Comunicat de presa al teatrului La Fenice

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LA FENICE Venezia, 7 ottobre 2009

COMUNICATO STAMPA

Agrippina di Georg Friedrich Händel nel trecentesimo anniversario della prima veneziana Venerdì 9 ottobre 2009 alle ore 19.00 (turno A) andrà in scena al Teatro Malibran Agrippina, dramma per musica in tre atti di Georg Friedrich Händel (di cui ricorrono quest’anno i 250 anni dalla morte) su libretto attribuito a Vincenzo Grimani. L’opera, conclusione e culmine del lungo soggiorno italiano dell’allora ventiquattrenne compositore, andò in scena per la prima volta a Venezia, al Teatro Grimani di San Giovanni Grisostomo, il 26 dicembre 1709 con uno straordinario successo: ben ventisette repliche, accolte dalle grida entusiastiche «Viva il caro Sassone!». Trecento anni dopo, nello stesso antico teatro ribattezzato nel 1835 Teatro Malibran, la Fondazione Teatro La Fenice la ripropone in un nuovo allestimento che rinnova l’ormai collaudata collaborazione con Fabio Biondi e con l’Università IUAV di Venezia (si ricorderanno le applaudite produzioni de La Didone di Francesco Cavalli nel settembre 2006, Ercole sul Termodonte e Bajazet di Antonio Vivaldi nell’ottobre 2007, e La virtù de’ strali d’Amore di Cavalli nell’ottobre 2008). Fabio Biondi – per la prima volta alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice anziché dell’Europa Galante – dirigerà un cast internazionale di specialisti del repertorio händeliano formato dal basso Lorenzo Regazzo nel ruolo dell’imperatore Claudio, dal mezzosoprano Ann Hallenberg in quello di Agrippina, dal controtenore Florin Cezar Ouatu in quello di Nerone, dal soprano Veronica Cangemi in quello di Poppea, dal controtenore Xavier Sabata in quello di Ottone, dal basso Ugo Guagliardo in quello di Pallante, dal contralto Milena Storti nei ruoli di Narciso e Giunone, e dal baritono Roberto Abbondanza nel ruolo del servo Lesbo. Il basso continuo sarà realizzato da due strumentisti dell’Orchestra del Teatro La Fenice, Alessandro Zanardi (violoncello) e Leonardo Morini (clavicembalo), e da tre dell’Europa Galante, Maurizio Naddeo (violoncello), Giangiacomo Pinardi (tiorba) e Paola Poncet (clavicembalo). Regia, scene, costumi e luci saranno affidate a tutors e studenti del Laboratorio di Teatro musicale barocco del Corso di laurea specialistica in Scienze e Tecniche del Teatro (ClasT) della Facoltà di Design e Arti dello IUAV di Venezia. Fra i tutors Juliette Deschamps sarà responsabile della regia, Tiziano Santi delle scene, Vera Marzot dei costumi, Claudio Coloretti delle luci, Karina Arutyunyan del coordinamento artistico e didattico, Paola Donati del coordinamento generale. Fra gli studenti e laureati vincitori del bando per il Laboratorio musicale barocco vi saranno Alberto Giordani, Alice Rachele Biondelli, Alessia Colosso, Mirco Longo e Barbara Trisciani. Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice è realizzato con la collaborazione artistica della Fondazione Teatro Due di Parma, che ha curato anche la realizzazione delle scene. Quattro repliche, domenica 11 ottobre 2009 alle ore 15.30 (turno B), mercoledì 14 alle 19.00 (turno D), venerdì 16 alle 19.00 (turno E) e domenica 18 alle 15.30 (turno C). L’opera che il 26 dicembre 1709 aprì la stagione di carnevale del Teatro di San Giovanni Grisostomo di Venezia fu anche quella che lanciò Georg Friedrich Händel (Halle 1685 ­ Londra 1759) nel mondo del teatro musicale. Il giovane compositore, figlio di un medico, si trovava già in Italia da circa tre anni. Dopo il grande successo di Agrippina si sarebbe trasferito ad Hannover e infine in Inghilterra, dove nei decenni successivi si sarebbe imposto come musicista di massimo spicco.

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LA FENICE Il libretto dell’opera, la seconda e ultima scritta da Händel in Italia, è presumibilmente dovuto al cardinale Vincenzo Grimani (Venezia 1652? – Napoli 1710), diplomatico di famiglia veneziana al servizio degli Asburgo, egli stesso proprietario del San Giovanni Grisostomo. Grimani, che l’anno precedente aveva raggiunto l’apice della carriera con la nomina a viceré di Napoli, adattò per le scene teatrali la vicenda di un personaggio storicamente accertato, la cosiddetta Agrippina minore (15­59 d.C.), moglie dell’imperatore Claudio, che il figlio Nerone fece successivamente uccidere. Nell’opera musicata da Händel la protagonista Agrippina cerca di convincere il marito Claudio a nominare imperatore il figlio Nerone, avuto da un precedente matrimonio. Per realizzare questa aspirazione Agrippina si giova della bella Poppea, la quale, benché segretamente innamorata di Ottone, sa di piacere anche a Nerone e a Claudio. Le spregiudicate manovre di Agrippina vengono svelate, ma con abilità essa riesce a trasformarle in atti di devozione verso l’imperatore e infine a conseguire i suoi obiettivi: Nerone avrà la nomina al trono, Ottone l’amore di Poppea. Il libretto offre dunque una tipica commedia veneziana anti­eroica, in cui tutti i personaggi, tranne Ottone, cercano di ingannarsi reciprocamente. L’amoralità di Agrippina e dei personaggi che la circondano contrasta con la serietà e l’integrità intellettuale che tenderà a prevalere nei nuovi libretti di Apostolo Zeno e successivamente di Metastasio. Il librettista pare aver tratto un’istantanea da ambienti di corte a lui ben noti, come quello pontificio, tanto da far sospettare nella figura dell’imperatore Claudio un’allusione a papa Clemente XI, spesso osteggiato dallo stesso Grimani nel corso della sua attività diplomatica in difesa degli interessi austriaci, o a Luigi XIV di Francia, unito in matrimonio morganatico all’astuta e influente Madame de Maintenon e ugualmente avversato dal Grimani diplomatico. Il cast originale di Agrippina comprendeva interpreti molto apprezzati, in primo luogo i soprani Margherita Durastanti, con cui Händel aveva già lavorato a Roma (Agrippina), e Diamante Maria Scarabelli (Poppea), impegnate con i loro personaggi in una sorta di match drammaturgico e vocale. Completavano la compagnia il basso Antonio Francesco Carli (Claudio), il contralto Francesca Vanini (Ottone), suo marito il basso Giuseppe Maria Boschi (Pallante), i castrati Valeriano Pellegrini (Nerone) e Giuliano Albertini (Narciso) e il basso Nicola Pasini (Lesbo). Parte della musica di Agrippina è tratta da componimenti che Händel aveva scritto precedentemente in Italia (l’opera Rodrigo, l’oratorio La resurrezione e varie cantate) e dall’opera Der verführte Claudius di Reinhard Keiser (Amburgo 1703), da cui trasse alcuni frammenti tematici memorabili. In Agrippina l’azione si evolve continuamente, grazie a recitativi estremamente sintetici e ad arie brevi di diverso carattere che si susseguono vorticosamente, con effetti caleidoscopici. Il personaggio dominante è Agrippina, sempre fiduciosa in se stessa, a tratti minacciosa e sicura di trionfare (aria iniziale «L’alma mia fra le tempeste») oppure temporaneamente angosciata come nella grande scena dell’atto secondo («Pensieri, voi mi tormentate»), quando progetta un triplice omicidio. Il momento più intensamente tragico dell’opera spetta però ad Ottone, il solo personaggio interamente serio, che nel secondo atto canta un memorabile lamento in fa minore («Voi che udite il mio lamento»). L’intonazione di Händel, che esprime sempre emozione genuina, piacque moltissimo al pubblico veneziano. Il Teatro Grimani di San Giovanni Grisostomo, che «con la vastità della sua mole superba può contrastare col fasto di Roma antica», ospitò nei giorni successivi ben ventisette repliche dell’opera, accolta con grida incessanti di «Viva il caro Sassone!».

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