Peter Kolosimo -Terra senza tempo

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Riferimenti ancor più fantastici ci vengono suggeriti da quella che è chiamata "la Monna Lisa di Spagna" o, dal luogo del rinvenimento, "la signora di Elche". È una statuetta alta 53 centimetri, raffigurante - come crediamo di poter asserire con il professor Bianco Freijeiro - una divinità di Tartesso. Il busto richiama l'arte greca e quella punica, ma riporta subito coloro i quali hanno una certa familiarità con l'archeologia dell'antica America ad alcuni noti reperti della Colombia, dell'Honduras e, soprattutto, a Chalchiuhtlicue, la dea azteca della pioggia! "Nel 4° secolo dopo Cristo - scrive il professor Lissner, a conclusione d'un suo eccellente studio su Tartesso - Rufo Festo Avieno ci parla dell'isterilimento e della decadenza degli antichi luoghi che conobbe ancora di persona. Egli ci narra l'impressionante regresso della popolazione e la rovina finale. E qui mi si fa palese come molte città un tempo fiorenti giacciano ora sotto le ampie, feconde piane andaluse. "Tutto è scomparso, tutto è diventato polvere o è stato sommerso dai flutti dell'Atlantico. Ma la Terra scopre, lenta ed esitante com'è nella sua natura, sempre nuovi tesori. Ed essi ci dicono del pregevole artigianato, della grande arte, dell'oro e della ricchezza di Tartesso". È molto difficile che i ruderi della leggendaria città rivedano la luce, ma se tanto accadesse, essi ci potrebbero offrire la chiave di parecchi segreti. Perché troppe vie, dall'Europa, dall'Africa, dall'Asia e persino dall'America, confluiscono a Tartesso. Le vie che, con Mu, ci fanno sognare un'altra leggendaria culla di civiltà: Atlantide.

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