Bennett L'enigma Gurdjieff

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proprio a Gurdjieff di fare le cose, ma anche di questa parte del mondo, abbia la possibilità di scovare queste piste. Attraverso quell'esempio vi renderete conto di che cosa è necessario per essere in grado di decifrare quel libro, perché in realtà Incontri è scritto in una specie di linguaggio cifrato che bisogna saper decodificare. Ci si può anche dire: ma perché darsi tanta pena? Tutto dipende se si vuole andare in profondità oppure no. D.: Lei è in grado di capire le lingue parlate in quella parte del mondo? Bennett: Sl, ed è per questo che ci vado. Se mi spingo più a est, non ce la faccio più. La lingua è tutto. Attraverso tutta l'Asia si può parlare il turco: da immediatamente dopo il mar Caspio, passando per l'Amu Daria fino ad arrivare al Turkestan cinese, si parla un qualche dialetto turco. Ai tempi in cui io ero giovane, uno che sapeva il turco poteva trovare gente che lo capiva a par­ tire dall'Adriatico sin giù alla muraglia cinese. Nel 1919-20, quan­ do vivevo in quella parte del mondo, avevo il compito di intervista­ re i pellegrini musulmani che arrivavano dall'Asia centrale, e ri­ masi colpito dal fatto che ero in grado di comunicare con popola­ zioni quali i Sarti e gli Uzbechi. Ne ero effettivamente in grado, perché questi diversi dialetti turchi sono molto più simili tra loro di quanto per esempio non lo siano l'inglese, l'olandese e il tede­ sco. Vale la pena di ricordare che Gurdjieff, che sicuramente parla­ va il turco con estrema facilità, per una qualche strana ragione ci dice che la lingua che si parla in questi luoghi è il persiano. Non so se avete letto l'introduzione a Incontri, là dove si sofferma su alcune questioni filologiche, e dice che trova strano che in inglese si abbia una sola parola per esprimere il termine ' dire', mentre in persiano ci sono due termini diversi, diyaram e soilyaram. Orbene, questo non è altro che un modo ben bizzarro di scrivere due parole assolutamente turche, quali sono pronunciate qui a Kars, nella lin­ gua turca da lui parlata in gioventù. E invece nel libro dice che è persiano. Ecco, se riuscite a capire perché Gurdjieff dice che ter­ mini di purissimo turco sono persiani, cominciate a capire come lui vede le cose. Io personalmente non credo che conoscesse molte lingue. Quando, nel 1919, sentii parlare di lui per la prima volta, si diceva che avesse viaggiato in tutti i paesi dell'Oriente, che co-


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