Gorgòn α ­ Lo Sguardo di Medusa

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fig. 8 ~ Johann-Heinrich Füssli, La maga notturna che visita le streghe lapponi, 1794-96, New York, Metropolitan Museum of Art.

Da una parte, infatti, la Medusa Rondanini cinquecentesca si presenta come l’espressione di un occhio che controlla e domina: è l’egida sulle armature dei sovrani, il monile che scaccia il malocchio, l’allegoria della sapienza in vari dipinti e incisioni (fig. 5). Il suo volto simboleggia non solo la forza politica, ma anche il potere dell’artista, in grado di «pietrificare» il reale attraverso la propria opera, come ben dimostra la statua del Perseo (1545-54) di Benvenuto Cellini in Piazza della Signoria a Firenze (pag. 1). Dall’altra, però, essa figura lo sguardo dei sogni, e cioè uno sguardo irreale legato alla stravaganza delle immagini notturne, uno sguardo privato e «interno» che stravolge l’ordine e l’armonia promossi a livello sociale. L’ambivalenza di queste opposte modalità del vedere si rivela appieno nell’Allegoria del vizio e della virtù (1505, Washington, National Gallery of Art – fig. 5) di Lorenzo Lotto, dove la maschera Rondanini, resa in tono patetico, appare raffigurata su uno scudo di cristallo traslucido.

Annodata al tronco dell’albero che divide in due la composizione, e che separa la Virtù (il paesaggio sereno con il putto e vari strumenti scientifici) dal Vizio (il paesaggio in tempesta con il satiro ubriaco e i vasi colmi di vino), la testa di Medusa si pone esattamente al centro del quadro quasi fosse il simbolo di raccordo tra le due realtà rappresentate.

« Per la cultura rinascimentale, Medusa si situa tra il motivo ordinatore dello sguardo pietrificante e la consapevolezza di una dimensione fantastica e illusoria » Il volto diafano della gorgone lottesca attraversa infatti la scena equilibrata e illuminata del putto, piegandosi verso quella caotica e oscura del satiro immerso nel sonno, in un passaggio dal giorno alla notte che fonde lo sguardo vigile della conoscenza e del controllo con lo sguardo ad occhi chiusi dell’istintualità e della confusione.

12 Sara Damiani ~ La bellezza dell’incubo


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