GiuliaViva anno IV n.15 del 11 ottobre

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Anno IV numero 15 del 11 ottobre 2014 (75) GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

Poveri Giuliesi !

Dopo la TASI al massimo, nuova batosta con la TARI articolo a pag. 6

Intervista al presidente del Cirsu Angelo Di Matteo

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Istantanee giuliesi Prendiamoci cura di piazza della Libertà

La perdita delle monumentali palme di piazza della Libertà hanno creato un grave danno al peculiare aspetto di una delle più belle piazze giuliesi. Non sappiamo se la difficile lotta contro il punteruolo rosso sia stata condotta nel migliore dei modi. Ora, però, per non danneggiare ulteriormente l’immagine della nostra città e per evitare rischi alle persone - qualche giorno fa alcuni cittadini hanno rischiato di essere colpiti dal crollo di parti malate di una delle palme - occorre rapidamente far riprogettare ad un botanico paesaggista la componente verde della piazza basandola su specie arboree più resistenti e dal si-

“La vignetta”

di Roberta Dal Pozzo

curo effetto scenografico. La stessa iniziativa andrebbe promossa anche per conferire nuovo lustro a piazza Martiri Fosse Ardeatine. Andrebbe, inoltre, ripiantumato l’identitario albero di piazza Buozzi, danneggiato e poi tagliato a causa dei lavori di rifacimento della piazza. La cura della bellezza dei luoghi, specialmente quelli più significativi, deve essere una preoccupazione costante degli amministratori che tengono alla vivibilità ed alla promozione del turismo.

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A presto...

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Con questo numero GiuliaViva sospende temporaneamente le pubblicazioni. Una decisione ragionata, che abbiamo cercato in tutti i modi di evitare, ma che, in questo momento, non è più possibile rinviare. Il nostro giornale si è retto sin dall’inizio sulla sola raccolta di pubblicità privata, senza alcun contributo da parte di enti pubblici o di società ad essi collegate, come accade sistematicamente per altre testate. Questo ci ha consentito di mantenere una libertà di opinione assoluta e totale, ma ci ha anche esposto alle tempeste di una situazione economica globale sempre più complessa. Lungo questi tre anni il sostegno degli oltre 250 inserzionisti (ai quali non può che andare la nostra sincera gratitudine) è stato puntuale, convinto, assolutamente rilevante. Ma questo non toglie che la nostra intenzione sia quella di rivedere comunque la strategia di finanziamento di GiuliaViva, cogliendo l’occasione di questa pausa per mettere in cantiere una rivisitazione della veste grafica e delle rubriche del giornale. L’informazione ha un ruolo decisivo nella vita democratica e nel favorire la consapevolezza dei cittadini intorno ai temi della vita pubblica: ci riesce, però, pienamente se si mantiene autonoma e indipendente dal potere politico e dai poteri forti di qualsiasi tipo. Riteniamo che a Giulianova ci sia un gran bisogno di tutto ciò: GiuliaViva nacque per contribuire a colmare questo vuoto e siamo convinti che i lettori delle 2.500 copie diffuse ogni 15 giorni sapranno garantire anche in futuro l’esistenza di una voce libera capace di raccontare quello che altri spesso non dicono. In queste 75 uscite abbiamo raccolto la collaborazione di oltre un centinaio di firme, il cui impegno, su base assolutamente volontaria, ha prodotto nel tempo una significativa crescita qualitativa di GiuliaViva. E in queste 75 uscite abbiamo affrontato argomenti che, senza i nostri approfondimenti, sarebbero stati ignorati o relegati in spazi marginali da parte dell’informazione ufficiale. Siamo stati scomodi, come accade a chi si pone al servizio di tutti e non agli ordini di qualcuno. O a chi ritiene che prima di qualunque interesse di parte conti l’onestà intellettuale. In questa fase, senz’altro transitoria, garantiremo peraltro la presenza delle nostre opinioni attraverso altri strumenti, sito internet e webtv, che già avete avuto modo di conoscere ed apprezzare nel recente passato. Non faremo dunque mancare la nostra voce, il nostro ruolo di “controinformatori” fuori dagli schemi tradizionali e dai vincoli: semplicemente, ne modificheremo forme e tempi, anche se fin da ora il nostro impegno sarà comunque quello di riproporvi a breve la testata tratteggiata da Pino Procopio ed il nome GiuliaViva nella consueta veste cartacea e con l’abituale periodicità. Non abbiate timore: è solo un arrivederci.


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Fatti ....

Intervista al presidente del CIRSU, Angelo Di Matteo

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l CIRSU vive una fase delicata per non dire critica della propria vita, con una richiesta di fallimento che potrebbe farlo sparire. Con il suo presidente, Angelo Di Matteo, parliamo proprio di questa situazione a partire dall’udienza dello scorso 18 settembre davanti al giudice fallimentare, della quale sugli organi d’informazione non si è scritto molto. Che cosa è successo? Si discuteva l’istanza di fallimento presentata da AIA, ex socio privato di SOGESA, un’istanza che si trascina da molto tempo. Al riguardo CIRSU ha presentato un piano di ristrutturazione del debito, con un accordo omologato dal Tribunale, al quale stiamo dando seguito. L’accordo prevedeva anche il pagamento di una quota di 2 milioni 250 mila € a favore di AIA. Nell’udienza del 18 settembre abbiamo ribadito di avere i soldi, abbiamo esibito assegni e bonifici e dimostrato di non essere insolventi. Ma abbiamo detto di non volerli versare ad AIA perché riteniamo che non siano dovuti. A sostegno di CIRSU si è schierato anche il Consorzio Stabile Ambiente, che attualmente gestisce gli impianti. Cosa che rafforza la nostra posizione. Su questo il giudice si è riservato di decidere. La sentenza è vicina? Immaginiamo di sì. Siamo contenti che ci sia stato un rinvio diretto all’organo decisionale e che si andrà a porre la parola fine sulla vicenda. Il credito vantato da AIA segue il fallimento di SOGESA? Diciamo che lo anticipa, in termini temporali. Nel giugno 2011, il cda CIRSU bocciò il bilancio di SOGESA ritenendolo non corretto.

Il momento coincideva con la scadenza delle cariche all’interno di SOGESA e si procedette a rinnovarle. Per scelta, il cda CIRSU si trasferì in blocco all’interno di SOGESA, per cercare di capire come era messa quella società. In precedenza avevamo incontrato grosse difficoltà per avere informazioni, peraltro dovute. Basti pensare che quando chiedevamo (come soci di maggioranza) di convocare un’assemblea per capire la situazione, l’allora presidente di SOGESA, di nomina pubblica, si rifiutava. O che, sotto la stessa gestione, SOGESA aveva chiesto il fallimento di CIRSU. Questo fa capire quanto poco pesava CIRSU all’interno di SOGESA. Comunque sia si entrò in SOGESA, si fece una ricognizione con molta difficoltà e si arrivò ad un accordo di carattere transattivo per rilevare le quote del socio privato. In seguito ci siamo accorti che quell’atto era viziato a monte dalle informazioni avute da chi amministrava la società (in quel momento una figura espressione di DECO) e ci siamo rivolti al Tribunale perché annullasse l’accordo. I media ne hanno parlato poco forse perché si preferisce vedere nel monopolio privato il futuro della gestione dei rifiuti in Abruzzo. Nel rimettere insieme le cose emer-

se che una “rianimazione” di SOGESA non era sufficiente e fummo costretti a chiederne, amaramente, il fallimento. Un atto dovuto. In quella sede scoprimmo che fra i creditori vi era anche KPNG, importante società di certificazione, che vantava crediti per una relazione della quale nulla risultava agli atti di SOGESA. Acquisimmo la relazione ove era scritto che le poste fantasiose che ne avevano tenuto in piedi i bilanci per vari anni di fatto non erano corrette. Ma chi aveva chiesto alla KPNG quel parere? L’AD di SOGESA. Questo ed altro portano a concludere che lo stesso AD sapeva che SOGESA non funzionava. Da ciò ci sentiamo truffati. AIA continua ad essere operativa? Abbiamo chiesto al Tribunale di non pagare AIA partendo da un presupposto. AIA è una scatola vuota: non ha nulla, non ha patrimonio, nel bilancio ha solo questo credito verso CIRSU. La sua unica attività è riscuoterlo. Perciò, in attesa di giudizio, abbiamo chiesto al Tribunale il sequestro delle somme. Supponiamo che noi versiamo, AIA domani va in liquidazione e il Tribunale stabilisce poi che quelle somme non erano dovute: non le rivedremmo più. Supponiamo che CIRSU venga salvato e parliamo di tre argomenti: Grasciano 1 (con 27000 m3 saltati fuori), Grasciano 2 (la nuova discarica), il polo tecnologico. Quando nel dicembre 2010 arrivammo in CIRSU si era in piena bufera con SOGESA: non si garantiva il carburante per i mezzi, esistevano situazioni alla Achille Lauro, dove qualcuno tirava fuori gli assegni per pagare i dipendenti. Superato quel periodo, nel 2011, ci accorgemmo che nella discarica di Grasciano il volume autorizzato non era stato utilizzato, per circa 27000 m3. SOGESA già nel 2009 aveva sospeso


... in primo piano di Paolo Innocenti i conferimenti e nel 2010 aveva comunicato alla Regione la chiusura della discarica. Abbiamo ritenuto che in questo ci fosse del dolo e l’abbiamo scritto al Tribunale. Vedremo. Il dato reale è che quella discarica non è stata utilizzata appieno. C’era spazio, e invece si migrò altrove (a Lanciano o al TMB di DECO di Casoni), raccolta e trasporto ebbero un aumento di prezzo, con scritture contrattuali discutibili perché si giocava sull’emergenza. Nel frattempo avvenne una cosa gravissima: l’impianto venne ingolfato di rifiuti non di provenienza CIRSU, le prescrizioni impartite dall’ARTA non furono rispettate e si andò a riversare altrove, con costi maggiori anche per il trattamento. Il beneficiario fu solo DECO. Va detto che l’impianto di CIRSU è antagonista a quello di DECO, che agisce in Abruzzo in monopolio in questo momento. La rilevazione dei 27000 m3 ha portato molte critiche nei miei confronti, ma l’ARTA è venuta ed ha confermato tale dato. Abbiamo riattivato la discarica, e non è un caso che oggi ci attestiamo a 129 € per tonnellata, circa 50 € in meno rispetto al passato, con margini per scendere ancora. Per il 2015 torneremo operativi con l’impianto, dove faremo cdr (combustibile da rifiuto) per 100 mila tonnellate. Tutto il bacino teramano conferirà presso di noi, anche per dare risposta ai problemi occupazionali. Quale potrà essere la situazione futura per i dipendenti SOGESA? Abbiamo sempre ringraziato l’operato del Prefetto, che ha preso in mano la situazione. Nell’ottobre 2013 gli rimettemmo una prospettiva occupazionale di SOGESA, basata su un disegno industriale che teneva conto dei diritti dei cittadini derivanti dal pagamento della

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su www.giuliaviva.it il video integrale dell’intervista

TARSU, senza inutili sprechi. In maniera onesta e trasparente, dicemmo che avremmo recuperato il 70% della forza lavoro, disponibili per il rimanente 30% a lavorare per trovare un’alternativa. Il tutto è commisurato al lavoro da fare. Il riferimento principale è per noi il cittadino che paga le tasse. Il piano è stato rispettato: metà dei 52 dipendenti lavora all’impianto e per fine anno arriveremo al 70%.

In prospettiva, con Grasciano 2 e polo tecnologico, sarà possibile crescere nell’occupazione? L’impianto lavora se arrivano rifiuti, se chi protesta non vuole che i rifiuti arrivino a quell’impianto dice in pratica che non deve lavorare. Mi appello al buon senso, anche delle organizzazioni sindacali provinciali. Capisco la questione personale di chi soffre, è un dramma, ma questi sono i dati. Ci sono un piano provinciale ed uno regionale in corso di revisione che rafforzano il ruolo di CIRSU e c’è una prospettiva di avere rifiuti extra bacinali, che potrebbero generare turni in più di lavorazione. La battaglia che si sta giocando è però molto più grande: si sta discutendo quale dev’essere il sistema di gestione dei rifiuti in Abruzzo e quali i confini tra il pubblico ed il privato. La nostra azione vuol stabilire i limiti operativi dell’uno e dell’altro, ponendo rimedio agli errori del passato. CIRSU sarà prota-

gonista del futuro gestionale dei rifiuti, è in atto un programma di riordino in ambito regionale con un’impiantistica pubblica che garantisce grande soddisfacimento a tutta la provincia di Teramo e parte di quella di Pescara. Qualcuno perderà quei rifiuti, altri business verranno meno: questo è ciò di cui si discute oggi. Se CIRSU ha un contenzioso solo con DECO, ci sarà un motivo? E’ nella libertà di DECO impugnare al TAR qualsiasi nostro atto, ma voglio ricordare che DECO è entrato in SOGESA senza gara ad evidenza pubblica. Riteniamo che quella sia una partecipazione del tutto illegittima, e lo abbiamo detto al Tribunale. Vedremo nelle sedi opportune. E la recente sentenza del Consiglio di Stato su Grasciano2? Incomprensibilmente all’inizio la discarica fu attribuita a SOGESA. Quanto ne ottenemmo la voltura, essendoci situazioni vergognose del passato, cercammo un accordo col privato di per sanarle ed avere la disponibilità dei terreni. DECO ricorse a TAR e Consiglio di Stato e la sentenza di quest’ultimo stabilì che per quanto già fatto nulla quaestio, per il rimanente andava fatta una gara e a DECO, che richiedeva un indennizzo, non spettava nulla. CIRSU ha sempre rispettato la sentenza: qualcuno ha inteso come una trasgressione delle direttive del CdS i lavori di messa in sicurezza di quanto realizzato. In questi giorni, un funzionario ad acta nominato dal Prefetto su richiesta del CdS ha preso atto della nostra correttezza. Anche la gara è stata regolarmente effettuata (mentre SOGESA non le faceva) e c’è chi se l’è aggiudicata. DECO ha contestato un mero errore formale del bando, ma il 14 ottobre il Cds si esprimerà Segue a pag. 15

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Parliamone

di Franco Arboretti

Dopo la TASI al massimo, nuova batosta con la TARI La tassazione locale continua ad aumentare e, con la collaborazione dell’informazione filo-amministrazione, ci vogliono far credere che non è vero

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on sbagliavamo a temere il peggio un mese fa: la tassa sui rifiuti (TARI, in precedenza denominata TARSU) aumenta di nuovo. La Giunta Mastromauro chiederà ai Giuliesi un esborso superiore a quello dello scorso anno di circa 645 mila euro. Nella delibera consiliare si legge: “il gettito complessivo della tassa sui rifiuti è quantificato in 5.925.000 euro (nel 2013 fu di 5.280.000 ndr), dando atto che viene assicurata l’integrale copertura dei costi del servizio”. È il terzo anno consecutivo che la tassa aumenta: nel 2012 ci fu un aumento del 30% per le attività economiche; nel 2013 l’incremento fu di un ulteriore 10% ancora per le attività economiche e del 17% per le utenze domestiche. Ma ricostruiamo i numeri della tassazione locale sui rifiuti, che tanto ci dicono sulla gestione di un settore tanto importante quanto delicato: quando nel 2007 iniziò la raccolta differenziata col sistema “Porta a Porta” ci fu un incremento complessivo della TARSU del 30% e il gettito fu di circa 3 milioni e 600 mila euro; nel 2010 e nel 2011 i cittadini pagarono complessivamente circa 4 milioni di euro; nel 2012 a causa di aumenti dovettero contribuire con circa 4 milioni e 588 mila euro; nel 2013, come conseguenza di ulteriori aumenti sono arrivati a pagare 5 milioni e 280 mila euro circa. Insomma nonostante l’impegno dei cittadini abbia fatto giungere al 65% la percentuale della raccolta differenziata su di loro si è abbattuta una pesante e inesorabile progressione degli importi

della tassa sui rifiuti: dai 3 milioni e 600 mila euro del 2007 arriveranno a pagare nel 2014 la bellezza di 5 milioni e 925 mila euro! La cosa è singolare perché ovunque si faccia la raccolta differenziata in maniera seria (cioè i rifiuti diventano risorse e quindi, invece di andare a finire nelle discariche o negli inceneritori, vengono acquistati da chi li riutilizza) dopo 4-5 anni si hanno forti riduzioni dei costi di gestione dei rifiuti, fino al dimezzamento. Qui a Giulianova questo non succede anzi, paradossalmente, invece di diminuire il costo del servizio aumenta sempre più. E quest’anno che per legge la copertura dei costi del servizio deve essere integralmente a carico dei cittadini tutti i nodi sono arrivati al pettine e la tassazione per coprire i troppo elevati costi del servizio è diventata non più sopportabile dalle famiglie e dagli operatori economici. Le continue chiacchiere della maggioranza sulle detrazioni e sulle riduzioni ad alcune categorie, sono solo fumo negli occhi per non far capire quello che sta realmente capitando e perché sta capitando. I fatti ci raccontano un’altra verità: - Purtroppo gli aumenti complessivi, per

l’ennesima volta, ci sono e sono pure consistenti, come riportato inequivocabilmente sopra. - La tassa sui rifiuti è alta perché il costo del servizio è alto. Esso dovrebbe costare molto meno ma non è così perché da anni sta andando avanti una gestione inadeguata dei rifiuti. L’inadeguatezza dipende da tanti aspetti, ne esponiamo solo alcuni: 1. Le tariffe che il Comune ha pagato e continua a pagare per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti sono più alte di quelle che dovrebbero essere. Ponemmo un quesito in tal senso durante una riunione della specifica commissione consiliare a Di Matteo all’epoca vicepresidente di CIRSU (consorzio di proprietà pubblica creato per la gestione dei rifiuti, di cui fa parte anche il nostro comune): egli confermò l’esosità delle tariffe applicate. 2. La discarica di Grasciano, di proprietà pubblica, è stata chiusa quando era possibile conferirvi ancora 27.000 metri cubi di rifiuti. La cosa è stata scoperta dopo anni dallo stesso Di Matteo, attualmente presidente di CIRSU. 3. Dal 2008 le cinque piattaforme per il trattamento dei rifiuti del polo tecnologico di Grasciano di proprietà pubblica sono state bloccate e questo ha comportato il trasporto dei rifiuti in impianti privati, più lontani (si è arrivati persino in Emilia-Romagna!) e più costosi. 4. I proventi della vendita dei rifiuti come materie prime secondarie non li introita il comune.

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Accade in Città

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Un bel regalo per Piazza Dalla Chiesa

di Andrea Palandrani

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’edificio del mercato coperto e Piazza Dalla Chiesa tornano ad essere oggetto di malsana attrazione della giunta Mastromauro che con una recente delibera di giunta impone una militarizzare di parte dell’area proponendovi la caserma dei carabinieri. La proposta costruttiva avanzata dal Cittadino Governante è, invece, di aggiornare e preservare l’intera zona sia abbellendo la piazza con nuove piantumazioni e verde fruibile sia ristrutturando la suggestiva struttura circolare ospitando in maniera dignitosa al piano terra il mercato dei prodotti agricoli locali, mentre ai piani alti far nascere un centro polifunzionale per i giovani dedicato alla cultura (sala d’incisione, spazi per la recitazione e la musica dal vivo, laboratorio fotografico, emeroteca e sala lettura, aule per proiezioni, biblioteca di quartiere, Informagiovani, etc.). Inol-

tre le sei edizioni di “Piazza, bella Piazza” hanno mostrato che quel luogo può essere davvero diverso da come appare oggi, che una volontà genuina di chi amministra può trasformare un luogo abbandonato e degradato in una splendida arena animata da giovani in festa con cittadini che si godono uno spazio pubblico in maniera sana e corretta in uno scenario mirabile ed affascinante, all’ombra del centro storico rinascimentale ed in odor di salsedine. L’Associazione espose pubblicamente, nel marzo del 2011 in un gremito Kursaal, i dettagli del progetto di riqualificazione riscontrando un così grande plauso degli intervenuti che un mese dopo, uno spaventato sindaco Mastromauro dichiarò di aver lui per primo partorito quelle idee affermando: “la giunta ha adottato una propria delibera di indirizzo alla partecipata Giulianova Patrimonio per la riqualificazione della Piazza Dalla Chiesa tramite concorso di idee e project financing.”, una azione che prevedeva “spazi pubblici, giochi per lo sport, molto verde, mercato delle erbe, recupero dell’immobi-

le del mercato coperto con nuovi edifici, una Cittadella dei Giovani”. Infine si annunciava la volontà di presentare tutto il disegno alla cittadinanza con una manifestazione pubblica. Il sindaco di oggi rinnega se stesso ignorando sia la tanto decantata democrazia partecipata sia la volontà manifesta di tanti cittadini che hanno tutto il diritto di essere informati e di esprimere il proprio giudizio. Con spirito di fattiva collaborazione, l’Associazione si dichiara pronta e disponibile nei riguardi dell’Amministrazione mettendo a disposizione i dettagli del piano di riqualificazione dell’area gratuitamente redatto da architetti qualificati. Quanto alla nuova caserma, riteniamo sia più logico e strategico realizzarla nel quartiere Annunziata, accanto alla palazzina degli alloggi dei carabinieri, vicina al crocevia della statale 16 e sulla direttrice che porta alla Teramo mare ed all’autostrada. Il progetto, accolto positivamente dall’allora capitano D’Amelio, è presente in Comune dal 1995, così come è già stata individuata l’area in cui potrebbe sorgere. Un’area centrale ed ammirevole dal punto di vista paesaggistico, ma in triste abbandono da decenni rappresenta una umiliazione per i giuliesi, uno spettacolo indecoroso per i turisti ed una disfatta per la classe politica che governa. Siamo concordi nel voler trovare una soluzione, ma non la prima che venga in mente, vorremmo la miglior soluzione possibile.


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Spigolature

Ricordo di Romolo Trifoni

“U

n gentiluomo prestato alla politica” fu la prima impressione che ricevetti nel lontano autunno del 1968, quando mi avvicinai alla sezione giuliese del PSI. Erano gli anni in cui il partito socialista, secondo una consolidata tradizione, era diviso fra massimalisti e riformisti e nella stanza senza finestre di via Trieste campeggiava una foto di Che Guevara in basco e giubbotto impermeabile; per dire che la maggioranza era formata da lombardiani coi quali si confrontavano i pochi ma onestissimi saragattiani e nenniani di allora. Romolo Trifoni, nonostante i modi garbati ed

di Leo Marchetti

estremamente concilianti tipici dell’educazione signorile che lo caratterizzava, aveva uno spiccato senso per l’impegno sociale e la volontà evidente di stare sempre dalla parte dei disagiati e del rispetto della legge, perfino nelle sue forme più capillari delle norme edilizie. In seguito fu eletto sindaco, dopo la breve parentesi dedominicisiana, con ampio suffragio di voti, che andava ben aldilà dei confini strettamente partitici in quanto largamente stimato e fatto oggetto di consenso popolare affettuoso - la gente lo chiamava “don Romolo” - e vagamente riconoscente. Ho potuto osservare personalmente la sua generosità nei confronti di coloro che si recavano in Comune per chiedere, come si dice, “un contributo” e i giuliesi meno giovani ricordano che utilizzava la sua automobile per andare a Roma per compiti istituzionali. Fu in prima linea nell’affidare gli incarichi per il nuovo Piano Regolatore a tecnici autorevoli e di chiara fama, impegnandosi anche nella divulgazione e nel dibattito che seguì all’adozione. Si può dire che il suo socialismo avesse l’aspetto di una sorta di volontariato in difesa dei più deboli e dell’ambiente,

un altro luogo fisso dei suoi interventi: difesa del verde pubblico e della campagna, risparmio energetico, rispetto delle norme tecniche di attuazione nelle costruzioni. Era rintracciabile una specie di autocontrollo religioso nel suo modo di essere equanime nelle scelte e nell’Amministrazione e, sul piano del temperamento, mai si è potuto osservare Romolo in alterchi e toni di voce esagitati dettati dalla fazione politica e da motivi contingenti. Ci mancherà Romolo Trifoni, che appena qualche anno fa, già con qualche problema di salute, aveva ritrovato la forza e la volontà politica di impegnarsi su questioni di principio importanti riguardanti l’ambiente e le scelte amministrative, insieme all’associazione “Il Cittadino Governante”. Con una forza e una presenza degne dei più giovani lo abbiamo incontrato di nuovo nelle assemblee e negli incontri pubblici per difendere la farmacia comunale e il territorio minacciato da concessioni improprie. Una vita esemplare che può insegnare qualcosa alle nuove generazioni, come lo ha già insegnato alle bravissime figlie. Ai famigliari le condoglianze del nostro periodico e mie personali.


La parola ai cittadini

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Certificazione Qualità: un argomento spesso menzionato, a volte citato, ma ancora molto poco conosciuto

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l Sistema Qualità analizza e definisce i processi. Cos’ è un processo? È un insieme di varie attività, connesse tra loro, organizzate, e con un obiettivo comune. Ciascuna attività può, a sua volta, essere ulteriormente sintetizzata come qualcosa che entra, che viene trasformato e che esce. Indipendentemente dal prodotto o servizio, dal settore di appartenenza (pubblico o privato) che esaminiamo, avremo sempre un input (ciò che entra) e un output (ciò che esce). Prendiamo, ad esempio, una pizza. Lo scopo del processo è proprio fare la pizza. Gli input sono la ricetta, i tempi di preparazione e cottura, la capacità del forno, il pizzaiolo e i servizi accesssori. L’ output è la pizza e la metodologia di lavoro è la ricetta.I processi non vivono autonomamente, ma vengono attivati, gestiti e controllati da persone, per lo più organizzate in gruppi di lavoro, il cui obiettivo è - o dovrebbe essere - il miglioramento continuo del prodotto (se si tratta di attività manifatturiera), del servizio (se si tratta del terziario o della cosa pubblica), o di ambedue le cose. Non è questa la sede per aprire il capitolo dolente sull’ efficienza del settore pubblico - sul quale, ricordiamolo, il nostro orientamento non è di fare di tutt’ erba un fascio - e le sue sofferenze, però i lettori più attenti avranno già avuto un’ intuizione: se analizzo e definisco i processi di ciascun settore (ad esempio l’ Area Servizi Città e Territorio, con

di Gianluigi De Dea aziende certificate in Italia (dati al Febbraio 2014) solo 426 sono pubbliche amministrazioni o servizi per pubblile sue articolazioni Demanio, Am- che amministrazioni. Di cui 226 sulla biente, Pianificazione e Manutenzio- Qualità, 219 sull’ Ambiente e 8 su Sane), dovrei anche capire dove sono i lute e Sicurezza.In Abruzzo nella pubcolli di bottiglia e cosa li genera. Una blica amministrazione troviamo 14 volta individuato il problema, si po- certificazioni Qualità ISO 9001 (tra i cotrà procedere alla sua correzione. muni: Giulianova – Rivisondoli – RoseLuca Salini, co-titolare della SADA to – Vasto) e7 Certificazioni Ambientali SnC di Piacenza, società specializzata 14001. In provincia di Teramo abbiamo nella gestione delle organizzazioni poi l’ ATER Teramo, la CCIAA, il Comune e accreditata per il coordinamento di Giulianova (settore infanzia 0-3anni), dei progetti destinati al consegui- il Comune di Roseto Abruzzi (servizi ed mento delle certificazioni ISO 9001, infrastrutture), il Comune di ColonnelISO14001 e OHSAS 18001 mi ha for- la, il Comune di Martinsicuro e il Comunito dati interessanti sul numero de- ne di Tortoreto. gli enti pubblici certificati in Italia, in Vi sono poi anche alcune aziende cerAbruzzo e in Provincia di Teramo.Un tificate nel settore della Formazione elemento interessante che si eviden- (EA37), come la ASL Teramo N°4, l’ ISTIzia, è che la certificazione ISO viene TUTO STENODATTILO PROFESSIONAL generalmente applicata alle funzio- E , l’ ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE ni comunali che hanno contatto col “CROCETTI - CERULLI” GIULIANOVA e l’ pubblico (come le scuole materne), ISTITUTO ZOOPROFILATTICO G. CAPOmentre il Sistema Ambiente viene RALE. adottato prevalentemente nell’ Area In conclusione, il processo di certificaFormazione. È singolare che, anche zione Qualità va accolto con ottimismo, dopo una veloce disamina sul sito purché non sia limitato a una mera fordell’ Ente di Accreditamento (Accre- malità. La tanto decantata Riforma deldia), non compaia alcuna Agenzia la Pubblica Amministrazione non deve per la Tutela del Territorio, ma tant’ passare attraverso epurazioni di massa, è.Purtroppo, mi ha fatto notare Sali- bensì attraverso un processo organico ni, il Patto di Stabilità ha complicato l’ di analisi e redistribuzione delle comiter di certificazione di molte Ammi- petenzedi massa, bensì attraverso un nistrazioni. processo organico di analisi e redistriMa vediamo i numeri: Su 86.635 buzione delle competenze.

s.r.l.


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Contributi

La musica come equilibrio tra mente e cuore

di Letizia Scaringella

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l noto filosofo Platone credeva fermamente nelle arti, poiché espressione della propria essenza, considerando come la più scientificamente attendibile quella musicale. Sulla base di questa idea, molte volte circondata da prove empiriche nel corso della storia, vi siete mai chiesti, cari lettori, quanto in realtà la MUSICA sia importante per il nostro processo di sviluppo cognitivo, emozionale e psicologico? Fin dal primo momento, durante una gravidanza, l’embrione comincia ad essere immerso in un universo sonoro che lo accompagna durante i nove mesi di gestazione. Il suo primo tentativo di ‘udito’, altro non è che una “carezza vibratoria”. Nel corpo della madre si propagano tante sonorità da creare un vero e proprio concerto ritmico: il battito cardiaco che “culla” l’embrione con la sua presenza costante e rassicurante, il suono della respirazione e dei movimenti diaframmatici, i borborigmi intestinali, ecc. Sono tutte fonti sonore che costituiscono una stimolazione per lo sviluppo del feto

e del suo sistema nervoso. Al sesto mese di gestazione il feto è realmente in grado di udire i suoni, ma non tutte le frequenze giungono al suo orecchio: il liquido amniotico agisce da filtro che trasmette solamente determinate frequenze provenienti dall’esterno; tra i suoni udibili dal feto vi sono quelli molto gravi e alcuni suoni acuti, mentre i suoni troppo forti non gli sono graditi. Il momento in cui la madre comincia ad avvertire i movimenti del bambino, segna un gran cambio nella loro relazione: lei comincia a parlargli in una forma più profonda e diretta, e il suono che gli arriva è di conseguenza senza dubbio più intenso e il bambino, una volta venuto al modo, lo riconoscerà. Non è un’idea bizzarra, quindi, quella di far ascoltare al “bimbo in pancia” la musica, proprio perché la sua percezione sonora lo influenzerà positivamente anche sulla sua naturale capacità, poi, durante i primi anni di vita, di riprodurre i suoni nel modo corretto favorendo così l’“intonazione”. E’ nella mia natura, in quanto insegnante di musica e musicoterapista, non fermarmi all’importanza della musica solo in gravidanza, ma anche parlare degli enormi benefici emotivi e psicologici che quest’arte somma ci regala durante il nostro processo di crescita, successivamente alla sua messa in pratica. I bambini, già da piccoli, dovrebbero essere indirizzati allo studio di uno strumen-

to musicale con la stessa caparbietà di come si indirizzano allo sport, perché così hanno modo di stimolare i due emisferi cerebrali nella logica, dato l’apprendimento di un nuovo linguaggio matematicamente giustificato, e nella creatività, viste le infinite combinazioni di note e ritmi musicali che, una volta capito il meccanismo, si possono usare a piacere creando componimenti-specchio del proprio essere emotivo e razionale. La musica, inoltre, diviene addirittura terapia nelle patologie o nei disturbi come ADHD, DSA, SINDROMI, in quanto ottimo strumento per potenziare o ridefinire la sfera emotiva ed abilità logiche e fisiche nei pazienti. Ma la musica esiste per tutti ed è il ponte di collegamento fra noi ed il nostro benessere psico-fisico molto spesso influenzato negativamente da ritmi frenetici che scandiscono le nostre giornate e soprattutto dai nostri stati d’animo conseguenti a determinate situazioni spiacevoli. In conclusione, la musica non va sottovalutata, ma inseguita proprio perché riesce a regalarci l’equilibrio perfetto per vivere bene. MUSICA=VITA.


Dove Cosa Quando Io sto con la sposa Un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, e decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un’amica palestinese che si travestirà da sposa, e amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati. Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. Un viaggio carico di emozioni che mostra un’Europa sconosciuta: transnazionale, solidale, goliardica. Un film di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry In programmazione da giovedì 9 ottobre

Concerti mostre ed eventi Trekking Urbano a Giulianova

Il circolo “Il Nome della Rosa”

Venerdì 31 Ottobre (mattina riservata alle scuole) e Domenica 2 Novembre, mattina e pomeriggio, aperta a tutti gli interessati. Per informazioni e prenotazioni Biblioteca Civica “V. Bindi” Corso Garibaldi 14 Giulianova Alta: Tel. 085.8021290 - 312 - 308 email: bibliotecabindi@comune.giulianova.te.it - museicivici@comune.giulianova.te.it

Sabato 25 ottobre ore 09,30/12,30 SEMINARIO “FUNDRAISING E CROWDFUNDING” La raccolta fondi per le associazioni. A cura di: Mauro VANNI e Alessandro SANTONE Associazione ITACA Martedì 4 novembre 2014, ore 19 FORMAZIONE CORSO DI LINGUA E CULTURA CINESE” A cura della dott.ssa: Maria Vittoria IACONI Mercoledì 5 novembre 2014, ore 21.15 FORMAZIONE “CORSO BASE DI FOTOGRAFIA DIGITALE” A cura di: Giovanni LATTANZI Sabato 8 novembre 2014 FORMAZIONE: “ARDUINO La prototipazione elettronica open-source per: makers, designers e hobbisti” A cura dell’Ing: Andrea STAZI 21, 22 e 23 novembre 2014 Dalle ore 09:00 alle ore 13:00 I FINANZIAMENTI EUROPEI: COME UTILIZZARE I FONDI EUROPEI PER LA CULTURA E IL TURISMO Corso intensivo di euro progettazione

Segreteria organizzativa: Dott.ssa Laila La Luna – 328 3824509 Referente Regionale UNIPED Dott.ssa Ida Capece, Dott.ssa Flavia Gridelli

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Massimo Urbani. L’avanguar​dia dei sentimenti

Prime visioni

Convegno di pedagogia a Giulianova

GiuliaViva anno IV n.15

Titolo: Massimo Urbani. L’avanguar​dia dei sentimenti Autore: Carola De Scipio Casa ed: Arcana, pp 334, 22 €

Gli appassionati di Jazz se lo ricorderanno, in una di quelle serate organizzate al Nautico o all’Ideal di Giulianova negli anni ‘70. Un giovane musicista, unico, straordinario, capace di suonare con chiunque, facendo sentire lo stesso il suo stile e la sua voce. Una personalità complessa, rigorosa e caotica insieme: viveva di uova al tegamino e non conosceva la taglia dei suoi vestiti, ma sapeva indicare percorsi e riflessioni destinati ad aprire una breccia, come quando diceva: “Quando suoni devi stare lontano dallo strumento. Tu stai troppo vicino, devi stare più lontano dallo strumento”. Massimo Urbani viene raccontato da Carola De Scipio in una versione aggiornata della biografia dedicatagli nel 1999. La scelta di farlo attraverso una raccolta essenzialmente orale di testimonianze, pone Massimo Urbani in una cornice un po’ diversa dal luogo comune del “musicista jazz morto di overdose”. Il ritratto è efficace ed eloquente perché sembra di leggere Massimo Urbani in tempo reale, attraverso un momento particolarmente fertile, variopinto e ispirato del jazz in Italia. Un jazzista che scriveva sugli spartiti dove studiava: “Abbasso la classica. Viva il bebop. Viva Charlie Parker”. Un grande, e viva Massimo Urbani.

Pubblica utilità Farmacie di turno 11/12 ottobre Farmacia Comunale 13/19 ottobre Farmacia Del Vomano 20/26 ottobre Farmacia Marcelli Guardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362 Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201 Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366 118 085.8020442 / 085.8020373 Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733 Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816 Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)


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Primo e Secondo

Benvenuto Autunno goloso!!

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ell’articolo di questo mese, inizio di una stagione ricca di prodotti stagionali tipici come fichi, zucche, mele, porcini ecc..., faremo un salto nel passato, sia come tipologia di farina che andremo a conoscere meglio e sia come topping (farcitura) della pizza che realizzeremo. Iniziamo, come al solito, dalla farina che, in questo caso, sarà il Kamut (per l’esattezza il suo nome è grano khorasan). Le opinioni sull’effettiva origine di questo frumento sono molto discordanti. C’è chi dice che risale a circa 4000 anni e se ne trovano tracce nell’antico Egitto; circola, inoltre, una storiella che racconta di un aviatore americano che durante la seconda guerra mondiale abbia trovato delle anfore contenenti questi chicchi e li abbia, successivamente, coltivati nel Montana constatando l’indubbio valore energetico. Se confrontato con il grano moderno, il Kamut ha un più elevato contenuto di proteine e sali minerali e una maggiore quantità di lipi-

di. Per questi motivi esso è ritenuto molto energetico e adatto per i bambini e gli sportivi e, considerata la sua produzione quasi esclusivamente biologica, risulta adatto a chi ha particolari sensibilità al frumento e al nichel (assolutamente non adatto per i celiaci visto l’alta percentuale di glutine). Il chicco è stato classificato come “Triticum turgidum” (grano duro) e si presenta molto più grande di quello del grano tenero; risulta più dolce e dal sapore simile alle noci; la farina si presta bene per la preparazione dei dolci considerato il suo gusto delicato e per nulla amaro. È ottimo per la pa-

di Biagio Saccomandi nificazione e produzione di pizze per l’alto contenuto di glutine e conferisce anche un bel colore giallo ai prodotti lavorati. Alcuni ricordi mi portano indietro nel tempo agli autunni passati dai miei nonni, quando ero bambino, l’inizio della scuola, della vendemmia e le indimenticabili merende che preparava mia nonna. Raccoglieva i fichi e li spalmava sul pane, fatto in casa, creando una specie di marmellata e, a volte, il tutto veniva arricchito con dell’ottimo prosciutto crudo nostrano. Questi gustosi ricordi mi hanno indotto ad osare (oramai lo ripetiamo da tempo che la pizza non ha limiti) degli accostamenti arditi che creano profumi coinvolgenti e provocatorie fragranze sulla pizza che andremo a fare con l’ausilio della farina di kamut biologica.

Impasto x 6 persone: 1 kg di farina di kamut, 700-750 grammi di acqua, 3-4 grammi lievito secco istantaneo, 30 grammi di sale, 30 grammi di olio evo Prepariamo una fontana con la farina (se non abbiamo un robot per l’impasto) e aggiungiamo il lievito mischiandolo alla farina, aggiungiamo gradualmente l’acqua, perché il kamut assorbe i liquidi diversamente dalla farina classica, e quando il composto ancora non è liscio aggiungiamo il sale e l’olio. Quando diventa omogeneo lo copriamo con della pellicola e lo facciamo riposare per circa un’ora. Trascorso il tempo della puntata (così si chiama il periodo che l’impasto riposa), prepariamo i panetti, se facciamo la singola pizza, oppure delle palline più grandi in base alla grandezza della teglia. Facciamo lievitare i panetti per almeno 5-6 ore o al raddoppio dell’impasto stesso. Preparazione della pizza: stendiamo e farciamo il disco con la mozzarella e aggiungiamo i fichi opportunamente lavati e tagliati a rondelle, cuociamo la pizza e all’uscita aggiungiamo del prosciutto crudo stagionato e dei fiocchi di stracciatella. P.S. - una chicca: per questa pizza sulla stracciatella consiglierei di aggiungere dei semi di papavero. Buon appetito!


A tutto sport

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Nuova proprietà per il Giulianova Calcio di Daniele Adriani

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elle ultime settimane si è concretizzato il cambio al vertice del Città di Giulianova. Perletta ha venduto le proprie quote all’imprenditore Antonio Esposito, di origini campane, ma di provenienza riminese. La figura che ha fatto da tramite tra la vecchia e nuova proprietà è da individuarsi in Morris Carrozzieri, che attualmente ricopre il ruolo di Direttore Sportivo. La prima mossa fatta è stata quella di individuare la nuova guida tecnica della prima squadra, incaricando Francesco Fabiano. L’allenatore ha una buona esperienza maturata su campi di serie C e serie D, quindi si è cercato di fornire un riferimento sicuro, visto che nelle partite precedenti si era notato un certo disorientamento, dopo la rinuncia di De Feudis a proseguire nell’incarico rivestito durante la preparazione. In pratica in poco meno di un mese, la squadra è stata allenata da 3 tecnici diversi ed in campo si è notata tutta la confusione di alcuni calciatori, completamente avulsi dal gioco. Questo alla prima apparizione, in casa con l’Agnonese, con cui non si è riusciti a fare neanche un tiro in porta. Nell’ultima giornata sul campo del Termoli, invece, la

squadra è scesa in campo con un piglio diverso e nel primo tempo è riuscita a segnare 2 gol, sfiorandone altri. Nel secondo tempo, complice forse una non perfetta condizione atletica, la squadra ha sofferto, rischiando di pareggiare l’incontro e solo nei minuti di recupero ha sigillato il risultato sull’1-3 finale. I limiti della squadra, in ogni caso, sono ben noti e la tifoseria si aspetta un atto concreto della nuova società, con la sistemazione dei reparti ancora incompleti. Questo aspetto è stato trattato nell’incontro avuto tra società e tifosi nel sotto Belvedere, in cui c’è stata la presentazione anche di Giorgini nella nuova vesti di Responsabile Tecnico. Ovviamente una figura come Giorgini ha rasserenato, e non poco, l’ambiente ancora scettico sul futuro che potrà avere il calcio a Giulianova. Esposito ha illustrato il proprio piano, che prevede un investimento in

Su wwww.giuliaviva.it il filmato dell’incontro con l tifosi e la partita disputata al Fadini con l’Agnonese 5 anni, per programmare il ritorno in categorie a cui i tifosi aspirano (ovviamente si parla di Lega Pro). La base di tutto ciò passa per la riqualificazione del settore giovanile, in cui i migliori talenti (di Giulianova e non), possano crescere e fornire l’apporto che quest’anno non c’è stato, cioè quegli under “buoni” per la prima squadra, difficili da trovare. Immaginiamo che uno degli aspetti sul quale il nuovo Presidente vorrà esprimersi, è legato alle strutture disponibili. Il Sindaco, per quello che sappiamo, ancora non ha avuto nessun incontro con la nuova proprietà e ricordiamo che nel mese di Luglio si era prospettato tutt’altro futuro, con una nuova società che sarebbe dovuta nascere, per rilevare le quote di Perletta nel mese di Dicembre. Speriamo, per il bene del calcio a Giulianova, che si instauri un rapporto di collaborazione fattivo, tra Amministrazione e nuova società, poiché riteniamo difficili le condizioni del calcio a Giulianova e solo capacità reali potranno dare un futuro consono alla piazza

Marcatura a uomo per il Campo Castrum Caro Sindaco, sono trascorsi molti mesi dall’approvazione della ristrutturazione del “Campo Castrum”. Il suo secondo mandato elettorale è iniziato da qualche mese e la città non sa a che punto si trova la “pratica Castrum”. Ripropongo la mia marcatura a uomo nei Suoi confronti e rassicuro tutti gli amanti dello sport e in particolare quelli del calcio che continuerò a farlo anche in futuro, con chi è chiamato ad amministrare questa nostra bella ed amata città. Giancarlo De Falco


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ditelo@giuliaviva.it

Lettera aperta agli amministratori ... Carissimi Giuliesi, mi corre l’obbligo di portare a conoscenza di tutti la vicenda del progetto “MEDEA” un centro residenziale per donne sole, siano esse separate, divorziate o vedove, spesso con figli a carico, in casi estremi donne abusate. Un fenomeno particolarmente significativo nel Comune di Giulianova, basti pensare che negli anni 2006/2007 quando assessore alle politiche della casa del Comune di Giulianova era Gabriella Cassiani, il 20% di esse viveva sotto la soglia di povertà. Venne dato il via a questo progetto ambizioso, portato a termine quando il sottoscritto subentrò all’assessore Cassiani. In data 13 luglio 2007 ci veniva ufficializzata dall’ARET l’assegnazione di un importo di € 650.000,00 grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Abruzzo, per realizzare “MEDEA” - il luogo dove accogliere le emergenze - progetto pilota, unico in Italia. . Nel corso di una conferenza stampa tenutasi all’Aquila il 18 luglio 2007, alla quale

erano presenti l’Assessore Regionale Mimmo Srour, il Presidente dell’Aret Giulio Petrilli, il sindaco di Giulianova Claudio Ruffini e il sottoscritto fu spiegata nel dettaglio l’iniziativa, premiando Giulianova per la sua progettualità avanzata con un finanziamento pari a € 650,000,00, nell’ambito di un impegno complessivo € 2,5 milioni, che interessava anche altri comuni. Purtroppo oggi ho letto sulla stampa locale una brutta notizia,“La Regione Abruzzo ha revocato lo stanziamento per la nostra città, destinato alla “realizzazione di un centro interculturale residenziale per donne” a causa della violazione degli obblighi assunti dalla giunta. Gli altri comuni che avevano aderito al progetto e che hanno rispettato gli impegni riceveranno invece: - € 300.000 Miglianico per trasformazione di un ex asilo in alloggi di edilizia residenziale; - € 452.911 Collelongo per riuso del patrimonio edilizio; - € 497.089 Caramanico Terme per interventi di edilizia residenziale sperimentale; - € 600.000 Celano dei quali non ho al momento notizia Dei 650.000 euro stanziati Giulianova non vedrà invece un centesimo: tanto lavoro per niente e la reputazione di un Comune come Giulianova buttata al vento! A questi amministratori voglio dire: - in passato come ora i Comuni non avevano e non hanno soldi: non ci può più permettere di perdere simili opportunità; - il lavoro era bello che fatto, non c’erano da stornare soldi dalle casse comunali: il finanziamento era a totale carico della Regione Abruzzo, bastava solo aprire il cassetto prendere il finanziamento e realizzare l’opera!

- era proprio necessario vendere l’area in via Bompadre in cui si doveva realizzare l’opera? - pensano davvero che le donne con gravi problemi li ringrazieranno per aver buttato via una possibilità per il loro futuro? - o per loro non esiste più un problema di reinserimento sociale per donne sole abbandonate a se stesse? Con profondo dispiacere Orlando Polilli

Degrado in Via Quarto

Via Quarto...è da più di un mese che vi è questo schifo...ma almeno i nostri politici e amministratori sanno dov’è? V. V.


Intervista ad Angelo Di Matteo da pag.5 definendo quanto in sospeso. Quindi, per Grasciano 2 una parte è realizzata, per l’altra sono aggiudicati i lavori, e per la gestione c’è già il consorzio che se ne occuperà mentre CSA dell’Aquila si occupa di Grasciano 1. Sì, e ci sono state varie gare. Ne fu fatta una anche con l’ausilio del dott. Matronola, commissario della Regione, sostanzialmente per accelerare i tempi. E’ stata affidata la piattaforma di tipo A, per i rifiuti differenziati meno l’organico, che funziona per tutti i comuni di CIRSU ed anche altri di Regione. E’ stata poi fatta un’estensione per riattivare l’indifferenziato e l’organico, e nel 2015 CIRSU tornerà appieno a svolgere il suo ruolo, aldilà di tutte le azioni impugnate da DECO. Tutto ciò ha ridato soldi alla società, perché si fa comunque fatica a comunicare che chi si è aggiudicato tali gare ha anticipato le risorse, per un totale di oltre 3 milioni di euro. Siamo in periodo di TARI. La differenziata cresce e viene trattata, i costi di trasporto scendono e anche il costo per i cittadini dovrebbe diminuire. La spesa per i rifiuti è cambiata: prima veniva coperta solo in parte con la tassazione ad-hoc mentre ora il servizio deve essere coperto per intero. C’è poi un aumento dei costi industriali (es: carburanti) e ancora poca chiarezza sulle tariffe. Sulla base di queste considerazioni, il prezzo non è aumentato. I costi erano un po’ camuffati. Strategia rifiuti zero. E’ fattibile? CIRSU si può avviare su questa strada nel momento in cui ci fosse una reale volontà politica? E’ un obiettivo di medio e lungo termine. Per il quale serve un sistema industriale credibile. I cittadini rispondono, ma a valle il sistema del recupero e del riciclo dev’essere un sistema vero. Da noi non lo è ancora, perché l’impresa privata non ha investito su questo, e il mondo pubblico ha scelto la cosa più sbrigativa, la discarica. C’è una fase transitoria, con riflessi anche occupazionali, che passa per il recupero all’interno delle strutture: stiamo costruendo il percorso per arrivarci. Tutte le nostre azioni vanno in una direzione europea: prevenire i rifiuti, riutilizzare, riciclare, recuperare e alla fine anche la discarica. Abbiamo in Italia un sistema di prevenzione pessimo fino ad arrivare alla discarica con una complessità enorme dei mondi industriali. La strategia rifiuti zero bene ha fatto a riorientare il ragionamento che va ben oltre la questione industriale.

PARLIAMONE

di Franco Arboretti

segue da pag.6

5. Sono oltre due anni che l’amministrazione opta per l’affidamento diretto - forzando tra l’altro le norme - per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento senza la necessaria comparazione con offerte di altri operatori del settore. 6 Nella tanto sbandierata gara europea (circa 18 milioni come base d’asta per affidare la raccolta ed il trasporto dei rifiuti), ferma da oltre due anni, sono previsti solo eventuali aumenti delle tariffe, mentre non sono possibili le richieste di riduzione da parte del comune, come invece sarebbe logico accadesse nel corso degli anni. Si potrebbero elencare ancora tanti altri fattori che rendono troppo costoso il servizio ma crediamo che già quanto detto sia sufficiente a far comprendere perché Giulianova spende oltre un quarto del suo bilancio nella gestione dei rifiuti. La conseguenza è che l’eccessivo costo del servizio ricade interamente sulle famiglie e sulle attività economiche, colpite da una tassa troppo alta. Non è mica difficile capire, quindi, che se la gestione dei rifiuti costasse 4 milioni di euro invece di 6 milioni, la TARSU sarebbe per tutti più bassa, a prescindere dalle detrazioni che tra l’altro sono minime e non tutti hanno.



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