Le 12 fatiche di ciocca

Page 1

tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 69 veNerdì 25 mArzO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

L’OSCAR DEL GIORNO

Ulisse Di Giacomo

30.000 copie in omaggio

Antonio Battista Per eccesso di comunicazione, dopo essersi dotato di addetto stampa personale. Spesso, troppo spesso, da Palazzo san Giorgio arrivano note stampa senza alcuna necessità o, peggio, viziate di appropriazione indebita. Come nel caso dell’esposizione della bandiera a mezz’asta per i tragici eventi di Bruxelles, una direttiva della Prefettura che il sindaco l’ha fatta passare per sua. Scelta da condannare.

Post sisma: dopo anni, in 4 mesi liquidati 2 milioni e mezzo su 22: che sudata! Servizio a pag. 3

%$00. $,/.

! .+*0( /$ $ ..1.01$,

5

!

# %

%% ""

!! "" " !

! "

!

. .01*- ! " !" $-1$) " -)(+. $ 1$,/ ! "

#

"" 6 "

!" " "" %$00. $,/. # " ('$3*.-( ,$*+

$

! ! %% ""

(+

"

! ! 2/ %-0/&%2

$ $))*. " ! )(%6+/.) *- ., -%+,/*( &. !!

#

! '

' ! $

'

# $

'

! ! !

' !

'

%

(), '+37 4&&,+

"

+. '/0+)

*+/ /-%*

1. (+ $,/.%$1

" !# # '' #!)"

$ &#

!#

!!

8

%% ""

!! "" " !

'(+ &*26 3%%+*

! /$ ..2.12$, -. ! " !" $-2$).12*" -)(+. $ 2$,/ ! "

.+*1(

! $

$

! "

!

$))*. *- ., &./*( #

!

!

% !

) " #

!

! ' #

# )

"

&

) "

!

& $&# # $ $ #*)( #" 1- *& !' ((# & %) " '' )& #* *#&#

0%*+.)

*#&#

$&

' $#'( & *#&#" '' & '( ( '#"# #!! '' #" )

""

0%*+.%

& $

#

1& '( (

%

& " #$ ! *# # ( &' 1 2/ (( )#& #"#0 !)# "( "(#

0%*+.%

% $

"

!! %

"%) ! "(# )" & !#* & # # $ "& ( + #" (, (& * -& # '

)15+6+/

+.%

% 0%*

#

! # "

# (04*5*.

"

(

" !

!

&

! ! %% ""

""

$

0%*+.% #

!

#&"# ''#& "# '' $)& * $# ) ()& '$ " & " ''# '#!! !# " '$ !$# " #! " # %) " ++ & ! $# )# # " ((,! #& #" ( #& # & * & )' ! ' " # " +7 ( %) #' $ ) & & ' #!! # "( " &, $ ( ! )&# ' ( "( ( ( $ &!" " % ( '(& 1. ! * & ') "" ' "+ .%$1 #" & ((, $,/ ( # " " )" *.-( ('$5 # # ,$*+

!

" !# # # '' #&"# !$ ( # ! (# " " ' ' & + & )(# " # '(&#" !# #"#'#* & & # $ '' (# # "" #" ( "( # " + " !# $ "' #" ' &* + # & & # & ( '*# ( * (, $ & ')# " ')# #$ & # (( $$ "# ' & (, " ' & $&#$ ! & ( (# " ( & ' # ' !# ') '' " '( ( " !# # # #'. $ "' #"

'

! #

#

$$ !!

!

'(+ &*14 2%%+*

!

8 !! . !

$$ !!

!$ /,+2) 0% 23%# / //3/ /23+. %.3%* ! ! .*),/ % ! 3%-0

" !!

La sfida più grande

2/ ), %-0/&%2

!

9

! !

&

:

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Ulisse Di Giacomo. Il senatore molisano ha inteso ricordare come la questionedei Piani operativi della sanità siano, ormai, solo una questione di teatro perchè a Roma attendono solo di conoscere come la Regione intenderà affrontare la questione mutuo da 300 milioni di euro. Mentre, tutto intorno si assisterà a chiusure di ospedali e meno servizi garantiti.

IL TAPIRO DEL GIORNO

www.lagazzettadelmolise.it

GIORNALE SATIRICO

! % " *-$

$ /$)

$

La Gazzetta del Molise da mercoledì 30 marzo 2016 sarà in tutte le edicole del Molise Da sempre vicini agli interessi dei molisani ora pronti al cambiamento $ ! "" " "

La credibilità di sempre - la forza di domani


TAaglio lto

2

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

25 marzo 2016

Da direttore dell’Area seconda della Regione a direttore generale, nonché Autorità di gestione del Programma operativo regionale 2000/2006 e del Programma pluriennale di interventi diretti a favorire la ripresa produttiva del Molise (ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi del 12 marzo 2003) Qualcuno ha sorriso all’attribuzione da queste colonne dell’appellativo di “Pico della Mirandola” rivolto a Massimo Pillarella che da direttore dell’Area seconda della Regione è stato “elevato” a direttore generale, nonché fatto carico, da parte del suo amico e mentore, il presidente della giunta Frattura, di una serie di altri compiti tra cui, ultimo, quello di Autorità di gestione del Programma operativo regionale (Por) 2000/2006. Dinanzi a così tanti riconoscimenti e a così tante attribuzioni di responsabilità, non c’è che da prendere atto che Pillarella sia davvero una replica di colui (Pico della Mirandola) che passa per il più eclettico, fertile personaggio del Quattrocento, dotato di grande memoria, di una cultura enciclopedica, matetico e filosofo. Nel 2016 tocca a lui (Pillarella) occuparsi anche di chiudere i conti del Por 2000/2006 e del Programma pluriennale di interventi diretti a favorire la ripresa produttiva del Molise (ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi del 12 marzo 2003), predisposto di concerto con il Dipartimento delle Politiche di sviluppo del ministero dello Sviluppo economico, approvato dalla Giunta regionale con deliberazione del 9 giugno 2004 e dal Cipe il 29 settembre 2004, programma la cui dotazione è costituita, tra l’altro, dalle risorse liberate che risalgono al già detto Por 2000-2006, la cui

Se non ci fosse Pillarella, povera Regione Molise

conclusione, in termini di programmazione, impegni e pagamenti, è prevista nel corso del 2017. Cifre, programmi, ordinanze, cumulo di risorse: sono l’immagine e la traduzione del Molise che traccheggia, che polemizza, che non utilizza le risorse che gli vengono assegnate (graziosamente a volte), per cui poi è costretto ad arrancare, a mettersi in coda alle altre Re-

gioni, a registrare il più alto tasso di disoccupazione giovanile, un enorme buco finanziario nella sanità, il settore industriale afflitto da una crisi complessa, senza peraltro rinunciare ad assicurare alla propria classe dirigente le migliori prestazioni economiche e, vita natural durante, un robusto vitalizio. Questo Molise ritardatario, per taluni aspetti imbelle,

è stato posto nelle mani di Massimo Pillarella-Autorità di gestione, perché esamini la riallocazione e la gestione delle risorse liberate relative ai “ progetti coerenti “ rendicontati alla Comunità Europea; perché dia uno sguardo alle attività di struttura tecnica e amministrativa di Sviluppo Italia Molise alle azioni poste in essere del Programma pluriennale sopra

citato, e perché si occupi del completamento del programma di riutilizzo delle cosiddette risorse liberate dalla rendicontazione dei progetti coerenti nell’ambito del Por Molise 2000-2006. Tutto ciò conferma l’entità della penuria di soggetti che alla Regione Molise abbiano capacità di operare, di stare sul pezzo, di dare un contributo fattivo parallelo a ciò che alla Regione si guadagna. Logico, naturale, diremmo obbligatorio che al Nostro sia stato dato anche il compito di coordinare le attività di programmazione dei fondi europei del settennio 2014/2020 e di tenere aperti i canali con Bruxelles. Forse omettiamo qualcosa tra le tante cose di cui si deve occupare (abbiamo infatti dimenticato ch’è anche a capo della cabina di regia), ma gli faremmo torto se non lo riconfermassimo, per ecletticità, dedizione, e capacità, nella veste di un redivivo Pico della Mirandola del Terzo Millennio (nel e del Molise). Dardo

“Inclusione sociale, bisogna metterci più soldi” Il Movimento 5 Stelle Molise presenta un’interrogazione per chiedere alla Giunta di aumentare il fondo per l’inclusione sociale creato un anno fa “Continua la battaglia all’interno delle istituzioni per non lasciare indietro nessuno. Una lotta che ad aprile scorso ha vissuto un momento fondamentale quando, durante la discussione della Legge Finanziaria, il MoVimento 5 Stelle Molise è riuscito a strappare un milione di euro da destinare al finanziamento del Reddito minimo di cittadinanza. Furono, quelli, giorni di soddisfazione per l’aperta condivisione dell’intero Consiglio alla proposta, ma anche di preoccupazione per come quei fondi sarebbero stati gestiti. Dopo qualche mese, a febbraio scorso, i Comuni capofila degli ambiti territoriali sociali hanno emanato gli av-

Il Movimento Cinque Stelle chiama in causa la Regione e chiede a Frattura che nel bilancio di previsione venga aumentata la quota visi pubblici per ricevere le candidature dei molisani in difficoltà. Come abbiamo sempre detto, però, i requisiti sono molto stringenti proprio a causa dell’esiguità della copertura finanziaria. Per questo la misura attuata resta solo il primo passo verso un Reddito di cittadinanza strutturale, distribuito al maggior numero di persone in difficoltà, e in questo senso la proposta presentata in Parlamento dal M5S risulta decisiva, soprattutto se la pensiamo magari agganciata a misure finanziabili con fondi comunitari. Il percorso, dunque, continua. Il MoVimento 5 Stelle Molise ha quindi presentato interrogazione al Presidente della Giunta per capire se l’inizia-

tiva regionale ha funzionato, se è riuscita ad essere davvero inclusiva e, soprattutto, se è possibile aumentare la dotazione finanziaria, quindi avere parametri meno restrit-

tivi anche perché su questo fronte sono state tante le segnalazioni ricevute in queste s e t t i m a n e . I cittadini meritano una risposta. Anzi attendiamo la di-

scussione della finanziaria 2016 prevista per fine aprile: sarà quello il banco di prova per aggiungere fondi a disposizione”.


TAaglio lto

Su una cosa, almeno, possiamo registrare un clamoroso passo avanti: il consigliere delegato alla ricostruzione, Salvatore Ciocca, annunciando il pagamento di una trance dei lavori di ricostruzione post sisma, pari ad un milione e quattrocentosettantamila euro, non si è lasciato andare a sbruffonerie assortite e rimbrotti livorosi nei confronti delle imprese che, da anni, reclamano quanto gli è dovuto; si è mirabilmente contenuto in un tutto sommato accettabile: “Alle polemiche, rispondiamo con il lavoro.” Ma soltanto accettabile, sia ben inteso. Perché la mera analisi dei fatti dice che le imprese edili reclamano questi soldi da anni e che l’ammontare delle cifre erogate fino ad ora è di due milioni e settecentomila euro mal contati, sostanzialmente, quindi, siamo ancora alle briciole. Perciò, anche se possiamo registrare un sostanziale miglioramento della forma di comunicazione, dell’ espressione istituzionale del consigliere Ciocca, nella sostanza c’è davvero ben poco di cui vantarsi; ben poco di cui andare fieri e gonfiare il petto. Vorremmo vedere il consigliere Ciocca, o i suoi colleghi, aspettare anni per avere il pagamento di quanto dovuto; vorremmo davvero vedere con quanto aplomb british si terrebbe lontano dalle polemiche. Il conto dei danari, molto prosaicamente, dice che siamo ad un decimo di quanto si deve ancora alle imprese. Ammazza quanto lavoro, consigliere. In mezzo c’è stata la guerra all’agenzia di protezione civile, smantellata con tanto di passaggio in tribunale contro l’architetto Giarrusso; la guerra con

Gli Ordini degli Ingegneri delle Province di Campobasso ed Isernia, degli Architetti della Provincia di Isernia, dei Geologi e degli Agronomi della Regione Molise, nonché i Collegi dei Geometri, dei Periti Industriali, dei Periti Agrari e degli Agrotecnici delle Province di Campobasso ed Isernia, sono fortemente preoccupati per l’attuale incertezza che caratterizza la gestione della ricostruzione post sisma. L’enorme ritardo con cui vengono effettuati i pagamenti degli Stati d’Avanzamento dei lavori, sta mettendo a dura prova il regolare e corretto andamento dei lavori stessi e la sopravvivenza dei tanti studi tecnici che operano nel settore della ricostruzione. Da anni i professionisti hanno messo a disposizione risorse pro-

3 25 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Pagata una trance delle somme dovute per i lavori di ricostruzione post sisma

Siamo ottimisti: vediamo il bicchiere pieno per un decimo

i precari della stessa agenzia; la costituzione dell’agenzia per la ricostruzione. Insomma tutto quanto il meglio che l’Ufficio Complicazione Affari Semplici possa esprimere. Già, perché la Regione Molise, per anni, si è rifiutata di anticipare le somme dovute alle imprese, aspettando l’accreditamento da parte dello Stato, condannandole allo strangolamento finanziario dell’esposizione con le banche e partecipando in solido alla quasi distruzione dell’intero comparto che in poco più di un lustro (le colpe ovviamente non sono solo di questo governo regionale) ha perso la metà degli occupati che contava. Così come la Regione Molise ancora non liquida a molti Comuni le spese sostenute, con anticipazioni di cassa, per l’emergenza neve del 2011/2012, così tanto per mettere un po’ le cose in ordine. Con grande spirito di ottimismo però,

salutiamo il pagamento di questa decima parte del totale dovuto: vediamo il bicchiere pieno per un decimo e non vuoto per nove decimi. Con la consueta pompa magna il consigliere delegato alla ricostruzione, Salvatore Ciocca, aggiunge:

“Nonostante le oggettive difficoltà legate alle scadenze contrattuali che hanno interessato il personale della ormai ex Arpc, con il massimo impegno e la più totale abnegazione l’Agenzia per la ricostruzione post sisma – su impulso del solerte di-

rettore, architetto Manuel Brasiello - sta lavorando alacremente al fine di consentire l’emissione dei mandati di pagamento relativi agli stati di avanzamento lavori.” Ottimo. E noi, con altrettanta solerzia, saremo qui a contare i giorni e le settimane che un lavoro intessuto di tanto impegno ed abnegazione impiegherà per arrivare, finalmente, alla sua sospirata conclusione. A ciascuno il suo. Quel giorno arriverà e, pur se con qualche anno di ritardo, il lavoro delle imprese e dei loro operai vedrà così riconosciuto il suo valore; sarà pagato, a chi se l’è sudato, il suo giusto corrispettivo e saremo tutti contenti: le imprese, gli operai, le loro famiglie, i sindacati, la stampa ed anche il consigliere Ciocca ed il presidente Frattura che non saranno più costretti a sorbirsi le rotture di scatole da parte di quegli scocciatori dell’Associazione Costruttori Edili del Molise.

Gli Ordini professionali contro la Regione “Non pagando ci state affamando” prie per consentire la redazione dei progetti esecutivi e l’avvio dei lavori di ricostruzione. In molti casi gli stessi tecnici non hanno ricevuto alcun compenso per le prestazioni eseguite o ricevuto compensi ridotti al 30%. Essi però, nel rispetto delle norme, hanno sempre consentito, con il loro impegno, la chiusura dei lavori ed il rientro nelle proprie abitazioni delle tante famiglie “terremotate” o degli alunni in scuole più sicure, svolgendo con puntuale professionalità, oltre che le proprie funzioni tecniche, azioni di mediazione tra le Istitu-

zioni ed i cittadini “terremotati”. Nello spirito di una proficua collaborazione con le Istituzioni, gli scriventi Ordini Professionali offrono la propria disponibilità, competenza e conoscenza delle problematiche che attengono alla ricostruzione, affinché la stessa possa proseguire più speditamente, consentendo il definitivo rientro di tutti i cittadini nelle loro legittime abitazioni o nei luoghi di lavoro entro il 2018, data ultima per il completamento di tutti i lavori.


Taglio Alto

4 25 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Alla Provincia di Campobasso in attesa che l’assestamento dell’organico e l’ultima definizione delle strutture interne consentano alla macchina amministrativa di andare a pieno regime

Salvaguardate le tasche della dirigenza e del personale dipendente

L’effetto peggiore della riforma Delrio è il permanere della Biblioteca “Albino”, simbolo culturale del Molise, nel limbo della indeterminatezza, ancorché paradigma dell’infingimento politico del consigliere regionale delegato alla cultura, Ioffredi Andrà a finire che un segretario generale (nonché, per gratificazione presidenziale in “articulo mortis”, anche direttore generale), due dirigenti, sei posizioni organizzative e ventitré capiufficio, e un centinaio di dipendenti di vario livello, si rileveranno insufficienti a reggere i compiti istituzionali della (ancora) Provincia di Campobasso, in attesa che diventi Area vasta. Quindi ancora problemi di agibilità e funzionalità in aggiunta a quelli che dal 2014 ad oggi hanno contrassegnato il “decadimento” dell’Ente pubblico per antonomasia (vecchio di oltre duecento anni). Effetto della peggiore riforma che si potesse mai immaginare, di cui si dovrà fare carico dinanzi alla storia amministrativa del Paese il governo di Roma. L’effetto peggiore, e visibile, non è la stasi operativa che da due anni s’è venuta a creare a Palazzo Magno per via delle variazioni interne della struttura organizzativa dell’Ente, ma il perma-

nere della Biblioteca “Albino”, simbolo culturale del Molise, nel limbo della indeterminatezza. Ancorché paradigma dell’infingimento politico del consigliere regionale delegato alla cultura, Ioffredi, che all’indomani dell’avvio della riforma Delrio, che avrebbe staccato l’attività culturale dai compiti statutari delle Province, ispi-

rato dal presidente Frattura, s’è esposto a dichiarare che la Regione ne avrebbe assicurato la continuità, anzi il rafforzamento, e il mantenimento dell’organico. Smentito dai fatti, lo steso Ioffredi s’è rifugiato in corner dichiarando, a correzione della propria inaffidabilità politica, che della Biblioteca probabilmente (e au-

gurabilmente) se ne occuperà il ministero dell’onorevole Franceschini. Detto di questo intermezzo che culturalmente sta impoverendo ulteriormente il Molise peraltro nella totale indifferenza della gente, dei sindacati, del mondo della Scola e dell’università, alla Provincia di Campobasso, in attesa che l’assestamento dell’organico e

l’ultima definizione delle strutture interne consentano alla macchina amministrativa di andare a pieno regime, hanno badato a mettere a punto la contrattazione decentrata e a posto i conti, con un occhio di riguardo agli interessi economici del personale dirigente (quelli degli amministratori non sono mai stati in discussione). Il 14 marzo, nel corso della stessa seduta della giunta presieduta da Rosario De Matteis, in successione, sono stati deliberati i report della valutazione dei dirigenti per il 2015, quindi l’utilizzo delle risorse decentrate per il 2016 sulla base delle valutazioni riferite allo stesso anno, confermando la riserva del 20 per cento del personale di categoria “Progressione economica orizzontale”, con l’arrotondamento all’unità superiore. Al di là del burocratese, si tratta di soldi. Dardo

“Corte d’Appello, pochi gli spiragli” De Matteis e Fusco hanno incontrato il sottosegretario, al ministero di Grazia e Giustizia, Chiavaroli

Il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, e la consigliera regionale Angela Fusco Perrella, si sono recati in audizione al Senato, dal sottosegretario al ministero di Grazia e Giustizia, Federica Chiavaroli. Alla parlamentare pescarese alfaniana, i politici molisani

hanno illustrato le ragioni che spingono amministrazioni, liberi professionisti, magistrati, cittadini semplici, tutti uniti in un Comitato, a difesa della Corte d’Appello di Campobasso. La senatrice Chiavaroli, nell’ascoltare i pareri degli amministratori molisani, supportati da comu-

nicati e proposte del Comitato a difesa della Corte d’Appello e dell’intero sistema Giustizia del Molise, ha dichiarato che a suo giudizio occorrerebbe che fosse proprio lo stesso ministro a prendere una posizione al riguardo e di spingere al fine di accelerare un secondo incontro proprio con il Guardasigilli. Ovviamente la relazione Vietti sta creando non pochi malumori, non solo in Molise,

ma pare sia un documento che la Commissione Giustizia abbia vagliato, lasciando pochi spiragli di modifica, su scala nazionale. Per questo motivo, resta ferma l’ipotesi di un’immediata audizione, per trovare le opportune misure atte a scongiurare la soppressione cui seguirebbe la chiusura di un lungo elenco di uffici giudiziari e di conseguenza, un altro tassello che prelude alla

fine dell’autonomia regionale. Il presidente De Matteis e la consigliera Fusco mantengono inalterate le loro posizioni politiche e proseguono nella loro battaglia socioideologica a sostegno di un diritto, come afferma la nota stampa congiunta “che il governo Renzi sta negando al Molise ed alla sua gente”.


TAaglio lto

5 25 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Priorità a Palazzo san Giorgio: sbarazzarsi (renzianamente) di tutto ciò che può costituire filtro, analisi, imposizione a riflettere

“Togliere di mezzo la Commissione edilizia”

Maggiore potere discrezionale al sindaco e alle strutture comunali: essere amministratori a Campobasso Commissione urbanistica a Palazzo san Giorgio per decidere le sorti della Commissione edilizia. Naturalmente, ancora una volta contrasto di vedute e di pareri se tenerla in vita o toglierla di mezzo. Ancora una volta solo e sempre gli aspetti politici a prevalere sull’urgenza di trovare il bandolo della matassa che porti gli amministratori comunali a interessarsi seriamente e concretamente di ciò che occorre per rimettere ordine all’espansione edilizia e allo sviluppo territoriale del capoluogo. L’Obiettivo che al momento sembra essere primario è quello di sbarazzarsi (renzianamente) di tutto ciò che può costituire filtro, analisi, imposizione a riflettere prima di allargare ulteriormente le maglie della rete delle utilità costruttive e fondiarie cui gli amministratori comunali, da decenni, si sono votatati a sostenere, ricavandone (solo alcuni, per la verità) diretti vantaggi elettorali e, forse, non solo. Togliere di mezzo, quindi, la Commissione edilizia per accelerare i

CAMPOBASSO. Ieri a Campobasso, presso la Filiale delle Poste del capoluogo di regione, si è tenuto l’incontro tra organizzazioni sindacali e azienda. Fra le novità emerse vi è quella secondo cui da giugno sulla provincia di Campobasso la posta verrà consegnata a giorni a l t e r n i . “Una scelta difficile – dichiara il segretario interregionale della Cisl Poste Antonio D’Alessandro – in un tempo difficile, ma con la maturità di chi guarda al futuro del lavoro e dei Lavoratori di Poste Italiane S.p.A. L’accordo siglato a livello nazionale, sulla nuova organizzazione dei servizi postali il 25 settembre 2015, dopo l’approvazione dei lavoratori con le assemblee su tutto il territorio nazionale all’inizio di settembre, condiviso e sottoscritto unitariamente da tutte le organizzazioni sindacali (SLCCGIL, SLP-CISL, UIL-POSTE, FAILP-CISAL, CONFSAL e UGL), è stato da

tempi delle autorizzazioni a costruire o a negarle, comunque per evitare intralci a ciò che sui progetti e sulle richieste che riguardano il cemento e i suoli edificatori (o agricoli da mutare in edificatori) la struttura tecnica comunale e gli amministratori ritengono opportuno. Questa tendenza a verticizzare la gestione del bene pubblico, a ridurre gli spazi del confronto e, quindi, della dialettica democratica, sta guadagnando spazi e, purtroppo

consenso, soprattutto nell’area in cui gli interessi privati dei costruttori e dei proprietari di terreno abitualmente prevalgono su ogni altro interesse: l’area delle costruzioni. Ora più che mai, sulla scia della deregolamentazione: il nuovo vangelo della politica nazionale e locale. Il comune di Campobasso non vuole essere da meno in questo processo decisionistico, demagogicamente sorretto dalla necessità di creare sviluppo, costi quel

che costi. Anni scorsi a Palazzo san Giorgio, nel novero della politica di snellimento degli apparati burocratici, è stato discussa la soppressione della Commissione edilizia arrivando a concludere che era tutt’altro che un apparato burocratico da depennare, bensì un valido supporto tecnico, un sostegno alla interpretazione delle norme regolamentari del Piano regolatore generale e della cosiddetta edilizia contrattata (accordi di programmi e roba varia). Ciò

perché al proprio interno annovera una varietà di rappresentanze politiche e sindacali, e professionalità tecniche e amministrative che, proprio per essere portatrici di valori e di esperienze compositi, esprimono ponderati e mediati giudizi di merito. Purtroppo non sempre accade, e quando non accade, perché qualche rappresentanza si erge sulle altre o si carica di proteggere qualcuno o qualcosa, la commissione diventa un appesantimento procedurale. A suo tempo sono stati valutati i pro e i contro, con la conclusione che si sa. Ora si torna a discutere di che fare della Commissione edilizia. Però sono cambiati i soggetti, la visione politica e i metodi dell’amministrare. Per cui non è da escludere che si arrivi al suo depennamento. Per dare maggiore potere discrezionale al sindaco e alle strutture comunali: essere amministratori a Campobasso. Dardo

Poste, da giugno a giorni alterni tutti definito come l’unica via percorribile per contenere i costi della divisione, con la consapevolezza che tagliare ancora zone di recapito, allungando i percorsi giornalieri, non sarebbe stato più possibile. Successivamente, sempre a livello nazionale – prosegue D’Alessandro – vi è stato l’accordo del 24 febbraio 2016 firmato da SLC-CGIL, SLP-CISL, FAILP-CISAL, CONFSAL e UGL che, correggendo il precedente accordo ha permesso che le partenze non fossero frammentate per comuni nelle province, ma per province intere in modo da dare a tutti le stesse occasioni di ricollocazione, sempre nel perimetro provinciale (Campobasso nel prossimo mese di giugno 2 0 1 6 ) . Lo stesso accordo nazionale ci ha chiamati ad affrontare in Molise la trattativa sul difficile tema della gestione delle rica-

dute sui lavoratori, tracciando le modalità di reimpiego del personale eccedente e creando strumenti di controllo e di partecipazione nella costruzione e implementazione del nuovo modello organizzativo. Sono occorsi due giorni di trattativa il 9 e 22 marzo, – continua D’Alessandro – per definire i contorni della riorganizzazione della provincia di Campobasso. L’incontro di Campobasso del giorno 9 marzo (conclusosi con posizioni sindacali diverse) è stato riaperto dall’azienda il giorno 22 e l’ulteriore confronto e una nuova disponibilità aziendale, ha permesso di definire alcuni punti non affrontati al primo incontro, come l’orario di lavoro per gli addetti al recapito. È necessario ancora definire tante altre cose come i criteri dell’assegnazione delle zone, precisare i delicati temi della ricollocazione delle eccedenze,

e tanto altro ancora. La firma dell’accordo sulla partenza della riorganizzazione, è un’assunzione di responsabilità delle organizzazioni sindacali firmatarie, di fronte all’esigenza di garantire ancora una volta zero licenziamenti, creare le condizioni per affrontare gli effetti della crisi dei mercati postali e avviare nuove condizioni per rilanciare lo sviluppo aziend a l e . La trattativa – continua Antonio D’Alessandro – ha permesso di individuare soluzioni, senza lasciare all’azienda la possibilità di agire unilateralmente. Abbiamo anche voluto creare le condizioni per consentire ancora correttivi alla sua azione creando una Commissione Paritetica Sindacato/Azienda che potrà verificare (con il contributo delle sole OO.SS. firmatarie dell’accordo) gli elementi di fattibilità del progetto di riorganizzazione, dei nuovi percorsi e

tenere aperto il confronto sui problemi che potranno derivare durante l’implementazione del nuovo modello organizzativo. Con il lavoro, fin qui svolto e quello da svolgere dobbiamo individuare le soluzioni migliori per gestire le ricadute che l’accordo firmato da tutte le OO.SS. il 25 settembre 2015 genera: dobbiamo trasformare le eccedenze offrendo un’ulteriore opportunità a tutti quelli che da anni aspettano nuove occasioni professionali. Oggi – conclude il segretario interregionale Antonio D’Alessandro – siamo entrati nell’epoca del fare, dove occorre avere il coraggio di affrontare le vie più difficili e talvolta impopolari, con la consapevolezza che solo le scelte difficili portano alla salvaguardia del lavoro e dei lavoratori, unico obiettivo del Sindacato in questi anni davvero complessi”.


6

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

25 marzo 2016

“La Chierchia va sollevata” La coalizione civica al comune di Campobasso sfiducia ufficialmente l’assessore all’urbanistica

CAMPOBASSO. “Come volevasi dimostrare“. Con queste parole in una breve ma durissima nota inviata agli organi di infor-

mazione, la coalizione Civica al Comune di Campobasso preannuncia la mozione di sfiducia all’assessore all’Urbanistica

Bibiana Chierchia. “Da lungo tempo - continuano i consiglieri Coralbo, Pilone, Tramontano, Cancellario, e Perretta, - stiamo monitorando l’operato dell’assessore, che con arroganza politica, snobba puntualmente le sollecitazioni tecniche e politiche che si sollevano dai banchi dell’opposizione. Non ultima, continuano i civici, la maldestra manovra di bocciare decine di progetti di edilizia privata, che non recano alcun danno al nostro territorio, basando tutto su una assurda ed errata interpretazione della normativa Regionale vigente. A nulla sono serviti gli appelli e i documenti politici presentati da noi

consiglieri di opposizione che prefiguravamo scenari pericolosi per l’amministrazione se si fosse seguita la strada fortemente tracciata dall’assessore Chierchia. Assurdo, inconcepibile ed anomalo poi, il tentativo messo in campo dall’assessore, di addossare precise responsabilità politiche al messo comunale!!!!! Il TAR si è pronunciato, e smentendo le bugie della Chierchia, che a mezzo stampa aveva dichiarato che il comune di Campobasso aveva subito un solo commissariamento, ha indicato due commissari ad acta, individuati tra i dipendenti della Prefettura di Campobasso. La questione

però potrebbe addirittura aggravarsi, ci tengono a precisare i componenti della Coalizione Civica, infatti uno dei cittadini lesi dai provvedimenti dell’esecutivo Battista, ha chiesto un risarcimento del danno al comune capoluogo di almeno 120.000,00 euro. La situazione è ormai intollerabile e per questo motivo, chiudono i consiglieri Coralbo, Pilone, Tramontano, Cancellario, e Perretta, presenteremo una mozione urgente da discutere in tempi brevissimi nell’assise civica per chiedere al consiglio comunale tutto di esprimersi sulla sfiducia all’assessore all’Urbanistica Bibiana Chierchia“.

“Vogliamo i documenti” Manifestazione di una cinquantina di migranti ieri a Campobasso CAMPOBASSO. Un gruppo di migranti ieri mattina ha manifestato per le vie di Campobasso gridando: “vogliamo i documenti, dateci i documenti”. Non si sono verificati momenti di tensione, il tutto si è svolto pacificamente. Chiedono che sia accolta la loro domanda di asilo politico e che con i documenti possano andarsene e iniziare una nuova vita. Da due anni sono nel capoluogo molisano e chiedono “di essere considerati”. Erano circa cinquanta questa mattina, sono partiti dall’ex hotel Eden e hanno sfilato lungo le vie della città tenendo tra le mani striscioni e cartelli improvvisati su pezzi di cartone. “Perché noi neri non siamo considerati rispetto agli altri? Abbiamo bisogno di documenti. Siamo qui da due anni”. Il corteo si è concluso davanti alla Prefettura dove i migranti hanno ottenuto, dopo aver parlato con le forze dell’ordine, un incontro con un funzionario del Palazzo di Governo per poter spiegare la loro situazione. Una delegazione di cinque persone è stata quindi ricevuta.

Ercole Olivario, per il Molise buon risultato Due aziende regionali si impongono a livello nazionale per la qualità del prodotto CAMPOBASSO. Il Molise ancora protagonista all’edizione 2016 del concorso Ercole Olivario. Il prestigioso concorso dedicato alle eccellenze olivicole del Bel Paese è stato indetto dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, in collaborazione con la Camera di Commercio di Perugia ed il sostegno del Sistema Camerale Nazionale, delle Associazioni dei produttori olivicoli, degli Enti e delle Istituzioni impegnate nella valorizzazione dell’olio di qualità italiano. I numeri della XXIV edizione: 249 gli oli partecipanti provenienti da 17 regioni della Penisola. 100 i finalisti, di cui 51 a denominazione d’origine (DOP e IGP) e 49 Extra; tra questi ben 30 biologici. Non è stato facile il compito svolto durante la fase finale della competizione dai 16 degustatori, eminenti esperti del settore, facenti parte della Giu-

ria Nazionale, che hanno esaminato i “campioni” selezionati dalle 17 Commissioni Regionali. Elevatissimo è risultato lo standard qualitativo di questa edizione che ha visto l’olio extravergine di oliva italiano riscattarsi a pieno dopo un’annata, quella 2014-2015, decisamente sfortunata.

La classifica dell’Ercole Olivario 2016 ha visto tra i primi posti della categoria delle DOP le Regioni Toscana, Lazio e Puglia mentre, nella categoria degli Extra vergini, le Regioni Liguria, Umbria e Sardegna. Per il Molise, dopo aver superato le necessarie selezioni regionali di accesso, sono stati

ammessi al concorso 2 oli: una DOP appartenente all’ Azienda Agricola Principe Pignatelli di Monteroduni (IS) ed un extravergine appartenente all’Azienda Mottillo Bruno di Larino (CB). Entrambi gli oli, ciascuno per la propria categoria di gara, pur non avendo raggiunto il podio

nella scalata nazionale, si sono posizionati a livelli elevatissimi di qualità portando, ancora una volta, il Molise in prossimità delle più alte vette in questo settore. Lasciare un impronta significativa del livello qualitativo degli oli della nostra Regione rafforza ancor più lo stimolo di tutti gli operatori del settore ad investire nella direzione dell’elevata qualità. L’olio Extravergine di Oliva assume un ruolo sempre più importante sulla tavola degli italiani sia per gli aspetti sensoriali che per quelli nutrizionali. Rappresenta ad oggi un volano dello sviluppo economico di un sistema di imprese che cercano di legare sempre più una qualità eccelsa ad un territorio a notevole vocazione olivicolo olearia. E’ sicuramente questa la strada maestra per far arrivare in tutto il mondo questo favoloso elisir targato “Made in Italy”


Campobasso

7 25 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Le strade chiuse per la Processione Per oggi divieto di circolazione per le auto lungo il percorso attraversato dalla stessa CAMPOBASSO. Per la Processione del Venerdì Santo, in programma oggi, dalle ore 14, sarà imposto il divieto di sosta e la sospensione momentanea del traffico per tutte le categorie di veicoli lungo il percorso del sentito appuntamento religioso, una delle tradizioni della città di Campobasso. Le strade dove non sarà possibile parcheggiare né transitare sono: via Santa Maria della Croce, via Marconi, Via Sant’Antonio Abate, Largo San Leonardo, via Ziccardi, Salita San Paolo, Salita Santa Maria Maggiore, via Chiarizia, via Cannavina, via Ferrari, Piazza Cesare Battisti, via Mazzini, via Umberto, Corso Bucci, Piazza

D’Ovidio, Piazza Vittorio Emanuele, viale Elena, via Scatolone, Piazza della Vittoria, Corso Vittorio Emanuele. Eventuali veicoli in sosta saranno rimossi a mezzo carro attrezzi, mentre le infrazioni saranno punite secondo le norme previste dall’articolo 7 del Codice della Strada. “La Processione del Venerdì Santo – le parole dell’assessore alla Polizia Municipale, Salvatore Colagiovanni – richiama sempre migliaia di persone tra le strade del centro di Campobasso. Pubblicizziamo per tempo le strade che saranno inibite al traffico e alla sosta, al fine di evitare inutili e spiacevoli sanzioni ai cittadini. La città di Campobasso si sta preparando a un

appuntamento importante, alla processione che rientra tra le più

sentite tradizioni del capoluogo di regione. Un evento che si ripete

anno dopo anno, ma che lascia sempre la stessa emozione”.

Aperture pasquali dei musei I monumenti e aree archeologiche fruibili dai cittadini CAMPOBASSO. Il Polo museale del Molise comunica ai cittadini e ai visitatori che i seguenti luoghi della cultura saranno aperti al pubblico anche per le festività di Pasqua e Lunedì dell’Angelo: Castello di Capua – Gambatesa 9:00-13:00/15:00-19:00 Castello di Civitacampomarano 10:00-13:00/15:00-17:00 San Vincenzo al Volturno 8:30-15:30

Museo Archeologico – Venafro 8:30-19:30 Castello Pandone – Venafro 8:00-19:00 Museo del Paleolitico – Isernia 8:30-19:30 Museo Sannitico – Campobasso 8:30-14:30/15:00-18:00 Palazzo Pistilli – Campobasso 8:30-13:30 (chiuso Lunedì)

Li amò sino alla fine “Li amò sino alla fine“. L’intensità di queste parole , “li amò sino alla fine “ , ci parla della fedeltà dell’amore, una fedeltà a tutta prova. Quale tesoro la fedeltà: senza, non esiste l’amore! Di fronte al tradimento, Gesù continua ad amare. Nel Getzemani, ama e si affida al Padre.

Davanti all’ingiustizia e alla violenza dei suoi carnefici perdona. Nell’abbandono e nella solitudine in cui lo lasceranno i suoi Apostoli, non cesserà di cercare lo sguardo di Pietro e di amarlo. Siamo sollecitati a rinnovare la fede in questo Dio che ci ama sino alla fine, cioè oltre ogni mi-

sura pensabile. Rinnovare la fede è lasciarci amare da Lui e accogliere le esigenze del suo amore; è desiderare , con Lui e come Lui , di amare anche noi “sino alla fine”. Sentiamo che ciò è arduo: siamo esploratori esperti della nostra debolezza. Insieme alla bellezza, avvertiamo tutta la fatica d’amare. Ma alla luce del Vangelo, sappiamo che la fatica dell’amore è la prova più certa dell’amore. La notte sopraggiunge. Nel cenacolo regna il silenzio gravido di mistero. I discepoli sono stretti al Maestro in attesa. Egli si muove in silenzio: si alza, depone le vesti solenni, si cinge di un asciugatoio, prende un catino e compie ciò che i loro occhi non avrebbero mai voluto vedere: s’inginocchia davanti a ciascuno e lava i piedi. Il maestro aveva parlato molte volte di umiltà e di servizio, ma quello era troppo. Tutti restano impietriti, solo Pietro si scuote e reagisce con il solito impulso: “Non mi laverai i piedi!”. Ma anche lui deve arrendersi e accettare lo scandalo di Dio che si inginocchia e lava i piedi all’uomo. Altrimenti non potrà aver parte con il Maestro, non potrà entrare nella sua dimora, non importa quale sarà: basta stare con Lui! Allora lascia che Gesù, curvo sui suoi piedi, compia quel gesto che sa di testamento. Cristo comincia a salvarli così, uno ad uno: e in loro Gesù vede ciascuno di noi. Davanti al suo sguardo sfilano i secoli e i millenni e sorride ad ogni uomo sino alla fine del mondo.

Ma non possiamo lasciar cadere quelle parole: “Non prenderai parte con me, se...” Compiuto il gesto sconcertante della lavanda dei piedi, i discepoli sono finalmente pronti ad entrare nella dimora intima e segreta del Maestro. Dagli altri evangelisti sappiamo che Gesù prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: “questo è il mio corpo”. Similmente fece con il calice: “questo è il mio sangue”. Ecco dove volevi condurre i tuoi amici, in quale dimora in-

tima e inaccessibile: volevi condurli al tuo corpo e al tuo sangue. Volevi dunque dirci che non c’è Eucaristia senza carità, come non c’è carità senza Eucaristia? L’Eucaristia e la carità sono gli aspetti del tuo volto, o Signore! Grazie, Gesù, che Ti lasci nella Santissima Eucaristia, nella tua Chiesa, nel volto di ogni uomo. Aiutaci a riconoscerti e accoglierti per poter dimorare nella luce calda della Tua intramontabile amicizia. Monsignor Gabriele TETI.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




11

Isernia

25 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Inceneritore, non bastano le rassicurazioni di Alfonso Di Iorio*

Prendo per buona la disponibilità espressa nell’intervista di ieri dall’Assessore Facciolla ad un incontro sulla questione dell’inceneritore di Pozzilli, questione sollevata dal Circolo PD di Monteroduni già dal Febbraio scorso. Intanto plaudo all’iniziativa del

locale Circolo PD per aver posto una questione che sta a cuore a tutti i cittadini che gravitano nell’area interessata, la faccio propria e assicuro tutto l’interessamento necessario per vedere accolte le loro richieste, anche perché non sono richieste sterili o peggio ancora strumen-

tali. Non si può non essere d’accordo sulla programmazione di tutti gli interventi che riguardano l’ambiente, considerando il territorio come un bene da tutelare, senza per questo vanificare le conquiste della scienza e della tecnologia, ma nello stesso tempo sono giu-

ste le preoccupazioni che riguardano la qualità della vita, un bene irrinunciabile che non può essere sacrificato per nessuna contropartita. Sottolineo le proposte operative e migliorative del Circolo PD di Monteroduni, e chiedo ai massimi responsabili del PD a livello

regionale di adoperarsi affinchè siano accolte tali richieste e comunque di aprire una discussione, sulle preoccupazioni espresse, nell’Assemblea regionale del PD alla presenza dei Consiglieri Regionali del nostro Partito. *Segretario provinciale del Pd di Isernia

Porre domande significa gettare fango? Strano modo di intendere la democrazia, quello dei sedicenti “progressisti” isernini La replica di Comunitàttiva è inutilmente livorosa: abbondano le offese ma latitano le risposte. Se porre domande significa gettare fango, è davvero uno strano modo di concepire la democrazia, quello che esprimono i sedicenti progressisti isernini. Che non sia un effetto collaterale della mutazione genetica della sinistra contaminata dall’alleanza con Frattura e Patriciello?

Comunque, visto che le domande poste dal nostro movimento Persone e Idee probabilmente non sono state comprese, le riproponiamo qui: Il soggetto organizzatore del corso è o meno un ente abilitato ed autorizzato a fare formazione? Qual è il valore legale dell’attestato di partecipazione che sarà rilasciato? Chi sono i docenti? Terranno le lezioni a titolo gratuito?

In base a quali criteri la Provincia di Isernia ha valutato meritevole di patrocinio un CORSO DI FORMAZIONE del quale non si conosce valore legale né docenti, organizzato da un’associazione politica, pressoché sconosciuta e senza alcun precedente accreditamento? Restiamo in attesa di ricevere risposte (e possibilmente non offese). PERSONE E IDEE PER ISERNIA

LA REGIONE DEVE RISOLVERE IL PROBLEMA INQUINAMENTO SULLA PIANA DI VENAFRO. IL NUMERO DI TUMORI E’ ELEVATISSIMO , HERAMBIENTE DEVE CHIUDERE di Stefano Buono Non credo si possa trattare con tanta superficialità e menefreghismo il tema , in assoluto , più importante di tutti : la salute dei cittadini che abitano questo territorio. Tra il termovalorizzatore di Pozzilli, che brucia circa 98.000 tonnellate di rifiuti l’anno e il

cementifico Co. la. cem. , sulla piana di Venafro vengono bruciati la quantità di rifiuti prodotti da un milione e mezzo di persone. Il dato è eloquente , le condizioni nelle quali viviamo oggi sono straordinariamente allarmanti. Lo sarebbero anche se le istituzioni e le autorità competenti attivassero tutti i controlli necessari e riscontrassero che le aziende in questione siano conformi alla normativa vigente e che , quindi , non ci siano irregolarità o situazioni di illegittimità. E’ del tutto evidente che la combustione in quelle tipologie di impianti di una cosi massiccia

portunità di sviluppo delle peculiarità territoriali : come si fa a parlare di agricoltura bio se vi è la diossina ? Oramai vi è un’opinione pubblica sempre più consapevole e cittadini che hanno maggiore coscienza dei propri diritti. Lo dimostra la sensibilità e la

quantità di rifiuti immette nell’aria, per quanto possano venire filtrate negli idonei impianti di depurazione, enormi quantità di diossina ,di altri fattori macroinquinanti , di polveri sottili (pm10 ) e di nano polveri (pm2,5 ). Ma vi è un atteggiamento di negligenza , e quindi di mancanza totale di trasparenza , da parte del governo regionale e delle istituzioni competenti nell’esercizio (?) delle proprie funzioni sotto due punti di vista , ovvero : Assenza di adeguati controlli in grado di rilevare i reali livelli di inquinamento presenti sul nostro territorio e assenza , inspiegabile

, di registro dei tumori. Il primo aspetto è di fondamentale importanza per avere piena contezza , che sia inquinata è certo , della qualità dell’aria che respiriamo e ravvisare se possano esserci addirittura delle anomalie nel funzionamento degli impianti. Ciò deve realizzarsi dotando l’ARPA dei mezzi tecnici e finanziari idonei e installando apposite centraline in molteplici punti sensibili della piana di Venafro ,in modo tale che siano riscontrabili da qualunque cittadino. Il secondo aspetto (registro tumore ) è dirimente per comprendere se vi sia , come purtroppo certamente c’è , una stretta correlazione tra questi fattori inquinanti e il proliferare di gravi patologie . Questo è un comportamento di inaudita gravità e che non ha alcun logica motivazione se non quella , evidentemente , di voler a tutti i costi nascondere il problema.

Ma su questo problema non si può scherzare. Non si possono avere tentennamenti quando si parla del diritto alla vita, che è il primo dei diritti fondamentali dell’uomo , e del diritto alla salute , cosi come sancito dall’articolo 32 della nostra costituzione. Che questi valori vengano deliberatamente calpestati da chi dovrebbe farsi diga perché vengano rispettati è del tutto paradossale. Ricadute negative si hanno anche dal punto di vista economico in termini di mancate op-

competenza in cui il mondo dell’Associazionismo , in particolar modo “le mamme per la salute onlus “, abbiano affrontato il tema . E’ una battaglia questa da condurre e vincere tutti assieme, liberi cittadini , associazioni , sindaci e istituzioni del circondario, magari formando un unico comitato , perché nessuno vuole mettere al mondo figli destinati , con maggiori probabilità ad ammalarsi. Se la politica non è presente su questa roba non è definibile tale. Presidente Molise Democratico.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

12

Termoli

25 marzo 2016

Richieste nulle e rimborsi La Commissione tributaria ha annullato il piano di classifica del Consorzio di bonifica di Larino LARINO. La Commissione Tributaria di Campobasso ha annullato il nuovo piano di classifica del Consorzio di bonifica integrale di Larino e con esso tutti gli avvisi di pagamento da questo discendenti. Un decisione che è vero e proprio toccasana per i tanti cittadini coinvolti nella vicenda. “Sono circa 3 anni che sosteniamo che i piani di classifica dei Consorzi di Bonifica così come vengono redatti non vanno bene – ha affermato l’avvocato Pino Ruta nell’incontro di ieri pomeriggio – in modo tradizionale si può rivendicare nei con-

fronti dei proprietari terrieri una qualche forma di pagamento in quanto ci siano delle utilità che i proprietari terrieri ricevono da queste forme di bonifica o valorizzazione dei propri beni. In realtà finora quello che è successo è che i consorzi rivendicano questi piani in modo molto generalizzato cosa che la giurisprudenza ha sanzionato ritenendo che va commisurato il beneficio che ogni singolo terreno debba avere. Su questo presupposto da tempo impugniamo i piani di classifica impugnativa predisposta davanti al Tar e dinanzi alle Commissione Tributa-

rie per quello che riguarda gli avvisi di pagamento ritenendo che sono illegittime perché prive di presupposti e carenti di istruttoria. Oggi – ha continuato Ruta – finalmente la giurisprudenza comincia ad adottare delle pronunce che ricalcano questo principio che è acclarato e va riconosciuto perché è ora che i consorzi prendano atto che non è possibile rivendicare questi pagamenti in modo generalizzato come se fossero delle imposte, ma va in qualche modo calibrata l’utilità che i singoli terreni abbiano dall’attività di bonifica e ripristino delle strade

quando in realtà, a fronte di servizi pressoché inesistenti, tutti i proprietari non sono più disposti a pagare. Finalmente la magistratura tributaria ha accertato la sussistenza dei vizi che già da anni abbiamo segnalato sia al consorzio che alla Regione e in sede giurisdizionale – gli ha fatto eco l’avvocato Massimo Romano – il piano di classifica è stato annullato e con esso la magistratura ha annullato anche gli avvisi di pagamento emesso sulla base di quell’atto ritenuto illegittimo per una serie di vizi. In sostanza si è ribadito il principio per il quale il consorzio

può chiedere ai consorziati di pagare in quanto quello stesso consorzio abbia apportato un beneficio fondiario ai terreni. Questo evidentemente non è stato dimostrato o è stato dimostrato il contrario. Oggi chiediamo alla Regione e al consorzio di farsi carico di questa sentenza dei giudici per andare a rivedere un piano che è stato fatto evidentemente male e per quei cittadini che avessero pagato sulla base di un atto che è stato annullato si apre –ha concluso Romano – la possibilità di ottenere il rimborso di quanto indebitamente pagato”.

Biomassa, le solite esternazioni di Nicola D’Ascanio e Valentina Bozzelli PUÒ ACCADERE SOLO NEL MOLISE che un assessore rispondendo ad una interrogazione anziché soffermarsi sugli aspetti che garantiscono il rispetto delle regole, si esibisce in esternazioni che non hanno alcun pregio scientifico o giuridico. Stiamo parlando della Biomassa di Montenero di Bisaccia. Vicenda di cui si sta già occupando l’Autorità Giudiziaria. Il D.Lgs.155/2010 è chiarissimo: “Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti di cui all’articolo 1, comma 2, lettere a), b), c) e d), superano la rispettiva soglia di valutazione superiore, le misurazioni in siti fissi sono obbligatorie e possono essere integrate da tecniche di modellizzazione o da misurazioni indicative al fine di fornire un adeguato livello di informazione circa la qualità dell’aria ambiente...” (art. 5, comma 2) L’ assessore all’ambiente non dovrebbe tacere in riferimento a: 1) la predetta lettera d) richiama l’ormai ben noto PM2,5; 2) nel progetto di zonizzazione del Molise il Comune di Montenero di Bisaccia è inserito nella zona IT 1404, e cioé in un’area per la quale sono IGNOTI i livelli del PM 2,5, dei metalli e del B(a)P, e, pertanto l’ ARPAM e la Regione Molise hanno IPOTIZZATO, per un principio cautelativo, il SUPERAMENTO delle soglie di valutazione superiore previste dal D. lgs. 155/2010. Ne deriva, anche ad una distratta lettura, che l’ OBBLIGATORIO monitoraggio del PM 2,5 può avvenire SOLO con impianti di misurazione IN SEDE FISSA. In nessuna parte del Molise si registra un simile monitoraggio, con conseguente grave esposizione a rischio di una parte indifferenziata di popolazione. Invece nel Piano Regionale Integrato per la Qualità dell’ Aria Molise (P.R.I.A.Mo.) ARPA Molise ancora afferma che il PM 2,5 viene monitorato con un centro mobile. Ciò avviene in palese violazione di legge. In definitiva: tutte le omissioni per le quali il Ministro dell’ Ambiente ritenne di diffidare la Regione Molise sono ancora in essere, e ciò significa che i molisani sono esposti a grave rischio proprio per la mancanza di controlli sulle polveri sottili. La riprova che a livello di tuela dell’ ambiente, e quindi della salute pubblica, nella nostra Regione si procede senza alcuna cognizione di causa la si ha proprio dalle parole dell’assessore Facciolla acriticamente recepite dal consigliere Di Pietro. Infatti si dice che l’ azienda è in regola con la legge in materia di emissioni (che vengono monitorate dalla stessa azienda “con affiancamento del personale di ARPA Molise”).

E’ evidente che i due ignorano completamente (o fanno finta) che TUTTO il sistema normativo del controllo dello stato di qualità dell’ aria-ambiente prende in considerazione il CARICO COMPLESSIVO degli inquinanti presenti in atmosfera, e non solo il risultato della singola azienda che , necessariamente, deve garantire il rispetto dei limiti di legge (e ci mancherebbe altro!). Resta il fatto che, addirittura nel 2016, la Regione Molise non è in grado di fornire informazione ai cittadini in merito a pericolosi inquinanti che la legge OBBLIGA di monitorare. E per inciso, l’assessore dovrebbe ricordare che se ipotizza il superamento delle soglie superiori di PM2,5, metalli e B(a)P NESSUNO può garantire che quel superamento sia già oltre la soglia di informazione o, addirittura, di allarme (art. 14 D.Lgs.155/2010). Ora alcune interrogazioni a voce alta le rivolgiamo noi con l’invito a rispondere direttamente ai cittadini: - Perché la nostra richiesta di installazione di due centraline in sede fissa nell’ultima seduta di Consiglio (con i soldi della compensazione ambientale che non si trovano) è stata bocciata dall’amministrazione Travaglini? - Perché l’impianto continua ad operare incessantemente pur senza autorizzazione unica? - Perché la Regione Molise non convoca la Conferenza di Servizi per pronunciarsi sulla nuova autorizzazione unica mentre negli ultimi otto mesi ha cambiato 4 dirigenti del settore energia competente al rilascio? - Perché il Sindaco si è rifiutato di sospendere l’attività della biomassa anche quando è stato messo di fronte al superamento dei limiti delle emissioni? - Perché dopo il superamento della soglia sono stati fatti controlli in totale difformità rispetto alla normativa e addirittura in conflitto tra controllore e controllato? - Dove e quando è stato rispettato l’obbligatorio principio di precauzione al fine di prevenire le ricadute per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente? Le rassicurazioni accorate di Di Pietro non sono altro che un tentativo di “mettere il gatto dentro al sacco”. Perciò la gente ora è più allarmata di prima. Non tanto per le parole, crediamo, ma per il suo modo di porsi. Invece ci vogliono risposte serie e senza omissioni. Anzi possibilmente fatti concreti! *Gruppo Consiliare MonteneroVince

“L’acqua marina nel depuratore” La denuncia a Campomarino è del consigliere comunale, Gino Romano CAMPOMARINO. Per il consigliere comunale di opposizione-blogger Gino Romano il depuratore a mare rappresenta una minaccia reale e un forte rischio ambientale. “Sono stato chiamato da amici che mi hanno portato sulla spiaggia a ridosso del depuratore di Campomarino. Credo che queste foto da me scattare parlano da sole. Ormai le onde si infrangono sul cemento armato che funge da perimetro del depuratore, notate come la

sabbia abbia quasi del tutto seppellito il cemento e come lo stesso sia stato corroso dall’acqua salata (vedete i ferri esposti?). Non voglio attaccare nessuno, ma qui si sta rischiando un vero e proprio disastro ambientale, bisogna immediatamente correre ai ripari signori amministratori locali, non bisogna solo dire che avete scritto, bisogna mettere in sicurezza la struttura, l’acqua sta già entrando dentro il depuratore”.


13

Termoli

25 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Gtm pagate tutte le spettanze L’azienda ha provveduto a liquidare gli autisti delle mensilità arretrate TERMOLI. A darne notizia sono gli stessi rappresentanti sindacali della Gtm che attraverso una nota rendono noto: “Possiamo comunicare, con motivata soddisfazione, che la preoccupante vicenda delle mensilità arretrate dei lavoratori della Azienda GTM di Termoli, è stata risolta ieri, con il pagamento dell’ultima tranche prevista nell’accordo sottoscritto poche settimane fa, nella sede Municipale di Termoli. Il condiviso e determinato impegno dei vari soggetti coinvolti, i Funzionari regionali della struttura Trasporti, l’Amministrazione Comunale di Termoli, la Prefettura, l’Ufficio di Presidenza regionale, il Delegato sindacale e tutti i lavoratori della Filt CGIL Molise, ha realizzato le condi-

zioni per risolvere un problema delicato e spinoso che si pro-

traeva da troppi mesi senza soluzione; seppur con un leggero ri-

tardo rispetto all’impegno da tutti assunto, tutti i lavoratori della

GTM hanno già percepito per intero gli arretrati e potranno trascorrere le festività Pasquali con la dovuta tranquillità. Per i motivi esposti, la Filt CGIL ha deciso di revocare tutte le azioni di rivendicazione preannunciate nelle scorse settimane e questa decisione, siamo certi, sarà fortemente apprezzata dall’utenza. Resta inteso che per noi della CGIL, il pagamento puntuale delle mensilità ai lavoratori rimane una priorità, la serenità ed il benessere delle loro famiglie dei dipendenti sono strettamente legate a questa condizione e noi continueremo ad adottare tutti gli strumenti di rivendicazione per ottenere risultati gratificanti in tale direzione”.

Olivicoltura, una filiera per valorizzarla A Guglionesi l’incontro per discutere delle prospettive del settore per il Molise GUGLIONESI. “Abbiamo scelto Guglionesi perché è uno dei grandi paesi che produce olio, ha delle grandi aziende”. Sono queste le parole del presidente AMPO Soc. Coop. Agr. Egisto Iammatteo, all’apertura del convegno ‘Le prospettive dell’olivicoltura molisana in un contesto di filiera attraverso le o.p.’ tenutosi presso la Casa del Fanciullo di Guglionesi. Un evento ricco di contenuti, che vede un parterre di nomi importanti, come l’assessore alle politiche agricole e agroalimentari della regione Molise, Vittorino Facciolla, Maria Cristina Solfizi, dirigente nazionale Copagri, Agostino de Fenza, presidente Acgi Molise, Tecla Boccardi, segretario generale Uil Molise, Antonio de Cristofaro, professore di. Agricoltura presso l’unimol, Gerardo Pisapia, responsabile gestione di filiera AMPO, Matteo de Luca, Presidente Copagri. Il convegno è iniziato con un minuto di silenzio per le vittime degli attentati terroristici a Bruxelles ed è proseguito con la presentazione del progetto finanziato dal-

l’Unione Europea. Il sindaco Leo Antonacci ha dichiarato di esser “orgoglioso di esser presente a questo evento, perché bisogna esser sempre accanto ai produttori del paese”. Egisto Iammatteo ringraziando i presenti ha voluto ricordare che ” gli oli molisani sono prodotti buoni. Per il 4 anno consecutivo sarà premiato dall’UNASCO, insieme con Luigi Tulipano, domani saremo a Roma. Il nostro olio ha avuto un riconoscimento anche all’Expo di Milano”. Un vanto per la nostra regione, perché l’olio d’oliva è monitorato e tracciato. Le attività sono tante e sono seguite regolarmente, anche con corsi professionali di assaggiatori e sessioni dimostrative. “Bisogna, però, fare i conti con i problemi che ci potrebbero essere – ha dichiarato, prendendo la parola Antonio de Cristofaro- come la mosca dell’ olivo, che danneggia l’olivicoltore, non tanto l’olivo in sé”. Il monitoraggio va fatto “ogni anno, e devono essere considerati tutti mezzi opportuni da usare- ha proseguito de

Cristofaro- per quanto riguarda i problemi, in Molise c’è solo la mosca”. Il suo intervento è mirato a comprendere i metodi di controllo ecocompatibili dei fitofagi dell’olivo. Sui mercati bisogna diventare un’eccellenza, e andare incontro al biologico come le altre regioni italiane, tipo la Sicilia. Maria Cristina Solfizi ha parlato dello sviluppo dell’olivicoltura attraverso le O.P., mentre Pierpaolo Iannone dell’opportunità di finanziamento per il settore agricolo, soprattutto quello olivicolo. Gerardo Pisapia ha gettato le basi sulla tracciabilità dell’olio d’oliva. La tracciabilità è, senza ombra di dubbio, uno dei requisiti migliori che fa dell’olio un prodotto eccellente. “La regione Molise deve fare uno sforzo per la produzione e la promozione dei prodotti molisani- ha affermato Tecla Boccardi- ci sono molti giovani che si stanno avvicinando all’agricoltura, forse perché lavoro non c’è, quindi dobbiamo sostenere chi vuole intraprendere questo percorso”.

I ragazzi protagonisti per la promozione del proprio paese Un apposito premio per le scuole del primo ciclo dall’Azienda di soggiorno di Termoli TERMOLI. L’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Termoli, in coerenza con le finalità istituzionali tese a supportare iniziative per il recupero della competitivita’ del sistema produttivo di tutto il territorio, ha coinvolto gli alunni delle scuole del primo ciclo sul tema “Promuovo il mio Paese”, istituendo un apposito premio.

L’iniziativa tende a far vedere i paesi del costituendo “Distretto TuristicoMolise Orientale” con gli occhi dei ragazzi. I ragazzi cioè devono trovare tutte le caratteristiche , che per loro, puo’ interessare un ipotetico visitatore. “Perché devi venire nel mio Paese? ” “Te lo dico io”. L’Azienda provvederà all’inseri-

mento dei lavori ritenuti piu’ meritevoli nel proprio sito istituzionale e nelle proprie pubblicazioni, di modo che venga promosso il paese della classe che partecipa al premio. “REGOLAMENTO 1° “PREMIO” PROMUOVO IL MIO PAESE “ L’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo bandisce il 1°

premio del Distretto Turistico Molise Orientale riservato alle scuole del primo ciclo denominato “PROMUOVO IL MIO PAESE” . Il concorso e’ aperto a tutte le classi delle scuole del primo ciclo, che potranno partecipare esclusivamente con un lavoro collettivo dell’intera

classe che abbia come argomento il tema “PROMUOVO IL MIO PAESE”. Le Sezioni sono due: 1) Sezione – scuole primarie; 2) Sezione – Scuole secondarie di primo grado. Ogni classe dovrà inviare il proprio lavoro collettivo entro il 30 Aprile 2016 e dovrà avere come referente l’insegnate che ha curato i lavori. La giuria, che sarà resa nota al momento della premiazione, formerà una graduatoria per ogni sezione a cui verranno assegnate coppe targhe e diplomi. Il lavoro collettivo deve contenere:  un testo scritto  foto e/o disegni  eventuale video



15

Opinioni IL CASO

Dal romanticismo delle trasferte partenopee al tramonto dell’idea autonomista

25 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il racconto delle disavventure quando la struttura di giustizia non c’era in Molise

Se va via la Corte d’Appello

di Franco Cianci Quando negli anni 50 e 60 eravamo costretti a recarci a Napoli per rendere giustizia ai cittadini molisani, eravamo sorpresi da un misto di allegria e allo stesso tempo di fastidio per la lunga e faticosa trasferta attraverso le vie disagevoli del tempo . Tutti gli avvocati molisani - da quelli del capoluogo, ne ricordo alcuni: Francesco Colitto, Correra, Alessandro De Gaglia, Mario Stanchi, De Oto, Carnevale, Testa; del circondario di Larino: Colesanti, Antonino Carugno, Michele Quaranta, Michele Troiano, Guido Campopiano, i fratelli Tommaso e Giuseppe Bucci, Mario D’Alessandro e altri; e quelli isernini, i quali ultimi erano, però, in posizione più agevolata per la vicinanza di Isernia e Venafro al capoluogo campano: Antonio Caranci, Mario Di Nezza, Antonino Serafino, Scipione Marracino, per citare soltanto le meno giovani generazioni forensi - erano costretti a lunghe trasferte dai loro luoghi fino alla capitale meridionale. E non era un cosa facile. Qualche volta si era costretti a giungere a Napoli il giorno prima per trovarsi in tempo alle udienze, che cominciavamo alle 10 del mattino. Castel Capuano era la sede, allora, non solo dei Tribunale, ma anche della Corte di Appello che comprendeva l’intera regione molisana, peraltro, non ancor distaccato dall’Abruzzo (avrebbe conseguito l’autonomia solo nel dicembre del 1963). Era il Castello più antico di Napoli, dopo il Castel dell’Ovo, ma il più possente e il più fortificato perche era stato per secoli la residenza dei reali di Napoli. Esso era sorto su una vecchia area romana destinata al Gimnasium, poi, trasformata in cimitero e molto spesso, quando nel 1903, Castel Capuano venne destinato a Palazzo di Giustizia, qualcuno celiando diceva che il Palazzo era il cimitero della giustizia. Quando ci si aggirava all’interno, attraversando la enorme aula fitta di statue a mezzo busto di tutti i personaggi importanti che si erano succeduti nel tempo (giureconsulti, letterati, filosofi, politici, gente potente di vario genere della Napoli capitale), dalle volte altissime (forse 10 metri), si aveva un senso di vago stupore, di alienazione istintiva, di estraneità soprattutto per noi che venivamo dalla non vicina provincia. Il cortile antistante il palazzo, che dava, poi, inizio al decumano inferiore ovvero quella strada antichissima di origine romana, oggi chiamata Spaccanapoli o Via dei Tribunali, quella che raggiungeva Via Roma, oggi Via Toledo, e in cui era vissuto e morto Benedetto Croce e nell’interno della quale erano situate le famosissime Piazza San Gaetano e San Gregorio Armeno (il luogo della esposizione dei presepi napoletani) - brulicava sempre di gente (postulanti, questuanti, venditori delle cose più impensabili) e

di persone interessate ai vari processi civili e penali, e non era raro che qualcuno ti si avvicinasse, capendo fulmineamente che si trattava di un avvocato - le borse a mano tradivano la qualità professionale del soggetto - e ti dicesse sottovoce : “signorì avete bisogno di qualche testimonianza?”, che qualche volta, i più privi di scrupolo, accettavano, con esiti quasi sempre disastrosi; ma, così, era la Napoli di quei tempi ed il palazzo di Giustizia, una antica fortezza reale, così trasformata da Pedro De Toledo nel 1503. Napoli aveva già allora tutti i mali ancora presenti oggi : disordine, sporcizia (si ricordi “Napule è na carta sporca” di Pino Daniele), raccoglitori di cicche, con uno speciale chiodo alla punta del bastone, per raccoglierle agevolmente dall’alto, e, poi, in mezzo alla strada, sbriciolarle per ricavarne autentici mucchi di tabacco che rivendevano ai passanti, pesandolo con un bilancino rudimentale, chissà quanto fedele (!), con discreto profitto. E, poi, c’era il meraviglioso orizzonte di Via Caracciolo, con i suoi ristoranti come “ ‘z Teresa”, dove spesso andavamo, dopo le udienze, a ristorarci, tutto sommato felici per la trasferta nella terra del sole. Ironico, salace, battutista fulmineo, come del resto ci hanno dimostrato i grandi personaggi della commedia napoletana, ma allo stesso tempo ottimista, positivo, temprati dalla bella luce di Napoli e dal monumentale vulcano, spento da 70 anni, il popolo napoletano è uno dei più straordinari, e, in quel palazzo di Castel Capuano formicolava tutto il genio partenopeo. In una di quelle tante trasferte a Napoli mi trovai sul famoso rettifilo, che conduce da Piazza della Borsa alla stazione Garibaldi, a bordo di una lussuosa macchina di un facoltoso cliente, che guidava trionfalmente la sua autovettura, allorquando ci fermammo, per rispetto della legalità, che veniva, invece, inosservata dalla maggior parte dei veicoli transitanti, ad un semaforo rosso; vicino a noi si fermò una sgangherata automobile con due ragazze a bordo, evidente due ragazze di vita, che volevano, nel breve tempo del rosso, agganciare l’autista della lussuosa macchina, avendo capito che poteva trattarsi di un

“cafone arricchito”, venuto da lontano, e, quindi, abbordabile. Una di esse gli chiese : “ma vu site quill che venne (vende) i giocattoli ?” e lui di rimando “i venn (vendo) pupazzi” e prontamente la ragazza, indicando me e un amico seduto nel sedile posteriore “e chiss sonn i prime pupazzi ca vennite?”. Questa Napoli così bella e burlesca, ormi quasi non c’è più, si è sostituita la Napoli di Scampia, del quartiere Sanità, dei quartieri Spagnoli, dove i palazzi sembra si chiudano su se stessi e ti crollino addosso, strette come sono le vie che li separano; una Napoli immersa nel caos del traffico, di difficile raggiungimento da parte di chi vi approda. Dopo tanti anni di difficoltoso cammino da parte degli avvocati molisani, finalmente nel 1970, con l’avvento del regionalismo, veniva istituita la Corte di Appello di Campobasso, prima come sezione della Corte di Appello di Napoli e, poi, come Corte di Appello autonoma. A tutti essendo consentito di partecipare alle udienze la mattina e fare ritorno a casa nella stessa giornata. La istituzione della Corte nel Molise, prima come sezione distaccata di Napoli, e, poi, come Corte autonoma, venne salutata da tutto il popolo molisano come una autentica conquista, un traguardo liberatorio, rispetto alla penosa condizione di doversi recare a Napoli per una udienza. Ora, dopo 45 anni di normale esercizio delle attività giudiziarie, ecco la notizia, improvvisa, sconcertante, inaudita, non meditata, della possibile chiusura della Corte di Appello di Campobasso e dello spostamento della Corte e, quindi, di migliaia di cittadini, in altre Corti di Appello indicate come probabili o possibili: l’Aquila, Pescara, Ancona, Bari. La notizia è sconcertante perche è come togliere il bisturi dalle mani del chirurgo nel momento stesso in cui sta operando, con il pericolo che il malato muoia sotto i ferri. La scusa è sempre la stessa: essa si era già affacciata alla fine degli anni 80 con il Ministro della Giustizia dell’epoca, Giuliano Vassalli (valoroso avvocato, oltre che forte giurista), ma che si era, poi, ben guardato dal giungere alla decisione soppressiva . Con la stessa ipotesi della soppressione della

L’eventuale taglio è un’ingiustizia contro i molisani Un provvedimento che non ha alcun senso pratico Corte, che peraltro, non appariva nemmeno troppo chiara, il Ministro, invece, era fermo nel proporre, con un apposito disegno di legge, peraltro, già approvato da un ramo del Parlamento, la s ppressione dei Tribunali c.d. minori, ma, poi, saggiamente la proposta non venne portata a conclusione. Vi fu, in quella occasione, una vera e propria rivolta dei Tribunali minori, da Alba, a Lanusei, a Lagonegro, Sant’Angelo dei Lombardi, Vasto, Lanciano, Sulmona, Avezzano, Camerino e tanti altri, e Larino, il cui Consiglio dell’Ordine fu particolarmente attivo nel convocare assemblee e riunioni a livello nazionale, con speciali pubblicazioni, come quella che portava il suggestivo titolo di “Tribunali Assediati”: Dopo quelle battaglie, la proposta sembrò ritirata. Tutti i governanti, da 26 anni ad oggi, pur prospettando ipotesi del genere, hanno, poi, finito sempre con il recedere da esse e garantire livelli minimali di giustizia, in una regione che, per quanto piccola, ha, però, gli stessi bisogni delle regioni più grandi. La fretta, però, la sommarietà, l’arroganza del giovane toscano, improvvisamente insediatosi a Palazzo Chigi -oltretutto senza essere stato eletto da una consultazione elettorale - e dei suoi seguaci, stanno facendo strame dei diritti civili assolutamente in contrasto con i principi costituzionali che esigono che tutti i cittadini siano eguali di fronte alla legge e che (art.3, II comma della Costituzione italiana) “è compito della Repubblica, rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscano il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Non si può dunque fare il conto delle teste insediate in un territorio per stabilire la quantità di giustizia eroganda, tutti i cittadini hanno bisogno di giustizia, quanto di liberta, di assistenza sanitaria, di scuola, di lavoro ecc. E allora è il momento della reazione, della protesta da parte della Regione, dei Comuni, delle Associazioni a tutti i livelli, dei cittadini molisani tutti, in maniera da fare sentire viva e forte la voce della nostra Regione. Se si vogliono conseguire dei risparmi, lo Stato sa come e dove colpire i molti privilegi esistenti, eliminare la evasione fiscale, ridurre i costi della politica, combattere e distruggere la corruzione, che da sola costa qualcosa come 60 miliardi di euro l’anno, con un quarto del cui importo sarebbe possibile sostenere tutte le Corti di Appello ed i Tribunali d’Italia. E’, dunque, una ingiustizia contro tutti noi molisani che abbiamo il diritto e soprattutto il dovere, di combattere, a tutti i livelli, naturalmente ed innanzi tutto da parte della Regione, dei Comuni, delle varie associazioni, in modo da evitare gli effetti di una iniziativa, che, senza offendere nessuno, si potrebbe definire demenziale.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.