GIORNALINO PROGETTO PON BANDO 10862

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LA VOCE

DELLA DE CILLIS


PON “TI SCRIVO LIBERAMENTE” D.S. PROF. G.DI LORENZO ESPERTO - PROF. ROSY FRANZO’ TUTOR - PROF. CINZIA GRADANTI

UNA FINESTRA SULL’EUROPA L’Istituto “E.De Cillis” all’avanguardia nella formazione dei futuri cittadini europei

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’istruzione ha un’importanza fondamentale per lo sviluppo del Paese. La partecipazione ai PON, consente alla nostra scuola di accedere a risorse comunitarie, aggiuntive rispetto a quelle rese disponibili dal governo. Tali risorse ci danno la possibilità di potenziare ulteriormente l’offerta formativa con una duplice finalità: da un lato perseguire l’equità e la coesione con le attività di recupero e sostegno per gli studenti caratterizzati da difficoltà; dall’altro promuovere le eccellenze per garantire possibilità di investimento per il proprio futuro, assicurando a ciascuno la possibilità del successo formativo e la valorizzazione dei meriti personali, qualunque sia il contesto socio socio--economico di provenienza. La partecipazione, dei docenti nei vari ruoli, rappresenta inoltre, un’ottima opportunità formativa che ha una ricaduta positiva dal punto di vista didattico didattico--metodologico nelle attività curriculari, contribuendo così al miglioramento continuo della nostra istituzione scolastica. Il Dirige Dirigente nte Scolastico Prof. Giovanni Di Lorenzo

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crivere è una della gioie più grandi! I latini dicevano: <<Verba volant, scripta manent>>, cioè le parole dette volano via, mentre quelle scritte restano: scrivere ferma il tempo. Allora, si può insegnare a scrivere? Non proprio, si possono fornire insegnamenti sulle tecniche di scrittura, di lettura, di comprensione ed analisi, ma non per questo, tutti diventeranno degli scrittori, tante sono le variabili , da quelle genetiche a quelle socio- ambientali. Ed è per questo che in tale contesto occorre creare nel bambino la componente motivazionale che lo spinga, che lo predisponga all’ascolto, alla lettura e alla scrittura, come piacere, come hobby, come divertimento. Iniziare il discente alla lettura e alla scrittura, al di fuori delle discipline scolastiche, è oggi, un’operazione trasgressiva e a suo modo rivoluzionaria, di cui dobbiamo riappropriarci senza darla per scontata: entrambe pretendono tempi lunghi, i tempi della riflessione, della pianificazione. Alla scuola, come agenzia educativa, spetta il compito di coltivare la lettura e la scrittura, come punto di partenza e pratica costante , perché sarà banale, ma: <<S’impara a scrivere solo scrivendo e a leggere solo leggendo>>. Inoltre, inventare favole, storie e racconti offre la possibilità di mantenere un legame con il proprio mondo incantato dell’infanzia, ciò non significa restare infantili, ma preservare quella parte creativa che è la “voglia di spontaneità”, legata al cuore e alle emozioni. Gli alunni che si immergeranno nei meandri della scrittura creativa, scopriranno con piacere che le storie non hanno regole né pregiudizi, semplicemente la spontaneità che impiega anche un bambino nel fantasticare. Raccontare è come dipingere! Non si tratta solo di mettere in scena una storia che vogliamo condividere, perché l’abbiamo vissuta o perché l’abbiamo inventata , si tratta di esplicitare anche quello che sentiamo dentro quella storia. E per farlo, non dobbiamo renderla vera, ma dobbiamo renderla autentica. Tutti noi sogniamo mondi, situazioni, suoni e colori, ed allora, questa è l'occasione giusta, per dimostrare quanto siamo creativi nell'inventare alcune storie. Prof.ssa Rosy Franzò 3


FAVOLANDO…..“CON LA TESTA FRA LE STORIE” La favola è un prezioso gioiello culturale e pedagogico capace di penetrare nel profondo del cuore, per toccare i sentimenti più nascosti. Si propone un intento moralistico-didascalico sulla base del valore universale della saggezza popolare, ed ha un valore "catartico”, ossia ci permette di esternare quello che abbiamo dentro…..quello che inconsciamente sentiamo. ORA …..A VOI!

LA LEPRE E LA TARTARUGA

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’era una volta una lepre che saltellava qua e là, inciampò in un sasso e si ritrovò davanti ad una tartaruga che stava scavando una buca per andare in letargo. Allora, chiese: << Amica mia cosa fai di bello?>>. <<Vorrei fare un bell’orto, prima di andare in letargo>>, <<Oh, di questo passo, non ce la farai mai; sei lentissima, se vuoi ti aiuterò io, sai, mi chiamano tutti “ Max Sprint”, per la mia velocità. Così, i due si misero a lavorare duramente. Passarono giorni, passarono settimane e la tartaruga aveva fatto ben poco rispetto alla lepre. Venne il momento del raccolto e la lepre, velocissima come un lampo, riempì le sue ceste di verdura, mentre la tartaruga aveva raccolto solo qualche ciuffo di lattuga e due carote. La sera, i due amici si prepararono per dividersi il raccolto, ma la lepre disse: <<Eh no!! Bella mia, a te spetta ciò per quanto hai lavorato , mentre a me , quasi tutto il raccolto, perché ho fatto tutto io>>, e se ne andò fiera per la sua strada. La tartaruga, delusa, pensò:<< Potevo fare tutto da sola, invece, di farmi aiutare e poi non aver nulla da mangiare!!>>.

“Meglio soli che male accompagnati!!!” ALESSIA PIROZZI, FRANCESCA SPADA, TANIA GIUCA, FRANCESCA AGOSTA, ILARY AZZARO, SIRIA CAVALLO, ZEINEB SABRANE.

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FAVOLANDO…..“CON LA TESTA FRA LE STORIE”

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IL SERPENTE E IL TOPO

n un grande prato pieno di fiori, c’era un grande albero di mandorle dove viveva una famiglia di topi. Ognuno di loro abitava all’interno della corolla dei grandi e colorati fiori del mandorlo. Il papà nel fiore rosso, la mamma nel fiore giallo e i piccoli nei fiori blu. I fiori erano magici, perché ogni volta che nasceva un piccolo si aprivano ed usciva fuori molta luce e polline. Un giorno, da un fiore blu nacque un topo, di nome Riki. Esso, rispetto agli altri fratellini era molto birichino e vivace .Una volta, Riki uscì dal suo fiore per farsi una passeggiata allontanandosi troppo dalla sua famiglia, lungo la strada trovò un pezzo di formaggio, lo stava per prendere, quando un’aquila lo catturò: << Lasciami, lasciami, gridò, Riki, voglio andare a casa mia>>. All’improvviso, per sua fortuna, sbucò fuori, come un baleno un serpente, che in un battito di ciglia la strangolò. Il topino, tutto impaurito, ma nello stesso tempo rinfrancato per il pericolo corso, ringraziò il serpente con tutto il cuore, e da quel giorno, diventarono grandi amici.

“Chi trova un amico trova un tesoro” LUDOVICA LICITRA, TECLA SPATOLA, BENEDETTA CASCINO, LUDOVICA METRANGOLO, HAYHAR SCHIR,GABRIELE GIANNI’.

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FAVOLANDO…..“CON LA TESTA FRA LE STORIE”

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LA TIGRE E LA TARTARUGA

n giorno il direttore di uno zoo, aveva organizzato una gara a cui parteciparono una tigre e una tartaruga del suo zoo. Quest’ultima, sapendo di essere molto lenta, sperava che succedesse qualche disavventura alla sua rivale. La gara consisteva in una normalissima competizione di velocità e ognuno dei partecipanti doveva superare quattro traguardi, di cui il quarto era il più complicato. I due animali iniziarono la gara, e la tigre superò subito la tartaruga: <<Ciao, ciao bella tartarughina, ci vediamo….al traguardo!!>>. Con fatica, subito dopo, la tartaruga arrivò al secondo traguardo mentre la tigre era già arrivata all’ultimo. Questo, non era stato mai raggiunto da nessuno e la tigre voleva a tutti i costi primeggiare. Però, poco prima del traguardo, mentre la tigre stava pensando al gran trofeo che avrebbe vinto, comparve un leone gigante, che la sbranò . Così la tartaruga vinse la gara.

“Chi si accontenta gode” EDOARDO FRANCALANZA, DAMIANO DI ROSOLINI, KAROL METRANGOLO, GIADA FIGURA.

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FAVOLANDO…..“CON LA TESTA FRA LE STORIE”

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LA PECORA E IL SERPENTE MAGICO

anto tempo fa viveva una pecorella piccola piccola, tanto carina ma dal pelo tutto nero con delle chiazze bianche. Le altre pecorelle del gregge la prendevano in giro e la lasciavano sempre da sola. Un giorno se ne stava tutta triste a piangere vicino al bosco, quando incontrò un brutto serpente che le chiese il motivo della sua tanta tristezza: <<Nessuno mi vuole, sono egoisti e mi cercano solo quando hanno bisogno, ma io non sono come loro!>>. Allora, il serpente magico, si commosse e insieme ai suoi amici decise di dare un colore allegro alla pecorella. Mai nessun manto era stato più bello di quello, mai nessuna pecorella più felice. Così, il serpente disse alla pecorella raggiante di gioia: <<Ricordati,questo manto è d’amore e solo con l’Amore si conserverà nel suo splendore>>. La pecorella tornò al suo gregge più splendida che mai, per tutta la sua vita portò amore e felicità a tutti, anche a coloro che la prendevano in giro.

“L’amore vince sempre!!!” GAIA BAGLIERI, SOFIA LOREFICE, SALVATORE CASCINO, EMANUELE FERRARO.

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LA BELLA E LA BESTIA iorno 19 aprile, noi alunni del modulo Pon “Ti scrivo liberamente”, abbiamo assistito alla visione del film “La Bella e la Bestia”. E’ stata una bellissima esperienza che ci ha fatto emozionare e sognare. Ecco la nostra recensione…..

C’era una volta un affascinante giovane principe che viveva in un magnifico castello. Egli amava organizzare feste a cui venivano invitate le più belle ragazze del paese. Con il passare del tempo il principe divenne sempre più egoista. Una notte una vecchia mendicante, arrivò al castello e offrì al principe una rosa in cambio di un riparo dalla tempesta. Il principe la cacciò, ignorando che la mendicante fosse una maga. Per punirlo della sua crudeltà, la maga gettò una maledizione sul castello, trasformando il principe in una Bestia, e i membri della servitù in oggetti e mobili. Per riuscire a spezzare l’incantesimo il principe avrebbe dovuto imparare ad amare e farsi amare a sua volta prima che l’ultimo petalo della rosa fosse caduto, altrimenti sarebbe rimasto una Bestia per sempre. Alcuni anni dopo, una ragazza di nome Belle, che viveva con suo padre Maurice e amava leggere e sognare, rifiutò il corteggiamento dell’arrogante e rozzo attaccabrighe Gaston. Un giorno suo padre si perse nella foresta e venne attaccato dai lupi. Trovò riparo nel palazzo della Bestia, ma essa diventò furiosa e lo fece prigioniero. Belle, quando venne a sapere della scomparsa di suo padre, andò alla sua ricerca, finendo faccia a faccia con la Bestia. La ragazza riuscì a liberare suo padre, ma in cambio doveva rimanere al castello. Belle e la Bestia prima litigavano di continuo, ma pian piano Belle riuscì a capire che dentro quell’orribile Bestia si celava il cuore gentile del principe. Alla fine, l’amore vinse sulla cattiveria e spezzò l’incantesimo della maga. GLI ALUNNI DEL PON “TI SCRIVO LIBERAMENTE” Disegni a cura di: EDOARDO FRANCALANZA e BURLA CORRADO.

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IN VIAGGIO …….S’IMPARA!!! I PICCOLI REPORTER DEL PON “ TI SCRIVO LIBERAMENTE”

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ALLA SCOPERTA DI …..PALAZZOLO ACREIDE

el mese di maggio, noi piccoli reporter del giornalino scolastico “La Voce” della De Cillis, accompagnati dalle Prof. Rosy Franzò e Cinzia Gradanti, siamo partiti alla volta di Palazzolo Acreide per ammirare le bellezze artistiche e naturali di una città barocca, la cui origine risale alla colonia greca di Akrai. Un misto di emozioni si confondevano in noi, ci sentivamo felici per questa nuova avventura. Arrivati a destinazione, siamo stati accolti da una guida, che ci ha condotti, attraverso una via alberata nel parco archeologico. Il percorso a piedi è stato un po’ faticoso, perché il teatro è situato su una collina, però arrivati in cima si è aperto ai nostri occhi uno scenario mozzafiato; infatti, il teatro greco si presentava in tutta la sua bellezza ed inoltre una scolaresca ci ha particolarmente entusiasmato, in quanto gli alunni stavano recitando, per mettere in scena lo spettacolo della commedia greca “Le Baccanti”. Subito dopo abbiamo visitato la Piazza principale di Palazzolo, Piazza del Popolo, con i suoi balconi in stile barocco. Infine ci siamo recati alla basilica di S. Paolo, la cui festa viene celebrata il 29 giugno di ogni anno. La guida ci ha raccontato che la particolarità di questo evento, che attira turisti da tutto il mondo, consiste nel festeggiare l’uscita del santo con fuochi e lunghe strisce di carta colorata. E’ stata un’esperienza molto bella e soprattutto formativa, perché ci ha permesso di conoscere una città di grande bellezza.

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osolini, osolin borgo feudale, si è sviluppata in un arco di tempo di oltre due secoli. La sua origine può farsi risalire alla metà del XV secolo in seguito al matrimonio tra Antonio Platamone e Margherita De Podio, la quale porta in dote il feudo Cugni d’Incumbao, più conosciuto come Li Salini, cioè il nostro attuale territorio. I Platamone, Principi di Rosolini, edificarono il Castello a partire dal 1485 . Ma è solo il 1° agosto del 1712, che Don Francesco Moncada Cirino, che aveva sposato Eleonora Platamone, ottiene la “Licentia Populandi”, cioè l’autorizzazione a costruire un castello per dare origine a una città. Oggi di tutto il palazzo, “U castieddu”, ci rimane solo l’ampio cortile, la torretta campanaria e una stupenda basilica paleocristiana ipogea del IV- V sec. La nicchia campanaria del castello d.c. inglobata nel complesso.

IL SALOTTO DI ROSOLINI….. PIAZZA GARIBALDI E CHIESA MADRE La comunità dei rosolinesi si riunisce intorno a Piazza Garibaldi e alla Chiesa Madre di San Giuseppe, un edificio neoclassico del XVIII secolo, realizzato in pietra calcare bianca dai toni rosati. L’edificio sacro è stato progettato da un allievo dell’architetto siracusano Pompeo Picherale, per incarico di Don Francesco Moncada , principe di Lardaria e Rosolini. La grandiosa chiesa fu ultimata nel 1840. 10


L’abbiviratoriu di San Cherchiri……PIazza masaniello

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iazza Masaniello è una delle più antiche di Rosolini. Negli anni 20 del secolo scorso era presente un abbeveratoio a cinque getti, l’abbiviratoriu di San Cherchiri, costruito a metà del ‘700. Sorge dietro la Chiesa Madre di San Giuseppe ed è considerata come la prima piazza della città rosolinese, intitolata all'eroe napoletano Masaniello. Qui possiamo ammirare la Fontana dei Tritoni, costruita verso la fine dell’800 e i primi dell’900, che raffigura un "Tritone" ossia una creatura mitologica dal busto umano e dalla coda di serpente marino, che regge una brocca da cui fuoriesce acqua. La fontana del Tritone originariamente era circondata da palme nane e rinchiusa da una cancellata in ferro.

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C’ERA UNA VOLTA…….A ROSOLINI

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“A VERA CRUCI”

a leggenda ha inizio nel maggio del 1533, e narra di un bovaro che smarrito il suo migliore bove, lo ritrovò dopo alcuni giorni di affannosa ricerca per la campagna, inginocchiato davanti ad una croce di legno, dentro una buia grotta, poi denominata grotta del Bove. Il bovaro sconvolto dalla straordinaria scoperta raccontò agli altri quanto gli fosse capitato. Così si riunì una folla di devoti e da allora il numero dei visitatori fu sempre maggiore. Ebbe inizio così un vero e proprio culto per la reliquia trovata, ed il luogo è stato denominato Eremo della Croce Santa, formato da quattro chiese scavate nella roccia. “A Vera Cruci”, da quel momento iniziò ad essere venerata all’interno dell’Eremo per due lunghi secoli, prima di essere portata nell’attuale Chiesa del Santissimo Crocifisso, dove è custodita all’interno di una teca dorata. Secondo la leggenda il trasferimento della Croce fu un evento straordinario. Si narra che gruppi di fedeli dei comuni vicini a Rosolini tentarono in tutti i modi di portare la Sacra

Croce in una chiesa della loro città, ma venne data ai buoi la possibilità di scegliere il posto da destinare alla Croce. Quando i buoi arrivarono al bivio, nel punto dove prendere la strada che conduceva a Modica, Ispica o Noto, non si mossero più e restarono con il capo rivolto a sinistra, guardando verso Rosolini. Così tutti capirono che la Sacra Croce doveva essere trasportata a Rosolini, secondo la volontà di Dio che si era manifestata attraverso il comportamento dei buoi. 12


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A VERA CRUCI Nall’antica Cava ranni i Rusalini, succièrunu ogni ghiuornu fatti strani. Nù vaccàru quannu a sira l’animali ritira, nun capisci pirchì unu manca alla cuntùra. Cosa strana è, ca puoi o tardu sulu, sulu, s’àrritira, penza ca vacca nun’è e latti nun pò fari pì natura. Nun capisci pirchì ogni ghiuornu succèri stà cammurrìa, penza ca ‘nàutru vaccaru su tratteni nà sò massarìa. Puoi sulu, sulu, faciennu menti lucali… penza e ribatti, ma chistu èni nu vòi, picchì su trattiènunu ca nun fà latti? Lu vaccàru curiusu ri capiri a st’ànimali chi ci succèri, u tinni sutta uòcciu fina a quannu intra ‘nà rutta lu vitti tràsiri. Làrucu si fici a miènzu e zàrbi e li ruvètta,finu a quannu rinisciu a tràsiri ‘intra ‘dà rutta. Ravanti a ‘na Cruci ri lignu ca priàva lu truvau addunucciàtu, maravigghiàtu, puru iddu e a priàri… cumpagnia ci fici addunucciàtu. Era l’annu millicinqucientutrentatrì e ‘dà Cruci intra ‘dà rutta nun putia stari,‘ntà nu luogu sicuru e ‘ntà na Chiesa s’avia a purtari. Muorica a vòli iddà pirchì ricìa ri essiri ‘mpaisi ranni, quannu u ‘ntisunu i rusalinari cì àrizzàrru i carni. Dicìdunu ri caricari ‘dà Cruci supra nu carru rì ‘d’animaluzzu trainatu, o biviu, all’uscita rà Cava, ‘d’animaluzzu decisi…e a Rusalini ‘dù caricu priziusu’ fù purtatu.

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Anche nche quest’anno il nostro Istituto ha avviato un piano dell’offerta formativa alquanto diversificato per dare a tutti gli alunni, in base alle loro inclinazioni e capacità, una miriade di opportunità educative mirate al raggiungimento di abilità cognitive, creative e sociali necessarie per affrontare le tappe successive della propria formazione. La nostra scuola ha anche accolto l’opportunità offerta dall’Europa, attraverso i Piani Operativi Nazionali, di attingere dai fondi europei per investire sul miglioramento qualitativo di base degli alunni. Tutti i progetti avviati hanno da subito suscitato una notevole curiosità da parte dei discenti anche perché abbinate ad attività didattiche e metodologiche d’insegnamento diversificate e innovative rispetto al tradizionale metodo d’insegnamento. Nell’individuazione dei contenuti e delle attività per ognuno dei moduli formativi, gli esperti interni, incaricati della docenza e i tutor d’istituto, pur nella specificità progettuale, si sono basati sui testi di rilevazione iniziale e di indagini al momento degli incontri in presenza. E’ possibile affermare, che queste nuove esperienze, hanno fornito agli alunni un input motivazionale nuovo, tale da fare ritrovare un interesse rinnovato verso l’apprendimento. Soprattutto quei discenti che vivono in ambienti meno stimolanti, hanno conosciuto una scuola capace di accogliere ed includere, accrescendo le loro curiosità, facilitando lo sviluppo delle loro attitudini e stimolando l’acquisizione di competenze, che in situazioni scolastiche “normali” non avrebbero mai potuto apprendere. Hanno sicuramente potenziato la loro autostima e la convinzione che tutti possano migliorare il proprio percorso formativo di crescita. Prof.ssa Rosy Franzò

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O DAMIAN

EDOA RDO CORRADO

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SALVATORE FRANCE SCA ZEINEB ELE U N A M E GABRIELE

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ESP ERT O PR TUT OF R. F OR P RAN R OF GIUL ZO’ C. G IA RAD SIRIA ANT A I I GA 16

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CA S E C N A FR TANIA


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