clinica e pratica
Tabloid di medicina estetica
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RINOPLASTICA: «DEVE RISPETTARE COMPONENTE ESTETICA E FUNZIONALE» Al Bergamo Open Rhinoplasty Course esperti internazionali fanno il punto sulla rinoplastica eseguita con chirurgia aperta. Fondamentale il rispetto della funzione insieme all’estetica e la simulazione pre-intervento. Intanto crescono gli interventi di revisione n
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a rinosettoplastica rappresenta un intervento complesso e delicato che, per essere condotto correttamente, richiede un continuo aggiornamento e una casistica adeguata da parte del chirurgo. La capacità di utilizzare le ultime tecniche disponibili, infatti, consente di venire incontro alle sempre più elevate aspettative del paziente. In questo ambito, il Sixth Bergamo Open Rhinoplasty Course, in programma da gio-
vedì 15 a sabato 17 marzo, costituisce un’ottima opportunità di formazione, grazie alla possibilità di seguire un percorso didattico personalizzato in base alla propria esperienza: base, intermedio, avanzato. A presentarci il corso internazionale è il professor Enrico Robotti, direttore del reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII e direttore del Bergamo Rhinoplasty Course.
Professor Robotti, quali sono le novità della prossima edizione del Sixth Bergamo Open Rhinoplasty Course e a chi è rivolto il corso? Si tratta di un corso biennale internazionale che nel corso degli anni ha acquisito estesa reputazione con, nell’edizione del 2016, oltre 400 parte-
cipanti da 52 paesi. Quest’anno siamo già attorno ai 500 partecipanti e una faculty di oltre 40 chirurghi di fama internazionale. Le principali novità di quest’anno riguardano sia l’estetica, sia l’aspetto funzionale, in un concetto legato alle proporzioni, all’eleganza e naturalezza e alla corretta respirazione. Si parlerà di nuove tecniche sempre più evolute, come la chirurgia ultrasonica e le nuove metodiche di rinoplastica secondaria, terziaria, ecc. con l’utilizzo di innesti di costa. Il corso è rivolto a chi fa rinoplastiche con un training corretto alle spalle, dunque chirurghi plastici, otorino e maxillo-facciali. La rinosettoplastica è un intervento molto richiesto nella chirurgia estetica. Quali sono le tecniche chirurgiche più evolute in questo ambito e quanto è importante la selezione del paziente nel determinare i casi in cui è preferibile non intervenire chirurgicamente? Innanzitutto, la chirurgia del naso non deve essere vista esclusivamente come chirurgia estetica perché ha da tenere ben presente la componente funzionale, cioè il setto, i turbinati e le valvole nasali. Ignorare l’aspetto funzionale nell’ottica di una chirurgia puramente estetica è un errore ed è l’ingrediente principale di un bel fallimento dell’intervento stesso. È quindi importante che l’aspetto estetico e quello funzionale siano condotti in modo sincrono e coerente da un chirurgo che li conosca e li gestisca entrambi. Le principali tecniche chirurgiche sono due: tecnica chiusa e tecnica aperta. La prima non ha incisioni visibili, la seconda comporta una piccola incisione alla columella che consente di sollevare la cute della piramide nasale dal suo contenuto di ossa e cartilagini. Il corso, per scelta, concerne esclusivamente la chirurgia
Enrico Robotti
aperta in quanto è mia specifica opinione, ed è la stessa opinione più diffusa internazionalmente da diversi anni, che la chirurgia aperta conferisca il beneficio della visione diretta, ovvero poter fare le molte manovre necessarie con un controllo e una precisione non solitamente conseguibili con la chirurgia chiusa. Questo non significa condannare la chirurgia chiusa, decisamente più rapida, è però un dato di fatto l’ovvio vantaggio offerto dalla chirurgia aperta. La selezione del paziente è poi fondamentale. Se la deformità è minima o assai modesta, può non valere la pena di procedere all’intervento in quanto il beneficio ottenibile non sarebbe poi in realtà apprezzabile. Lo stesso quando si ha a che fare con un’aspettativa non realistica del paziente, cioè quando le sue aspettative non sono conseguibili chirurgicamente, ad esempio quando la pelle è troppo spessa o è ridondante, cioè abbondante, così da non consentire la possibilità di un naso piccolo. Di questo il paziente deve essere ben informato. Infine ci sono casi, per fortuna non frequenti ma certamente possibili, in cui si ha di fronte una dismorfofobia (BDD), in cui cioè il paziente si focalizza in modo enorme su una deformità minima o non esistente: in questi casi la chirurgia non ha alcun senso, anzi peggiorerebbe le cose. Può capitare che il risultato finale di una rinoplastica sia differente da quello auspicato dal paziente. Come e con quali tecniche si può intervenire nel caso si renda necessario un piccolo ritocco? Se la chirurgia è condotta con logica e tecnica corretta, non dovrebbe verificarsi il caso di un risultato molto diverso da quello atteso. È per questo che in rinoplastica occorre esperienza, pratica frequente e aggiornamento costante. Inoltre il ricorso alla simulazione oggi rappresenta uno >