GiuliaViva anno IV n.1 del 11 gennaio 2014

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Anno IV numero 1 dell’ 11 gennaio 2014 (61) GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

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Ci raccontano che per gli argini sicuri del Salinello e del Tordino occorrano, assurdamente degli anni; per il libero scorrimento dei fiumi pure?


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Istantanee giuliesi Intervenire prima che sia troppo tardi

Sullo stato degli argini di Tordino e Salinello molto è stato detto ed altrettanto promesso, nulla sin’ora si è visto. Speriamo almeno che i tardivi lavori di messa in sicurezza annunciati per la prossima primavera siano effettuati veramente. C’è una situazione, però, sulla quale nessuno apre bocca, ma che non può attendere oltre un intervento tanto urgente quanto necessario. L’ammasso di tronchi, arbusti e radici incastrati nelle arcate del ponte stradale che valica il

Salinello ha raggiunto da tempo dimensioni preoccupanti. Il rischio è che ulteriori apporti di detriti trascinati dalle piene del fiume, finiscano col creare un pericolosissimo “effetto diga”, con l’intrico dei rami a bloccare il deflusso dell’acqua. In analoghe, recenti situazioni (è accaduto in Versilia, Liguria, Piemonte ed anche nella provincia di Teramo) esondazioni, allagamenti fino al crollo dei ponti sono stati le drammatiche conseguenze. Senza essere catastrofisti, crediamo non sia il caso di rischiare.

Meglio tardi che mai

Giovani voci

In linea con i consueti ritardi che hanno reso universalmente famosa l’inaffidabilità delle ferrovie italiane (che pure in questo caso non c’entrano nulla), anche i due vagoni del “Chico Mendes” si avvicinano alla prevista destinazione finale: la rottamazione. In attesa degli annunciati interventi, primo fra tutti il ripristino della piattaforma per il basket, il parco riacquista almeno in parte il dovuto decoro. Un risultato comunque apprezzabile.

Organizzata dal comitato di quartiere dell’Annunziata con la collaborazione di Francesco Negro, si è svolta lo scorso 6 gennaio, di fronte ad una nutrita platea, la serata finale del primo “Festival Giuliese delle Giovani Voci”. Al primo posto della sezione junior si è classificato Simone Peracchia davanti a Luca Raponi, mentre la sezione senior ha visto la vittoria di Giorgia Verona davanti a Lorenza Mastrilli.

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Smemoranda

È diventata ormai un’abitudine, quella del consigliere Antelli, di tuonare contro chi avrebbe “affossato” il piano integrato di via Cupa, ed in particolare contro il gruppo consiliare de “Il Cittadino Governante” i cui emendamenti a tutela dei pubblici interessi avrebbero reso meno appetibile l’intervento dei privati. Preso dalla foga, Antelli dimentica però, o perlomeno finge di dimenticare, di aver sempre votato contro il piano, sia nella sua stesura originaria, sia in quella integrata dagli emendamenti. E se facesse una buona volta pace con se stesso?

Il sospetto Segna il passo l’attività dei comitati di quartiere, fra il quorum non raggiunto nell’assemblea delle “Frazioni” e l’impossibilità di rieleggere quello del “Paese” per la mancanza delle necessarie candidature. Partita in tromba, l’esperienza comunque positiva dei comitati sta, con le dovute eccezioni, lentamente arenandosi. Che sia l’influenza negativa di chi dall’alto vorrebbe orientarli a proprio piacimento?


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Fatti...

Una città senza barriere (2a parte) di Raffaele Di Marcello Torniamo a parlare di barriere architettoniche nella nostra città. Nel precedente numero di GiuliaViva avevamo elencato le norme che dovrebbero permettere a tutti i cittadini di accedere, senza difficoltà, almeno negli edifici pubblici o aperti al pubblico, e di potersi muovere senza grandi problemi nelle vie e nelle piazze cittadine. Ebbene non sempre è così, la nostra città è carente, ad esempio, per quanto riguarda i percorsi per non vedenti, in quanto mancano completamente i percorsi tattili ed i semafori con segnalatore acustico. Sono solo un paio, nonostante l’articolo 6 del D.P.R. 503/1996 preveda che “gli impianti semaforici, di nuova installazione o di sostituzione, devono essere dotati di avvisatori acustici che segnalano il tempo di via libera anche a non vedenti e, ove necessario, di comandi manuali accessibili per consentire tempi sufficienti per l’attraversamento da parte di persone che si muovono lentamente”. Carenze anche per quanto riguarda il superamento delle barriere architettoniche: la scuola dell’infanzia di Bivio Bellocchio, ad esempio, non ha un ascensore che colleghi i due piani dell’edificio, ed un alunno disabile dovrebbe essere

portato in braccio per raggiungere la mensa che si trova al piano superiore. Lo stesso accade anche nella stazione ferroviaria, dove l’ascensore è assente e un disabile in carrozzina, ma anche un anziano con difficoltà motorie, deve attraversare i binari con il consenso della Polizia Ferroviaria, con tutti i rischi che ciò comporta. Ma anche quando gli edifici sono dotati di elevatori, ascensori o montascale, e di rampe che permettano di superare i dislivelli, accade spesso che le rampe non abbiamo la corretta pendenza (che dovrebbe essere di massimo l’8%), o che gli elementi meccanici non funzionino. Un caso particolare è quello della ristrutturata Biblioteca Comunale. Non tutti sanno che l’edificio è stato dotato di un moderno ascensore, il cui accesso, però, è possibile non dall’ingresso principale su Corso Garibaldi, ma dalla stretta e pericolosa via Bindi, attraverso

una rampa nascosta da un portone. Il disabile che volesse accedere alla Biblioteca dovrebbe inoltrarsi nella via, priva di marciapiede e molto stretta; suonare il campanello; rimanere in attesa ai bordi della via (che è in discesa e quindi immaginate la difficoltà per una carrozzina), e aspettare che qualcuno scenda ad aprire il portone (che tra l’altro si apre verso l’esterno) per consentire l’accesso alla rampa. Sarebbe bastato prevedere un sistema automatico di apertura o spostare la porta di qualche metro verso l’interno per evitare pericoli a chi volesse avventurarsi in una Biblioteca che, tra l’altro, anche negli spazi interni non è proprio a misura di diversamente abile. Ma a parte questi ed altri casi eclatanti l’intera città non è pensata per essere accessibile. Diversi i casi in cui gli attraversamenti pedonali presentano uno scivolo su di un lato e un gradino sull’altro, a volte le rampe, come nel tratto sud di via Gramsci, mancano totalmente; il lungomare storico lato est ha delle minuscole rampe con pendenza eccessiva che sfociano direttamente sulla pista ciclabile, e anche quando le rampe ci sono spesso sono difficilmente praticabili. Insomma se è vero che la disabilità non è contagiosa, l’ignoranza, al contrario, si diffonde terribilmente.


... in primo piano

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Le insidie del “copia e incolla” di Paolo Innocenti Forse è stata la fretta, da sempre cattiva consigliera. Forse l’imminenza dell’ultimo termine utile per il sindaco per giocarsi la carta della candidatura regionale. O forse, più semplicemente, solo le insidie del copia e incolla. Certo è che il recente bombardamento mediatico a mezzo bolletta della Julia Servizi (per la seconda volta in due anni inopportuno veicolo della propaganda di Palazzo, ndr) ha finito tristemente col rivoltarsi contro i propri autori. Non sappiamo quanti giuliesi abbiano avuto la buona volontà di dedicare alla lettura del nuovo depliant qualcosa più di un’occhiata frettolosa, né tanto meno quanti siano coloro che abbiano conservato il precedente “pieghevole”, quello che non più tardi di un anno fa magnificava i risultati dei primi 40 mesi dell’amministrazione Mastromauro. Immaginiamo però che l’impressione che ha colpito quanti abbiano avuto tempo e voglia di avventurarsi nell’impresa, sia stata, fin dalle prime righe, quella del deja vu, della replica, della stucchevole ripetizione. Un copia e incolla, insomma, neppure troppo attento, o, più probabilmente, volutamente fuorviante, volto a promuovere l’immagine ingannevole di un’amministrazione attiva, attenta ad ogni settore, oltreché immune da qualsiasi errore o fallimento. Qualche esempio? Le “Energie alter-

native”, prive nel 2013 di qualunque risultato, cui viene attribuita quella realizzazione dei quattro distributori dell’acqua, nel 2012 inserita alla voce “Ambiente”. O lo “Sport”, che, in mancanza d’altro, eredita interventi in precedenza appannaggio dei “Lavori pubblici”. O ancora l’ambiente, dove a fronte della condizione deficitaria dell’igiene cittadina si registra una sola novità: l’ormai datato riconoscimento di “Comune riciclone 2012”. O, infine, la “realizzazione della spiaggia libera per cani”, in passato vanto dell’amministrazione, ma misteriosamente scomparsa dal resoconto 2013: forse dimenticanza dettata dalla fretta e dalla distrazione o, più probabilmente, omissione assolutamente voluta di un’esperienza fallimentare fatta di liti, teatrini poco seri ed imbarazzanti dietrofront. L’elenco potrebbe andare avanti, senza però cambiare la sostanza dell’ennesima operazione mediatica, spregiudicata e un po’ furbetta, messa in scena confidando magari nella poca memoria dei destinatari. Una pantomima ingannevole, nella quale troppi vecchiumi vengono spacciati per novità, mentre ciò che è imbarazzante molto opportunamente scompare. Maldestro tentativo di autocelebrazione, il resoconto delle attività della giunta al suo 54mo mese di vita riesce paradossalmente a centrare l’obiettivo opposto: certificare in via ufficiale

ed incontestabile come l’ultimo anno abbondante dell’amministrazione Mastromauro sia scivolato via fra chiacchiere a bizzeffe e molti pochi fatti. Il tutto goffamente occultato dietro la colossale panzana del “programma già completato”, giustificazione preventiva di un possibile abbandono prematuro da parte del sindaco, affidata alle magie di un copia e incolla fatto in casa e certificato dal timbro dell’assessorato all’attuazione del programma. Un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono.


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Accade in città

Viaggio nella Sanità Diciott’anni passati inutilmente

di Maurizio Medori

Correva l’anno 1996. Al presidio ospedaliero di Giulianova era stato appena assegnato il personale previsto dalla pianta organica aggiornata dal nuovo Piano Sanitario Regionale e così scrivevo all’epoca, in qualità di primario chirurgo, in una lettera aperta al direttore generale della ULS di Teramo RIFLESSIONI NATALIZIE (Babbo Natale o Befana) Da molti anni avevo smesso di credere all’esistenza di un Babbo Natale; era stata un’immagine che aveva portato felicità alla mia infanzia, così come avviene oggi per chi ha quell’età; era un Babbo Natale equanime, giusto, che distribuiva quanto in suo possesso secondo i bisogni, mai tradendo le aspettative legittime; il suo intervento gratificante era una certezza, non operava distinzioni tra “buoni” e “cattivi”. Avevo smesso di credere anche nella Befana, figura più misteriosa, meno accattivante nell’incertezza del suo intervento, gratificante o punitivo a seconda di un giudizio personale, peraltro imperscrutabile. In questo scorcio del ’96 ho dovuto ricredermi: quelle mitiche figure esistono ancora! Esistono nella Sua persona, signor Direttore! Devo infatti rilevare, con sincero rammarico, come Lei, nell’ assegnare il nuovo personale derivante dalla pianta organica di recente aggiornata dal Piano Sanitario Regionale, si sia in effetti comportato come Babbo Natale solo nei confronti di alcune unità operative, distribuendo medici ed infermieri, e come una Befana dei “cattivi” nei confronti di altri,

negando più che legittime aspettative che datavano da anni e più volte rappresentate per sanare situazioni di carenza ormai insostenibili, degradate a tal punto da compromettere seriamente le possibilità di assistenza. È evidente che il sottoscritto, e per lui la divisione di chirurgia generale che dirige, è stato giudicato tra i“cattivi”, anzi tra i“più cattivi”. Mi successe, una volta, di trovare del carbone e delle mandorle aprendo la calza della Befana: mi rammaricai, ma dovetti accettare, consolandomi con il fatto che, almeno, avrei potuto assaporare qualcosa di gradevole. Oggi ho trovato solo carbone: me ne rammarico di nuovo, ma chiedo spiegazioni. Le chiedo in particolare come giustifica che presso la Divisione di chirurgia generale del Presidio Ospedaliero di Giulianova si debba osservare un rapporto medici/ pazienti di 1 a 7, mentre presso altre strutture dall’analogo tipo di lavoro, tale rapporto debba essere di 1 a 4. Ancora di più: perchè presso divisioni

specialistiche, che notoriamente svolgono un tipo di lavoro meno oneroso, il suddetto rapporto va addirittura quasi ad 1 medico per ogni 2 pazienti? Credo di avere il diritto di porre i quesiti sopra esposti, sia come operatore di una struttura ad alta intensità di lavoro, come una Divisione di Chirurgia generale di un Ospedale periferico come il nostro, sia come cittadino. Aggiungo un consiglio: se non vuole o non può essere un Babbo Natale per tutti (e penso che nella Sua veste istituzionale non possa e non debba diventarlo), scelga pure la veste della Befana, ma, nel rilevare “i buoni” e “i cattivi”, dia almeno spiegazioni: siamo adulti, ormai! Nell’attesa dell’Epifania, che è la festa del“mostrarsi”,“del rivelarsi”, La saluto distintamente. Giulianova, 24/12/1996 Maurizio Medori, Primario chirurgo del Presidio Ospedaliero di Giulianova

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Voci dai Quartieri

GiuliaViva anno III1 n.26 GiuliaViva anno IV n.

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Occorre una magia, oppure, mettiamoci di Andrea Palandrani qualche pietra sopra In prossimità della fine del mandato elettorale, Villa Volpe e Colleranesco aspettano speranzose il compimento del castello di promesse della giunta Mastromauro. Villa Volpe attende la messa in sicurezza del tratto della Statale 80 con rifacimento della raccolta delle acque e la realizzazione di uno spazio ricreativo di quartiere e dei marciapiedi. Tali opere pubbliche per un valore di 250 mila euro sarebbero state realizzate, a detta dell’elenco annuale dei lavori della maggioranza, nel 2012! Nonostante le aspettative legate al fatto di avere un vicesindaco ed un consigliere della frazione, neppure Colleranesco può gioire se non per il primato di apparizioni del sindaco: ora per scoprire una targa, ora in processione, ora per inaugurare un giardinetto dirimpetto alla nazionale, infine per intitolare un centro anziani realizzato però dal centro destra. Ma tutti sono con il fiato sospeso e con il naso all’insù per la serie di magie conclusive citate nel programma Mastromauro: “parchi fluviali lungo i fiumi Tordino e Salinello con percorsi pedonali, ciclabili e ippici”, “l’istituzione di un vigile di quartiere” e del “difensore civico”, la realizzazione della “stazione ferrovia a Colleranesco”, “la

ristrutturazione della piazza comunale” e “la bonifica della ex discarica dei rifiuti solidi urbani nella zona industriale”. Inoltre avremo, “la creazione di spazi adibiti ad orti urbani”, uno “sviluppo di un portale per la promozione delle attività e dei prodotti locali” con una “incentivazione del commercio a Km zero” e soprattutto partirà, finalmente, il mercato rionale nella piazza di Colleranesco in esecuzione alla delibera del consiglio comunale risalente al giugno 2012 su proposta de Il Cittadino Governante, anche se intanto sulla piazza ci sono solo nuove pietre. Se da un lato abbiamo una mano comunale che con una bacchetta forse darà tutto ciò, intanto abbiamo la certezza dell’altra mano che prende e sperpera. Infatti l’altra nutrita speranza (già tradita) riguardava il risparmio sulla TARSU in virtù dell’im-

pegno e del senso civico con cui tutti i giuliesi realizzano la raccolta differenziata. Sia Colleranesco che Villa Volpe rappresentano un tessuto urbano caratterizzato, in gran parte, da case di proprietà in cui ciascuna famiglia paga la tassa sui rifiuti oltre che per l’abitazione, anche per la cantina e/o il garage e per il sottotetto e/o soffitta senza tener affatto conto del numero delle persone per abitazione e/o dell’uso o meno di questi locali. A fronte di una raccolta differenziata (fatta bene dai cittadini!) che da tempo ha superato il 60%, l’Amministrazione compie ancora aumenti su aumenti mostrando una gestione fallimentare che in ogni azienda privata equivarrebbe alle dimissioni dei responsabili (un inciso a proposito di organizzazione, la raccolta vetro dell’8 gennaio era attesa dal 18 dicembre!) Infine, ancora una volta assenti nelle frazioni, le iniziative ludico-ricreative sostenute dalla Amministrazione per le festività natalizie a comprovare noncuranza sia per i cittadini che qui risiedono, sia per le attività commerciali qui presenti. Tuttavia, abbiamo ancora qualche mese per sperare che non piovano solo pietre.

s.r.l.


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La pagina della Cultura

L’Abruzzo illustrato di Basilio Cascella di Leo Marchetti

Con il sostegno economico della Caripe è stato pubblicato un bel catalogo delle cartoline di Basilio Cascella, a cura di Franco Battistella, che raccoglie parecchie serie di litografie, cromolitografie e zincotipie del pittore pescarese (1860-1950), grande e prolifico illustratore, autodidatta e perfino deputato nel 1928. Le cartoline non rappresentano l’unica produzione dell’artista che, ad esempio, dalla fine degli anni ’10 si dedicò alla ceramica dipingendo i grandi pannelli in maiolica dello Stabilimento Termale Tettuccio di Montecatini, l’oleografia della Madonna dei Sette Dolori a Pescara, la grafica delle riviste “L’Illustrazione abruzzese” e “L’illustrazione meridionale” e tanti altri aspetti dell’arte decorativa sia sul versante verista sia, con maggiore evidenza, nel campo di un simbolismo scoperto che appartiene verosimilmente all’allegoria edificante e celebrativa. L’Abruzzo che emerge dai suoi bozzetti e pitture preparatori, poi in forme seriali di 12 cartoline uscite dai torchi del

suo stabilimento pescarese, è quello di una terra vergine e primitiva, laboriosa e ancestrale dove l’amore si intreccia con una natura rigogliosa, nei modi floreali di una esuberanza vitalistica piena dei segni della fecondità e di una natura benigna. Frutti e fiori si accompagnano quasi sempre con una tipologia femminile incline alla maternità e alla vita agricola secondo un cliché che sarà fatto proprio dal bagaglio iconografico del ruralismo fascista e in forme più stilizzate già presenti nell’Art Nouveau. Inoltre si affacciano sulla scena marina elementi (si veda la serie Nudi al mare) tipici della incipiente moda balneare rivisitata in una luce mitica alquanto naturalistica, dove la carnale bellezza di giovani madri con figli viene sottolineata in chiave pagana si direbbe, distante dal modello dell’Angelo della vita di Giovanni Segantini o dalle madonne di Gaetano Previati, dove prevalgono il misticismo della maternità e l’assenza quasi totale del sesso. Cascella che vendeva queste immagini alla pubblicità di una Centerbe si contentava di suscitare sentimenti inneggianti alla vita istintiva e riproduttiva; i suoi nudi avvolti nei tralci di girasoli e nell’edera mirano all’immaginario maschile e, nelle forme più industrializzate, in seguito finiranno nei calendari, negli emblemi delle locandine, specialità alimentari, etichette ed ex-libris.

Siamo al cospetto di un artista che aveva appreso a Roma e Milano l’arte innovativa delle cartoline illustrate nel periodo che va dal 1898 al 1917 - e si capisce come quest’ultima data segni l’affermarsi della fotografia e la fine del genere - riprendendo il motivo fondamentalmente liberty dei viticci e delle piante, di una natura ipertrofica che avvolge corpi femminili iperdeterminati nella carnagione e nelle forme opulente. Ma Cascella è decoratore versatile e annovera fra le sue serie Le mietitrici, Le eruzioni del Vesuvio, Il bacio (una tricromia del 1915 che sembra anticipare, insieme a Il primo amore e Sogno e realtà i fotoromanzi dei decenni successivi), Innamorati in costume abruzzese, dove ai costumi si aggiungono alcuni mestieri decisamente primitivi come la pastorizia, la tessitura a mano, l’idillio nei campi ecc. Talvolta si cimenta con la storia meridionale illustrando una “storia banditesca” con quadri policromi dal titolo Il combattimento, L’arresto, L’ultimo bacio, La sete, Preghiera, La spia, Sequestro, Una vendetta, per dire gli argomenti melodrammatici in grado di collegarsi alle tematiche regionali ma apprezzate anche su scala nazionale e internazionale con riconoscimenti importanti, come ad esempio nella Mostra d’Arte internazionale d’Arte decorativa moderna di Torino del 1902 e a quella di Livorno dello stesso periodo.


Pagine di Storia

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Ercole Vincenzo Orsini, per non dimenticare L’intellettuale-artista cui è intestato il più bel viale di Giulianova di Gaetano Marà

13 dicembre 1943, piazza centrale di Montorio. Una colonna fascista del Battaglione “M” ferma al bar, un uomo del luogo, noto come oppositore del regime. Egli fugge, si difende attaccando, viene inseguito. Uno contro venti. Un mulino e la campagna circostante saranno l’ultima cosa che vedrà da vivo. Il suo corpo maltrattato verrà portato in giro per il paese, su un carretto, come monito per i compaesani. Ercole Vincenzo Orsini aveva 42 anni. Un apprezzatissimo artista, ebanista e liutaio molto ricercato in quel periodo, e le opere ancora visibili ne stanno a testimoniare il valore. Un democratico, una persona ricca di idee e coraggio, un leader diremmo oggi. La sua bottega era diventata luogo di incontri per tutti quelli che non avevano paura di esporsi, fossero essi laici o cattolici.

Qualche mese prima di morire era stato tra i principali organizzatori della battaglia di Bosco Martese, mettendo in fuga i tedeschi, in quella che fu definita da Ferruccio Parri la prima azione campale partigiana in Italia. Il ‘43, anno terribile e caotico della storia italiana. Chi non ricorda l’indimenticabile tenente Alberto Sordi che in Tutti a casa (di Comencini) telefona al proprio comandante: “signore, i tedeschi ci sparano contro, sono passati con gli americani!”. In quel clima di totale incertezza c’erano uomini (e donne) che avevano ben capito cosa fare. E a loro tutti noi dobbiamo molto. Magari ogni tanto proviamo a chiedere ai nostri genitori e nonni, a chi c’era in quegli anni, di raccontarci qualcosa. Ne saremmo arricchiti. Il 13 dicembre scorso, in una Montorio al Vomano fredda ma piacevolmente pre-natalizia, Ercole Vincenzo Orsini è stato ricordato con un interessante convegno. Nella bella sala del Convento degli Zoccolanti è intervenuta tanta gente, anche tanti giovani, ad ascoltare vicende accadute oltre 70 anni fa. In mattinata erano state coinvolte le scuole, e questo forse è uno degli aspetti più importanti della celebrazione e del ricordo. La direttrice del polo museale di Teramo

ha ricordato l’Orsini artista (alcune opere erano visibili nella rassegna fotografica del convegno), evidenziando come egli, pur vivendo a Teramo, aveva una visione fortemente rivolta all’arte europea. Altri ne hanno raccontato le idee politiche e i fatti della Resistenza. In alcuni momenti l’emozione in sala era tangibile: i fatti narrati riguardavano tutti, e in cuor nostro servivano a spazzar via anche tutte le menzogne che negli ultimi vent’anni abbiamo ascoltato in tv da chi vorrebbe ancor oggi cambiare i libri di storia. Orsini era comunista, pieno di onestà politica, morale, intellettuale. Ed era dalla parte giusta. Sul finire del convegno, sono state proposte video-interviste a donne e uomini di Montorio che avevano conosciuto Orsini o erano presenti il 13 dicembre del ‘43. A loro veniva anche chiesto di raccontare quegli anni. Storie che sembravano rimandare a melodia e versi di Eurialo e Niso dei Gang (una canzone, una poesia, una dedica a tanti giovani combattenti per la libertà). Sul finire, una donna ha concluso il suo racconto, in modo sincero e accorato, e senza possibilità di smentita: “Orsini per noi era un mito e soprattutto, per le nuove generazioni, l’importante è non dimenticare”. Applausi.

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Interferenze visive

Virzì e “Il capitale umano” di Stefania Sacchini

È in programmazione in questi giorni Il capitale umano, il nuovo film di Paolo Virzì (La bella vita, Ovosodo, Tutti i santi giorni) tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore statunitense Stephen Amidon e co-sceneggiato insieme a Francesco Piccolo e Francesco Bruni. Il libro di Amidon è ambientato nel Connecticut e racconta la cinica storia della borghesia locale, mentre il lungometraggio di Virzì è stato adattato in un paese della Brianza dove alla vigilia di Natale un ragazzo in bicicletta viene investito da un Suv il cui guidatore non gli presta soccorso. Da qui si dipana il racconto di due famiglie, una altolocata di Giovanni Bernaschi, l’altra meno benestante di Dino Ossola, che tenta-

no entrambe la scalata al successo. Il tentativo del regista, come ha affermato lui stesso nella conferenza stampa per lanciare il suo lavoro, è stato fin dall’inizio quello di proporre un soggetto discutibile senza però giudicarlo o condannarlo, lasciando piuttosto che sia lo spettatore a trarre le sue conclusioni, avvicinandosi un pochino all’opportunismo di alcuni personaggi dei precedenti film come La bella vita o Tutta la vita davanti, discostandosi all’opposto per quello che concerne le locations o il genere, che in questo caso è drammatico con risvolti noir, mentre negli altri, di cui descriveva le terre di Toscana e del Lazio compariva almeno un accenno di commedia. Il capitale umano ha il merito di sviscerare la reale natura di un particolare tipo di persone interessate unicamente ai soldi e al potere, che tralascia completamente i sentimenti e l’umanità, appunto, da qui capitale inteso proprio come accumulo di beni. Il nero della locandina, in cui campeggia un codice a barre, lo ritroviamo senz’altro nelle atmosfere cupe, nella durezza dei dialoghi, nel freddo e arido inverno della pianura Padana nonché degli animi dei protagonisti. La regia di Virzì è esemplare, come

sempre, ma anche la prova del cast è notevole, formato da attori di primo piano come Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni e Luigi Lo Cascio che mettono in piedi un’opera imperdibile sia per chi apprezza i film italiani di peso, sia per chi vuole approfondire le dinamiche che racconta. Il lento decadimento della borghesia è dovuto principalmente alle scelte dettate dall’interesse economico, perché laddove non c’è cuore, ma solo mero egoismo, il rovescio della medaglia non tarda ad arrivare. Tutto questo può sicuramente tradursi nelle recenti vicissitudini del nostro Paese governato per troppo tempo da una classe arrivista e senza scrupoli che l’ha condotto inevitabilmente alla rovina. Virzì ha decisamente fatto centro con il suo ultimo film ed ha inaugurato alla grande il nuovo anno del cinema italiano.


Dove Cosa Quando Appuntamento al cinema spettacoli in prima visione al Moderno Multiscreen Il grande match

Sapore di te

Sala 1 Giovedì 09 - Venerdì 10 : 20.45 – 22.40 Sabato 11 – Domenica 12: 20.45 – 22.40 Lunedì 13 : 21.15 Martedì 14 : chiuso per riposo Mercoledì 15 : 21.15

Sala 2 Giovedì 09 - Venerdì 10 : 20.45 – 22.40 Sabato 11 – Domenica 12: 15.00 - 16.45 – 18.30 – 20.45 – 22.40 Lunedì 13 : 21.15 Martedì 14 : chiuso per riposo Mercoledì 15 : 21.15

Peppa vacanze al sole e altre storie

THE COUNSELOR Il procuratore

Sala 1 Sabato 11 e Domenica 12 Gennaio Orari: 15.00 – 16.15 – 17.30 – 18.30

Sala 2 Da giovedi 16 gennaio Orari da definire

Info:085.8028649

Info:085.8028649

Concerti mostre ed eventi L’Officina (L’Arte e i Mestieri) Domenica 12 gennaio 2014 alle 21.00 CONCERTI LIVE CATERINA PALAZZI QUARTET Sudoku Killer -- ore 21.00 Venerdì 17 gennaio PETRINA

STAGIONE TEATRALE ATAM Comune di Roseto degli Abruzzi Il 23 gennaio 2014 al Cine Teatro Oden di Roseto degli Abruzzi alle ore 21:00, la Factory compagnia Transadriatica presenta ROMEO E GIULIETTA di William Shakespeare, regia di Tonio De Nitto.

“Angeli nel medioevo ascolano” Pinacoteca Civica - Sala della Vittoria di Ascoli Piceno, fino al 4 maggio 2014 Esposte opere poco note ma di straordinario interesse storico-artistico presenti nel territorio, e anche documenti la cui esistenza è stata “riscoperta” di recente.

Festa delle farchie, Fara Filiorum Petri Giovedì 16 gennaio 2014. Si tratta di una delle 10 feste tradizionali più importanti in Italia. La manifestazione si svolge da almeno duecento anni il 16 gennaio, vigilia di S. Antonio Abate, protettore degli animali e patrono di Fara Filiorum Petri (CH)

Il circolo “Il Nome della Rosa” Domenica 12 gennaio ore 18,00 “DALL’ECONOMIA ALL’EUTELEIA” a cura di Alessandro Pertosa Movimento per la Decrescita felice

Domenica 12 gennaio ore 21,45 CINEMA“LE ARMONIE DI WERCKMEISTER” Bela Tarr- 2000

Venerdì 17 gennaio ore 21,30 “L’ OTTAVO ROMANZO” Incontro con Marco Sommariva, a cura di Carmelo Neri

Domenica 19 gennaio ore 18,00 “FILOSOFIA” Incontro con Alessandra Granito

Sabato 25 gennaio ore 21,30 TEATRO: IL TRENO E IL SOTTOMARINO Da Nazim Hicmeth, Monologo a cura di Vincenzo Di Bonaventura

Domenica 26 gennaio ore 18,00 Seminario: Incontro con Gabriele Esposito

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I tessitori di sogni Titolo: I tessitori di sogni Autore: Patti Smith

Casa editrice: Bompiani Pagine: 111 prezzo € 9,00 Pagine di prosa che formano brevi capitoli: fantasie che prendono spunto da un rubino, un brano free jazz, una nuvola che si dispiega nel cielo, un porto immaginario, un sogno, un cavallo, una coperta tessuta per il fratello, la morte di un cane. Scene di una quotidianità in cui Patti Smith si aggira come d’incanto, sognando a occhi aperti. Dall’infanzia alla prima giovinezza a Woodbury, nel New Jersey, Patti Smith sviluppa un infinito amore per gli animali, che è l’inizio di un rapporto ingenuo e sincero con la natura, vissuta come una forma di divinità. Tutto intorno, l’arte: la musica innanzi tutto, ma anche il cinema, e altre due passioni meno note dell’autrice: il disegno e la pittura.

Pubblica utilità Farmacie di turno 11/12 gennaio Farmacia Del Vomano 13/19 gennaio Farmacia Marcelli 20/26 gennaio Farmacia Ielo Guardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362 Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201 Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366 118 085.8020442 / 085.8020373 Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733 Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816 Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)


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Primo e Secondo

Tradizione e territorio al giorno d’oggi di Paolo Di Gregorio

Quando, dopo la laurea, ho deciso di proseguire l’attività di ristorazione della mia famiglia mi sono impegnato insieme a mia sorella per dare un’impronta più moderna al menù da noi proposto. Quindi partendo da piatti tradizionali con materie prime del territorio abbiamo aggiornato e proseguiamo a farlo di giorno in giorno ricette che derivano dall’esperienza dei miei genitori e dalla tradizione marinara giuliese. Rispetto della tradizione, secondo me, non significa eseguire una ricetta così come si è sempre fatta. Rispetto della tradizione significa eseguire il piatto senza stravolgerne i sapori ma rendendolo più attuale e coerente con le abitudini alimentari dei nostri giorni; ad esempio rendendolo più leggero con ingredienti contenenti meno grassi, oppure giocare con le consistenze delle varie componenti del piatto o cambiando una tecnica di cottura utilizzando tecnologie che prima i nostri nonni non avevano. Non è vero che la cucina italiana sta perdendo le proprie

tradizioni, anzi è il contrario. Nei menù dei ristoranti più premiati dalle guide enogastronomiche troverete sempre dei piatti che rimandano alla tradizione proposti però in un’ottica moderna. Ritengo che il rispetto del territorio e dei prodotti che da esso ne derivano sia molto più presente oggi che non venti o trenta anni fa nella ristorazione di buon livello. Ruolo del ristoratore è quello di scoprire piccoli produttori di materie prime che creano prodotti di alta qualità. Non sono d’accordo quando mi si dice che la qualità dei prodotti è scesa, anzi ritengo che sia proprio il contrario. Il nostro ruolo è quello di selezionare nella miriade di prodotti che il mercato ci offre quelli che riteniamo siano i più rappresentativi del nostro territorio da un punto di vista qualitativo. Noi ristoratori dobbiamo essere il volano per lo sviluppo di aziende agroalimentari della nostra terra che offrono prodotti di altissimo livello, che hanno scelto la qualità piuttosto che la quantità e magari rinunciano a fette di mercato importanti scegliendo di non essere presenti su di uno scaffale di un supermercato per non essere stritolati dalla grande distribuzione . Volano di un settore, quello agro-alimentare di qualità, che vista la crisi economica sarà sempre più importante insieme a quello turistico per la nostra regione. Un discorso particolare va fatto per il pesce; oramai è noto che il nostro mare non è più pescoso come trenta o venti anni fa, ciò non vuol dire che bisogna rifornirsi di pesce di importazione di bassa

qualità perché pescato del nostro territorio per fare una ristorazione di qualità per fortuna ancora c’è. D’altro canto però bisogna trovare, di concerto con tutta la filiera (pescatori, commercianti, ristoratori) metodi di salvaguardia dei nostri mari per garantire la sopravvivenza del nostro pescato, visto che il fermopesca biologico ha dimostrato dopo oltre venti anni di applicazione, tutta la sua inefficacia, bilanciandola con la sopravvivenza economica di tutta la filiera. La ricetta di oggi: spaghettini mantecati con sogliole, vongole adriatiche e limone.

Spaghettini mantecati con sogliole, vongole adriatiche e limone. Ingredienti: Spaghettini Verrigni gr 320 Brodo di pesce Vongole adriatiche gr 600 3 sogliole di media grandezza Olio evo, Aglio, Sale Soffriggere l’aglio con un po’ di olio in una padella che riesca a contenere gli spaghetti per tutta la lunghezza. Eliminate l’aglio, mettete le vongole e aggiungete il brodo di pesce. Sgusciate le vongole ed eliminatele dalla padella tenendole da parte, nel frattempo pulite le sogliole e ricavatene dei filetti. Tritate le zeste di limone. Fate bollire il sugo, aggiungete gli spaghettini e muoveteli continuamente. Raggiunta una cottura al dente aggiungete le vongole, i filetti di sogliola e le zeste di limone, mantecate ancora un po’ e poi servite. Guarnite con delle briciole di pane tostato.


A tutto sport

Il Giulianova vince ancora

Nella prima giornata del girone di ritorno, il Giulianova centra la vittoria contro il Fano con il punteggio di 1-0. La partita è stata combattuta dal punto di vista agonistico, non eccelsa dal punto di vista tecnico:

entrambe le squadre erano più preoccupate a non subire il gol piuttosto che ad attaccare in modo incisivo. In ogni caso la squadra allenata da mister Ronci ha meritato la vittoria. Sia nel primo tempo, che nel secondo, i giallorossi hanno avuto le occasioni migliori cogliendo la traversa e sfiorando più volte la marcatura. Il gol è arrivato su

Barriere di sicurezza?

Ad inizio anno abbiamo assistito alla corsa contro il tempo per mettere in sicurezza il Fadini. Durante la presentazione della nuova società il Sindaco espose i lavori necessari, si richiese ed ottenne

di disputare la prima giornata fuori casa per finire i lavori. Tra i principali interventi rientra la collocazione di barriere su via Migliori, messe secondo la prescrizione della commissione pubblici spettacoli. In particolare all’uscita delle tribune e della curva Ovest, fin dalla prima giornata, sono stati posizionati pannelli rimovibili direttamente sulla carreggiata carrabile. Quin-

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di Daniele Adriani contropiede da un calcio d’angolo con una rapida partenza, la finalizzazione del nuovo acquisto Sorrentino, tra i più positivi della gara. Una delle poche note negative della giornata è stata l’espulsione di Maschio che salterà la prossima gara sul campo di Isernia. A termine della gara applausi per la prova offerta in campo, da parte dei tifosi giuliesi che hanno onorato il Fadini attraverso la loro presenza allo stadio. Purtroppo in tanti preferiscono il calcio patinato, lontano e forse privo delle emozioni che il calcio visto dal vivo riesce a dare. La speranza è nel risveglio e nella partecipazione.

di Daniele Adriani di ogni domenica è stata prevista la chiusura anticipata della strada, con ovvio malcontento di residenti e cittadini in transito. Nelle ultime due partite però le barriere non sono state poste, con meno disguidi e sicuramente la sicurezza non ne ha risentito, poiché le barriere erano palesemente inutili. Ora l’unica domanda è: sono barriere inutili? I soldi spesi per il loro acquisto, sono soldi buttati? Nel caso, chi paga per tutto ciò?


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Inviateci le vostre lettere, segnalazioni o foto a: ditelo@giuliaviva.it

Amici dell’uomo Gent.mo direttore, in un recente viaggio a Redipuglia, sulla porta d’ingresso di un albergo, posto nelle vicinanze del, purtroppo, celebre Sacrario dedicato ai Caduti in guerra, si notava questo cartello: “Accesso consentito anche ai cani e ai gatti”. C’era un pienone di gente, per cui tutti quelli che arrivavano dovevano andare altrove! Volendo capire meglio, ho osservato degli spazi riservati, e custoditi, a questi amici dell’uomo. Penso che anche a Giulianova, i gestori degli alberghi avrebbero interesse a seguire quest’esempio, o no? Anche se in ritardo auguro BUON ANNO!! F. G.

Ditelo@GiuliaViva.it Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

Iniziativa fuori luogo

Ho ricevuto la fattura per il pagamento del servizio di erogazione del metano da parte della Julia Servizi più e tra la fattura ed una lettera inerente il pagamento ho trovato un volantino relativa alle attività della giunta Mastromauro, redatta dall’assessorato all’attuazione del Programma. Caro Sindaco e cara Amministrazione comunale, trovo l’iniziativa fuori luogo per le sue finalità (la lettera ricevuta è puramente commerciale) e che inquadro chiaramente in un contesto elettorale. Mi rallegro per le tante belle cose fatte per l’intera comunità giuliese, ma penso che alle prossime elezioni non vi sosterrò più. La vostra strategia comunicativa in questi anni è risultata piuttosto strana e ben poco chiara. In occasione di accertamenti ICI avete comunicato ai cittadini interessati solo attraverso i pannelli di affissione pubblica, mezzo che diventa arcaico in un epoca di comunicazione elettronica e di difficile efficacia considerando che persone come la sottoscritta non hanno tempo di passeggiare per la città e leggere gli avvisi. Questo vi ha permesso di incamerare anche le more dei pagamenti...bei soldini. Lettera firmata

Cassonetti in libera uscita Ogni condominio non dovrebbe mettere i contenitori dei rifiuti vicino al proprio stabile? Al paese qualcuno non lo fa (vedi via Case Popolari) e anche se la situazione è stata segnalata ai vigili, i cassonetti continuano ad essere sistemati lontano dall’edificio. Possibile che non si possa fare niente? L. T.

Marcatura a uomo per il Campo Castrum Caro Sindaco, sono trascorsi molti mesi dall’approvazione della ristrutturazione del “Campo Castrum”. Il suo mandato elettorale volge al termine e la città non sa a che punto si trova la “pratica Castrum”. In quest’ultimo scorcio di legislatura intensificherò la mia m a rc atu r a a uomo nei Suoi confronti e rassicuro tutti gli amanti dello sport e in particolare quelli del calcio che continuerò a farlo anche con chi sarà chiamato prossimamente ad amministrare questa nostra bella ed amata città. Giancarlo De Falco


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Diciott’anni sono passati da allora, diciott’anni contraddistinti da altri analoghi sfoghi, tentativi inutili di denunciare i comportamenti che hanno contraddistinto i vari Direttori generali che si sono succeduti nel tempo. Alle soglie del 2014 una sola caratteristica costante ha accomunato il loro “passaggio” : una graduale e progressiva perdita di reparti (la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia nonché della Neonatologia ne ha costituito il più eclatante ed inaccettabile esempio) o lo scadimento nella qualità dei servizi che ha portato alla perdita di fiducia instauratasi nella cittadinanza ed al conseguente incremento della mobilità passiva, cioè lo spostamento dell’utenza verso servizi offerti da altre Regioni. D’altra parte non credo ci si potesse ragionevolmente attendere qualcosa di diverso se, essendo la spesa sanitaria il capitolo di maggiore impegno a livello regionale, le risorse , umane e strumentali, sono sempre state gestite con i criteri del Babbo Natale o della Befana, senza mai tenere in conto la necessità di una seria programmazione e, di conseguenza, una efficiente organizzazione dei servizi, distribuendo invece gratificazioni di ogni genere ( fino alla creazione di reparti e primariati ad hoc) per meriti politici. Dico ciò anche per esperienza vissuta, ma, se ci fosse bisogno di conferma, si veda il recente episodio che ha portato all’allontanamento dell’ultimo Direttore generale ed all’intervento della Magistratura. Considerazioni profondamente amare, ma non resa, se ci sentiamo di riproporre al nuovo Direttore generale l’urgenza di una riqualificazione dell’ospedale ed in generale dei servizi sanitari locali, non per deteriore spirito campanilistico ma in virtù di reali necessità dettate dalla localizzazione geografica (per essere Giulianova al centro del litorale teramano), dal flusso turistico estivo, dalla centralità rispetto alla viabilità ordinaria ed autostradale, fattori certamente non di poco conto in un assetto riorganizzativo funzionale della sanità del teramano Nel caso di una tale illuminata visione non ci sarebbe bisogno di ricordare necessità particolari,come la disponibilità locale di un apparecchio di risonanza magnetica, la riapertura del Reparto di Ostetricia e Ginecologia, la riattivazione di una Neonatologia, mezzi per la riduzione delle liste d’attesa per esami ed accertamenti, e quant’altro. È UN PECCATO DI OTTIMISMO ? BUON ANNO !



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