
Il polo per la produzione di energia elettrica costituisce un punto nodale e strategico di questa costellazione di elementi che caratterizzano la costa e il territorio circostante. La sua riconversione,da centrale a carbone a centrale a Gas ed in seguito impianto ibrido formato da turbine a gas affiancate dalla realizzazione di impianti fotovoltaici, pone la base ed il punto di partenza per una riqualificazione che interessa l’area della centrale stessa ed il territorio circostante, facendosi carico di generare un impulso positivo che coinvolga il territorio, i suoi abitanti, il tessuto socio-culturale ed il tessuto economico che lo caratterizza. La prima azione di riqualificazione e potenziamento di questi elementi è quella di creare una connessione tra di essi trasformando i singoli punti in un insieme di elementi messi a sistema tra di loro, favorendo la mobilità lenta, incentivando nuove modalità sostenibili di attraversare e conoscere il territorio e stimolando la collettività ad entrare e far propri gli spazi della centrale.
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Riconversione Energetica - fasi costruttive
INQUADRAMENTO
LETTURA DEI PUNTI NOTEVOLI E COLLEGAMENTI
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La centrale Federico II si sviluppa su una superficie complessiva di circa 270 ettari suddivisa in tre zone distinte: • l’impianto di produzione, 185 ettari. • l’Asse Attrezzato Policombustibile per l’approvigionamento dei combustibili dal Molo di discarica delle navi, 95 ettari. • aree di pertinenza nella Zona Industriale adiacenti alla Centrale EdilPower di Brindisi Nord, 15 ettari. L’impianto di produzione dista circa 12 Km dal centro urbano di Brindisi ed è raggiungibile attraverso la Strada Provinciale Adriatica n. 16 e la superstrada n. 613. Attualmente l’impianto produce energia termica generata dai combustibili, carbone e olio combustibile, la sua superficie, ad oggi, è quasi interamente occupata da aree di lavorazione dell’impianto e le relative strutture di servizio e pertinenze. La conversione dell’impianto prevede l’utilizzo del gas come fonte di energia principale sostituendo il carbone e si sviluppa in 3 fasi costruttive: Fase 1 Demolizione parziale dell’impianto termoelettrico e realizzazione di un impianto a ciclo aperto OCGT, che prevede l’istallazione di due impianti turbogas e due camini di by-pass a ciclo aperto. All’interno di questa fase viene previsto il recupero del nastro trasportatore, che da elemento di trasporto di materiali da combustione diventa un simbolo dell’impianto industriale e memoria di esso.
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Parco Naturale Regionale Saline di Punta della Contessa
TORRE MATTARELLE Torre costiera del Salento della terra d'Otranto PARCO DELL’ ENERGIE RINNOVABILI Centrale termoelettrica Federico II
RISERVA NATURALE Bosco di Cerano
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Il design del nuovo polo per la produzione di energia elettrica di Brindisi prende le mosse dalla combinazione dei concetti di riciclo e rinaturalizzazione. L’idea è quella di rappresentare il processo di transizione energetica senza cancellare alcune delle tracce della storia dell’impianto. Il lungo nastro trasportatore dismesso si trasforma in ecodotto, una sorta di reperto archeologico completamente avvolto da un sistema di rampicanti (viti americane), un dispositivo ambientale di riparo per gli uccelli migratori che scelgono la Puglia come punto di sosta e per le specie autoctone come il fratino.
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Valorizzazione del design e dell’impatto visivo
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Fase 3 Assetto impianto ibrido, con la realizzazione di impianti fotovoltaici e/o sistemi di accumulo di energia tramite batterie (BEES - Battery Energy Storage System). In questa fase oltre all’ istallazione dell’impianto fotovoltaico è previsto l’inserimento di nuove aree verdi, la rinaturalizzazione delle aree sulle quali sono state effettuate le demolizioni e la realizzazione di un polo delle formazione e cultura all’interno della quale sono collocare oltre ai servizi di accoglienza e portineria, parcheggi, laboratori didattici, spazi per la formazione e sensibilizzazione dei cittadini alle tematiche ambientali.
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Fase 2 Realizzazione ciclo combinato CCGT, con l’istallazione di due generatori di vapore a recupero e una turbina a vapore. A fine di questa fase verrà completamente dismesso l’impianto a carbone e la conseguente demolizione di tutte le sue strutture annesse, pertinenze e aree di servizio. In maniera conseguenziale alla dismessione dell’ impianto a carbone è prevista una fase di valorizzazione del nastro trasportatore, che perde la sua funzione industriale e acquista una valenza ambientale, diventando un asse verde che entra all’interno della centale e lo rinaturalizza. Allo stesso modo anche il camino fumi viene preservato ed attraverso un operazione di rinaturalizzazione del suo involucro diventa un elemento verde totemico visibile su tutto il territorio,
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AZIONI DI PROGETTO SOVRAPPOSIZIONE DEI LIVELLI
SISTEMA SOCIO CULTURALE Gli spazi della collettività
POLO DELLA FORMAZIONE spazi dedicati a laboratori CIMINIERA struttura riconvertita in landmarker ECODOTTO struttura riconvertita in parete verde
SISTEMA PRODUTTIVO Gli spazi dell’energia rinnovabile
ESPOSIZIONE SOLARE pannelli posizionati in direzione sud-est BATTERY ENERGY STORAGE SYSTEM sistemi di accumolo energia elettrica PARCO FOTOVOLTAICO spazi delle energie rinnovabili POLO INDUSTRIALE impianti energia a gas
INGRESSO UTENTI ESTERNI accesso al parco fotovoltaico
SISTEMA DEGLI ACCESSI Gli spazi delle connessioni
INGRESSO UTENTI ESTERNI accesso al polo della formazione INGRESSO AREA IMPIANTO INDUSTRIALE accesso addetti ai lavori
COLLINA FRANGIVENTO definizione dei bordi
SISTEMA AMBIENTALE Gli spazi della sostenibilità
INFILTRAZIONI definizione dei percorsi verdi PARCO INTERNO utilizzo essenze macchia mediterranea ECODOTTO elemento di paesaggio
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Area polifunzionale
Comunicazione della strategia e dell’impegno del Gruppo
- Eventi - Conferenze
Il nastro trasportatore “rinaturalizzato” diventa la nuova icona della centrale elettrica Federico II. Un intervento di architettura del paesaggio sul quale si erge il marchio “enel” a simbolo della strategia di tutela ambientale del gruppo.
Spazio esposizioni
Proiezione dell’immagine del territorio oltre i confini locali, divenendo landmark per il territorio.
Spazi di co-working
Il progetto, oltre al nastro trasportatore rinaturalizzato, conserva anche l’imponente camino fumi di circa 200 mt di altezza. Sulla superficie, in tasche poste a diverse altezza, dei ceppi di vite americana vengono messi a dimora con il sistema della coltivazione idroponica utilizzando l’acqua raccolta durante le precipitazioni atmosferiche. La superficie dell’imponente camino, così come il nastro trasportatore, si trasforma in un totem verde visibile dal mare e dal territorio agricolo circostante, un simbolo di una nuova alleanza tra ambiente, territorio e produzione di energia.
Laboratori didattici
- Sensibilizzazione ambientale - Energie rinnovabili - Conoscere il territorio
Mensa
Punto accoglienza
Sostenibilità sociale e ambientale: supportare lo sviluppo socio-culturale ed eco-sostenibile della collettività apportando beneficio nel lungo periodo L’idea di progetto è quella di pensare il nuovo polo energetico come uno dei punti notevoli posti lungo una direttrice che dalla città di Brindisi, procedendo in direzione sud incontra : • Parco naturale regionale Salina di Punta della Contessa, oasi di protezione naturale caratterizzata da vasti bacini di acqua dolce. • Torre Mattarelle • la riserva naturale regionale orientata Bosco di Cerano L’idea progettuale è quella di inserire il progetto del nuovo polo energetico “Federico II” all’interno di un sistema ambientale allargato, un’operazione che tenta mettere a sistema gli elementi del territorio, riconnetterli e creare una rete fisica e sociale che pone come obiettivo la volarizazzaione del territorio.
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Parcheggi e-mobility
SCREENING
LETTURA DEI VALORI DEL PAESAGGIO
PAESAGGIO AGRICOLO
PAESAGGIO COSTIERO
SISTEMA AMBIENTALE
Trame e texture agricole, geometrie strettamente legate alle esigenze produttive, contaminano il territorio e ne costituiscono un valore dentitario.
Gli elementi della costa frastagliati e verticali si presentano come un confine ben delineato, elemento di connessione tra terra e mare.
La macchia mediterranea è l’ecosistema principale di questo territorio, unità fondamentale del paesaggio costiero, elemento da preservare e potenziare.
SCENARI
FASI COSTRUTTIVE
STATO DI FATTO CENTRALE ENEL TERMOELETTRICA FEDERICO II - centrale temoelettrica a carbone - capacità di 2640 MW - località di Cerrano, Brindisi - estensione 185 ettari
FASE 1_DEMOLIZIONI
FASE 1_NUOVE COSTRUZIONI REALIZZAZIONE CICLO APERTO OCGT - 2 impianti turbogas - 2 camini di by-pass a ciclo aperto
FASE 2_NUOVE COSTRUZIONI REALIZZAZIONE CICLO COMBINATO CCGT - completamento ciclo aperto-combinato - capacità 1682 MWe - 2 generatori di vapore a recupero -1 turbina a vapore LANDMARKER recupero e valorizzazione ciminiera ECODOTTO recupero e valorizzazione nastro trasportatore carbone
FASE 3_DEMOLIZIONI
STRATEGIE DI PROGETTO PARCO FOTOVOLTAICO spazi delle energie rinnovabili
POLO DELLA FORMAZIONE spazi laboratoriali POLO INDUSTRIALE impianto turbine a gas
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giovanni vaccarini architetti
Valorizzazione del contesto: dare un input alla riqualificazione della zona industriale in ottica di sostenibilità ambientale Il contesto ambientale è stato l’innesco delle principali scelte progettuali di riqualificazione. Il progetto di paesaggio parte dall’osservazione dei sistemi ambientali presenti:
Paesaggio agricolo Geometrie strettamente legate alle esigenze produttive, contaminano il territorio e ne costituiscono un valore identitario. Trame e texture agricole vengono scolpite nella terra attraverso il lento e costante lavorio di chi abita questi spazi, sovrascrivendo al livello della natura una nuova trama. Paesaggio costiero Gli elementi della costa frastagliati e verticali si presentano come un confine ben delineato, elemento di connessione tra mare e terra. Sistema ambientale La macchia mediterranea è l’ecosistema principale di questo territorio, unità fondamentale del paesaggio costiero, elemento da preservare e potenziare. Circolarità e riutilizzo di strutture/infrastrutture esistenti ed innovazione tecnologica Il progetto ricicla molte delle strutture attualmente esistenti, oltre all’impalcato del nastro trasportatore trasformato in “ecodotto” e della struttura del camino fumi, vengono riciclate le imponenti strutture in legno lamellare delle cupole per il deposito del carbone. Si tratta di strutture strutture geodetiche di 143 metri di diametro con una superficie complessiva di circa 32.000 mq.
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Queste strutture verranno riutilizzate per definire il piano di appoggio del campo fotovoltaico, una tecnica di economia circolare che genera un paesaggio nuovo costituito da “dune fotovoltaiche”. Si prevede il riuso di tutte le strutture esistenti che potranno essere smontate ed adattate, cosi come si prevede, dopo una loro caratterizzazione, l’uso della terra di scavo all’interno dell’ambito del cantiere, senza portarla a discarica. Il progetto ambientale fa propri i principi di resilienza e adattabilità. Il progetto tende a minimizzare i rischi dovuti ai cambiamenti climatici e disastri naturali prevedendo ampie aree permeabili ed aree di rinaturalizzazione totale. L’approccio progettuale è approntato alla massima flessibilità adattandosi ad un conversione futura o ad altre destinazioni d’uso.
Inserimento di nuove aree verdi nell’area di progetto
Il disegno delle aree verdi è un atto fondativo per il progetto dell’intera area industriale. Viene concepito come un sistema di nuove aree verdi che si adattano alle funzioni legate alla produzione di energia costituendo un nuovo paesaggio dai bordi sfumati all’interno del quale gli elementi antropici si integrano con gli elementi della natura. Il sistema di rinaturalizzazione dell’area così pensato si divide in quattro tipologie di verde: • inserimento di aree boschive attraverso la piantumazione alberi ad alto fusto inseriti in maniera strategica per rinaturalizzare i bordi e mitigare l’impatto visivo ; • inserimento di un polmone verde composto da alberi ad alto fusto e arbusti tipici della macchia mediterranea posto alla base della ciminiera, cuore verde della centrale che trasforma il camino dei fumi da emblema dell’inquinamento a monumento dei valori dell’ambiente e della sostenibilità; • rinaturalizzazione di elementi industriali che hanno ormai perso la loro funzione originaria, questa tipologia di verde verticale è resa possibile grazie a ad alcune essenze rampicanti posizionate in vasche poste a varie altezze lungo il nastro trasportatore e il camino dei fumi; • infiltrazioni di verde, veri e propri corridoi ecologgici che attraversano il campo fotovoltaico connettendo tutti gli spazi verdi, questi spazi verdi sono costituiti da arbusti di altezza moderata in modo da non ostacolare i raggi del sole e permettere il perfetto funzionamento dei pannelli fotovoltaici;
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GIOVANNI VACCARINI architects _ SINCRETICA architecture
giovanni vaccarini architetti
Giovanni Vaccarini Architects It is a design company that operates, with twentyfive years experience in the field of architectural planning, design, research and integrated design. The quality, with all its possible forms, is the main goal of our work. The company is certified ISO 9001-2008 for the design and services of architecture and engineering. GVA has always been oriented as well as the Italian and European markets, even to the international market; currently it has building sites and projects in Italy, Geneva, Switzerland and Riyadh, KSA - Saudi Arabia
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WHO WE ARE
We are an architecture and design lab. We are a family of creative minds. Our projects are closely collaborative, bringing a fresh perspective, inspiring confidence and building commitment Since 1993 we have developed more than 450 design projects in 10 countries. We have received 20 Awards and nominations
Designing is an art of listening “Listening� to the city, the site, the environment in which we design, listening to the multiple instances of each project, listening to users / clients.
Designing is an art of transposition From listening to the project, or from the idea to the project, there is never a linear process but a complex set of interrelations that constantly informs the final result. The metamorphosis from the idea to the project requires wisdom and knowledge (know how)
We work daily to refine our sensitivity to listening, wisdom and knowledge, in order to be able to support our clients in making adequate choices and transforming ideas into architecture and a better environment for the whole community. 35
giovanni vaccarini architetti
TEDxPescara 2019 36
- scenography : Giovanni Vaccarini Architects
EVERYTHING IS commintment to making DESIGN it happen
We combine wide-ranging expertise with a passion for creativity and a willingness to reaffirm the responsibility of our work for the environment and for future generations.
problem exploration
We work on understanding the problem, rather than jumping to solutions. This makes decisions easier and ultimately leads to more effective solutions. Multiviewpoint Approach We explore more options.
We believe that everything can be done in at least two ways, structured and systematic, we leave no stone unturned in finding the best solution. We are pragmatic idealists. We know what works in the real world, but at the same time we know that this knowledge would be nothing without a long-term vision.
design solving real solutions
Design is a method of problem solving. We offer not just ground-breaking ideas, but the knowledge and wisdom to develop your projects. 37