GiuliaViva anno IV n.14 del 13 settembre

Page 1

Anno IV numero 14 del 13 settembre 2014 (74) GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

articolo a pag 5

Informazioni soggettive Il 3 settembre scorso, simpatiche interpretazioni di un’unica notizia



I

Istantanee giuliesi Informazione soggettiva

Le opinioni, si sa, sono personali, soggettive e, in quanto tali, non tutte uguali. Per fortuna. Poi ci sono i numeri coi quali, al contrario, è difficile giocare perché danno delle cose un’immagine precisa, non soggetta ad interpretazioni. Sembra un discorso banale, eppure non sempre è così. È accaduto di recente con la TASI, per la quale l’amministrazione ha scelto, come prevedibile, l’aliquota più alta, il 2,5 per mille. Come naturale, l’argomento è finito a caratteri cubitali

sulle pagine dei giornali locali, accompagnato dai titoli che riportiamo sopra. Le differenze saltano immediatamente agli occhi: i numeri sono quelli, i soldi che usciranno dalle nostre tasche pure, ma la forma con cui vengono proposti è, con tutta evidenza, ingannevolmente diversa. Qualcuno può anche chiamarlo ingiustificato ottimismo o interpretazione personale. Secondo noi si chiama propaganda, tipica del giornalismo schierato con il potere.

Un anno dopo I nostri lettori ricorderanno senz’altro che alle difficoltà incontrate a muoversi in città da parte di chi non può camminare, dedicammo oltre un anno fa un servizio intitolato “Percorso ad ostacoli” (Giuliaviva n. 16/2013). Inutile dire che, da allora, nulla è cambiato e neppure una delle centinaia di barriere è stata rimossa. Di recente, il problema è tornato

alla ribalta nel corso di un’assemblea del quartiere Annunziata, strappando l’impegno da parte di un assessore (il nome non è stato pubblicato, ndr) a sperimentare di persona l’esperienza di un tour cittadino sulla sedia a rotelle. Quasi che per rendersi conto della situazione non bastasse semplicemente aprire gli occhi, e per risolverla mettere mano al portafoglio.

GiuliaViva anno IV n.14

3

Per la stagione estiva GiuliaViva varia temporaneamente la propria periodicità da quindicinale a mensile. Il prossimo numero del giornale sarà dunque in edicola sabato 11 ottobre..

Ottimizzazione

In primavera, quando in molti si erano lamentati perché la pulizia del litorale tardava, l’allora assessore al demanio aveva parlato di ottimizzazione dei costi: in pratica, pulire la spiaggia con ancora il rischio concreto di mareggiate sarebbe stato un inutile spreco di denaro. Poi, a inizio stagione, quando il resto del litorale era quasi del tutto pulito, la spiaggia libera a sud del porto versava ancora in condizioni indecenti, con enormi cumuli di detriti a renderla pressoché impraticabile: la situazione non è cambiata nei mesi successivi, ed ancora oggi che l’estate è agli sgoccioli tutto è rimasto come prima. Una cosa, però, almeno la sappiamo: non si è trattato di incuria o dimenticanza, ma solo di ottimizzazione.


4

GiuliaViva anno IV n.14

Fatti in primo piano

La situazione è grave (ma non seria?)

C’è poco da scherzare. Da questa anomala e balzana estate 2014, fra crisi e bizzarrie meteorologiche, l’immagine della Giulianova turistica è uscita ridimensionata, offuscata, maltrattata. Nel breve volgere di una stagione, Giulianova ha perso la bandiera blu della FEE e lasciato per strada una delle vele assegnate da Legambiente (scese da tre a due, senza che della cosa si trovasse traccia sui mezzi di comunicazione). Il nostro mare si è posizionato al secondo posto per numero di rifiuti per chilometro quadrato nell’apposita classifica nazionale stilata da Goletta Verde. Infine il litorale prossimo alla foce del canale a nord del porto è stato giudicato, dalla medesima Goletta Verde, come “fortemente inquinato”. Si tratta di segnali inequivocabili, situazioni sconcertanti, condizioni

allarmanti: ma anziché affrontarle con la dovuta serietà sono state di volta in volta sminuite, snobbate o, peggio, bellamente ignorate. Per coprire quello che assomiglia sempre più ad un disastro annunciato, si è arrivati, paradossalmente, a puntare il dito contro chi certe situazioni ha portato alla luce sui mezzi di informazione. Si è affermato che fosse irresponsabile divulgare notizie (vere, peraltro!) che andassero a detrimento della stagione turistica. Quasi che il problema non stesse nello stato drammatico in cui versano le nostre acque, ma nel fatto che di questo stato si parlasse. O quasi che, nel 2014, informazioni di questo genere non possano comunque essere reperite con facilità semplicemente accedendo al web. Da irresponsabili, semmai, è continuare a far finta di niente, nascondere la polvere sotto il tappeto, insistere con il ritornello del “tutto va bene” per salvaguardare non il tanto bistrattato bene comune, ma l’immagine personale di qualche amministratore. La questione non è politica, magari lo fosse: nel caso, tutto rimarrebbe racchiuso entro i confini delle contrapposizioni di parte e dello scontro fra schieramenti. Pur-

troppo riguarda la realtà, e la riguarda in maniera drammatica, sollecitando, senza ulteriori rinvii, interventi mirati e decisi, non propaganda e promesse vuote. Sulle cause dello stato del nostro mare è stato detto tutto ed il contrario di tutto: dagli sversamenti indiscriminati nei fiumi, che inevitabilmente confluiscono in mare, all’inadeguatezza dei depuratori, ai dubbi su cosa i famigerati canali delle acque bianche effettivamente convoglino. L’analisi, però, non risolve il problema. Così come non lo risolvono i comunicati sdegnati, diffusi ad orologeria al manifestarsi di situazioni comunque note e stranote. Il territorio, qualunque territorio è, prima di tutto, patrimonio di chi lo abita. Come tale va difeso, a maggior ragione se proprio dal territorio dipendono in massima parte le fortune o le disgrazie economiche di una comunità. Come è nel caso di Giulianova. Per salvaguardarlo realmente, prima che sia troppo tardi, serve intervenire, subito e con vigore. Direttamente per quanto di competenza dell’amministrazione, con tutti i possibili mezzi di pressione laddove le responsabilità siano di altri, Provincia e Regione in primis. Quella benedetta fascia tricolore, buona per inaugurazioni, commemorazioni e presenzialismi vari la si può indossare anche per qualche altro motivo. Specie se in ballo c’è il futuro turistico di una città.


di Paolo Innocenti

GiuliaViva anno IV n.14

C’è marchese e marchese...

La vicenda è un po’ datata, ma anche a distanza di tempo, qualche ulteriore considerazione la merita comunque. L’occupazione della terrazza del Kursaal (ufficialmente inagibile, peraltro!) da parte di un manipolo di privilegiati per assistere allo spettacolo pirotecnico di chiusura dei festeggiamenti in onore della Madonna del Portosalvo ha ravvivato l’estate con un vespaio di polemiche, che hanno trovato asilo sulla stampa, sui social network, addirittura in consiglio comunale. Con ogni probabilità, tutto sarebbe rimasto entro i confini della semplice figuraccia, non fosse stato per qualche improvvido tentativo di giustificazione, che come spesso succede, ha finito col rendere la pezza peggiore del buco. A partire dall’affrettata dichiarazione del primo cittadino secondo cui, su quella terrazza, non era presente alcun componente della giunta, ma

solo membri del comitato della festa. Ora, a parte che non crediamo che far parte di questo o di altri comitati dia diritto ad accedere ad una struttura inagibile (di cui, va ricordato, il Comune è proprietario e dunque responsabile per interposta Giulianova Patrimonio), è parso ai più che la terrazza Kursaal ospitasse bene in vista niente meno che l’assessore ai lavori pubblici. Impressione avvalorata in seguito da un incontestabile resoconto fotografico, che sulla medesima, accanto all’assessore in questione, ha messo in bella evidenza un folto gruppo di “piccole vedette giuliesi”, compreso un solitario e fortunato esponente dell’informazione. E se è vero che, come affermato in qualche commento sui social network “non sono questi i problemi di Giulianova” (a molti dei quali, va ricordato, proprio a certi privilegiati toccherebbe però fare fronte), ciò non toglie che in un sistema a cui piace autodefinirsi “trasparente” simili comportamenti siano censurabili e del tutto fuori luogo. Questione di opportunità, ma anche di puro e semplice buon gusto.

La vicenda, più squallida che altro, ha inevitabilmente ricordato un film di Mario Monicelli, il celeberrimo “Il marchese del Grillo”, e l’altrettanto famosa frase pronunciata da Alberto Sordi: “Perché io so’ io e voi nun siete un c...”, sintesi mirabile delle ingiustizie di casta nella Roma papalina. Riferimento che calza, ma con una differenza sostanziale. Mentre là il privilegio veniva almeno ostentato con assoluta e coerente spudoratezza, ai piccoli marchesi del Grillo locali è mancato pure questo coraggio. “Ci trovavamo lì per monitorare la situazione” ha provato a giustificarsi qualcuno, sfidando il senso del ridicolo ed offendendo l’intelligenza di chi la frase l’ha espressa, cosa che in fondo poco ci riguarda, ma soprattutto di tutti noi, cui è toccato ascoltarla. E su questo siamo molto meno transigenti

5


6

GiuliaViva anno IV n.14

Parliamone

La stangatina di inizio mandato

di Franco Arboretti

Dopo la stangata di fine mandato su: TARSU, IMU, Addizionale IRPEF, COSAP, Insegne luminose, Parcheggi a pagamento

Come tutti ricordano, l’amministrazione comunale chiuse l’anno finanziario 2013 con quella che definimmo “la stangata di fine mandato”. Ora è di nuovo tempo di decisioni finanziarie e l’ amministrazione (sempre quella) ha inaugurato le scelte per il prossimo bilancio di previsione con una “stangatina di inizio mandato”: TASI al massimo. I proprietari di prima casa pagheranno il 2,5 per mille, l’aliquota massima prevista dal governo. Abbiamo ascoltato o letto una sequela infinita di dichiarazioni da parte del sindaco, dell’assessore al bilancio, di esponenti della maggioranza, tutte tese ad addolcire la pillola: • “ La TASI è una tassa iniqua”. • “Il governo centrale non prevedeva detrazioni”. • “Nessun componente del PD e del suo gruppo consiliare vuole l’applicazione delle aliquote massime su TASI e TARI decise dal governo centrale”.

• “Con le detrazioni abbiamo portato a casa un ottimo risultato, a tutela delle fasce più deboli” Spero sia consentita qualche obiezione: - Ma chi ha voluto la TASI a livello nazionale? Ci risulta che ci fossero anche i loro partiti a sostenere i governi che l’hanno prima introdotta (dopo la presa in giro dell’abolizione dell’IMU sulla prima casa) e poi confermata. Come fanno a chiamarsi fuori e parlare come se fossero all’opposizione in Parlamento? - La legge, in verità, dice che l’aliquota di base della TASI è pari all’1 per mille. Prevede poi per i comuni altre due possibilità: da una parte di elevarla al 2,5 per mille (e, solo per il 2014 e a certe condizioni, fino al 3,3 per mille) e dall’altra di ridurla fino all’azzeramento. Ne consegue che c’era anche la possibilità di non introdurre la TASI nel nostro comune. - La legge, inoltre, prevede le detrazioni sia per l’abitazione principale, sia per i familiari dimoranti: è il comune che ne stabilisce l’entità e i destinatari. Certamente con qualche decina di euro all’anno (questo è quanto è stato deliberato) non si tutelano adegua-

tamente i cittadini colpiti dalla crisi attuale. Affermare il contrario è solo offensiva demagogia. Il nostro comune è in grave sofferenza finanziaria e i nostri amministratori, in genere, ne danno la colpa al governo di turno che taglia i trasferimenti agli enti locali. In parte questo è vero. Ma è solo una parte della verità. Non dicono invece che: 1) Nelle casse del comune non si fanno entrano tutte le spettanze previste dalla legge (si tratta di svariati milioni di euro non chiesti nel corso del tempo ai poteri forti e alle fasce sociali più facoltose). 2) La spesa galoppa da anni senza controllo particolarmente nella gestione dei rifiuti, anche qui si tratta di milioni e milioni di euro. Il Bilancio di un Comune deve essere, però, sempre in pareggio e l’amministrazione, non ponendo rimedio a quanto sopradetto, oltre a vendersi i gioielli di famiglia, aumenta le tasse locali. Vediamo ora cosa accadrà con tutte le altre innumerevoli decisioni che dovranno essere prese con l’approvazione del Bilancio di Previsione 2014. A giudicare dall’abbrivio forse i cittadini devono temere il peggio.


Accade

in Città

Spazi verdi: un bene per tutti

Affacciarsi dal Belvedere, significa riempirsi gli occhi di “bello”; certo, ci sono delle brutture che disturbano la vista ma con un po’ d’immaginazione si “decapitano” alcune costruzioni e ci si appropria dello splendido panorama: il mare sfumato fino all’orizzonte, il porto con le sue barche e la città con le sue tante macchie di verde. Giulianova ha questa fortuna: c’è ancora molto verde anche se il pollice verde non si addice granché agli amministratori di questa città, il taglio di platani e pini e le potature la dicono lunga. Certamente la presenza di molti spazi verdi pubblici richiede una attenta e continua manutenzione ordinaria e straordinaria a cui i ripetuti atti vandalici e, troppo spesso, la cattiva educazione di qualche cittadino non rendono un buon servizio. A tal proposito non sarebbe male far lavorare i vandali affinché sistemino i danni fino al completo risarcimento della comunità! E ... anche comminare multe ai cittadini “distratti” potrebbe rivelarsi utile! In tempi di forti ristrettezze economiche per le amministrazioni locali, ce lo sentiamo ripetere ad ogni minima richiesta, occorre ricercare soluzioni, le più economiche possibili, che consentano di ottenere un effetto piacevole per rendere

parchi e spazi pubblici in genere sempre più presentabili e accoglienti. Significativa a tal riguardo, soprattutto perché a costo zero, l’esperienza ”Parchi e giardini più belli a costo zero” del Servizio Verde- Gestione del Comune di Torino: gli stessi operatori del servizio hanno realizzato giochi e arredi con il materiale di riciclo che avevano a disposizione; quelli realizzati sono presenti in molti spazi pubblici di Torino. Sicuramente molto belli e moderni i giochi sistemati nel nuovo parco progettato e realizzato all’Annunziata ma richiedono una manutenzione che non può essere tralasciata e sono piuttosto costosi; altrettanto belli ma meno dispendiosi potrebbero essere i giochi e gli arredi in plastica riciclata. Giochi e arredi, provenienti dalla raccolta differenziata (bottiglie, flaconi, vaschette, e altro) presentano numerosi vantaggi tra cui quello di non richiedere alcuna manutenzione: non scolorano e non ingialliscono, resistono alle intemperie, non necessitano di ancoraggi e, non ultimo ma di grande rilievo, il fatto che essendo noi stessi a differenziare la plastica e non avendo avuto dopo anni alcun risparmio sulla TARSU almeno sapremmo a cosa è servito il nostro impegno. Ma per tornare ai molti parchi giuliesi, alcuni hanno una notevole frequentazione anche se chi ne fruisce lamenta una cura discontinua di spazi, giochi, panchine e arredi vari, la mancanza di fontanelle, la poca illuminazione notturna che sicuramente favorisce i vandali. I parchi e gli spazi verdi, in genere, sono un luogo privilegiato per l’incontro, la socializzazione, le pratiche del

GiuliaViva anno IV n.14

7

di Irene Lattanzi tempo libero, sono elementi costitutivi della città e possono concorrere a migliorare la coabitazione delle differenze e a creare anche nuove identità di quartiere. Forse sfugge il fatto che un parco giochi o uno spazio verde non sono solo la somma di qualche gioco, qualche attrezzatura e qualche panchina ma un vero e proprio progetto di spazio urbano dedicato a grandi e piccoli. La città che vogliamo è una città attenta ai diritti di tutti, bambini, adulti e anziani; ci aspettiamo che la nuova amministrazione abbia un occhio di riguardo nei confronti dei suoi cittadini e si decida a fare ciò che non è stato fatto per anni: un progetto per la messa a norma e la successiva continua manutenzione di tutti gli spazi verdi, facendo riferimento a quella cultura del progetto che permetta di uscire dalla solita logica dell’emergenza, dell’intervento estemporaneo in prossimità delle elezioni, con esposizione di targhe a memoria ... o del contentino dato tanto per rintuzzare le critiche. I bambini di oggi sono i cittadini di domani: a loro e a tutti i cittadini va dedicata tutta la cura e l’ attenzione affinchè i piccoli diventino un giorno persone consapevoli, gli adulti si sentano cittadini rispettati e gli anziani abbiano il riconoscimento del loro valore nella società. La manutenzione, l’ordine, la pulizia e, soprattutto, la fruibilità non dovrebbero essere cose eccezionali da sventolare come grandi imprese, ma la normale amministrazione di un governo cittadino di buon senso! I giuliesi chiedono che tutte le aree verdi siano offerte alla cittadinanza sicure e in condizione di essere godute. Parchi e degrado non devono più essere un triste binomio.


8 GiuliaViva anno IV n.14

Iniziative

Rimanere senza le parole. Afasia.

di Roberta Dal Pozzo

Promocard Aita 2014

Un trauma cranico, un ictus, un tumore possono danneggiarele “aree del linguaggio” e renderti “afasico”. Chi è colpito da afasia fatica a formulare in parole il propriopensiero e a comprendere il significato delle parole dette o scritte da altri. L’afasia colpisce ogni anno 20.000 italiani.

L’afasia ti può lasciare senza parola A.IT.A. non ti lascia solo.

18 ottobre 2014

7^Giornata Nazionale dell’Afasia www.aitafederazione.it - numero verde 800 912 326

Leggere un libro, un giornale, fare una chiacchierata con un amico, ordinare un caffè al bar (cosa molto usuale per noi italiani), chiedere a tavola “mi passi l’acqua?”. Svolgere queste azioni nel proprio Paese d’origine, nella propria lingua madre, con interlocutori che utilizzano la tua stessa lingua è molto semplice… naturale. E se immaginassimo tutto questo in un contesto sconosciuto, senza potersi appigliare a nulla di noto, costretti a comunicare con una lingua che non conosciamo affatto e costretti a doverla comprendere perché i nostri interlocutori parlano solo attraverso quel codice, cartelli pubblicitari, giornali, televisione, siti internet…. Tutto passa attra-

verso quella lingua sconosciuta! Capire e farsi capire: è impossibile! Questo perché non siamo abbastanza intelligenti? Assolutamente no! Semplicemente, non abbiamo gli strumenti per comunicare. E’ una gabbia che porta all’isolamento, ad essere messi da parte, a non poter esprimere le nostre emozioni, a far persino fatica ad esternare i bisogni primari. Ecco, una persona afasica si sente più o meno così. E vive sensazioni simili sebbene magari si trovi nel proprio Paese, con accanto le persone care e da sempre conosciute. Ma nonostante ogni anno l’AFASIA colpisca (solo in Italia) circa 20 mila persone e nonostante gli afasici italiani siano attualmente circa 150 mila, questo disturbo è praticamente sconosciuto, persino a buona parte del personale sanitario, che spesso fatica nell’indirizzare il paziente a cure adeguate. Non è una malattia, è un disturbo che si acquisisce in conseguenza ad una lesione del cervello, causata da ictus, rotture di aneurisma, trombosi, emorragie, ma anche traumi cranici. Dunque niente predisposizioni genetiche, nessuna ereditarietà. I disturbi afasici assumono forme diverse. In alcune persone, le parole diventano difficili da trovare: a volte non vengono, o vengono al momen-

to sbagliato. In altre, le parole vengono fuori “storpiate”. In altre ancora, le parole sono relativamente semplici da trovare, ma non possono essere messe insieme in frasi grammaticalmente corrette. Vi sono persone in cui è compromessa la capacità di parlare, ed altre in cui è danneggiata la capacità di scrivere; analogamente, in alcuni casi è danneggiata la comprensione delle parole udite, in altri la comprensione delle parole lette. Difficoltà di comprendere e farsi comprendere. La persona afasica ha bisogno di un supporto complesso, che non è solo medico, e deve venire da coloro che hanno con lei un rapporto professionale (medici, neuropsicologi, logopedisti) e dalle persone che fanno parte del suo ambiente (familiari, amici, colleghi, volontari). Lo scambio continuo di informazioni fra tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti nell’assistenza alla persona afasica, è fondamentale. Su sollecitazione di persone afasiche e di loro familiari, è stata costituita nel marzo 1994 l’A.IT.A. (Associazione Italiana Afasici) che nel novembre del 2005 è divenuta A.IT.A. Federazione (Associazioni Italiane Afasici). Il 18 ottobre 2014 si terrà la settima Giornata Nazionale dell’AFASIA. Anche in Abruzzo saranno promosse iniziative dall’A.IT.A Abruzzo, che verranno comunicate nei prossimi giorni. Per ulteriori informazioni visitate il sito www.aitafederazione.it .


Immigrazione

GiuliaViva anno IV n.14

9

Mare Nostrum, con vista dall’interno

di Claudia Marà

Il Ministro degli Interni Angelino Alfano ha di recente avvisato l’Europa che l’operazione Mare Nostrum non festeggerà il secondo anno di vita. Dai vertici dell’Unione, una seppur timida e vaga risposta è giunta a rassicurare il governo della penisola, sfoderando il progetto di una nuova operazione – della quale per ora si conosce solo il nome, Frontex Plus – che andrà a sostituire l’italiana Mare Nostrum. Applausi all’UE per aver dimostrato finalmente di interessarsi alla questione dei massicci arrivi di richiedenti asilo sulle coste italiane. No, aspettate. Due giorni dopo gli stessi vertici UE rettificano, dichiarando che Frontex Plus non sarà come Mare Nostrum. La faccenda allora si fa complessa; cerchiamo di capire perché. L’Operazione Mare Nostrum, portata avanti dalla Marina dell’esercito italiano, nasce nel 2013 per far fronte ai numerosissimi sbarchi di migranti sulle coste dell’Italia meridionale. L’impresa non scaturisce da un ca-

priccio “umanitaristico” del governo italiano ma dall’esigenza di limitare il numero di tragedie che si compiono con cadenza settimanale nelle acque del Mediterraneo, di cui il massacro del 3 ottobre scorso (in cui persero la vita 366 migranti) rappresenta l’esempio più triste e più mediatizzato. Nel concreto, le pattuglie della Marina avvistano, recuperano e portano in salvo coloro che viaggiano, in condizioni al limite dell’umano, sulle cosiddette “carrette del mare”, per poi affidare i migranti alle strutture adibite alla prima accoglienza nei luoghi degli sbarchi. Negli ultimi mesi, l’incremento continuo di arrivi ha costretto il governo a redistribuire i migranti appena giunti anche in altre regioni italiane che disponessero di infrastrutture adeguate ad accoglierli. E’ in uno di questi centri dell’Emilia Romagna che ho avuto la possibilità di vivere Mare Nostrum dal di dentro, come operatrice a stretto contatto con i richiedenti asilo. Due impressioni su tutte: da un lato, il continuo arrancare delle autorità e delle cooperative chiamate a gestire la situazione, nonostante dosi importanti di impegno e determinazione da entrambe le parti; dall’altro - e forse l’elemento

più significativo - la dichiarata volontà della stragrande maggioranza dei migranti di muoversi altrove, verso paesi del Nord Europa, nei quali molti hanno contatti e/o familiari già inseriti. Tuttavia, la legislazione europea non permette a un migrante di presentare la domanda di asilo in un paese diverso da quello di primo approdo. Questa norma, in gergo chiamata Regolamento di Dublino, rispecchia un tratto – ahimè – saliente dell’Unione: la mancanza di una volontà politica forte che sostenga e si batta per una redistribuzione fattuale dei richiedenti asilo tra i Paesi Membri, ma che piuttosto sceglie di non vedere l’immane onere che grava sui paesi di confine come l’Italia, la Grecia e la Spagna. Di questo compito l’Italia si è fatta carico implementando Mare Nostrum, ma cosa ne sarà a operazione conclusa delle centinaia di migliaia di individui che tentano la sorte nel Mediterraneo? Nel passaggio di consegna, Frontex (agenzia simil-militare privata assoldata dall’Europa per tenere ordine ai confini del continente) dovrà fronteggiare un enigma non di poco conto: scegliere se anteporre il salvataggio di vite umane alla “necessità” di costruire muri invisibili sul perimetro dell’Unione per garantire un concetto di sicurezza del tutto discutibile. Aspetteremo con (disincantata) ansia e ne riparleremo in queste pagine.

s.r.l.


10

GiuliaViva anno IV n.14

Pianeta scuola

Oltre l’alfabeto

Quando a scuola le fanciulle imparavano soprattutto a fare “la calzetta” di Donatella Stacchiotti

L’articolo che segue è un frammento di una ricerca di più ampio respiro della d.ssa Donatella Stacchiotti che sarà oggetto di un volume di prossima pubblicazione sulla storia della scuola primaria a Giulianova nel XIX secolo, edito dalla casa editrice Ricerche&Redazioni di Teramo. Nel Regno di Napoli nel 1816 all’indomani del ritorno dei Borbone l’istruzione pubblica, organizzata nel decennio napoleonico, presentava nelle linee generali un quadro positivo: oltre alla presenza di cinque licei, otto collegi, una scuola normale per l’insegnamento e quindici istituti di istruzione media, erano state avviate circa tremila scuole primarie finalizzate all’istruzione dei fanciulli e delle fanciulle. A Giulianova la scuola femminile, dopo la rinuncia della maestra Palma De Dominicis avvenuta nel 1816, viene affidata dal vescovo Francesco Antonio Nanni, nell’aprile dell’anno seguente, alla trentaquattrenne Flavia De Maulo; la maestra il primo maggio inizia la sua attività nella propria abitazione, ubicata nel rione San Francesco, com’era uso all’epoca nonostante diverse prescrizioni legislative imponessero ai Comuni di trovare locali adeguati e di sostenerne gli oneri economici. Flavia De Maulo era figlia dell’agrimensore Liborio e sorella di Flaviano, sindaco di Giulianova dal 1829 al 1831. L’attività della De Maulo, fortemente

sostenuta dal vescovado aprutino nonostante i numerosi accertamenti sulla sua idoneità, il decurionato la riteneva infatti: “inalfabeta e ignara della numerica”, si protrasse per oltre trent’anni. Nella ricostruzione di una carriera scolastica tanto lunga come quello della De Maulo, si rintracciano numerose situazioni che offrono uno spunto di riflessione su uno spaccato sociale in piena trasformazione. Nel 1818, ad esempio, durante una visita dell’ispettore distrettuale accompagnato dall’arciprete Andrea Castorani in veste di delegato circondariale, la classe della maestra De Maulo risultava frequentata da circa 20 alunne di cui solo due sapevano leggere, due sillabare mentre tutte le altre erano avviate alle arti donnesche ossia sapevano: tessere, cucire, fare la calza, ricamare. Questo non deve stupire perché al di là delle capacità professionali dell’insegnate, non rari erano i casi in cui all’esame di idoneità si leggeva che le maestre: “ignoravano il leggere e lo scrivere”, molto spesso erano gli stessi genitori che chiedevano alle istitutrici che le loro figlie, piuttosto che imparare a leggere e scrivere, venissero avviate a quello che maggiormente po-

teva essere d’utilità nella quotidianità di una futura vita coniugale. Pensiamo anche all’usanza che si andava diffondendo anche tra i ceti meno agiati, di assegnare un corredo da parte delle famiglie alle proprie figlie. Inoltre anche dall’analisi degli stati mensili delle scuole, che riassumevano i dati personali degli alunni e il loro rendimento scolastico, nelle abilità acquisite al di là di qualche sporadica capacità di sillabare e leggere predominano il saper fare la “calzetta” e la conoscenza della dottrina cristiana. L’avversione per l’istruzione femminile, piuttosto diffusa nell’opinione pubblica oltre che nelle politiche scolastiche durerà a lungo tanto che alle porte dell’Unità verranno emanate note ministeriali che sottolineavano come fosse ancora radicato fortemente: “il pregiudizio di vietare alle fanciulle di apprendere il leggere e lo scrivere e quindi l’aritmetica tanto utile all’economia domestica e rurale”.


Dove Cosa Quando

GiuliaViva anno IV n.14

Prime visioni

Zero, la mia storia The Railway Man

Oriente 1942, Singapore. I soldati britannici prigionieri sono costretti a lavorare come schiavi (insieme ai nativi) per costruire la ferrovia tra Rangoon e Bangkok. Sarà la Ferrovia della morte, sia per le pazzesche condizioni di lavoro, sia perché vi perirono in massa. Le due vie del destino nasce dal romanzo autobiografico scritto da Eric Lomax (un best seller internazionale). Colin Firth lo interpreta in maniera magistrale. Un film di Jonathan Teplitzky. Con Colin Firth, Nicole Kidman, Jeremy Irvine, Stellan Skarsgård, Sam Reid. In programmazione da giovedì 11 settembre

Concerti mostre ed eventi A Giulianova premio Imprenditoria Rosa d’Abruzzo

EMERGENZE MEDITERRANEE 4a edizione La rassegna di culture, arti e linguaggi organizzata dalla Sezione Italiana dell’Istituto Internazionale del Teatro del Mediterraneo toccherà 13 comuni. Sabato 27 Settembre, Nereto. Ore 18.00, Sala Salvador Allende - Domenica 28 Settembre, Bisenti. Ore 18.00, Cinema Teatro in Via delle Piscine Israele e Palestina: il confine armato Incontro con Umberto De Giovannangeli, giornalista, analista della rivista «Limes», esperto di Medio Oriente

I° Concorso di fumetto ‘Il Vaso di Pandora’

Il concorso “Il vaso di Pandora” promosso dall’Artemia Edizioni di Mosciano S. Angelo (TE), vuole offrire l’opportunità di confrontarsi con un progetto editoriale professionale e strutturato. Attraverso la ricerca di nuovi codici di rappresentazione grafica della narrazione per immagini. Bando di concorso e info su www.artemiaedizioni.it

11

A Giulianova la mostra d’arte Contemporanea “Stanze” Sino al 14 settembre 2014, presso Palazzo Re di Giulianova la mostra d’arte contemporanea “Stanze”, a cura di Umberto Palestini. 12 gli artisti chiamati presentare i propri lavori secondo una logica di fusione estetica con l’ambiente degli interni affrescati e ammobiliati in stile liberty dell’edificio.

Titolo: Zero, la mia storia Autore: Jimi Hendrix Casa ed: Stile libero Extra, pp 264, 22 € I

ll sogno estremo della psichedelia. Il senso erratico, visionario della musica. Per la prima volta la storia di Jimi Hendrix come lui solo poteva raccontarla. Il piú grande chitarrista di tutti i tempi. Una parabola artistica folgorante durata appena quattro anni. Il cui mito continua a rifulgere. Sul genio artistico di Jimi Hendrix moltissimo è stato scritto e detto. Mancava però la sua versione. Ed eccola in questo libro. Jimi Hendrix ha lasciato una quantità di scritti: cartoline, lettere, appunti, interviste, testi di canzoni e poi diari, poesie e discorsi on stage. Zero ripropone questi materiali in forma cronologica e narrativa. Restituendoci uno struggente autoritratto, il racconto di una vita breve e sulfurea che ha cambiato la musica per sempre.

Pubblica utilità Farmacie di turno 13/14 settembre Farmacia DelVomano 15/21 settembre Farmacia Marcelli 22/28 settembre Farmacia Ielo Guardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362 Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201 Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366 118 085.8020442 / 085.8020373 Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733 Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816 Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)


12

GiuliaViva anno IV n.14

Primo e Secondo

Libero vino in libera mente

Oggi più che mai sta crescendo l’attenzione per l’abbinamento cibo/vino, grazie alla buona opera di operatori del settore, mezzi di comunicazione e dell’Ais (associazione italiana sommelier) che per mezzo dei suoi corsi ha educato i palati di molti di noi. Noto però che spesso i consigli di abbinamento vengono vissuti come dei dogmi: “Mai il rosso con il pesce”, “Mai un rosato prima di un vino bianco” etc etc. Partendo dal presupposto che il vino deve essere prima di tutto gioia e piacere sono convinto che si debba essere un po’ più elastici nell’abbinare un vino con un cibo. Spesso si beve o si ordina un vino a ristorante in base non a quello che si mangia ma in base allo stato d’animo che si vive in quel momento, a volte si ha voglia di un bianco facile non impegnativo perché magari abbiamo fretta oppure dobbiamo festeggiare qualche occasione particolare ed ecco una bottiglia di bollicine. Spesso ci lasciamo condizionare dalle stagioni, con l’inverno magari ci viene voglia di un buon rosso anche se stiamo mangiando pesce. Ogni giorno durante il mio lavoro in sala mi trovo ad abbinare il vino più agli stati d’animo dei miei clienti che ai piatti che loro scelgono, quindi partendo da una formazione Ais un po’ dogmatica sono

di Paolo Di Gregorio

arrivato un concetto di abbinamento libero, che non vuol dire abbinamento a casaccio. Ovviamente con la cucina che proponiamo a base di pesce , gli abbinamenti più corretti sono quelli con i vini bianchi fermi o frizzanti, però sempre più spesso mi trovo ad abbinare vini rosati o rossi con i nostri piatti ed in questo caso devono essere seguite alcune semplici linee guida per non sovrastare totalmente il sapore del pesce. Evitare di servire vini rossi troppo caldi, sopra i 18° in nessun caso ma se lo stiamo bevendo con del pesce direi nemmeno sopra i 16°, personalmente abbasso ancora un po’ di qualche grado. Evitare di servire vini rossi troppo tannici e scegliere rossi più eleganti, gio-

vani con un bouquet aromatico che viri più sul frutto quindi un’ottima soluzione sarebbe il pinot nero, alternative? Barbera d’asti non invecchiata, nebbiolo sempre nelle versioni giovani, nerello mascalese dell’Etna o frappato . Se proprio vogliamo scegliere un vino locale eviterei di orientarmi su un Montepulciano classico ed andrei più sugli splendidi cerasuoli che questo nostro vitigno ci offre, vino versatile e grazie alle varie interpretazioni dei nostri produttori dai più chiari ai più marcati come colore può essere veramente un passpartout a tutto pasto e per tante tipologie di preparazione. La ricetta che vi proponiamo è un filetto di rombo ai funghi con crema di patate e zafferano, sbizzarritevi con l’abbinamento.

Romboaifunghiporciniconcremadipatateezafferano Ingredienti per 4 persone 4 filetti di rombo di 150 grammi - 300 grammi di funghi porcini freschi 1 spicchio d’aglio - Olio extravergine di oliva - 4 Patate - Zafferano Prendete i funghi meno belli tagliateli a dadi e fateli appassire in poco olio con mezzo spicchio d’aglio, bagnate con il brodo e portate a cottura in modo che si possano passare al frullatore fino ad ottenere una crema. Tagliate i funghi rimasti in belle fatte e saltateli in padella con poco olio e il rimanente aglio tenendoli al dente. Per la crema di patate, sbucciatele e tagliatela a cubetti. Cuocetele in acqua leggermente salata finche saranno morbide, scolatele tenendo da parte l’acqua di cottura. Frullatele ed emulsionate con l’olio evo aggiungendo alcuni pistilli di zafferano precedentemente stemperati in acqua, aggiustate di sale e pepe. In una padella antiaderente fare cuocere con un cucchiaio d’olio i filetti di rombo 2 minuti per parte e conditeli con un pizzico di sale. Scaldate le salse e disponetele con un cucchiaio al centro del piatto, allargatele un poco e disponetevi sopra il rombo. Ultimate il piatto con i funghi al dente.


A tutto sport

GiuliaViva anno IV n.14

13

Giulianova Calcio, partenza col botto!

di Daniele Adriani

Una tormentata estate a livello societario, ha visto il ricomporsi della precedente gestione, con l’ingresso anche di nuovi imprenditori, rafforzando così la potenzialità economica. Tutto sembrava essersi rimesso in ordine, ma a 2 giorni dall’inizio del campionato, l’allenatore De Feudis, ha avuto divergenze con il Presidente Mattucci, determinando così la rinuncia del mister a proseguire nell’incarico. I punti non condivisi vertono sul calcio-mercato, poiché la società proponeva l’ingaggio di alcuni calciatori (con possibili ritorni, quali Del Grosso e Berretti), con la necessità di dover rivedere le posizioni di alcuni già in rosa. Punti di vista che neanche la mediazione di altri dirigenti, ha consentito di ripianare, così alla prima di campionato il Giulianova si è presentato con il duo Ettorre-Tortorici, che avevano seguito la preparazione come vice di De Feudis. Sembrava un destino segnato quello dei giuliesi all’esordio in campionato, poiché di fronte arrivava un team collaudato, e forse anche con ambizione di primato, quale era quello della Recanatese. In realtà in campo si è visto l’opposto, cioè la squadra di casa che molto motivata e

con un buon assetto in campo ha lasciato ben poco agli avversari, che sono andati in vantaggio su una distrazione di uno degli under (con meno esperienza ovviamente). Il Giulianova ha saputo reagire e portarsi in vantaggio a pochi minuti dalla fine su calcio di rigore, giustamente accordato. Morale alle stelle e forse anche un importante biglietto da visita per chi dovrà arrivare, sia come allenatore, sia come calciatore, perché a dire il vero alcuni reparti vanno completati. Il dilemma è stato se continuare con gli allenatori della prima giornata, oppure cercare di convincere Giorgini (o qualcun altro) a sedersi sulla panchina giuliese. Dopo una riunione societaria, la scelta sembrava essere caduta su Alfonso Pepe, allenatore di buona esperienza, conosciuto dai collaboratori di Mattucci, in quanto ex allenatore del Bellaria, ma l’accordo è saltato in extremis, quindi il nodo è ancora da sciogliere. L’altro aspetto del mondo del calcio, che è poi l’anima vera, senza la quale non ha senso parlare di questo sport, è quello relativo alla tifoseria. Le vicissitudini estive, sommate al finale deludente della scorsa stagione e comunque la non ancora “pax” societaria, rende l’ambiente sempre più disilluso. E’ ovvio che ognuno dovrebbe trovare gli stimoli a prescindere da

Su wwww.giuliaviva.it le azioni salienti della partita di esordio con la Recanatese e le interviste con i protagonisti come vanno le cose, però è anche vero che per riaccendere entusiasmo serve la combinazione magica di risultati positivi e gestione oculata. In quest’ottica va perseguita la riunificazione delle varie anime del calcio giuliese e di possibili accordi se ne sono sentiti parecchi, ma all’atto pratico sono ancora in divenire. Una nuova puntata, non certo ben gestita dall’Amministrazione Comunale, riguarda il bando della gestione del campo Castrum. Il Città di Giulianova pensava di aver presentato l’unica domanda entro i termini del bando, ma così non è stato, in quanto anche Calcio Giulianova ha voluto partecipare alla gara e sembra che la decisione dell’Amministrazione cada proprio in favore di quest’ultimi. Non vorremmo si ripercorra la diatriba della scorsa stagione, quindi, ancora una volta, sarebbe opportuno che piuttosto che una sfilza di comunicati, ci fosse il sano dialogo e si gettassero le basi per una collaborazione volta alla crescita di tutti i soggetti che vogliono fare (bene) calcio a Giulianova.


14

GiuliaViva anno IV n.14

Sprechi

Gentile redazione, durante l’estate ho letto gli appelli del sindaco a consumare meno acqua, visto che anche quest’anno spesso è mancata o ce n’era poca. Sono d’accordo che l’acqua non si deve sprecare, ma credo che questo deve valere anche per le fontane pubbliche. Quella che sta in via XXIV Maggio ha il rubinetto rotto da tempo e butta acqua di continuo, giorno e notte. Non è uno spreco anche questo? R. C.

ditelo@giuliaviva.it Misero spettacolo

Era appena passata la processione in onore della SS. Madonna del Portosalvo, che prontamente compariva, sul lato ovest del Corso della Spiaggia, una profumata porchetta, mentre a qualche metro faceva mostra di sè un bel mucchietto di porcherie di ben altro odore! Quei sacchi di spazzatura, VISTI e SCANSATI, sono rimasti lì TUTTO IL PERIODO della festa della Madonna, accanto a bar, gelaterie, panchine e verde (anche se mal curato ! ). Così fra luci, colori, musica e preghiere i cittadini e i turisti hanno “ammirato” e annusato anche la PUZZA, in piena estate.. Eppure, sulla Pineta ci sono uffici vari e gente che dovrebbero preoccuparsi, in prima persona, del decoro di Giulianova. La festa era stata organizzata con tanta devozione, tanta cura e tanto lavoro: che peccato quel MISERO SPETTACOLO durato giorni e giorni! Lettera firmata

Discarica di via Muracche

Vi invio queste due immagini della discarica di via Muracche a Giulianova, quella col bidone chiuso e stata ripresa domenica, 17 agosto, e quella col bidone aperto oggi lunedi 18 agosto 2014, quello schifo è li da una ventina di giorni,come si puo vedere dal bidone aperto e pulito, questa mattina sono passati, ma hanno vuotato solo il bidoF . R. ne.

Per tempo

Il vero motivo Ho un dubbio che spero qualcuno possa togliermi. Ma non è che il Comune ci ha autorizzato tutti questi mercatini estivi solo per incassare un bel po’ di soldi con la tassa sul suolo pubblico. Io credo che sia così, e che le manifestazioni e gli aiuti al commercio non c’entrino proprio niente. A. M

La foto che vi invio è del marciapiede di via XXIV Maggio, che ad ogni pioggia perde qualche pezzo in più. Ha cominciato una mattonella, poi un’altra e adesso il danno si sta allargando ogni giorno. Di questo passo fra qualche tempo sarà da rifare l’intero marciapiede. Non è meglio intervenire prima che sia troppo tardi? B. A.


Il caso “Gavioli” La vicenda del palazzo (o meglio dello scheletro di palazzo) che da alcuni anni incombe sul profilo liberty del Kursaal è una vicenda simbolo che racconta una storia di cattiva gestione del territorio e di incuranza verso la bellezza di Giulianova. Ma disegna anche un iter tristemente noto in questi ultimi decenni: in assenza di una corretta azione amministrativa è dovuta intervenire la supplenza giudiziaria attraverso una azione che entrerà nel vivo il prossimo 18 settembre con la prima udienza dibattimentale del processo penale per illegittimità urbanistiche pendente davanti al Tribunale di Teramo. Sappiamo bene che tutto ciò era evitabile, bastava rispettare le norme tecniche del PRG del ’94 che contengono vincoli precisi per quanto riguarda la distanza dal Kursaal e dal Condominio Tritone (sono circa 17 metri sia verso sud che verso nord: praticamente edificazione quasi impossibile) e per quanto riguarda l’allineamento sul fronte strada del costruendo edificio (esso dovrebbe essere arretrato rispetto alla facciata del Kursaal). Ma evidentemente sindaco, giunta e maggioranza la pensavano diversamente visto che hanno bocciato per ben due volte le iniziative del consigliere Franco Arboretti il quale già nel 2010 e poi nel 2011 chiedeva – prima con un ordine del giorno e poi con una mozione - di ripristinare, in autotutela, il rispetto delle regole e delle norme vigenti per riportare il tutto nell’ambito della legalità, a tutela del Bene Culturale KURSAAL. Negli ultimi giorni però, a sorpresa, il Comune ci ripensa ed annuncia che “si costituirà parte civile nel processo Gavioli”: una decisione eccentrica rispetto alle posizioni sino ad oggi sostenute, un caso interessante.


AGENZIA IMMOBILIARE DE ASCENTIIS

C.so Garibaldi 71/73 – Giulianova Alta (TE) Tel. e Fax. 085.8005736 - 338.8213188 - 347.3612374

VENDE GIULIANOVA – Via Nazario Sauro

A pochi passi dal mare, in pieno centro, prestigiose Residenze in fase di costruzione con ampi terrazzi, posti auto, garage e cantine. Possibilità di personalizzare gli interni con ampia scelta di materiali. Prenota il tuo appartamento in centro!!!! Classe Energetica A

NESSUNA PROVVIGIONE A CARICO DEGLI ACQUIRENTI


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.