5per1.Poesia.1a Edizione GruppoDinamo

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Edizione Gruppo Dinamo

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Premessa È la volontà e il desiderio del Gruppo Dinamo aver dato vita a una linea editoriale, un progetto che vive dell’entusiasmo per le arti e per la necessità di esprimersi. Il Gruppo Dinamo esce con una prima edizione, dal nome 5per1, una collana di scritti ed immagini, un progetto che non si rivolge solo alla poesia, ma ad ogni volontà letteraria, un’opera aperta che vuole creare possibilità e divulgare idee. Il Gruppo Dinamo, con questo progetto, amplia le sue scelte rivolgendosi non solo alle mostre d’arte, ma a tutti quei modi di esprimersi dell’espressione; dalla musica al teatro alla scrittura, diventando così, “canali” dove concetti e pensieri, riflessioni e punti di vista possono avere voce e trasformarsi in opere. Questa prima esperienza si rivolge alla poesia, i due autori hanno scelto cinque proprie poesie e un’immagine per ciascuno, da qui il nome della collana 5per1, dieci momenti nei quali il senso della poesia e del pensiero diventano evidenti attraverso un dialogo tra le parole e le immagini che gli stessi autori hanno scelto in relazione ad un proprio pensiero, accompagnate ad un linguaggio dal valore descrittivo e allusivo, emblematico, onirico; analogie del sentimento che procedono per associazioni sinestetiche, come un suono, una melodia che entra in rapporto con un certo simbolismo colorito di sensazioni invisibili, figure scritte con parole raffiguranti primordiali echi che nascono dentro ognuno di noi. 5per1 è una collana editoriale in continua trasformazione, ma con i diversi contributi, accanto alle parole che vogliono disegnare il quadro di una visione umana e personale, vuole diventare una “possibile vetrina”, dove dubbi, analogie, storie, concetti e pensieri sono il materiale che serve per trattare una riflessione e farla giungere alla sua visione più vera e lontana dalle banali retoriche e da provincialismi presuntuosi o pedanterie culturali. Questo progetto vuole tentare di aprire una porta verso una diversa “legge” espressiva, che sia la più ampia possibile, ma che sappia riconoscere il valore di una profonda conoscenza, che è l’unica vera arma a nostra disposizione. Gruppo Dinamo



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dialogo in dieci poesie e due immagini

Prima edizione a cura del Gruppo Dinamo anno 2021 Borgo San Lorenzo - Firenze


Massimo Innocenti

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A quale distanza si può vedere il rovescio di una stella che muore? Cadendo svela la sua mancanza di luminosità. O è vero che tale riflesso avviene solo nel cristallino del nostro occhio? Quando? Dove? E perché si scompigliano i dubbi al punto di non riconoscere il non reale? Il riflesso sgombra le ombre, dissolvendosi tra la melma della mente e la luce si addentra a gocce come pendagli trasparenti ficcati tra le dita di una mano e, poi, ancora più in giù, fino in fondo dove penetra il rovescio della stella e tutto è, come se fosse, ancora prima che avvenga e illude l’universo. … un foglio dorato, tagliato come una stella attaccato su un altro foglio dorato, si solleva lentamente e ricade veloce, in basso quasi per terra. Non tocca terra, si sospende al punto che la distanza tra l’aria e la superficie è quanto basta ad una larva d’insetto, quanto per aprire le ali e quanto basta per volare … Cos’è che manca per appendere al cielo la luce? E i guardiani del sepolcro a cosa credono? Il riflesso è come l’unguento e non bastano le bende e i recisi fiori a tenere sospesa quella luce, mancano tutte le fedi e le credenziali per attingere all’acqua del fiume. Cosa manca ancora? Cosa rimane per attendere il tempo e la sua speranza? … il guerriero mira all’entrata del sepolcro uccide tutto ciò che passa. 9


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Dalla bruma lattea, ( infuso di pigmento marmoreo), si accostano, tra l’azzurro-blu, detriti e rumori: statici e rimbombanti in apparenza melodiosi, senza suono,ma con l’avvallo del tuono. Musicano tingendo ogni variazione del vento, riluttando l’apparenza del giorno, rutilanti al gorgoglio della pioggia; fredda, ferma e lievemente uguale al cielo. Suonante mentre scende nella gola, come alcol denaturato nella gelida sera, dove il sole non si aggira tra i tavoli a cespuglio e le sedie ad albero, scivola sulla cresta della strada bianca; sembra cavalcare l’attesa, quella prima di essere sensazione, o miraggio di una nuvola dalle fosforee abbagliature. Quasi si illumina! … avrei voluto un po’ di bontà prima che riviva il cadavere del bosco.

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I seduti hanno l’attesa nelle mani, mirano all’aura per sentirla e la colpiscono con le mani bruciate dal sole … No, dal gelo. Stringono due noci tra le dita per sentirsi comodi. Seduto come un palo di una croce all’incrocio di una strada, l’Angelo Seduto medita come assomigliare ad un vecchio moribondo, quasi defunto, tra preghiere e alzate di mani. Non teme la resurrezione … non esiste! Anche se esistesse l’oro del tramonto ne farebbe ossa da ardere e poi, mite com’è, l’albero del melograno gronderebbe di sangue dolce, dolce come la mirra e odoroso come l’incenso, … Il recinto episcopale si addice a lui, di quel posto ne ha bisogno: annuncia, maledice e poi si dilegua tra magie e risate. Lo fa con pietà, con il cuore fino a vomitare parole nell’abisso.

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… non c’è figura che possa fermare l’oscura anima che sorvola il destino di noi che ci svegliamo nell’azzurro tintinnio di un riflesso d’acqua. È la poca luce a non far distinguere la pozzanghera ghiacciata. È dall’alba che è così fredda! Così ferma e bianca che nei pensieri non si celano ombre e le manca il riflesso … Un cadavere spolpato fino alle ossa sembra di cristallo, ma è solo acqua. Pare cambiare aspetto, ora è azzurra e scura come la notte, la notte scura, dove cambiano i volti prima di sembrare altra cosa, qualcosa da scambiare con il cuore, quello dorato dal fuoco. Con lingue argentate e con troppo calore, troppo per ardere fino all’osso sacro e infermare ogni passo oltre il bianco. L’ossido di zolfo e poi di rame … nero e bianco come le Ali dell’Angelo avventista, quando giungono non sono attese, ma si presentano: … ave, o piena di grazia, il Signore è con te Maria. Preludio di un massacro.

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Potrebbe sembrare diverso Potrebbe anche non esserlo Ma è ugualmente possibile Nella sua diversità … È l’essenza dell’incisione sulla fronte del bambino è il segno stabilito. Quello che intervalla la vita dalla generosità della morte prima che l’abbandono diventi famigliare nel sepolcro ovattato quando il latte e la terra generano i mostri della sapienza. Potrebbero esserci delle giornate quelle senza luce dove l’angelo della parola traduce in canto la sua forza e … solo allora la limpida acqua sgorgherebbe dal cuore di un fiore.

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Erika Vita

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Siam brezza, del Mondo soffio improvviso; siam verso e parola, posa e fono.

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E a suon di sussurrare la voce si sperde per infiniti campi, tende la sua esistenza a mirabil ciglio, E si spezza.

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Le ciglia del Sole si incurvano tutt’intorno, tremano nell’aere e tingon d’oro le pareti del mio sguardo.

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Bocca di stelle ti schiudi e soffi nubi in questo timido cielo crespato dal tempo, detti racconti e sonetti abbandonati al vento.

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Si posa un’umida malinconia su questo caldo cuore, mentre rossi pensieri scorrono dagli occhi. E della condensa che mi avvolgea ho ancora con me i segni sulla pelle, il sapore tra i capelli. Un tocco, e di Nessun i ricordi affiorano, lividi di malinconia, carichi di pioggia.

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Non è difficile intuire che la moltiplicazione che dà il nome a questa raccolta di poesie non ha nulla a che vedere con l’aritmetica. Difatti il risultato del “nostro” 5 per 1 è 10: sono dieci pensieri in dialogo con se stessi e tra di loro, in fermento, vibranti di storie, dieci frammenti di vita, dieci poesie, due immagini, con tempi e spazi distinti; il dialogo che si va a creare è una moltiplicazione tra due individui ed il prodotto è un’esperienza

Erika Vita è artista, laureata in e dedita alle arti visive come la pittura, la fotografia e la poesia, è in quest’ultima che trova l’anello di congiunzione indispensabile per la sua intera espressione artistica. Ha collaborato nel mondo dell’arte come critico e curatrice di mostre e di eventi. Vive in provincia di Pisa, dove si occupa dei suoi progetti artistici e poetici

Gruppo Dinamo Edizioni www.gruppodinamo.jimdo.com

grafica. AntonioGiachetti

Massimo Innocenti è artista,critico e organizzatore di rassegne e mostre in Italia e nel mondo, riscuotendo successi di critica e da parte di collezionisti. E’ tra i fondatori del Caffè Michelangiolo di Firenze e della rivista d’arte Noi. La poesia è parte essenziale della sua ricerca e pubblica raccolte legate alla poetica delle sue esposizioni artistiche. Vive e lavora sulle colline di Firenze come artista e critico, fautore di sempre nuovi progetti culturali.


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