Tra le righe

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Occhi tristi e ostili

L’altra sera se ne tornò a casa assente, desolatamente annoiato dall’ennesimo scrutinio di fine anno scolastico. Senza che ve ne fosse una precisa ragione, da qualche tempo cose del genere lo svuotavano, togliendogli ogni creatività e ambizione d’essere interessante o brillante, a differenza da quanto accadeva un tempo. Effetto dell’età. “Largo ai giovani, quanto ad entusiasmo! Sempre che ne abbiano o ne siano capaci, come lo siamo stati noi, ai nostri tempi”, pensava tra sé. Insomma, dopo un pomeriggio del genere si sentiva triste e deluso: dai suoi colleghi, dal tipo di discorsi che in quelle circostanze sempre si fanno, dalle cose, da tutto. Una nausea “à la Sartre”. Dopo qualche minuto di andamento stanco, finalmente giunse in vista di casa. Poche decine di metri mancavano, svoltato l’ultimo angolo. In quello stesso momento, al termine di via De Gasperi, per immettersi in via Volta, si imbatté in un ex loro alunno. Lo aveva “conosciuto” l’anno precedente - quando quel ragazzino era in terza durante le sue lezioni da “esperto esterno” in Orientamento. Coerente con un certo imperativo categorico cui s'era mantenuto sempre fedele MOSTRARSI SIMPATICI E CORTESI CON TUTTI, ANCHE SE TRISTI O DISPERATI -, lo salutò cordialmente mentre quello - che era in bici - si volgeva verso di lui. Ne avrebbe atteso un minimo cenno di risposta. Che invece non vi fu.


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