hi.tech dermo 2/2016

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GESTIONE DELLO STUDIO

dovrà invece versare all’Inps una somma un po’ più bassa, cioè pari a 6.750 euro ogni 12 mesi, così calcolata: innanzitutto, sulla contribuzione ordinaria di 10mila euro si stabilisce l’agevolazione del 40%, che corrisponde a una somma di 4mila euro. Poiché quest’ultima cifra supera il tetto massimo previsto per l’incentivo del 2016, dai 10mila euro di contribuzione ordinaria si sottrae dunque un importo di soli 3.250 euro e si ottiene appunto il risultato di 6.750 euro.

Per molti, ma non per tutti Fatte queste premesse, una cosa resta certa: per chi è intenzionato ad allargare l’organico del proprio ambulatorio, gli incentivi del governo garantiscono comunque un risparmio non trascurabile sul costo del lavoro, anche se la convenienza rispetto al 2015 è notevolmente diminuita. Non va dimenticato però che le agevolazioni spettano soltanto a certe condizioni e per alcune specifiche categorie di dipendenti. Per avere lo sgravio, infatti, bisogna assumere a tempo indeterminato una persona che, nei sei mesi precedenti, non è stata occupata con un contratto stabile presso qualsiasi altro datore di lavoro. Sono escluse dal bonus anche le assunzioni di quei dipendenti che, nei tre mesi precedenti

l’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016 (cioè nell’ultimo trimestre del 2015), hanno avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso la stessa impresa o lo stesso professionista che richiedono gli incentivi. Esempio: se un medico o un odontoiatra decidono di assumere un segretario o una segretaria che erano già inquadrati stabilmente presso un altro ambulatorio, non potranno usufruire degli incentivi previsti dalla Legge di Stabilità 2016. Se invece gli stessi professionisti offrono un nuovo posto di lavoro a tempo indeterminato a un disoccupato o a chi aveva un contratto precario presso un’altra azienda, allora potranno usufruire degli sgravi sui contributi. Le agevolazioni spettano anche se il datore di lavoro trasforma in un’assunzione stabile un contratto a tempo determinato di un dipendente che, nei sei mesi precedenti, già lavorava per il suo studio. La nuova assunzione proposta può essere anche part-time e avere qualsiasi inquadramento: operaio, impiegato, quadro o dirigente. Non può usufruire degli incentivi, invece, chi propone al dipendente un impiego flessibile come le tanto discusse collaborazioni coordinate e continuative o a progetto (co.co.co e co.pro.). Questi contratti sono stati in gran parte eliminati dal Jobs Act, la riforma del welfare del governo Renzi, ma restano in vigore per una sola categoria di lavoratori: chi esercita una professione intellettuale che richiede l’iscrizione a un Ordine. È il caso per esempio degli avvocati, dei commercialisti e, ovviamente, anche dei medici e degli odontoiatri. Dunque, chi ha bisogno di assumere un altro camice bianco da inserire nel proprio ambulatorio può continuare a proporgli una semplice collaborazione coordinata e continuativa. In questo modo, il professionista rinuncia a ottenere un po’ di sgravi sui contributi ma può contare su un rapporto di lavoro molto più flessibile per quel che riguarda gli orari e le ferie. Andrea Telara

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