Notiziario Amici Dello Jaci 15 Marzo 2016 Anno XV No1

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Notiziario Amici dello Jaci

OMAGGIO per i soci e

simpatizzanti

Anno XV - N. 1

RIVISTA TRIMESTRALE di ATTUALITÀ e CULTURA

15 marzo 2016

Amici dello Jaci: realtà feconda e operosa

Venticinquesimo Anniversario

Bilancio positivo G

? Guido De Domenico

iovedì 21 gennaio alle ore 16,30 si è svolta la manifestazione per celebrare il venticinquesimo anniversario della nostra Associazione nell’Aula Magna dello Jaci, alla presenza di un folto auditorio, fra cui i presidi succedutisi Lillo Petrone, detto “Zio Lillo” dagli allievi della Scuola, aveva la vocazione dell’educatore. Compiuti gli anni d’obbligo della scuola elementare (allora 5 anni) aveva frequentato l’Istituto di via Cesare Battisti, Dopo il diploma, si era iscritto all’Università “Ca Foscari” di Venezia, ove esisteva in quel tempo l’unica facoltà di Economia e Commercio in Italia. Conseguita la laurea, passò ad insegnare Ragioneria e Tecnica Commerciale proprio nella Scuola in cui era stato allievo modello e che considerava una seconda famiglia. Negli anni 60 la Preside dello “Jaci” Isa-

bella Conti lo invoglia a tentare il concorso a Preside. E’ subito vincitore e viene assegnato a Reggio Calabria, ove si fa conoscere, stimare, amare. Nel settembre 1977 il Preside Davoli lascia la Presidenza dello “Jaci”: il posto è suo. Rinnova completamente la Scuola, istituisce il corso serale (cosa che aveva fatto anche a Reggio Calabria) aggiorna i gabinetti di Scienze, viene autorizzato a nominare un medico per gli alunni, autorizza la pubblicazione di un mensile (redatto dai docenti e dai ragazzi), autorizza la pubblicazione periodica di “Annali” dell’Istituto, favorisce gli incontri degli allievi con i dirigenti delle Banche più importanti, ecc. Nato nel 1921, comincia a pensare penosamente alla pensione, non può pretendere di rimanere malgrado la sua gagliarda vitalità: non può lasciare la sua seconda famiglia. Nasce così nel 1991 l’Associa(continua a pag. 11)

Quei meravigliosi nove anni della mia reggenza ? Elvira Buonfantino

Il saluto di Myla Pasqualucci ai presenti

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on potevamo festeggiare i 25 anni dell’ Associazione senza parlare di Lillo Petrone, perché l’Associazione è una sua creatura. Lui credeva nelle cose che faceva e le faceva sempre con entusiasmo. Ha dedicato molti anni della sua vita all’Istituto Jaci prima e all’Associazione dopo. Sin da quando era preside si è circondato di un ristretto numero di insegnanti, come: Nuccia Bottari, Carla Fortino, Rosellina Di Stefano, Myla Mobilia, Silvana Mangiapane e me stessa, coinvolgendoci in molti viaggi culturali e tante altre iniziative. Una volta andato in

pensione, nel 1991, ha voluto allargare la cerchia di amici, poiché credeva tanto nell’amicizia, creando l’Associazione Culturale Amici dello Jaci”, coinvolgendo, ancora una volta, tutti in tante attività ed interessi culturali. Attività e interessi che l’Associazione ha cercato di continuare, dopo la sua morte, con Carla Fortino prima, con me nei nove anni della mia presidenza e, adesso con Myla Mobilia. Avere avuto la possibilità di visitare musei prestigiosi come il museo egizio del Cairo, l’Ermitage di San Pietroburgo, di Pergamo a Berlino, dell’Anatolia ad Ankara, di Città del Messico, del (continua a pag.10)


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Sensazionale! oltre ogni limite...

Colture Sott’acqua ? Giovanni De Francasco Palazzo Italia, nella recente EXPO di Milano, ha messo in evidenza quelle che sono state definite dell’Italia: la potenza del saper fare, della bellezza, del futuro e del limite. Mentre le prime tre sono state ampliamente illustrate e unanimemente apprezzate, la quarta, la potenza dellimite, come capacità di garantire la sostenibilità, nel futuro, con progetti dovuti alla creatività della mente umana, utilizzando mezzi innovativi e superando ostacoli in circostanze proibitive, merita un approfondimento. I progetti illustrati sono stati diversi ma quello che ha suscitato maggiore curiosità per la inusuale utilizzazione di un ambiente che giammai sarebbe stato considerato idoneo, è stato quello relativo alla coltivazione in mare. Sono state utilizzate biosfere coperte con materiale vinilico di forma cilindrica con la parte superiore a forma di ombrello e quella inferiore aperta e ancorata saldamente a circa 8 metri nel fondo marino. La parte superiore è stata riempita d’aria in modo da lasciare un ambiente sufficientemente ampio da ospitare un bancale contenente le vaschette con il terriccio. L’operatore, con muta da palombaro, ha trasportato il materiale occorente in confezioni stagne che ha aperto quando è entrato nella struttura e ha raggiunto la zona sopra l’acqua e piena d’aria. Essendo stato realizzato, questo primo esperiemento, in un tratto di mare antistante alla spiaggia di Noli (Savona), è stato coltivato basilico,

ampliamente adoperato a Genova per la preparazione del pesto. La germinazione dei semi è avvenuta in appena 48 ore dalla semina e l’accrescimento delle piantine è stato regolare; il fabbisogno idrico è stato soddisfatto con l’acqua di condensa formatasi al di sotto della parete trasparente, per la differensa dormatasi al di sotto della parete traspirante, per la differenza di temperatura fra la superficie dell’acqua e l’ambiente superiore. Non sono stati necessari trattamenti antiparassitari perchè l’ambiente, completamente isolato, non è stato raggiunto da parassiti.

La qualità del prodotto raccolto è stata ottima. L’esperimento, che sta andando avanti da diversi anni con la coltivazione anche di altre piante in strutture più grandi, ha già suscitato l’interesse di moti imprenditori fra cui quelli che vivono in ambienti difficili come le zone desertiche sove la desalinizzazione dell’acqua del mare è costosa e le condizioni ambientali sono difficili.


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L ’angolo della poesia Messina

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La pasqua dei poveri

Mi sveglio in un assolato mattino,

scruto l’orizzonte e lo spettacolare scenario dello Stretto bello m’appare dirimpetto! Dipinta, come una bella cartolina, si stende placida Messina,

sulle sponde di questo azzurro mare.

E’ qui che vorrei trascorrere il mio tempo

Forse per noi, che non abbiam che pane, forse più bella è la tua Santa Pasqua, o Gesù nostro, e la tua mite frasca

si spande,oliva nelle stanze quadre. Povero il cielo e povere le stanze,

tra profumi di pignolata e gustosa caponata, tra suoni di argentee campane e cornamuse.

Sabato Santo,il tuo chiaror ci abbaglia,

Lontano echeggia un suono d’onda che ti ricorda d’essere

col cielo, che ne abbraccia le speranze.

a l’altra sponda,

d’un mondo che corre schiavo del tempo .

e il nostro cuore fa una lenta maglia Semplice vita, alle nostre dimande

Com’è bello ricordare la città nostra,

Tu ci rispondi: Su coraggio, andate!

il flusso di tanti visitatori.

Non ha bisogno più d’altre vivande.

la vivacità della sua Fiera,

T’incontro per strada, ti stringo la mano, sento il tuo calore che sa di gioia, di nostrano!

Lode a te o Messina, madre di grandi mercanti e valorosi artisti,

che grande hanno fatto nel tempo il tuo nome. Guardati attorno e mira, tutto ritorna e nulla si oblia.

Massimo Martino

Noi t’ubbidiamo; e questa povertà

Noi siamo tanti quanti alla campagna Sono gli uccelli sulle mosse piante,

cui sembra ancor che le parole sante

giungan col vento e l’acqua che li bagna. Carlo Betocchi


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Una tappa storica crudele ma inevitabile

Versailles 26 Agosto 1789 Siamo all’ epoca della Rivoluzione Francese che, pur se sviluppatasi con la violenza che ha portato alla ghigliottina i sovrani francesi e la nobiltà, ha avuto il grande merito di proclamare per la prima volta “I diritti dell’uomo e del cittadino”. È utile riportare per intero il primo articolo della «Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26/8/1789»: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. I diritti dell’uomo da quel 26 agosto 1789 sono alla base della società odierna, una società che è basata non più su una ripartizione di classi bensì su un’uguaglianza di ceti. La Rivoluzione Francese, in effetti, sorge proprio per protestare contro la ripartizione in classi che vigeva nel 700 quando i cittadini francesi erano divisi in tre ordini sociali: nobiltà , clero e terzo stato. Nonostante il terzo stato comprendesse anche la borghesia, che era la classe portante dal punto di vista lavorativo della società francese, esso era l’unico a pagare le tasse mentre sia la nobiltà che il clero non le pagavano, in quanto erano considerati ordini privilegiati, ed avevano anche il diritto di esigere dal popolo le cosiddette “corveès” che erano servizi

? Marina Mobilia

gratuiti prestati ai nobili; anche il clero godeva di uguali privilegi. Quando la situazione economica francese a causa di una cattiva gestione del patrimonio pubblico arrivò al baratro economico, si convocarono gli Stati Generali che comprendevano deputati dei tre ordini. Però mentre la nobiltà e il clero e lo stesso sovrano avrebbero voluto fermarsi alla soluzione della questione economica, il terzo stato pretese che si affrontasse anche la questione sociale (giuramento della Pallacorda) . Bisogna ricordare, però, che se la Rivoluzione francese ha prodotto questo documento essa è stata la molla che ha fatto scattare una violenza inaudita portata avanti soprattutto da Danton, Marat e Robespierre. I diritti dell’uomo costituiscono una delle fondamenta basilari per la vita della società odierna. Nella nostra epoca anche l’ ONU ha ripreso questi concetti portati avanti dai rivoluzionari francesi proclamando una versione attuale di questi diritti firmata a Parigi il 10 di-

cembre 1948. Chi ha sofferto maggiormente per la mancanza di riconoscimento dei propri diritti sono state le classi più indigenti e più bisognose di aiuto. Questa situazione di indigenza e di povertà è, ancora oggi, presente in alcuni stati come l’ India o l’Argentina. Non sempre i governi sono stati in grado di risolvere queste drammatiche contingenze, ma si deve all’opera di persone eccezionali, come Madre Teresa di Calcutta il tentativo di lenire, almeno in parte, queste sofferenze. Anche le popolazioni di colore hanno, solo da poco, avuto il riconoscimento dei propri diritti; non bisogna dimenticare, infatti, che nel Sud Africa l’apartheid è rimasto in vigore fino al 1993. Una fase fondamentale per l’affermazione di questi diritti è stata quella relativa alla seconda guerra mondiale in seguito alla quale sono state eliminate alcune forme di dittatura come il nazismo in Germania. Purtroppo la violenza non cesserà mai di esistere; finché esisteranno le fabbriche d’armi non si potrà mai arrivare a quella pace tra i popoli che il Cristianesimo ha predicato e che, oggi, è rappresentato da una persona di grande carisma come Papa Francesco. Non per niente già nel 17º sec. Tommaso Hobbes ha evidenziato tale circostanza con la famosa frase “homo homini lupus” (l’uomo è un lupo verso l’uomo).


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50’ anni di sacerdozio

Don Umberto Romeo: Un degno figlio di S. Giovanni Bosco (g.d.d.) - E’ difficile trovare una famiglia messinese che non abbia conosciuto don Umberto Romeo, il grande psico-terapeuta, che ha fondato nel 1971 il centro di psicoterapia “V. Frankl”, presso l’oratorio salesiano “Domenico Savio” in via Lenzi, a Messina. Migliaia sono stati i genitori che hanno affidato i propri figli a don Romeo per la sua competenza e scrupolosità indiscussa: l’adolescenza è un periodo difficile per i giovani di entrambi i sessi per i problemi, sempre presenti ma oggi centuplicati rispetto a quelli delle generazioni precedenti. Educato all’Istituto salesiano di Randazzo (il primo oratorio salesiano di Sicilia fondato personalmente da don Bosco) il Nostro ha raccontato durante l’omelia un episodio della sua gioventù: il suo aspetto (fisico da attore cinematografico) era assai gradito alle ragazze, anche se ai suoi tempi un seminarista portava l’abito talare. Una di esse gli disse:”ma perché vuoi diventare prete?“ “Perché a me piacciono i bambini”. “Ed allora rinuncia alla tonaca e pensa a sposarti. “Ma no, rispose Umberto, un uomo sposato può avere un figlio, due, tre, ma un sacerdote di don Bosco ne può avere centinaia”. Sacerdote salesiano egli

divenne il 6 marzo 1966 a Messina, con l’Arcivescovo Mons. Fasola, piemontese, che volle essere sepolto nel nostro cimitero perché amò tanto Messina. Don Romeo è stato docente di Psicologia all’Università pontificia Salesiana di Messina e per 14 anni anche in quella di Roma. Nel 1988 ha fondato anche il CEPAS, associazione di volontariato, che impegna salesiani e laici nella prevenzione e nell’azione sul disagio giovanile e socioambientale. Don Umberto conosce e segue la nostra Associazione

sin dalla sua nascita. Anche noi, fra le migliaia di messinesi presenti domenica 6 marzo nella chiesa di San Salvatore, lo abbiamo salutato ed abbracciato con grande affetto e devozione.


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Un problema irrisolto:

La questione meridionale ? Gino Tino

All’indomani dell’unificazione nazionale, una grande differenza si manifestava tra le regioni del Nord e quelle del Sud: miseria, ignoranza, delinquenza, corruzione di costumi, mancanza di strade e di servizi pubblici caratterizzavano la vita del Mezzogiorno d’Italia. Nacque la questione meridionale, cioè la ricerca di mezzi idonei per elevare il livello politico, economico, sociale e culturale di quelle popolazioni. Furono soprattutto gli scrittori meridionalisti a far conoscere agli Italiani lo stato di povertà materiale e morale del nostro Sud. Tra questi ricordiamo il napoletano Pasquale Villari, che con le sue “Lettere meridionali” fu il primo a parlarne; e il pugliese Gaetano Salvemini, che affermò la necessità di estendere il suffragio elettorale alle masse contadine, allora escluse. Vien da chiedersi: quale la situazione odierna, rispetto a quei tempi? La questione rimane una “questione”, ossia un problema aperto. Ad affermarlo sono economisti e intellettuali di tutto rispetto, che hanno suggerito

al governo Renzi di tenere presenti due punti fermi sul

Gaetano Salvemini

Mezzogiorno. Il primo è che la questione meridionale non è esaurita, anzi è centrale allo sviluppo del Paese. Il secondo è che la coesione – il cui ministero è stato soppresso e accorpato a Palazzo Chigi – non si risolve nel buon impiego dei fondi europei, ma mobilitando le migliori risorse del Governo verso l’obiettivo di riduzione del divario tra Nord e Sud e rifondando le regole di una solidarietà nazionale da tempo smarrita. Taluni politici hanno del Sud un’idea distorta, altri non ne hanno alcuna. L’accusa, tra le altre, di aver dissanguato la spesa

pubblica sperperando risorse preziose e di aver inquinato anche il resto del Paese con una logica parassitaria, è quanto meno fuori luogo. Si rimetta sul tavolo politico il divario tra Nord e Sud non per distribuire sussidi, che ripugnano alla migliore coscienza del Mezzogiorno, ma per pianificare in quanti anni le strade, le ferrovie, le scuole, gli ospedali, le reti di internet del Sud saranno pari a quelle del resto d’Italia. Si rinunci a utilizzare la coesione in forma compensativa perché il Sud non ha bisogno dell’aiuto dell’Europa, ma della volontà di un Paese unito, espressa da un Governo che lo rappresenti nella sua interezza. Quello che fino ad oggi è sempre mancato. Gli annosi problemi che affliggono il Meridionevanno risolti nell’interesse generale del Paese, non solo di parte di esso. “Aiutare l’uomo ad essere più uomo… sapendo che, partendo dagli ultimi, anche i primi saranno serviti e non viceversa” (messaggio del Vescovo Metropolita di Cosenza all’Associazione Rotary-vedi Rotary 2100, n.11, giugno 2010 ).


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Detti e Fatti

ARISTOTELE (384-322 a.C.) filosofo greco

CALLAS MARIA (1923-1977)

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soprano statunitense, d’origine greca Nonostante il successo, aveva sofferto molto, la solitudine e la tristezza l’accompagnarono sino alla morte. Il giorno dopo la trionfale prima di Medea alla Scala, confidò al giornalista Gaetano Afeltra: Ho la casa piena di fiori, sembra un’immensa caOTTAVIANO AUGUSTO (634-14 d.C.) mera ardente, ma mi manca sul comodino quella imperatore romano rosa che ogni donna desidera. “Volevo dei figli e i Un cortigiano disse un giorno ad Augusto: miei figli sono stati quelli di Medea e di Norma”. - Corre voce che vuoi farmi un bel dono. Ed Augusto pronto: - Non dar ascolto alle chiac- (Afeltra: Famosi a modo loro) chiere della gente (Magazine Historique, 1764) Domandarono ad Aristotele: - Che cosa si guadagna a mentire? - Di non essere creduti quando si dice la verità (De la batut, L’esprit des grands hommes)

BARNARD CHRISTIAAN (1922-2001) cardiochirurgo sud africano Si preoccupava molto che i suoi pazienti superassero nel miglior modo possibile il trauma dell’operazione. Diceva: La sofferenza non nobilita affatto, la guarigione sì. (Simpson’s ontemporary Quotations) BERLIOZ HECTOR (18034-1869) compositore francese Negli ultimi tempi della sua vita, i francesi cominciarono ad apprezzare la musica di Berlioz. - Vengono, vengono - gli diceva - va un amico per indicare che il pubblico veniva a lui. - Sì - rispose Berlioz - loro vengono e io me ne vado! (Berlioz, Souvenirs de voyages).

BUSH GEORGE HERBERT (1924)

presidente USA Il presidente (repubblicano) era molto criticato dal Congresso, dove i democratici erano in maggioranza. Tra le altre cose si diceva che era un bravo ragazzo e del suo carattere timido, indeciso, introverso. I maligni dicevano di lui: - Alle donne Bush non piace perché ricorda loro invariabilmente … l’ex marito.

Spigolature giuridiche

Salvataggio ? Nicola Fazio

Ha rubato in Canonica i risparmi del Parroco, 2.000.000 di lire. “Perché?” “Per bisogno! Mi sono preso quello che avrebbe dovuto darmi… Date ai poveri… Un uomo di Chiesa non può mettere da parte, glielo proibisce la legge del Vangelo…”. “Che proibisce anche il furto,” aggiungendo “al pari di quella umana.” “Chissà!” obietta. Sembra solo convinto che, se pur dannerà la sua anima, avrà contribuito a salvare quella del prete.


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Massime

e Minime

Una Cattiva azione non ci tormenta appena compiuta, ma a distanza di molto tempo, quando la si ricorda, perché il ricordo non si spegne (J.J. Rousseau)

Davanti a noi stanno cose migliori di quelle che ci siamo lasciati alle spalle (Olive Stapes Lewis)

Ogni bacio chiama un altro bacio (Marcel Proust)

Scambiandosi i loro pensieri, gli uomini comunicano come nei baci e negli abbracci: chi accoglie un pensiero non riceve qualcosa, ma qualcuno (Hugo von Hofmanndtha)

Quello che è cibo per un uomo può essere veleno per un altro (Lucrezio)

Studia il passato se vuoi prevedere il futuro (Confucio).

Non c’è nulla di più bello di una chiave, finché non si sa che cosa apre (Maurice Maeterlinck)

Siamo angeli con un’ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati (Luciano De Crescenzo).

Solamente i deboli hanno paura di essere influenzati (J. Wolf. Goethe)

La calunnia disdegna i mediocri, ma afferra i grandi (Francesco Crispi)

Lo sapevate? Vuotare il sacco... Significa, in senso figurato, dire tutto quello che si sa’ o si pensa senza riserva né pudori. L’ espressione deriva dal mondo giuridico: anticamente, infatti, i registri di un processo venivano messi in veri e propri sacchi sigillati; durante il dibattimento l’avvocato arrivava in tribunale con il suo sacco di pergamene e rotoli e lo vuotava davanti ai giudici per poi prendere di volta in volta quello che gli serviva.

Essere una palla al piede... Con il suo significare di costituire un ostacolo che rallenta o impedisce di fare qualcosa, è espressione nata nelle carceri di un tempo, in cui ai prigionieri veniva legata al piede una pesante palla di piombo per dissuaderli da tentativi di fuga, al riguardo, Silvio Pellico (in “Le mie prigioni”) ci da una precisa descrizione del rito con cui il fabbro fermò i ceppi con i chiodi, ribattendoli sulla incudine e chiudendoli direttamente alla caviglia.

Collaborate! La collaborazione è aperta a tutti i soci su qualunque argomento, esclusa la politica; ma è bene ricordare che le lettere o gli articoli non devono superare una pagina commerciale e 1/2 su interlinea singola. La pubblicazione delle poesie è soggetta a selezione di esperti. Non vengono pubblicati giochi di enigmistica, parole crociate, barzellette, etc.


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Note tristi Pina Bellino (m. p.) - Il 17 febbraio, nella Chiesa del Carmine, abbiamo dato il nostro addio a Pina Bellino. Conoscevo Pina da tanti anni, da quando eravamo giovani signore e ci frequentavamo spesso per passare qualche serata insieme. Sempre gentile ed affettuosa, mi é stata molto vicina quando ho passato un brutto momento dopo la mia operazione al ginocchio: mi veniva a trovare anche quando lei stava male, il che accadeva spesso data la malattia di cui soffriva. Pina è stata una persona intelligente ed attiva. Ha gestito, per anni, la Farmacia di Piazza del Popolo, di cui era proprietaria ed è stata Segretaria dell’ Ordine dei Farmacisti della Provincia di Messina. Negli ultimi anni ha affrontato, coraggiosamente, le cure, spesso dolorose, che il suo stato di saluta richiedeva. È stata nostra Socia da sempre e per sempre, La ricorderemo. Alla figlia Cinzia ed ai familiari tutti vadano le affettuose condoglianze degli “Amici dello Jaci”.

Francesca Campolo Lunedì 29 febbraio ha cessato di vivere la signora Francesca Campolo, madre della nostra socia Anna Carbone. Francesca era una donna bella, semplice, elegante. Lascia alla sua famiglia ed ai suoi amici un patrimonio di forti valori ed una grande capacità di amare.

Letterio Freni (e. b.) – Un grave lutto ha colpito la famiglia Freni ed il nostro Istituto: Letterio Freni, docente di materie tecnico-aziendali nel Corso B, si è spento improvvisamente a 52 anni per un infarto: nelle persone giovani l’infarto è quasi sempre fatale. Laureatosi in Economia e commercio nella nostra Università col massimo dei voti, iniziò la sua carriera il primo settembre 1993 a Parabiago (Milano) nell’ITC “G. Maggiolini”, poi nell’ITC “Merendino” di Capo d’Orlando, poi nell’ITC “S.Pugliatti” di Taormina. Giunge nella nostra Scuola il 1º settembre 2007. Ovunque ha lasciato un ricordo incancellabile per la sua personalità,competenza, umanità. Oltre all’insegnamento, egli si prodigava in tutte le occasioni per le necessità logistiche della Scuola: ed infatti è deceduto mentre era con il Preside in una agenzia postale. Sposato con la prof.ssa Carmen De Lea, docente di chimica, Lillo Freni lascia i figli Gabriella, Valentina, Francesco. La nostra Associazione si stringe affettuosamente a loro ed ai parenti tutti in questo momento di grandissimo dolore.

Clotilde Buonfantino Si è spenta a Napoli Clotilde Buonfantino, sorella di Elvira Buonfantino, già presidente della Nostra Associazione per nove anni ed attualmente membro della Redazione del “Notiziario”. Ad Elvira Buonfantino il nostro abbraccio affettuoso.

Giuseppe Marisca Il 17 marzo è venuto a mancare il Prof. GIUSEPPE MARISCA, già emerito docente di discipline economico-aziendali nell’Istituto “Jaci”. Vivo cordoglio ha destato la scomparsa di questo carissimo Collega ed amico, in particolar modo Lo piangono la Presidente Prof. Myla Pasqualucci e le socie Graziella Piccione, Nuccia Schirò e Graziella Muscolino, essendo state colleghe di Corso (G) per tantissimi anni. Giuseppe Marisca è stato sicuramente un’istituzione della Scuola, assicurando prestigio e serietà all’Istituto. Nell’attività didattica ha saputo coniugare il giusto rigore con un profondo senso di umanità per le generazioni di allievi che ebbero la fortuna di averLo come maestro. Alla famiglia, in particolare al dott. Carmelo, ex allievo dello “Jaci”, le espressioni più vive di vicinanza da parte dell’Associazione.


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Continuazioni

Quei meravigliosi... (da pag. 1)

Prado, del Louvre, il Guggenheim di Bilbao e tanti altri, lo dobbiamo a Lillo Petrone e all’Associazione. Ed è stato anche un arricchimento culturale, come diceva Lillo, aver visitato siti archeologici di grande interesse come: la Valle del Nilo, le Piramidi del Messico e Guatemala, l’esercito di terracotta in Cina, Petra in Giordania o Pompei e Paestum, tanto per citare i più importanti. Se molti di noi hanno conosciuto meglio il modo di vivere attuale e la cultura di certe popolazioni come in Marocco, Tunisia, Irlanda, Norvegia o Stati Uniti o la cultura e il modo di vivere nel lontano passato, visitando le abitazioni trogloditiche come Pantalica, Matera o la Cappadocia in Turchia, lo dobbiamo all’Associazione. Ed è sempre merito dell’Associazione se abbiamo potuto vedere luoghi di grande interesse turistico come i Castelli della Loira, Le cascate del Niagara, Las Vegas, il cammino di Santiago o i fi ordi ed i ghiacciai della Norvegia. Così come lo si deve all’Associazione se molti di noi hanno potuto visitare località che, purtroppo, ricordano tanti eventi bellici, come il sacrario di Redipuglia, il muro di Berlino, Aushwitz, la Normandia con il cimitero di Omaha o il cimitero di Arlington a Washington o la piccola chiesa costruita dai prigionieri italiani nella lontana Scozia. Voglio ricordare anche i vari siti visitati legati alla Madonna come Nazaret, Efeso, Loreto, il santuario di Pompei, Lourdes o La Madonna di Ezestochowa in Polonia, o La Madonna di Guadalupe in Messico o per ultima, in ordine di tempo, la Madonna di Medjgore. Io personalmente debbo essere grata a Lillo per avermi dato la possibilità, forse per prima a Messina, di effettuare almeno 20 veri

scambi culturali con la Francia, accompagnando per tre settimane i nostri alunni presso famiglie di studenti francesi, ragazzi che poi venivano ospitati a Messina dalle famiglie dei nostri allievi. L’Associazione si è interessata a tante altre iniziative. Con “Il libro la scelta intelligente” si è cercato di premiare i ragazzi diplomati con il massimo dei voti. Abbiamo creato un “Notiziario” per fare conoscere ai soci e ai simpatizzanti le attività della nostra Associazione e dare a tutti la possibilità di esprimersi pubblicando loro articoli. Abbiamo organizzato tanti dibattiti e conferenze. Come non ricordare le tante interessanti conferenze della attuale presidente Myla Mobilia Pasqualucci? L’architetto Principato ed il professore Giansiracusa ci hanno fatto conoscere meglio Messina e Palermo, così come Siracusa e Venezia. Abbiamo assistito a tante rappresentazioni di tragedie greche nei teatri di Tindari e Siracusa. Ma il fi ore all’occhiello della nostra Associazione è rappresentato, forse, dalle tante conferenze, per circa quindici anni, tenute dal

professore Giansiracusa, sulla Storia dell’arte. Ricordiamo, tra l’altro, i tanti momenti di aggregazione legati o a incontri conviviali o agli scambi degli auguri di Pasqua nella domenica delle Palme, così come per gli auguri di Natale con la tombola. Un ringraziamento lo dobbiamo fare ai vari presidi: Micali, Stazzone, Muscarà, Abate e all’attuale Borzì, che ospitandoci ci hanno tanto aiutato nelle nostre iniziative. Prima di chiudere vorrei ringraziare affettuosamente Nicoletta Venuti, Nuccia Bottari, Grazia Arena, Cettina De Luca, Olga Quartuccio, Graziella Piccione, Guido De Domenico, Giovanni De Francesco, Myla Pasqualucci per la collaborazione, il sostegno ed i consigli che mi hanno dato nei nove anni della mia presidenza, anche per la collaborazione disinteressata ed entusiastica al “Notiziario degli amici dello Jaci” , da ben quindici anni anello di congiunzione fra i soci ed anche con la cittadinanza. Infi ne, un piccolo ringraziamento lo voglio fare a mio marito che mi ha sopportata ma anche supportata ed invogliata a fare sempre di più per l’Associazione.

Il nostro Blog Ricordiamo ai nostri lettori che il “Notiziario degli Amici dello Jaci” sin dal 15 marzo 2012 è pubblicato anche online: ogni numero quindi può essere letto integralmente col computer . La nostra rivista pertanto è seguita pure in America, in Australia, ecc. Ecco il sito: GOOGLE ASSOCIAZIONE CULTURALE AMICI DELLO JACI, E-mail al direttore: guido.dedomenico@gmail.com


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Notiziario Amici dello Jaci Bilancio positivo (da pag. 1)

zione “Amici dello Jaci”. Lo scopo è di tenere uniti tutti coloro che hanno avuto rapporti con lo Jaci: docenti, alunni, personale di segreteria o di servizio, ecc. Ma col tempo (anzi: a furore di popolo) l’ingresso viene aperto anche ai parenti o amici dei soci “a pieno titolo”: i simpatizzanti. Il 31 agosto 1991 Petrone va in pensione. Il mensile da lui voluto (“DIVERSI A DIVERSI”) titolerà l’evento: “HA DIRETTO LO JACI CON LA MAESTRIA DEL MANAGER. Gli subentrerà Antonino Micali. Agli “Amici dello Jaci” lui dedicherà tutte le sue cure sino alla morte (giugno 2001). A lui subentra come presidente CARLA FORTINO, preside dell’ITC “S. Pugliatti” di Taormina ed ex docente di Materie giuridiche ed economiche dello Jaci (corso B). Sulla scia del predecessore, Carla Fortino continua rigorosamente il suo impegno. Le succederà ELVIRA BUONFANTINO, docente di francese (corso B) per nove anni, quindi MYLA PASQUALUCCI, docente di lettere nel corso G, tuttora al timone della bella nave di via Cesare Battisti. La nostra Associazione con le sue iniziative (Lezioni d’arte del Prof. Paolo Giansiracusa, gite e viaggi d’istruzione, mostre d’arte, borse di studio annuali agli allievi, pubblicazioni editoriali, rivista “NOTIZIARIO” (da due anni anche on line) ha dato ai soci quanto potevano e dovevano aspettarsi. Doveroso era quindi festeggiare il 25° anniversario, il 3 febbraio, alle ore 16,30 nell’aula magna dello “Jaci”: una presenza massiccia, con la presenza dei presidi che succedutisi a Petrone: Antonino Micali, Claudio Stazzone, Rosario Abbate, Alfio Borzì. Al saluto della Presidente Pasqualucci ha preso la parola Car-

Continuazioni

L’uditorio attento nell’Aula Magna

Da sinistra: Pasqualucci, preside Borzì, Nuccia Bottari, Carla Fortino

Da sinistra: preside Borzì, preside Abbate, preside Stazzone, preside Micali

la Fortino, poi Buonfantino, Stazzone, Abbate, Borzì.: Un drink ha concluso la bellissima serata. ________

In qualità di Direttore responsabile del “Notiziario” ed anche a nome dei redattori sento il dovere di ringraziare gli amici esterni che ci hanno onorato della loro collaborazione, gli estimatori (fra cui eminenti per-

sonalità) che hanno voluto gratificarci del loro apprezzamento per il nostro lavoro in quindici anni di attività, permettendoci di fornire contenuti sempre più interesanti e graditi. Grazie anche alla stampa (al primo posto “Gazzetta del Sud”) ed alle TV private, che hanno pubblicato e pubblicizzato la nostra testata, disinteressatamente, per pura simpatia.


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Il dipinto della Madonna “Odigitria”

L

a tela del Sudario e il Legno della Croce. Questa è la materia umile, dal significato forte e indelebile, che rivestì di magnifica bellezza le umili pareti absidali delle chiese dei PP.Cappuccini dal XVI al XVIII secolo, coinvolgendo diverse generazioni di artisti, alcuni dei quali appartenenti allo stesso ordine religioso. Nella Provincia Monastica dei PP.Cappuccini di Siracusa, un terzo del territorio dell’Isola che coincide con l’antico distretto amministrativo arabo del Val di Noto, tra impervie alture rocciose, ampie vallate e coste frastagliate, nella regione geomorfologica delimitata dal Salso Meridionale e dal Simeto, non c’è antico centro che non abbia avuto un convento francescano dalle umili forme e dagli spazi funzionali, nel rispetto del dettato derivante dalla Regola rigorosa e precisa anche nel campo costruttivo. A causa delle Leggi di Soppressione del 1866 e a motivo della crisi delle vocazioni religiose, negli ultimi tempi in aparticolare, si è assistito allo spopolamento dei conventi con la conseguente chiusura, accompagnata dalla mancata custodia e dall’assenza di manutenzione. Interi complessi appaiono degradati dall’obsolescenza naturale e dalle distruzioni causate dall’uomo. Con l’architettura hanno conosciuto il degrado anche le opere d’arte che per secoli sono state vanto e gloria della Comunità Cappuccina, se non altro per la scelta stilistica di rottura rispetto alle commissioni effettuate dagli altri ordini religiosi. All’accademismo e

? Paolo Giansiracusa

alla maniera i Cappuccini nel tempo hanno preferito l’originalità, l’avanguardia, le opere di rottura stilistica ed espressiva. Per la Storia e per l’Arte i Cappuccini della Provincia Monastica di Siracusa hanno favorito l’estro creativo di Mario Minniti e Pietro Novelli, di Fra’ Domenico da Palermo e Mattia Preti, di Mariano Cusmano e Michelangelo Cerruti, di Guglielmo Borremans e Giuseppe Cristadoro . Al Paladini, grazie anche alla complicità dei Branciforti, chiesero l’impegno maggiore e lo dimostra l’elevato numero di interventi a cui fu chiamato (poi per emulazione anche da altre comunità religiose) (1). Il manierista toscano frequentò l’ambiente calatino per almeno un triennio e ciò grazie alle impegnative commissioni d’arte che gli furono conferite. Giunse probabilmente nel 1603 quando dipinse e firmò la tela raffigurante San Diego davanti al Crocifisso (Chiesa dei Minori Osser-

vanti di Santa Maria di Gesù). Da poco tempo era tornato da Malta e, grazie all’accoglienza e al mecenatismo dei Branciforti che furono i suoi maggiori committenti, aveva trovato dimora a Mazzarino. Da qui si muoveva per assolvere alle numerose richieste siciliane. Nella città gratissima fu ancora nel 1604 per il dipinto dei PP.Cappuccini e poi nel 1605 per la Pietà della Chiesa del Collegio dei Gesuiti. Questa ed altre commissioni cappuccine erano supportata dal forte interesse dei frati e anche dalla disponibilità economica dell’Amministrazione Civica che nel 1596 deliberò l’esecuzione di un dipinto raffigurante San Francesco (2). Nel 1598 fu poi accantonata la somma di 80 onze da destinare ad un dipinto più impegnativo raffigurate la Madonna Odigitria. L’opera sarebbe servita a onorare in maniera visibile l’antico patrocinio della chiesa e a rendere concreta una specifica deliberazione della Amministrazione Civica ( 11 settembre 1598) : “…farse il quatro di Nostra Signora d’Itria sotto il quale nome è stata intitolata detta ecclesia” (3). L’incarico al Paladini fu affidato alcuni anni dopo e infatti il dipinto porta la data del 1604.

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