Tabloid di Medicina Estetica 1/2018

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clinica e pratica

Tabloid di medicina estetica

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Rimodellare il corpo con il body contouring Tips and tricks per il lipofilling a fini estetici: meglio il prelievo del grasso da addome e fianchi, da trasferire nel sito ricevente con iniezioni in sequenza. L’automassaggio durante la convalescenza, che dura fino a dieci giorni, riduce edemi ed ecchimosi n

Marco Klinger

C

resce il successo della lipoaspirazione tra i pazienti e il suo utilizzo tra gli esperti. A dirlo sono i dati dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (Isaps): nel 2016 l’intervento di lipoaspirazione è stato eseguito in Italia su 51.459 pazienti e risulta al primo posto della classifica dei più richiesti, mentre è al secondo posto nel mondo, sempre in base allo studio Isaps, dopo la mastoplastica additiva. A seconda delle caratteristiche, però, si parla di lipoaspirazione vera e propria o di body contouring, definizione che si preferisce per indicare tecniche chirurgiche mininvasive di ridefinizione del profilo corporeo riferite a più di una regione del corpo. Questo, grazie a tecniche di lipofilling, favorisce anche risultati duraturi nel tempo. Ne parliamo con Marco Klinger, professore di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all’Università di Milano e responsabile dell’Unità operativa di chirurgia plastica dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano).

Professor Klinger, come avviene la lipoaspirazione nel body contouring? È sempre più frequente abbinare il lipofilling a scopo estetico alla lipoaspirazione per la ridefinizione dei profili corporei. In questi casi, il trasferimento del grasso prelevato dai punti in cui risultava in eccesso verso quelli in cui il suo trapianto viene considerato vantaggioso, come le rughe glabellari o le labiogeniene, per esempio, avviene con tecnica “Wet” classica, in mano mia, tramite incisioni di massimo 5 millimetri che non richiedono alcun punto di sutura. Il grasso prelevato viene poi opportunamente depurato e quindi trasferito con aghi nei solchi che si vogliono colmare o nei punti da rimpolpare, come guance,

mento e zigomi. Il tutto, nel rispetto della normativa vigente, avviene senza lasciare la sala operatoria, nel corso della seduta che prevede anche la lipoaspirazione. Ci sono casi in cui si esegue il lipofilling da solo, senza lipoaspirazione? Certamente. Il caso classico è il mini lifting di un volto magro, per il quale il semplice riposizionamento dei tessuti ptosici non dà risultati estetici completamente soddisfacenti. Per evitare l’effetto di un viso senza rughe, ma “pelle e ossa”, nel corso dell’intervento di mini lifting si ricorre spesso al prelievo, di solito dall’addome, di pochi cc di grasso, che vengono trasferiti nel viso per ricreare almeno in parte il turgore tipico della

> Donna di 41 anni, con adiposità localizzata su fianchi, regione trocanterica, interno cosce e regione sottoglutea. A destra le immagini prima del trattamento, a sinistra i risultati post-intervento. Ridefinizione profilo, glutei e fianchi con tecnica wet classica, in anestesia generale. Volume aspirato circa 900 mL

giovinezza. In questo caso, il prelievo di grasso necessario per realizzare il lipofilling non ha ovviamente alcun intento di rimodellamento corporeo,

correggere le cicatrici con il lipofilling «Il mio primo studio sul lipofilling risale al 2006, con l’analisi dei miglioramenti prodotti dal trasferimento di grasso autologo nelle cicatrici dei grandi ustionati», racconta Marco Klinger. I lavori sono poi proseguiti con una pubblicazione nel 2014 sul Journal of Craniofacial Surgery (1), che riassume i risultati ottenuti in questi anni su un’enorme casistica di cicatrici causate da diversi fattori ma con una predominanza di ustionati (su un totale di 694 pazienti, 376

erano ustionati). Una volta di più, lo studio dimostra quanto e come le cicatrici migliorano in seguito all’autotrapianto di grasso, attenuando le differenze di colore, riducendo il grado di tensione e, quando è presente, il dolore.

1. Klinger M, Caviggioli F, Klinger FM, Giannasi S et al. Autologous fat graft in scar treatment. J Craniofac Surg. 2013 Sep;24(5):1610-5.

ma punta solo a reperire la “materia prima” con cui rimpolpare i tessuti del volto. Professore, nella pratica clinica quali sono i suggerimenti per eseguire al meglio il lipofilling? Un suggerimento è sicuramente quello di utilizzare a questo scopo il grasso prelevato dall’addome o dai fianchi, che alla prova dei fatti si è rivelato maggiormente resistente ai trattamenti necessari per la depurazione e il trasferimento. Va ricordato, infatti, che il tessuto adiposo è un tessuto delicato: il 30-40% di quanto iniettato non sopravvive al trattamento e viene metabolizzato dall’organismo nel giro di qualche settimana.

E per quanto riguarda il trasferimento nelle nuove aree? Personalmente utilizzo di solito una quantità compresa tra i 3 e i 30 cc. Come è ormai noto, il grasso è ricco di cellule staminali adulte. Quando uso il grasso per riempire i solchi, effettuo iniezioni “in sequenza”, disposte in modo da tracciare una sorta di linea ideale, la stessa che prima del trattamento risulta depressa e da colmare. Oltre a “riempire”, quindi, attiva nei tessuti in cui viene trasferito un processo di rivitalizzazione che li rende più morbidi, elastici e “giovani”. Pertanto, i tessuti riacquistano volume e migliorano in termini di tono e vitalità, caratteristiche che

conservano nel tempo. Anche se è mininvasivo da un punto di vista chirurgico, il lipofilling non è completamente soft dal punto di vista della convalescenza... Sicuramente il paziente deve fare i conti con edemi ed ecchimosi che permangono, almeno in parte, fino a 7-10 giorni. La sensazione locale, a trattamento concluso, è però quella di un lieve indolenzimento. A proposito di convalescenza, in passato la lipoaspirazione comportava l’impiego di guaine elastiche. Il principio è ancora attuale? Non necessariamente. Dati alla mano, ci siamo resi conto che la vera differenza, in termini di risultato, viene dal >


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