Imprese senza soldi

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 66 mArtedì 22 mArzO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

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L’OSCAR DEL GIORNO

Gianmaria Palmieri L’Oscar del giorno lo assegniamo al rettore dell’università del Molise, Gianmaria Palmieri. Nonostante i tagli del governo agli Atenei del Sud, all’insensibilità della Regione Molise rispetto ai problemi della struttura universitaria molisana, oggi andrà ad inaugurare un corso di Enogastronomia e Turismo. Un atto concreto dinanzi alle tante chiacchiere sulla valorizzazione delle eccellenze regionali.

IL TAPIRO DEL GIORNO

www.lagazzettadelmolise.it

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Pietro Maio Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. L’assessore comunale ai Lavori pubblici si è avveduto in ritardo che per il parcheggio dello Stato di Selva Piana bisognava prevedere un divisorio tra le aree di sosta per i tifosi ospiti e quelli di casa. Possibile, che dopo tanti anni nel momento in cui l’area doveva essere aperta ci si è accorti di questa mancanza? Eppure, si tratta di una normativa vecchia.

Manifestazione degli edili dell’Acem ormai allo stremo Servizio a pag. 3

Imprese senza soldi e l’assessore dorme %$00. $,/.

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La Gazzetta del Molise da mercoledì 30 marzo 2016 sarà in tutte le edicole del Molise Da sempre vicini agli interessi dei molisani ora pronti al cambiamento $ ! "" " "

La credibilità di sempre - la forza di domani


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 22 marzo 2016

La giunta regionale ha approvato le disposizioni in materia di risorse idriche integrate

La giunta regionale ha approvato la proposta di legge regionale “Disposizioni in materia di risorse idriche della Regione Molise” disponendo che venga inviata al Consiglio regionale”per i conseguenti adempimenti”. Il pranzo della privatizzazione dell’acqua, dunque, è servito. Non ha avuto esitazioni e/o ripensamenti di fronte alle eccezioni sollevate da diversi comuni sulla incostituzionalità delle norme che sottraggono alle amministrazioni locali la gestione del servizio idrico e alle critiche sulla chiara apertura all’ingresso del capitale privato nella gestione delle reti di distribuzione agli utenti. Eccezioni e critiche sommerse dalla volontà di privatizzare, di creare e fare business, di sotterrare finanche il concetto dell’universalità dell’acqua ”bene pubblico inalienabile” e tutte le altre valutazioni morali che intorno all’argomento si sono concretizzate con il referendum nazionale che tale concetto ha ribadito e con la posizione assunta dalla Chiesa al riguardo. La porta d’ingresso alla privatizzazione e alla commercializzazione dell’acqua molisana è stata creata con la costituzione dell’Autorità d’ambito da parte dei comuni e le province ricadenti nell’ambito territoriale ottimale, altrimenti nota come Egam. Come abbiamo accennato non tutti i comuni molisani si sono detti d’accordo. Tutt’altro. Capeggiati dal sindaco di Campodipietra, Peppe Notartomaso, un nutrito lotto di essi continua battersi perché l’acqua rimanga un bene pubblico, perché non si arrivi alla privatizzazione usando strumenti “coercitivi” e pressioni politiche di tornaconto per il governo regionale che in materia di privatizzazione sta dando sequenza anche in materia di sanità. Con l’affermazione che

È presumibile che, di recente, abbiate potuto patire dei disagi dopo di avere chiesto al vostro medico di base una prescrizione di esami o di analisi. Forse non ci avrete posto ancora mente perché in Molise la cosa non appare ancora diffusa (se non in taluni Studi). I patimenti sono da addebitare all ’ a p p l i c a z i o n e dell’“appropriatezza prescrittiva”, entrata in vigore (già dal 4 febbraio scorso) con un decreto del Ministro Lorenzin, recante regole che stanno già instaurando conflitti tra la categoria ed i pazienti. Le novità limitano la somministrazione di ben 203 prestazioni specialistiche; tra di queste i più usuali “test” quali le allergie,

Il pranzo della privatizzazione dell’acqua è servito Conoscendo la vocazione privatistica e affaristica del governo regionale, l’affidamento del servizio idrico a società a totale capitale privato è la soluzione preferita la proposta di legge si prefigge

luglio 2010, che riconosce il di-

ritto

di allineare il servizio idrico integrato alle norme europee e statali vigenti, la giunta è convinta di coprirsi le spalle, di poter abbattere ogni ostacolo, di procedere speditamente a offrire al capitale privato in attesa di entrare in affari, un nuovo campo da arare. In questa sua convizione/determinazione non ha esitato a definire la proposta “ispirata ai principi sanciti dalla risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu 64/292 del 28

ritto umano all’acqua e ai servizi igienico – sanitari come diritto umano fondamentale, e alla risoluzione del Parlamento europeo dell’8 settembre 2015 quale seguito all’iniziativa dei cittadini europei <L’acqua è un diritto> (Right2Water), nonché ispirata all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 6 ottobre 2015”. Stando così le cose, si prefiggerebbe di garantire a tutti i cittadini molisani il di-

si realizzerebbe col risparmio e la rinnovabilità della risorsa; con la sostenibilità dell’uso dell’acqua, vale a dire con la tutela dei bacini idrografici e del ciclo dell’acqua; con la fornitura a tutti i cittadini acqua di qualità e in quantità sufficiente; con un servizio di qualità attraverso la riduzione delle perdite di rete, il monitoraggio delle stesse, la gestione efficace degli impianti di depurazione; con la salvaguardia delle aspettative e

all’acqua,

diritto

che

dei diritti delle generazioni future a fruire della stessa risorsa e di un patrimonio ambientale integro. Fossero veritiere queste affermazioni e queste valutazioni ci vorrebbe la standing ovation. Purtroppo si infrangono là dove il servizio idrico è ritenuto di rilevanza economica da potersi esplicare in tre forme possibili: affidamento a società in-house, purché l’affidatario disponga dei requisiti individuati dalla giurisprudenza dell’Unione Europea; affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, il cui socio privato sia scelto mediante procedura ad evidenza pubblica; affidamento a società a totale capitale privato con procedura di evidenza pubblica. Delle tre, conoscendo la vocazione privatistica e affaristica del governo regionale, la terza è certamente la preferita. La proposta è stata approvata dalla giunta con una corposa relazione a sostegno da parte del direttore del Servizio idrico integrato, Mauro Di Muzio, che ricordiamo essere stato un ambientalista e un critico irriducibile del governo regionale di Michele Iorio. Dardo

Sanità, perchè la Regione Molise non ricorre? I medici limitati nelle prescrizioni di esami e analisi. Alcune Regioni contro la Lorenzin il colesterolo, le transaminasi, le analisi incrociate per l’obesità e la risonanza magnetica nucleare della colonna vertebrale. Risultato, il paziente finirà col pagare interamente ciò che prima gli veniva somministrato gratuitamente; ed i costi di ogni analisi finiranno con l’aggravare i portafogli di ciascuno perché le norme stabiliscono che, in gran parte, non possano più essere prescritte dal medico di famiglia. Per esempio, se al signor Caio occorre una risonanza magnetica, prima di sottoporsi ad un in-

tervento, non potrà ricorrere ad uno dei 47mila medici di famiglia ma sarà costretto a bussare allo Studio di uno specialista convenzionato che però risulterà così pieno di prenotazione da potergli fissare la seduta magari tra un anno. Naturalmente potrebbe accelerare i tempi solo con una visita privata a pagamento a cui il Nostro, necessitato, ricorrerà. Nel frattempo le Regioni (ma non il Molise) vanno all’attacco chiedendo al Ministero l’indizione di un tavolo tecnico per rivedere certi pre-

cetti. Per il momento, su 20 Enti, a muoversi sono state soltanto Calabria, Lombardia, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto. Ecco perché si attende un segno da Frattura, gestore di una Regione dove la Sanità già oggi è quella che ben conosciamo.


TAaglio lto

Almeno l’assessore regionale ai lavori pubblici, Pierpaolo Nagni, ha avuto il buongusto (personale) ed la correttezza (istituzionale) di presentarsi. Il governatore Frattura ed il consigliere delegato alla ricostruzione Ciocca, invece, hanno avuto il coraggio di disertare, finendo per essere davvero i convitati di pietra alla manifestazione pubblica organizzata, ieri mattina presso il Centrum Palace a Campobasso, dall’Associazione Costruttori Edili del Molise (ACEM). E gli assenti, si sa, hanno sempre torto, per definizione. Sono mesi che vi diamo conto, lettori de La Gazzetta, del braccio di ferro in corso tra le imprese edili molisane ed il governo regionale: le prime impegnate a cercare di riscuotere milioni e milioni di opere già realizzate per la ricostruzione post sisma (oltre che a chiedere lo sblocco di 92 milioni fantasma) ed il secondo tutto preso a cercare di mantenere in piedi un tragicomico castello di chiacchiere e promesse mancate che, da tre anni, alimenta con invidiabile sprezzo del ridicolo. Nagni, almeno, ha fatto la presenza. Ma poco di più. Sulla questione delle opere della ricostruzione non ha avuto niente da dire: non sue le competenze ma dell’agenzia regionale di ricostruzione. Ma il neo eletto direttore, Manuel Brasiello, risultava essere anche lui nella lista dei non pervenuti. Gioco facile, quindi, per Nagni svicolare. In teoria, ci sta. Ma solo in teoria, dato che il suo

di Massimiliano Scarabeo* Facendo seguito alla prima interrogazione con risposta scritta e orale depositata in data 08/03/2016… inerente la vertenza dei lavoratori precari dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile e dell’Agenzia di Ricostruzione Post-Sisma, in ordine agli sviluppi emersi da una più approfondita analisi degli aspetti economici che hanno portato alla mancata ricontrattualizzazione di parte del personale vincitore del concorso espletato nel 2012, in ottemperanza della delibera di giunta regionale n. 543 del Maggio 2012. chiedo come mai si è deciso di mandare a casa il personale vincitore del concorso, dichiarando al primo tavolo prefettizio riunitosi in data 13 Febbraio 2014, che non c’erano risorse economiche baste-

3 22 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’ACEM apre alla mobilitazione. Imprese e lavoratori sul piede di guerra

Troppe promesse, nessuna reale risposta. L’intero settore edile sull’orlo del baratro peso nell’esecutivo gli consentirebbe eccome di prendere impegni, di condizionare scelte, di esercitare pressioni, se solo volesse. Ma evidentemente la brutta piega che la questione ha preso, toccando anche momenti di scortese ruvidezza di toni e di ironie di terz’ordine da parte del presidente Frattura e del consigliere Ciocca nei confronti dell’ACEM e dei suoi dirigenti, ha consigliato Nagni verso una linea di non belligeranza; una cortese e formalmente ineccepiblile “astensione”. Poco da aggiungere di concreto, in verità, ha avuto Nagni anche sulla questione dei 92 milioni di euro che, sempre a voler dar retta alle promesse, sarebbero dovuti essere sbloccati non oltre il mese di ottobre del 2015. Ma anche quell’ appuntamento è stato disatteso, come è noto a

tutti tranne, evidentemente, ai signori dell’esecutivo. Ci ritroviamo, quindi, a marzo 2016 ed il rappresentante del governo regionale si è limitato a promettere che avrebbe lavorato per fare, nelle prossime settimane, quanto non si è riusciti a fare nei tre anni già trascorsi per avviare le procedure di gara. Ma non ci credeva neanche lui, a nostro avviso, mentre lo diceva, figurarsi le maestranze in sale. Una scena di malinconica tristezza, sinceramente; la rappresentazione plastica della condizione di sciatteria amministrativa cui siamo costretti ad assistere. Così come quando è toccato di parlare al rappresentante nazionale dell’ANIEM (Associazione Nazionale Imprese Edili e Manifatturiere), Laura Palomba, la quale con un senti-

mento di incredulità mista a sincero sconcerto, ha raccontato dei numerosi tentativi di avere un contatto istituzionale al più alto livello con la Regione Molise, non ricevendo mai neanche uno striminzito cenno di riscontro. Il silenzio più scortese ed istituzionalmente non tollerabile. Una cosa così, ha detto, non le era mai capitata. Senza sapere che, in fondo, il silenzio è pur sempre meglio dell’arroganza e della pura e semplice maleducazione con cui sono stati trattati, come si diceva prima, i vertici dell’ACEM; ma questo pare non gliel’abbia detto nessuno, per carità di patria. Poche settimane passeranno in fretta e vedremo con facilità se saremo costretti noi a chiedere scusa per non aver avuto fede, o se non è toccato all’assessore Nagni di aver

mancato all’ennesima promessa. Il tempo, è cosa nota, è galantuomo. Per il resto tutto è rimasto uguale sotto il cielo delle imprese, dei lavoratori, delle loro famiglie: le esposizioni bancarie, i sacrifici, la frustrazione che consuma. E la voglia di mobilitazione. Minacciata, annunciata più volte ma mai davvero messa in campo dagli edili molisani. Considerata la situazione nel suo insieme ed anche alla luce di quanto visto e sentito nell’incontro di ieri crediamo che, purtroppo, non resti altra via praticabile a chi sta solo cercando di vedere riconosciuti i propri diritti. Con la speranza che una civile ma intransigente stagione di protesta e contestazione possa servire a qualcosa. Aggiornamenti in cronaca, si diceva una volta.

Protezione civile, un caos senza precedenti voli per tutti, ma contestualmente sono stati prorogati all’interno del Sistema Protezione Civile rapporti di lavoro fuori dall’alveo del concorso e per periodi non inferiori a 12 mesi. chiedo di accertare, con riferimento ai profili contabili finanziari, la consistenza dei capitoli del bilancio regionale dedicati al servizio Protezione Civile, tenuto conto che esiste già un esposto presentato dal Senatore Ulisse Di Giacomo mirato ad accertare tale circostanza, che taluni importi sarebbero stati stornati, ancorché vincolati dalla legge dello Stato allo specifica destinazione (vedasi mutuo contratto con la Cassa Depositi e prestiti di euro 5 Mln) e nonostante si trattasse di somme già ‘impegnate’ contabilmente;

chiedo di verificare la consistenza e la destinazione dei fondi appostati sui capitoli di bilancio regionale di competenza del Servizio per la Protezione Civile (in base alla L.R. n.12/2012, art 6, comma 6, istitutiva dell’Agenzia per la Protezione Civile), ossia se siano stati effettivamente trasferiti all’Agenzia ovvero siano ancora stati bloccati dalla Regione; - posto che di tali fondi faceva parte anche un mutuo di circa 5.000.000 di euro, le cui rate sono pagate dal DPC, e che dovevano servire per il completamento della ricostruzione del terremoto 1984 in provincia di Isernia, si chiede di accertarne la destinazione e/o il rispetto del vincolo di destinazione; - Con riferimento alla gestione della cd. ricostruzione, occorre accertare se sia legittimo,

ovvero se costituisca violazione di legge, la scelta dell’Amministrazione regionale di obbligare i comuni ad eseguire procedure accelerate per gli appalti dei fondi del terremoto (ex CIPE 62/2011) in meno di un mese in quanto non compatibili sia con quelli fissati nel cosiddetto “sblocca Italia” (decretolegge 12 settembre 2014, n. 133, diventato legge il 5 novembre 2014), ove applicabili alle procedure della ricostruzione post sisma sia con i tempi fissati dal Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;chiedo di essere resi edotti sulla effettiva destinazione della somma di euro 150.000 accantonata nell’assestamento di bilancio 2015 della Regione e che doveva servire, sulla base dell’impegno preso dal Presidente della Giunta Regionale con le

Parti Sociali, per la ricontrattualizzazione per un periodo di due mesi delle 84 unità lavorative vincitrici del concorso e licenziate dopo un anno e tre mesi di impiego. chiedo di fare piena luce sul rendiconto dell’attività post-sisma al 31 Dicembre 2015, trasmesso alla Regione Molise lo scorso 29 Gennaio, Prot. partenza n. 892/2016. chiedo di verificare se effettivamente risulta vera la circostanza che personale i cui contratti sono scaduti lo scorso 29 Febbraio, continuerebbe tuttora a lavorare presso l’azienda PA Digitale Srl con sede a Campobasso, per espletare i mandati di pagamento attinenti il post-sisma alle aziende che vantano crediti nei confronti della Regione. *Consigliere regionale


Campobasso

4 22 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’università del Molise si espande e s’arricchisce di nuove proposte di laurea

Oggi, l’annuncio di un corso in enogastronomia e turismo

Promotori del protocollo d’intesa i comuni di Termoli, Campomarino, Guglionesi, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, Montenero di Bisaccia, Petacciato e Portocannone Nel prossimo anno accademico l’università del Molise arricchirà i corsi di laurea in Scienze Turistiche e Beni culturali, con Enogastronomia e Turismo. L’annuncio sarà dato oggi a Termoli presso la sede di Via Duca degli Abruzzi (Aula Adriatico) dal rettore Palmieri, dal direttore del dipartimento di Bioscienze e Territorio, Monica Meini, dal presidente dei corsi, Rossano Pazzagli. Presenti il sindaco di Termoli, Sbrocca, il direttore commerciale de “la Molisana”, Rossella Ferro, e i sindaci di Campomarino, Guglionesi, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, Montenero di Bisaccia, Petacciato e Portocannone, firmatari del protocollo d’intesa per l’istituzione del nuovo corso di laurea. Prosegue quindi, come andiamo dicendo da un pezzo, l’espansione dell’università sul territorio, proseguono gli incontri e i protocolli d’intesa a sancire la possibilità di infittire le maglie

della rete delle collaborazioni. E con essa (possibilità) di creare le condizioni tecnico/scientifiche per valorizzare l’enogastronomia, e il turismo nelle sue multiforme espressioni con operatori sul territorio di livello scientifico universitario. Laureati con competenze territoriali, tecnico-scientifiche, culturali, giuridiche ed economiche relative

al settore, in grado di svolgere compiti di programmatore di turismo, di esperto travel designer (di programmatore di viaggi), di esperto di turismo incoming (di turismo in entrata), esperto in wine&food tours (di esperto in viaggi enograstronomici), professional event organizer (organizzatore di eventi), comunicatore showcooking (cuoco in scena) e ogni

altra attività del settore riconducibile all’ambito tecnico, imprenditoriale o manageriale, dell’accoglienza, della promozione turistica e enogastronomica, del rapporto tra agricoltura e turismo. Gli abbondanti anglicismi sono dell’università, cui abbiamo abbinato una traduzione nella nostra lingua italiana, perché la notizia fosse accessibile anche

a chi non conosce la lingua inglese. Certo, “professional event organizer” all’orecchio dell’inclita fa più effetto di “organizzatore di eventi”, ma l’imbastardimento dell’idioma di Dante in questo come in tutti gli altri casi in cui si ricorre alle lingue straniere, è notevole, quanto condannabile. Chiusa la parentesi, gli insegnamenti del corso in enogastronomia e turismo spazieranno dalle materie caratterizzanti di enologia, gastronomia, paesaggio, produzioni agroalimentari, marketing e comunicazione enogastronomica, a quelle di base economiche e socio-umanistiche. Un punto di forza sarà il collegamento con importanti aziende dell’agroalimentare e del turismo e con le organizzazioni più rappresentative del settore, con opportunità di stage e tirocini. Da qui la presenza di Rossella Ferro, direttore marketing de “La Molisana” e assessore della giunta della Camera di Commercio del Molise.

“Il Molise è la regione più triste d’Italia. Io non ci sto” L’intervento della segretaria Uil, Tecla Boccardo su un’indagine statistica CAMPOBASSO. “Un’altra volta Campobasso e Isernia in coda a tutte le provincie d’Italia, questa volta secondo l’indice della felicità. È inaccettabile, io non ci sto” questa la reazione di Tecla Boccardo, leader della UIL molisana alla lettura, sul più diffuso quotidiano italiano, della classifica della felicità. Domenica 20 marzo è la data in cui si è celebrato il diritto alla felicità con una giornata mondiale ad hoc indetta dall’Onu nel 2012 allo scopo di riconoscere il benessere e la felicità quali aspirazioni universali della persona umana e dunque obiettivi fondamentali delle politiche pubbliche. È stata elaborata una «classifica» grazie a un algoritmo che su Twitter valuta i «cinguettii» contenenti messaggi di gioia, allegria e quelli invece all’insegna di rabbia, paura, ansia. Una specie di «gioco» basato sulle faccine, ma con solide basi statistiche e informatiche.

Senza lavoro e scarse occasioni di socialità è davvero la fine Cosa ne è venuto fuori? Che anche nel 2015 l’Italia è stata felice, ma con profili di tristezza e, nell’indice per provincia, quest’anno l’ultimo ed il penultimo posto vanno proprio alle due molisane, Isernia (47,2) e Campobasso (48,1). Sono anche fra le provincie con il più alto tasso di volubilità, oscillazione fra felicità e tristezza nell’arco dei giorni o dinanzi agli eventi. L’indice della felicità molisana all’inizio d’anno era superiore a quello medio italiano, poi è calato mese dopo mese, per

tracollare dopo agosto per risalire leggermente verso fine anno. In Molise nel 2015 il giorno più felice è stato a Campobasso il 30 gennaio quando, secondo il Corriere della Sera, il Fondo per le Imprese mette a disposizione 8 milioni di euro per la regione, mentre il giorno più triste è stato a Isernia il 22 aprile quando un vasto incendio si estende fino alle porte di Venafro.“Non ci voleva forse un’analisi così accurata e curiosa, basata com’è su strumenti dei social che non tutte le persone usano abitualmente - commenta la Boccardo – per capire che da noi la felicità o la tristezza sono direttamente collegate al lavoro, al benessere che deriva dall’avere un reddito, dalle prospettive economiche, occupazionali e sociali, dalla sanità alla coesione, alla salvaguardia dell’ambiente. Anche il Sindacato, molto più empiricamente, verifica giorno per giorno fuori le aziende che

collocano i lavoratori in cassa integrazione e fra coloro che perdono il posto di lavoro che finora li aveva sostentati, come la preoccupazione serpeggia fra le persone, come talvolta questa tracima nella disperazione e nell’angoscia. Ci viene detto che anche da noi qualcosa sul piano economico si sta muovendo, contiamo anche qui qualche occupato in più, ma per molti è finita anche la cassa integrazione e la prospettiva di reddito resta solo la pensione del genitore e la solidarietà familiare. Aspettiamo che l’Area di crisi dia i suoi frutti, che le risorse europee assegnate e ben impegnate smuovano qualcosa, che gli amministratori mettano mano alle tante partecipate in emergenza, ma siamo ancora

agli annunci ed alle attese. Attese che, quando vengono disattese, anche questo crea tristezza. Se il benessere e la felicità sono, come dice l’ONU, aspirazioni universali della persona umana dovranno pure, anche in Molise, diventare obiettivi fondamentali delle politiche pubbliche. La UIL del Molise chiede da sempre maggior impegno sui diversi fronti, per non ritrovarci, vergognosamente, sempre in fondo alle classifiche che si occupano del benessere delle persone.”


TAaglio lto

5 22 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Per decisione della Regione Molise

Molisani, cittadini di serie B

La mancata regolamentazione, con legge regionale, dei referendum e delle iniziative legislative dovrebbe essere oggetto di aperta, coraggiosa e doverosa denuncia al presidente della Repubblica Mattarella nel corso della visita in Molise Nel Molise, ai molisani è impedito di proporre referendum (consultivi e abrogativi) e proposte di legge d’iniziativa popolare . Nel Molise, i molisani sono cittadini di serie B, espressione con cui si qualificano coloro cui è sottratto l’esercizio dei diritti costituzionali quali sono, appunto, i referendum e le proposte di legge d’iniziativa popolare. Nel Molise, sostanzialmente, manca uno spazio di democrazia, quello occupato dalla partitocrazia. Che ha paura del giudizio popolare, che si chiude a riccio ogni volta che può, in questo caso ferendo la Carta costituzionale e lo Statuto regionale. La classe politica che governa la ventesima regione italiana è affetta di autoritarismo. Malattia che solo la volontà popolare riconducibile ai referendum e alle proposte di legge, può debellare. Soprattutto quando il livello di arroganza e di strafottenza raggiunge e supera la soglia della decenza e della sopportazione. Qui è il caso di ricordare la fatica che c’è voluta per indurre il presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura a promulgare il nuovo statuto. Mesi e mesi di sollecitazioni da parte della stampa libera, dei comitati civici, di qualche consigliere re-

I portavoce alla Camera Luigi Di Maio e Andrea Cecconi portano alla ribalta il sistema sanitario regionale sempre più incline al privato. A Campobasso hanno prima toccato con mano i problemi di pazienti e medici con l’ispezione all’ospedale Cardarelli, poi hanno incontrato cittadini e comitati nella sala auditorium del liceo classico ‘M. Pagano’ È stata una giornata importante. Il modo migliore per denunciare con tutto la forza possibile ciò che sta accadendo alla sanità pubblica molisana. Luigi Di Maio e Andrea Cecconi non sono giunti in Molise per passarelle mediatiche. Loro stessi, insieme a Giulia Grillo, hanno presentato unainterrogazione alla Camera proprio per accendere i riflettori nazionali sul caos sanità in Molise. Innanzi tutto hanno ascoltato le difficoltà di quanti lavorano in campo sanitario e di quanti usufruiscono di strutture destinate

gionale meno ottundo nella mente e nella coscienza degli altri. Finanche la minaccia di ricorrere al Capo dello Stato per avere la destituzione del riottoso presidente che siede a Palazzo Vitale. Infine il nuovo statuto è stato promulgato, ma non regolamentato, per cui la Carta regionale è monca, limitata, ristretta alle sole convenienze politiche di chi governa il Molise e lo tiene a guinzaglio. Tra le convenienze politiche certamente vanno annoverati gli impedimenti a indire referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare. Un chiaro, inequivocabile vulnus alla democrazia

diretta. Di questo si tratta, altro che le storie, tutte demagogiche, strumentali, giustificative di una pesante limitazione della volontà degli elettori, cui ricorrono gli “occultatori” di Palazzo Vitale, lasciati liberi di esprimere tutta la loro arroganza e prepotenza da un gruppo di oppositori a Palazzo Moffa che da tre anni fa solo tappezzeria, devitalizzato nel diritto e nella capacità di reagire. Lasciati liberi anche da una società civile molisana che i suoi diritti li ha delegati ad una classe politica imbelle, per cui s’è venuta a trovare nella condizione di non poterli rivendicare. In questo caso di non poter ri-

vendicare la sovranità popolare. Ma non tutta la società civile molisana s’è dichiarata disinteressata ad esercitare i propri diritti costituzionali e statutari. Siamo a conoscenza che il movimento popolare degli “Indignati del Molise” è sceso di nuovo sul piede di guerra, intenzionato ad affrontare questo ostacolo, magari forzandolo, vale a dire raccogliendo le firme a sostegno della richiesta di un referendum abrogativo dei vitalizi, che sono la vergogna identificativa di una classe politica che pensa solo ad ingrassarsi, quindi della relativa proposta di legge; entrambe le iniziative con

l’intento di “provocare” una reazione da parte dei consiglieri regionali, della giunta e del presidente Frattura. Una provocazione per indurli ad uscire dall’ignavia e a stabilire con legge regionale l’esercizio delle iniziative legislative, come avrebbero dovuto fare all’indomani della promulgazione dello Statuto. E’ talmente evidente l’interesse dei consiglieri ad evitare questo “assalto” degli “Indignati”, che non merita alcun ulteriore commento dispregiativo in aggiunta a quelli che da tre anni hanno investito di pesante ironia Frattura e compagni da parte di testate televisive nazionali, e di denunce contabili alla Corte dei Conti e di denunce penali alla Procura della Repubblica, di cui si attendono ancora le conclusioni delle indagini. Sarebbe cosa giusta e saggia se, in coincidenza con l’arrivo nel Molise del presidente della Repubblica Mattarella, il problema che riguarda la mancata regolamentazione con legge regionale dei referendum e delle iniziative legislative, fosse oggetto di una aperta, coraggiosa e doverosa denuncia. Un sussulto di dignità, non sarebbe male. Dardo

Il caso Molise, un rischio nazionale quasi a scomparire. L’ispezione al Cardarelli, fatta insieme ai portavoce in Regione Antonio Federico e Patrizia Manzo e a quelli del Comune di Campobasso, è stata la prima tappa di una giornata, che in un sol colpo ha confermato quanto ilMovimento 5 Stelle denuncia da tempo: stanno uccidendo la sanità pubblica. Di Maio lo ha definito “un viaggio nel futuro della sanità italiana”. Un viaggio che “non mi piace per niente” dato che in Molise “siamo allo stadio più avanzato di privatizzazione assoluta del servizio sanitario pubblico: ho visto edifici nuovi di zecca regalati a cliniche private e ospedali pubblici in edifici degli anni ‘60, intere corsie arredate dalle associazioni di volontariato,nessun primario ma solo facenti funzione che lavorano con enorme dedizione ma delegittimati”.

Ancora Di Maio: “Sulla sanità in Molise c’è un conflitto d’interessi grande come una regione. Il privato può completare la sanità pubblica ma non sostituirla. Qui si stanno invece dismettendo interi reparti per regalarli ai privati che faranno business sui servizi sanitari. È inaudito. Se i soldi non ci

sono per il pubblico non possono esserci per il privato, ma in Molise non è così. Una cosa è certa: oggi la Sanità pubblica non può e non deve essere riformata dalla classe politica che l’ha massacrata”. Dopo l’ispezione, l’incontro pubblico al Pagano in una sala gre-

mita. Di Maio ha ripreso ancor più forte: “Vogliamo portare ‘il caso Molise’ all’attenzione del Governo Renzi e far intervenire il Garante della Costituzione per salvaguardare il diritto dei molisani alla sanità pubblica. Il Molise è un laboratorio di pessime pratiche, forse perché c’è poca attenzione mediatica nazionale, ma qui si sta per creare un Frankenstein:quello che sta succedendo qui è il preludio di quello che succederà alla sanità in Italia. Sarebbe curioso sapere i legami politici di finanziamento pubblico, niente di illegale ma di immorale, tra i partiti che sono al governo della regione, e che stanno cedendo la sanità ai privati, e coloro che portano voti o finanziamenti pubblici. Ovviamente a partire dell’eurodeputato Patriciello, che so avere molta influenza nella sanità privata di questa regione”.


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Campobasso

22 marzo 2016

“Scrutatori, basta clientelismi” Il gruppo Cinque Stelle al Comune di Campobasso ha optato per la graduatoria di inoccupati CAMPOBASSO. La commissione Elettorale Comunale, composta dal Sindaco e da 3 consiglieri comunali (2 di maggioranza ed 1 di minoranza), sarà a giorni chiamata a designare 175 nominativi per gli scrutatori per la prossima tornata referendaria del 17 aprile. La prassi attualmente in vigore presso il comune di Campobasso, vuole che i nominativi siano forniti dai consiglieri comunali che, in maniera arbitraria individuano 5 nominativi a testa, ovviamente tra quelli iscritti all’albo comunale degli scrutatori, composto da circa sei mila “aspiranti”. “Una prassi che non ci piace affatto poiché accondiscende alla possibilità di privilegiare inevitabilmente una ristretta cerchia di

amici e conoscenti, se non addirittura parenti, dei consiglieri comunali, escludendo di fatto tutti coloro che non hanno “santi in paradiso” a cui chiedere di essere inclusi nella lista dei “5” che ogni consigliere ha facoltà di scegliere.“ Per ovviare a questo sistema infelice, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione consiliare, che sarà discussa nell’ambito del prossimo consiglio comunale, per modificare l’attuale sistema di scelta, sostituendolo con quello più equo ed imparziale del sorteggio, da applicare per le future consultazioni elettorali e/o referendarie. “Per quanto concerne invece la scelta per il prossimo referendum, il Movimento 5 Stelle al comune

di Campobasso, per la designazione dei venti nominati “in quota” ai 4 consiglieri comunali, attingerà direttamente nella graduatoria pubblica per l’assegnazione di “Borse Lavoro”, escludendo chiaramente chi ha già usufruito di periodi lavorativi; un bacino di nomi sicuro e certificato, individuato dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune, che garantisce la designazione di nominativi di inoccupati ed a basso reddito. Tra i 95 nominativi in “lista di at-

tesa”, abbiamo estrapolato i 27 nominativi che risultano anche iscritti all’albo degli scrutatori (requisito essenziale), e tra questi estrarremo a sorte i venti nomi che saranno quindi chiamati, a loro insaputa e senza aver chiesto nulla a nessuno, a svolgere le fun-

zioni di scrutatori. Il sorteggio si svolgerà in forma pubblica oggi, alle ore 12.00 presso la sala Mancini del Comune di Campobasso, alla presenza di chiunque vorrà assistervi per verificare la trasparenza dell’operazione

Innovativa metodica per riparare la valvola mitralica

L’intervento mini-invasivo alla Fondazione “Giovanni Paolo II” Nonostante gli enormi progressi ottenuti in campo diagnostico e terapeutico, le malattie cardiovascolari restano ancora la prima causa di morte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che questo dato resterà invariato fino al 2020. Il significativo aumento della vita media darà origine a una popolazione sempre più vecchia, inevitabilmente composta da un numero sempre maggiore di soggetti cardiopatici affetti da patologie via via più complesse. In questa situazione, il progresso tecnologico diventa di cruciale importanza. Alla Fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso è stato eseguito un intervento mini invasivo particolarmente innovativo per riparare la valvola mitralica, la cui funzione è quella di regolare il flusso sanguigno e impedire che il sangue, durante la contrazione ventricolare, sia spinto indietro nell’atrio sinistro. Il meccanismo si sviluppa attraverso particolari corde tendinee che regolano il movimento in modo che i due lembi combacino perfettamente durante la chiusura, impedendo il rigur-

gito del sangue. Se il sistema non funziona correttamente è necessario un approccio chirurgico che normalmente richiede un intervento a “cuore aperto” e l’ausilio della macchina “cuore-polmone” per mantenere attiva la respirazione e la circolazione sanguigna. Questa innovativa metodica mini-invasiva praticata alla Cattolica di Campobasso viene eseguita a cuore battente a senza circolazione extracorporea con l’utilizzo di un grande ago ed una mini-corda. La procedura prevede una mini-incisione nel torace laterale di circa 5 cm e l’introduzione di un device capace di impiantare a livello dei lembi mitralici una o più corde di “gore-tex”, un materiale speciale che con il tempo assume l’aspetto delle corde naturali del cuore. L’intervento è stato eseguito su una paziente molisana di 83 anni con il sistema NeoChord DS1000, sotto guida ecocardiografica trans-esofagea 3D e 4D. Questo ha permesso di stabilire la lunghezza ideale della corda. L’esito è stato positivo e dopo pochi giorni di degenza la pa-

ziente è stata dimessa. Questo approccio è indicato per persone compromesse, o con caratteristiche anatomiche particolari; il taglio e l’assenza di circolazione extra-corporea garantiscono una ripresa veloce e un impatto biologico minimo. E’ possibile trattare anche pazienti altrimenti inoperabili o ad alto rischio. L’intervento è stato eseguito dal dottor Carlo Maria De Filippo, Direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari della Fondazione, era presente, come ospite, anche il professor Giovanni Speziali, Assistant Professor presso l’Università di Pittsburgh, co-inventore della tecnica ad oggi utilizzata in pochi centri al mondo. “Per le patologie valvolari,” spiega De Filippo “garantiamo un percorso multidisciplinare completo sul modello della “clinica delle valvole” istituita dal professor Massimo Massetti, Direttore dell’Area Cardio-Vascolare del Policlinico “Gemelli” di Roma, con cui abbiamo una costante collaborazione”.

In piazza contro le mafie Ieri a Campobasso manifestazione degli studenti contro la criminalità organizzata CAMPOBASSO. In occasione delle giornata della memoria e dell’ impegno per le vittime delle mafie, la consulta provinciale degli studenti di Campobasso insieme all’associazione Libera Molise ha organizzato un corteo studentesco partito alle 9:30 dal Terminal degli autobus di Campobasso. Anche il Molise purtroppo è stato toccato da scandali

e infiltrazioni mafiose: dai rifiuti tossici sversati dalla camorra nella zona di Venafro, arrivando allo scandalo del centro di accoglienza di San Giuliano in cui gli stessi protagonisti di Mafia Capitale speculavano sulla pelle dei rifugiati. Questi sono solo alcuni dei molti episodi che si potrebbero citare per far capire come la nostra regione sia una terra di

conquista per la criminalità organizzata. Per questo è necessario dare un segnale forte anche sul nostro territorio perché abbiano bisogno, come afferma il fondatore di Don Ciotti: “Dell’opera quotidiana di cittadini responsabili, capaci di tradurre la domanda di cambiamento in forza di cambiamento”.


Campobasso

7 22 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Campobasso non sa più vincere: segna poco ed è carente nel gioco

Interessante più il parcheggio che il pareggio

Favo indebolisce il centrocampo per infoltire di attaccanti che non attaccano di Gennaro Ventresca Ti aspetti una partita squisita, piena di vita, di spregiudicatezza, di fantasia, magicamente indenne dagli affanni della classifica che, in genere, consentono una visione a 360° di vari colori, per esempio una beneficiata di gol, un po’ qua e un po’ là. Ne viene, invece, fuori una gara legnosa, con gli spalti miseramente vuoti, senza gioco e nerbo. Roba da dimenticare. Il complesso rapporto con l’amato feudo che per decenni è appartenuto a Gilotti e a i suoi porcellini si materializza in una sterile polemica per il parcheggio che c’è ma non si usa. Per colpa di un decreto capestro che obbliga a nuovi rinvii e, a quel che è peggio, a dover tirar fuori altri soldi per metterlo a norma. Le stime dicono 80 mila euro. Ma, state pur certi, di euro ce ne vorranno di più: si sa come vanno le cose con i lavori pubblici. Terreno di gioco in pessime condizioni. Siamo alle solite: non servono cure e attenzioni, dal 13 febbraio del 1985, giorno dell’inaugurazione dell’impianto il

fondo di Selva Piana ha lasciato sempre a desiderare. Ma, almeno allora, c’era una formazione orgogliosa e cazzuta che ci fece entusiasmare. Malgrado il freddo che spezzava le ossa. Imbarazzato e imbarazzante il nostro complesso dimostra di non saper più vincere. Come certificano i tre pareggi di fila, con un solo gol segnato e un altro subito in più di 270 minuti. Questa volta, dico contro la modesta Vis Pesaro, Favo (ancora in tribuna per squalifica) sbaglia tutto. Azzoppando il centrocampo, per tentare di fortificare un attacco che non ha attaccanti. Così i marchigiani si giovano degli ampi spazi in mezzo al campo, segnano, subiscono il pari, ma poi solo un lieve solletico sotto misura. Qui bisogna ragionare seriamente. E chiedersi, ad esempio, perchè non si provino soluzioni che guardino lontano. Quel Perrella, goleador della formazione giovanile che guida alla grande il suo girone, siamo proprio sicuri che non meriti di finire in prima squadra? Vale lo stesso discorso per Lucchese che Favo

continua a non “vedere”, il suo impiego risultata minimo, nonostante l’assenza di Lanzillotta e dello stesso Bontà che non sono omologhi, ma che comunque danzano per scelta, in mezzo al campo. Per scaldare i cuori rossoblù servirebbe altro. Per la stagione in corso credo che ci sia poco tempo per farlo. Ormai il popolo sportivo si è disamorato, a poco

sono valse le trovate degli sconti e dei prezzi politici. Contro la Vis Pesaro, in curva, il biglietto era di 5 euro, cifra sconsolante e risibile se si tiene conto dei costi dei calci d’angolo. Una volta per tutte bisogna chiedersi se valga veramente la pena sfiancarsi per far calcio nella nostra città. A quanto pare il fenomeno sembra interessare a pochi. Il popolo rossobù, tradizional-

mente acceso, si è addormentato. Va studiata una strategia efficiente per svegliarlo. Una strategia che non si affidi agli annunci, come è venuta la scorsa estate. PAGELLE. Grillo (6), Lenoci (6), Di Pasquale (5), Ferrani (5,5), Gattari (5,5); Grazioso (5,5), Rinaldi (6); Gabrielloni (5), Aquino (5), Todino (5,5), Alessandro (6,5). All. Favo (5).

Vincenzo Cuoco a Milano, 200 anni dopo! di Michele Rocco Se in Molise, oggi, c’è qualche “sasso” che lo ricorda, a Milano vi è una bella e vasta piazza che porta il suo nome; e non solo perché vi affluisce un lungo e largo

Sannitico per l’istruzione pubblica della provincia di Molise. Fu elevato a Liceo da Ferdinando II nel 1857 - Regio Liceo Ginnasiale (1861). Intitolazione a “Mario Pagano”

viale Molise!!! La storia del “sasso” fa parte di una mia ricerca che feci nel 1999, bicentenario della Rivoluzione Napoletana del 1799. Il nostro illustre conterraneo scrisse il famoso Saggio storico sulla Rivoluzione. Il riferimento è alla mancata intitolazione a Vincenzo Cuoco del Real Collegio, oggi noto come Convitto Mario Pagano. Il Convitto fu istituito nell’anno 1816 con decreto di Ferdinando IV di Borbone, con il nome di Real Collegio

nel 1865 con decreto firmato da Vittorio Emanuele II. L’imposizione del nome avvenne ad opera del Ministro della P.I. del tempo. Alle rimostranze dei molisani sulla mancata intitolazione a Vincenzo Cuoco, il Ministro fece osservare che, allo storico molisano, nel suo paese natale, Civitacampomarano, e in tutta la Provincia non figurava “un sasso” che lo ricordasse. Mario Francesco Pagano era nato a Brienza, un comune in provincia di Potenza, nel 1748 ed aveva redatto il progetto di costituzione della Repubblica Napoletana. I Bor-

bone lo impiccarono l’anno stesso della rivoluzione. Vincenzo Cuoco, dopo la fallita rivoluzione napoletana de 1799 si rifugiò a Milano e divenne funzionario della repubblica cisalpina e, nel 1801, scrisse la prima edizione del suo Saggio. E forse è proprio per questo che Milano ha voluto ricordarlo intitolandogli un piazza. E’ da approfondire. Sono andato di proposito a Milano per vedere con i miei occhi e, sentite la meraviglia, di udire con le mie orecchie in nome di Cuoco, che giornalmente viene ripetuto decine o centinaia di volte sui mezzi pubblici che transitano in quella zona. Bella soddisfazione da molisano! Ancor di più nel leggere come viene ricordato il personaggio: Statista. Sono quasi una decina le insegne, in altrettante confluenze di strade verso la piazza. Una delle insegne si trova su una locale caserma dei Vigili del Fuoco e un’altra, ad altezza d’uomo, su un recinto di giardini pubblici. A queste si aggiungono quelle indicanti fermate e percorsi degli stessi mezzi pubblici. Ma vi pare poco per un molisano? In una giornata come quella di inizio primavera, non solo in senso astronomico, con migliaia di persone che affollavano piazza Duomo a Milano (Domenica delle Palme, Stramilano, giornate FAI), in tanti leggono il nome di Cuoco proprio nella zona più centrale della città. Da lì infatti transita il tram 16 che porta a Piazzale Vincenzo Cuoco. E’ pur vero che, per personaggi meno noti e non originari dei luoghi, il ricordo è affidato più a qualche ricerca effettuata da scuole di quartiere, che all’interesse dei residenti, ma per noi molisani è un grande orgoglio. Chissà se, dalle nostre parti, qualcuno si è mai accorto di questo grande onore che Milano ha voluto tributare ad un cittadino della nostra terra molisana! Confesso di averlo scoperto casualmente. Oggi la tecnologia può fare grandi cose, con qualche piccola associazione di idee


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

22 marzo 2016

senza alcun finanziamento pubblico

“No a nuovi rifiuti a Pozzilli” Manifestazione di protesta contro l’accordo tra le Regioni Molise e Abruzzo poZZIllI. Da studenti a professori, da contadini a medici, da ex politici ad aspiranti politici. Passando, anzi partendo dagli attivisti, organizzati da Emilio Izzo. Gente di sinistra e gente di destra. Al sit in di domenica nel piazzale del termovalorizzatore Herambiente di Pozzilli c’era insomma un po’ tutto l’arco costituzionale rappresentato per gridare “rifiutiamoli” ai politici regionali ed ai rifiuti stessi. Un centinaio di persone in totale. Zero sindaci ed amministratori locali però. Come rimarcato da vari manifestanti: “Pochi giorni fa a Venafro c’è stata una sfilata di sindaci tutti belli in fascia tricolore… Oggi qui non c’è nessun sindaco…”. Numerosi invece gli striscioni presenti ed affissi in bella mostra, lontano dai cancelli della società,

i cui confini sono stati ben protetti da Carabinieri e Polizia in forze. Diversi gli interventi da parte degli attivisti, interventi tutti (o quasi) tecnici, dalla chimica alla fisica per spiegare che i camini dei termovalorizzatori non restituiscono aria fresca bensì sostanze inquinanti. Ovviamente, Herambiente – fino a prova contraria – rispetta i livelli massimi consentiti, ma il problema è che le emissioni del termovalorizzatore si sommano allo smog ed alle altre aziende creando un mix per certi versi micidiale. Contro questo e contro l’accordo con la Regione Abruzzo ieri sono scesi in strada i comitato ed i movimenti della provincia. Presente in gran numero anche il meetup di Venafro del Movimento 5 Stelle nonché giovani dell’Arcigay. Una

delle prime volte al sit in si sono visti anche tanti bambini e studenti. Uno striscione ricordava come “Anche i figli dei politici respirano l’aria che respirano i cittadini di Venafro”. Eppure “non si vede il sindaco della mia città – ha protestato Pietro Pensato -, magari avrà avuto altri impegni, come noi cittadini che però abbiamo trovato il tempo di venire”. Tra gli altri manifestanti, presente in prima fila il sindacalista dell’Usb, Sergio Calce. I vari intervenuti hanno ricordato

come le polveri sottili e la diossina, ma non solo, non fanno assolutamente bene alla salute, per usare un eufemismo. L’esponente del Movimento 5 Stelle, l’ingegnere Antonio Zullo, ha per certi versi sposato la causa delle Mamme per la salute ipotizzando

una dismissione dell’impianto di Pozzilli. Ipotesi rilanciata dai comitati rappresentati da Emilio Izzo in adesione al principio di precauzione quando si tratta di salute. Non è passata inosservata la presenza dell’ex assessore regionale Filoteo Di Sandro.

“Perchè siamo con Tedeschi” Un gruppo di giovani di Isernia pronti a battersi per cambiare la città IserNIa. Si parla sempre dei giovani che sono costretti a lasciare Isernia per poter lavorare e avere un futuro che in città non c’è. Noi, però, a Isernia vogliamo rimanere, e vorremmo anche che tanti potessero tornare. E per questo vogliamo impegnarci in prima persona per dare una spinta al cambiamento. Crediamo che tutte le giovani generazioni, se hanno a cuore la propria terra, debbano riappropriarsi della città e tornare ad essere protagonisti della vita politica, perché solo così potranno fare davvero qualcosa per invertire la rotta. Per questo, spinti dall’entusiasmo per la nascita di altri movimenti civici che, come noi, hanno voglia di fare e non soltanto di restare a guardare, abbiamo deciso di

formare un gruppo, costituito da giovani isernini, in vista delle elezioni amministrative: ‘Uniamoci per Isernia’. Siamo Alessandra Grasso (dottoressa), Giovanni Fielli (studente universitario), Arianna Antenucci (professoressa), Antonella Passarelli (consulente finanziario), Mirko Coletta (imprenditore) e Gianluca D’Angelo (artigiano). Abbiamo molto apprezzato il riferimento al problema dell’emigrazione giovanile fatto da Cosmo Tedeschi al momento dell’ufficializzazione della propria candidatura, e il suo impegno ad inserire interventi in tal senso nel programma. Soprattutto abbiamo visto con quale impegno ha portato avanti le proprie attività imprenditoriali, riuscendo a svilupparle anche in un

periodo difficile per l’economia, con importanti ricadute per l’occupazione locale e non solo. Pensiamo quindi che conosca il mondo del lavoro, e ci possa aiutare a trovare le necessarie soluzioni per favorire il rilancio dell’economia a Isernia. Riteniamo abbia le giuste capacità per ben amministrare, e siamo convinti che si batterà per sostenere seriamente le politiche occupazionali a supporto delle giovani generazioni, portando avanti tutte le iniziative possibili per creare lavoro e ridare fiato all’imprenditoria. Per questo saremo con Cosmo Tedeschi alle prossime Comunali di giugno.

Basilica minore dell’Addolorata di Castelpetroso, Patrona del Molise: luogo privilegiato di Misericordia e Speranza

Oggi ricorre il 128° anniversario dell’Apparizione

Castelpetroso. Ricorre oggi il 128° anniversario dell’Apparizione della Vergine Addolorata di Castelpetroso, Patrona del Molise. Come ogni anno , in prossimità e nel giorno della festa delle Apparizioni dell’Addolorata - 22 marzo 1888 - la Basilica di Castelpetroso vede il passaggio di automobili e pullman di pellegrini, devoti e passanti, per raggiungere il luogo delle apparizioni dell’Addolorata. Saranno migliaia i fedeli che accoreranno per ricordare l’evento vissuto dalle due contadine Bibiana e Serafina . Sono state loro che 128 anni fa hanno visto il folgore della luce di Maria Santissima Addolorata. “Una luce vivissima. Una grotta che si fa casa di speranza e la collina che si è trasformata in un luogo di grazia. Con la benedizione del cielo, perché la guarigione di un ragazzo ammalato mortalmente, Augusto Acquaderni di Bologna, dopo aver bevuto l’acqua della

fonte che sgorgava accanto al luogo dell’apparizione, è la ricerca dell’acqua della vita. Dal 1888 la notizia è stata diffusa attraverso la rivista “il Servo di Maria” diretta dal Conte Carlo Acquaderni. La rivista ufficiale della Basilica, tuttora in diffusione, “Eco dell’Addolorata”, diffonde cultura e informazione religiosa in tutto il mondo. “Il mio grazie si estende a tutti i pel-

legrini – ha dichiarato il Rettore della Basilica don Massimo Muccillo- che in questo anno della Misericordia hanno il privilegio di entrare in questo santuario nel segno della Basilica minore e attraversare la Porta Santa poiché luogo giubilare”. Culmine del Solenne Settenario in preparazione della Festa delle Apparizioni- dal 15 al 21 marzo - sarà Martedì 22 marzo 2016 , alle ore 11,30

con il Solenne Pontificale presieduto dall’arcivescovo di Campobasso – Bojano S.E. mons. Giancarlo Bregantini e la santa Messa del pomeriggio alle ore 17,00. Intense saranno anche le confessioni che attraverso il sacramento della Riconciliazione, come indicato nella bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus da papa Francesco, sono il “cammino per ritornare al Signore…perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia”. La festa delle apparizioni diventa, dunque, un momento di condivisione che attira sempre di più fedeli dalla regione e da altre zone, grazie alle fatiche e al dono del tempo che tutti gli operatori della Basilica, guidati dal Rettore e vicario Episcopale per il Santuario don Massimo Muccillo, offrono quotidianamente. Questo contributo permette di diffondere la bellezza ed il messaggio mariano che il luogo irradia. Dalle strutture alla natura

alla spiritualità e all’arte. Tutto comunica il peregrinare di Maria: la “sofferenza” che diventa “offerenza”. Il Molise spirituale. Una regione piccola, la più piccola di Italia, dove San Giovanni Paolo II nel 1995 e papa Francesco, hanno fatto sosta nel santuario mariano , per vivere il messaggio del lavoro, della speranza, con la mini gmg dei giovani di Molise e Abruzzo, e della religiosità popolare. Il legame d’affetto del papa polacco è testimoniato dalla cappella dei Polacchi (costruita come ex voto dai soldati polacchi). Alla Madonna di Castelpetroso Giovanni Paolo II donò una corona che oggi assume il senso della “reliquia per contatto”. Il messaggio dei due Papi risuona con chiarezza per aver affidato al Mondo intero messaggi stupendi di natura religiosa e sociale con indicazioni su un turismo spirituale e una cultura da valorizzare. Indicazioni da far conoscere a tutti.


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Termoli

22 marzo 2016

Scippo di democrazia e amministratori inadeguati Le due facce della stessa medaglia. DI Nicola D’Ascanio - Valentina Bozzelli * Lo Statuto è la Carta fondamentale del Comune e, come tale, è espressione della propria autonomia e regolatore dell’ordinamento generale nell’ambito dei principi fissati dalla Legge. In particolare lo Statuto, tra le tante cose, specifica le attribuzioni degli organi e LE FORME DI GARANZIA DI PARTECIPAZIONE DELLE MINORANZE che sono regolamentate per il corretto esercizio delle funzioni. Tutto ciò vige, anche nel nostro Comune, in osservanza del D.Lgs. 18 agosto 2000, N.267, da 15 anni. Da 15 anni, cioè, in sostanziale continuità col passato, le minoranze consiliari hanno esercitato, per legge, nel limite di un quinto dei consiglieri, il diritto di presentare mozioni, proporre commissioni speciali, richiedere la riunione del Consiglio Comunale. Le decisioni di merito restano, ovviamente. riservate al pronunciamento del plenum assembleare. Ora, improvvisamente e senza alcuna plausibile ragione, in un raptus di onnipotenza, la Giunta Travaglini si vuole impadronire anche delle funzioni che sono riconosciute alle minoranze consiliari, inventandosi di sana pianta delle modifiche al Regolamento consiliare che definire “LIBERTICIDE” significa evitare più consoni riferimenti di matrice patologica. Questo artifizio, senza brevetto, dunque, lorsignori tenteranno di approvarlo nell’assise civica convocata, non a caso, per domani mattina alle 9.00. La Giunta Travaglini, meglio conosciuta come spericolata accozzaglia di berlusconiani, dipietristi

e fratturiani, già insaziabile per la sua maggioranza extralarge, in pratica sta facendo carte false per tapparci la bocca ed impedirci di esercitare le normali funzioni di sindacato ispettivo che la legge riserva alle minoranze come a tutto il Consiglio. Un atto di vergognoso affronto, verso le minoranze, ma -nella sostanza- uno sfregio rivolto ai consiglieri comunali e, quindi, a tutti i cittadini di cui i consiglieri, senza vincolo di mandato, ne rappresentano la sovrana volontà democratica. Perché questo improvviso e illegittimo atto di arroganza politica che, sebbene rivolto a tutti, riteniamo, senza giri di parole, che voglia colpire innanzitutto noi di MonteneroVince? Cosa abbiamo fatto di male, verrebbe da chiedersi, tanto da aver “infastidito” questi campioni della Giunta Travaglini al punto da subire sanzioni di così bassa cucina mai applicati in altri comuni d’Italia? Ebbene, i cittadini sanno! I cittadini conoscono, e gli atti lo attestano, le nostre iniziative, così come sono note le proposte sui problemi più impellenti che si scaricano sulla nostra comunità e che abbiamo avuto l’ardire, pur stando all’opposizione, di portare in discussione consiliare mentre chi ha davvero il dovere di farlo continua a pensare ad altro.

I cittadini sanno che mentre il Sindaco e la sua Giunta cercano di scantonare ogni problema girando, com’è loro abitudine, la testa da un’altra parte, c’è invece chi vive nel dramma delle difficoltà quotidiane e nella disperazione di non poter dare risposte ai propri bisogni essenziali. E noi a questi problemi abbiamo prestato la dovuta attenzione. Ai problemi della crisi di lavoro, ai servizi sociali che non funzionano, fino al vessatorio prelievo dei tributi comunali. Alla tragica questione della biomassa e dell’inquinamento, ai problemi delle strade impercorribili e dissestate. Ai rilievi affaristici, al clientelismo sfrenato, alla dilagante illegalità, per finire allo sperpero di danaro pubblico. Ai fatti che causano lo spopolamento e l’abbandono della nostra terra, alle questioni che procurano il triste primato di riduzione delle aspettative di vita di tutti noi. Ecco, dunque, chi sono i consiglieri che si devono azzittire. Siamo noi che “abbiamo osato”, che lottiamo per risollevare, in uno sforzo comune, le sorti della

Meccanico in ospedale per ustioni L’uomo stava lavorando con un saldatore collegato a bombole di acetilene dal quale si è sprigionato il fuoco PORTOcannOnE. Era al lavoro nella sua officina che si trova lungo la strada principale che attraversa Portocannone. Stava saldando una macchina quando dall’attrezzatura che si collega alle bombole di acetilene è partito un ritorno di fiamma. L’esperto meccanico di 45 anni ha subito preso l’estintore e ha spento il fuoco che si stava propagando dall’attrezzatura. Non ci sono state esplosioni ma l’intervento

tempestivo ha evitato altre conseguenze. Per utilizzare l’estintore e spegnere il principio di incendio l’uomo ha però respirato il gas e la polvere spruzzata dal dispositivo di emergenza. Per questo motivo è stato necessario l’intervento dell’ambulanza del 118. Il 45enne è stato trasportato al Pronto Soccorso dell’ospedale San Timoteo di Termoli dove i medici lo hanno sottoposto agli accertamenti. Le sue condizioni

non sono gravi. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco dal Distaccamento di Santa Croce di Magliano in quanto la squadra di Termoli era già impegnata nel crollo del tetto avvenuto in via Maratona. Il personale del 115 ha effettuato un sopralluogo, verificato le bombole ed escluso altri rischi all’interno dell’officina. Tanta paura ma tutto è rientrato senza gravi conseguenze per le persone che si trovano nei pressi dei locali.

nostra realtà territoriale e per restituire una speranza ai tanti che “vanno via per non morire”. È giusto ed è normale che si IMBAVAGLI il Consiglio Comunale rispetto a questa che, invece, rappresenta la sua più alta funzione democratica? NO, noi crediamo che ciò non sia giusto, non sia normale e non sia nemmeno legale! Come non è normale che coloro che sono stati eletti e vengono pagati per risolvere i problemi veri della nostra comunità, anziché dedicarsi alla devastante crisi sociale ed occupazionale che colpisce intere famiglie, passano il tempo a giocare con le istituzioni per ostacolare l’esercizio della democrazia dentro e fuori il Consiglio Comunale, per azzittire o ricattare chi non si piega, procacciare poltrone politiche, proteggere amici e interessi personali, sperperare risorse pubbliche, ali-

mentare privilegi e posizioni di potere. Col risultato di vedere sotto gli occhi di tutti la nostra realtà impoverita anche nella sua pur solida storia politica e culturale e, non ultimo, confinata verso l’isolamento istituzionale e amministrativo nonostante la sua strategica funzione di area vasta, cerniera tra il Montemauro, il Trigno e l’Adriatico e terra di dialogo e di cooperazione tra due Regioni. Ecco, tutto quello che sta accadendo non è proprio normale come è illusorio credere che con i colpi di mano si rimedia ad una democrazia già malata, che il trasformismo politico produca chiarezza e capacità amministrativa, che a risolvere i problemi della gente siano abilitate le stesse persone che quei problemi li hanno causati. Perciò non ci faremo imbavagliare e continueremo a batterci insieme a tutta la cittadinanza ed alla sua rigenerata determinazione. Uniti usciremo dal tunnel e torneremo a vivere bene qui, dove noi abbiamo deciso di vivere. *Consiglieri comunali MonteneroVince

Via Maratona, cade il solaio di una casa Il fatto ieri intorno alle ore 13. Per fortuna non ci sono vittime TERMOLI. Intorno alle 13 di ieri, in via Maratona, ha richiamato l’intervento d’urgenza da parte dei Vigili del fuoco di Termoli. Al momento del crollo l’unica inquilina dell’abitazione al civico 18, una donna anziana, era a fare la spesa, per cui non ci sono stati feriti. I pompieri hanno delimitato la zona, transennandola col nastro bicolore, anche perché andranno effettuati rilievi e sopralluoghi per capire la dinamica del cedimento e quali ulteriori conseguenze potrebbero

esserci. Un testimone oculare ha raccontato di aver udito un forte boato alla base del crollo del tetto. Attualmente stanno operando due squadre del 115 e alcuni agenti della Polizia municipale intenti a mettere in sicurezza l’area. I muri portanti dell’abitazione presentano tuttora vistosissime crepe che renderanno certamente inabitabile la casa indipendente in attesa di ulteriori verifiche sulla consistenza delle mura portanti.


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Termoli

22 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Tra acqua potabile e di mare, i problemi” La Fondazione Milani a Termoli chiama in causa il sindaco Sbrocca TERMOLI. Ancora una volta l’emergenza acqua in primo piano a Termoli: stavolta non solo quella da bere, ma anche quella del mare. E ancora una volta sul banco degli imputati la gestione privata del bene comune acqua e l’incapacità delle amministrazioni locali di difendere diritti e salute dei cittadini. Come ormai tutti sappiamo, il depuratore del porto ha saturato la sua capacità di smaltire i reflui fognari; come non tutti però sanno, il suo funzionamento era già da anni molto al di sotto delle potenzialità per la mancanza di manutenzione ordinaria, cosa del resto evidente a chiunque, considerate le palesi condizioni di abbandono in cui versa l’area. La decisione della CREA di negare nuovi allacci e volture per cambi di intestatario ha fatto

emergere in pieno le contraddizioni e i rischi cui una gestione privatistica del servizio idrico espone i cittadini: famiglie che non possono entrare in possesso di un bene primario e famiglie

che perdono introiti necessari spesso alla sopravvivenza, perché i locali dati in affitto sono resi indisponibili se si è verificato un cambio di locatario, non potendo riallacciare l’acqua.

Già da giugno 2015 era nota la situazione critica del depuratore, dopo la comunicazione ufficiale da parte della CREA, e nulla è stato fatto; nove mesi dopo siamo all’emergenza . Qual è la risposta di questa amministrazione? Ancora una volta, come poche settimane fa per il tunnel, una mozione d’ordine che blocca la discussione in consiglio. Non può che considerarsi inaudito il livello infimo cui è ridotto il normale iter di confronto democratico, e inesistente la considerazione dei diritti dei cittadini.

Il Consiglio Comunale del 17 marzo appare davvero l’epitome dell’emergenza democratica che stiamo vivendo: mentre a Roma in commissione parlamentare si cancellava la possibilità della gestione pubbliche dell’acqua, buttando nel cassonetto i voti del popolo italiano, a Termoli il tutore (e responsabile ai sensi di legge) della salute pubblica si chiamava fuori da ogni decisione, limitandosi a promettere che si sarebbe eventualmente fatto portavoce delle richieste dei cittadini danneggiati dal blocco degli allacci, ribaltando la competenza sul servizio idrico sull’EGAM (peraltro ancora non effettivamente insediato e operativo). A proposito, signor Sindaco, sa che la legge costitutiva di questo ente è stata rinviata alla Corte Costituzionale per illegittimità?

“Scrutatori? Li facciano i disoccupati” La proposta a Termoli del movimento Cinquestelle non ha trovato d’accordo il Consiglio comunale TERMOLI. Arriva una nuova critica dal Movimento 5 stelle all’amministrazione Sbrocca. Al centro del dibattito ci finisce la richiesta di Nicola De Michele di inserire tra gli scrutatori i disoccupati termolesi e coloro che vivono in difficoltà economiche. Richiesta che è stata declinata dalla maggioranza al comune. “La legge di riferimento la 22/2006 impone la scelta da parte della commissione referendaria formata dal sindaco, da un consigliere di minoranza e due di maggioranza, dei 90 scrutatori nei seggi elettorali di Termoli. La lista degli scrutatori è fatta di 3200 persone una lista nata nell’89 che viene aggiornata ogni anno. Il MoVimento 5 Stelle – ha affermato Nick Di Michele – presenta una richiesta alla commissione per cambiare la normativa e scegliere nella lista gli inoccupati e i disoccupati perché in questo momento di crisi anche 200 euro per chi non lavora potrebbero essere una panacea. Ieri mattina in commissione i consiglieri di maggio-

ranza mi dicono che gli scrutatori verranno scelti se-

condo normativa e quindi 23 spettano alla minoranza e il resto alla maggioranza. Ogni consigliere comunale potrà scegliere nomi che possono piacere e che magari avranno un lavoro. Faremo scegliere a loro i nostri posti perché non ci stiamo a questa compravendita di vacche. E’ chiaro – ha concluso Di Michele – che ancora una volta chi ci rimette sono i cittadini perché ci rendiamo conto che per fare i favori anche elettorali a qualche amico pensano che con 200 euro continuano a comprarsi i cittadini”. In chiusura di intervista Di Michele evidenzia quanto a rimetterci siano sempre i cittadini.

Pulizia della spiaggia sotto le mura A Termoli è stata l’associazione sportivo “Trabucco Surf club” a mettere in atto la giornata ecologica TERMOLI. L’Associazione sportivo-dilettantistica “Trabucco Surf Club” anche quest’anno ha messo in atto la giornata della “Pulizia della spiaggia sotto le mura, non diamo tregua alla plastica in uno dei punti iconici della nostra città”, recitano gli appartenenti all’associazione sul loro manifesto. E così, intorno alle 10, un bel gruppo di Cittadini che hanno alto il senso civico e l’amore per questa città si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato a ridare un volto più decoroso” all’arenile di Sant’Antonio. Addirittura famiglie intere con papà, mamma e figli e la cosa che ci ha colpito di più è che ragazzi e ragazze nemmeno originari della nostra città hanno preso parte all’iniziativa a dimostrazione, certe volte, che a Termoli ci tengono i cosiddetti “Frastire” e non i locali. Abbiamo visto con piacere l’esponente di primo piano del Movimento 5 Stelle cittadini Nick Di Michele e alcun suoi collaboratori in maniche corte; c’era anche Andrea Casolino, Dario Porzio, promotore della Trabucco surf club e in circa tre ore hanno veramente ridato un volto e un immagine di spiaggia come la vediamo d’estate.

Complimenti a questa iniziativa che ormai è diventata da qualche anno un evento fisso e irrinunciabile e sempre più

frequentato da tanti cittadini a cui sta a cuore il bene della città.



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Opinioni

22 marzo 2016

di Claudio de Luca Quasi mezzo secolo fa, un professore dell’Università di Stanford (Usa) fece un esperimento: fece abbandonare per istrada due autovetture identiche; stessa marca, modello e colore. Una venne parcheggiata nel famigerato Bronx, un’altra a Palo Alto, zona ricca e tranquilla della California in cui risiede gente di ben altra estrazione sociale. Un “team” di psicologi analizzò le reazioni degli abitanti dei due quartieri. Si poté constatare che l’auto abbandonata nel Bronx fu smantellata in poche ore, un po’ come succede a Napoli. Di contro quella di Palo Alto fu lasciata intatta. Preliminarmente fu semplice attribuire le cause alla povertà. Però, dopo una settimana, i ricercatori decisero di procedere ad un esperimento: frantumarono un vetro della vettura lasciata a Palo Alto. Il risultato fu identico a quello registrato nel degradato Bronx ed anche quest’ultimo veicolo venne smantellato. Così si comprese che non era soltanto la povertà ad innescare certi processi ma che su questi incideva pure qualcosa che aveva a che fare con la psicologia, con i comportamenti umani e con le relazioni sociali. Un semplice vetro rotto aveva trasmesso un senso di deterioramento, di disinteresse, di noncuranza, una sensazione di rottura dei codici di convivenza, di assenza di norme, di regole e di inutilità nel cercare di tutelare gli oggetti, fino ad arrivare a una violenza irrazionale nei confronti di ciò che oramai appariva una “res nullius”. Poi gli studiosi andarono oltre, e stabilirono che l’incuria ed il disordine accrescono addirittura mali sociali, fisiopsicologici, contribuendo a fare degenerare la cura dell’ambiente. Persino in una casa privata, il disordine ed il caos tendono a rendere più difficile l’educazione dei figli, generando una mancanza di rispetto fra i componenti della stessa famiglia sino ad In Molise i patentati che hanno meno di 20 anni sono l’1,2% sul totale di quanti hanno una patente. I patentati che hanno tra 20 e 39 anni, invece, sono il 32,9% del totale; quelli tra 40 e 59 anni sono il 41,3% del totale, mentre quelli che hanno 60 anni o più sono il 24,6% del totale. La provincia molisana in cui vi è la maggiore percentuale di patentati con meno di 20 anni è Isernia (1,3%), seguita da Campobasso (1,2%). La provincia molisana in cui vi è la maggiore percentuale di patentati di 60 anni o più è sempre Isernia (24,9%), seguita da Campobasso (24,6%). Questi dati provengono da una elaborazione del Centro Studi Continental su dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel nostro Paese i patentati che hanno meno di 20 anni sono l’1% sul totale di quanti hanno una patente. I patentati che hanno tra 20 e 39 anni sono il 30,2% del totale; quelli tra 40 e 59 anni sono il 42% del totale, mentre quelli che hanno 60 o più sono il 26,8% del totale. I dati regionali sulla suddivisione percentuale dei patentati per fasce d’età evidenziano che in generale

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sentimento di tolleranza e comportamenti incivili

innescare una ricaduta sulla qualità dei rapporti interpersonali interni e con la società in generale. Per la prima volta la “teoria delle finestre rotte” venne applicata, alla metà degli Anni Ottanta, nella metropolitana di New York City, il punto più pericoloso della città. La Polizia cominciò contrastando le piccole trasgressioni: i graffiti scomposti, lo sporco dalle stazioni, i soggetti ubriachi e drogati cronici, l’evasione del pagamento del biglietto, i piccoli furti; poi furono attuate azioni di disturbo. I risultati furono subito evidenti: una volta ovviato alle piccole trasgressioni, quegli Agenti riuscirono a fare della metropolitana e delle sue adiacenze un luogo sicuro. Era il 1994, e l’allora Sin-

daco Giuliani si era basato proprio sulla teoria delle finestre rotte per promuovere una politica che venne definita “di tolleranza zero”. Il risultato pratico fu un abbattimento dei tassi di criminalità registrati sino a quel momento. Anche in Molise occorrerebbe un po’ di tolleranza zero. Ma questa parola risuona da decenni, senza èsiti, perché nella “ventesima regione” siamo buonisti e tolleranti ed abbiamo una gran paura della repressione. Però ci portiamo dietro il complesso dell’autoritarismo. Però questo va esercitato, ma a condizione che non sia rivolto verso noi stessi che, comunque, non intendiamo esporci manco assumendo una pubblica posizione al riguardo. L’ideale

sarebbe una maggiore prevenzione (e repressione) delle Forze dell’ordine, mai esercitata nei nostri confronti; e noi dovremmo solo dirne male. Insomma ambiremmo ad una sorta di militarizzazione da temere e da aborrire, comunque esercitata nei confronti degli altri. Un modo di pensare che poi non dovrebbe farci gridare allo scandalo se, rotto il vetro di una finestra, notassimo segni di deterioramento, sfregi di carrozzerie, vetri rotti di bottiglie usate da giovani e santi bevitori che si fanno pure una canna. I piccoli reati si originano proprio così (e non si ha manco la percezione di essere incappati in illeciti penali). Dopodiché si andrà incontro automaticamente, quasi per istinto, a crimini più gravi. Se gli spazi pubblici sono danneggiati e nessuno interviene, saranno abbandonati per essere occupati dalla criminalità. Anche in merito all’abuso di autorità, dovrebbe valere la tolleranza zero. Non tanto nei confronti della persona che commette il reato, ma di fronte al reato stesso. In mancanza, assisteremo allo spettacolo di chi fa i propri bisogni in istrada o, andando oltre, all’uso sempre più consueto di spranghe di ferro, coltelli o addirittura machete.

Guidare a venti anni In Molise la media più bassa nelle regioni del sud Italia la percentuale di patentati con meno di 20 anni è maggiore rispetto alla media nazionale (unica eccezione è la Sardegna). Nelle regioni del nord Italia, invece, la percentuale di patentati con meno di 20 anni è generalmente minore rispetto alla media nazionale, seppur con le eccezioni di Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. I motivi della maggior percentuale di patentati con meno di 20 anni riscontrata nelle regioni meridionali sono diversi. Ad incidere su questo dato è sicuramente la carenza dei trasporti pubblici, che non rappresentano un’alternativa praticabile all’uso di mezzi privati motorizzati. Per questo chi vuole spostarsi (per lavoro, per studio, ecc.) nelle regioni del sud Italia utilizza mezzi propri motorizzati più spesso rispetto alla media nazionale e quindi ha biso-

gno di avere la patente. Vi è inoltre da tenere presente che nelle regioni meridionali vi è una popolazione mediamente più giovane rispetto al resto d’Italia. Da quanto detto emergono alcune interessanti considerazioni. La prima è che le difficoltà econo-

miche non incidono in maniera determinante sull’interesse delle fasce più giovani della popolazione verso i mezzi motorizzati. In meridione, infatti, vi è una minore disponibilità di spesa, e questo dovrebbe incidere sulla percentuale di giovani che hanno

la patente, visti gli alti costi necessari per prendere la patente e per acquistare e gestire un mezzo motorizzato. Invece, come dimostrano le percentuali citate più sopra, i più giovani non rinunciano alla patente, anche perché spesso non hanno alternative per i loro spostamenti ai mezzi motorizzati. La seconda considerazione è che quando vi sono alternative affidabili i più giovani tendono a differenziare maggiormente la scelta dei mezzi di trasporto, anche se restano in ogni caso molto legati all’uso di mezzi privati e quindi hanno bisogno di avere la patente.



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