QuitMag no.1

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ASPETTANDO SERGIO RACANATI

intervista di Sara Zugni a Sergio Racanati - foto di Karin Freschi

Con la sua massa di capelli rossi e infuocati, l’artista pugliese mescola musica e immagini nella sua esibizione “Passaggi liquidi”, che si ispira alle Città invisibili di Calvino

A

l Seek Refuge gli incontri ti possono folgorare. Così è stato con Sergio Racanati, che mi ha investito con la sua massa di capelli rossi e infuocati delle creature preraffaellite. Non riuscivo a staccare lo sguardo da quei colori. Ho dovuto anche chiedergli perdono per l’insistenza con cui lo fissavo. Già, perché l’ho osservato a lungo. Si è fatto attendere a lungo. Tutto intento a concludere un testo, si nascondeva dietro lo schermo del computer. Così preso e immerso in ciò che scriveva, lo osservavo e notavo le mutazioni del suo umore, prima così lontano e concentrato, poi ironico e folle. Stava completando la stesura di un testo dal titolo “Desolee”, più precisamente penso stesse completando i ringraziamenti. Ogni tanto mi alzavo e, nel prendere una bottiglietta d’acqua, ho dato un’occhiata. Dalle poche righe

che sono riuscita a leggere, ho intuito che sarebbe stata un’intervista indimenticabile. Ricordo il primo ringraziamento: “Riccardo Lisi + Filippo Borella + Marta Casati + Enrico Cazzaniga per un villaggio edificato fatto di memorie rifugiate... di scappati da consuetudini e rituali scontati nel senso di a poco prezzo, da discount”. Non vedevo davvero l’ora di iniziare… Sergio Racanati di Bisceglie (Ba), che da 8 anni vive a Milano, con qualche pausa qua e là, finalmente si è concesso alla mia intervista. Forse consapevole di ciò che mi aspettava e quindi eccitata dalla sua personalità così estrosa, ho iniziato ad investirlo con le mie domande. Come sei arrivato qui al Seek Refuge? Ho partecipato al MiArt di quest’anno in Aprile. Ho portato le mie opere nello spazio della Regione Lombardia, nel padiglione contem-


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