Hiram 1-2020 Gen-Apr 2020

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12 - Hiram n.1/2020

golamenti e costituzioni delle antiche corporazioni medievali in Inghilterra su cui si basano le prime Costituzioni di Anderson del 1723. Essi vengono raggruppati in famiglie dagli storici della Massoneria. Il più antico, il “Poema Regio”, è della fine del Trecento e quello successivo, il “Manoscritto Cooke”, è del Quattrocento. Per considerazioni la cui complessità va al di là dello scopo di questa ricerca, il “Cooke” e i successivi manoscritti della famiglia a cui appartiene, al contrario del “Poema Regio”, indicano che le idee riformiste cominciavano a penetrare in Inghilterra e suscitavano un nuovo interesse per la narrativa dell’Antico Testamento. Come già abbiamo accennato più sopra, il periodo in cui ciò avviene è la prima parte del Cinquecento, esattamente come nel continente all’epoca delle opere di cui stiamo parlando. Tutti questi manoscritti sono divisi in due parti, una prima consistente in una storia molto elaborata sulla trasmissione dell’Arte, e una seconda consistente in un Codice di Doveri Generali e Speciali, risalente a Enrico VI, nel Quattrocento. La prima parte, nota come “History”, serviva a qualificare la corporazione come depositaria delle conoscenze dell’arte del costruire. È a partire proprio dal “Cooke” che abbiamo l’associazione del re Salomone, del re di Tiro, e della figura del “CapoMastro” alla corporazione dei massoni. E tuttavia il nome del “CapoMastro”, cioè Hiram, non viene mai citato in chiaro ma vengono usate varie allitterazioni dall’ebraico che collettivamente hanno il significato di “un uomo dotato di grande conoscenza e capo delle maestranze per la costruzione del Tempio di Re Salomone”. L’ebraico all’epoca era tenuto in gran conto come lingua originale delle Scritture e come tale veniva studiato per affrancarsi dal latino della Vulgata. Il fatto che il nome di questo personaggio fosse celato, viene interpretato dagli autori come prova che già allora le corporazioni lo considerassero di grande importanza, quasi un santo patrono, che il suo nome venisse usato come una parola di passo per iniziati e che la sua figura fosse protagonista di rappresentazioni misteriche, note come “Miracle Plays” o “Moralities”, che si tenevano per tutto il Cinquecento. Furono successivamente proibite in quanto ritenute superstizioni quando Giacomo VI Stuart succedette a Elisabetta Tudor come Giacomo I, re (cattolico) di Scozia e Inghilterra. Chi avesse voluto il nome in chiaro, avrebbe dovuto ricorrere

alla Bibbia in inglese dell’epoca che si basava sulla traduzione dall’ebraico di Lutero e quindi, visto che siamo in Tirolo, ai versetti delle 2 Cronache 2,13 e 2 Cronache 4,16, che in tedesco rispettivamente dicevano: “So sende ich nun einem weisen Mann, der Verstand hat, Huram = Abif” (Quindi ora mando un uomo saggio, di grande conoscenza, Huram = Abif) e poi “...alle ihre Gefaesse machte Huram = Abif dem Koenig Salomon zum Haus des Herrn aus lauterm Erz”. (… Huram=Abif fece per re Salomone tutti i loro contenitori in puro metallo per la Casa del Signore)10. Il nome di Hiram, quale artefice dei lavori in bronzo e delle colonne Jachin e Boaz, fatto venire da Tiro dal re Salomone - per la costruzione del Tempio - si trova nel Libro dei Re. Esso è di due secoli più antico del Libro delle Cronache, ma è in quest’ultimo che si parla della cooperazione di Hiram, re di Tiro, a cui fa riferimento il manoscritto Cooke e seguenti. Quindi come prima considerazione, se il medaglione di Hiram fosse una citazione biblica esso avrebbe dovuto recare il nome Hiram = Abif almeno in Tirolo, visto che la Bibbia di Lutero era disponibile dal 1534 ed è rimasta così fino ai giorni nostri. Nelle Bibbie inglesi apparve chiaro ai traduttori come il doppio nome corrispondesse ad una difficoltà di interpretazione dei caratteri ebraici da parte di Lutero, e venne successivamente corretto - ritenendo Abif un patronimico in ebraico - con le espressioni “(mio padre) Hiram” e “Hiram (suo padre)”; era inteso nel senso di suddito, visto che all’epoca il re era considerato il padre del suo popolo. Di fatto il doppio nome sparì dalle Bibbie inglesi a partire dalla metà del Cinquecento11. Per quanto riguarda i manoscritti delle corporazioni, il nome 10 Il 1 Libro dei Re e il 2 delle Cronache spiegano che tra le opere realizzate da Hiram era posto davanti al tempio un “bacino di metallo fuso”, un enorme serbatoio cilindrico di bronzo dello spessore di 10 cm, alto 2,25 metri e del diametro di 4,5 metri, che si trovava nella zona a sud del cortile interno, di fronte al grande altare di bronzo. Sotto il bacino che aveva una capacità di circa 40.000 litri d’acqua si trovavano due file di decorazioni rappresentanti zucche o melagrane. Costruì anche dieci lavabi di bronzo, spostabili su carrelli, contenente ciascuno circa 850 litri di acqua, da usare per lavare gli strumenti impiegati per sacrificare gli animali sistemati ognuno accanto a dieci tavoli usati per preparare i sacrifici. 11

Quatuor Coronati Lodge, op. cit.


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