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Come passare dal Giappone al Carducci Moltissime “tesine” d’esame finiscono per dimostrarsi delle boiate pazzesche. In barba al dettato legislativo, che recita “Il colloquio d’esame […] dovrà svolgersi con la maggiore possibile coerenza nella trattazione dei vari argomenti, escludendo però ogni artificiosa connessione”, i link proposti dai giovani studenti - non di rado di buon grado avallati da taluni insegnanti - sembrano letteralmente reggersi “con lo sputo”. Alla fine, si chiude un occhio, avendone appena uno, proprio come lo stolto ciclope. Così, ogni gioco finisce in gloria e buonanotte al secchio. Le domande che, mentre l’anno scolastico è agli sgoccioli, quasi tutti i ragazzini solitamente rivolgono al docente coordinatore, per lo più di Lettere, per lo più “tuttologo”, sono del tipo: - Professore, come potrei fare per passare dal Giappone al Carducci? Dal Giappone al Carducci… Bel rompicapo! Quasi un koan… A tal genere di questioni, gli insegnanti raramente demordono, e anziché procedere nel modo più ragionevole - chiedere a quel certo alunno di sostituire intelligentemente almeno uno dei termini del dilemma -, accettano la sfida e si dan da fare come pazzi, non di rado assai più dei loro “creativi” alunni. ***** Allora… vediamo… Non è forse noto a tutti che nella seconda metà dell’Ottocento il Giappone si aprì al commercio internazionale?