GiuliaViva anno III n.14 del 13 luglio 2013

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Anno III numero 14 del 13 luglio 2013

Quindicinale d’informazione giuliese

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FACCIAMO CHIAREZZA! Intervista esclusiva con Berardo D’Antonio e Alfredo Gerardini dirigenti del Giulianova Calcio

Piazza Bella Piazza...e cinque! Venerdì 26 luglio



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Istantanee giuliesi Se un anno vi sembra poco

C’è voluto l’intervento dei sindacati, una lettera al Prefetto di Teramo e la minaccia di non effettuare turni di servizio nella fascia serale-notturna (fondamentali per lo svolgimento delle manifestazioni estive). Alla fine, però, i vigili urbani hanno ottenuto, se non il pagamento, quantomeno la promessa di trovare nelle buste paga di luglio ed agosto quanto maturato per i pro-

getti incentivanti 2012 e per gli straordinari del primo quadrimestre di quest’anno. Più di un anno per liquidare spettanze assolutamente previste (e, immaginiamo, con adeguata copertura di bilancio), non muovono però nell’amministrazione alcun sentimento di vergogna: dal Comune, chissà poi perché, soltanto il consueto comunicato, ricco di autocompiacimento.

C’è giudizio e giudizio “Rispetto il lavoro dei biologi di Legambiente, ma sulla scorta dei controlli continui effettuati dall’ ARTA, in aggiunta a quelli d’iniziativa dell’Amministrazione comunale la situazione è molto diversa, risultando la buona salute delle nostre acque di balneazione”. Così l’assessore Forcellese dopo che i prelievi effettuati da Golet-

ta Verde, avevano evidenziato una zona di mare inquinato nelle vicinanze del porto. Incontestabili quando favorevoli (vedere l’assegnazione delle Vele Blu), i giudizi di Legambiente lo sono molto meno quando portano alla luce qualche situazione non proprio “limpida”.

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Ma il sito non lo sa Preceduta dall’immancabile conferenza stampa GiuliaEventi ha infine preso il via. Lo sanno un po’ tutti, tranne il sito web del Comune di Giulianova, rimasto col calendario almeno dodici mesi indietro: programma in formato testo, manifesto grafico e palinsesto della rassegna cinematografica sono tutti dello scorso anno. Forse perché, fra notti bianche, bancarelle e balli il calendario 2013 assomiglia tale e quale a quello del 2012?

Premesse non mantenute I mezzi con cui “Giulianova Patrimonio” avrebbe donato all’area portuale una pulizia ed un nitore mai visti fino ad ora avevano ricevuto un battesimo in grande stile. Le immancabili dichiarazioni di Sindaco e presidenti (Di Giambattista e Vasanella) avevano

fatto balenare svolte epocali, collaborazioni finalmente risolutive, banchine e ormeggi restituiti alla dovuta pulizia. Operatori, turisti e frequentatori abituali assaporavano già la novità di un porto finalmente decoroso. Poi qualcosa dev’essere andato storto...

Errata corrige Nello scorso numero di GiuliaViva abbiamo erroneamente indicato le ore 20, anziché le 22, come orario di chiusura dei seggi per l’elezione dei comitati di quartiere. Ce ne scusiamo con i lettori.


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Fatti ...

Piazze, belle piazze? di Paolo Innocenti

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ra le tante “magagne” di questa città, fra le innumerevoli questioni quotidiane gestite con molta supponenza ed altrettanta approssimazione, fra il “tutto va bene” disegnato dalla propaganda ed una realtà di segno diametralmente opposto, qualcosa, più di altro, dà la misura del livello di incuria, negligenza e superficialità a cui è stata ridotta la gestione della cosa pubblica. Non c’è da andare a scavare, non c’è bisogno di addentrarsi nei meandri del Palazzo, non serve cercare fra le pagine nascoste di una gestione della città tutt’altro che trasparen-

te. È sufficiente guardarsi intorno, girare per la città, camminare per il centro storico o per il lungomare. Brutture e degrado sono lì, balzano agli occhi: la desolazione della pomposissima (in quanto a nome) Piazza del Mare, il senso di abbandono di Piazza Fosse Ardeatine, l’insensato restauro di Piazza Buozzi, l’opprimente parcheggio di Piazza Willermin, il congestionamento di Piazza della Libertà, tradita dalla scarsa intelligenza dei suoi semafori. Le piazze di Giulianova raccontano una storia fatta di promesse mai mantenute, occasioni perdute, spazi mortificati, interventi fuori luogo e di scarsa qualità. Raccontano di denaro speso male (il nostro) avendo come obiettivo finale più che un’immagine coerente e sostenibile della città i riflettori delle inaugurazioni e la grancassa delle conferenze stampa. Raccontano di luoghi sottratti alla loro “socialità”, declassati a spezzoni di città privi di attrattiva, capacità di accoglienza, decoro. Spesso, troppo spesso tutto quanto viene ricondotto alla crisi, ai minori contributi dello Stato, alle ristrettezze di bilancio, in una parola alla mancanza di soldi, ma il punto non è questo.

A mancare non è il denaro, pur non abbondante, ma comunque dissipato a piene mani in iniziative quantomeno discutibili. A mancare è una progettualità seria e competente, una visione globale della città che vada oltre il singolo intervento, un’idea di urbanistica che restituisca compiutamente la città ai suoi abitanti ed ai suoi frequentatori. Si fa fatica ad individuare, fra le maglie di una miriade di interventi approssimativi e disarticolati il filo conduttore di un progetto per la città chiaro, definito, congruente: probabilmente perché non c’è mai stato.


... in primo piano

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Piazza, Bella Piazza! di Irene Lattanzi Milano. Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio villeggiatura. Mi riposo in Piazza del Duomo. Invece di stelle ogni sera s’accendono parole. Nulla riposa della vita come La vita. ( U.Saba, “Il Canzoniere”) Dormo sull’erba, ho molti amici intorno a me: gli innamorati in Piazza Grande; dei loro guai, dei loro amori tutto so, sbagliati e no .... Una famiglia vera e propria non ce l’ho, e la mia casa è Piazza Grande...

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a piazza, come appare nelle parole poetiche precedenti o nella “danza delle fanciulle” dell’affresco di Lorenzetti, è lo spazio privilegiato dell’incontro, dello scambio, dove cultura e storia si fondono come nell’idea aristotelica di sicurezza e felicità che una città deve saper offrire ai suoi abitanti. La piazza è sempre stata una realtà molto significativa della vita di una città, è un simbolo, una bandiera, tanto che di alcune città ricordiamo il nome delle loro piazze senza averle mai visitate. Potrebbe bastare questo a convincerci che se ci fosse vita in una bella piazza, si potrebbe

ricreare oggi quella “profondità abitata”, animata dal desiderio di essere uno spazio vitale per gli uomini, di cui parlava De Chirico. Giulianova possiede uno spazio che può rispondere a queste aspettative, piazza Dalla Chiesa, uno spazio naturalmente predisposto ad essere un biglietto di presentazione della città: al centro del paese, visibile anche dal Belvedere, una macchia di verde che soddisfa lo sguardo di chi ama questo paese. E, dopo una petizione popolare sollecitata dal Cittadino Governante e da Italia Nostra che scongiurò la vendita a privati e, a dispetto di vari tentativi di cementificazione, dell’abbandono in cui versa da anni, della desolazione in cui è lasciata, la stessa Associazione ha sviluppato con l’architetto Andrea Capriotti un’ipotesi progettuale già presentata pubblicamente e ben accolta da esperti e semplici cittadini, per la riqualificazione di questa piazza. Questo progetto valorizza il tema della

piazza come un luogo dove la comunità si incontra, dove appare la dinamicità della vita sociale, fatta di relazioni, di rapporti in divenire, di coinvolgimento personale; un luogo non solo di aggregazione, ma in cui si possa realizzare lo scambio di opinioni, di pensieri, di intenzioni, di desideri, un luogo in cui la gente possa ritrovare una dimensione di condivisione della quotidianità, di crescita di idee, di accoglienza, di socializzazione, di partecipazione alla vita cittadina. Ed è la convinzione che queste idee vanno fatte crescere nella mente dei giovani che spinge Il Cittadino Governante a proporre, per il quinto anno la festa giovane “Piazza bella piazza”. Chi, se non per primi i giovani, ha diritto di conoscere la propria città, di scoprirne le potenzialità, di apprezzarne i valori e le speranze?


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I nostri soldi

I veri risultati del “marketing mirato”

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resce il fatturato di quasi un milione di euro, ma l’utile, al contrario, diminuisce di quasi 70mila. È tutto qui il succo della polemica che ha investito il risultato di bilancio 2012 della “Julia Servizi Più”, società a partecipazione esclusivamente comunale, attiva nella commercializzazione del gas metano. La risposta alle critiche, avanzata dall’amministratore unico della società Simona Conte, ha indicato il motivo della flessione nell’andamento al rialzo del prezzo del metano, acquistato a prezzi sempre più elevati, ma rivenduto al livello minimo possibile, calmierando le bollette, ma deprimendo di pari passo gli utili. Per stabilire lo stato di salute della Julia Servizi non sarebbe dunque corretto fare riferimento all’utile, ma piuttosto ad un fatturato sensibilmente aumentato grazie al “marketing mirato che ha contribuito a determinare un aumento degli utenti, ed all’adeguamento delle tariffe applicato ai contratti degli utenti del trigeneratore”.

Zoppa di qualunque riferimento alle condizioni climatiche proibitive dell’inverno 2012, (nevicate “storiche” e temperature polari avranno pur avuto il loro peso sull’impennata dei consumi e dunque sul fatturato, ndr), la disamina di Simona Conte ha finito con l’incentrarsi soprattutto sul ruolo del marketing: un aspetto della gestione non solo di “Julia Servizi Più”, ma di tutte le partecipate, fino a poco tempo fa pressoché sconosciuto, venuto alla luce solo grazie all’inchiesta del nostro giornale sulle spese sostenute al riguardo dalle aziende ad esclusiva partecipazione comunale. Ignorato fino a ieri, esaltato a parole oggi, il peso effettivo di pubblicità e sponsorizzazioni sembra però, nei fatti, assai meno rilevante. A parlare, ancora una volta, sono i dati che riassumono, nella tabella pubblicata in questa pagina, l’andamento della spesa pubblicitaria e delle utenze di “Julia Servizi Più” per il quadriennio 2009-2012, e che non sembrano proprio giustificare i toni trionfalistici usati per difendere la bontà

della strategia aziendale. Migliaia e migliaia di euro (quasi 170mila negli ultimi tre anni) sono usciti dalle casse della “Julia Servizi Più”, ma se relativamente al 2010 la spesa sembra esser stata ripagata (903 nuove utenze a fronte di circa 48mila euro investiti), è nel biennio successivo che i conti mostrano di non tornare. Con 120mila euro spesi fra il 2011 ed il 2012 il ritorno è stato infatti di soli 233 nuovi clienti, una miseria soprattutto se rapportato all’ampiezza del comprensorio in cui opera la società (12 comuni, tutti della provincia di Teramo). Senza contare che, paradossalmente, le utenze sono aumentate di più quando si è speso meno (147 unità nel 2011, con una spesa pubblicitaria di circa 48mila euro, lievemente calata rispetto all’anno precedente) rispetto a quando le uscite per il marketing hanno subito una violenta impennata (86 unità nel 2012 con ben 72mila euro di investimento pubblicitario). Difficilmente le cifre ingannano, e dipingono anche in questo caso un quadro diverso da quello ufficialmente presentato: numeri alla mano, il “marketing mirato” di Simona Conte non sembra negli ultimi anni aver funzionato poi così bene.


La pagina della cultura

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La globalizzazione compie duecento anni di Leo Marchetti

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e pensiamo all’italietta autarchica del fascismo, che non aveva il ferro e la benzina per fare la guerra, o all’Italia di qualche decennio fa che poneva dazi sulle macchine giapponesi per proteggersi dalla concorrenza, allora siamo inevitabilmente sorpresi da un mercato globale al quale, impreparati, non abbiamo potuto sottrarci per ovvie ragioni di diritto internazionale connesso alle nuove tecnologie e ai trattati economici. Gli altri paesi, soprattutto quelli di più antica penetrazione coloniale, conoscono molto bene il sistema dell’interscambio (nel bene e nel male, perché molte volte si tratta di puro e semplice imperialismo) con paesi distanti e dalle risorse complementari alle esigenze dell’industria europea, asiatica e americana. Per circoscrivere il fenomeno ai paesi di lingua inglese, già agli inizi del ‘700, dopo il trattato di Utrecht che segnava la fine della Guerra di Successione Spagnola, i paesi vincitori di un conflitto di portata mondiale (Inghilterra e Impero austriaco soprattutto) videro aumentare enormemente la loro influenza: negli altri

continenti l’una e in Europa l’altra. L’Inghilterra, a scapito di Francia e Spagna, ebbe compensi nel Nord America e in India, nelle Baleari e a Gibilterra. Inizia da qui anche la fortuna della lingua destinata a diventare il medium per eccellenza dei commerci e della marina mercantile, dall’America all’Australia, dal Sud Africa all’India. Nel 1709 si fusero le due compagnie Royal East India Company (la più antica) e la East India Chartered by Parliament, con notevole incremento dell’import-export verso i porti di India, Malesia e Cina, dove la rivalità con la Francia si manifestava anche con operazioni militari. Certo non si può parlare di globalizzazione nei termini tecnici con cui la intendiamo oggi, fra paesi interconnessi che hanno raggiunto una sostanziale dignità post-coloniale, si pensi ai cosiddetti BRIC, ma di incunaboli di quella internazionalizzazione destinata a creare le premesse per un mondo senza confini naturali e dai forti legami economici. Per amore della par condicio bisogna dire che anche la Francia, negli stessi anni della penetrazione in Louisiana e Canada, si interessa alla spartizione del Mogul Empire, partendo da Mauritius (1690) e da Réunion (1720), ottenendo

Pondichéry e più tardi, nel 1746, Madras, dove Dupleix divenne nababbo e vicerè del Deccan. Con la pace di Aix-laChapelle gli inglesi riottennero Madras in cambio di Louisburg in Canada. L’interesse si spostò poi verso il Bengala, dove Robert Clive vinse la battaglia di Plassey e in seguito fu fatto nawab con un appannaggio di 200.000 sterline. Dopo il trattato di Parigi del 1763 che poneva fine alla guerra dei 7 Anni, le stazioni commerciali francesi in India divennero “unfortified trading posts”, luoghi disarmati, e gli inglesi padroni dell’India dal Pakistan alla Malesia. Imperi in via di liquidazione erano quelli portoghese e spagnolo che tuttavia conservavano, oltre alle colonie africane, Macao e Timor il primo e le Filippine il secondo, insieme agli ampi possedimenti sud-americani coi quali Manila era collegata attraverso il porto di Panama. Una parte non troppo secondaria ebbero gli olandesi che dopo aver perso New York (Nuova Amsterdam ai tempi di Peter Stuyvesant) rivolsero il loro interesse verso le cosiddette Indie orientali, l’odierna Indonesia, osteggiando i portoghesi e scoprendo le coste dell’Australia e la terra di Van Diemen (Tasmania). Nel 1739 l’ammiraglio George Anson (1697-1762) con sei navi e 1000 uomini voleva sollevare una ribellione nelle colonie spagnole ma dopo una tempesta finì a Canton con una sola nave sopravvissuta, dove scrisse un Journal of a Voyage Round the World (1744).


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Speciale

Facciamo Chiarezza!

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iamo con Berardo D’Antonio e Alfredo Gerardini, del Giulianova Calcio. Qual è l’attuale configurazione societaria, e chi gestisce la parte tecnica ed economica? Ad oggi la società è quella uscente, è stata fatta la domanda di ripescaggio con l’apporto economico di chi era all’interno della società e di qualche nuovo sponsor. Adesso siamo fermi perché potrebbero cambiare programmi e impegni a seconda della categoria. Abbiamo allacciato molti contatti per cercare un coinvolgimento societario ma la situazione economica attuale è difficile. Le poche persone che hanno dato un assenso forniscono disponibilità a titolo di sponsor esterno, senza incarichi diretti. Situazione pesante e difficile, quindi? Indubbiamente la situazione è difficile e lo diciamo sempre a chi ha anche certe responsabilità. Abbiamo fatto sforzi evidenti e le difficoltà ci sono. Prendiamo atto che in questa città si ama molto far chiacchiere con pochi fatti. Di questo siamo amareggiati. Si parla di tutto fuorchè di calcio. Sarebbe meglio se si parlasse di calcio giocato. La vostra gestione sembra più corale rispetto al passato. Siamo partiti in ritardo lo scorso anno, quest’anno speriamo che il dirigente possa fare quello che in teoria gli debba competere. Puntiamo alla figura di un direttore sportivo con responsabilità ben definite. Un costo di questo tipo può essere coerente con le difficoltà economiche? Se il dirigente può svolgere il lavoro che gli compete il suo costo viene ripagato. L’organizzazione è complessa ed occorre qualità

dirigenziale. Tra l’altro, Giulianova ha un settore giovanile che altri non hanno. Per la passata stagione, qual è il bilancio tecnico – economico? E’ stato chiuso l’aspetto economico con tutti? Il campionato è costato circa 300 mila euro. Ci sono 2-3 mesi di rimborsi da ottemperare, e avevamo già detto a gennaio ai calciatori che li avremmo diluiti, e chi non ha potuto attendere ha cambiato società. Ci vorrà del tempo ma onoreremo entro l’annata come promesso. Per il prossimo anno saremo più attenti prima di iniziare. Dal punto di vista tecnico quali insegnamenti dall’anno passato? Puntammo a non prendere ex giocatori professionisti che temevamo snobbassero l’impegno. Abbiamo preso i migliori dilettanti che hanno fatto certamente bene. Il problema è che negli scontri diretti è mancata un po’ di personalità. Cito la partita in casa col Sulmona e anche con l’Imola. Ciò deve farci riflettere e chi dovrà scegliere i calciatori ne terrà conto. E’ mancata anche una certa dose di fortuna. Francia che per noi è stato importantissimo, negli scontri

diretti è mancato. E il centravanti Tarquini infortunato. Non vuol essere una giustificazione però…. Quest’anno ci sarà maggiore attenzione nella scelta dei giocatori. Ci sono reali possibilità di vedere il Giulianova in serie D? L’11 luglio è la data ultima di iscrizione alla D. In base al numero di società che non si iscriveranno riusciremo a capire se avremo possibilità. Nel ranking dei ripescaggi siamo circa a metà. Le caratteristiche richieste sono: il campo omologato e qui siamo carenti, perdiamo qualche posizione, poiché mancano alcune autorizzazioni (ndr antincendio) Meglio un piccolo campo omologato da 1000 persone piuttosto che il nostro Fadini così com’è. Ci sono norme che il nostro stadio non rispetta, alcune cose sono state fatte, altre no. Tutti i campi di quest’anno erano peggiori del nostro ma sono tutti omologati, anche un po’ all’italiana. Poi conta l’attività giovanile, che deve venire dalla scuola calcio, con punteggi che si acquisiscono sul numero dei campionati cui si partecipa. Anche qui bisogna dire che per 20 anni la scuola calcio è stata gestita da Emilio Della Penna con una società lega-


Giulianova Calcio

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Intervista esclusiva con Berardo D’Antonio di Daniele Adriani e Giancarlo De Falco e Alfredo Gerardini ta alla prima squadra. Oggi non è più logico che ci siano strutture separate ma per ora è così. Deve esserci la stessa matricola societaria ai fini FIGC, si dovrebbe perseguire l’unità. Rapporto con la tifoseria vive di momenti alti e bassi, quale importanza riveste per voi? E’ ovvio che per avere un seguito importante è necessario avere anche risultati, il passato campionato abbiamo avuto la sottoscrizione di circa 180 abbonamenti, tanti per la categoria, non molti per come conosciamo Giulianova. Per il prossimo ci potrebbe anche essere la possibilità di non avere la campagna abbonamenti lasciando la libertà ai tifosi di decidere quando e come seguire la squadra. Altra nota importante sui tifosi è legata al ripescaggio, poiché uno dei parametri è relativo al comportamento dei tifosi, aver avuto molte multe e la partita a porte chiuse ci pone indietro rispetto ad altre squadre dal punto di vista della cosìdetta Coppa Disciplina. Oggi e nel futuro le società che vorranno ambire a categorie importanti dovranno avere un pubblico che collabori affinchè non vengano perse risorse importanti attraverso le penalizzazioni, che sono sempre più pesanti. Pensate che in

serie D le multe che si prendono sono triplicate perché non c’è tolleranza se non si rispettano le norme. Per fare un esempio, la Samb ha perso 120mila euro d’incasso per 4 partite a porte chiuse. Sarebbe utile una figura di dirigente, alla Tiberio Orsini, in grado di catalizzare tutte le componenti? Nessuno di noi ha l’ambizione di essere il calcio a Giulianova, Noi siamo qui perché cerchiamo di sviluppare quest’idea di fare calcio un po’ differente, che si avvicina magari a quella di una volta, con tutti i difetti che abbiamo e anche alcuni errori. Diversa da ciò che vediamo intorno a noi, dove ognuno coltiva il proprio orticello e toglie forza al progetto pilota della comunità calcio. Sulla stampa escono alcuni nomi di dirigenti, ad oggi cosa c’è di vero? Se ci fosse una cordata concreta, non ci sarebbe nessun problema. Non possiamo certo correr dietro alle voci. Accade che quando ci sono 2-3 mesi di assenza di calcio giocato si mettono in giro cose poco reali. Noi abbiamo sempre aperto a chiunque abbia cose da dire e da fare. Saremmo felici se ci fossero cordate o nuovi dirigenti con un progetto tecnico che sia vicino al nostro modo di fare calcio a Giulianova. Siamo espressione di un piccolo gruppo di imprenditori e professionisti, e va sottolineato il fatto che lo scorso anno avremmo dovuto fare la Promozione e magari neanche vincerla. Oggi c’è un anno di lavoro svolto, non siamo più a zero, e con la possibilità di fare 2 categorie superiori se andassimo in D, che il

sul sito www.giuliaviva.it il video completo dell’intervista prossimo anno sarà in pratica la vecchia C2. Il Settore giovanile, a Giulianova, è diviso, tra la società del dott. D’Archivio e il Giulianova Calcio. C’è possibilità di soluzione per avere un unico settore giovanile di qualità? Ci siamo lasciati col dott. D’Archivio che non c’è secondo loro la condizione al momento di fare un’unione. Hanno chiesto tempo per metabolizzare quella che potrebbe definirsi fusione e ci rivedremo a dicembre. Il discorso è che tutto il settore giovanile deve essere il serbatoio della prima squadra. Se entro l’anno non si raggiungerà un accordo ognuno prenderà le strade che riterrà più opportune. Il Giulianova Calcio non può rimanere scoperto. Sognando anche una C, la Federazione pretende la partecipazione di 7 squadre giovanili. Lo sconosciuto San Colombano, ad esempio, è il primo tra le potenziale squadre ripescabili. Fa una grande attività giovanile che genera punteggio nelle graduatorie FIGC. In Federazione abbiamo ancora molti ammiratori, ma oggi a Giulianova viviamo forse un po’ troppo di ricordi. La storia è importante ma va anche attualizzata. Momento difficile certo, occorre realismo per il futuro. L’anno scorso siamo stati un po’ troppo sognatori ora saremo realisti. Il budget è sempre lo stesso, che si traduce in 5-6 giocatori buoni e il resto da settore giovanile. Tra D e Eccellenza ci sono 50mila euro di differenza. Molto dipende anche dall’apporto che darà la città.


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Interferenze Artistiche

L’arte di Gustav Klimt di Stefania Sacchini

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ade il 14 luglio il 151° anniversario dalla nascita dell’artista viennese Gustav Klimt che nel 1918, di ritorno da un viaggio a Roma, viene colpito da un ictus e viene ricoverato subito in ospedale dove rimane fino alla morte, avvenuta il 6 febbraio dello stesso anno. Durante la convalescenza riceve la visita di Egon Schiele, suo amico e grande ammiratore della sua arte. Comincia così il film Klimt (2006), interpretato da John Malkovich e diretto dal regista cileno Raùl Ruiz (Il tempo ritrovato 1999, La recta provincia 2007), che non a caso, per i primi minuti si sofferma su un quadro raffigurante una donna con in mano un serpente, dal titolo Medicina. Mentre Schiele è al capezzale di Klimt, si avvicina allo specchio sovrastante il letto e si ritrova catapultato indietro nel tempo, a quando l’artista dell’Art Nouveau frequenta il caffè della capitale austriaca insieme ad altri artisti, al mecenate

ebreo August Lederer e a sua moglie Serena. Il pittore è legato alla giovane e bella Emilie Flöge, anch’essa artista affermata, ma non esita ad incontrarsi con altre donne, per prime le modelle che posano per lui. In seguito alla presentazione di un filmato che lo ritrae intento a dipingere uno dei suoi capolavori, conosce il segretario del circolo culturale viennese, che lo guida in tutte le fasi della sua arte, il regista George Méliés, autore del filmato stesso, e la conturbante attrice Lea De Castro che lo affascina al punto da recarsi nella sua casa/teatro. Klimt ha un’avventura con la donna e da qui in poi la ritrae spesso nei suoi quadri, che sono fortemente sensuali. I flashback continuano con una mostra in cui appaiono numerose opere del pittore il cui elemento chiave è la figura femminile. Le donne sono personaggi della vita quotidiana dipinte con acconciature vaporose e trucco pesante o vengono rappresentate come femmes fatales, tema molto in voga agli inizi del ‘900. In Klimt prevalgono il simbolo,

l’evocazione, la linea elegante, morbida e sinuosa, l’accostamento dei colori e il preziosismo, in particolare l’utilizzo della foglia d’oro. Il trionfo della sua arte arriva con la premiazione all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900 e coincide con l’adesione alla Secessione Viennese che favorisce lo sviluppo di diversi stili artistici, come la stessa Art Nouveau. Il film di Ruiz è una pellicola biografica che prende spunto dall’interesse di Klimt per l’universo femminile, al punto da prevalere sull’arte. Nonostante questo c’è da dire che alcuni fotogrammi, come quello della nevicata di foglie d’oro all’interno dello studio dell’artista, è rappresentativo per l’opera del pittore viennese. Il lungometraggio riesce a dare una lettura abbastanza aderente al personaggio, ci sono delle lacune stilistiche e pittoriche che potevano essere risolte diversamente, ma la figura dell’artista austriaco combacia piuttosto bene con il ritratto eseguito da Ruiz.


Dove Cosa Quando Prime visioni

di Stefania Sacchini

Wolverine Logan/Wolverine è alle prese con una donna giapponese che lo fa innamorare e poi fugge nel suo Paese d’origine. Dopo averla seguita scopre che, in realtà, è sposata con un componente dell’autorevole clan Yazuka. Inizia così una guerra senza esclusione di colpi in cui l’eroe dovrà vedersela con una pericolosa setta di samurai. Wolverine – L’immortale è il seguito di X-Men le origini –Wolverine, è diretto da James Mangold ed interpretato da Hugh Jackman, Naturi Naughton, Kelly Hu, Ken Watanabe, Will Yun Lee, Brian Tee, Hiroyuki Sanada, Hal Yamanouchi, Tao Okamoto, Rila Fukushima, Svetlana Khodchenkova. In programmazione dall’25 luglio.

Concerti mostre ed eventi Presentazione al MAS Il Museo dello Splendore organizza per sabato 20 luglio 2013 alle ore 18.00 la presentazione del libro Una vita breve – La guerra a Cortina e sul Grappa di Giorgio Romani, eroe abruzzese scritto da Grazia Romani, giuliese e nipote del torricellese Giorgio Romani, avvocato-tenente, morto nella prima guerra mondiale, nel 1917. Interverranno Andrea Palandrani, storico e l’autrice del volume.

Giulianova Sound Festival

Versi verso il mare 6a edizione Il Circolo virtuoso Il nome della Rosa, presenta Venerdì 19 luglio alle ore 21,30 in Piazza Buozzi a Giulianova Alta, la 6a edizione di “Versi verso il mare” “UN AMORE DIETRO LE QUINTE” Ovvero Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio. Monologo di Vincenzo Di Bonaventura

Zucchero alla Civitella di Chieti Zucchero sarà in concerto a Chieti il prossimo 22 luglio all’Arena Civitella in via Pianelli 1, porterà in città il tour legato all’ultimo album “La sesión cubana”.

Tesori di Fattoria a Giulianova Per la prima edizione del Giulianova Sound festival, appuntamento venerdì 19 luglio con gli SPYRO GYRA, band di riferimento della jazz fusion internazionale. Nella seconda serata sabato 20 luglio “si salta” con i salentini SUD SOUND SYSTEM, i pionieri del raggamuffin italiano, con band al completo. Si chiude lunedì 22 luglio con le contaminazioni progressive dei TRIBAL TECH. Parco Chico Mendes, Giulianova lido. Inizio concerti h 21:30. Info al 348 5546 337 - 339 2480 922 - 339 5039 175

La Confederazione italiana agricoltori (Cia) della Provincia di Teramo organizza dal 19 al 21 luglio la 12a edizione di Tesori di Fattoria - Festa dell’agricoltura. Lo scopo della manifestazione è quello di promuovere e valorizzare i prodotti tipici teramani. Il programma prevede mostra mercato e degustazione dei prodotti tipici,

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Le bugie nel carrello Titolo: Le bugie nel carrello Autore: Dario Bressanini Casa editrice: Chiarelettere

Pagine: 208 Prezzo: € 12,60 «Entrare in un supermercato, soffermarsi sulle etichette dei prodotti, sfatare miti, leggende e i trucchi del marketing… Questo libro cerca di rispondere alle domande che il consumatore si pone davanti agli scaffali» (Dario Bressanini). Cos’è esattamente il Kamut®? Perché è meglio non mangiare troppo tonno? Le patate al selenio fanno bene alla salute? La mortadella 100 per cento naturale esiste davvero? Dario Bressanini ci accompagna tra gli scaffali di un supermercato immaginario e ci aiuta a capire cosa raccontano, e cosa nascondono, le etichette dei prodotti che acquistiamo. Scopriremo, tra l’altro, che l’equazione “naturale… buono” è uno dei pregiudizi più radicati e più usati dalla pubblicità, che un prodotto che l’etichetta descrive come a “chimica zero” i conservanti li contiene, che il prezzo di una bottiglia di vino ne influenza l’apprezzamento e che il tonno più buono non si taglia con un grissino.

Pubblica utilità Farmacie di turno 15/21 luglio Farmacia Del Vomano 22/28 luglio Farmacia Marcelli 29/4 agosto Farmacia Ielo Guardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362 Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201 Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366 118 085.8020442 / 085.8020373 Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733 Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816 Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)


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Primo e Secondo

Piatta ma non banale di Paolo Di Gregorio

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olevo dedicare questo spazio concessomi dalla redazione di GiuliaViva ad un pesce al quale noi giuliesi dobbiamo molto, la sogliola. Pesce piatto che vive sul fondale marino del Mediterraneo, del Mar del Nord e del Pacifico, caratterizzato da un dorso scuro che serve per mimetizzarsi da altri predatori. La sogliola viene molto pescata nel nostro mar Adriatico e la si riconosce per le dimensioni più piccole rispetto a quelle oceaniche e da una macchia nera presente al centro della pinna pettorale. Le sogliole nostrane sono molto più pregiate di quelle di importazione visto che godono di carni più morbide e sapide. Fortunatamente tale varietà di pesce non risente di una stagionalità marcata durante il corso dell’anno. Molto spesso la sogliola viene snobbata dai grandi chef e dai gastrofighetti (che brutta parola!) ma dal

punto di vista nutrizionale non deve essere sottovalutata. È un pesce molto magro, dall’alto valore nutritivo poiché ricco di proteine, vitamine e sali minerali; molto digeribile. Personalmente ogni volta che mangio una sogliola rivive in me il ricordo di mia nonna Lucia, che dopo averle preparate alla griglia e pazientemente diliscate era costretta a imboccarmele seduto sulla vespa bianca di mio padre. Nel nostro ristorante proponiamo la sogliola in vari modi: negli antipasti cotta al vapore, nelle preparazioni di condimenti per i primi oppure tra i secondi, dove non può mancare nel classico brodetto alla giuliese. Spesso con la sogliola riesco a soddisfare bambini che mangiano mal volentieri il pesce, facendola in guazzetto leggero, oppure al forno con patate e, nei casi più disperati, panate e fritte perché visivamente ricordano i bastoncini di pesce di una nota marca industriale che ahimè le loro madri gli propinano a casa . Insomma la sogliola è proprio un passepartout per la buona cucina di mare, ad essa sono grato, tant’è che qualche tempo fa le abbiamo dedi-

cato una serata a tema con un menù di sei portate tutte a base di sogliola; ed è lì che, studiando il menù, ho pensato alla sogliola come ad una bella donna (sic!), come ad Audrey Hepburn: piatta ma non banale. La ricetta che proponiamo è un piatto di quella bella serata: filetti di sogliola all’arancia.

Filetti di sogliola all’arancia Ingredienti per quattro persone 600 grammi di filetti di sogliola, 2 carote, 1 costa di sedano, 1 bicchiere di vino bianco, 1 cucchiaio di amido di mais, 2 arance non trattate, 1 ciuffo di prezzemolo, sale e pepe. In una pirofila versare il vino bianco, 2 cucchiai di acqua e aggiustare di sale e di pepe, poi adagiare i filetti di sogliola. Aggiungere il sedano e le carote, tagliate sottili, ed infornare a 180° per circa 5 minuti. Nel frattempo spremere le arance e conservare il succo. Sfornare i filetti di sogliola e toglierli dalla pirofila, recuperare il fondo di cottura, aggiunger l’amido di mais sciolto nel succo di arancia e far addensare sul fuoco. Versare il composto sui filetti ed infornare per altri 7 minuti. Servire i filetti ben caldi, decorandoli con fette sottili di arancia.


A tutto sport

GiuliaViva anno III n.14

Con Francesco Ettorre vicepresidente FIV

sul nostro sito www.giuliaviva.it il filmato dell’intervista spiti del Circolo Nautico Vincenzo Migliori, siamo con Francesco Ettorre, vice presidente nazionale della Federazione Italiana Vela (FIV). Come è nata la tua passione per la vela? E’ nata molti anni fa, avevo circa 10 anni e non era difficile avvicinarsi allo sport della vela in un territorio come il nostro dove ci sono realtà che ne invogliano la pratica. Ho iniziato con dei corsi qui al Circolo Nautico e poi è maturata una passione viscerale, prima agonistica e poi dirigenziale. Qual è il tuo ruolo all’interno della Federazione? Dal 19 gennaio sono stato eletto vice presidente nazionale della FIV, un riconoscimento enorme sia per responsabilità che per impegno, che mi porta a star fuori Giulianova molto tempo, ad occuparmi di ciò che riguarda sia la preparazione olimpica

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che aspetti dell’amministrazione. Come è nato a livello nazionale il progetto Vela Scuola? E’ nato da una nostra idea del 2007, messa in pratica anche con l’accreditamento al ministero dell’Istruzione, per poter introdurre la vela nel mondo della scuola. Per le sue modalità è certo uno sport difficile da portare verso le grandi masse, ed allora abbiamo pensato di portarlo nelle scuole utilizzando i simulatori ed i nostri migliori istruttori, che avvicinano al primo contatto giovani fino ai 17 anni. Ci tengo a precisare che tutto il progetto, dalla fase progettuale a quella pratica è realizzato a Giulianova, voglio citare anche i disegni di Marco Lacomba. E’ un riconoscimento a Giulianova da parte di tutto il territorio nazionale. Come si svolge il progetto, e con quali risposte? Grandi consensi, con grande sforzo del sodalizio. All’interno degli orari scolastici, sono stati coinvolti 400 ragazzi di scuole elementari e medie in un progetto che guarda non solo l’andare in barca ma anche al rispetto del mare. LaVela come sport di élite. E’ancora così? Fare un corso di vela oggi ha costi irrisori. Una settimana va dai 50 ai 150 euro. Lasciando da parte la Coppa America, ci occupiamo della pratica a livelli di base, per insegnare a ragazzi di 6 anni ad amare il mare. Occorre molta passione (e fatica) per praticare questo sport? E’ faticoso perché si fa tutto

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di Pietro Carrozzieri

l’anno, non solo in estate, anche in condizioni non ideali. Per praticarlo occorre qualcosa in più, e la voglia può scaturire unicamente da una grande passione. Progetti per il futuro? A livello locale il Circolo ed altre realtà stanno spingendo molto per divulgare la pratica della vela, anche con iniziative mirate ad avvicinare la città di Giulianova al mondo della nautica, con attività di primo piano. Con tecnici nazionali c’è anche un progetto legato alla disabilità, una sorta di fiore

all’occhiello. A livello nazionale, i miei progetti sono legati al quadriennio olimpico, ad una squadra rinnovata dopo Londra, con l’obiettivo di dare un contributo per portare una rappresentativa forte a Rio 2016. Chiudiamo con un appello. Cosa deve fare chi volesse praticare questo sport? I riferimenti sono il Circolo Nautico Migliori e la Lega Navale di Giulianova. Sono le due società affiliate alla Federazione che danno la sicurezza di avere un istruttore qualificato. I corsi sono settimanali e danno per tutto il periodo estivo la possibilità di avvicinarsi a questo bellissimo sport.


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GiuliaViva anno III n.14

Inviateci le vostre lettere, segnalazioni o foto a: ditelo@giuliaviva.it

Cittadini di serie B Gentile redazione, abito nel quartiere Annunziata disprezzato e dimenticato da tutti (in particolare dall’Amministrazione comunale). Quest’anno, inoltre, non possiamo neanche andare al mare nella nostra zona (lungomare sud) e farci il bagno, perché l’arenile è un completo tappeto di pietre grandi e scivolose. Questo tratto di spiaggia si pensa solo a usarlo come “spiaggia per cani” e non per le persone. Contano più i cani che le persone...! Siamo tutti cittadini di Giulianova (Bandiera Blu...) o ci sono cittadini di serie A (come quelli del centro, che hanno spiagge pulite) e cittadini di serie B? E’ così difficile rimuovere queste pietre dalla spiaggia e dare a tutti la possibilità di godere del mare e del sole della spiaggia libera?! Attendiamo urgenti provvedimenti. G. P.

Ditelo@GiuliaViva.it Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

Canale a mare

Gentile direttore di GiuliaViva, rendo noto, purtroppo, che il canale a mare, posto tra lo stabilimento Malibù e quello del Caprice ancora una volta provoca serie preoccupazioni ai balneatori, sia per la loro sicurezza che per l’immagine negativa della spiaggia. Siete pregati cortesemente di andare a verificare personalmente, così noterete i paletti e il nastro per segnalare il pericolo, che non sono stati messi da chi dovrebbe, ma dal coscienzioso Dino del Malibù! Perchè ogni anno dobbiamo subire queste vergognose e pericolose situazioni, soprattutto noi che paghiamo regolari tasse oltre ai normali servizi balneari? Siamo molto preoccupati e arrabbiati..Grazie per l’attenzione. Lettera firmata

Marcatura a uomo per il Campo Castrum Lunedì 8 luglio il consiglio comunale ha approvato la proposta di ristrutturazione del “Campo Castrum“. E’ una buona notizia, un primo atto che allieta tutti gli amanti del calcio. Tuttavia, caro Sindaco, io sono ligio al famoso motto calcistico che recita “La partita termina quando, con il triplice fischio, l’arbitro ne sancisce la fine”, pertanto continuerò ad esercitare la mia marcatura” a uomo” fino a quando non saranno ultimati i lavori. Giancarlo De Falco

A proposito di bivacchi A che serve un’ordinanza se poi nessuno la rispetta? Il sindaco aveva detto che sarebbe stato vietato bere, mangiare, fumare, togliersi le scarpe e fare un sacco di altre cose nei luoghi pubblici compresa la stazione. Giorni fa non riuscivo neppure a raggiungere i binari perché uomini, donne

e bambini senza dimora (sempre i soliti) avevano apparecchiato per terra all’ingresso della stazione, e stavano sdraiati per terra a mangiare e bere. Ed è una cosa che succede tutti i giorni, a qualunque ora. A cosa servono allora i divieti? Email firmata


Un Museo tutto da scoprire di Marialuisa De Santis Il Museo d’Arte dello Splendore, collocato in uno dei punti più panoramici di Giulianova alta, nasce nel 1997 dalla ristrutturazione sapiente di una parte dell’antico studentato di teologia del Convento dei Frati Cappuccini di Giulianova, adiacente il Santuario della Madonna dello Splendore. Al piano terra del Museo, in quelli che una volta erano i locali della cucina, delle dispense e del refettorio, è possibile vedere alcune delle moltissime opere del Convento e della Chiesa di Santa Chiara di L’Aquila, trasferite a Giulianova dopo il terribile terremoto del 6 aprile 2009. Alcune di queste tele, come ad esempio la Visitazione di scuola raffaellesca, sono state già sottoposte a restauro. È possibile inoltre vedere anche antichi ostensori, calici e suppellettili diverse come ad esempio. borse adoperate, un tempo, dai frati cappuccini per la questua o per i libri. Al secondo piano, dove si trovavano le celle degli studenti, fino al 14 agosto, sono state ordinate le opere realizzate da 27 artisti provenienti da diverse regioni italiane che nel gennaio scorso hanno partecipato ad un seminario di studi sull’arte sacra. La manifestazione che fa parte del Progetto culturale della

Piazza Bella Piazza Venerdì 26 luglio Piazza C. A. Dalla Chiesa ex Mercato Coperto Per organizzare questa serata di festa e far suonare gruppi di giovani musicisti, non usufruiamo di finanziamenti pubblici. Questa e altre iniziative di interesse collettivo le sosteniamo con una lotteria di autofinanziamento. Questi i premi: 1. Bicicletta elettrica marca Bottecchia BE2 26”; 2. Week-end in una capitale europea o buono viaggio del valore di € 500,00 ; 3. TVC 32’’ LED marca Samsung; 4. Pacchetto “benessere” del valore di € 250,00 5. Rolando Robot per la pulizia della casa; 6. Tablet 7” WIFI marca Samsung; 7. Fotocamera digitale Nikon S 2500 12 M Pixel; 8. Lettore mp3 Man 4gb;

Potete contribuire, acquistando i biglietti della lotteria – costo 1 euro - presso i seguenti esercizi: Conferenza Episcopale Italiana, è giunta alla sua terza edizione. Il titolo della mostra di quest’anno è Credere la luce 3: dalle forme della preghiera a quelle dell’arte. Gli artisti si sono espressi declinando in maniera estremamente diversificata il loro rapporto con la preghiera, quindi si potranno ammirare opere di figurazione tradizionale, fotografie, installazioni. Per renderne più semplice la lettura, ogni opera è stata corredata da una scheda esplicativa. È possibile acquistare anche il catalogo della mostra che contiene gli interessantissimi interventi dei relatori che hanno dato vita al seminario del gennaio scorso. Il terzo piano, vecchia soffitta rialzata con suggestive capriate in legno, ospita una parte della preziosa collezione di opere di paesaggio napoletano, donate alla città di Giulianova, assieme ai volumi di una ricca biblioteca e al palazzo di famiglia, dallo storico dell’arte giuliese Vincenzo Bindi morto nel 1928. Il terzo piano riserva anche un’altra sorpresa: una meravigliosa terrazza che fa comprendere perché proprio Vincenzo Bindi definì la sua città “la Posillipo d’Abruzzo”. Il Museo è aperto dal martedì alla domenica, dalle 17 alle 20. L’ingresso è gratuito ed è possibile chiedere di essere accompagnati nella visita.

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