Pd,frittata molisana in salsa fanelli

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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

19 settembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Meglio assumere manager molisani“ Di Brino apre una polemica sul Consorzio industriale di Termoli TERMOLI. Si rianima la polemica sul Cosib e dopo gli interventi del Movimento 5 Stelle e del sindaco di Guglionesi Leo Antonacci, a prendere la parola – per iscritto – è l’ex sindaco di Termoli Basso Antonio Di Brino. “Prendendo a motivo gli articoli apparsi in questi giorni sulle vicende del Cosib e, considerate anche le affermazioni dell’amico Leo Antonacci, colgo l’occasione per esprimere alcune riflessioni. Leo Antonacci, pugliese di origine e guglionesano di adozione, persona che stimo molto, ha una visione della gestione del Cosib ed evidentemente del ruolo e della presenza dei politici al suo interno che, pur legittima, è diametralmente opposta alla mia. Difatti, al di là del giudizio sulle indennità e sui gettoni di presenza che pure risulta rilevante ma rimanda a riflessioni personali etico/morali, la questione vera è, in questo mo-

mento storico, riflettere sulla opportunità o meno, che rappresentanti politici abbiano la gestione di un Ente Economico come il Consorzio Industriale. Il mio convincimento è che, diversamente da quanto sostenuto dall’amico Antonacci, gli oltre centotrentamila euro l’anno, spesi

per le indennità e/o i gettoni di presenza (milleseicento per Componente e quattromila mensili per il Presidente), potrebbero essere utilizzati per contratti a manager o consulenti, magari giovani, semmai disoccupati, meglio ancora se molisani. A supporto di quanto affermato, ri-

chiamo quello che per me dovrebbe essere il ruolo della politica, cioè ricercare risorse finanziarie e creare condizioni di sviluppo, che per i Consorzi industriali, oggi, rispetto a trenta, quaranta anni fa, competono a livelli politici regionali, nazionali se non addirittura Europei e non sono alla portata di amministrazioni locali, anche se organizzate in livelli sovracomunali. Oggi il nostro Consorzio ha bisogno di una guida manageriale che riduca i costi dei servizi delle aziende, che svolga una azione propositiva di attrazione per nuovi insediamenti e che, insieme alla politica, faccia scelte strutturali ed infrastrutturali per velocizzare il trasporto di merci e prodotti a costi più bassi. Per concludere, mi permetto di dissentire sulla affermata imposizione dall’alto, durante la mia sindacatura, per la scelta del rappresentante di Termoli; imposizione che non c’è stata e ne ci poteva essere, viste le

considerazioni da me fin qui espresse e supportate dalla mia personale rinuncia alla Presidenza, offertami insieme agli altri Sindaci ed anche dallo stesso Antonacci. Ho ritenuto allora e confermo oggi che il ruolo di Sindaco di una Città come Termoli non consenta distrazioni e richieda un impegno costante e continuo sia in termini di tempo che di risorse psico-fisiche; cercare di fare più cose per soddisfare il proprio desiderio di prestigio, può gratificare il proprio Ego ma rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi richiesti ad un politico dagli elettori. Certo, ci vuole coraggio a rinunciare ad un incarico da quattromila euro al mese e ancor più a dimettersi dal Consiglio del Consorzio Industriale per affermare una propria idea e supportarla con un gesto cosi eclatante. Io l’ho fatto in onore e nel rispetto di quelli che per me sono valori inalienabili: la dignità e la coerenza.

“Biometano, nessun impianto” Il sindaco di Campomarino, Cammilleri, smentisce le notizie su probabili progetti CAMPOMARINO. Riceviamo e pubblichiamo la nota dello staff del Sindaco Gianfranco Cammilleri sulle voci che negli ultimi giorni sono circolate in città riguardo alla realizzazione di due impianti a biometano. “Alla luce di inutili allarmismi che alcuni soggetti stanno diffondendo utilizzando diversi mezzi di comunicazione, si rende noto alla popolazione che l’Amministrazione Comunale di Campomarino non ha firmato nessun atto che autorizzi l’installazione di centrali a biometano nel territorio di Campomarino. E’ vero che una società privata ha indirizzato al Comune una proposta inerente il biometano alla quale è stato risposto che il soggetto competente a ricevere tale tipologia di richiesta era il SUAP; al fine di comprendere e

far comprendere l’argomento a chiunque potesse essere interessato, nel mese di dicembre 2014 è stato organizzato un convegno,

purtroppo poco partecipato. Se e quando un argomento di tale delicatezza ed importanza dovesse interessare il nostro

Comune, prima di ogni decisione, sarà interpellata e coinvolta tutta la cittadinanza per decidere la soluzione migliore per tutti”.

L’organo a canne è realtà Nella Chiesa di San Matteo a Montenero di Bisaccia MONTENERO DI BISACCIA. Quando in paese si diffuse la notizia, nonostante l’evidente grandiosità e il costo del progetto, nessuno dubitò che alla fine don Claudio D’Ascenzo ce l’avrebbe fatta. La conferma non ha tardato ad arrivare e il 21 settembre ci sarà la tanto agognata inaugurazione. E’ realtà l’organo a canne nella chiesa madre di san Matteo apostolo. Opera monumentale, è il più grande organo di tutto il Basso Molise, riceverà la benedizione del vescovo Gianfranco De Luca in occasione della festa patronale. A seguire la messa, che sarà accompagnata dal coro “Giovanni D’Onofrio” di Atri e dal maestro Giampiero Catelli. Intanto ciò che chiamare strumento musicale è riduttivo, fa già bella mostra di sé in chiesa. Fedeli e curiosi hanno potuto seguire passo per passo le fasi del montaggio, durato molti mesi e curato dagli artigiani-maestri della ditta costruttrice, la Catelli Organi di Atri (Te). Si accennava in apertura che la firma del progetto è di don Claudio D’Ascenzo. Difatti è stata sua l’idea di ridare alla chiesa madre di Montenero l’organo a canne, dopo che il precedente – risalente al 1747 – fu smontato in occasione della ricostruzione dell’edificio nel 1947 e, in maniera piuttosto maldestra, conservato alla meno peggio in più locali del centro cittadino. Risultato: in breve il legno della cassa armonica e della struttura divenne inservibile a causa dell’umidità. E così, dopo quasi settanta anni, tornerà a suonare un organo a canne ancora più maestoso del predecessore.


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