GiuliaViva anno 1 nr 1 del 24 settembre 2011

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GiuliaViva anno I n.1

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L’ospedale invisibile È bastato poco perché il nuovo ospedale (grande, moderno, ricco di medici e macchine) tornasse a farsi avanti. E’ bastato che la Asl di Teramo, su richiesta della Direzione regionale Politiche della salute, chiedesse al sindaco di deliberare la disponibilita’ a variare la destinazione d’uso di 60.000 metri quadri di terreni agricolo perché la città, o forse solo la sua classe politica, ricominciasse a sognare . Non solo. Applausi a scroscio sono piovuti sul manager della Asl Giustino Varrassi e sulla giunta regionale di centrodestra. “Disponibilità”: poco più di niente, rispetto ai tanti passi concreti che occorreranno per veder sorgere una nuova struttura in via Cupa. La commissione Sanità del Comune è tornata a riunirsi in municipio il 13 settembre. Ai partecipanti è stato consegnato il carteggio intercorso tra Regione, Asl di Teramo e amministrazione . In quei fogli, nessun riferimento ad impegni di spesa o ad attivazioni di reparti. L’unica considerazione di fondo è che non è conveniente ristrutturare il vecchio ospedale attraverso le somme messe a disposizione per la riduzione del rischio sismico. La spesa, insomma, non varrebbe l’impresa. Per questo si punta al nuovo, ma lasciando senza risposta una serie di interrogativi. - Esiste un serio piano finanziario per realizzare il nuovo ospedale? - In quali termini si ricorrerà, eventualmente, alla compartecipazione di privati?

- E’ necessaria la vendita di immobili pubblici ? e in che misura la dismissione di quei beni dovrà contribuire alle spese di realizzazione? - Cosa sarà dell’ospedale di via Gramsci ? - Quali specialità saranno attivate nella nuova struttura? - Esiste una tempistica credibile dell’iter amministrativo e dei successivi lavori edilizi? Anche il sindaco, in apertura dei lavori dell’ultimo consiglio comunale, ha ammesso di non aver ricevuto alcuna garanzia su un’opera che resta aggrappata alla fantasia collettiva e al trionfalismo di uomini e partiti. Non a caso, la sola richiesta di “disponibilità” ha fatto scattare la fanfara dell’attribuzione dei meriti e scatenato la corsa di chi, sulla questione “salute”, vuole ad ogni costo metterci la faccia. Resta incomprensibile come, dinanzi ad un percorso tanto incerto, si debba sposare con zelo la prospettiva di una variante urbanistica. Se, come già accaduto, l’accordo di programma dovesse incepparsi, la nuova destinazione dei terreni di via Cupa rimarrebbe inalterata? Illuminante la considerazione di Carlo Costantini, capogruppo regionale dell’Idv: “Di regola - ha detto -, quando si decide di costruire un nuovo ospedale, le comunità locali interessate prima devono acquisire la certezza delle coperture finanziarie e solo dopo possono avviare le

procedure di individuazione dei siti e le conseguenti acquisizioni delle aree. In buona sostanza, nei rapporti con la Regione e con le Asl dovrebbe valere il detto del “dare soldi, vedere cammello”. I direttori generali delle Asl abruzzesi sembrano invece voler instaurare una prassi diversa: prima vogliono vedere “il cammello “ e solo dopo vogliono preoccuparsi dei soldi.” A Giulianova, il grado di incertezza rende ancor più insopportabili i problemi dell’ospedale esistente, gravato da guasti strutturali, mancanza di personale, tagli di reparti, scarsità di attrezzature, difficoltà organizzative. E se la politica fissa lontano un “gigante” invisibile, il “nano” della sanità teramana conta le sue piaghe e accusa i colpi della peggiore propaganda.


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