hal foster
favore di un diffuso conformismo dell’immagine negli anni Ottanta. Nei capitoli 5 e 6 vengono esaminate due reazioni contemporanee alla duplice inflazione di testo e immagine: una svolta verso il reale manifestata attraverso il corpo violato e/o il soggetto traumatico, e una svolta verso un referente legato ad una data identità e/o in una comunità radicata. Infine, "Cos'è successo al postmoderno" (un epilogo più che una conclusione) allarga il mio discorso a tre questioni importanti per l’arte e la teoria dell’arte di questo periodo: la critica del soggetto, la negoziazione dell’“altro” culturale, il ruolo della tecnologia. I capitoli riportano storie intrecciate tra di loro (per me è fondamentale recuperare l’efficacia di queste narrative), ma non richiedono di essere letti consecutivamente. Dedico questo libro a tre persone che mi hanno permesso di attivare degli spazi culturali: Thatcher Bailey (fondatore di Bay Press), Charles Wright (direttore del Dia Art Center dal 1986 al 1994) e Ron Clark (direttore dell’Independent Study Program del Whitney Museum). Sono cresciuto con Thatcher e Charlie a Seattle, e loro mi hanno sostenuto nel mio lavoro di critico a New York, Thatcher come editore, Charlie come sponsor, entrambi come amici di lunga data. Con la stessa predisposizione d’animo vorrei ringraziare altri vecchi amici (Andrew Price, John Teal, Rolfe Watson e Bob Strong) e parenti (Jody, Andy e Becca). Più di dieci anni fa, Ron Clark mi invitò a partecipare al suo progetto al Whitney Museum dove dirigevo gli studi critici e curatoriali quando questo libro fu concepito. I nostri seminari con Mary Kelly conservano per me una fondamentale importanza e vorrei estendere la mia gratitudine a tutti i partecipanti al programma nel corso degli anni. Per solidarietà intellettuale, sono debitore ai miei amici di October: Yve-Alain Bois, Benjamin Buchloh, Denis Hollier, Silvia Kolbowski, Rosalind Krauss, Annette Michelson e Mignon Nixon; a quelli della Cornell University: David Bathrick, Susan Buck-Morss, Mark Seltzer e Geoff Waite. Sono anche grato ad altri amici, troppi perché li possa nominare. Parte di questo libro è stato scritto alla Cornell Society for the Humanities della quale ringrazio i direttori, Jonathan Culler e Dominick LaCapra. Infine il mio debito si estende a Carolyn Anderson, Peter Brunt, Miwon Kwon, Helen Molesworth, Charles Reeve, Lawrence Shapiro, Blake Stimson e Frazer Ward i quali mi hanno insegnato almeno quanto ho insegnato io a loro. Lo stesso vale per Sandy, Tait e Thatcher. New York, 1995
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