Golf People Club Magazine N2

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ife Style

di Vera Agosti

MOSTRE&ARTE

GIAMPAOLO ABBONDIO Golf People Club Magazine intervista il proprietario della Galleria Pack di Milano e Fondatore della Giampaolo Abbondio Associati SIM S.p.A.

Giampaolo Abbondio nasce a Milano nel 1966. Per alcuni anni cerca la sua strada, che pare inizialmente indirizzata alle finanze e agli affari. Così è, ma a un certo punto l’incontro galeotto, la folgorazione sulla strada di Damasco: scopre l’arte e apre una galleria, oggi tra le più interessanti della città. Vera Agosti: La Galleria Pack si trova nel bellissimo Foro Buonaparte, al numero 60, vicino a Brera, lo storico quartiere degli artisti. 10 anni di fervente attività e di collaborazioni con grandi artisti contemporanei. Come lavora? Come prende le Sue decisioni? Giampaolo Abbondio: I miei collaboratori svolgono un ruolo importantissimo, Gianmaria Conti, il direttore, è davvero un mio organo vitale. Da quando però non c’è più il mio socio Luigi De Ambrogi, con il quale avevo aperto la galleria nel 2001, decido da solo. Se un artista propone una ricerca interessante e vera, lo contatto direttamente. Alle volte invece le situazioni si sviluppano per caso, grazie alla fortuna. Per esempio al Miart c’era Andres Serrano che si aggirava per gli stand e notò la mia artista cubana Maria Magdalena Campos-Pons. Decise così di propormi una collaborazione e realizzò un lavoro specifico per il mio spazio. Marco Neri invece mi è stato consigliato da Robert Gligorov. Uso molto Facebook, che ritengo uno strumento di lavoro eccezionale. Spesso comunico così con gli artisti che sono connessi.

10 anni di Galleria Pack: un’avventura sempre emozionante, un continuo work in progress. Intervistiamo il suo artefice per fare il punto della situazione, soffermandoci non solo sulla realtà milanese, ma anche su quella nazionale, in corrispondenza dell’evento della 54esima Biennale di Venezia.

A proposito di Marco Neri… Ora è in corso la sua personale, che, come mi ha detto, è un modo di ripensare la Biennale. Come ha trovato questa edizione 2011? Premetto che ci devo tornare, l’ho visitata velocemente. La mostra della Curiger mi sembra inutile, potrebbe trovarsi da qualunque altra parte. Mentre girare tra i padiglioni nazionali è sempre una scoperta. I Paesi compiono scelte forti, ho visto Israele, il Giappone… Per quanto riguarda Vittorio Sgarbi credo che il progetto sia interessante, ma avrebbe dovuto lavorarci maggiormente; così è stata un’opportunità sprecata, un’occasione persa, una boutade. Sgarbi ha realizzato un quadro perfetto della situazione italiana, come se fosse lui il miglior artista, non come un critico o un curatore. Quale ritiene debba essere il ruolo di una galleria d’arte

Giampaolo Abbondi

contemporanea oggi? Una galleria deve sapere cogliere i cambiamenti. Dev’essere un foglio bianco sul quale l’artista possa imprimere ed esprimere il suo lavoro. L’artista deve occuparsi sia della creazione, sia della promozione. Purtroppo negli ultimi 10 anni il mercato è diventato sempre più preponderante, più importante dell’arte stessa… Giampaolo è un broker, anche se ora si occupa a tempo pieno della galleria. In base alle Sue conoscenze finanziarie e in base alla Sua esperienza di gallerista, cosa ci dice della crisi economico-finanziaria attuale? La crisi è gravissima, si sente, probabilmente stiamo toccando il fondo ora, prima dell’estate. Quali sono secondo Lei le gallerie che godono di maggiore influenza oggi in Italia? Quelle più di tendenza, che sostengono i giovani artisti? Il concetto di arte di tendenza non mi appartiene, l’arte non è fatta per essere consumata, per seguire le mode. Posso indicare alcune gallerie che fanno una buona ricerca, come C2 Interference a Roma, Federico Luger Gallery a Milano, 1000eventi gallery, Ciocca arte contemporanea, Artiaco e Mazzoli… Quale consiglio darebbe a un giovane che volesse aprire una galleria d’arte contemporanea? Gli suggerirei di cambiare idea, è difficile e nel breve termine si è in perdita.


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