GiuliaViva Anno III numero 4 del 23 febbraio 2013

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Anno III numero 4 del 23 febbraio 2013

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Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

C’era una volta ...

Intervista a pag 8 e 9 con Furio di Teodoro ed Enzo Vasanella, emozioni e ricordi dell’indimenticabile compagnia instabile giuliese.

Ultim’ora

Bocciato il 70% di una Variante sbagliata La SUP blocca la cementificazione di collina e campagna. art. a pag. 6 e 7


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Istantanee giuliesi

L’appello al voto alla vigilia di una scadenza elettorale è sempre molto importante, ma credo lo sia ancora di più in questa occasione. Gli Italiani, attanagliati da una grave crisi economica, che ha portato ad un progressivo impoverimento della nostra economia e di conseguenza di milioni di famiglie, sono portati a scaricare le loro difficoltà e il loro malessere sulla politica, mostrandosi sempre più delusi da essa e dai partiti che la rappresentano e accrescendo la disaffezione verso l’esercizio della democrazia, non esercitando il diritto al voto; il numero degli astenuti nelle ultime tornate elettorali lo dimostra con chiarezza. Certo, il momento non è tale da consentirci di tornare a sperare in un futuro migliore molto prossimo, ma è necessario che tutti prendiamo coscienza della necessità di un impegno individuale sempre più serio e responsabile perché questo è l’unico modo che abbiamo per poter far sentire la nostra voce e il nostro sconcerto per le troppe cose che non vanno in questo nostro Paese. Il voto del 24 e 25 febbraio è un momento per tutti noi di grande partecipazione al governo della cosa pubblica. Guardiamo con attenzione al panorama politico che ci circonda, ascoltiamo le proposte dei candidati, ragioniamoci sopra e riflettiamo su di esse, solo allora potremo dare la nostra fiducia a coloro che sapranno tutelare la moralità nella vita pubblica, la giustizia sociale, il lavoro, la scuola, il welfare e l’ambiente. Andiamo a votare ed invitiamo familiari, amici e conoscenti a fare altrettanto. Ridiamo con la nostra scelta e il nostro voto speranza all’Italia. Antonio D’Eugenio

“29 Giugno”Giovani

Dell’inopportuna e immotivata soppressione di “GiugnoGiovani” abbiamo avuto modo di parlare, e più di una volta, nel recente passato. Della sua improvvisa e improvvisata resurrezione ha invece informato nei giorni scorsi l’amministrazione comunale, con un’enfasi a dir poco esagerata per un appuntamento che torna in scena limitato nel programma e nell’impegno finanziario. Spalmato di norma su buona parte del mese di giugno, il calendario della manifestazione si è infatti ritrovato questa volta tristemente compresso in tempi (una sola giornata, il 29 giugno) e luoghi (il parco Chico Mendes). “Tempi difficili”, si è giustificato Mastromauro: per i giovani ancora di più.

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Pagherà Pantalone?

Lievita a 380 mila euro la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla ditta “Sonorica” per la vicenda del contratto per la trasmissione, sui lungomare, di pubblicità e comunicazione istituzionale (ovvero la consueta propaganda). La vicenda risale all’estate 2011, con il contratto dapprima sottoscritto e successivamente revocato dal Comune di Giulianova, quando era già iniziata, però, l’installazione degli impianti da parte di Sonorica. All’iniziale richiesta di 60mila euro, la ditta ha adesso aggiunto altri 320mila euro circa, a compensazione dei mancati introiti per i successivi sette anni della convenzione. Un’altra evitabilissima spada di Damocle che incombe minacciosa sulle nostre tasche.

Novità editoriale L’associazione editrice “Giulianova Media & Communications” comunica l’imminente avvio di una rubrica di informazione e commento sulle vicende della vita pubblica locale a cura di Franco Arboretti.

L’appuntamento, settimanale, verrà diffuso sul sito www. giuliaviva.it, sui canali web video e sui maggiori social network. Ulteriori informazioni nei prossimi numeri di GiuliaViva.


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Fatti ...

Viaggio nelle istituzioni / 1: il Consiglio comunale

Discussione: esame accurato di un argomento svolto da due o più individui che esprimono la loro opinione. Non è una lezione di lingua italiana, ma un banale richiamo al significato di una parola, “discutere”, divenuta quasi impronunciabile all’interno del Consiglio comunale giuliese. A chi assiste in aula o segue in altro modo lo svolgersi delle assisi civiche non sarà certamente sfuggito come si stia facendo strada fra le fila dei consiglieri (e con il sostegno di parte degli organi d’informazione) un senso di fastidio, sufficienza, malsopportazione verso quei colleghi che, a suon di interventi argomentati, danno prova di interpretare il proprio ruolo ben al di là della semplice occupazione di una poltrona. Criticare, polemizza-

re, motivare, proporre (ovvero tutto ciò che ci si dovrebbe normalmente aspettare da un Consigliere comunale), sono verbi che appartengono sempre meno a buona parte degli eletti, non si capisce se per inconsapevolezza del proprio delicatissimo ruolo o per una colpevole superficialità nel prepararsi ad affrontare gli argomenti volta per volta inseriti all’ordine del giorno. Come se ciò non bastasse, forse convinti di essere semplici passacarte dell’amministrazione cittadina, chiamati a rapide ed acritiche ratifiche di quanto approvato in giunta, non pochi fra i consiglieri lamentano le “lungaggini” di certi interventi (per lo più quelli del consigliere Arboretti, ndr), quasi che la discussione in sede consiliare anzichè dettata dal sacrosanto diritto di sostenere il proprio punto di vista, dovesse essere scandita dalla maggiore o minor fretta di chiudere la seduta. E quasi che ascoltare, criticare, controbattere non facesse parte

di Paolo Innocenti

degli obblighi assunti nei confronti dei cittadini. Stupisce che ad attestarsi su simili posizioni, ai limiti del rispetto democratico, siano i capigruppo dei due partiti principali (Andrenacci e Rota) nonchè un ex vicesindaco plurieletto (Di Carlo) che delle prerogative e dei doveri di chi entra in Consiglio, dovrebbero vantare approfondita conoscenza e notevole esperienza. Se poi il tempo trascorso a discutere all’interno della sala consiliare pesa come un macigno e risulta insopportabilmente insostenibile, una semplice lettera di dimissioni può rapidamente ed efficacemente risolvere il problema: si sentirebbero forse traditi gli elettori, ma per gli interessati il sollievo sarebbe pressoché immediato. L’alternativa, liberamente accettata, è solamente una: rimanere al proprio posto riservando idee, parole e spirito polemico non alla richiesta di sveltire i lavori, ma ad un confronto politico troppe volte scadente proprio per mancanza di argomentazioni da parte di tanti protagonisti. Senza dimenticare che candidarsi ad un posto in Consiglio non è un’imposizione, ma una libera scelta e che accettando di sedervi si accettano anche, liberamente, sedute lunghe, impegnative, faticose, snervanti. Non si chiama perdita di tempo: si chiama democrazia.


... in primo piano

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Giulianova. Partono i Comitati di quartiere. Forse? Tra un po’? di Raffaele Di Marcello Ovvero “Storia di una partecipazione popolare molto annunciata e poco applicata”. (seconda parte) Dopo la sospensione delle elezioni per i Comitati di Quartiere, avvenuta nel 2010, servono ben due anni per avere notizie in merito; infatti solo nel febbraio del 2012, il sindaco, in risposta ad alcune critiche mosse dal Cittadino Governante sul sondaggio deliberativo, avviato in quel periodo a cura dell’associazione DEMOS, affermava “...molto altro accadrà nelle prossime settimane per favorire ancor più la partecipazione popolare; sarà portato all’attenzione del Consiglio Comunale il regolamento della partecipazione, la cui bozza è già pronta, che normerà tutti gli strumenti previsti nello statuto. È vero, c’è stato un ritardo nell’attuazione dei comitati di quartiere ma l’approvazione del regolamento consentirà a Giulianova di diventare una città modello dal punto di vista della partecipazione.” Le settimane, però, diventano mesi, e, finalmente, con delibera di consiglio n. 45 del 18/07/2012, il Comune approva il “Regolamento

per la partecipazione popolare”, di cui, però, ad oggi, non c’è traccia sul sito web istituzionale, dove si può trovare solo il “Regolamento di istituzione e funzionamento dei comitati di quartiere” approvato con la citata delibera n. 61 del 2009. La partecipazione dei cittadini è evidentemente un chiodo fisso di questa amministrazione, visto che continuano a susseguirsi i provvedimenti e, dopo l’approvazione del Regolamento per la partecipazione popolare, la Giunta, con atto n. 190 del 12/11/2012, fornisce gli indirizzi per un “Progetto per l’attuazione degli istituti di partecipazione popolare 2012-2013 DELIBERIAMOCI ANCORA”, dando indirizzo al Dirigente Area 1a – Servizi Interni - affinché provveda a “porre in essere tutti gli atti necessari per l’individuazione di un soggetto terzo avente strumenti specialistici

necessari per la realizzazione di un ulteriore s o n d a g g i o deliberativo per l’attuazione dei Progetti per gli anni 2012 e 2013 che, nello specifico, risultano essere I Comitati di Quartiere, l’Albo delle Associazioni e le Consulte di settore, fermo restando che le eventuali spese, una volta definite, verranno collocate su apposite poste di bilancio”. Con successiva determina di impegno di spesa, il dirigente della Prima Area conferisce specifico incarico, per l’attuazione del progetto di cui sopra, all’associazione DEMOS, che aveva già portato avanti l’esperienza del sondaggio deliberativo. Dopo più di tre anni, quindi, si incomincia a intravedere uno spiraglio di luce nell’intricata matassa di delibere e provvedimenti che, ad oggi, ha prodotto solo carta e una timida esperienza di partecipazione. Scriveremo presto la terza parte di questa lunga storia, sperando che, nel frattempo, le “pagine” relative alla partecipazione le scrivano tutti i cittadini.


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Parliamone

La variante dimezzata di Franco Arboretti Ci son voluti circa sei anni per completare l’iter della Variante per poi essere suggellati da una fine ingloriosa: la Sezione di Urbanistica Provinciale (SUP) ha stralciato ben 601.995 mq. di territorio degli 857.000 su cui era stata prevista edificabilità residenziale e produttiva per non conformità al Piano Territoriale Provinciale. Inoltre ha prescritto che: i crinali di Via Colledoro e Via Amendola rimangano liberi da costruzioni; per la collina nord occorra definire un nuovo Piano Attuativo rispettoso del paesaggio; siano eliminate le due nuove zone residenziali in campagna (Via Colledoro di 55.000 mq. e Via Cupa di 60.000 mq.); debbano essere salvaguardate (non alienate) le aree ottenute in cessione gratuita dal Comune per verde e impianti sportivi pubblici). Dopo l’invio della Variante alla Provincia, la SUP nel 2011 rimise al Comune una relazione in cui prescriveva di modificare radicalmente l’impostazione del nuovo strumento urbanistico o di motivare adeguatamente l’alto consumo di territorio e gli impattanti interventi in ambito agricolo e nelle aree di interesse paesaggistico. L’amministrazione comunale ha voluto tirar diritto, adducendo tra l’altro motivazioni peregrine, ed è finita rovinosamente contro il muro. Sono anni che diciamo che la Va-

riante era stata sbagliata sia nei contenuti che nella procedura. Come Cittadino Governante ci siamo adoperati in tutti i modi, a partire dalla fase preadozione nel 2007, per offrire costruttivamente indicazioni e proposte (inizialmente il documento sull’urbanistica giuliese, poi le 23 osservazioni alla Variante, successivamente le osservazioni al Rapporto Ambientale della VAS, infine i 17 emendamenti alle controdeduzioni alla SUP del novembre scorso) che facessero desistere dalla scelta di un’urbanistica incline alla speculazione edilizia e poco attenta agli interessi generali, in definitiva devastante per il territorio giuliese. Non c’è stata possibilità di dialogo, ben poco delle numerosissime proposte da noi avanzate è stato accettato dagli amministratori. L’ostinazione, l’arroccamento e l’arroganza hanno prevalso. Ma i fatti ci hanno dato ragione. E così, prima la Giunta ha dovuto effettuare la VAS (dopo aver bocciato nel 2009 la nostra osservazione

Bloccata la cementificazione di collina e campagna che la proponeva) ed ora deve incassare questa sonora battuta d’arresto. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. I cittadini giustamente in attesa di una risposta per la prima casa o per migliorare una struttura ricettiva o iniziare un’attività economica hanno dovuto attendere anni per errori procedurali; quelli illusi hanno dovuto pagare, beffardamente, anche l’ICI o l’IMU per poi rimanere senza diritti edificatori; il Comune ora dovrà rimborsare l’IMU e l’ICI percepite indebitamente. La città comunque può tirare un sospiro di sollievo.


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Tagliati dalla SUP 600.000 mq. di terreni previsti come edificabili. Il Comune dovrà rimborsare ICI e IMU ai proprietari delle aree. La Variante che vedrà la luce non è stimoniano i famosi passaggi sulla la variante che servirebbe alla città “osservazione 212” di Colleranesco Dopo un iter durato sei –ad esempio, è ancora molto so- e sul caso “Mustaccio”. anni la Variante si convradimensionata nel residenziale, Occorrerà tornare al più presto sul clude ingloriosamente fa perdere il parco sul “cannocchiale PRG per valorizzare le peculiarità verde” - però causerà meno danni del territorio giuliese, rendendo dedi quelli che ci sarebbero stati se un finitivamente Giulianova una città ente sovracomunale non avesse fat- ancora più bella e vivibile, con una to valere, finalmente, i principi del florida economia sostenibile e con buon governo del territorio ed il ri- le necessarie infrastrutture per una spetto delle norme che lo tutelano. moderna mobilità sostenibile. Complessivamente, però, aggiunge Ma questo potrà farlo solo una una nota stonata al Piano Regolatore nuova classe dirigente, in grado di vigente, non in sintonia con i tempi e sintonizzarsi con le concezioni più con i bisogni veri della città. avanzate dell’urbanistica che conLa Variante ha fatto perdere tempo siderano la città come un bene coe soldi pubblici: le poche cose positi- mune in grado di ospitare al meglio ve presenti si potevano fare in molto la comunità che la abita e di turisti meno tempo e spendendo meno. che la visitano. La sua legittimità è molto dubbia (in parQuadro di sintesi dei tagli della SUP alla Variante ticolare per la non T. Z. P. Superficie territoriale (mq) Superficie edificabile (mq) corretta trasparenza amministrativa in al219.700 51.054 B - C (residenziale) cuni passaggi consi323.029 258.423 D1 - D2 (produttivo) liari e per il mancato TOTALE PARZIALE 542.729 309.477 adeguamento della (residenziale + produttivo) Variante alle concluG1 - G2 - G3 (servizi) 47.444 ... sioni della VAS). Va 11.822 ... H2 (parcheggi pubblici) infine detto che nel TOTALE GENERALE corso del suo iter ha 601.995 (A) 309.477 (B) (aree stralciate) fatto emergere anTOTALE GENERALE che una questione 857.220 (C) 534.130 (D) (totale aree nuova previsione) morale nell’urbanisti% STRALCI 70.2% (A/C) 57.9% (B/D) ca giuliese come te-


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Qualche domanda a

Furio Di Teodoro ed Enzo Vasanella

Siamo con Furio Di Teodoro (FDT) ed Enzo Vasanella (EV), due componenti dell’ Associazione Instabile Giuliese, che hanno regalato alla comunità locale alcuni dei momenti più esilaranti del teatro dialettale. Partiamo dall’inizio: Furio, come si formò e chi ispirò l’ instabilità della compagnia? (FDT) È una storia un po’ lunga. Una stagione fui invitato in un pub, dove alcuni ragazzi facevano una specie di corrida. Poco tempo dopo, qualcuno organizzò il festival dell’ incompreso al cinema Moderno, e mi fu proposto di partecipare. Il 30% dell’ incasso sarebbe andato alla Banda Città di Giulianova, che avevamo fondato Enzo ed io, e che avevo lasciato perché… non sapevo suonare. Partecipai con una mia canzone, che si chiamava “L’ ho persa per un no”, e da lì venne fuori l’ idea di fare la Compagnia Instabile Giuliese. (EV) L’ anno dopo facemmo “l’ incompre-

so” al Chico Mendes, con grande successo. Il teatro venne in modo casuale. Eravamo in casa di amici, e Furio mi disse: Enzo,”ting’ na cummedie, ca la vulom’ fa?” (ho una commedia, la vogliamo fare?). Forse pensava gli dicessi di no, invece gli risposi che sì,la potevamo fare. E partì così una piacevole avventura. Gestire un gruppo con 40-50 attori sarà stato un compito non facile, vero Furio? (FDT) In principio era divertente, a metà delle prove era catastrofico, alla fine… liberatorio! Durante le prove, visti anche i componenti della compagnia, ci saranno stati momenti esilaranti. (FDT) Il più ridicolo avvenne quando facevamo “Il falso testamento”, in cui un personaggio chiamato Toponi moriva in scena. Eravamo alla sala Buozzi, Enzo ed io, con una ragazza che faceva teatro all’ Istituto commerciale e che volevamo premiare inserendola nella commedia. C’ erano anche i suoi genitori; mentre parlavamo, da dietro la tenda uscì un bel ratto che generò sguardi parecchio interrogativi da parte dei nostri ospiti. Poi ci pensarono Armando Marozzi e Gaetano Torresi a far fuori il ratto, a metà prove, tra lo spavento di tutti.

Enzo, la compagnia era libera, non aveva contributi pubblici. (EV) Non abbiamo mai voluto chiedere nulla a nessuno. Con la vendita dei biglietti, che andavano a ruba, riuscivamo a sopperire a tutte le spese necessarie. Gli sponsor autorizzati erano quelli dell’ associazione LCT, cui andavano gli introiti. Manca oggi qui, per motivi di salute, la tua spalla negli spettacoli. Che rapporto c’ era tra te e Mario Luciani, in arte Cicioni? (FDT) È facile, come il rapporto tra Tarzan, io, e la scimmia, lui. Un rapporto anche litigioso. Sono sicuro che lui non sta male, non si è voluto presentare perché non sa dire una parola e non ha mai imparato un copione. Però, è una grande maschera, un grande inventore. È diabolico, riusciva sempre a portare alla fine il “suo” copione. Dietro ogni spettacolo c’ era una macchina organizzativa. Come la portavi avanti? (EV) Non avevo grosse difficoltà. Avevo paura solo all’ uscita dei biglietti. La città ci aspettava come appuntamento fisso, e le attese erano tante. I posti erano comunque limitati, ed era difficile accontentare tutti. Una volta mi fermò un signore con cane e fucile sottobraccio, un cacciatore, cui non andava bene il biglietto per la quarta fila: affermava di non vederci bene. Fu dura fargli capire che se andava a caccia, non era un problema la quarta fila a due passi dal palco. Per il resto dell’ organizzazione, comunque, trovavamo


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di Pietro Carrozzieri sempre molta disponibilità. Per esempio, per trovare un posto dove fare le prove. I costumi erano molto professionali. Ci risulta che andavate a Roma nelle migliori sartorie. (EV) Scherzi? Con Furio, l’ arch. Secone ed il notaio Albini andavamo a Roma, in vari atelier. Uno ci chiuse la porta in faccia appena ci vide, ma poi ne trovammo un altro che ci prese in simpatia. Magari, da ricordare sono anche alcune piccole disavventure in autostrada e in città; ma vivevamo quei momenti con un po’ di leggerezza e tanto divertimento. Durante la vostra attività avete portato in scena 7 commedie. C’ è un elemento costante: l’ aldilà. Come mai questo particolare aspetto? (FDT) Colgo l’ occasione per un pensiero verso chi non c’ è più: Remo Campeti, Massimiliano Camponi e, recentemente, Antonio Crucifero. In scena c’ erano i (famosi) quadri dei morti parlanti. Sono partito dalla commedia con famiglia numerosa, in cui Gaetano Torresi e Istrice facevano il papà e lo zio morti che consigliavano di prendere lo sciroppo contro la tosse. I quadri parlavano, avevano importanza, e questo è stato sostanzialmente un filo conduttore anche per le altre opere. Spettacoli all’ Ariston con diverse repliche, tutti pienoni. Oggi niente più Ariston. Da uomo di teatro, cosa provi oggi

passando in via Gorizia? (FDT) Più che uomo di teatro, sono uomo di Poste, e un po’ di calcio. Mi diletto di teatro, scrivo qualche canzone. Per l’ Ariston dico meno male che hanno chiuso, perché il contratto con l’ Ariston era difficile farlo. Ma scherzo, ovviamente. È essenziale che la città abbia un teatro. Forse noi potevamo dare un contributo: avemmo un grande appoggio da Arboretti all’ epoca di “Murdoch riceve il mercoledì” quando firmò per l’ agibilità del teatro, avremmo potuto destinare qual-

cosa dei nostri fondi per un nuovo teatro; non sarebbe stato sbagliato. Avremmo potuto impegnare l’Amministrazione comunale per un nuovo spazio, che ora non c’ è. Potrebbe essere possibile oggi rivedere in scena qualche nuova opera? (EV) Sono sicuro che Furio ne abbia 3 o 4 opere già pronte. Non so se potrebbe ricrearsi lo spirito che c’ era all’ epoca. Chissà, forse con la giusta pignoleria di Furio ed un bel teatro, si potrebbe anche riprovare. Quante opere hai nel cassetto? Il gruppo storico potrebbe tornare in scena? (FDT) È come se avessi sempre un cerchio in testa. Ho un libro dove annoto tutto, in cui riporto molte situazioni ilari, e sono sempre alla ricerca di un finale, di un attacco di scena, di una nuova commedia. Non riesco a liberarmi di questa cosa, che per me è una vera passione. Andare a pescare mi aiuta ad alleggerirmi, ma scrivo sempre. Il dramma è la scelta del finale che è sempre difficile trovare. Per semplificare potrei far fuori Cicioni, o destinargli magari un ruolo in cui è muto. Si potrebbe lavorare meglio, con lui è tutto più complicato. L’ anno che si è innamorato della moglie, durante le prove, e non solo, ne fece di tutti i colori, tra telefonate interminabili e dichiarazioni d’ amore. In fondo però, Mario sarebbe realmente insostituibile.


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Interferenze Artistiche

Quando la politica siede al cinema

di Antonio D’Eugenio

Le campagne elettorali si svolgono nelle piazze, certo, ma è nei cinema che vengono raccontate le storie più vicine alla realtà, con cineasti che non hanno dimestichezza con la vita politica ma che vogliono comunque portare il loro contributo (ri)aprendo capitoli di storie passate e spesso dimenticate. È questa la strada intrapresa negli ultimi anni dal cinema, non solo italiano, che nutre una certa affezione a tal proposito, ricucendo strappi polemici, portando a galla verità nascoste o taciute e presentando biografie di politici che furono o che sono. Seppur il cinema sia un mezzo di finzione, non sono pochi i registi che scambiandosi per reporter agguerriti e in cerca di notizie realizzano pellicole portando alla luce fatti di cronaca o pagine insanguinate della storia italiana. L’ultimo nato sot-

to questa stella è Diaz - Non pulire questo sangue di Daniele Vicari che, dopo aver studiato gli atti dei processi e visionato centinaia di ore tra interviste e materiale visivo, riesce a ricostruire una delle pagine più sanguinose della protesta contro la politica e i suoi artefici (in attesa di vedere The Summit di Franco Fracassi che tratta gli stessi argomenti). Ora, nelle sale, è uscito il nuovo film di Roberto Andò Viva la libertà, tratto dal suo libro Il trono vuoto, dove un Toni Servillo sempre pronto alla causa (vedi Il Divo o La Bella Addormentata), sostituisce il fratello gemello, sottosegretario di partito, caduto in crisi politica, tornando a gremire le piazze. Negli anni passati sono stati molti i titoli che hanno affrontato, al cinema, il discorso politico tra film di denuncia spietata (Francesco Rosi) o civile (Carlo Liz-

zani) e schede di personaggi che ne hanno caratterizzato gli anni come Il Divo di Paolo Sorrentino (biografia di Giulio Andreotti) o Il Caimano di Nanni Moretti (incentrato su Silvio Berlusconi), regista, quest’ultimo, considerato il principale fautore e fruitore di questo filone. Lasciando le coste italiane, anche all’estero si trovano titoli che indagano su fatti strettamente legati alla politica o ai suoi personaggi. Nel 2008 Oliver Stone presentò W. con tono denigratorio sull’ex Presidente degli Stati Uniti George W. Bush, mentre qualche anno prima riaprì il discorso sulla morte di Kennedy con JFK - Un caso ancora aperto (1991). Ron Howard continua la carrellata sui fautori della politica americana con Frost/Nixon - Il duello incentrato sullo scandalo Watergate. Questa breve carrellata di titoli (ripescati a caso nel mare della memoria) non sarebbe completa se non venissero riportati alla luce altri capolavori che con il tema politico hanno fatto successo, ed è per questo che piace ricordare le figure di Totò con il candidato Antonio La Trippa in Gli Onorevoli (Sergio Corbucci, 1963) o di Antonio Albanese che interpreta Cetto La Qualunque in Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011). E se a vincere fossero loro?


Dove Cosa Quando Prime visioni

di Stefania Sacchini

Upside Down Adam vive in una realtà dove coesistono due mondi capovolti, abita nel mondo di sotto e il suo sogno è quello di ritrovare Eve, una ragazza conosciuta anni prima nel mondo di sopra. Un giorno Adam la vede casualmente in un programma televisivo e tenta in tutti i modi di ritrovarla. Quando ciò avverrà però, si renderà conto che passare dal suo mondo a quello di Eve non è facile come sperava. Upside Down è scritto e diretto da Juan Diego Solanas ed interpretato da Kirsten Dunst, Jim Sturgess, Jayne Heitmeyer, Agnieshka Wnorwoska, John MacLaren. In programmazione dal 28 febbraio.

Concerti mostre ed eventi L’Officina l’Arte e i Mestieri sabato 23 FEBBRAIO cena concerto messicana con LA BRUJA live domenica 24 FEBBRAIO Aperipizza a buffet dalle 18.30 giovedì 28 FEBBRAIO CECILIA ZABALA live per la prima volta in Italia venerdì 1 MARZO con!certi live NEOS TRIO venerdì 8 MARZO apertura mostra pittorica di LUCA MORICI

Renzo Arbore arriva a Lanciano Il prossimo 2 marzo, alle ore 21, Renzo Arbore sarà in concerto a Lanciano, presso il padiglione 2 dell’Area Fiera. Info: 392/9283054

A Prati di Tivo Winter Nordic Walking Il 2-3 Marzo, a Prati di Tivo si svolgerà il primo evento nazionale di Winter Nordic Walking organizzato dagli istruttori locali della Scuola Italiana Nordic Walking. Per informazioni: 339.3229964 - 347-3007619

Donne in prima linea INSIEME PER LA “ FENICE “ -7 marzo 2013Dalle ore 10,00 presso la Sala delle Conferenze campus universitario di Coste Sant’Agostino, Teramo, con una Tavola Rotonda su: La violenza di genere e i suoi volti: no more violence is possible? Per una riflessione sui diritti negati alle donne.

Il circolo “Il Nome della Rosa” Sabato 23 febbraio ORE 21,30 MUSICA LIVE “DA MOZART AL JAZZ””

Domenica 24 febbraio ORE 18,00

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Cocaina Titolo: Cocaina Autori: Giancarlo De Cataldo, Massimo Carlotto, Gianrico Carofiglio Casa editrice: Einaudi Pagine: 200 Prezzo: € 13,00

Massimo Carlotto torna a raccontarci il Nordest dei piccoli e grandi intrecci criminali attraverso la lente originale dell’ispettore Campagna, poliziotto ribelle, chiamato a sgominare una banda di trafficanti di cocaina e costretto ad agire sempre piú da solo, se vuole salvare la propria carriera. Attraverso una serie di incontri e dialoghi in un caffè in riva al mare tra uno scrittore in crisi e una donna carica di mistero, Gianrico Carofiglio compone una storia tragica e avvincente di perdizione e riscatto, che ha in un amore «folle», segnato dalla droga, il suo punto di non ritorno. Tra narcos messicani, giovani geni della finanza laureati alla Bocconi ma al soldo della ‘ndrangheta, nuovi ricchi e balordi di periferia, poliziotti di strada e finanzieri, Giancarlo De Cataldo ci svela, in questo racconto rocambolesco che ha la misura del romanzo breve, una Milano livida, strangolata da un’economia fondata sulla droga e sull’illegalità.

Pubblica utilità

SAGGISTICA “FARÒ FUORI CUPIDO”

Farmacie di turno

MUSICA DAL VIVO “ESPOSITO VS ESPOSITO”

18/24 febbraio Farmacia Comunale 25 feb/3 marzo Farmacia Del Vomano 4/10 marzo Farmacia Marcelli Guardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362 Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201 Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366 118 085.8020442 / 085.8020373 Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733 Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816 Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)

Sabato 2 marzo ORE 21,30

Domenica 3 marzo ORE 21,45

CINEMA “BLOOD SIMPLE” Joel & Ethan COEN - 1984

Venerdì 8 marzo ORE 21,30

VITA D’ARTISTA “LA CAMPIONESSA DEL PATTINAGGIO”

Sabato 9 marzo ORE 21,30

TEATRO & FOTOGRAFIA “D’ANNUNZIANA”

Al Riccitelli il progetto Beethoven Venerdì 8 marzo 2013 al Parco della Scienza alle ore 21 Progetto Beethoven: i Concerti per pianoforte e orchestra. Orchestra sinfonica abruzzese. Alvise Casellati direttore, Benedetto Lupo pianoforte. Info Tel. 0861.243777 - info@primoriccitelli.it


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GiuliaViva anno III n.4

Ambiente e salute

Pulito che più sporco non si può

Come puliamo le nostre case? Fermiamoci un momento a riflettere su quali e quante sostanze chimiche introduciamo quotidianamente nei nostri ambienti domestici, nelle scuole, sul posto di lavoro e cerchiamo di capire se questi “indispensabili” prodotti siano davvero così innocui. Un tempo bastava il sapone per lavare biancheria e indumenti; ingredienti semplici rendevano le case dei nostri nonni luoghi sani e puliti. Oggi l’inquinamento indoor, ovvero quello che respiriamo all’interno delle mura domestiche, sembra avere grandi responsabilità per l’impennata delle allergie e delle dermatiti, cresciute esponenzialmente tra la popolazione ed in particolare nei bambini negli ultimi anni. È detta sick building syndrome, ovvero sindrome da edificio malato. La bioarchitettura se ne occupa da anni e ha individuato le cause di questa patologia in più famiglie di inquinanti: l’inquinamento elettromagnetico, quello da radon, la formaldeide e infine i COV (composti organici volatili). L’industria chimica è riuscita ad introdurre nelle nostre case, con prodotti pubblicizzati da massaie che sembrano realizzare il

sogno di una vita felice grazie all’uso dell’ultimo sgrassatore per rubinetti, vere e proprie bombe chimiche capaci di mettere in crisi l’intero ecosistema. Come al solito noi Italiani vogliamo strafare e così strappiamo al resto del mondo il primato in fatto di consumo di detersivo: il nostro record è di 25 kg di detersivo pro capite all’anno contro ad esempio i 4 kg di uno scandinavo. Tutta questa passione nel lustrare casa fa sì che annualmente riversiamo in mare un milione di tonnellate di sostanze di sintesi derivate dal petrolio e utilizzate per la pulizia delle case, delle scuole, degli ospedali e dei luoghi di lavoro. La lista di quello che un detersivo medio contiene è tristemente lunga e sembra nata dalla mente perversa di uno scienziato pazzo che voglia conquistare un mondo distrutto dagli agenti inquinanti: formaldeide, idrocarburi policiclici aromatici, benzene, PVC e ftalati, solventi, sostanze mutagene e cancerogene, nichel, cadmio, cromo e piombo, sbiancanti ottici, polimeri acrilici, parabeni e TAED, fosfati e sequestranti amminofosfonici e molto ancora. Sugli scaffali dei supermercati vengo-

di Silvia Rafanelli

no sempre più pubblicizzati prodotti contenenti biocidi e antibatterici. La guerra all’ultimo batterio è tuttavia persa in partenza, visto che già dopo un’ora e mezza dal lavaggio non c’è più alcuna differenza significativa nel numero dei microbi presenti sulle superfici lavate; col risultato però di creare sempre più batteri resistenti agli antibiotici. Il triclosan ad esempio, ha prodotto già tre nuove generazioni di escherichia coli e diverse varianti anche per quanto riguarda lo staffilococcus aureus. Uno studio recente condotto in Norvegia ha trovato tracce di triclosan nel latte materno del 60% delle donne prese sotto esame. L’alternativa a tutte queste porcherie c’è e viene dalla detergenza biologica e dal fai da te, efficace ed economico. Con pochi gesti possiamo contribuire attivamente a salvare questo mondo!

Detersivo per lavastoviglie: 3 limoni, 400ml d’acqua, 200 g di sale, 100 ml di aceto bianco. Fare a pezzi i limoni, togliere i semi e frullarli con un po’ d’acqua e sale. Far bollire con il resto dell’acqua e l’aceto per 10 minuti. Invasare ancora caldo per creare un sottovuoto che lo farà durare parecchi mesi. Utilizzarne due cucchiai da minestra nella vaschetta del detersivo.


A tutto sport

Intervista a Giulio Ettorre (responsabile settore giovanile Giulianova Calcio) di Daniele Adriani e Giancarlo De Falco Giulio Ettorre, attualmente 3 squadre nel settore giovanile del Giulianova. Come si stanno comportando? Abbastanza bene tutte e tre, soprattutto Juniores e Giovanissimi. Qualche difficoltà con gli Allievi, dove il gruppo è poco numeroso. Abbiamo ricominciato il lavoro da zero, in una situazione difficile in cui i genitori erano abituati gli anni scorsi ad un ambiente poco idoneo per il settore giovanile. Stiamo cercando di ridare un po’ di fiducia. Quanto dev’esser preparato oggi un istruttore del settore giovanile? La differenza, secondo me, la fa la capacità di creare le motivazioni nei ragazzi. Ed è sempre più difficile, perché ad esempio bisogna adeguarsi anche dal punto di vista tecnologico, per comunicare. Una buona frase su face book, oppure un sms può valere più di 10 minuti nello spogliatoio. Ci sono giovani pronti per la 1a squadra? Qualcuno c’è ma sarà necessario capire come verranno strutturati i fuori quota per il prossimo anno, ed il campionato che faremo (sperando ovviamente nella promozione in serie D). Come far avvicinare i ragazzi al calcio, magari già in giovanissima età? E quali rapporti con le società vicine per portare da noi atleti promettenti? I ragazzi giuliesi vengono da soli,

spesso non ha senso forzare la loro scelta, e comunque ci sono ottimi rapporti con la scuola calcio del dott. D’Archivio, con cui potremo certamente migliorare la collaborazione dal punto di vista tecnico. Con le società vicine c’è bisogno di tempo, occorre ricominciare tutto daccapo, proprio per quanto avvenuto gli anni scorsi. Con la scuola calcio condividete la problematica, sempre più pressante, delle strutture. Sono fermo all’assemblea dell’Annunziata di fine novembre. Penso che l’amministrazione comunale darà seguito al progetto esposto in quella riunione, vista anche l’importanza dell’impianto Castrum dove ogni giorno si allenano 200 persone, tra ragazzi e adulti. Dobbiamo ringraziare la società del Colleranesco che gestisce l’impianto. L’intervento almeno per installare un manto in sintetico non è più rimandabile ed attualmente il fondo molle penalizza anche nella crescita tecnica dei ragazzi.

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GiuliaViva anno III n.4

Inviateci le vostre lettere, segnalazioni o foto a: ditelo@giuliaviva.it

Gli sprechi

Chissà se gli sprechi dell’illuminazione pubblica ricadranno sulla nuova tassa (la “Tares”). Be, nel quartiere di Villa Pozzoni l’uso del campo di calcetto non è stato disciplinato e di conseguenza viene utilizzato in modo scorretto. Spesso i fari dell’illuminazione del campo, vengono lasciati accesi anche quando non serve e anche di notte. Le segnalazioni fatte al sindaco e al vice sindaco, non hanno sortito effetto, ma almeno i cittadini giuliesi sono informati che gli sprechi saranno pagati dalla collettività. M. R., Responsabilità Civile

Ditelo@GiuliaViva.it Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

Le promesse e il salotto buono Gentile redazione, dopo tante inutili promesse durante la campagna elettorale, le condizioni di piazza Dalmazia non solo non sono migliorate, ma continuano a peggiorare giorno dopo giorno. Asfalto rattoppato, segnaletica orizzontale cervellotica e fuori luogo (inguardabili le finte aiuole spartitraffico), l’incrocio con via Sauro che si trasforma in piscina ad ogni minima pioggia, la pineta desolatamente priva di qualunque cura. E questo dovrebbe essere il “salotto buono” della città? M. C.

Che delusione Passeggiando qualche giorno fa per il centro storico, mi sono imbattuto nella struttura che potete ammirare nella foto che vi invio. Vedendola così, imponente, colorata e piazzata proprio al centro della strada ho immaginato fosse il nuovo arredo di Corso Garibaldi. Poi mi hanno detto che si trattava degli ennesimi lavori per riparare il fondo stradale, appena rifatto, ma già irrimediabilmente danneggiato: non potete capire la delusione... Lettera firmata

La piazza “nuova”

Gentile redazione, Vorrei spezzare una lancia a favore della Piazza (Ex Golf-Bar) di recente costruzione, limitrofa al nostro porto. Nonostante inizialmente non sia stata tra i grandi sostenitori dello smantellamento del campetto di golf ed area circostante a favore della nuova piazza, devo riconoscere che è stata un ottima mossa di riqualificazione urbana. Visitandola ultimamente ho notato mutamenti in positivo. Non solo sono stati aggiunti elementi (alberi, siepi e decorazioni) perfettamente in sincronia con l’ambientazione moderna che hanno arricchito l’area, rendendola uno spazio più omegeneo, polifunzionale ed esteticamente migliore, ma anche lo stato di pulizia in cui viene mantenuta mi sembra più che buono. Ovviamente i soliti vandali ci sono, ma questa purtoppo non è un’ esclusiva di Giulianova, ma nel complesso darei a questa piazza una valutazione decisamente positiva. Giulia B.


A Giulianova un centro CAT (Club Alcologico Territoriale)

È nato a Giulianova un centro CAT, Club Alcologico Territoriale, bella realtà in risposta ad una problematica che coinvolge ormai troppe persone. A fronte di 7.000 morti l’anno per dipendenza da droghe, sono 60.000 quelle per alcolismo con un altissimo costo per la comunità, visto che troppo spesso ad essere coinvolti sono anche quelli che non hanno questa dipendenza, inoltre non si può trascurare il costo delle malattie e delle conseguenze invalidanti dipendenti da questa problematica. Benvenuto allora a tutto ciò che affrontando il problema ne cerca possibili soluzioni. Unico in tutto il territorio della provincia di Teramo, il CAT è nato sulla volontarietà, quindi a costo zero per la comunità. Signora Nepa, ci fa conoscere chi gestisce il CAT, come è nato, quali le modalità di lavoro? Siamo in due, dipendenti dalla ASL, Piergiorgio Casaccia ed io, Tiziana Nepa; entrambi abbiamo frequentato un corso utile a sensibilizzare e preparare chi aveva aspettative di partecipazione al CAT. Il corso era incentrato sul metodo del professor Wladimir Hudolin . Ovviamente vedere l’alcolismo come uno stile di vita, rivoluziona l’approccio al problema, nel senso che, tolta l’idea di malattia, si può arrivare ad una terapia di aiuto alla persona creandole attorno un sistema di solidarietà. Noi incontriamo chi ci contatta prima di inserirli nel gruppo; questo per capire le aspettative rispetto al loro modo di percepire il problema.Poi avviene l’inserimento nel gruppo. Il nostro tipo di approccio non è né farmacologico né psicologico, non ne avremmo le competenze. Noi offriamo accoglienza, ascolto empatico, attenzione al loro dolore, al loro disagio, all’imbarazzo che troppo spesso provano. Creare un clima di forte solidarietà, di evidenti cambiamenti, porta pian piano a cambiamenti anche nell’alcolista. È il modo di vivere che va cambiato, su cui bisogna incidere e un clima positivo sicuramente favorisce mutamenti anche in chi il problema lo vive sulla sua pelle. Dalle sue parole traspaiono convinzione ed ottimismo, condizioni sicuramente utili e necessarie a chi si rivolge a voi. E a chi consigliereste di farlo? A noi possono rivolgersi le famiglie, direttamente gli interessati, i loro amici, tutti quelli che intendono prendersi cura della persona, che intendono entrare a far parte del sistema di solidarietà. Basta chiamarci; ovviamente è impensabile, inimmaginabile la mancanza di rispetto della privacy! Noi partiamo dalla convinzione che è praticabile un percorso verso la libertà da questa dipendenza, verso la libertà dall’alcol. Perciò chi vive da vicino questa realtà, familiare o amico che sia, chiunque abbia il pensiero, il desiderio, la necessità di dare o darsi una mano, può rivolgersi a noi. Insieme proveremo a dare tante piccole, graduali risposte utili al problema. Allora un breve appello ... ...non abbiate timore, imbarazzo, vergogna, pudore verso gli altri, questo problema si può affrontare, insieme, parlandone, condividendolo e creando un sistema di solidarietà dove ci si sente meno soli, mai abbandonati, più capaci di aiuto. Abbiate fiducia, chiamateci senza timore. CAT via Garibaldi, 16 - Giulianova Paese - Piergiorgio Casaccia cell. 3483365585 - Tiziana Nepa cell. 3206420784



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