capitolo 10
UN’ACCOGLIENZA CALOROSA
I
l giorno diventava sempre più luminoso e caldo man mano che la navigazione procedeva. Dopo un po’ il fiume aggirò un promontorio scosceso, sulla loro sinistra. Ai suoi piedi, rocciosi come quelli di una scogliera, la corrente più profonda si era incanalata ribollendo e spumeggiando. A un tratto la scogliera scomparve. Le sponde si abbassarono. Gli alberi finirono. Ed ecco il paesaggio che si offrì allo sguardo di Bilbo. Le terre si stendevano vaste davanti a lui, venate qua e là dalle acque del fiume, che si frantumava in centinaia di rivi serpeggianti, o si arrestava in acquitrini e pantani punteggiati di isolotti su ogni lato; ma un robusto corso d’acqua continuava a fluire costantemente al centro. E in lontananza, con la scura cima incappucciata da una nuvola lacera, ecco stagliarsi la Montagna! Non si vedevano né le vette più vicine a nord-est né la terra brulla che la collegava ad esse. Tutta sola si ergeva, affacciata sulle paludi e di rimpetto alla foresta. La Montagna Solitaria! Bilbo era arrivato da lontano e aveva affrontato molte avventure per vederla. Ma ora il suo aspetto non gli piaceva per niente. Mentre ascoltava le chiacchiere degli zatterieri e metteva insieme tutti i frammenti d’informazione che si lasciavano scappare, si rese conto della fortuna che aveva già solo nel riuscire a vederla, sia pure da così distante. Per quanto cupa fosse stata la sua prigionia, e per quanto sgradevole fosse la sua situazione attuale (per tacere dei poveri nani sotto di lui!), era stato più
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